Il lavoro abbozza una prima riflessione su questi temi, anche alla luce della decisione "Centros". Sussistono fondati motivi per ritenere che la concorrenza tra ordinamenti, quanto meno all'interno dell'Unione Europea, sia destinata a svolgersi al rialzo, piuttosto che al ribasso. Perché siano colte le occasioni poste dalla concorrenza, perché si diffonda una cultura delle offerte ostili, vanno superate difficoltà anche d'ordine culturale. L'Opa è un fenomeno positivo. Lo predice l'analisi teorica, lo confermano le evidenze empiriche. Eppure, nelle riflessioni critiche sul ruolo dei takeover nell'equilibrio di corporate governance spesso si avverte una certa insofferenza. Il lavoro si sofferma anche su tali resistenze, dedicando particolare attenzione ai rapporti tra "nexus of contracts theory", ruolo dei c.d. stakeolders e doversi fiduciari degli amministratori.
Egli abbozza i confini di una "storia costituzionale europea" attraverso le vicende dell'amministrazione pubblica dal Medioevo al Novecento, ricongiungendo "imperium", autorità politica, amministrazione di professione e "tecnica" di governo. Richiamando la necessità di arrestare la forze centrifughe che hanno spinto la Scienza dell'amministrazione a disgregarsi, il saggio di Miglio non è una lezione sulla Carneralistica bensì un programma per gli studiosi del futuro.
In queste pagine si abbozza un primo tentativo in questo senso, tracciando un parallelo storico con la "grande trasformazione" verificatasi a seguito della grande crisi del liberismo tra gli anni Venti e Quaranta del secolo scorso. Particolare attenzione è riservata, in questo quadro, alle responsabilità soggettive dei gruppi dirigenti politici e, più precisamente, alla inadeguata resistenza funzionale e culturale da essi opposta, in difesa delle prerogative dei corpi sociali e dei loro diritti, alla erosione della sovranità democratica da parte dei poteri economici.
Nello scritto, dopo aver ripercorso l'apparato argomentativo che allo stato illustra la "dottrina" della Corte, si abbozza un discorso proteso ad evidenziare come, almeno nel sistema italiano, la mappa dei rimedi conosca oramai una pluralità di variabili nell'ottica di un'alternanza tra diritto primo e diritti secondi.