Non sarebbe molto meglio metterla nelle Puglie, in Capitanata, negli Abruzzi, in Calabria, piuttosto che in una città che ha tanti vantaggi, tanti benefizi. Ma deve proprio essere tutto alla capitale? In tutto il resto del territorio, non ci devono essere cose che creino la vita intellettiva, la quale decide dell'avvenire e delle sorti di una nazione? Ho visto in un giornale, perchè l'avevo detto familiarmente che non ne faceva questione di denaro, ma ne faceva questione di accentramento; che io aveva detto darei cento milioni purchè mi lasciassero portar via l'Università; e ripeto, li darei. Ma sono sicuro che il comune di Roma non andrebbe d'accordo di far questo cambio.
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Napoli era, non proprio in mezzo, ma come a dire a due terzi di questa distanza; e certo le bisognava da una parte, per andar verso le Puglie, discendere a mezzodì per cento chilometri fino a Contursi, e dall'altra, per andare verso gli Abruzzi, risalire a settentrione per duecento e più chilometri fino ad Avezzano (notate che qui non parlo più di linee rette geografiche, ma di linee e di distanze stradali, che s'acconciano alle accidentalità del terreno).
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Non posso dare qui sui due piedi delle prove cavate dalle ultime statistiche, ma frugando nella mia memoria, e trovando le traccie degli studi vecchi mi ricordo quando pochi pensavano alla possibilità dell'Italia unita, di aver letto nell'annuario geografico del Ranuzzi un bell'articolo, dove si parlava dell'emigrazione dagli Abruzzi, e fin d'allora mi aveva colpito il fatto che gli Abruzzi erano ancora legati intimamente, per la vita economica e per le consuetudini popolari, all'antico loro centro latino e sabellico a Roma.
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D'altra parte, se avessimo a considerare anche le attinenze economiche, io credo che gli Abruzzi abbiano relazioni economiche molto più vive, o almeno altrettanto vive con Roma e con tutta la valle del Tevere e col centro d'Italia che con Napoli.
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Ve n'ha uno, per esempio, che accenna ad una linea da aprirsi per la valle del Volturno e del Sangro, a fine di congiungere Napoli e gli Abruzzi.
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Ma, al mio modo di vedere, questa è una linea che avrebbe probabilità di essere classificata fra le reti arteriali, poichè, secondo il concetto con cui mi faccio a considerare il sistema delle ferrovie italiane, la congiunzione normale fra Napoli e gli Abruzzi potrebbe essere fatta per la valle del Sangro. Questa è una mia opinione, colla quale non intendo menomamente di pregiudicare gli studi che saranno fatti da una Commissione apposita che delegherò.
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Egli mi chiese il compimento della grande strada nazionale degli Abruzzi, dall'Adriatico al Tirreno per le provincie di Teramo, Aquila e Caserta. Questa strada infatti, come egli ha accennato, ha una lacuna nel tratto da Badipetto al confine Aquilano, lacuna che giustamente egli desidera sia eliminata.
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Sulle strade ordinarie una breve considerazione e rettificazione di cifra devo indirizzare all'onorevole Costantini per la strada fra gli Abruzzi ed Aquila, Cominciò la costruzione di questa strada sotto il Governo Borbonico, ed essa è di tale difficoltà che sinora è costata lire 2,700,000, e per il completamento, stando alle notizie che io ho, occorrono altre 300,000 lire. Ora urge che venga ultimata, e l'onorevole Costantini aveva ragione di raccomandare il completamento di questa strada all'attenzione del ministro; ed io sono lieto di potermi risparmiare qualunque altra dichiarazione, dopo quella che oggi ha fatta l'onorevole ministro dei lavori pubblici, cioè che, appena sarà votata dall'altro ramo del Parlamento la legge che provvede ai fondi per le strade ordinarie, la linea da Giulianuova al confine aquilano sarà completata al più presto possibile.
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Ciò accadde nel 1847, quando chi parla passava, sotto altro nome, dalla Toscana in Roma, dove fissava, mettendosi d'accordo cogli altri amici d'azione, il 12 gennaio, a termine delle aspettative borboniche; ed otteneva la promessa d'una diversione negli Abruzzi degli Italiani dei continente per assistere le forze rivoluzionarie dell'isola.
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La direzione del comizio agrario di Aquila degli Abruzzi fa piena adesione alle petizioni inoltrate dai municipi degli Abruzzi e dell'Umbria, tendenti ad impedire che la società delle ferrovie meridionali venga sciolta dall'obbligo di costruire la linea Pescara-Aquila-Rieti.
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«Il sottoscritto chiede d'interrogare l'onorevole ministro dei lavori pubblici, per sapere se abbia in animo di migliorare e di abbreviare le comunicazioni fra gli Abruzzi e Napoli per la linea Sulmona-Isernia-Napoli, modificando gli orari attuali.
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«Il sottoscritto chiede d'interpellare il ministro dei lavori pubblici, per sapere se intenda, e come, provvedere a migliorare il servizio ferroviario da Castellammare Adriatico per Sulmona-Isernia-Cajanello, a fine di rendere più agevoli e rapide le comunicazioni con Napoli e Roma dagli Abruzzi e dal Molise.
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dalla Capitale; sono enormemente migliori delle abitazioni sotterranee degli Abruzzi e delle Puglie, descritte benissimo dall'onorevole Panizza nel suo riassunto della inchiesta Bertani; ed enormemente migliori di quelle, pure descritte dall'onorevole Panizza, nella provincia di Catanzaro, dove, come riferiscono i medici locali, non si muore d'asfissia, unicamente perchè le case sono così screpolate e cadenti, che penetra l'aria dalle fessure del muro e del tetto.
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Il fatto interessa cospicue Provincie italiane, quella di Bari, di Lecce, di Capitanata, degli Abruzzi, delle Calabrie e quelle della Sicilia.
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