«Il sottoscritto interroga il ministro dell'interno per sapere se: di fronte alle cospicue rendite già assicurate al collegio-convitto per gli orfani dei sanitari, dopo le offerte del comune di Perugia, nonchè in vista della tombola telegrafica a favore di quell'istituto, non creda opportuno abrogare gli articoli 4 e 32 del suo statuto; i quali contengono limitazioni contrarie allo scopo della benefica legge 2 luglio 1901 e al diritto dei sanitari contribuenti.
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Quello che interessa la nazione deve essere deciso al cospetto della nazione stessa, ed in conseguenza propongo che la Camera, udita la relazione del Comitato segreto, sovranamente decida, senza abrogare al più sacro ed importante dei suoi diritti.
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Ora il Governo che succedette a quello del generale Garibaldi non ha mai osato abrogare questo decreto, ma non ha neppure mai voluto farlo eseguire, ed anche su questo chiederò qualche schiarimento.
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Qui potrei ripetere molte delle cose dette ieri l'altro contro i decreti del 17 febbraio, ma mi limiterò a questo per procedere a tenore di logica, dopo aver rigettato la mia proposta, bisogna abrogare i decreti del 17 febbraio. Non si esce da questo dilemma, od abrogarli o convertire in legge la mia proposta. Quello che ha luogo in questo momento contro preti, frati e monache, è illegale, è incostituzionale, ed io domando giustizia anche a pro dei preti, delle monache e dei frati.
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Accademia della crusca
