Ora io osservo che vi sono degli enti i quali da questa legge verrebbero soverchiamente favoriti, come ve ne sono altri che verrebbero. soverchiamente danneggiati: e così accadrebbe che quelle decime di cui è rimasto investito qualche ecclesiastico per una presunzione juris et de jure dovrebbero per ciò solo venire abolite, mentre altre decime che originariamente erano sacramentali e che o per convenzioni o per atti scritti, come è ammesso nell'articolo 1 della legge, sono passate in mano di qualche laico continuerebbero ad aver vita, mentre, ripeto, dovrebbe essere abolitala decima dominicale unicamente perchè appartiene ad un ente ecclesiastico: ossia noi raggiungeremmo un fine contrario a quello della legge stessa. Oltre a ciò ve ne sono di quelle che hanno avuto dei trapassi, intorno alle quali, calpestando un principio generale, di giustizia, non è lecito che la Camera italiana possa tacere e approvare subito la legge che le sopprime senza vedere a quali conseguenze si va incontro. Alcune di queste decime, per esempio, sono passate ad istituti di beneficenza o d'istruzione, ad opere pubbliche di carità, ad ospedali, a ricoveri di mendicità, ecc.; e questi istituti di quelle prestazioni non possono assolutamente fare a meno, specie in determinate plaghe d'Italia. Ad esempio mi si afferma che l'Università di Modena fruisce di molte rendite costituite a questo modo. Io domando: in quale guisa verrà provveduto ad eliminare questo gravissimo inconveniente della legge che discutiamo e cioè di diminuire le rendite di istituzioni così importanti?
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