Costruzioni sopra costruzioni, ruine sopra ruine, fanno sì che l'architetto nell'edificare trovi quasi sempre uno strato di macerie di 10 o 12 metri di profondità, nelle quali filtrano abbondantissime le acque, maggiori nelle valli, e nelle parti più vicine al fiume. Qual maraviglia adunque che il valore intrinseco delle case di Roma sia così alto? Gli stessi Papi se ne allarmarono, quindi le disposizioni autoritarie che rimontano a Paolo III, a Gregorio XIII, e dai loro successori, Benedetto XIV, fino al 1832; editto Bernetti, sotto il pontificato di Gregorio XIV, mai abrogato, sotto il pontificato del suo successore Pio IX. I pontefici non erano certo nemici della proprietà, anzi erano riguardosi dei suoi diritti; eppure emanavano ordinanze per imporre ai proprietari di Roma la modicità dei fitti. E se furono adottate disposizioni che offendevano il libero esercizio della proprietà, non parvi, o signori, che la situazione dovesse essere ben grave? Quei dati statistici, cui io ho accennato, fanno parte di un opuscolo di un egregio professore romano, il professore Tito Armellini; e chi legge quell'opuscolo, in cui si descrive lo stato di abitabilità nel 1869, si persuaderà di leggieri che una questione grave esiste. Che cosa si è fatto, che cosa è avvenuto dopo il 1870? Mentre, come vi dissi, erano così tenebrose le condizioni della città di Roma, dopo il 1870, si sono versati altri 100,000 abitanti dove a stento se ne contenevano 200,000; si quintuplicarono le imposte sulle proprietà urbane, in modo da giustificare pienamente le esorbitanze dei proprietari.
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