La nostra proposta è una irrefutabile conseguenza del principio a cui s'informa la presente legge, e che è specialmente quello di venire in sollievo delle classi meno abbienti. Se noi consideriamo invece la tabella A, per ciò che si riferisce alle trasmissioni di proprietà che avvengono per donazioni e successioni dell'ascendente o discendente, che sono i soli rapporti a cui si limita l'aggiunta da noi proposta, vediamo subito come, secondo il disegno di legge, le quote minime vengano ad essere non alleviate, ma aggravate. Io non farò il caso estremo della quota di una lira colpita con una lira di tassa, e nemmeno quello di una quota di dieci o quindici lire colpita con la tassa di una lira: si potrebbe dire che anche oggi le quote al di sotto di cento lire sono, per la legge di registro, colpite fra ascendenti e discendenti con la tassa minima di una lira. Ma 10 considero gli effetti della tassazione per le quote minime in base alla quota individuale dei figli.
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Bensì, salvo a discutere il merito della proposta, prendo atto con vera compiacenza della tendenza dell'onorevole Minghetti a sollevare le classi meno abbienti, e in genere, a sollevare il paese dal soverchio costo del pane, anche con iscapito di qualche milione per la finanza. Lo che è a vedersi però, dietro la indagine che, spero, avrà luogo in questa Camera quando l'argomento sarà discusso, se si ottenga mediante la proposta che egli ha fatto.
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In rapporto ai contadini bisogna dividere le classi abbienti in due categorie.
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vedrebbe che il mantenimento dell'ordine è più necessario per i lavoratori che per gli abbienti. Perchè infine dai possidenti qualche sacrifizio e qualche diminuzione di agiatezza si può sopportare, ma i lavoratori senza lavoro e sema pane non possono rimanere.
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Non credo che esista in Sicilia tra le classi abbienti la tendenza ad una reazione di classe. Se vi fosse, sarebbe un errore, che dimostrerebbe un acciecamento inescusabile. Credo, però, che non vi sia un senso sufficiente dei bisogni e delle tendenze dell'età nostra.
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Nè vale il dire che quei moti rivoluzionari erano stati spontanei e quasi legittimi; che quelle popolazioni rurali, quelle classi di lavoratori erano state spinte alla rivolta da cause gravi; che in Sicilia ha regnato finora dappertutto la più terribile oppressione esercitata dalle classi abbienti, dalle clientele locali; che in quell' isola havvi uno stato di cose veramente medioevale. Tutte queste sono fandonie. Tutte queste sono ingiuste e gratuite ingiurie.
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A chi vuole che i più abbienti (poichè sono essi i colpiti dall'imposta di ricchezza mobile) paghino a ragione dei loro averi, mentre i contadini soddisfano la tassa di macinato, o non piuttosto a coloro i quali vorrebbero che si chiudesse un occhio, che si usasse tolleranza?
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Io sono lieto di sentire che anche questa tassa verrà modificata e voglio credere che la si renderà più modica nelle proporzioni, quanto più comprensiva nella applicazione, cioè facendo sì che colpisca in proporzioni moderate il maggior numero possibile di abbienti, senza di che non avrà mai la potenza di offrire alla finanza quei sussidi che tuttora se ne ricercano senza raggiungerli.
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Questi potranno litigare e far valere le loro ragioni senza spendere un soldo; potranno litigare e aver ragione innanzi ai probi-viri; e l'operaio che perde la sua vita nel lavoro dei campi, se dovrà un giorno litigare col suo feroce padrone, non lo potrà fare perchè non ha mezzi per litigare, non ha mezzi per farsi rendere la giustizia; perchè la giustizia in Italia purtroppo è un privilegio degli abbienti!
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