Le nostre navi solcavano tutti i mari, i nostri banchieri prestavano danaro ai principi stranieri; le nostre industrie mandavano le loro lane, le loro sete, i loro broccati ad abbellire castelli e reggie; sorgeva una nuova lingua, Giotto dipingeva, Petrarca risuscitava lo studio dei classici, i fiorentini erano un popolo di ambasciatori, e Lorenzo il Magnifico rinnovava i miracoli di Pericle, arbitro delle sorti d'Italia. Quale spettacolo di grandezza e di gloria? Solo il toscano Tucidide poteva ritrarlo nelle prime pagine delle immortali sue storie.
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