«Rimanendo estranei noi oggi non aduna questione (la questione d'Oriente) ma ad una fase di questa questione nella quale per le nostre tradizioni noi non potevamo entrare senza abbassare la nostra bandiera, senza ferire i nostri principi, noi non facevamo politica d'isolamento, perchè» continuava egli «l'adesione nostra al concerto europeo (lo ricordava anche allora) dev'essere limitata dai nostri interessi, dai nostri principi.»
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Siamo sempre al solito costume di diffidare e di tentare di abbassare tutto ciò che emana dalla nazione. Si fanno delle concessioni, e poi quasi si teme del passo fatto. Si vuole la magistratura comunale, e poi si tenta di asservirla all'ultimo impiegato governativo.
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In quanto alle tariffe io non saprei che dire, perchè, secondo i contratti, sta nell'arbitrio, in certo modo, delle compagnie di navigazione, di stabilire queste tariffe; se le compagnie intendessero meglio il loro interesse, potrebbero veramente, in alcuni casi, ribassarle come propone l'onorevole Asproni; ma io non credo che il Governo abbia la facoltà di obbligare le compagnie ad abbassare queste tariffe.
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La società Parigi-Lione-Mediterraneo non volle abbassare tento le tariffe del Moncenisio, da accettar quelle oggi vigenti pel Brennero; la difesa degli interessi suoi e di quelli del porto di Marsiglia prevalse e non si voile far piena ragione alla natura delle cose, e ai giusti interessi del nostro paese.
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Adunque, la mattina del 29 tutto era disposto per la partenza ordinata e regolare di questo corteggio; ma ad un tratto le autorità di pubblica sicurezza, con modi poco cortesi, intimarono a questa rappresentanza di disciogliersi e di abbassare la bandiera. I rappresentanti delle altre associazioni mostrarono un vivo disgusto, non fosse altro perchè, dopo il fatto avveratosi pochi giorni avanti, pareva che questo contegno delle autorità fosse una patente contraddizione, o meglio, fosse una offesa a tutti gl'intervenuti.
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Una delle due: o voi volete chiudere gli occhi, abbassare la testa, irrompere, sfondare e vincere, e va bene; allora avrete la ragione del toro, che fa appunto così; avrete la ragione del sasso che cade e schiaccia. E perchè schiaccia? Perchè pesa. Allora non v'è alcuna ragione. Ma se voi volete fare disposizioni ragionevoli, vi avverto di mettervi sul terreno solido della verità e di accettare, senz'altra considerazione, quello ch'io vi propongo.
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E la ragione è, che per una parte questo concetto legislativo ci trae ad abbassare il maestro al disotto dell'esser suo; e per altra parte ci trae ancora ad invilire la scuola ed a toglierle ogni pregio educativo. I quali due fatti (se non oggi, domani certo; anzi oggi già) genereranno nella coscienza del paese l'idea che non ci sia altro modo di rimediare alla infelice condizione della istruzione primaria, fuori quello di adunare le scuole primarie nelle mani dello Stato. Già fin d'ora questa persuasione è entrata nella coscienza di molti. E se noi le condizioni dell'istruzione primaria e quelle dei maestri trascurassimo, ci esporremmo, fra otto o dieci anni, alla ineluttabile e fatale necessità di dover mettere tutte le scuole primarie nelle mani dello Stato. Coloro pertanto i quali contrari sono all'esercizio governativo delle scuole primarie, e vi ravvisano gravi inconvenienti e pericoli non pochi nè piccoli, volendo essi evitare la temuta fatalità, si dispongano senza indugio a recare giovamento alla condizione dei maestri ed a rinverdire insieme la forza delle scuole primarie.
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E questo è male, molto male perchè potrebbe a lungo andare abbassare quel sentimento morale di cui ha egregiamente parlato il collega Abignente. Io ho udito fare dei confronti, o signori: non so se essi siano più o meno giusti ed esatti, ma credo che tali siano, perchè riandando un documento or ora distribuito a noi deputati e precisamente il rendiconto generale consuntivo dell'Amministrazione dello Stato presentato dal ministro Rubini con gli allegati relativi ai pagamenti fatti a titolo di stipendi,
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Accademia della crusca
