reincarnazione) dovuta ad un processo analogo a quello dei ready-made dell’antico dada (l’oggetto meccanico «trovato» e manipolato), ripiombano nel limbo
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priorità nell’avventura dada. La differenza tra dada e pop art fu, in effetti, che il primo dei due movimenti volle demistificare la «bella pittura» con il
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corpi propri o altrui, per imbastire un discorso, talvolta sadico, talvolta memore del dada; mentre Kounellis ha allargato il campo delle sue ricerche
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tutto quanto è accaduto nel panorama oggettuale nel periodo che va dal primo dada all’ultimo pop (ivi compresi arte cinetica e programmata e le infinite
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«macchine inutili» di Munari che consistevano in organismi mobili ma ancora prevalentemente basati sopra una mentalità surrealista o dada. In un
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altri artisti isolati come Dada Maino e Enzo Mari, ha la preminenza la ricerca degli effetti ottico-luminosi ottenuti con mezzi diversi entro strutture
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nel neo-dada l’evidente presentazione dell’oggetto costituito, senza ulteriore o con minima elaborazione. Dovrebbe essere superfluo, ma non lo è
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concezione portò a un tale rifiuto di ogni forma d’espressione al di fuori di quella geometrica, e quindi di ogni figurazione, che l’artista dada Paul
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La Prima Fiera Internazionale Dada, che inaugurò a Berlino nel luglio 1920, fu organizzata e messa in scena da George Grosz, Raoul Hausmann, John
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, cubisti, dada, futuristi, in taluni artisti protagonisti minori dell’avanguardia storica, un ripiegamento sui modi del post-impressionismo, quasi a
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galleria «Der Sturm», e conobbe in quel tempo lo stato maggiore dada tra cui Schwitters. Verso il 1923 si stabili a Parigi (ricevette la cittadinanza
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agli anni Trenta; ma fu anche il proseguimento per via umanistica ed erudita, della esperienza nichilista «dada», maturatasi durante la prima guerra
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le correnti della odierna avanguardia, a cominciare dall’informale, a finire ai tentativi, più o meno lusinghieri, del neo-dada.
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viaggi Gino Severini, dei cugini cubisti), Prampolini aveva lavorato a fianco dei dada e dei futuristi, dei metafisici e degli espressionisti storici
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pittore sia stato il primo dada italiano, un futurista intelligente, un surrealista, è un fatto da ascrivere a suo merito; ma la mostra retrospettiva
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organizzazioni culturali, filantropiche, patriottiche, di tutti gli ordini: da quello economico, a quello aritmetico, a quello cavalleresco; e il Dada
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mescolava col superuomo di Nietzche e assumeva talvolta quasi senza volerlo gli atteggiamenti estetizzanti di D’Annunzio. I dada invece mostrarono fin dai
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Ma il mondo era impazzito da un pezzo per i dada, era, la gigantesca faccenda della guerra, il prodotto di una antica consunzione, della continua
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Il Dada nacque in un locale della Zurigo gotica verso il lago, al cabaret Voltaire, una specie di club dove aveva cominciato a riunirsi la legione
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Vicino a queste «azioni» distruttive e di dileggio, i dada operarono in un modo da farsi credere dei perfetti irresponsabili, affidandosi prima di
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esposizione, fu l’americano Man Ray, che rappresenta il contributo di oltre Oceano al movimento Dada prima della sua unificazione con Picabia e Duchamp in
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egli volle chiamare le sue pitture, collages, sculture e poesie, fu negli anni della grande avanguardia propagandista dada con Van Doesburg in Olanda
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Tra le scoperte dada e queste ultime degli informali è una interdipendenza, che oggi appare assai più diretta e ricca di sviluppi. Mentre l’aspetto
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La Pop Art, non meno del Neo-Dada, fa ormai parte del corpo vivo dell’arte del XX secolo, come ne fanno parte l’Espressionismo, il Cubismo, la
Una linea Neo-Dada è rintracciabile nella sperimentazione di Gianfranco Baruchello (come in Gianni Emilio Simonetti), specie nei suoi montaggi di
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La riduzione della tela alla essenzialità dello schermo ritorna nello sperimentalismo di Fabio Mauri, che si muove fra Neo-Dada ed anticipazioni pop
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Neo-Dada
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Nei risvolti della nuova arte americana (Neo-Dada e Pop Art) permane infatti, eccitante e tormentosa, la sensazione che la realtà si muova
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, convertendola alla concretezza, che alcuni artisti del Neo-Dada sono arrivati a riscoprire l’usura e la vulnerabilità dell’ambiente urbano, che può
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L’eredità di Dada
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Dada bisogna tenere conto che i cinquant’anni che ci separano dal Cabaret Voltaire hanno sottoposto le opere dei dadaisti ad un’evidente metamorfosi. Se
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assorbire l’altro. L’intera questione dei rapporti con Dada è stata affrontata poi da Rauschenberg in una dichiarazione che, per quanto angolata
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Al contrario il termine Neo-Dada (New Dada) suggerisce una interpretazione riduttiva di questo ritorno all’oggetto, confinandolo più in ambito
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Col Neo-Dada l’universo degli oggetti si porta in primo piano, e per allacciare un contatto con esso gli artisti dispongono del gesto e della
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Gli ovvi precedenti di tutta questa strumentazione si ritrovano i Rauschenberg ed in Johns, ed anche in quella figura di passaggio fra Neo-Dada e Pop
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la sua scultura ha ben poco da spartire con Dada; invece di operare su e con gli oggetti esistenti, Oldenburg ha sempre modellato in gesso i suoi
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Una cosa è certa: è stata nel suo insieme e nelle sue diramazioni, Neo-Dada, Pop Art, happening, musica di John Cage, coreografia di Merce Cunningham
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Anche la Pop Art, come il suo precedente immediato, il Neo-Dada, rientrano nell’avanguardia, ma in un episodio che oggi sappiamo ultimo, quello che è
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Oggi possiamo considerare la Pop Art in particolare, più ancora che il Neo-Dada, come la creazione di un sistema — sotto? sopra? collaterale, forse
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-Dada e della stessa Pop Art.
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riflessione, a partire dal fenomeno teatrale degli happenings promosso dagli artisti gravitanti attorno al Neo-Dada; disegnano infine un profilo di
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pop a quello del primo Dadà, per il fatto soprattutto che entrambi i movimenti si valevano di ‘‘recuperi’’ d’oggetti triviali e an-estetici. Ma l
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meno nichilistici, da assimilare al Dadà, al cinema underground, ai Concerti Fluxus, mentre, più o meno "tradizionali," correnti pittoriche e
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degli oggetti feticizzati alla stessa stregua degli "antichi" oggetti surrealisti o dadà. Tra i più noti autori di questi libretti (spesso consistenti
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Dada (e "neo-dada"): il movimento Dada sorse nel 1916 a Zurigo (Cabaret Voltaire) e si trasferì poi a Berlino predicando un atteggiamento
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Gutaj: gruppo di pittori giapponesi riuniti a Osaka (1957) e praticanti un genere di pittura assai vicina alla action painting e al neo-dada. Tra di
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metalliche, ecc.) e spesso sconfina nel "neo-dada.” Un precursore della pittura materica è stato Enrico Prampolini che già durante il periodo futurista si era
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, Duart, Duarte, Ibarrola, Serrano (Equipo 57), lo svizzero Karl Gerstner, gli italiani Gutelio Alviani, Gruppo T. e N. Dada, Majno, Enzo Mari
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Sarebbe erroneo paragonare Gutai a un risorto Dadà. In realtà nonostante l’impiego di numerosi media insoliti (bastoni, lenzuoli appesi tra gli
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di questo nuovo peso dato alla materia si trovano già in certi lavori dei primi surrealisti e addirittura dei dadaisti. Molte opere dada — specie
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