pena stamattina; andò sul verone, voglio dire il balcone, e di lí si mise a chiamare quel nome, Ippolita, Ippolita, e a guardare da una parte e poi
anche sul verone a guardare di qua e di là, come la zia quell'altra mattina, preciso. Ma Ippolita non si vedeva; né di qua, né di là. Per cercarla
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, - (ah ecco, era un liuto, il chitarrone), - e la dama si affacciava al verone e stava a sentire. Idea! Facciamo un gioco. Tu vai a metterti sul
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l'educazione che a noi dava la madre. Essa ci misurava l'ora che, per godere del pubblico passeggio, eraci lecito di trattenerci sul verone; la benchè
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aspettarla sotto il verone, non rischio più di farmi gettare delle immondezze sul capo da qualche serva maligna, che finga di non vedermi, e perchè
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quelle parole... quella notte... dal verone;... che mi torturò il cuore colle note strillanti del suo valtzer, quando mi parve che il mio cuore fosse rotto
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levai anch'io e la trovai al verone istesso dove io la vedevo qualche volta, cogli occhi fissi sulla strada dove altravolta io passavo parte delle
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note mi parvero che piangessero, e chiusi il pianoforte con impazienza. «Lo aspettai al verone sino a mezzanotte: non veniva ancora. Ebbi timore di
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fissi gli occhi sul verone. Ella si toglieva soltanto a lunghi intervalli da quella positura per recarsi agli occhi un binocolo che teneva sui ginocchi e
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quale protestava sempre e finiva sempre col cedere. Allo stesso verone, quasi ogni volta nella stessa positura e vestita di bianco, essi vedevano la
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alcuni minuti, agitato e smanioso; poscia si fece al verone. La calma serena di quella notte d'estate, il fresco venticciuolo che gli asciugava il sudore
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due rivali, rivale anch’essa. Tutto ciò segue presso un verone che forma il fondo del quadro, e dal quale penetra una luce che lo illumina
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(s’avvicinano al verone, quando ad un tratto si sente a sinistra un aprire e chiuder di porta)
Detti. Don Alvaro senza mantello con stivali, e sproni, entra dal verone.
(I Servi portano il Marchese alle sue stanze: Don Alvaro trae seco verso il verone la sventurata Leonora. Cade la tela.)
(la bufera diventa sempre più terribile, scoppiano i fulmini e solcano il tratto di cielo che si vede dal verone. Le figure dei due amanti sono ad
(questa scongiura sarà cantata dal voro rivolto verso il verone e prostrato, mentre Ariofarne sparge il farro sul mare. L’uragano è sempre violento
Interno della torre. Ottagono. Nel lato obliquo, a sinistra, un alto e vasto verone. Alla destra, in fondo, una rampa che discende e fora il
(Ero balza da terra e con impeto irragionato corre alla face per portarla al verone, ma già apparisce alla rampa Ariofarne. Lo segue la
Sala adiacente alla cappella in Castellor, con verone in fondo.
Sala in Castellor con verone in fondo.
(I Servi portano il Marchese alle sue stanze, mentre Don Alvaro trae seco verso il verone la sventurata Leonora. Cade la tela.)
Detti. Don Alvaro senza mantello, con giustacuore a maniche larghe, e sopra una giubbetta da Majo, rete sul capo, stivali, speroni, entra dal verone
(S’avvicinano al verone, quando ad un tratto si sente a sinistra un aprire e chiuder di porte.)
(I Servi portano il Marchese alle sue stanze, mentre Don Alvaro trae seco verso il verone la sventurata Leonora. Cade la tela.)
Detti. Don Alvaro senza mantello, con giustacuore a maniche larghe, e sopra una giubbetta da Majo, rete sul capo, stivali, speroni, entra dal verone
(Dal verone di sinistra si vede passare nel giardino Desdemona con Emilia. Jago si slancia al verone, al di là del quale si sarà appostato Cassio)
(Otello sarà ritornato nel vano del verone)
Jago al di qua del verone. Cassio al di là.
A destra un vasto peristilio a colonne. Questo peristilio è annesso ad una sala di minori proporzioni; nel fondo della sala un verone.
Stanze di Medora nella vecchia torre, con verone verso il mare.
Arrigo. (Egli è sul verone)
(Lida fugge sul verone, ed Arrigo ne serra le imposte, quindi apre la porta)
Una stanza sull’alto della torre: ferrea porta da un lato, in fondo verone che risponde sulle fossate delle mura. La bruna ciarpa d’Arrigo pende
Giuda a prendere Cristo nè per un uomo, nè per un Dio, quantunque sia venuto un giorno a sedersi sul verone della sua, casa, e lì, sognando senza forse
leggenda prese il suo folle andazzo, si gettò dalle coltri e lanciossi al verone. In quel punto una gondola costeggiava il portone. E il grido non finiva
Epifanìa, o son morti di freddo, o son malati, nei paesi del sole, i bei vegliardi dallo scettro d'oro! Quando la mia scarpetta in sul verone tutta
Spesso i sogni che all'anima son belli, ti aleggiano d'intorno al primo albore, quando fuor del verone i mesti augelli sospirano del cielo il
. Un piccolo verone alto che dava alle spalle del palazzo Angiulli, da cui si vedevano le selve di case fitte, fitte. che discendevano verso strada