Vocabolario dinamico dell'Italiano Moderno

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I FIGLI DELL'ARIA

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Salgari, Emilio 34 occorrenze

Appena terminata la colazione, Rokoff e Fedoro prendevano i fucili per andare in cerca dell'orso, mentre il capitano andava a gettare le sue reti per

spento Sing-Sing. - E dove? - chiese Fedoro. - Nella vostra stanza. - È impossibile! Voi mentite! - gridò il russo. - Rokoff, amico mio, queste

facilmente. - Chi sono costoro? - chiese Rokoff, il quale aveva introdotta una nuova cartuccia nella carabina. - Dei briganti? - Nomadi mongoli - rispose il

capitano avesse avuto intenzione di entrare nella provincia indiana d'Assam, invece che di scendere nel Bengala. Rokoff, che si era accorto di quel

Quanto Rokoff e il suo amico Fedoro dormirono? Non lo seppero mai e non si curarono nemmeno di saperlo, perché una sorpresa ben più interessante li

Nonostante le parole rassicuranti del capitano, Rokoff tardò molto a chiudere gli occhi, parendogli sempre di udire le unghie dell'orso contro la

trovavano ora imprigionati fra quelle pareti che non permettevano nessuna scalata. - Che cosa ne dite? - chiese Rokoff al capitano. - Che siamo caduti dalla

calata la notte, eppur non devono essere che le tre o le quattro del pomeriggio - disse Rokoff, il quale aveva già fatto il suo primo giro intorno allo

fenomeni una manifestazione della potenza del loro Dio. - Un bacino splendido - disse Rokoff, che lo osservava col cannocchiale. - E che montagne immense che

bisbigli. Rokoff, Fedoro e la loro scorta percorsero cinque o seicento passi, salendo di quando in quando delle gradinate, poi giunsero dinanzi a una

equipaggi, aveva consigliato Rokoff di gettarsi subito dietro l'isolotto, onde non rimanere esposti al fuoco del veliero. - Vi giungeremo prima che

? - Purtroppo - rispose il cinese. - E vi hanno condannato? - chiese Rokoff. - Quindici giorni or sono ho trovato sotto il mio capezzale una carta con il

facciano sparire! . . . . . . . . . . . . . . . Fedoro e Rokoff erano rimasti come inebetiti dall'orrore, dinanzi all'atroce scena che si svolgeva sotto

si era arrestato un solo istante, aveva già attraversato almeno un terzo del deserto, il capitano mostrò a Fedoro e a Rokoff una catena di altissime

su una pubblica piazza. Rokoff, comprendendo che la sua esistenza stava per finire, era stato preso da un tale eccesso di furore, da temere che

Tipperah, che dividono il Bengala orientale dalla Birmania. - Perché cambiate rotta? - chiese Rokoff, sorpreso. - Vi è una città da evitare, che è

il sud-ovest? - chiese Rokoff. Il capitano guardò il cosacco per qualche minuto, ma non rispose, anzi si allontanò raggiungendo il macchinista che

che finivano, agli angoli, in punte arcuate, adorne di campanelli che il vento sbatacchiava con un tintinnio assordante. Fedoro e Rokoff, ancora

riprendono, beati loro, il loro posto ... in attesa di fare un nuovo viaggio all'altro mondo! . . . . . . . . . . . . . . . . . . . Rokoff, udendo tutte

all'infuori e dei moschettoni lunghi, pesanti e a miccia. - Che splendidi guerrieri! - esclamò Rokoff. - Non saranno certamente quelli che ci

dei cinesi, i due prigionieri condannati a morte. Rokoff e Fedoro, appena usciti dalla tenda, si erano arrestati mandando un duplice grido di sorpresa

squallore di questo deserto, mi sento scombussolato - aveva detto Rokoff. - Che sia la rarefazione dell'aria? - Può essere - aveva risposto il

girare il capo al predicatore. Come abbiamo veduto, la predica era terminata malamente e Rokoff era dovuto scappare a precipizio, per non farsi

gaglioffo che ha avuto il coraggio di propormi tale unione! - gridò Rokoff, gettando sguardi feroci sul monaco. - Ma costui è pazzo! Pazzo da legare

svilupparsi e coprono tronchi, rami e foglie d'uno strato di cera purissima. - E come si fa a raccoglierla? - chiese Rokoff. - Non mi sembra cosa facile

quei disgraziati. - Che cosa stanno facendo quei mostri? - chiese Rokoff, additando gli aguzzini. - Cercano di prolungare l'agonia alle loro vittime

bruscamente, rovesciandosi su un fianco o sull'altro, con gran terrore di Rokoff e di Fedoro, che temevano di vederlo precipitare in quel baratro

coltellacci, e a terra si vedevano certe specie di tromboni colle canne che s'allargano in forma di imbuto. - Che musi - disse Rokoff, che li osservava

Quando Rokoff e Fedoro, dopo una tranquilla dormita, uscirono dal fuso, videro il capitano che stava esaminando attentamente le piante del tè che

era spinto oltre il villaggio assieme a Rokoff. - Se noi non arrestavamo quei furibondi animali, potevamo considerare il nostro viaggio finito per

come una foca. - Ne ho abbastanza dei cinesi e delle loro lanterne. - Non sei entusiasta di questo spettacolo, Rokoff? - chiese il giovane, ridendo

Mentre Fedoro e Rokoff venivano scaraventati nel lago dalla scarica elettrica che aveva colpito la prora del fuso e si salvarono miracolosamente

addosso qualche bomba? - chiese Rokoff. Il capitano non rispose. Guardava attentamente un bastione che si trovava al nord della città, difeso da una

cosacco, poi se li fece sedere accanto, Fedoro a sinistra, posto d'onore, e Rokoff a destra. Quasi subito i battenti d'una porta s'aprirono e una

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