Maristella ride sempre. Ama la frutta, i fiori, le stelle e le nuvole. La sera va sul balcone e guarda il cielo. Quella volta che sono andato a casa
- Andiamo? — urlo nel citofono senza scendere dalla bici. - Dove? — gracchia la voce di Maristella nel microfono. - A trovare Aziz. Non si era già
Tornando a casa Maristella è caduta. La ruota anteriore della sua bici ha incontrato un sasso e si è impennata. C'è di buono che Maristella non
Maristella! Non c'è dubbio, è lei, anche perché la foto le somiglia tantissimo, con quella solita espressione da puzza sotto al naso. - Nadir! — sento
Oggi in classe ero distratto. Non riuscivo a non pensare a Maristella. La maestra improvvisamente mi ha chiesto: - Nadir, dimmi due pronomi. - Chi
. Maristella ed io saltiamo sulle bici e ci lanciamo all'inseguimento. Nerone ci segue senza un attimo di esitazione. Nelle curve la borsa si inclina
un'apparizione. Chi? Proprio lui, Nerone! Mi si avvicina e mi lecca come un vecchio amico. Lo presento a Maristella e lui lecca pure lei. Adesso
Maristella, la figlia della signora di prima. - Non mi chiedi cosa sono venuta a fare? — ha domandato. - No, non te lo chiedo. - Peccato, perché ti avrei
cancello è ancora chiuso. Mi siedo su una panchina, allora. Vedo arrivare Maristella, la vedo emergere dalla nebbia. È pallida e magra, nel suo viso chiaro
Maristella Nasochíuso è la mia amica e compagna di classe preferita. Ha i capelli biondi e lunghi e la pelle bianca come una nuvola. Le piace
galanteria. - Macché! — risponde Maristella. Purtroppo Nerone comincia ad annusare cannoli, leccare sciroppi, addentare panettoni, imbrattandosi e imbrattando
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e si spengono. La porta si apre e io mostro la borsa alla mamma di Maristella, che quasi sviene per l'emozione. Comincia subito a dire dov'era, l'ho
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e religione uguale ai bambini arabi. La mia amica Maristella dice che sono come disegnato a matita, non so cosa voglia dire. In Italia sono diverso io
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