Lanfranco di Pavia e la riscoperta del Digesto
Roberto di Torigny narra che essendo stato riscoperto il Digesto verso il 1032, Lanfranco da Pavia e il suo allievo Guarnerius si sarebbero impegnati
Questi mirabili exploits prospettici di Correggio, importati ne seicentesca da Giovanni Lanfranco, costituiscono il prototipo di tutte le vorticose e
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’apporto geniale del parmense GIOVANNI LANFRANCO (1582-1647). A Parma, la tradizione correggesca aveva avuto una vigorosa ripresa, rimasta però in ambito
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, risale, attraverso il Lanfranco, al Correggio e alle cupole parmensi; nella decorazione della lunga galleria di palazzo Pamphili, il capolavoro del
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anche Lanfranco o Pietro da Cortona; e tuttavia, dipingendo il Trionfo della Clemenza nel soffitto di palazzo Altieri, immagina l’affresco come una
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, come Domenichino e il Lanfranco, giungono da Roma. Il passaggio più sensazionale è certamente quello del Caravaggio che, nel suo doppio soggiorno
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in Emilia, poi a Venezia. La base della sua cultura è la r pittura larga, d°effetto, del Guercino e del Lanfranco; ma la sorgente da cui trae l’impeto
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, e in particolare Lanfranco; ama Pietro da Cortona, e la sua spiegata decorazione: lo scontro non è quindi tra due riferimenti culturali diversi, ma
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che in realtà riescì a fare a Napoli Caracciolo, il grande patriarca del '600 Napolitano, creando i più begli affreschi del secolo, e Lanfranco stesso
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Il quale circa gli stessi anni, perché a concorrenza con Lanfranco che non si stabilisce a Napoli prima del 1631, varia ancora una volta questo
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velluti soffiati a contropelo delle figure di Lanfranco, ciò che sarebbe come vedere accosto accosto un brano murale di Puvis de Chavannes e uno di
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potrebbe definirsi un correggismo monumentale, anche per ammettere il tramite di Lanfranco: e nell'effetto finale della luce che non riesce più a
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Preparavano di certo il passaggio a maggiore modernità pittorica Lanfranco e Guercino.
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festoni, medaglie, figure affrontate, eccetera; ciò che avvenne in gran parte per opera di Lanfranco.
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Il quale Lanfranco sebbene abbia fatto anche ai propri affreschi qualche iniezione di «veracità » caravaggesca, nel complesso li svolse come tutti i
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Massimo, con Lanfranco; Agostinello Beltrano, col grande Francesco Fracanzano (il Velazquez di Napoli); e ne venne composta una delle più rare quadrerie
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servirono al Ricci più che i Carracci e il Correggio le forme agili e ricche di contrasti ottici che Lanfranco e Brandi avevano svolto a Roma, largamente. Nel
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, quella di S. Domenico a Bologna, il Monumento Brivio, l'Arca di San Lanfranco e le tombe dell'Isola Bella ma nient'altro che l'omissione della tomba
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Da Roma eran venuti quadri degli accademici romani (Sacchi), bolognesi (Reni, Lanfranco) e francesi (Vouet).
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neppure la corrente decorativa bolognese di Mitelli e Colonna; e non ripugnò talora ad accenti di accademia carraccesca e di gran macchina alla Lanfranco
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semmai - salva la parentesi iniziale riberiana - ci si doveva occupare dei precedenti decorativi nei cicli di Lanfranco; poiché è veramente strano che non
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Od, orsù ditemi: fu mai un Lanfranco più grande, più risentito che nella gran macchina di Augusta, degna di muover un Pontefice non soltanto a
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Imperatore Romano riferita al Feti. Del Brandi Giacinto parvemi ravvisare un busto di santo altra volta creduto del Lanfranco che al Brandi per altro fu
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e l'Assereto, allora quasi ignoti, o capolavori sconosciuti del Lanfranco, del Cairo, del Piazzetta, del Preti e di tanti altri.
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555. Pala di Sezze. Nella prima edizione ancora presentata come Lanfranco (Cantalamessa), la mia restituzione, ch'era già del 1916, venne accolta
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LANFRANCO, GIOVANNI
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555. La pala di Sezze. Una volta trasferitala, nella seconda edizione (137 A), al Borgianni secondo la mia indicazione del 1916, il Lanfranco restò
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Si rafforza lo staff direzionale della Gazzetta dello Sport. Franco Arturi, già caporedattore centrale, e Lanfranco Vaccari. negli ultimi anni
San Michele, in Val di Susa, dove i genitori – Giovanni, 80 anni, e Maria Lanfranco, di 76 – possiedono una casetta. Il cambiamento d’aria e la
sepolcrali, segnatamente quello di Lanfranco Settala, primo generale degli Agostiniani, morto nel 1264, e vuolsi lavoro di Balduccio da Pisa.