tradizione figurativa è una condizione di inferiorità culturale, e si decide di porvi rimedio; già nel 1749 Hogarth fonda una pubblica scuola di pittura
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Quando la domanda, poi, se la pone Hogarth, la risposta è quella che può uscire da una mentalità non soltanto borghese, ma mercantile: il
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tardo Seicento e del primo Settecento (arriverà fino a Goldoni; ed è, particolarmente nell’interpretazione di Hogarth, un tipico motivo di critica e di
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supreme del gusto. Già Hogarth sospetta che tutta l’arte italiana, benché grandissima, sia minata da un vizio di scarsa autenticità: rappresenta false
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ristretti, la pittura ostentatamente, tematicamente borghese di Hogarth; non lo fu quella di Gainsborough, interessata al «demi-monde», alla «café-society
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Il polo opposto dell’italianismo è la pittura olandese. Per Hogarth, come vedremo, la pittura olandese è, per il gusto dei borghesi, ciò che l’arte
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borghesia inglese (e lo testimonia un’incisione giovanile di Hogarth con la satira di un quadro di William Kent) non poteva accettare nemmeno nella
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. Ma anche il grande Garrick sarà incerto (e così lo ritrarrà Reynolds, come Ercole al bivio) tra tragedia e commedia; e Hogarth, osserva acutamente il
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riprendere, ma anche riformare, il concetto di «storia», ch’era alla base dell’arte di tradizione classica. Hogarth non si rassegna ad essere considerato
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già riconosciuto da Hogarth (e, tra scrittori, da Richardson, da Webb, da Walpole) e sarà solennemente riaffermato da Reynolds. Se la critica è il
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di Gainsborough). Ma l’imitazione non è, se non sotto certe gravi condizioni, imitazione della natura. Hogarth confessa senza rossore la propria
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senso di rendere materialmente visibile. Richardson afferma che «per ben dipingere una storia bisogna saperla scrivere»; Hogarth racconta di essere un
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termine che, nel linguaggio filosofico inglese, aveva già avuto, prima che Hogarth, lo applicasse alla pittura, una definizione precisa. Hobbes definisce
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Finché si parla di Hogarth e dei suoi «soggetti morali moderni» la funzione esplorativa, associativa e interpretativa del «wit» è evidente: vuole
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religioso, associa due idee «distanti», e la differenza, nei confronti per esempio di Hogarth, si riduce praticamente al fatto che l’associazione si compie
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francesi; ma, collegato col concetto di «wit», acquista un significato affatto diverso. Indubbiamente, quando Hogarth costruisce i suoi romanzi figurati
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Ma il principio della varietà non si applica soltanto all’invenzione del soggetto e alla composizione. La linea ondulata e serpentina, che Hogarth
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. Ricalcando, forse senz’avvedersene, un pensiero di Hogarth, Reynolds, nel secondo discorso (1769), spiega che l’invenzione artistica consiste nel
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«pittoresco» la fase dell’anticlassicismo polemico di Hogarth è già superata (e da Hogarth stesso) e l’arte italiana ha già ripreso, nel gusto inglese, una
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proprio nel momento in cui si ricomincia a parlare di pittura «di storia», anche come superamento della pittura di Hogarth, ormai considerata come
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di ritrovare quell’immagine mentale nel vero, di poterla identificare con un oggetto, di incontrare se stesso nella natura. Ma già Hogarth s’era posto
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assistere indifferenti alla bufera che infuria dall’altra parte della Manica: né, come un tempo Hogarth, irridere alla Francia tronfia e fastosa, ma morta
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allora che si apre il compromesso, che si chiamerà poi vittoriano; è allora che l’acre interesse sociale di un Hogarth si spegne nell’aneddotismo di un
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unisse alla dignità letteraria della pittura storico-religiosa barocca l'attualità di una testimonianza sociale: perciò aveva relegato Hogarth tra i
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All’incontro con la letteratura, invero, l’arte inglese del Settecento era. preparata da tempo: Hogarth aveva tradotto in immagine De Foe e Fielding
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suo Hogarth, non poteva giurare sul valore assoluto della fermezza del tratto e non poteva non credere alla possibilità di una flessione emotiva o
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(come può vedersi nei primi quadri di soggetto teatrale di Hogarth intorno al ’30) e nasce l’interpretazione personale e quasi ritrattistica (nel senso
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e con le oscillazioni e le vibrazioni coloristiche del rococò; ed in questo senso era stato teorizzato come generatrice formale dallo Hogarth, che
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viaggio e del primo soggiorno a Roma): aveva sotto gli occhi, a Venezia, i «soggetti moderni» di Pietro Longhi, in gran parte ispirati dallo Hogarth. Non
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. Signore mie, vorrei che ve ne rammentaste quando dovrete farvi gli abiti per il vostro compleanno». Tristan: Shandy, 1759, lib. VI). Lo Hogarth aveva
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Oltramontani. Nelle nostre pubbliche Esposizioni di Belle-Atti non vidi mai opere di tal genere che sostener potessero il confronto di quelle di Hogarth e di
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Chiudiamo il paragrafo dedicato a Hogarth, che ci ha portato al cuore dei nostri argomenti, e ci apre ora la strada per guardare alla narrazione
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, forse meno acuto, ma di straordinaria vitalità. Qui il pittore 99. William Hogarth, Predica a fedeli addormentati. Minneapolis, Institute of Arts. ci
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strettissimo legame con la pittura, come vedremo con Carlo Goldoni-Pietro Longhi e, soprattutto, con John Gay-William Hogarth.
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Reynolds, alla pittura di narrazione, come vedremo in seguito, con Hogarth, sono fondamentali interpreti e contemporaneamente fautori della rivoluzione
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forse la marca più autentica e rivelatrice di tutte le 94. Joshua Reynolds, Ninfa e Cupido. San Pietroburgo, Ermitage. 95. William Hogarth, Il
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realtà vengono costantemente alterati. Il fumetto va ben al di là della caricatura che dal Rinascimento a Hogarth, Daumier o Grandville aveva sempre
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Inghilterra, con Hogarth, a romanzi. Il motivo ironico è, più propriamente, arguzia: capacità di scoprire le cose, vedere i fatti singoli come componenti di
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contesto di relazioni esso sia in grado, non più di ricevere e trasmettere, ma di sviluppare. Nel Settecento Hogarth, il pittore dell'empirismo, dirà
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Inghilterra col Richardson, il Webb, i teorici del «pittoresco» e poi del «sublime», nonché con gli scritti di artisti quali Hogarth, Reynolds
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«Un altro (Tav. LXXXIX, n. 3) di questi casi è quello di Enrico Hogarth.
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