Artemisia Gentileschi, nel dipinto degli Uffizi, supera in efferatezza il Caravaggio: Giuditta svolge il suo compito in maniera sadica (nel suo volto
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appestati di Milano [figura 62] per la chiesa di Sant'Adriano in Roma, ch'è come un museo dei caravaggeschi riformati: Borgianni, Saraceni e Gentileschi.
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Infine, parecchio prima della Gentileschi era venuto a Napoli da Roma Giuseppe Ribera, e questa è la terza tendenza che si frappone alla
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Cavallino per le opere di Artemisia Gentileschi si è proprio sbagliato. Quando la personalità dei due Lomi, padre e figlia, sarà meglio nota e apprezzata
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Ma non basta: noi crediamo che più ancora che della scuola caravaggesca di Utrecht sia necessario e fruttuoso parlare di Gentileschi, anzi dei due
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Né sarebbe facile prevedere come dipingesse Gentileschi, dieci o venti anni dopo, osservando la Circoncisione ch'egli frescò nella grande nave di S
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qualsia sciagurato Nebbia Guerra o Ricci da Novara, nella decorazione della Biblioteca Vaticana, sarebbe gittare tempo e fatica. Gentileschi non doveva
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Ne consegue che in un certo senso Gentileschi è più «realista» di Caravaggio, per quanto possa apparire alla prima più gentile e gastigato: è più
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La prima opera che, in ordine di tempo, conviene restituire al Gentileschi è il San Francesco morente sostenuto dall'angelo [figura 115], esposto
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Ecco finalmente risolto, in favore del Gentileschi, il problema della Madonna* Corsini, che dopo aver portato il nome di Saraceni, ha avuto l'onore
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Né si stancò così presto Gentileschi di ricercare lo spirito animatore delle prime cose di Caravaggio; anzi crediamo che sia proprio qui il punto per
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La Coronazione della Vergine *, che non ha mai perso il nome di Gentileschi, opera un po' zeppa nel complesso e che ci dimostra come Orazio possa
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Con eguale impasto flamigant, in scenica e forme più visibilmente italiane ci si presenta Gentileschi in quel Riposo nella fuga in Egitto* che è in
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Ecco la crema giallina di Gentileschi che raffina superficialmente, e in sostanza immiserisce la polpa caravaggesca; ecco la luce segnare gli scarti
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, Gentileschi pare dedicarsi ancora una volta al ripristino dell'ideale di Caravaggio giovine. Ma il dipinto che visto alla prima rende un effetto quasi
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Non occorre dunque fermarsi oltre sul Davide d’Orazio Gentileschi: sulle sue qualità di abile contraffazione del Caravaggio primo, ad opera di un
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viso e nella mano di bellissimo scorcio «senza disegno» è la cosa più direttamente caravaggesca, forse, che Gentileschi abbia mai dipinto. Ma
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È probabile che a quest'ora Gentileschi si sia già incamminato per la via che in qualche anno - per Genova, Torino e Parigi - deve sbarcarlo a Londra.
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tuttavia non si può non ravvisare sotto il travestimento ancora Gentileschi.
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di restituirlo a Orazio Gentileschi. Penso ch'egli abbia avuto ragione ed aggiungo che l'opera deve cadere nel periodo genovese, perché un quadro
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la preparazione dell'arabesco nella posa e nella sigla studiata dei panneggi è quale potrebbe darci un Matteo Rosselli; soltanto Gentileschi l'attua
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Che cosa potrebbe fornire con più esattezza la temperatura intellettuale di Orazio Gentileschi nell'anno 1624? Poiché è certo che l'opera, notissima
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«soggettistica» ma semplicemente «attuale» di esso si cali e disperda completamente nella forma: ecco quello che manca a Gentileschi. Non è di eresia
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raffinare ulteriormente Gentileschi, non senza sospetto che Gentileschi fosse dapprima entrato per qualcosa nel raggentilire Van Dyck quando l'aveva
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Orazio Gentileschi, ormai spaesato, mandava di Londra la sua grande opera delicata ed aperta, studio di sete lisce e di luci chiare, un po' scialbe
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studiata compositura di Gentileschi, bisogna rivolgersi appunto all'Olanda, e rammentare le analoghe trattazioni della scuola di Utrecht, come la
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Anche in questo dipinto Orazio Gentileschi per un nonnulla non giunse a ciò che suole chiamarsi capolavoro. Forse lo distrasse il fatto, e quel non
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Chi non riconosce infatti Orazio Gentileschi in quella Cena ovvero Ritorno dalla caccia della Collezione Robinson di Svanage * che fu esposta alle
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ammirevole, la potenza non solo «oculare» ma anche e veramente «visiva» di Orazio Gentileschi, che così soleva dipingere negli ultimi anni soggiornati in
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italica- per il tramite - così credo - di Orazio Gentileschi.
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VITA DELLA GENTILESCHI SECONDO IL DE RINALDIS (Catalogo della Pinac. di Napoli, 1911): Nacque a Pisa nel 1590. Si educò sugli esemplari di Guido e
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La Susanna ci porta, supponiamo, verso il termine del primo periodo napoletano della Gentileschi che si chiuse con la sua andata a Londra nel 1638
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macchiata di bianco e nero con una gioia, che ci fa ricordare come la Gentileschi in certe sue opere stimasse «gli animali più che le figure».
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invisibile - io credo ancora della Gentileschi.
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Ma i giovani che si recano a Roma verso il 1615, trovano l'ambiente assai mutato: il più eminente dei toscani a Roma è ora Orazio Gentileschi: sicché
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piccoli fatti di importanza: viaggi forse frequenti dei Gentileschi a Firenze; e soprattutto dei giovani fiorentini a Roma; formazione di soggetti
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Ebbene: la Lucrezia Romana si spiega soltanto con la cerchia Gentileschi: i Gentileschi di certo crearono questo soggetto di scena classica patrizia
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Lucrezia Romana, Betsabea, Susanna e simili empietà signorili della mitologia ebrea o latina furono sempre a cuore dei Gentileschi, che dovettero
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In effetto, come non si spiega senza la calma cromatica dei Gentileschi, il modo di Lorenzo Lippi verso il 1640-50, così l'apparizione di Giovanni da
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Nulla potrebbe render meglio l'immagine di ciò che Gentileschi rappresentò per Domenico Fiasella, che quell'Agar nel deserto visitata dall'Angelo
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» inaugurato da Gentileschi negli ultimi anni romani. Tornato a Genova egli si trova accanto ancora Gentileschi, e da lui pare apprendere a dipingere con sole
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Se si prescinda da questi e da altri piccoli problemi di «dopo Gentileschi» che potrebbero rilevarsi a Roma, rimane a dire del seguito massimo dello
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L'articolo del De R., in gran parte rimasticazione poco riescita di cose da noi trovate e dette nell'articolo sui Due Gentileschi ('L'Arte', 1916, n
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qualche tempo opera del Gentileschi [figura 175].
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quel tempo di fronte all'arte nostrana ed estera; corrispondenze del Guercino, del Preti, di Artemisia Gentileschi, di Abramo Breughel e di una folla di
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Verremo ad altre scuole. Già ci aveano i due Gentileschi quasi insensibilmente carreggiato in Napoli dove Artemisia, che a lungo vi dimorò, non fu
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GENTILESCHI, ARTEMISIA
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GENTILESCHI, ORAZIO
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, e mediocri, i quadri dello Jerace (793-795) e la Decollazione di San Gennaro (798) della raccolta Cecconi. Per un Preti attribuito al Gentileschi
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Gentileschi cui io l'avevo avvicinato nel 1916). [Nel 1928, nel mio libretto sulla Galleria Borghese, mi provai ad accostarlo, ma sempre per ipotesi, al
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