livello universitario in cui molto spesso gli accademismi superano la visione concreta utile per galassie non accademiche. La soluzione può trovarsi nella
fine, le sue «Galassie», le sue «tende-teatro») potevano davvero considerarsi autentici esperimenti capaci di rivoluzionare non solo il concetto di
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L’erede della sfera è lo specchio del telescopio. Certo: raccogliendo raggi di luce partiti da sperdute galassie miliardi di anni fa, non mostra il
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Una frontiera quasi fantascientifica delle telecomunicazioni è quella della radioastronomia – cioè lo studio di stelle e galassie attraverso le onde
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: stelle, vortici di materia calda intorno a buchi neri, galassie, quasar. Non solo: il cosmo intero è permeato da una radiazione di microonde con un picco
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una cosetta. Ma tutti gli atomi che costituiscono l’universo, con i suoi miliardi di galassie, sono appena 10 alla 80. Dentro googol sta l’universo
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lunga più di centomila anni-luce. Una simile “sporcizia cosmica” si vede in tutte le galassie.
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e le galassie - si separa dalle altre e diventa autonoma. Questa è una specie di Genesi secondo la Fisica: qualcuno disse “Sia la gravità”, la
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alle prime stelle, e le stelle si aggregano in galassie.
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galassie poi catalogate come M 65 e M 66 nella costellazione del Leone: sono una spirale vista di piatto e una vista di profilo, un accostamento
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erano in realtà galassie formate da miliardi di Soli.
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Progressi enormi si ottengono anche nello studio di nebulose e galassie (all’epoca la distinzione era ancora molto incerta). Il “New General
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Nebulose o galassie?
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più grande del mondo, mostrò per la prima volta la struttura a spirale delle galassie, suggerendo che Hershel aveva probabilmente ragione nel
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stata lei a procurarci il metro per misurare gli immensi spazi tra le galassie. All’inizio del Novecento si conosceva abbastanza bene la distanza di un
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Nubi di Magellano, Grande e Piccola, sono due galassie nane in orbita intorno alla Via Lattea ma allora erano considerate semplici ammassi stellari
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La soluzione arrivò con la scoperta che l’universo si espande fatta da Edwin Hubble nel 1929. Poiché le galassie si allontanano tanto più velocemente
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Già nel 1917 Vesto Slipher aveva pubblicato un elenco di 25 galassie, ognuna con la sua velocità rispetto alla Terra, e quasi tutte risultavano
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A completare il quadro venne la scoperta che l’universo stesso nel suo insieme si espande: le galassie sono come schegge di una bomba esplosa
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Ma ciò che qui ci interessa è che nel 1998 si è scoperto che non solo l’universo si espande con velocità tanto maggiore quanto più le galassie che
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nebulose fossero in realtà altrettante galassie come la Via Lattea, ma a distanze enormi. I due partiti avevano, naturalmente, i loro leader. Harlow
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fece la sua parte per farla emergere: aveva ragione Curtis, ci sono milioni, miliardi di galassie come la Via Lattea...
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espansione né la parola galassie, ancora prudentemente indicate come “nebulose extra-galattiche”. Eppure proprio un lavoro di Hubble aveva stabilito che
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Il pugile che guardava le galassie
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pubblicazione de L’origine delle specie di Darwin. Dopo questo risultato clamoroso Edwin continuò a raccogliere dati sul rapporto tra la distanza delle galassie e
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Andromeda per individuare stelle variabili e nove. Da quel cumulo di dati usciranno una classificazione delle galassie (1925) ormai quasi abbandonata e
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Halton Arp, autore di un atlante di galassie anomale nell’aspetto e nel comportamento. L’ex campione di pugilato sferrò qualche colpo basso: approfittando
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ad allora la distanza delle galassie era stata sottostimata di un fattore due e nel memorabile convegno della International Astronomical Union
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Ma la tentazione di interpretare la fuga delle galassie come manifestazione di un remoto evento esplosivo che avrebbe creato lo spazio-tempo era
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Ma a mettere in crisi lo “stato stazionario” arrivarono nuovi dati sperimentali. Il conteggio delle radiosorgenti molto lontane, e poi delle galassie
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galassie che va da Andromeda a Perseus.
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Le supernove erano oggetti meravigliosi e incredibili. Zwicky si mise a dar loro la caccia fotografando migliaia di galassie con il telescopio
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Nel 1937 propose di usare gli ammassi di galassie come lenti gravitazionali. Sembrò una follia. Neppure Einstein credeva alla possibilità di
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Come ogni veggente, aveva le sue cecità. Fino al 1956 rimase scettico sull’espansione dell’universo e cercò di spiegare il redshift delle galassie
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sui tempi. Nel 1933 analizzò la rotazione delle galassie a spirale e ne dedusse che dovevano avere intorno una grande massa di materia oscura
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corrispondere né a stelle né a galassie. All’epoca i radiotelescopi avevano ancora un potere risolutivo troppo basso per stabilirne con precisione coordinate e
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galassie e struttura dell’universo a grande scala. Presto si fece notare per un lavoro che metteva in relazione la densità dei gas interstellari con il
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Ricerche successive hanno chiarito che Quasar, Qso e altri oggetti simili si trovano al centro di galassie molto deboli a causa della loro lontananza
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come mille galassie).
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Sappiamo già che nel 1933 Fritz Zwicky aveva fatto notare che gli ammassi di galassie della Chioma di Berenice e della Vergine non starebbero insieme
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constaterà poi che una situazione simile è comune a tutti gli ammassi di galassie, ma solo negli Anni 70 del secolo scorso gli astrofisici incominciarono a
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Eppure Zwicky aveva trovato un altro indizio della sua presenza ancora più evidente studiando la rotazione di singole galassie a spirale. Il moto
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Georges Gamow, uno dei profeti del Big Bang, notò l’intelligenza della ragazza e avviò con lei una ricerca per stabilire fino a che punto le galassie
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, rimanesse alle galassie un moto residuo. I dati che raccolse erano sconcertanti: in alcuni casi rimanevano moti in avvicinamento, in altri di allontanamento
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600 chilometri al secondo verso un “grande attrattore” poi identificato come un superammasso di galassie locale. Doveva però esserci anche lì una
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maggiore doveva succedere con galassie o ammassi di galassie. Nel 1924 il fisico russo Orest Khvolson lanciò l’idea dell’”effetto lente gravitazionale
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Confrontando le velocità di allontanamento di galassie più o meno remote Perlmutter e colleghi intendevano confermare la Legge di Hubble sull
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miliardi di volte la luminosità del Sole) e possa essere usata come “candela standard” per stimare la distanza delle galassie nelle quali la supernova
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Perlmutter, allora quarantenne, basandosi su nuove misure della velocità di allontanamento delle galassie più remote, scoprì che, dopo alcuni miliardi di
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lontano. Dai primi risultati sembra che arrivino dai nuclei attivi di galassie a non più di qualche centinaio di milioni di anni luce da noi.
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