di Caterí dalla trecciolina e altre storie 59 Bianca Pitzorno, Streghetta mia 60 Angela Nanetti, Le memorie di Adalberto 61 Bruno Munari, Un fiore con
d'improvviso Caterí. Andarono a cercare l'uscio dov'era scritto: Signora Rosetta, ma Rosetta non c'era. C'era invece un'altra donnettina che spazzava le
Incomincia la bella storia di Rosetta e di Caterí, e di una bambola senza boria che dice solo: No e Sí.
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Sebbene la casa di Caterí sembri, a vederla, una casa come tutte le altre, io vi debbo raccontare la sua storia perché, fra centomila che ne so, è
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piatto di carne arrostita con contorno, Rosetta? - Oggi non si può, Caterí. Non ho lavorato molto, questa settimana. In questo paese i bambini crescono
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piú piccola, la quale viene nominata anche Caterinuccia, o Caterí, oppure Caterí dalla trecciolina. Bellissima è la bambola di Caterinuccia : è fatta
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c'è insalata, Caterí. - Allora una pagnottina di pane. - Non è possibile, Caterí. - Mezza pagnottina. - Non c'è. - Un boccone di pagnottina. - Nemmeno
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- Sí, - fece Bellissima. Caterí andò ad aprire, ma era il vento che aveva voluto fare uno scherzo. - Sei una sciocca, Bellissima, - disse Caterí
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possibile? Neppure uno straccettino? E questo, che cos'è? — Pensate, era la povera Bellissima. — È la mia bambola, questa, — disse Caterí, piuttosto offesa
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e la raccolse dalla spazzatura, e via se ne andò senza dir niente con Bellissima dentro il sacco. E quando Caterí si voltò, l'ornino e Bellissima
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crema di mandorle. — Tit? Sei proprio Tit? — chiese Caterí, guardandolo con meraviglia. — Credevo che tu fossi molto ricco. Non sei un re? — Sí, una
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andata. È stato l'ornino a portarla via. Come farò senza la mia Bellissima! Voglio Bellissima! — E Caterí piangeva, mentre Tit passeggiava, meditando
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freddo, e vi fece molte cuciture col filo nero. Però il vestito rimase sempre alquanto strappato. Uscirono, lasciando la porta socchiusa. Caterí
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tristezza vedere la faccia delusa di Tit, tanto che Caterí disse per consolarlo: — Non importa, Tit, — ma egli si morse le labbra perché soffriva, e si mosse
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bellissimo trenino rosso, e andava senza rotaie. Dentro, vicino a Caterí e a Tit, avevano preso posto una rondine che andava in Africa e uno scoiattolo che
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. Caterí era presa d'ammirazione per Tit; tutti i viaggiatori, anche degli altri scompartimenti, stavano a sentirlo; egli aveva veramente l'aspetto di
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ammirazione. — E codesta donnettina, chi è? La vostra servetta? — chiese la signora Guardaboschi, accennando a Caterí, la quale, sentendo che si parlava di
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I letti erano di legno, e stavano appesi al soffitto. A terra era posato un cesto di briciole dolci, e Tit e Caterí mangiarono con molto appetito. Ma
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— Tit, piangi? — Che? Hai sognato! — rispose la voce adirata di Tit. — Continua a dormire! E Caterí si addormentò, finalmente. Sperava di sognare
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Caterí gli andava sempre dietro, senza parlare perché non sapeva che cosa dire in mezzo a persone cosí benvestite. Ma Tit guardava tutti dall'alto in
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sciolta la treccia. Per fortuna il castello era deserto, e anche la Signora tornò subito dai suoi ospiti, e allora Caterí si senti piú tranquilla. Il
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pugnale in mano, invece che fra i denti, per poter gridare: — Mani in alto! E cosí gridarono. Terrorizzata, Caterí sollevò subito le braccia, ma Tit non
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, forte, invincibile Tit. Mi rimanderanno al ginnasio. Abbi pietà di me! I denti dei tre briganti battevano per la paura. Caterí ne sentiva il rumore, di
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Tit rimase un po' di tempo profondamente assorto. Poi si mise a passeggiare guardando il soffitto, e si ricordò di Caterí: — Puoi cominciare a farti
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ancora della brava Grigia. Tit si sedette sotto ad un pino, vicino a Caterí, e subito una cameriera venne a portare il gelato di erba, pinoli e
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d'argento, con la treccia che le tremava a causa della sua grande disperazione, Caterí fece il primo passo per tornare indietro. Il vecchio si accostò alla
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Pensate, dopo tanti giorni, Tit aveva finalmente riaperto gli occhi! Caterí inciampò nella vesta, dalla sorpresa, e una mosca che abitava là sul
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, — lontano lontano? Caterí guardò. Dalla parte opposta a quella dove sorgeva il palazzo dei sogni, all'altro confine dei possessi della Signora, si
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È una cosa inverosimile e non la direi se non fosse vera. Nell'occhio destro dell'eroe si vide una lagrima. — Oh, Caterí, avevo creduto che ella
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offrire le loro mercanzie, dalle uova alle stoffe d'oro. Il piú ricco di questi mercanti bussò alla casina di Tit, e Caterí corse ad aprirgli. Era un
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— Ma è Grigia! — esclamarono insieme Tit e Caterí. — Come? Voi la conoscete? — Tutti la conoscono di fama. La Regina delle Fate ne parla sempre. — Ah
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il pranzo e si ripulí bene le mani con uno strofinaccio, prima di andare incontro a Tit e a Caterí. — Sono contenta che la brava Grigia abbia trovato
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la Regina. — Evviva! Evviva! Urrà! — gridava Tit. — E lo stracciarolo? Non eri con lo stracciarolo? — chiese sottovoce Caterí. — Ma sí, infatti l'ho
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ricordava che era notte. Quando distinse Caterí, Bellissima e Tit, Rosetta cominciò a ridere e a piangere, fino ad essere così buffa che anche l'automobile
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: — Mangia, rimpinzati! Rimpinzati, mangia! — quando si senti bussare all'uscio. Caterì corse ad aprire e vide una piccola principessa.
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Fu allora che Caterí prese il soldo bucato, e lo infilò in un cordoncino e poi lo legò al collo di Tit: — Per ricordo, Tit, — disse piano, — addio
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suoi occhi erano felici, e Caterì osservò che in ognuna delle sue pupille c'era una minuscola principessa. Tit cadde in ginocchio, e baciò il lembo del
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Caterina, le disse cortesemente: — Ti mandelò un alioplano. — Addio, addio, Tit, — gridarono. Caterí stava seduta sulla casa di legno della gallina che
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Udita che ebbe questa canzone, Caterí si mise a dormire, contenta, con Bellissima ai piedi del letto. Quella sera corse subito verso il Palazzo del
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rapire e sequestrare l'amica del mylord. - Per tutti i cateri (13)
, cioè paradiso di quelli che non hanno tanti meriti per andare nel cailasson o paradiso di Siva. A metà della cupola v'erano scolpiti i cateri
latte del serpente Adissescien altri dèi cateri, giganteschi geni malvagi che, divisi in cinque tribù, vanno errando per il mondo dal quale non