Quando, l'alba seguente, il Beccajo affacciossi alla porta della sua casa, a sgombrarsi la mente, come il ciel si sgombrava, dalla pàvida notte
Gualdo il Beccajo svegliossi. L'acuta brezza ferìvagli la somma pelle; l'ànimo, la sorpresa. Chè, assuefatto a svegliarsi in un ambiente bujo, più
Era il Beccajo rimasto come folgoreggiato: era caduto il fucile di lui, e, cadendo, esplodeva. Gli altri, Làzaro il Guercio e Sergio il Ranza, avèano
come a cosa inattesa. Nè il Letterato parve meno sgomento. Tuttavìa, a ripigliarsi, fu il primo. Appuntò ratto il fucile verso il Beccajo e fe' fuoco
E la pace fu, e, in gran parte, si dovette al Beccajo. Caso nuovo! quel Gualdo, cui, nell'offesa, mal soccorreva, per la tardità della idèa e la
selvaggio, con ambo le mani, il capo dal mozzo crine, v'impresse un bacio schioccante, dicendo: Gualdo assassino! - Evviva il Beccajo! - si applaudì
il torto, benchè nessuno ci fosse così galantuomo da confessarlo. E poi, il Beccajo e la fazione di lui- sette uòmini in tutto e trè donne - con le