Vocabolario dinamico dell'Italiano Moderno

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 Pop  Art
 pop  italiano
 pop  in Italia fu localizzata quasi esclusivamente a Roma, dove
la presenza a Roma di Cy Twombly, artista molto legato ai  pop  newyorkesi anche se la sua arte era rimasta sempre lontana
l’interesse per la  pop  art abbia coperto in buona parte il periodo degli anni
l’esperienza anonima ed intersoggettiva. Non a caso la  Pop  Art è nata nel più industrializzato paese del mondo, come
più vigorosi processi di massificazione. A questi temi la  Pop  Art offre una risposta parziale finché vogliamo, ma
appena in Europa apparvero le prime riproduzioni di artisti  pop  e le prime mostre di Rauschenberg, Jasper Johns, Oldenburg,
però, doveva apparire chiaro ad ognuno che il fenomeno  pop  - legato com’era alla società consumistica, all’era del
dei Picabia, dei Man Ray, dei Duchamp. Per questo il  pop  significò una volta di più una vera ondata di affascinante
la priorità nell’avventura dada. La differenza tra dada e  pop  art fu, in effetti, che il primo dei due movimenti volle
senza pari, talora persino delirante, fu quella della  pop  art e non c’è dubbio che quest’ultima, più ancora
e declassata. Da molti sì accostò il fenomeno del  pop  a quello del primo Dadà, per il fatto soprattutto che
a scadere. Come pure venne a scadere l'assimilazione di  pop  art con l'uso iniziale di questa espressione quale fu
la  Pop  Art, come il suo precedente immediato, il Neo-Dada,
tre decenni del nostro secolo. Quella del Neo-Dada e della  Pop  Art non è affatto un’avanguardia surriscaldata e radicale
si trovano a loro agio solo nella seconda polarità. La  Pop  Art è un’avanguardia lucida, spesso cinica e quasi sempre
di avvenirismo, sono proprio questi gli elementi di cui la  Pop  Art e il Neo-Dada, come in genere tutto l’arco finale
esponenti della  Pop  Art sono entrati in questo spazio anonimo, fino ad oggi
e del comfort meccanizzato; ed è su questo livello che la  Pop  Art coglie ed interpreta dall’interno le trasformazioni
tutti. In tal modo l’attenzione potenzialmente sociale dei  pop  finisce per collocarsi agli antipodi dell’individualismo
ed anche in quella figura di passaggio fra Neo-Dada e  Pop  Art che è Dine; ma in genere la temperie dove risulta ora
in cui consiste l’operazione centrale degli artisti  pop  ha valore di mimesi conoscitiva, e come tale arriva a
un’area narrativa che costeggia la ricerca oggettiva della  Pop  Art, senza mai rientrare con esattezza in essa. Un caso
di oggetti di una commedia borghese non appartiene alla  Pop  Art, piuttosto ad una precipitazione in chiave allucinata
e l’originalità. Partito da posizioni ancora legate alla  pop  art (o almeno all’utilizzazione di oggetti in parte presi
tipico degli ultimi tempi: il trionfo di certa musica  pop  e rock e d’un certo costume beat e punk tanto negli USA
allo stesso modo di come, durante l’esplosione della  pop  art, si tentò, da parte di alcuni artisti figurativi ormai
ha dato la via a molte delle manifestazioni dell’odierna  pop  art americana e anche europea. Ma quello che differenzia
e anche europea. Ma quello che differenzia Tilson dai  pop  americani, da quelli francesi e da quelli italiani (come
se ritorna l’attenzione verso la  Pop  Art, essa ritorna in un quadro profondamente mutato, non
ancora di fine-del-moderno o di postmoderno. Del moderno la  Pop  Art, continuandoli, ha esteso fino alla massima dilatazione
estraniata, insolita, allarmata. In particolare, la  Pop  Art ci ha dimostrato l’ampiezza di diffusione del «doppio»,
“pittoriche" dove l’elemento ora ironico, ora vagamente  pop  si alternava. I già citati jugoslavi Hegedusič, Stupica,
e grottesche, aveva creato un genere del tutto personale di  pop  art; che doveva, anche questo, servire da punto d’appoggio
decisamente impostati sopra aspetti di oggettualizzazione  pop  — le opere di Mario Schifano, del già rammentato Marotta,
specifici, e la vita si sprigionasse solo dallo sguardo. La  Pop  Art è nello stesso tempo una causa e una riprova della
consumato. All’inizio del procedimento operativo dei  pop  c’è ogni volta la cosa o la figura empirica che viene
e promossa a campione. Ma in quanto tale il campione  pop  appare sempre paradigmatico, mantenendo stabili rapporti
possiamo considerare la  Pop  Art in particolare, più ancora che il Neo-Dada, come la
ridondanza della comunicazione tecnologica, il parallelismo  pop  con i mass media si è dimostrato totale.
 Pop  Art, non meno del Neo-Dada, fa ormai parte del corpo vivo
del moderno, compresi i futuristi e i dadaisti, l’artista  pop  si è lasciato coinvolgere volutamente dall’universo
concorrenze né autonomie. Non per nulla è nel 1968 che la  Pop  Art manifesta le ultime battute della sua spinta creativa;
oggi una ripresa di interesse nei confronti della  Pop  Art ed a simile ripresa si accompagna pure una diffusione
metropolitano. In questa presente generalizzazione la  Pop  Art ritorna, meno però come linguaggio, e più come dato di
essere di nuovo invisibili, «naturali» appunto, dopo che la  Pop  Art li aveva collocati allo scoperto nel centro
Il Kitsch è stato utilizzato spesso nelle opere della  pop  art.
paradigmatico che contraddistingue infine il campione  pop  consente, dopo l’assunzione del modello, la successiva
e proprio per tale caratteristica la mediazione della  Pop  partecipa ad un movimento di recupero e di revisione
la  Pop  Art all’interno di questa convergenza appare una operazione
in sede d’indagine storico-critica, quando si intenda per  Pop  Art il momento più freddo, oggettivo ed analitico, che ha
italiani, attivi a cominciare dagli anni Sessanta, la  Pop  Art ha segnato unicamente un momento, seppure decisivo,
L’ottica che fa da protagonista nelle sculture e nei quadri  pop  appare condizionata da una serie di choc, da rapidi
s’inscrive nello spazio, guida la mise en scène di un’opera  pop  che può divenire semplicemente una lineare e scaltrita mise
valersi di certi elementi resi familiari dall’ondata di  pop  art e trasformarli in qualcosa di totalmente diverso ed
gli epigoni dell’altra grande corrente figurativa: la  pop  art, che dopo la sua clamorosa affermazione alla XXII
consumista, spesso ricca di elementi quotidiani, con la  Pop  Art e le pratiche realiste emerse dagli anni Sessanta e
USA, "op art" — quasi a contrapporla all'allora fiorente  pop  art.
conformismo borghese incalzante com’era quello della fase  pop  e op, e com’è in definitiva quello di qualsivoglia tendenza
oggettuale nel periodo che va dal primo dada all’ultimo  pop  (ivi compresi arte cinetica e programmata e le infinite