con i « propri » saluti: secondo i casi, aff.to, aff.mo, dev.to, dev.mo: servitore, mai servo, che vuol dire schiavo. Nelle lettere familiari, meglio
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schiavo del reale: i suoi eroi sono ancora degli uomini. Wagner che sdegna il mondo esteriore per cantare le crisi spirituali, non rinunzia abbastanza alla
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lasciate adorare, che mi lasciate respirare nella vostra aria, umile come uno schiavo, fedele come un cane, muto come una cosa! Oh, no! io v'inganno
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schiavo, come povero. Era cosa sua e lo voleva. Tutte le ripugnanze di qualche giorno addietro cadevano ad una ad una. Era come il neofita di una religione
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suo schiavo ! Io, il Reuccio, debbo attingergli l'acqua alla fontana, spaccargli la legna, preparargli il desinare, fargli i più umili servizi. E non
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