, servono a rendere piú tollerabile questa esistenza da serraglio che è, anche nel secolo ventesimo, la nostra ». Le forme poi non hanno valore per se
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, questa gentilezza maschia che, passando dal campo olimpionico a quello civile, ha bandito tutto ciò che ancora sopravviveva, nella nostra vita, di
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alla nostra industria floreale, che deve essere, invece, incoraggiata e sviluppata al massimo. Però è bene che la sostituzione sia fatta soltanto in
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, rimangono gli scritti: ossia scrivendo a qualcuno, noi gli mandiamo quasi un documento dal quale egli potrà giudicare della nostra sincerità
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odierna quel carattere di lugubre serietà che è la nota dominante della nostra epoca: in una parola, noi siamo diventati civili a prezzo del nostro buon
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titolo, si mette il « signore »? In verità, l'indole stessa, il genio della nostra lingua comportano tale uso meno frequentemente che la lingua francese
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nostra iniziativa ha avuto in tutto il Paese. Le migliaia di lettere di plauso e di richiesta di moduli per l'adesione, pervenuteci in questi giorni
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definitivamente, l'epoca della eccessiva valutazione dell'esteriore, delle forme; e che ben altri problemi attirano, oggi, la nostra attenzione e s'impongono al
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nostra riconoscenza per un favore ricevuto. Chi ci favorisce non lo fa perché si aspetti questo nostro attestato; però si può esser sicuri che anche lui
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grandi avvenimenti politici, sociali, religiosi, cosi, a ognuna di tali epoche, corrisponde un costume diverso. Si pensi alla nostra Italia, dal
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' per deliberata elezione. La filosofia, riguardo a certi bisogni civili, è un magnifico sopprimente; elimina della nostra vita la donna, la gran
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nostra la buona fortuna. Domani comprerò un altro bue; avremo due aratri. Prenderò un'altra mezzadria. - E la bella tela? E la chioccia coi pulcini? E
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potrete portarvela nell'altro mondo. Là vi andiamo nudi e crudi, come ne siamo venuti. - Avanti la nostra morte quei quattro sassi chi sa in quali
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d'occhi di cane accarezzato. «Siete fresco come rosa, zio Elia: camperete ancora cento anni, quando anche la nostra memoria sarà dispersa.» Egli
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raggirare da tutti. La nostra casa era come una specie di piccolo albergo gratuito. Da venti paesi del circondario di Nuoro venivano ospiti che se ne stavano
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che piú interessa la nostra scolaretta è la libreria del signor Carlino, dove si vendono i quaderni, l'inchiostro, i pennini; tutte quelle cose
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notissimo, della schiera scampata al naufragio del Sommaruga e rifugiatasi in parte nella barcaccia dell'editore Perino. E dunque alla nostra Cosima salta
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. Non potevo assuefarmi all'idea di sopravviverle, di restar solo nella nostra casa. Pur troppo dovetti restarvi! Ma allora, per la prima volta, provai il
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pianissimo. - Se sarà una bambina... nostra figlia si chiamerà... Bianca.... - O buona!... o Emma mia buona!... Le loro teste si confusero di nuovo. Come era
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campanello elettrico e suonai. Lo stesso domestico riapparve. "Avete annunziata la nostra visita?" "Immediatamente." - "Il signor conte è levato?" "Signor sì
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alla firma per conoscerne la provenienza!... Il tempo ha le ali, e col tempo la forma della nostra scrittura si modifica, da rendersi irriconoscibile
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! - Dimmi almeno, per pietà! che cosa ti passa per la fantasia!... - Non posso!... Non voglio!... - O cattivo, perchè? perchè offuscare la nostra
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cuore, senza mostrarvi tutta l'opera spaventevole compita da voi, senza lasciarvi - ultimo ricordo della nostra tenera amicizia - l'eterno rimorso del
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collegio. Tornata con lui, la nostra vita ritiratissima veniva quasi interamente consacrata allo studio. Eravamo affatto soli; non avevo amiche; non
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, assecondarlo in tutto, e tutta in «voi versare la piena dell' affetto che lo innonda.» «Non facciamoci illusioni, la nostra amicizia «ha cambiato natura; io
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io pure mancai di questo spirito - sorrise amaramente - sapete che non ne ebbi mai troppo... ma ora la nostra posizione è stabilita così; non possiamo
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lei come da un nido. Le sedetti accanto e la guardai: e anch'essa mi guardò: e ci si sentì finalmente un po' vicini, nella penombra della nostra
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madre stessa: tu devi sentire che io ti voglio sinceramente bene e che la nostra comune disgrazia ci unisce come una parentela. Io vivevo qui e mi
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Non l'avevo mai veduto in casa nostra. E neppure per un momento sperai nulla di buono dalla sua visita. Anzi i miei timori andavano oltre.... Ecco
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anch' io non volevo, non potevo farle sapere nulla; e il nostro silenzio accresceva la nostra pena. La sera intanto scendeva, con un crepuscolo
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meglio riusciti nella lunga monotona serie dei quadri dei nostri giorni, quando la nostra figura si stacca gigantesca sul paesaggio che la circonda
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: sentivo che la nostra voce doveva avere qualche cosa di anormale, di animalesco: preferivo tenere con me un taccuino sul quale scrivevo quello che volevo
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calore; e mi sembrava di rientrare in una grotta, tanto la nostra abitazione era diaccia e ombrosa. Solo nel cortiletto cadeva il sole, a picco, ma
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siam degne di sciogliervi le scarpe, ci maritiamo tutte: nella nostra cura non c'è una citta vecchia. - Ci son io - interruppe la Nena ridendo - e ci
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, alla nostra età è ancora il meglio che si possa fare. Il piacere di aver riveduto i suoi amici, di riprendere le antiche abitudini, coloriva il volto
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alle sue vittime: «Siete la gioia del focolare domestico, le depositarie del nome e dell'avvenire nostro, le regine della nostra casa; siete la pace
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anch'io a giornata per servizi leggeri. Alla sera cucivo quel po' di roba nostra, rattoppavo i calzoni di mio padre; nei giorni festivi leggevo. - In
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! GINO. Dunque, la nostra casa è qui. Questa è la porta. Voialtri poi suonate. ELENA. E la cameriera? GINO. La farai tu; annunzierai e dopo ti metterai
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quest'altr'uscio? — In camera di Cristina, la serva. -- E dalla camera di Cristina ? — In camera nostra, dove dormiamo io e Carlo; non lo sai? — Sfondiamo
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da comunicarci. ARLECCHINO. (buttandosi ai piedi del re:) Ah, Maestà! Se dovete farci impiccare, date gli ordini subito; ma non è colpa nostra se non
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grazia nostra !... — No, Signore benedetto ! lasciatemi star qui... Non vedete che queste orfanelle hanno soltanto me, e che se muoio io, le spogliano
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istalla o in cantina, e risalivano : — Eccoci in casa nostra! — Ah, come si sta bene qui ! Colà non mi ci potevo vedere !...In casa altrui uno non può
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. - Come si chiamava? - Si chiamava Amina Boschetti - diss'ella, più piano. - Come la ballerina, si chiamava? Come la nostra Boschetti? - - Era lei
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che se dovesse stare a ricevere gl'invitati non potrebbe, Dio liberi! toccar le carte per una serata! - È una vergogna! Nostra zia la marchesa aveva un
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, alla faccia nostra, e ora puoi andarle a riscuoterle al banco di Londra! - Voi che ne sapete, se vi pagheranno o pur no? - E tu confortati con la
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nostra fantasia e non già quella che è nella sua essenza così grama, così bassa. La fantasia, in noi, diventa un artista creatore, dotato d'un tal
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tue ceneri fredde, quando arriveranno alla nostra marina, d'onde, anima tenera e gagliarda, tante volte ti salutammo partente. Tu sei morto, amico
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pietà. Se una nostra amica ha delle qualità di entusiasmo, se ella si trasporta facilmente e arde di zelo, magari per cosa impari al suo ardore, noi
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godere di un magnifico lume di luna. Pietro si mostrò sì allegro, sì contento della nostra felicità, che per qualche tempo riuscì a scacciare anche i
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soffio che è stato in noi, per il quale le nostre carni furono solcate, e l'anima nostra avvizzita, questo mostro, questo dio, quando fugge ci rapisce
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