Vocabolario dinamico dell'Italiano Moderno

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parte intorno agli intenti del romanzo. «...Predomina  nel  romanzo la ricerca decisa, quasi febbrile, della verità. Il
di matrimonio. Or dunque, il padrino di battesimo è tenuto,  nel  giorno del battesimo, a offrire alla puerpera un dono, più
il padrino è tenuto a un dono, nell'onomastico e  nel  genetliaco, e il figlioccio lo ricambia, egualmente,
e il figlioccio lo ricambia, egualmente, nell'onomastico e  nel  genetliaco. Alla madre del figlioccio, dei fiori,
mentre l'assicurava della vita di suo marito ricusandosi  nel  tempo istesso a far le sue scuse al conte, ciò che valeva
delle sue seduzioni. All'alba era alzato e si vestiva.  Nel  punto di scendere le scale consegnò al cameriere la lettera
questa lettera, e dite alla contessa di avervela io data  nel  punto di montare in carrozza. Fate avanzare. - La carrozza!
con le serve nella camera attigua: sollevò però la testa  nel  sentire il bambino a piangere: che cosa gli faceva il
che portassero via il bambino e la lasciassero di nuovo  nel  suo cerchio di silenzio, con la sua ombra diletta. Ma in
male, in quell'occasione, se ne convinse subito; perchè  nel  sentire che il bambino insisteva adesso nel suo pianto
subito; perchè nel sentire che il bambino insisteva adesso  nel  suo pianto lamentoso, egli disse come fra sè: - Sembra
per non dar noia alla padrona: andò lungo la parete; uscì  nel  cortile e per tutta la mattina nessuno più lo vide nè si
della sua famiglia; e la moglie e la figliuolina restarono  nel  villaggio, straniere, parlanti male l'italiano, tra parenti
distaccamento di Svizzeri venne ad accamparsi in Ventaroli.  Nel  cortile dell' unico palazzo, quello di don Ottaviano,
altri arredi sacri. L'altare famigliare, che era  nel  grande salone di famiglia, dedicato alla Vergine, restò
la serva, aveva diciotto carlini: li dette. In breve,  nel  palazzo non ci fu più un soldo, nè un pizzico di farina, nè
che era una persona assai gentile, chinava il capo, offeso  nel  suo orgoglio di militare. Ora i soldati volevano il tesoro
era cambiato. Chiedevano un banchetto: volevano che  nel  cortile s' imbandisse una grande mensa , volevano i
morti. Un mormorio crescente saliva dal grande cortile.  Nel  salone le donne dicevano le litanie, salmodiando. L'ora
più feroci; non avrebbero conosciuto più ragione. Essi,  nel  cortile, tumultuavano; le povere serve, in cucina,
signora - disse il maggiore a donna Cariclea, entrando  nel  salone ora vengono i Garibaldini. Ella non osò consolarsi.
stretti, taciturni, torvi. Nessuno osò levare la voce,  nel  palazzo deserto, devastato; per un'ora tutti tacquero,
 NEL  palazzo Dolfini tutt' a un tratto era calata una nube di
o tre giorni s'era fatto serio, e il marito l'accompagnava  nel  salotto, fermandosi a parlare tutti e due un momento nel
nel salotto, fermandosi a parlare tutti e due un momento  nel  vano della finestra. Alla porta era una vera processione di
o tre parole che accusavano la febbre, col sorriso triste  nel  viso color di cera. La bimba ascoltava seria e zitta, coi
il medico era venuto due volte e aveva chiesto un consulto.  Nel  salotto, il va e vieni degli intimi era stato più
da qualche parola misteriosa seguìta da brevi silenzi.  Nel  cortile, il frastuono degli staffieri e delle carrozze
che aveva ricondotta la signora dal ballo aspettò attaccato  nel  cortile, co' suoi due fanali accesi che si riverberavano
ascoltava, impassibile, ai piedi del letto, stecchita  nel  suo grembiulino di seta nera che le serrava il petto magro.
aspirando fortemente, quasi gli fosse mancato il fiato  nel  salire la scala in fretta. Infine balbettò: — Va meglio,
era fredda. E se ne andò barcollando come un ubbriaco.  Nel  salotto s'imbattè nel marito, e si guardarono un istante,
ne andò barcollando come un ubbriaco. Nel salotto s'imbattè  nel  marito, e si guardarono un istante, immobili. In quel
l' anno della neve, che crollarono buon numero di tetti, e  nel  territorio ci fu una gran mortalità di bestiame, Dio
faccia, la costa, ritta in piedi, cominciava a scomparire  nel  buio che saliva dal vallone, brulla e nera di sassi, fra i
se occorreva nulla per l' inferma, che non si moveva più  nel  suo lettuccio, colla faccia in aria e la fuliggine al naso.
facendosi la croce - che son figlio di Maria! A star solo  nel  casolare colla mamma la quale non parlava più, gli veniva
che a nessuno gli bastava l'animo di andarsene a dormire  nel  suo cantuccio, quella sera. Giusto ci aveva l' abitino
ci fossero tanti occhi ad ogni buco, che guardavano dentro,  nel  focolare, gelati e neri. Sul suo stramazzo, in un angolo,
l'udiva. Dappertutto era un chiarore denso; sulla costa,  nel  vallone, laggiù al piano, come un silenzio fatto di
e che voglia guardare sicuro davanti a sé: dunque, il campo  nel  quale piú profondamente si deve incidere. Le norme del
nuove generazioni e, attraverso queste, nelle famiglie,  nel  popolo, in questo nostro popolo, esuberante piú d'ogni
prete era a pie' della gradinata scavata  nel  vivo masso, col sagrestano e l'Eremita. La cavalcatura del
a salire la scala strettissima, chinandosi per entrare  nel  Santuario da quella porta o piuttosto buca. Nella seconda
Un volume in-16 - L. 1,50. P. Morbio UNA COSPIRAZIONE  NEL  1853 RACCONTO STORICO. Un volume in-8 - L. 2. P. Porro LA
di colpi; io ho una vite d'acciaio che mi rotea  nel  petto come un cavaturacciolo; io ho un migliaio di spilli
ricordo e ragiono. Quelli che mi tengono imprigionata  nel  manicomio, s'ingannano. Mai ho posseduto tanta lucidità di
con picchiettature d'oro brunito, spartiti modestamente  nel  mezzo e appuntati con due spilloni d'argento. Gli occhi
di quel volto a cui la bocca, raramente sorridente ed anche  nel  sorriso mesta, dava una speciale espressione di bellezza
dottore; la Guidobelli, languida, modellata come una Venere  nel  suo abito chiaro; la Bonamore stretta ardentemente alle
giravano, sotto il bagliore rossigno delle lampade,  nel  vortice rotto a ondate dai profumi sottili, battuto dalle
camera. Non si era accorta che Emanuele l'aveva seguita.  Nel  voltarsi per chiudere l'uscio si trovò fra le sue braccia.
terribile. Maria ripetè: Andate via... Egli non parlava.  Nel  buio cadevano fitti i suoi baci, accompagnati da un rantolo
le forze, - finchè cadde, accasciata sui ginocchi -  nel  bujo. Quando, dopo pochi momenti, potè riaversi si sollevò
la voluttà che svaniva. Ognuna di quelle signore che,  nel  ballo, si era stretta ad un uomo, aveva concesso qualche
del camino. In quel momento di calma, tornò a passarle  nel  cervello la visione della casetta solitaria dove avrebbe
Emanuele era in piedi presso il direttore; ella,  nel  passargli a tergo, ne fu urtata. - Perdono - fece egli
dolce. Si trovavano alle spalle dei ballerini, quasi  nel  cantuccio della porta. Maria avanzando la bocca la baciò
il direttore della quadriglia ordinava: grande chaîne: e  nel  medesimo istante una carrozza ruzzolava sul deserto
che cose buone, come i libri del cav. Giannotta, attivo  nel  metter fuori dei volumi, quanto l'Etna nell'eruttar lave.
mi disprezza, la donna che non mi vuole; che mi odia anche  nel  figliol suo. Lei sola è giusta: perchè io sono indegno di
in una mezz'ombra grigia, che accresceva la tristezza  nel  cuore della povera Giulia. - Capisco - riprese Orlando - a
la porta, con cui bisogna per forza parlare, mentre,  nel  giorno di grande ricevimento, si possono disperdere nel
nel giorno di grande ricevimento, si possono disperdere  nel  salone. La signora è nervosa: giusto, in quel giorno, deve
da lei, la signora non è rientrata: siete un'amica, entrate  nel  suo boudoir, rosicchiate un dolce, il cameriere serve il
Mi sembrò che la zia stesse male: forse s'era inquietata  nel  non vedermi tornare, forse sentiva quello che io facevo,
mio cuore. La zia ha richiuso gli occhi e sta tranquilla  nel  suo lettuccio, nella sua cameretta bianca e umida come una
vidi che anche la porticina del corridoio era aperta; e  nel  quadrato di luce, in fondo, si movevano delle ombre. Forse
di più forte mi tiene, in fondo: il proposito di riuscire  nel  mio intento. E faccio alcuni passi: rasento ii muro: tocco
al mare. Ero stanco come dopo una lotta: vincitore e vinto  nel  medesimo tempo.
ripartí la mattina presto, con la promessa di tornare  nel  pomeriggio e passare la notte nella casetta, per
il caffè, versò nella tazzina quello che s'era versato  nel  piattino e raschiò il residuo dello zucchero, come fanno i
pregarla di smettere e di portare la roba sporca in paese;  nel  passare davanti al finestrino di Elia guardò dentro; e vide
in due piccoli battenti, ed egli introdusse la mano  nel  vuoto, molto in fondo, parve come slegare un sacchetto o un
fosse in fondo e ne trasse un pugno di monete: le guardò,  nel  cavo della mano, come si guardano le sementi per
La leggenda raccontava che un vescovo, forse di Pisa,  nel  viaggiare per la sua visita pastorale nell'isola, colto da
avevano per loro uso, oltre la piccola sagrestia,  nel  cui armadietto zia Paola nascondeva i dolci per sottrarli
sulla pietra e si protesero a bere nella fontana: e  nel  piccolo specchio d'onice dell'acqua in ombra Cosima vide i
E le sorelle di Cosima si rivoltarono, sul principio,  nel  vedere che il giaciglio, in comune con la zia Paola, era
stanzetta accanto, e ne fecero scempio. Ma poi uscirono  nel  bosco e si confortarono con lo sfarzo del meraviglioso
remote, come quello che provava da bambina incosciente  nel  veder apparire la piccola nonna materna: la nonnina che
in uno straccio nero e ficcato dentro una scarpa perché  nel  transito non si rovesciasse; e trovò anche, nella
per i suoi misteri d'arte. Poi raggiunse le sorelle  nel  bosco; e furono ore e poi giorni di appassionata gioia. Non
erano lassú, combinavano gite e passavano anche la notte  nel  luogo incantevole, accendendo grandi fuochi, combinando
piú vasto e azzurro. Incantesimi della fanciullezza, che  nel  ricordo dànno un'idea di quello che debba essere un giorno,
Signore — disse il bimbo giungendo le manine — se vi sono  nel  mondo ardue imprese, lotte, guerre, conquiste, ferite, io
per una volta la fronte mesta della madre appesantita  nel  sonno. Un guizzo di vita nel corpicino — l'ultimo
mesta della madre appesantita nel sonno. Un guizzo di vita  nel  corpicino — l'ultimo rimpianto, l'ultimo strappo — e
trepidava di gioia  nel  parlatorio. La zia monaca le aveva regalato un bel Gesù
dietro la grata, ride- vano di tenerezza. Riposti i dolci  nel  fazzoletto, Enrichetta ne aveva legato attentamente le
fino al punto di farle credere che la vera vita consistesse  nel  sonno e nel sogno, e l'altra fosse solamente un incubo. Per
di farle credere che la vera vita consistesse nel sonno e  nel  sogno, e l'altra fosse solamente un incubo. Per fortuna
di viverla.» Le giornate erano quasi sempre grigie,  nel  freddo mattino del tardo autunno: ma a poco a poco il cielo
farne quello che voleva, ella penetrava con coraggio  nel  frantoio, e faceva le sue brave ispezioni. C'era, anche
di olive; compenso due litri d'olio grezzo lasciato  nel  paiuolo apposito o, se il proprietario preferiva, due lire
e se le doleva il cuore e piegava la testa umiliata  nel  vedere Santus, il fratello nato per grandi destini,
come un salotto; per cui, se è lecito provvedere a starvi  nel  modo piú comodo possibile, non vanno dimenticate le leggi
dei compagni di sedile. Non bisogna piantarsi in permanenza  nel  vano del finestrino, impedendo ai compagni di viaggio di
che si voglia cortesemente cederli - son quelli col viso  nel  senso della direzione. È lecito cavarsi la giacca, ma non
il tuo maestro, ti dissero che non dovevi ficcarti le dita  nel  naso, che non dovevi portare il cibo alla bocca col
cavarsi il cappello. Tutti questi dettami onde è celebre,  nel  tempo dei tempi, quasi quanto il nome di Dante, quello di
in qualche ritrovo pubblico, abbassi la voce, naturalmente,  nel  conversare. Dunque, tu sei un uomo educato. E, se ti fermi
ogni tradizione! Saper vivere, veramente, in società,  nel  mondo, diventa un'arte talmente difficile! Ed è, intanto,
Un giorno rientrando sul tardi a casa, la vidi seduta  nel  cortiletto senza far niente, cosa che non le accadeva mai.
Io guardo su e giù per la spiaggia; nessuno. Sono solo  nel  mondo. Mi spoglio; ho indosso i vestiti comprati della zia,
cadavere. Adesso però, ricordandomi, mi pare che anche  nel  gettarmi in acqua, e nell'avanzare e nel vedere le mie
mi pare che anche nel gettarmi in acqua, e nell'avanzare e  nel  vedere le mie membra deformarsi e come sciogllersi nella
la bambola, s'addormentò; ma la tosse le seguitava  nel  sonno.
e di umanità umile e grande nello stesso tempo, come  nel  cerchio nero del molino di olive. Non contava piú in Elia,
del molino di olive. Non contava piú in Elia, e neppure  nel  movimento della vicina vendemmia, della quale aveva già
lei e la signora padrona: bisogna pigiare l'uva e metterla  nel  tino.» «Eh, non la pigiamo noi, coi nostri piedi» disse
rassicurava. Il vento gridava e piangeva nella pianura come  nel  mare, e solo il pino pareva potesse combattere con
come un eroe inferocito contro un intero esercito.  Nel  suo giaciglio Elia, con la febbre alta, ricordava come il
un suo lieve brontolio, quasi pensieroso. Cosima lo sentiva  nel  sonno lieve del mattino: e le pareva che il pino
neanche un povero cronista. Ognuno fa quello che vuole  nel  fidanzamento sentimentale, come ognuno fa quello che vuole,
la lontananza, vinte le difficoltà, passano formalmente  nel  grado secondo del fidanzamento, cioè in quello di fidanzati
alla recensione di questo Codice, gentilmente pubblicata  nel  Bollettino dell' U.N.U.C.I., l'editore ebbe moltissime
pur fra le responsabilità gravi degli alti comandi, pur  nel  meritato riposo della pensione, essi sentono il bisogno di
involontaria dimenticanza delle regole della gentilezza ;  nel  militare, non è giustificata, né scusata mai. Da noi, gli
che essi esercitano, sulle donne specialmente. Quindi,  nel  perfetto soldato, dignità somma, somma cortesia, ma nessuna
serva Albina lo portò a dormire  nel  suo letto, poichè Elisabetta non volle incaricarsene. Aveva
la notte fosse ancora fresca, si cacciò completamente nuda  nel  letto: ma di lì a un poco si sentì tutta ardere: toccò il
Quel santo cieco? - le mormora sul viso. - Albina, - disse  nel  medesimo tempo la voce sommessa della padrona, - con tutto
aperta, tutto caldo di sudore. - Sente? Sembra un pane  nel  forno. E il padrone voleva mandarlo via così, di notte. -
fra le mani; la crusca che rimane nello staccio si versa  nel  moggio; serve per l'asino. Questa estate poi, avremo in
fino al gomito. Radunò con le mani tutta la farina  nel  centro della madia e vi fece in vuoto in mezzo; poi intinse
madia e vi fece in vuoto in mezzo; poi intinse il boccale  nel  paiuolo e versò l'acqua in quel vuoto. — Bada! Ti scotti.
corto, spargendo di tanto in tanto poche stille d'olio  nel  fondo della madia, perchè la pasta non s'appiccicasse. E
di conseguire là dove appunto sarebbe stata più meritoria,  nel  dominio spirituale. Lo spirito d'analisi, grandezza e
in certe nature superiori, uno sviluppo esorbitante,  nel  quale la sottigliezza dell'indagine è in ragione inversa
abnegazione; una reputazione di cui egli avrebbe sorriso  nel  suo interno, con qualche sfumatura di amarezza, se non
propria indegnità, dell'ipocrisia che vi era da parte sua  nel  presumere di farsi curatore di anime, lui che aveva pel
dell'adolescenza, quando veniva di tratto in tratto  nel  sontuoso palazzo degli avi, e come dietro un sipario
con lo spirito, si faceva umile, si annichiliva, e  nel  suo volto non si leggeva più che una pietosa serenità....
Michelagnolo, mentre un altro illustre prelato codificava,  nel  Galateo, le norme del vivere elegante e il conte di
dal Parini; e all'Italia sentimentale, sospirosa e,  nel  tempo stesso, cospiratrice e fiera del Romanticismo...: in
di « stilizzazione », cosí è istintivamente gentile pur  nel  gesto talora primitivo e rozzo; che è sobrio, laborioso,
costume in generale e al costume italiano in particolare, e  nel  clima storico nuovo che si va preparando ed affermando.
- incidentalmente, perché ne parlerò di proposito  nel  capitolo su «La cortesia nella scuola» - che io credo che
 Nel  restituire le prove di stampa dei Racconti, alcuni dei
e geniale critico letterario, Enrico Nencioni, scriveva,  nel  1886, all'autrice una bella lettera della quale crediamo
pezzo di manzo, che cuoceva, per due intieri giorni,  nel  suo sugo, nel vino, negli aromi e che si mangiava, come una
manzo, che cuoceva, per due intieri giorni, nel suo sugo,  nel  vino, negli aromi e che si mangiava, come una purée di un
 Nel  codinismo che ogni dì più cresce, nel mio spirito, io non
codinismo che ogni dì più cresce,  nel  mio spirito, io non posso non rimpiangere la folla di
una enorme ingiustizia. Non vi sono queste ingiustizie,  nel  mondo. Il mondo è equilibrato, tutto si pareggia. La mia
di fedeltà, questa eredità di virtù, ci si trasmette  nel  sangue di madre in figlia. Non vi è nulla di sublime,
più dolci e più sicure soddisfazioni; la sua giornata passa  nel  desiderio di ritrovarci, di vederci; le sue ore più care
di sospiri; nulla vale a spezzare questo vincolo penetrato  nel  cuore e nei sensi. Ma, ecco la passione; vuol vincere il
ansante, antico, consigliare, infermiere; soffri per lei,  nel  corpo e nell'anima! Ecco che un estraneo, un bell' egoista
Non si diedero la mano. Egli voltò le spalle, rientrò  nel  salone oscuro, camminando come un sonnambulo. Ella tendeva
scollate guarnite di trine, le calze a ricami giacevano  nel  cassettone, legate ancora coi nastrini color di rosa, come
si riconosceva saggia, si infervorava sempre più  nel  concetto serio che la felicità è un'illusione. Accudiva
la degradava a' suoi propri occhi; il germe caduto  nel  suo grembo poteva fecondare una Giuditta qualsiasi, e
veduta un momento prima, colla pupilla larga, nuotante  nel  raggio luminoso dell'anima. Anche i capelli bruni, leggeri,
a quella camera fiori freschi e tappeti sdrusciti; fuoco  nel  caminetto, gelo nelle muraglie; una solitudine disperata
soffriva più. Si vestì lentamente, con cura; attardandosi  nel  pettinare i suoi bei capelli; presa da un torpore sensuale
per qualche istante trasognata, col respiro breve, sentendo  nel  sangue delle punzecchiature e alla testa un vapore pesante
in quella camera rinchiusa, dai vapori del sonno. Il letto,  nel  posto vuoto accanto a Sofia serbava l'impronta di un altro
ho dormito poco bene; oh! cose che passano. E ripetè  nel  suo interno: «Cose che passano» per persuadersi che non
- e poi non ti ricordi quando si dormiva tutte insieme  nel  dormitorio? Che bei tempi! Ti ricordi che suor Luisa
- Badiamo, professore - disse il medico sorridendo - che  nel  guarire la signora non abbia da ammalarsi lei. E accompagnò
in note argentine; ma non seguiva il filo del discorso.  Nel  suo cervello indolorito le sensazioni si confondevano.
cominciava dai galantuomini? E c'era il Bracco che soffiava  nel  fuoco. Il Bracco si era iscritto nel Fascio da pochi mesi,
il Bracco che soffiava nel fuoco. Il Bracco si era iscritto  nel  Fascio da pochi mesi, appena tornato dal reggimento, e
si era legato con lui, e soffiava, sottomano, anche lui  nel  fuoco del malumore che covava, covava, e già mandava fuori
tanto tempo, volle fare una delle sue solite conferenze  nel  locale del Fascio. Correvano attorno voci paurose,
- Lo so - e chinò il capo. Egli non parlava. Invece,  nel  momento che aveva strappato a Paola la fatale promessa, la
mai venuta. A lui non restava che buttarsi di sotto,  nel  mare; giammai si sarebbe fatto cogliere dal giorno, dal
da dirle. Tutto era finito, egli poteva buttarsi di sotto,  nel  mare nero. - Che avete a dirmi, amico? - Che vi amo. - Me
fa tutt'intorno, un crespo avvolge tutte le cose. È lutto  nel  cuore, è freddo nella natura.... O glorie di luce raggianti
lo sapeva innocuo, quantunque fosse andato ad arruolarsi  nel  battaglione dei Corsi e avesse combattuto contro gli
mietuti dal colèra? Per ciò in un momento di entusiasmo,  nel  quarantotto, s'era lasciato trascinare ad arruolarsi il
al viottolo per curiosità; interrompendo il solco  nel  terreno che arava dall'alba per conto del padrone, e
portone della caserma, infagottato nei pantaloni militari e  nel  cappotto, col cinturino di cuoio, con la daga al fianco e
largo che gli scendeva su gli occhi. La vita di soldato,  nel  battaglione detto dei Corsi, non gli era parsa cattiva. Per
da parte. Durante le lunghe ore d'ozio, si sdraiava al sole  nel  cortile della caserma e fantasticava della moglie,
e non osava più di toccar niente, di spostar niente  nel  negozio, quasi il contatto delle sue mani potesse arrecare
scorgeva però benissimo che la morta non voleva placarsi.  Nel  primo mese, la trita (cioè le mandorle sgusciate) aveva
(cioè le mandorle sgusciate) aveva fatto un gran crollo  nel  mercato di Catania. Rimaneva invenduta nel magazzino del
un gran crollo nel mercato di Catania. Rimaneva invenduta  nel  magazzino del sensale, si seccava, perdeva peso e
si riempivano di lacrime. A poco a poco gli entrava anzi  nel  cuore una gentile tenerezza per lei, quasi egli cominciasse
che non ostante la gravidanza avanzata, voleva assistere  nel  negozio quantunque non potesse affaticarsi molto, e dovesse
Dopo mezzogiorno, essi facevano un po' di colazione  nel  retro bottega; in quell'ora gli avventori erano rari. Quel
balzano gli spiriti eletti; su, su, per l'etere chiaro,  nel  fluido zaffiro, tra le danze degli astri immortali....
è gente,  nel  mondo, che è condannata a sbagliare sempre i proprii
a sbagliare sempre i proprii calcoli: gente a cui manca,  nel  cervello, la facoltà aritmetica, per cui, ad ogni passo,
ad un altro. Primitiva era anche questa culla, come scavata  nel  tronco d'un noce, senza veli né ornamenti, e non rimaneva
di frumento e quello di orzo: andava a battere gli olivi  nel  podere, a cogliere ghiande per il maiale, nel bosco della
gli olivi nel podere, a cogliere ghiande per il maiale,  nel  bosco della montagna; spaccava la legna, dava da mangiare