Vocabolario dinamico dell'Italiano Moderno

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e di perdono prima di giungere. D'un tratto, alzando  gli  occhi sotto la luce rossastra di un fanale a gas, vidi
dalle sofferenze; ma in quel volto consumato ardevano  gli  occhi neri, bruciavano di sangue le labbra. Era vestita
accanto a me, guardando la terra; un sol momento mi alzò  gli  occhi in viso, ma li riabbassò subito. Io fui colpita da
andava lei, di fare quello che lei faceva. La seguii con  gli  occhi fissi nella sua figura bruna, raggiungendola ogni
io m'abbandonai in una atonia come se mi mancassero  gli  spiriti, poi mi risvegliai nell'amarezza saliente dei
ragione cominciava a urlare pestando i piedi, coi pugni su  gli  occhi, tremante come una foglia : — Sciocco, perchè urli ?
i tavolini? Chi? Parla! — Mi era parso... — Che cosa? Non  gli  era parso niente; ma oramai aveva preso quell'aire,
quasi audace per la sua età e si faceva beffa di Masino e  gli  dava del poltrone, come aveva inteso chiamarlo al babbo.
corre incontro per morderti e tu hai paura, che fai? Chiudi  gli  occhi, rimani li impalato, e il cane ti piomba addosso e ti
a posta delle paure, e facendogli, dopo, osservar da vicino  gli  oggetti che lo avevano impaurito. Erano in campagna per la
come si faceva più buio, il babbo sentiva che Masino  gli  stringeva la mano più forte e gli si teneva attaccato ai
babbo sentiva che Masino gli stringeva la mano più forte e  gli  si teneva attaccato ai panni, o faceva un movimento quasi
in atteggiamento minaccioso. Si vedeva la faccia,  gli  occhi, il naso, i vestiti, il bianco della camicia......ed
sembianze umane, atteggiamento umano. Masino spalancava  gli  occhi e seguiva, un po' riluttante, il babbo che lo
che cosa è il naso? Questa piccola sporgenza; questi, son  gli  occhi, due buchi pieni d'ombra. Se tu fossi stato solo,
aspetto d'uomo accoccolato, che vuol nascondersi. Il babbo  gli  faceva ripetere la prova. — Capisci ? Ora tu sai che quello
eppure, da qui, torna a sembrare un uomo col naso, con  gli  occhi e ogni cosa. Ma è sempre quel sasso. Capisci? E gli
gli occhi e ogni cosa. Ma è sempre quel sasso. Capisci? E  gli  raccontava che una volta, da giovane, era stato illuso
Quando l'amico ritornò, egli, additandogli il muro,  gli  disse : Guarda! E anche colui vedeva la donna, sul muro
aveva paura egualmente. Occorse un caso straordinario e che  gli  effetti della irragionevole paura fossero gravi, perchè
lui. A pochi passi, un' ombra grigia, grande, gigantesca  gli  si era rizzata davanti. Ma il babbo capì subito. C'era una
guarito dal vigliacco sentimento della paura. E quando  gli  capitava, ripeteva alla sua volta ai compagni: — Non
per correggerlo, ma per evitare che un giorno o l'altro non  gli  accadesse qualche malanno. — E se ti mordono? Sc ti cavano
accadesse qualche malanno. — E se ti mordono? Sc ti cavano  gli  occhi con le granfie o col becco le bestioline infuriate?
non tenevano più in casa animali di sorta, sperando che con  gli  anni il tristo istinto si spegnesse nel bambino, e la buona
voleva, col permesso della mamma, governarlo lui ;  gli  porgeva lo zucchero, l' erba, il biscottino; gli faceva
lui ; gli porgeva lo zucchero, l' erba, il biscottino;  gli  faceva moine con la mano; e la buona signora godeva
malefico si era mutato nel fanciullo in tenerezza per  gli  animali. Soltanto gli raccomandava : —Bada di non farlo
mutato nel fanciullo in tenerezza per gli animali. Soltanto  gli  raccomandava : —Bada di non farlo scappare. Poco dopo, al
addosso all'uccellino, ma legati stretti per la coda, non  gli  si potevano accostare. Il gatto, spazientitosi il primo,
il primo, cominciò a prendersela contro il canino che  gli  pareva lo tenesse afferrato per la coda, e lo sgraffiò, lo
riceveva neppure risposta. A un tratto, i guaiti del cane,  gli  strilli del canarino, i miagolii del gatto furono coperti
vuol picchiarli, li accusa al babbo. Ma il babbo, severo,  gli  risponde sempre : — È colpa tua!
di casa per farli andare pei campi, o a giuocare sotto  gli  alberi. Rispondevano sempre: — Il babbo non vuole, la mamma
fuori da due ore. — Dove? — Pei campi. — E la rugiada? —  Gli  bagnerà le scarpe; non vuol dire! Il signor Borsino fece un
li spaventò mostrandosi a quel modo con le braccia aperte e  gli  occhi spalancati. I bambini non osavano accostarglisi,
verso di lui; ma la nonna li trattenne pei braccini : — Non  gli  sporcate il vestito! Il signor Borsino si sentiva
si sentiva mortificato da quella incredibile realtà che  gli  dava così apertamente torto; e arrossì quando Angiolina,
Angiolina, che aveva preso una cert'aria impertinente,  gli  domandò : — Babbo, sei venuto per portarci via ? Il babbo
stretti tra le braccia con gran tenerezza; ma la vecchia  gli  turò la bocca, rispondendo : — La mia casa non è il tuo
 Gli  inviti per una grande festa da ballo, si mandano almeno un
e debbono saper tenere lontani i seccatori, i maleducati,  gli  inframmettenti, gli intriganti. Nelle feste di Corte,
lontani i seccatori, i maleducati, gli inframmettenti,  gli  intriganti. Nelle feste di Corte, purtroppo, ciò non
giovanotti: ciò forma il brio della festa. I goffi,  gli  inceppati, i poseurs, che non sanno o non vogliono ballare,
invitare, saper comporre la propria festa, in modo che  gli  invitati formino una folla armonica, dove ogni elezione di
d'altro con le persone a cui portava le citazioni e  gli  atti uscerili, quasi che tutti dovessero interessarsi di
però contro la figliuola e anche contro la moglie, che  gli  pareva tenesse il sacco a quella pazza, a quella
a quella sciagurata. - Che cosa volete che io faccia? -  gli  rispondeva donna Sara, piagnucolando. - Dovreste spaccarle
la figliuola e Zitu, se mai per caso.... E nei giorni che  gli  toccava di assistere alle udienze pareva una mosca senza
ordine del pretore per qualche testimone che mancava. Zitu  gli  sorrideva con aria ossequiosa, rispondendo: - Va bene, caro
dalla sala, Don Franco perdeva la testa peggio di prima.  Gli  pareva che Zitu dovesse approfittare della bella occasione
Siccome i soldi glieli dava soltanto quando il ragazzo  gli  andava a dire: - È passato! - così costui, dopo parecchie
costui, dopo parecchie volte, per guadagnarsi la mancia,  gli  riferiva: - È passato! - anche quando non era vero, - E
- E lei, lei era alla finestra? - Era alla flnestra. - E  gli  ha fatto dei segnali? - Gli ha fatto dei segnali, col
- Era alla flnestra. - E gli ha fatto dei segnali? -  Gli  ha fatto dei segnali, col fazzoletto bianco! Don Franco si
Si era dato un gran da fare. Da un pezzo, egli avea posto  gli  occhi addosso alla ragazza, e voleva approfittare di
ansimava per la corsa e per la fretta con cui aveva montato  gli  scalini a quattro a quattro, appena gli avevano detto: -
cui aveva montato gli scalini a quattro a quattro, appena  gli  avevano detto: - Accorrete; vostra figlia è ferita! E non
Come vi sentite ora? — domandava Zitu alla ragazza. Benigna  gli  sorrideva, facendo una mossettina con la testa,
L'ultimo bicchiere, caro don Franco! Quell'ultimo bicchiere  gli  sciolse la parlantina, lo mise in allegria. Don Franco
su una spalla di Zitu: - Bravo figliuolo! - guardandolo con  gli  occhi rimpicciniti, ammamolati: - Bravo figliuolo! Donna
occupa, nella novellistica moderna, un posto che molti  gli  invidiano, e questo volume rappresenta un intermezzo
salone verso Porta di Ferro, un po' fuori mano; ma la casa  gli  apparteneva e la clientela era già formata, perchè i
Egli non aveva le poltrone che giravano attorno, nè  gli  spazzolini per i mustacchi; ma per una lira il mese
fatta la barba e pigliava il cappello per andarsene, quelli  gli  venivano dietro, lisciandogli il soprabito con la spazzola,
dietro, lisciandogli il soprabito con la spazzola, quasi  gli  facessero il solletico, e se uno non dava loro un soldone,
ch'egli non ci ripigliava neanche il sapone; giovanotti che  gli  sciupavano una bottiglia d'olio per ungersi i capelli e gli
gli sciupavano una bottiglia d'olio per ungersi i capelli e  gli  facevano perdere un'ora per la scriminatura; murifabri
tempo di seccarsi. - Perchè non v'abbonate alla Gazzetta? -  gli  diceva l'amico Agostino, che passava tutte le sue ore
tutte le sue ore libere nella bottega. - È buona per  gli  scuoia-cani della città, la Gazzetta! - Il vero giornale è
fra le coltri fino a tardi e non erano contenti se non  gli  facevano salir le scale un paio di volte almeno. -
se si metteva assieme una serenata e l'amico Agostino  gli  veniva a dire di portare il suo mandolino, non c'era il
note che facevano piangere. In tutta la città non c'era chi  gli  potesse stare a fronte, e i capi-musica dei reggimenti, e
quel suo strumento che, come la casa e la clientela,  gli  veniva dal padre e dal nonno. Ma il grande svago di
la biblioteca circolante; ma quando ne capitava uno che  gli  piaceva davvero, lo andava a comprare addirittura. Così
di loro come se fossero vivi. La sera, quando venivano  gli  amici, a passare un'oretta, egli socchiudeva la porta,
d'If - rispondeva Michele Lisani. Salvatore riassumeva  gli  avvenimenti precedenti, s'interrompeva per richiamare
e lasciava i suoi uditori sbalorditi, con la bocca aperta e  gli  occhi intenti. Ah! quella fuga dal castello! quei custodi
Salvatore si metteva a ridere, perchè quell'idea non  gli  era mai passata pel capo. Si trovava così bene, in quella
di pensarci, a cotesta corbelleria. - Eh, amico caro! -  gli  diceva Agostino - lo sapete che i quarant'anni son passati
i figli. - Trovarla! Dove volete ch'io la vada a pescare? -  Gli  amici ci son per niente? Ma dite piuttosto che avete la
che non aveva un soldo di suo, e il poco che guadagnava non  gli  bastava pei suoi bisogni. Con le tre lire il giorno che gli
gli bastava pei suoi bisogni. Con le tre lire il giorno che  gli  davano dal principe Leoparretti, dove accudiva alla
alla contabilità, sarebbe stato padrone di morir di fame se  gli  fosse venuta la malinconia di ammogliarsi! - Che dice la
strada a un barone, a dir poco! Soltanto, quel gelato non  gli  era andato nè per dritto nè per traverso, perchè, sul più
quella Fanny? - chiedeva l'amico Agostino - Quei fianchi,  gli  avete visti?.. e il resto?.. - Sempre a una cosa voi
Io pensavo al bene, e se vi dico che è una bella ragazza,  gli  è perchè farebbe giusto per voi. Salvatore lasciò cadere il
cadere il discorso, affinchè quello se ne andasse. La testa  gli  frullava ancora, da quella sera, e l'imagine di Fanny non
frullava ancora, da quella sera, e l'imagine di Fanny non  gli  si voleva levar via dagli occhi. La vedeva ancora, come se
si voleva levar via dagli occhi. La vedeva ancora, come se  gli  stesse dinanzi, bionda, graziosa, elegante; gli risuonava
come se gli stesse dinanzi, bionda, graziosa, elegante;  gli  risuonava ancora all'orecchio l'accento simpatico e per lui
leggeva in un lampo e restava poi con la testa intronata e  gli  occhi stanchi, a pensare ai casi proprii. Le cure della
delle pratiche e degli amici cominciavano ad annoiarlo.  Gli  pareva mill'anni di restar solo, senza far niente; gli
Gli pareva mill'anni di restar solo, senza far niente;  gli  pesava di sentir chiacchiere e di sbattere saponata. Ma
chiacchiere e di sbattere saponata. Ma I'amico Agostino  gli  era attorno, a tutti i momenti, cercando di persuaderlo che
a qualche straccione unto e pidocchioso? Ora che tutti  gli  scuoia-cani mettono su di gran saloni e fanno la loro bella
che aveva vista la ragazza, in casa della principessa,  gli  s'erano risvegliati dei calabroni per la testa, e tutti
egli li aveva fatti da un pezzo. La sua bottega  gli  pareva ora ben miserabile; le imposte tarlate si aprivano
a suonare sul mandolino l'aria del Trovatore. La musica non  gli  aveva mai fatto un simile effetto; si sentiva correr dei
vi vuole a palazzo, domenica, per un altro concerto -  gli  era venuto a dire il cocchiere. Salvatore avrebbe voluto
che se lo trascinava dietro come un giocattolo. - Ora  gli  sciupa ogni cosa! - esclamò la Fanny raggiungendo la
confusione nella testa. Era proprio lei, la Fanny, che  gli  aveva fatte quelle confidenze? Ed erano dirette. proprio a
- Cos'ha mai Salvatore? - si chiedevano Santoro, Lisani e  gli  altri amici, nel vederlo sempre rabbuiato. - Guai grossi ci
ad Agostino, che passava per il suo confidente. - Infine -  gli  disse questi, dopo che i suoi discorsi avevano avuto tempo
scanno! Ve lo scanno come una pecora, sotto  gli  occhi e me ne vado in galera... Ah! Perchè mi vedete bono,
a Villa Valdonica e cercava di vedere se ella fosse sotto  gli  eucaliptus, dove soleva aspettarlo, se la vide a un tratto
libri, i giornali, la carta con le loro cifre intrecciate,  gli  altri minuti oggetti che egli le aveva regalati erano tutti
che aveva tenuta fra le sue. Come una nebbia di tristezza  gli  aveva velato la fronte. - Sei già pentito di avermele
di nasconderti qualche cosa?... Guardandola fissamente,  gli  occhi gli si inumidirono. - No, no.... ti credo!,.. Ma se
qualche cosa?... Guardandola fissamente, gli occhi  gli  si inumidirono. - No, no.... ti credo!,.. Ma se sapessi di
passo per trattenerla. Si sentiva soffocare. Quelle parole  gli  avevano bruciato la gola. Non sapeva ancora come aveva
fatto a pronunziarle. Cento volte aveva tentato, ma non  gli  era ancora riuscito. Il pensiero di addolorare, di
di offendere anche con dubbii atroci la donna amata  gli  era stato insostenibile. Come dire a colei che gli
amata gli era stato insostenibile. Come dire a colei che  gli  confessava in tutti i momenti il proprio amore: Tu pensi ad
atroce, insinuante, rinascente non sì tosto scacciato,  gli  era penetrato nell'anima, non gli dava più quiete.... Ella
non sì tosto scacciato, gli era penetrato nell'anima, non  gli  dava più quiete.... Ella diceva di amarlo; quali prove,
cosa importa? Come credere alla sincerità delle parole che  gli  diceva, se parole simili, se forse quelle stesse parole
e quando egli le aveva chiesto se era stata mai amata così,  gli  aveva risposto: Una volta! Una volta! Come se non fosse già
malgrado tutti i suoi sforzi, lo spettro del passato  gli  sorgeva dinanzi, minaccioso, inevitabile. Come lottare
l'infame sospetto?... Allora, le parole del duca di Majoli  gli  tornavano alla memoria, come un rimprovero, come un'accusa.
con quella di ieri." Colui aveva dunque ragione? Perchè  gli  aveva dette quelle parole? Era anch'egli stato un amante
egli aveva cominciato per non curare e che, suo malgrado,  gli  si era imposto inesorabilmente, fino a farlo dubitare di
orgoglio! Più tangibile, più reale, più fatale ora esso  gli  appariva, dinanzi a quei documenti irrefutabili, dinanzi a
denti, non avvertendo neanche il dolore che quegli sforzi  gli  cagionavano. Come li ebbe tutti disfatti, sostò un momento,
Come li ebbe tutti disfatti, sostò un momento, alzando  gli  occhi. Con la persona curvata, il collo teso come in attesa
curvata, il collo teso come in attesa di un colpo mortale,  gli  occhi stranamente spalancati e fissi, le braccia protese
serpentini. Col viso di Porpora, le nari aperte,  gli  occhi sfavillanti, la baronessa era bella d'una fiera e
un'altra. - È un'infamia!... Leggile!... Come ella  gli  mise sotto gli occhi la busta, Andrea Ludovisi lesse: Alla
- È un'infamia!... Leggile!... Come ella gli mise sotto  gli  occhi la busta, Andrea Ludovisi lesse: Alla baronessa
se non credi più alle mie parole? A ciò che ti dicono  gli  altri invece, sì, ci credi! Non è vero niente, ti ripeto:
quando ripensava al come era successo quel precipizio,  gli  pareva d'impazzire. Per acchiappare il tramvai, verso sera,
della fabbrica. — Sta a vedere — borbottava infine, chè  gli  dolevano le scarpe. — Sta a vedere che Carlino ci fa
stessa sera, caldo caldo. E come aveva le mani lunghe, ella  gli  appuntò una gomitata che gli sfondò mezzo lo costole. —
aveva le mani lunghe, ella gli appuntò una gomitata che  gli  sfondò mezzo lo costole. — Cristo! — borbottò. — Cristo,
lo costole. — Cristo! — borbottò. — Cristo, che pugno! — E  gli  altri sghignazzavano. — Io non ho paura di voi né di
— Lasciatemi passare — diceva ella ridendo sottonaso, con  gli  occhi bassi. — Un bacio almeno, cos'è un bacio? Un bacio
— Corpo! che prospettiva ! — Il Pigna se la mangiava con  gli  occhi, di sotto il braccio alzato. Allora ella gli si
con gli occhi, di sotto il braccio alzato. Allora ella  gli  si piantò in faccia, minacciandolo di sbattergli il paniere
faccia accesa: — Lasciatevelo dare, che nessun ci sente. —  Gli  altri due si scompisciavano dalle risa. Infine la ragazza,
come una bestia feroce, senza dire una parola, ricomponendo  gli  strappi del vestito e raccattando il paniere. Gli altri si
gli strappi del vestito e raccattando il paniere.  Gli  altri si guardavano fra di loro con un risolino strano.
abbandonava, inerte, con la testa arrovesciata sui sassi,  gli  occhi che mostravano il bianco. Infine la lasciarono ad uno
stesa supina sul ciglione del sentiero, col viso in su e  gli  occhi spalancati e bianchi. Il Pigna abbrancò per l'omero
pareva di piombo. Poi nella fossa non c'entrava. Carlino  gli  recise il capo, col coltelluccio che per caso aveva il
dove stava da mattina a sera; Carlo vicino a Bergamo, che  gli  avevano messo gli occhi addosso al vagabondare che faceva,
a sera; Carlo vicino a Bergamo, che gli avevano messo  gli  occhi addosso al vagabondare che faceva, e il Pigna alla
macchina; ma al vedere i carabinieri si fece pallido e  gli  s'imbrogliò subito la lingua. Alle Assise, nel gabbione,
lingua. Alle Assise, nel gabbione, volevano mangiarsi con  gli  occhi l'un l'altro, chè si davano del Giuda. Ma quando
quando ripensavano poi al cellulare com'era stato il guaio,  gli  pareva d'impazzire, una cosa dopo l'altra, e come si può
E fa la gelosa! - E tu prendilo e buttalo via! Giovanni  gli  diè tale occhiataccia che il suocero strizzò gli occhi per
Giovanni gli diè tale occhiataccia che il suocero strizzò  gli  occhi per guardarlo meglio in viso. - Marina - poi disse -
per la qualità delle merci, come loro! Di quel che dicevano  gli  altri, anche per screditarlo, egli non si era mai curato nè
nè si curava. Il vedere però che ora l'insidia, il pericolo  gli  veniva da sua moglie e dal suocero che dava ragione alla
da sua moglie e dal suocero che dava ragione alla figlia,  gli  faceva perder la calma. Ah! Se quel fazzoletto fosse stato
soddisfazione a sua moglie, sarebbe stata tale infamia!...  Gli  sarebbe parso di dissotterrare la sua povera morta e
lo scialle e cominciò, come se nulla fosse stato, a servire  gli  avventori che attendevano. Giovanni non era svelto nei
avesse sempre paura di sbagliare. Marina, invece, sbrigava  gli  avventori in un batter d'occhio; prendeva la moneta,
un sorriso, con una buona parola, con un motto scherzoso; e  gli  avventori andavano via contenti, senza accorgersi che
avuto rimorso di aver riso alle parole della moglie, che  gli  aveva picchiato carezzevolmente su la spalla, ripetendo le
più forte la soddisfazione di ritrovarlo colà! Cosa strana!  Gli  era però rimasto nel cuore un senso di pena, sottile
di pena, di quella irrequietezza, e nessun battito lieto  gli  si era mosso in fondo al cuore. Il negozio rigurgitava di
colà nell'assenza di lui. - Credevo che non tornassi più! -  gli  disse Marina. Egli non rispose e si diè a servire gli
- gli disse Marina. Egli non rispose e si diè a servire  gli  avventori che mostravano di aver più fretta degli altri.
strappar la moglie dalle granfie del marito! Pallido, con  gli  occhi sbarrati, con la fronte imperlata da fredde gocce di
buttato? - egli continuava a balbettare, coi pugni tesi e  gli  occhi sbarrati. - E diteglielo dove lo avete nascosto! Non
ci mettono questo coltello nel cuore, a voi e a me. Chè se  gli  si spaccasse il cuore davvero a tutti e due con un coltello
non dorme più, pensando sempre a una cosa, tutt'a un tratto  gli  arriva come una schioppettata la notizia: - Sai? la tale si
ogni giorno più va mostrando all'Italia la sua passione per  gli  studi e per l'arte, esplicantesi in un mecenatismo librario
come sono belle! — Guarda. E preso il braccio del ragazzo,  gli  avvicinò la mano alle ciliege pendenti dal filo. Il
ciechino cominciò a palparle, delicatamente, a una a una; e  gli  occhi senza pupille gli si dilatavano dal piacere, e la
delicatamente, a una a una; e gli occhi senza pupille  gli  si dilatavano dal piacere, e la faccia gli sorrideva tutta
senza pupille gli si dilatavano dal piacere, e la faccia  gli  sorrideva tutta in estasi, quasi per la via del tatto gli
gli sorrideva tutta in estasi, quasi per la via del tatto  gli  arrivasse al palato il sapore di quelle meschine frutte,
tirò indietro il braccio del ciechino, e a bassa voce  gli  disse: — Se avessi un soldo, te le comprerei. Il ciechino,
l'avea comprata, con poco, giacchè - borbottavano  gli  invidiosi - gli piovevano addosso tutte le fortune! E non
comprata, con poco, giacchè - borbottavano gli invidiosi -  gli  piovevano addosso tutte le fortune! E non si era contentato
concluso in un momento. E prima di andarsene, il vecchio  gli  aveva domandato: - Hai preso moglie? - Ho ben altro per la
avere cent'occhi, e.... l'occasione fa l'uomo ladro. Quasi  gli  avesse messo una pulce in un orecchio! - Per chi lavori?
e non come ricordo ormai lontano, ma come qualcosa che  gli  si era compenetrato col sangue, con la carne, con le ossa,
col sangue, con la carne, con le ossa, e che non solamente  gli  impediva di gustare il godimento delle mutate condizioni,
intanto continuare a sfoggiare, quasi i creditori non  gli  avessero già portato via i fondi e non stessero per
- Pel pagamento, vediamoci, ora. Sarebbe meglio.  Gli  sembrava che, con quell'aria da protettore, il cavalier
col vetro sotto l'immagine della Madonna delle Grazie, ora  gli  sarebbe parso di disprezzarla, di rinnegarla aggiungendo
di rinnegarla aggiungendo quel don al nome che  gli  era stato dato al fonte battesimale, come di tanto in tanto
era stato dato al fonte battesimale, come di tanto in tanto  gli  consigliava qualcuno; ma.... consiglio non chiesto, inganno
mancava ora quel buon cristiano del cavalier Ferro!  Gli  si era piantato davanti, mentre don Pietro, a capo chino,
sempre qualche prudente consiglio da dare. - Ebbene, -  gli  disse il cavaliere, appena don Pietro alzò gli occhi,
- Ebbene, - gli disse il cavaliere, appena don Pietro alzò  gli  occhi, vedendo quasi un'ombra che gli sbarrava la via, -
don Pietro alzò gli occhi, vedendo quasi un'ombra che  gli  sbarrava la via, - ebbene, meglio così: nè voi, nè io. Tra
signori, re, imperatori, papi!... - Se fosse vero, non  gli  faremmo molto onore! Voi, per esempio, oprate
piedi! - Infine, compare Nittu, si tratta di una ragazzata!  Gli  innamorati non ragionano; gliela faremo intender noi la
però da qui a domani.... - borbottò lo Storto stralunando  gli  occhi. - Basta che non mi capiti tra piedi. - C'è rimedio a
lo saprò domani, - Pensava avvicinandosi al convento. -  Gli  ho detto così a fin di bene.... Padre Francesco mi
figura; lo sapeva anche dalle parole d'ammirazione che  gli  erano giunte talvolta all'orecchio, andando attorno col
Non se ne dava pace. Un giorno, finalmente, il babbo  gli  rispose: — Se passi col maximum dei punti, sarai
e perdersi in una nebbia fitta l'agognata giacchetta,  gli  agognati pantaloni lunghi, che gli erano stati così
l'agognata giacchetta, gli agognati pantaloni lunghi, che  gli  erano stati così evidentemente davanti agli occhi
non sapeva dir altro. E siccome il babbo, sorridendo,  gli  accennava di chetarsi, così egli soggiunse : — Parola di
il naturale suo proprio che la vince, o il nervoso che  gli  mette addosso il va e vieni della donna, la quale sembra
argomentando per il tono più intimo delle seguenti che  gli  amanti dovevano essersi avvicinati.
chiamato in giudizio la madre? Un'altra avrebbe voluto  gli  alimenti, che sono nella legge!... Lei no, invece; perchè
e conservati lì, allo stesso posto, sin dal tempo in cui  gli  erano morte, in meno di tre mesi, la moglie e le due
gatto; l'asino, vecchio, spelato, con le orecchie basse e  gli  occhi cisposi; il gatto, magro, egualmente spelato per
era vero. Si era visto vuotare la casa in tre mesi; il tifo  gli  aveva portato via moglie e figliuole, ed egli non aveva
aveva voluto più vedere nessuno, quasi moglie e figliuole  gli  fossero state ammazzate dalla gente. Abballinate le
s'erano scordate di lui! Quell'anno però, a poco a poco,  gli  era entrata in mente la convinzione che la sua vitaccia
miserie altrui? Quasi ne aveva rabbia e vergogna. Forse  gli  altri mostravano pietà e compassione per lui? Lo chiamavano
venute ad abitare da poco tempo lì di faccia, e il cuore  gli  si inteneriva per ricordi che egli credeva scancellati da
da un pezzo. Era illusione della sua fantasia o realtà?  Gli  pareva che le due orfanelle raccolte dalla zia strega — non
la pipa senza barattare una sillaba coi vicini che non  gli  rivolgevano la parola perchè sapevano che non rispondeva a
più volte alla finestra, stizzito di tale assenza.  Gli  mancava qualche cosa. Almeno prima si distraeva, mentre
oltre. Due giorni appresso però non aveva potuto frenarsi;  gli  era costato un grande sforzo il trattenersi
sepoltura! E tutt'a un tratto, quasi qualcosa d'indurito  gli  si fosse liquefatto nel cuore, quel giorno non aveva più
e si consola subito. - È giovata la predica allo Storto? O  gli  è entrata da un orecchio e gli uscita dall'altro? - domandò
la predica allo Storto? O gli è entrata da un orecchio e  gli  uscita dall'altro? - domandò il garzone. - Prepara la mula
me e l'asina per lei, - rispose don Pietro, accennando con  gli  occhi la ragazza. E salì su. Trisuzza gli venne incontro
accennando con gli occhi la ragazza. E salì su. Trisuzza  gli  venne incontro nell'anticamera. Don Pietro scosse la testa
sant'uomo del padrone - lo chiamava così parlandone con  gli  altri - si permetteva di sgridarlo ogni volta che gli
con gli altri - si permetteva di sgridarlo ogni volta che  gli  vedeva commettere qualcuno di quegli spropositi di
era che poi, imitando il padrone, eommetteva anche lei  gli  stessi spropositi di buon cuore e senza dirgliene niente,
denaro a donna Ortensia, glielo contava e ricontava sotto  gli  occhi per farle intendere che non bisognava mai dubitare
prestito - la buona donna, con la voce piena di pianto,  gli  andava gridando dietro per le stanze: - Peggio che chiedere
fosse stata una jettatura. Per questo, vedendola spalancar  gli  occhi alla vista della figlia dello Storto, don Pietro le
le braccia in croce sul petto, la testa inchinata da lato e  gli  occhi bassi: - Per la consorella ammalata. Ne imitava anche
Che cosa potevo darle? A stento una bottiglia di vino;  gli  ultimi sgoccioli del caratello. Don Pietro approvava. - Era
trattative con un cugino del marito di Lisa che aveva posto  gli  occhi su Giovanna; e don Paolo sembrava più arzillo di
la testa non lo serviva bene come una volta; la memoria  gli  veniva meno di giorno in giorno. Chiacchierava troppo del
del passato, rammentandosi i più minuti particolari; ma  gli  avvenimenti vicini, anche della giornata, gli si
ma gli avvenimenti vicini, anche della giornata,  gli  si scancellavano subito dalla mente. Le prime volte,
con aria diffidente, quasi andasse notando novità che  gli  dispiacevano. Brontolava, si stizziva per cose da nulla,
ma egli non se n'avvedeva; e mentre Lisa chiudeva  gli  scuretti della finestra, egli dava mano a spogliarsi, e
da santi; e Lisa e Giovanna erano proprio due sante, che  gli  volevano bene, e lo adoravano, e lo compativano, povero
volta leticava col marito che non aveva carità, com' ella  gli  rimproverava: — Forse sa quel che fa, poverino ? Ora, di
bastava buttarsi addosso una salvietta, un asciugamani — e  gli  dava braccio per le scale. Scendevano giù, in istalla o in
sfogava a parlare del passato lontano, molto lontano, che  gli  veniva alla mente con lucidità e precisione meravigliosa.
le lascierò nude in mezzo a una via! — Fate bene, —  gli  diceva Lisa ridendo. — Dovreste lasciare la roba a
ossia non vada al di là dei limiti imposti dal rispetto per  gli  altri, specialmente per le signore. La maschera autorizza
; che riporterà a casa il vestito meno sfavillante di come  gli  è stato consegnato dall'artefice. Specialmente debbono
i fidanzati che accompagnano le fidanzate e, in genere,  gli  uomini che accompagnano delle signore, perché, esagerando
a invidiare e, secondo i casi, ad ammirare o a criticare  gli  altri. La maschera sul viso non si deve che tener per poco;
col cuore arso da una invincibile ira contro Dio e contro  gli  uomini. Pensò che il bambino lo avesse deposto lì qualche
ma ii cavallo, per la prima volta dacchè era suo, non  gli  obbediva; non andava avanti: sollevava e scuoteva la testa
un brigante: la creatura innocente si contentò di sollevare  gli  occhi. Che occhi! Grandi, pensierosi, di un colore
tutti i rimorsi veri, rincrudiva il suo disamore per tutti  gli  altri bambini del mondo che non erano suoi. I bambini
barone aveva ricevuto una lettera di Rosaria che  gli  domandava perdono e gli annunziava la sua partenza per
ricevuto una lettera di Rosaria che gli domandava perdono e  gli  annunziava la sua partenza per Siracusa, dove era la casa
ormai nel Tribunale e nella Gran Corte? - quella mattina  gli  disse nel suo schietto napoletano: - Ma, caro barone, a
argomentaziono del suo ragionamento. - Ma, barone mio!... -  gli  si rivoltò all'ultimo. Il barone parve volesse sparire
E il cugino marchese stava ad ascoltarselo chiudendo  gli  occhi. - Ed ecco, caro cugino! Ci siamo riveduti in Gran
mano cerca la testa del bambino sollevato sui guanciali e  gli  avvicina la tazza alla bocca: e il malato beve il latte
al letto dov'era il bambino, e lo toccava timidamente,  gli  parlava sottovoce, poteva star lì finchè voleva. II
alle serve di far alzare il nuovo Elis. Lo alzarono. Albina  gli  aveva lavato il vestitino, e gli ravviò i capelli fini
Elis. Lo alzarono. Albina gli aveva lavato il vestitino, e  gli  ravviò i capelli fini ondulati e lunghi. Era bello, adesso,
disponeva a muovere un piede dal quinto al quarto scalino,  gli  venne veduto con la coda dell'occhio, in un angolo della
era vestito alla leggera, d'una tunichetta succinta, che  gli  scendeva appena al ginocchio. Dai lembi di questa
piccoli uncini. Una mantellina corta, a foggia di clamide,  gli  si rigirava intorno al petto, ricadendo con un capo dalla
strana apparizione; e stette parecchi minuti secondi, che  gli  parvero secoli, come impietrito, a guardare. Che in quella
a giorno chiaro i tarli, i sorci, i ragni canterini,  gli  orologi della morte, l'umidità, l'arsura, i riscontri
l'aveva dimenticata più; il riverbero di quegli incendii  gli  era rimasto davanti agli occhi, e negli orecchi i pianti e
di tragitto e mettere almeno l'acqua del fiume tra loro e  gli  svizzeri creduti alle spalle. E la rivoluzione era finita.
raso, senza un pelo su la faccia, perchè la polizia  gli  aveva imposto così. Lo zi' Croce però, in campagna, s'era
solitudine della campagna. - Zi' Croce, che cosa cantate? -  gli  domandavano i vicini. - Canzoni di sdegno. E per lui erano
vicini. - Canzoni di sdegno. E per lui erano tali davvero.  Gli  anni passavano senza novità, ma egli sperava sempre. Le
egli guardava quel volontario prigioniero, aspettando che  gli  facesse un cenno di saluto, nient'altro cenno che lo Croce
di speranza, quasi che con quel cenno di saluto don Pietro  gli  avesse assicurato: - La rivoluzione? Domani. Dal colèra del
già sarebbe stato laggiù, nel carnaio dei Cappuccini!  Gli  veniva la pelle d'oca. Ma dunque non ci pensavano più alla
ripartì, ritornò. E una sera finalmente don Pietro  gli  confidò: - Quelli del Comitato Segreto sono di là. Lo zi'
l'avesse fatta lui. E non pensava più ai birri che  gli  avevano buttato la polverina bianca bianca davanti a la
a la porta di casa; anzi la mattina che don Pietro e  gli  altri del Comitato condussero in piazza quei poveri birri,
poveri birri, smorti e tremanti, per dire al popolo: - Chi  gli  torce un capello, va fucilato; - lo zi' Croce si sentì
E non aveva potuto frenare le lagrime di commozione che  gli  velavano gli occhi. Ma anche lì, in caserma, c'era con lui
potuto frenare le lagrime di commozione che gli velavano  gli  occhi. Ma anche lì, in caserma, c'era con lui quel
diè oggi due, domani quattro palanche, finchè un giorno non  gli  vide commettere un sacrilegio che lo fece inorridite. Il
tornare a Napoli, rivederla in quel quadro dove prima  gli  era apparsa, rifare a passo a passo - ora - il cammino
tutti i suoi capricci, non aveva più volontà propria;  gli  si era data tutta, anima e corpo, il giorno che aveva
accaduto; non una contrazione aveva rivelata l'angoscia che  gli  stringeva il cuore.... Era dunque vero? Egli amava la
soltanto al dolore di cui la felicità di Andrea Ludovisi  gli  era cagione; da molto, da lungo tempo, scendendo
Ora, nella calma relativa in cui sapeva la baronessa,  gli  sarebbe parso un tradimento, un delitto, tentar di
in un modo generale e teorico, sulla sincerità umana,  gli  aveva dette delle parole che suonavano come un'ammonizione.
la baronessa, dopo averle espresso quel desiderio, ella  gli  si fece incontro con un'aria festosa. - Una sorpresa!
quella donna in veste bianca, circonfusa di veli; e alzando  gli  occhi verso di lei, chiese con un accento di incredulità: -
egli guardava ancora il ritratto. - Andrea! - e, levatasi,  gli  si avvicinò. Mute, grosse, luccicanti, le lacrime gli
gli si avvicinò. Mute, grosse, luccicanti, le lacrime  gli  sgorgavano dagli occhi spalancati, gli rigavano le guancie,
le lacrime gli sgorgavano dagli occhi spalancati,  gli  rigavano le guancie, cadevano una dopo l'altra sulle mani
a sgorgargli dalle palpebre gonfie. Ora, dei singhiozzi  gli  salivano alla gola, lo scuotevano tutto, gli scomponevano
dei singhiozzi gli salivano alla gola, lo scuotevano tutto,  gli  scomponevano il viso. - Lasciami.... lasciami.... - Ma
egli le si era messo in ginocchio dinanzi, asciugandosi  gli  occhi con la sua veste, un lembo della quale portava di
pubblico. - Quel Cipolla era persona di sua fiducia? -  gli  domandò il Giudice Istruttore bruscamente. - Ma, lei
È Assessore, è Presidente del Fascio dei Reduci.... e non  gli  si cava nulla di bocca. Ha paura? Prima fanno il male; per
nomini qualcuno! Ha paura? Sicuro, aveva paura, come tutti  gli  altri signori! Donna Beatrice gli aveva raccomandato: - Non
aveva paura, come tutti gli altri signori! Donna Beatrice  gli  aveva raccomandato: - Non vi compromettete! I soldati
Ma ragionandone col padre di Vincenzino, l'amarezza  gli  tornava a gola: - Volete scommettere che colui sarà di
di Vincenzino assentì stringendo lo labbra, strizzando  gli  occhi, crollando il capo. E finita la cerimonia nuziale,
trombe dei Fascio dei Reduci e il loro bel taratatà che  gli  aveva fatto prendere tante arrabbiature due anni addietro!
chiuse  gli  occhi compare Nanni, e ci era ancora il prete colla stola,
carta sul ginocchio, per scrivere la ricetta, compare Nanni  gli  guardava le mani con aria pietosa, e biascicava: - Almeno,
fossi un barone - rispondeva lui - che può fare quello che  gli  pare e piace! I fratelli, che erano come le dita della
- Così non pagava più la pigione della casa - dicevano  gli  altri. Carmenio fece il suo fagotto, e andò pastore da
con lui. E si fermava su la possibilità che la legge  gli  dèsse torto; infatti la tutrice era colei, la sola parente.
era tornato a rivivere con quelle due creature, che ora  gli  sembravano più che mai il ritratto delle figliuole morte.
quell'ingiustizia. Non c'era stato uomo al mondo che  gli  avesse mai fatto, a lui, don Paolo, una soverchieria; e
giorni dopo il viaggio di nozze,  gli  sposi, essi per i primi, vanno a fare le visite di dovere,
il resto della settimana. Per isbrigarsi da tutto ciò,  gli  sposi hanno bisogno da uno a due mesi di corvée, di visite:
accompagnare, massime nei giorni, la sposa, dappertutto.  Gli  uomini, in generale, partecipano poco ai giorni di
in generale, partecipano poco ai giorni di ricevimenti:  gli  sposi, come ho detto, possono presentarsi insieme, solo
five o'clock, di sola importanza muliebre. E ora, lasceremo  gli  sposi slanciati nella vita, sbrigarsela loro: parleremo di
della dote per suo conto. Il partito ce l' aveva già sotto  gli  occhi nella stessa casa, Brasi, lo sguattero, che faceva la
era morta. In quel mentre faceva l' occhietto a Brasi, e  gli  confidava che fra due o tre anni ci avrebbe avuto un
la chiamava. Brasi da quell'orecchio non ci sentiva. Ma  gli  piaceva la Lucia, coi suoi occhi di carbone, e la grazia di
nell'angolo del forno, rossa in viso come la bragia, e  gli  gettava in faccia gli strofinacci ed i sarmenti, mentre
rossa in viso come la bragia, e gli gettava in faccia  gli  strofinacci ed i sarmenti, mentre l'acqua gli sgocciolava
in faccia gli strofinacci ed i sarmenti, mentre l'acqua  gli  sgocciolava nella schiena come una delizia. - «E colla
mortificato. Raccattava la foglia d'indivia che ella  gli  aveva buttato in faccia, e se la ficcava in petto, dentro
certi pugni sodi da contadina, che lo facevano aggobbire, e  gli  davano dei cattivi sogni la notte, diceva lui. Lo pigliava
quando lui mangiava pane e cipolla sotto un olivo, e lei  gli  coglieva le spighe nel campo? Allora serva e cuoco si
babbo, il bestiame, la Rossa, le malannate: - tutt' e due  gli  stessi, lei e Brasi, in quella cucina; parevano fatti l'uno
del forno, quando non c' era Brasi. Oramai a quel cristiano  gli  voleva bene, collo stare insieme davanti al fuoco tutto il
la mano, senza rispondere, e quando Brasi le chiese che  gli  restituisse il bacio ella lo fece, arrossendo. - Che non ne
di sposarla. Ma lui non ne parlava neppure, e se la ragazza  gli  toccava quel tasto, rispondeva: - Che premura hai? Poi è
e non mi guardate più! Ora lo sapeva com' erano fatti  gli  uomini. Tutti bugiardi e traditori. Non voleva sentirne più
perchè sua moglie non udisse, rimproverando la ragazza che  gli  mancasse di rispetto, quando lo faceva correre, tenendosi
per la tua dote. Brasi per 20 onze si fa cavare tutti e due  gli  occhi! Ah! quel cuore nero di Brasi! La lasciava nelle
colla faccia tutta stravolta, e i pendenti di oro che  gli  sbattevano sulle guance. Brasi sgranava gli occhi, e le
di oro che gli sbattevano sulle guance. Brasi sgranava  gli  occhi, e le diceva: - Come siete bella così, comare Lucia!
vi piaccio così? Va bene, va bene!! Brasi ora che vedeva  gli  orecchini e tutto il resto si sbracciava a mostrarlesi
Ma Lucia si faceva rossa, o pallida, o le si gonfiavano  gli  occhi di pianto, e si nascondeva il volto nel grembiale.
ha denari in tasca non ha motivo di vergognarsi e di tenere  gli  occhi bassi; massime poi quando gli occhi son belli come
vergognarsi e di tenere gli occhi bassi; massime poi quando  gli  occhi son belli come quelli di comare Lucia. La poveretta
Don Venerando adesso aveva preso a benvolere anche lui, e  gli  regalava i vestiti smessi e gli stivali rotti. Allorchè
a benvolere anche lui, e gli regalava i vestiti smessi e  gli  stivali rotti. Allorchè scendeva in cantina gli dava un bel
smessi e gli stivali rotti. Allorchè scendeva in cantina  gli  dava un bel gotto di vino, dicendogli: - Tè! bevi alla mia
vino, dicendogli: - Tè! bevi alla mia salute. E il pancione  gli  ballava dal tanto ridere al vedere le smorfie che faceva
la cerimonia nuziale: richiestimi, evidentemente, perché  gli  usi non sono da per tutto gli stessi. Nessun segno di lutto
evidentemente, perché gli usi non sono da per tutto  gli  stessi. Nessun segno di lutto il giorno del matrimonio: se
della sposa col padre dello sposo, i parenti, i testimoni,  gli  altri invitati. Qualcuno avrà curato di formare le coppie,
a mescolare parenti della sposa con parenti dello sposo.  Gli  sposi vanno alle sedie preparate per loro: lei a sinistra,
la madre della sposa. Nella prima vettura prendono posto  gli  sposi; nella seconda i genitori dell'uno e dell'altro. Alla
anziano. Verso la fine del ricevimento o della colazione,  gli  sposi, profittando di un momento in cui la conversazione è
selvatiche. Anche lui era selvatico, ma tanto buono che  gli  uccelli gli si posavano sul braccio, e le serpi accorrevano
Anche lui era selvatico, ma tanto buono che gli uccelli  gli  si posavano sul braccio, e le serpi accorrevano al suo
sua capanna e guardava le stelle. Anche i gatti selvatici  gli  facevano compagnia. La gente diceva che era un po' matto;
biscie che si sollevavano incantate dal suo fischio. Forse  gli  stessi fantastici riflessi che anche lei vedeva negli occhi
il mare perché troppo sovente si cambia in mostro e divora  gli  uomini vivi: e aveva anche pietà dei pesci che vengono
innocenti. Persino dei fiori egli aveva compassione; e  gli  uccelli e tutte le bestioline della valle, persino le
tutte le bestioline della valle, persino le bisce, persino  gli  scorpioni, gli diventavano amici. Questa è la sua vera
della valle, persino le bisce, persino gli scorpioni,  gli  diventavano amici. Questa è la sua vera storia.» E questa
non sono certo di non aver sognato. So che d'un tratto  gli  usci si riaprirono: riapparve il vecchio, che s'era tolto
tavola, accanto al regoletto di legno. La moglie intanto  gli  mette dinanzi pane, vino, formaggio, e la pipa carica
i libri del solerte Giannotta, e mi portano qui, fra  gli  alti monti Lucani, tutta l'odorosa e dolce fragranza della
metteva tutto quello che aveva al lotto, ma Vincenzina  gli  faceva sempre una fredda accoglienza, rinfacciandogli la
è più giallo di prima - dicevano nel cortile - Che cosa,  gli  è successo? - La solita disgrazia. - Quando si dice la
È nato predestinato... Lui si rivolgeva al baronello,  gli  faceva la corte, chiedendogli quattrini in prestito, ma
grandi dimostrazioni di amicizia, finchè un giorno  gli  fece una proposta. - C'è da far fortuna, col negozio delle
fidati, a Trieste. Se vuoi, possiamo tentare insieme. E  gli  strappava cinquanta lire, cento lire, a un po' per volta,
ad Antonietta che lo faceva disperare. Quando don Felice  gli  ebbe carpito due mila lire, per la grande spedizione, non
si parlò d'altro. - È scappato con la vedova del tintore! -  Gli  pesano poco, quelle messe fuori fin'oggi? - Chi si contenta
là. - Va via, che cosa vuoi? Dov'è scappato quel ladro? Che  gli  tenete il sacco? - No, Alberto, senti... non gridare - e lo
che non c'è sabato! - diceva Rosa a maestro Titta, mentre  gli  si raccomandava di procurarle un posto, perchè i suoi
l'illusione per don Paolo era completa; Lisa e Giovanna  gli  parevano proprio risuscitate, ora che vedeva quelle
mie! E si indignò contro la strega, una domenica che Lisa  gli  domandò: — Che dobbiamo dire? — Il paternostro,
l'avemmaria. — Non li sappiamo. Ah, stregaccia! Non  gli  aveva neppure insegnato l'avemmaria e il paternostro! Le
rimboccati sulle gambe possenti e una maglia gialliccia che  gli  disegna il petto grasso e il ventre prominente. Ha sulle
il movimento d'una barca. Spinto da un'idea confusa io  gli  vado appresso finchè gli sono alle spalle e lo costringo a
Spinto da un'idea confusa io gli vado appresso finchè  gli  sono alle spalle e lo costringo a voltarsi, a vedermi. Gli
gli sono alle spalle e lo costringo a voltarsi, a vedermi.  Gli  stavo così addosso ch'egli sulle prime credette che
sorrideva. Aveva tutti i denti intatti, di vecchio lupo, e  gli  occhi del colore del mare. E cominciò a farmi dei cenni con
con la testa domandandomi dove andavo e che cosa volevo.  Gli  accennai che cercavo di lui. Di lui? Si fermò, fermandomi
leggere; e me lo fece sapere in modo grottesco, chiudendo  gli  occhi e battendo il dito sul taccuino per indicarmi che non
mi credeva incapace di lavorare. Riprese a camminare ed io  gli  andai a fianco: egli aveva rivoltato la fiocina e la
soltanto un po' di pane! - Che fate più qui, barone?  gli  aveva detto don Emanuele Cerrotta. - Ora aspettiamo la
Zingàli, tutte le sofferenze, tutte le umiliazioni patite  gli  risalivano alla gola, gli attossiccavano la bocca, quasi
tutte le umiliazioni patite gli risalivano alla gola,  gli  attossiccavano la bocca, quasi gli fossero rimaste
risalivano alla gola, gli attossiccavano la bocca, quasi  gli  fossero rimaste indigeste da più di due anni. E quel tanfo
orgoglio pel suo carattere, ora, soltanto ora, quel tanfo  gli  mozzava il fiato; ora, soltanto ora, quel sudiciume che
ora, soltanto ora, quel sudiciume che portava addosso  gli  dava nausea! E la mattina dopo montò sul carretto di un
di campagna. Il sole lo cuoceva, le scosse del carretto  gli  indolenzivano le ossa. Ma, steso quasi bocconi su le dure
poco dopo, un contadino s'affacciò dal ciglione: - Zitto! -  gli  disse. - Sono stanco; la salita è ripida.
stava tagliando i capelli a un signore, per miracolo non  gli  cavò un occhio, col braccio che gli tremava. - Se crede -
per miracolo non gli cavò un occhio, col braccio che  gli  tremava. - Se crede - disse al principale - il salone lo
vi stava prima. La casa di contro, alta e grigia, pareva  gli  pesasse sullo stomaco, ed egli non si fidò neanche di
i conti. La disposizione interna era stata un poco mutata;  gli  scaffali della profumeria spostati; i divani rivestiti di
casa, dove Fanny lo aspettava. Il vicino, vedendolo venire,  gli  dette la chiave dell'uscio. - Vostra moglie è andata fuori.
bottega sempre deserta, ad affilare i rasoi perchè non  gli  si arrugginissero, o a fare i conti dei suoi debiti. Quando
lei alla bottega, in fretta, con le guancie rosse e  gli  occhi brillanti. - Dammi dieci lire. - Dieci lire? Se non
Agostino. - È fuori - rispondeva la serva. Tornava, e  gli  rispondevano sempre: - È fuori, oggi non verrà a casa.
lui, un tempo, era stato il padrone in casa sua, e non  gli  avrebbe negato un piccolo favore. - Dieci lire? Perchè vi
- Ah, sono per vostra moglie? Glie le porto io. Fanny  gli  restava obbligata, lo invitava a tornare, lo tratteneva
lo sposo ha un grande amico, o un parente carissimo che  gli  ha fatto da padre, o un superiore nella sua carriera, o un
reverenza, di gratitudine, quelli che debbono determinare  gli  sposi alla scelta di un compare. Scegliere un compare solo
offrendolo a muso storto, e se ne vanno via, prima che  gli  sposi partano pel viaggio di nozze: dopo, chi si è visto,
coppie, serviranno. La famiglia che sceglie il compare,  gli  fa un invito intimo: quando ha accettato, gli scrive un
il compare, gli fa un invito intimo: quando ha accettato,  gli  scrive un invito formale. L'altra famiglia conferma