Vocabolario dinamico dell'Italiano Moderno

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dice che il negozio  di  vino non è riuscito a quell'imbroglione di Cola Rava.
che il negozio di vino non è riuscito a quell'imbroglione  di  Cola Rava.
LETTERARIA ROMA — Tipografia dell'Ospizio  di  S. Michele in esercizio di Carlo Verdesi e C.
ROMA — Tipografia dell'Ospizio di S. Michele in esercizio  di  Carlo Verdesi e C.
 di  confusione delle sorelle. Carmelina va verso la porta di
di confusione delle sorelle. Carmelina va verso la porta  di  sinistra, Caterina verso destra).
LETTERARIA. I diritti  di  riproduzione e di traduzione sono riservati per tutti i
LETTERARIA. I diritti di riproduzione e  di  traduzione sono riservati per tutti i paesi, compresi la
e l'Olanda. Si riterrà contraffatto qualunque esemplare  di  quest'opera che non porti la firma dell'autrice.
stanzette della casuccia dov'era morta sua madre. La camera  di  lei però non poteva più contenere il deposito delle merci
non poteva più contenere il deposito delle merci che poi,  di  mano in mano, egli faceva trasportare nel negozio. Era
Era stato costretto a cercare un'altra casa e, invece  di  affittarla, l'avea comprata, con poco, giacchè -
piovevano addosso tutte le fortune! E non si era contentato  di  ripulirne la facciata, ma l'aveva rialzata di un piano, con
contentato di ripulirne la facciata, ma l'aveva rialzata  di  un piano, con terrazzini invece di finestre e, sul tetto,
ma l'aveva rialzata di un piano, con terrazzini invece  di  finestre e, sul tetto, una vasta terrazza. - Ora che ha
del territorio; e lassù, su la terrazza, una dozzina  di  donne rompevano i gusci, mettevano da parte i nocciuoli che
Messina, e tornavano da lui trasmutati in bei gruzzoletti  di  monete d'oro o in carte da cento, da cinquecento e anche da
da cento, da cinquecento e anche da mille lire, a dispetto  di  coloro che avevano prognosticato: - Chi troppo abbraccia
- Chi troppo abbraccia nulla stringe! Appunto, a proposito  di  una piccola partita di mandorle, egli aveva riveduto, dopo
nulla stringe! Appunto, a proposito di una piccola partita  di  mandorle, egli aveva riveduto, dopo tanti anni, un
aveva riveduto, dopo tanti anni, un contadino vecchio amico  di  suo padre, e andato a domiciliarsi in un paesetto vicino.
GIOVANNI LIARDO MERCI ED ALTRO ed era entrato, contento  di  conoscere il figlio della buon'anima dell'amico, e di
di conoscere il figlio della buon'anima dell'amico, e  di  vederlo in auge. Il negozio delle mandorle era stato
delle mandorle era stato concluso in un momento. E prima  di  andarsene, il vecchio gli aveva domandato: - Hai preso
avere in casa e qui una persona interessata al pari  di  te, invece di una serva o di una giovane di bottega che....
in casa e qui una persona interessata al pari di te, invece  di  una serva o di una giovane di bottega che.... che.... Non
persona interessata al pari di te, invece di una serva o  di  una giovane di bottega che.... che.... Non intendo dir male
al pari di te, invece di una serva o di una giovane  di  bottega che.... che.... Non intendo dir male di nessuno; ma
una giovane di bottega che.... che.... Non intendo dir male  di  nessuno; ma tu non puoi avere cent'occhi, e.... l'occasione
con la carne, con le ossa, e che non solamente gli impediva  di  gustare il godimento delle mutate condizioni, ma lo rendeva
si fa credito, domani sì - egli non era mai stato capace  di  dir di no al cavalier Mazza che, rovinatosi col gioco della
credito, domani sì - egli non era mai stato capace di dir  di  no al cavalier Mazza che, rovinatosi col gioco della
i pochi capelli dietro il cranio malamente ritinti, vestito  di  stoffa chiara pure d'inverno, per ringiovanirsi anche così,
anche così, il cavalier Mazza entrava nel negozio con aria  di  protettore: - Vediamo!... vediamo!... Dovresti avervi....
città? Bravo! Coraggio! Avanti! Egli non aveva mai osato  di  rispondergli: - Pel pagamento, vediamoci, ora. Sarebbe
con quell'aria da protettore, il cavalier Mazza intendesse  di  rammentargli: - Bada: ti conosco da bambino. Tua madre ha
significa niente. Vent'anni fa, andando a scuola, tremavi  di  freddo con quegli stracci che portavi in dosso, e non avevi
stracci che portavi in dosso, e non avevi sempre un po'  di  companatico per la fetta di pane della colazione....
e non avevi sempre un po' di companatico per la fetta  di  pane della colazione.... Dunque.... dunque un onore per te,
anche a credito. Forse il cavalier Mazza non pensava niente  di  tutto ciò; lo pensava però lui, ed era precisamente come se
dentro l'orecchio, e quantunque la sera, prima  di  addormentarsi, passasse in rassegna tutte le ragazze da
in rassegna tutte le ragazze da marito che conosceva  di  vista e anche quelle che non conosceva, non sapeva
non sapeva decidersi a fare un passo, per quel sentimento  di  timidezza, d'imbarazzo, di eccessiva umiltà che era
un passo, per quel sentimento di timidezza, d'imbarazzo,  di  eccessiva umiltà che era l'impronta, forse indelebile,
Un altro, al suo posto, avrebbe messo superbia. Invece  di  mastro Giovanni Liardo, si sarebbe fatto chiamare don
Liardo anche per far dispetto a quei cavalieri morti  di  farne, che parlando di lui dicevano sempre: Il figlio
far dispetto a quei cavalieri morti di farne, che parlando  di  lui dicevano sempre: Il figlio dell'Acconciapèntole, quasi
nome e cognome. Egli, all'opposto, si reputava onorato  di  quel che a coloro sembrava titolo dispregiativo. Se sua
in casa e nel negozio, non si sarebbe affatto vergognata  di  aver acconciato pentole e impagliato seggiole. Ed ora
ora ch'egli era arrivato a quel punto, soltanto per opera  di  lei, per virtù, n'era profondamente convinto, di quel
per opera di lei, per virtù, n'era profondamente convinto,  di  quel fazzoletto di cotone a fiorami rossi su fondo giallo
per virtù, n'era profondamente convinto, di quel fazzoletto  di  cotone a fiorami rossi su fondo giallo che stava in cima
della Madonna delle Grazie, ora gli sarebbe parso  di  disprezzarla, di rinnegarla aggiungendo quel don al nome
delle Grazie, ora gli sarebbe parso di disprezzarla,  di  rinnegarla aggiungendo quel don al nome che gli era stato
al nome che gli era stato dato al fonte battesimale, come  di  tanto in tanto gli consigliava qualcuno; ma.... consiglio
Come descrivere il profumo impercettibilmente dolce  di  questa ciocca di lillà che muore nel calice di cristallo?
il profumo impercettibilmente dolce di questa ciocca  di  lillà che muore nel calice di cristallo? Esso mi riempie
dolce di questa ciocca di lillà che muore nel calice  di  cristallo? Esso mi riempie l'animo di un soave turbamento,
che muore nel calice di cristallo? Esso mi riempie l'animo  di  un soave turbamento, mi ridesta mille confuse imagini, mi
ad un altro la sensazione mia?... Come descrivere il colore  di  questi fiori? Dirò che è celeste? Vorrà dire: colore del
vissuto dalla nascita nelle profondità della terra, un'idea  di  questo colore o di un colore qualsia?
nelle profondità della terra, un'idea di questo colore o  di  un colore qualsia?
che tutta la stampa s'è diffusamente occupata  di  questa simpatica «Biblioteca Popolare Contemporanea» edita
vita intellettuale italiana. Ora con queste pagine A Zonzo  di  Ferdinando Martini, rapide impressioni e scenette di
Zonzo di Ferdinando Martini, rapide impressioni e scenette  di  viaggio rese magistralmente con sobrii tocchi di penna e
e scenette di viaggio rese magistralmente con sobrii tocchi  di  penna e che hanno il solo difetto di essere (peccato!)
con sobrii tocchi di penna e che hanno il solo difetto  di  essere (peccato!) troppo brevi, l'editore Giannotta s'é
e riconoscenza. E noi, da canto nostro, lo ringraziamo  di  cuore. (Helios di Castelvetrano, 6 aprile 1899).
E noi, da canto nostro, lo ringraziamo di cuore. (Helios  di  Castelvetrano, 6 aprile 1899).
già iavorava da qualche ora. Nell'anticamera, mezza dozzina  di  seggiole e un lumino, con tubo affumicato e riflessore di
di seggiole e un lumino, con tubo affumicato e riflessore  di  latta, alla parete. Nello studio, due scaffali zeppi di
di latta, alla parete. Nello studio, due scaffali zeppi  di  scritture e di memorie legali, tre seggiole compagne a
parete. Nello studio, due scaffali zeppi di scritture e  di  memorie legali, tre seggiole compagne a quelle
a quelle dell'anticamera e una a bracciuoli; un tavolino  di  abete, tinto a uso mogano, ingombro di carte, con accanto
un tavolino di abete, tinto a uso mogano, ingombro  di  carte, con accanto al calamaio un fazzoletto di cotone
ingombro di carte, con accanto al calamaio un fazzoletto  di  cotone azzurro e la tabacchiera di cartone verniciato,
calamaio un fazzoletto di cotone azzurro e la tabacchiera  di  cartone verniciato, mezza aperta per poter prendere più
mezza aperta per poter prendere più facilmente il rapè  di  cui don Emanuele si riempiva di tratto in tratto il naso,
più facilmente il rapè di cui don Emanuele si riempiva  di  tratto in tratto il naso, spargendo metà d'ogni presa su lo
vi erano sedute attorno, cioè: don Emanuele col berretto  di  astrakan calcato fin su gli occhi, il fazzoletto di seta
di astrakan calcato fin su gli occhi, il fazzoletto  di  seta nera attorcigliato al colio a guisa di cravatta (le
il fazzoletto di seta nera attorcigliato al colio a guisa  di  cravatta (le punte del colletto della camicia si
del colletto della camicia si affacciavano una dalla parte  di  sopra, l'altra dalla parte di sotto) e un vecchio
affacciavano una dalla parte di sopra, l'altra dalla parte  di  sotto) e un vecchio scialletto di lana buttato su le
l'altra dalla parte di sotto) e un vecchio scialletto  di  lana buttato su le spalle; a destra, don Calogero che
sotto dettatura, senza mai alzare gli occhi e mostrare  di  accorgersi delle persone che dall'alba alle nove entravano
ragionavano, discutevano, urlavano, secondo il carattere  di  ognuna, fino a che il principale non tagliava corto le
e in diritto.... „ Quella mattina, vedendo entrare in punta  di  piedi don Pietro-Paolo Zingàli, barone di Fontane Asciutte
entrare in punta di piedi don Pietro-Paolo Zingàli, barone  di  Fontane Asciutte e Cantorìa (da un anno e mezzo, tutte le
annotando, e continuò un buon pezzo, quasi su la seggiola  di  rimpetto a lui non si fosse seduto nessuno. All'ultimo,
destra nella tabacchiera e aver tirato su una enorme presa  di  rapè, dopo di aver dato col fazzoletto due colpetti di
tabacchiera e aver tirato su una enorme presa di rapè, dopo  di  aver dato col fazzoletto due colpetti di ripulitura al
di rapè, dopo di aver dato col fazzoletto due colpetti  di  ripulitura al naso, uno da dritta, l'altro da sinistra, don
le braccia su le scritture e riunite le mani quasi in atto  di  preghiera, con sorriso umile, insinuante, e con tono di
di preghiera, con sorriso umile, insinuante, e con tono  di  voce più insinuante e più umile ancora, balbettò: - Ecco:
dalla tasca interna del soprabito mezzo foglio  di  carta, coperto di scritturina rotonda, fitta fitta, con
tasca interna del soprabito mezzo foglio di carta, coperto  di  scritturina rotonda, fitta fitta, con richiami ai margini,
al suo procuratore. - Leggerò, con comodo.... Capisco  di  che si tratta.... Nient'altro? - .... Sei tarì, lo sapete!
Emanuele tirò il cassetto del tavolino e presa una manciata  di  monete di rame, carlini, pezzi di sei grani e di due grani,
il cassetto del tavolino e presa una manciata di monete  di  rame, carlini, pezzi di sei grani e di due grani, contava:
e presa una manciata di monete di rame, carlini, pezzi  di  sei grani e di due grani, contava: - uno, due, tre.... Sei
manciata di monete di rame, carlini, pezzi di sei grani e  di  due grani, contava: - uno, due, tre.... Sei tarì vi
vi bastano? - Per due settimane. Prendetene nota. - Campate  di  vento! - esclamò don Emanuele, crollando
rapidi sgorbi sur un quadernetto dove si allineavano filze  di  cifre significanti altri e altri tari somministrati al
che il procuratore legale era sicurissimo del buon esito  di  essa; ma voleva anche dire che quel povero vecchio gli
poteva prevedere quando sarebbe terminata. Il marchese  di  Camutello, cugino del barone e suo avversario, prima gli
quell'attentato ai sacrosanti diritti della baronia  di  Fontane Asciutte e Cantorìa. Finchè campo io!... Ma dopo
Asciutte e Cantorìa. Finchè campo io!... Ma dopo sei mesi  di  terribile lotta, un giorno, per le silenziose stanze del
silenziose stanze del palazzo Zingàli erano risuonati urli  di  voci maschili, strilli di voci di donne che si udivano fin
Zingàli erano risuonati urli di voci maschili, strilli  di  voci di donne che si udivano fin dalla via e facevano
erano risuonati urli di voci maschili, strilli di voci  di  donne che si udivano fin dalla via e facevano fermare la
che vi erano il giorno prima e la settimana prima. Si cavò  di  tasca il portamonete che portava, addosso, quando usciva e
potesse uscire, fantasticamente, qualche immaginaria somma  di  denaro che venisse ad aumentare il suo così insufficiente
capitaletto. Ella aveva fatto un gran sogno, quell'anno,  di  poter portare, sulla tomba della sua madrina e
sulla tomba della sua madrina e benefattrice, una corona  di  fiori freschi, una larga corona di bellissimi fiori, con
benefattrice, una corona di fiori freschi, una larga corona  di  bellissimi fiori, con una scritta tutta di fiori, dove si
una larga corona di bellissimi fiori, con una scritta tutta  di  fiori, dove si leggessero due o tre belle parole di memore
tutta di fiori, dove si leggessero due o tre belle parole  di  memore affetto, di memore riconoscenza. Soldo a soldo,
si leggessero due o tre belle parole di memore affetto,  di  memore riconoscenza. Soldo a soldo, nell'estate, privandosi
memore riconoscenza. Soldo a soldo, nell'estate, privandosi  di  moltissime cose, era giunta sino a raggranellare
sognando sempre più vivida, sempre più fragrante la corona  di  fiori da portare al camposanto, ove dorme Amina Boschetti:
dorme Amina Boschetti: anzi, Carmela Minino aveva accettato  di  andare a ballare a Castellammare, fra agosto e settembre;
accrescerlo, se fosse possibile, e aveva ballato nel teatro  di  legno, all'aria aperta, sudando in quelle sere afose di
di legno, all'aria aperta, sudando in quelle sere afose  di  fine d'agosto in modo da sentirsi incollare la maglia di
di fine d'agosto in modo da sentirsi incollare la maglia  di  seta sulla persona e prendendo raffreddore su raffreddore,
veniva dalla platea, avvolgendosi invano in una mantellina  di  lana nera, quando rientrava nelle quinte. A che era
Ciccillo Patalano non aveva pagato le due quindicine  di  settembre alle ballerine scritturate. Solo qualcuna che
qualcuna che aveva un padre energico e più bestemmiatore  di  Ciccillo Patalano, o un fratello che campava sulle sue
quale, per trarla d'imbarazzo, le mandò un vaglia postale  di  venti lire: pagare il vitto, sino a fine mese , a un oste
venti lire: pagare il vitto, sino a fine mese , a un oste  di  Castellammare e tornarsene a casa, in terza classe, avendo
a casa, in terza classe, avendo rovinato due paia  di  scarpini da ballo sul palcoscenico di quella barracca e
rovinato due paia di scarpini da ballo sul palcoscenico  di  quella barracca e macchiata di sudore, sotto le ginocchia,
da ballo sul palcoscenico di quella barracca e macchiata  di  sudore, sotto le ginocchia, la sua migliore maglia. Fra la
le ginocchia, la sua migliore maglia. Fra la catastrofe  di  Castellammare e un penoso mese di ottobre, senza scrittura,
maglia. Fra la catastrofe di Castellammare e un penoso mese  di  ottobre, senza scrittura, gran parte delle economie,
scrittura, gran parte delle economie, dedicate alla corona  di  fiori freschi, si venne dileguando, mentre Carmela Minino
doveva detrarre il denaro per andare e venire dal cimitero  di  Poggioreale in una giornata in cui tutti vi vanno e le
tornare indietro, per prendere l'ombrello. Si era vestita  di  nero, malgrado che il lutto per sua madre fosse finito da
malgrado che il lutto per sua madre fosse finito da più  di  sei mesi; essa aveva creduto di andare quasi in cordoglio a
madre fosse finito da più di sei mesi; essa aveva creduto  di  andare quasi in cordoglio a pregare per la sua
rifatto, arricciandola col dorso delle forbici, curando  di  non spiumarla: una ricchezza, quella lunga piuma un po'
La pioggia rovina le piume! Ella risalì in casa, piena  di  brutti presentimenti e allora fu più tranquilla quando ebbe
sue idee poco liete, Carmela Minino discese verso la strada  di  Chiaia dove sono le botteghe dei maggiori fiorai
sono le botteghe dei maggiori fiorai napoletani. Le mura  di  Toledo e di Chiaia erano coperte di cartelloni per la
dei maggiori fiorai napoletani. Le mura di Toledo e  di  Chiaia erano coperte di cartelloni per la commemorazione
napoletani. Le mura di Toledo e di Chiaia erano coperte  di  cartelloni per la commemorazione dei morti: qua si offriva
cerei innanzi alle tombe: qua si annunziavano delle corone  di  canutiglia poco costose e durature: altrove era l'orario
ferrovia Nola- Baiano che aveva una fermata al cimitero  di  Poggioreale: e ancora manifesti di cerei, di corone,
una fermata al cimitero di Poggioreale: e ancora manifesti  di  cerei, di corone, persino la réclame di un oste che
al cimitero di Poggioreale: e ancora manifesti di cerei,  di  corone, persino la réclame di un oste che offriva, sulla
e ancora manifesti di cerei, di corone, persino la réclame  di  un oste che offriva, sulla via del camposanto, il riposo e
sulla via del camposanto, il riposo e il vino bianco  di  asprinia per sollevare i cuori stretti di coloro che
e il vino bianco di asprinia per sollevare i cuori stretti  di  coloro che avevano commemorato i defunti. Tutte le botteghe
coloro che avevano commemorato i defunti. Tutte le botteghe  di  mercerie avevano esposto corone di pastiglia, di
Tutte le botteghe di mercerie avevano esposto corone  di  pastiglia, di canutiglia, di fiori secchi, di brughiera
botteghe di mercerie avevano esposto corone di pastiglia,  di  canutiglia, di fiori secchi, di brughiera disseccata e
avevano esposto corone di pastiglia, di canutiglia,  di  fiori secchi, di brughiera disseccata e dipinta a varii
corone di pastiglia, di canutiglia, di fiori secchi,  di  brughiera disseccata e dipinta a varii colori: e gente che
grande e già carrozze padronali e da nolo passavano, zeppe  di  gente vestita di nero e larghe corone di fiori apparivano
padronali e da nolo passavano, zeppe di gente vestita  di  nero e larghe corone di fiori apparivano dagli sportelli
passavano, zeppe di gente vestita di nero e larghe corone  di  fiori apparivano dagli sportelli chiusi, alcune di esse
corone di fiori apparivano dagli sportelli chiusi, alcune  di  esse immense, bellissime: due o tre volte, gli occhi di
di esse immense, bellissime: due o tre volte, gli occhi  di  Carmela Minino si riempirono di lacrime, pensando alla
due o tre volte, gli occhi di Carmela Minino si riempirono  di  lacrime, pensando alla misera somma che teneva
teneva preziosamente serrata nel portafogli, così misera  di  fronte al suo ardente, desiderio di covrire di fiori la
portafogli, così misera di fronte al suo ardente, desiderio  di  covrire di fiori la tomba di colei che era stata ogni cosa,
così misera di fronte al suo ardente, desiderio di covrire  di  fiori la tomba di colei che era stata ogni cosa, per lei,
al suo ardente, desiderio di covrire di fiori la tomba  di  colei che era stata ogni cosa, per lei, nella vita e nella
una esaltazione muta ed alacre, un bisogno impetuoso  di  affrontare e di vincere il suo destino, in quel giorno.
muta ed alacre, un bisogno impetuoso di affrontare e  di  vincere il suo destino, in quel giorno. Tanto che, senza
a cristalli, del fioraio Lamarra, il più grande fioraio  di  Napoli, e avanzandosi sul terreno di marmo un po' bagnato,
il più grande fioraio di Napoli, e avanzandosi sul terreno  di  marmo un po' bagnato, fra un andirivieni di gente che
sul terreno di marmo un po' bagnato, fra un andirivieni  di  gente che comperava, che pagava, che giungeva, che dava
verdi delle corone, innestando le rose thea, sovra un letto  di  felci, disponendo i crisantemi doppii sovra un fondo di
di felci, disponendo i crisantemi doppii sovra un fondo  di  foglie verdi, e domandò a un uomo dai baffi bianchi, col
senza nessuna timidità: - Fatemi vedere delle corone  di  fiori freschi. - Tutte queste qui sono di ordinazione -
delle corone di fiori freschi. - Tutte queste qui sono  di  ordinazione - rispose l'uomo dai baffi bianchi che era
sotto le mani rapide dei fiorai guardando i cuscini  di  rose, con una croce di crisantemi bianchi, nel mezzo,
dei fiorai guardando i cuscini di rose, con una croce  di  crisantemi bianchi, nel mezzo, guardando tutta quella
costa una corona? - ella mormorò, dopo aver inghiottito,  di  nuovo, le sue lacrime. - Io ve la, posso fare di cento, di
di nuovo, le sue lacrime. - Io ve la, posso fare  di  cento, di duecento lire, come volete - disse il Lamarra,
di nuovo, le sue lacrime. - Io ve la, posso fare di cento,  di  duecento lire, come volete - disse il Lamarra, mentre
scriveva una ordinazione per l'indomani. - Meno... meno  di  cento lire, non ve ne sono - chiese, Carmela Minino,
Carmela Minino, arrossendo come una fiamma. - Qualche cosa  di  sessanta, di cinquanta lire - rispose distrattamente il
arrossendo come una fiamma. - Qualche cosa di sessanta,  di  cinquanta lire - rispose distrattamente il fioraio, ripreso
distrattamente il fioraio, ripreso dai suoi affari, vedendo  di  aver a contrattare con un piccolo avventore. Carmela Minino
erano belle, quelle corone fresche con quei delicati fiori  di  novembre che pare nascano appositamente per adornare le
teneramente esalata la loro dolce vita sulle pietre  di  marmo del camposanto, covrendo della loro breve esistenza,
Ella riprese coraggio e chiese: - Qual'è il minimo prezzo  di  una bella corona, dite? E Lamarra la guardò, questa volta,
meschina così abbandonata, senza risorse che le sue gambe  di  ballerina di cui spesso gl'impresari non volean sapere,
abbandonata, senza risorse che le sue gambe di ballerina  di  cui spesso gl'impresari non volean sapere, senz'altro pane
Carlo che paga? Ella camminava verso il basso della strada  di  Chiaia, facendo a sè stessa i più duri rimproveri per tanto
per tanta vanità, per tanta presunzione. Che si credeva  di  essere? Una miserabile ballerinetta, bruttina, poco
che la sua instancabilità: e osava voler portare una corona  di  fiori freschi ad Amina Boschetti! Ad Amina Boschetti? Ma
del teatro San Carlo? Non era stata un'apparizione  di  grazia indicibile, di seduzione muliebre, una lieve forma
Carlo? Non era stata un'apparizione di grazia indicibile,  di  seduzione muliebre, una lieve forma affascinante nei suoi
suoi veli bianchi, nello scintillìo dei suoi busti tessuti  di  oro e di argento, come il corpo di una farfalla? E mentre
bianchi, nello scintillìo dei suoi busti tessuti di oro e  di  argento, come il corpo di una farfalla? E mentre camminava,
dei suoi busti tessuti di oro e di argento, come il corpo  di  una farfalla? E mentre camminava, così, senza meta, Carmela
grande Amina Boschetti nei vestiti napoletani della Muta  di  Portici, se la rammentava distesa per terra, con le due
si ammassavano i bruni capelli, se la rammentava sorridente  di  quel sorriso profondo che rendeva divino quel volto dove la
In quella sera Carmela Minino aveva sentito nel suo cuore  di  bimba, decenne, l'adorazione per quella creatura quasi
si affollavano nella sua mente, com'ella si ricordava  di  quell'essere bello di una bellezza strana e possente,
sua mente, com'ella si ricordava di quell'essere bello  di  una bellezza strana e possente, vivente una esistenza di
di una bellezza strana e possente, vivente una esistenza  di  lusso e di piaceri, strappata ai suoi palazzi, alle sue
strana e possente, vivente una esistenza di lusso e  di  piaceri, strappata ai suoi palazzi, alle sue ville, ai suoi
Carmela Minino provava più forte, più acre il desiderio  di  gittare dei fiori, molti fiori, molti bei fiori e non
in fretta, emozionata, tutta pallida, toccante il braccio  di  Giovanni Lamarra. - Voi dovete farmi una corona di fiori
braccio di Giovanni Lamarra. - Voi dovete farmi una corona  di  fiori freschi, per quindici lire. Costui, non rudemente,
lire. Costui, non rudemente, colpito dal tono fremente  di  quella richiesta, le rispose con familiarità: - Figliuola
- Figliuola mia, non è possibile. - Vedete , vedete  di  farmela... - balbettò lei, sempre più turbata, reprimendo -
- osservò Lamarra, già scrollato nella, sua implacabilità  di  primo fioraio napoletano. - Non importa... me la fate più
non ho che quindici lire - diss'ella, a bassa voce, ebbra  di  umiliazione, quasi avendo chiesto la elemosina. - E va bene
in quell'esiguo portafogli, che ve ne erano solo altre tre,  di  lire. - Dove debbo mandarla? - disse egli. - La prendo io:
Come l'avete ordinata? - ella chiese, ansiosamente. -  Di  crisantemi bianchi. - Ah! va bene. Metteteci qualche
bianchi. - Ah! va bene. Metteteci qualche rosa... - Rose  di  ogni mese, queste ci posso mettere. - Sì, sì, qualche rosa,
Sì, sì, qualche rosa, ve ne prego. Il fioraio si allontanò  di  nuovo. Carmela Minino restava nella prima bottega, fra la
un cantuccio, paziente, fra l'umidore dell'ambiente pieno  di  fiori bagnati, di erba molle d'acqua, tra le fragranze
fra l'umidore dell'ambiente pieno di fiori bagnati,  di  erba molle d'acqua, tra le fragranze molto sottili di quei
di erba molle d'acqua, tra le fragranze molto sottili  di  quei fiori autunnali. Quando ritornò, Lamarra, passò vicino
Lamarra, passò vicino a Carmela per prendere un cespo  di  rose bianche, rose di serra, magnifico, dalla vetrina: e
a Carmela per prendere un cespo di rose bianche, rose  di  serra, magnifico, dalla vetrina: e cominciò egli stesso ad
poco? - No, da sei anni. Io ne avevo quindici - e un velo  di  lacrime le appannò gli occhi. - Non ci pensate - soggiunse
bianche, sotto la palma. Ora, vi metteva intorno un nastro  di  amoerro bianco, dove stava scritto, a lettere di oro: «Cara
un nastro di amoerro bianco, dove stava scritto, a lettere  di  oro: «Cara Maria, aspettami - Carlo.» E Carmela Minino che
alla luminosa Dea della danza, che aveva fatto delirare  di  ammirazione e di amore le calde platee, quasi non le
Dea della danza, che aveva fatto delirare di ammirazione e  di  amore le calde platee, quasi non le credette. - Ella mi ha
vita e in morte - disse Carmela, con un impetuoso accento  di  sincerità. - E io debbo ricordarmelo sempre. - Era una
con quelli che impazzivano per lei! Ma lei se ne rideva,  di  tutti questi innamorati, me ne rammento. Che serate! Pareva
nelle sere d'inverno, accanto al braciere e alla luce  di  due lampadine ad olio (qualche volta ne accendeva anche
olio (qualche volta ne accendeva anche tre), o nei mattini  di  primavera, nell'orticello fiorito di rose e ronzante di
tre), o nei mattini di primavera, nell'orticello fiorito  di  rose e ronzante di mosconi, e poi d'estate nella camera su
di primavera, nell'orticello fiorito di rose e ronzante  di  mosconi, e poi d'estate nella camera su in alto col
lungo le figure, specialmente le riproduzioni fotografiche  di  strade, monumenti, palazzi di grandi città. Roma era la sua
le riproduzioni fotografiche di strade, monumenti, palazzi  di  grandi città. Roma era la sua mèta lo sentiva. Non sapeva
nessuna speranza, nessuna probabilità: non l'illusione  di  un matrimonio che l'avrebbe condotta laggiú: eppure sentiva
non pensava a Roma per i suoi splendori: era una specie  di  città santa, Gerusalemme dell'arte, il luogo dove si è piú
editore Sommaruga, era venuto su, da operaio  di  tipografia, un editore popolare che fra molte pubblicazioni
tipografia, un editore popolare che fra molte pubblicazioni  di  cattivo gusto ne aveva buone, quasi fini, e sapeva
piú lontani della penisola. Arrivavano anche nella casa  di  Cosima; erano giornali per ragazzi, riviste agili e bene
per ragazzi, riviste agili e bene figurate, giornali  di  varietà e di moda. Sicuro, l'Ultima Moda, coi suoi figurini
riviste agili e bene figurate, giornali di varietà e  di  moda. Sicuro, l'Ultima Moda, coi suoi figurini di donna
varietà e di moda. Sicuro, l'Ultima Moda, coi suoi figurini  di  donna dall'alta pettinatura imbottita, la vita sottile e il
come quello del Santissimo Sacramento, e i ventagli  di  piume simili a quelli del Sultano, era la gioia, il
firma: non solo, ma il direttore del giornale era un uomo  di  gusto, un poeta, un letterato a quei tempi notissimo, della
alla nostra Cosima salta nella testa chiusa ma ardita  di  mandare una novella al giornale di mode, con una letterina
testa chiusa ma ardita di mandare una novella al giornale  di  mode, con una letterina piena di graziose esibizioni, come,
una novella al giornale di mode, con una letterina piena  di  graziose esibizioni, come, per esempio, la sommaria pittura
la composizione letteraria, dove del resto si raccontava  di  una fanciulla quasi simile a lei, fu questa prima epistola
presiedeva al mondo femminile artificiosetto del giornale  di  mode, e con il cuore di lui le porte della fama. Fama che
artificiosetto del giornale di mode, e con il cuore  di  lui le porte della fama. Fama che come una bella medaglia
a mandare altri lavori, in paese la notizia che il nome  di  lei era apparso stampato sotto due colonne di prosa
che il nome di lei era apparso stampato sotto due colonne  di  prosa ingenuamente dialettale e che, per maggiore scandalo,
dialettale e che, per maggiore scandalo, parlavano  di  avventure arrischiate, destò una esecrazione unanime e
che non sapevano leggere e bruciavano i fogli con le figure  di  peccatori e di donne maledette, precipitarsi nella casa
leggere e bruciavano i fogli con le figure di peccatori e  di  donne maledette, precipitarsi nella casa malaugurata,
Ne fu scosso persino Andrea: i suoi sogni sull'avvenire  di  Cosima si velarono di vaghe paure: ad ogni modo consigliò
Andrea: i suoi sogni sull'avvenire di Cosima si velarono  di  vaghe paure: ad ogni modo consigliò la sorella di non
velarono di vaghe paure: ad ogni modo consigliò la sorella  di  non scrivere più storie d'amore, tanto piú che alla sua
sotto la tettoia fa segno a sua moglie  di  andarsene a casa. Comare Camilla via).
ottobre. Perchè prendo queste note su  di  me stesso? Se la parola traduce male il pensiero, come
Se la parola traduce male il pensiero, come pretendere  di  adattarla all'espressione del sentimento? Se le mie parole
del sentimento? Se le mie parole fossero come i rintocchi  di  un mortorio, in una campagna spogliata e deserta, sotto un
sotto un cielo plumbeo e opprimente come il coperchio  di  una bara, esprimerebbero esse l'agonia dell'anima?
novissime pubblicazioni fanno parte dei Semprevivi,  di  quella preziosa biblioteca che merce le cure sapienti e il
la più importante del genere in Italia. Il Leviatano  di  Giovanni Bovio è un dramma filosofico-sociale. Alita in
prefazione, che Leviatano doveva essere la prima parte  di  una trilogia sociale - quasi ad integrazione della trilogia
al Cav. Giannotta i due susseguenti lavori. La ballerina  di  Matilde Serao non è un romanzo, è una pagina di vita, di
ballerina di Matilde Serao non è un romanzo, è una pagina  di  vita, di quella vita triste, angosciosa; ora piena di
di Matilde Serao non è un romanzo, è una pagina di vita,  di  quella vita triste, angosciosa; ora piena di stenti e di
di vita, di quella vita triste, angosciosa; ora piena  di  stenti e di miserie, ora ricca di gioie e di divertimenti
di quella vita triste, angosciosa; ora piena di stenti e  di  miserie, ora ricca di gioie e di divertimenti che conducono
angosciosa; ora piena di stenti e di miserie, ora ricca  di  gioie e di divertimenti che conducono le ballerine.
ora piena di stenti e di miserie, ora ricca di gioie e  di  divertimenti che conducono le ballerine. Prendendo a
Prendendo a leggere La ballerina non si può fare a meno  di  interessarsi in sommo grado a quella povera Carmela Minino,
studio d'ambiente napoletano. F. GUARDIONE. La Battaglia  di  Palermo 9 luglio 1899.
è dietro la finestra  di  destra, a spiare, inquieta. Entra dall'uscio di sinistra
la finestra di destra, a spiare, inquieta. Entra dall'uscio  di  sinistra Carmelina, guardinga).
comune, nella folla  di  gente che si dirige, per lettera, per supplica, per
le vien diretto, le giunge puntualmente e se il suo ufficio  di  segreteria fa un certo spoglio nella corrispondenza di tal
di segreteria fa un certo spoglio nella corrispondenza  di  tal genere, è sempre per riferirne esattamente alla Regina.
un qualche sussidio, vanno, dopo lette, agli uffici  di  beneficenza reale, che provvedono in una misura equanime, a
nè il Re potrebbero fare simili elemosine! Le domande  di  grazia ai carcerati, d' impieghi, di pensioni, di
elemosine! Le domande di grazia ai carcerati, d' impieghi,  di  pensioni, di concessioni non possono, naturalmente, aver
domande di grazia ai carcerati, d' impieghi, di pensioni,  di  concessioni non possono, naturalmente, aver risultato,
in un regno costituzionale, non ha poteri per disporre  di  ciò. Eccezionalmente, chi ha una domanda grave da fare alla
grave da fare alla Regina, deve chiedere l' intervento  di  qualche sua dama, la quale può anche informare Sua Maestà
deve mandarglielo mai in brochure: una gentile legatura, è  di  obbligo: non si deve mai scrivere, dentro, la dedica a
dentro, la dedica a mano. Meglio spedirlo, con una lettera  di  omaggio, alla dama di servizio. Le più belle legature si
Meglio spedirlo, con una lettera di omaggio, alla dama  di  servizio. Le più belle legature si fanno in pergamena
si fanno in pergamena bianca, in istoffa antica, in pelle  di  guanto, con qualche borchia di oro o di argento, disegnata
in istoffa antica, in pelle di guanto, con qualche borchia  di  oro o di argento, disegnata da qualche buon artista. Per la
antica, in pelle di guanto, con qualche borchia di oro o  di  argento, disegnata da qualche buon artista. Per la musica,
a farla rilegare o metterla in una fine copertina  di  stoffa, di marocchino, di pelle, con qualche gentile fregio
farla rilegare o metterla in una fine copertina di stoffa,  di  marocchino, di pelle, con qualche gentile fregio di oro, di
o metterla in una fine copertina di stoffa, di marocchino,  di  pelle, con qualche gentile fregio di oro, di argento. Chi
stoffa, di marocchino, di pelle, con qualche gentile fregio  di  oro, di argento. Chi voglia proprio offrire un dono a Sua
di marocchino, di pelle, con qualche gentile fregio di oro,  di  argento. Chi voglia proprio offrire un dono a Sua Maestà,
manda un gioiello, con la cifra. Quando un maestro  di  musica, un concertista, è chiamato a Corte, per un
è il suo compenso. Se la Regina interviene a una serata  di  onore di una grande attrice, di una grande cantante le
suo compenso. Se la Regina interviene a una serata di onore  di  una grande attrice, di una grande cantante le offre sempre
interviene a una serata di onore di una grande attrice,  di  una grande cantante le offre sempre un braccialetto o un
o un anello. Costoro, naturalmente, oltre le lettere  di  ringraziamento che inviano, domandano una udienza, per i
prefazione è splendida, e credo fermamente sia quanto  di  più notevole si sia scritto da molti anni a questa parte
febbrile, della verità. Il Valcarenghi ha avuto il coraggio  di  dominare coll'idea il sentimento, e di studiare a fondo
ha avuto il coraggio di dominare coll'idea il sentimento, e  di  studiare a fondo l'anima propria non badando ai dolori,
a fondo l'anima propria non badando ai dolori, agli strazi  di  vedere mille illusioni andarsene, dinanzi alla necessita
hanno accennato appena, e che infine è nella coscienza  di  molti. Neera, Gerolamo Rovetta, Antonio Fogazzaro, Bruno
Turati, Memini non hanno potuto leggere le Confessioni  di  Andrea, senza provare una commozione profonda. «....Il
profonda. «....Il romanzo italiano, per vivere, ha bisogno  di  giovani, che, come il Valcarenghi nutrano forti convinzioni
forti convinzioni e principii veramente positivi.» Rivista  di  Filosofia Scientifica (Agosto 1888).
ad esempio. Per questo appunto, essi debbono essere modelli  di  pulizia, di accuratezza, di ordine, di puntualità, di
Per questo appunto, essi debbono essere modelli di pulizia,  di  accuratezza, di ordine, di puntualità, di operosità, di
essi debbono essere modelli di pulizia, di accuratezza,  di  ordine, di puntualità, di operosità, di serietà, di
essere modelli di pulizia, di accuratezza, di ordine,  di  puntualità, di operosità, di serietà, di gentilezza. Che
di pulizia, di accuratezza, di ordine, di puntualità,  di  operosità, di serietà, di gentilezza. Che potrebbe dire,
di accuratezza, di ordine, di puntualità, di operosità,  di  serietà, di gentilezza. Che potrebbe dire, per esempio, una
di ordine, di puntualità, di operosità, di serietà,  di  gentilezza. Che potrebbe dire, per esempio, una insegnante
famiglia. Egli deve cercare d'aiutare e incoraggiare, non  di  deprimere ; di adoperare gli stessi modi - dico « modi»,
deve cercare d'aiutare e incoraggiare, non di deprimere ;  di  adoperare gli stessi modi - dico « modi», non « metodo »! -
modi - dico « modi», non « metodo »! - con tutti, cercando  di  accaparrarsi - non con deplorevoli debolezze o
alunni sono animati da questi sentimenti, non c'è bisogno  di  ricorrere alla maniera forte per ottenere da loro sia la
specialmente quando rivestono il delicato ufficio  di  esaminatori di Stato, di esser cordiali con i candidati:
quando rivestono il delicato ufficio di esaminatori  di  Stato, di esser cordiali con i candidati: dopo tutto, la
rivestono il delicato ufficio di esaminatori di Stato,  di  esser cordiali con i candidati: dopo tutto, la prova
l'esaminatore e il candidato né sono due nemici che stieno  di  fronte, né come due cani che si contendano un osso. D'onde
due cani che si contendano un osso. D'onde anche quel senso  di  comprensione umana, per cui dovremmo, in tutte le
tutte le circostanze della vita, metterci un po' nei panni  di  chi siamo per giudicare o, peggio, per condannare. Vorrei
è più grazioso, più attraente, che una festa  di  battesimo, la quale ha un carattere di grandissima
che una festa di battesimo, la quale ha un carattere  di  grandissima tenerezza: ma bisogna saperla regolare bene,
è cosa molto delicata. Anzi tutto, molti hanno l'abitudine  di  celebrarla quando la mammina, la puerpera, è già alzata dal
la puerpera, è già alzata dal letto; il che, dato un mese  di  puerperio, fra il letto e la convalescenza, ritarda di
mese di puerperio, fra il letto e la convalescenza, ritarda  di  trenta o quaranta giorni il battesimo. Ciò non è molto
è. Viceversa, l'uso patriarcale e molto simpatico nostro, è  di  celebrare il battesimo, dieci o dodici giorni dopo la
il battesimo, dieci o dodici giorni dopo la nascita, non  di  più, previa una primissima benedizione, data dal sacerdote
da letto, indossa, in letto, una vestaglia bianca, carica  di  merletti e di nastri, mette una cuffia o un'acconciatura
in letto, una vestaglia bianca, carica di merletti e  di  nastri, mette una cuffia o un'acconciatura capricciosa di
e di nastri, mette una cuffia o un'acconciatura capricciosa  di  merletti sulla testa, si adorna di un magnifico paio di
capricciosa di merletti sulla testa, si adorna  di  un magnifico paio di solitarii, infila i suoi anelli più
di merletti sulla testa, si adorna di un magnifico paio  di  solitarii, infila i suoi anelli più belli e, sollevata sui
anelli più belli e, sollevata sui suoi guanciali guerniti  di  trine, riceve i saluti e gli augurii degli invitati. Una
riceve i saluti e gli augurii degli invitati. Una festa  di  battesimo, quando la sacra funzione si celebra in casa, si
la solita redingote o il tight, che sono i vestiti  di  mattina, coi pantaloni bigi, il panciotto nero o bianco,
con cappello chiaro e molti bei gioielli. Nella festa  di  battesimo, se vi è un po' di musica sacra, tanto meglio; se
bei gioielli. Nella festa di battesimo, se vi è un po'  di  musica sacra, tanto meglio; se vi è musica profana, deve
padrina, li dichiaro più avanti. Il trattamento per festa  di  battesimo, varia secondo l'ora: se alle due, ci vuole una
in memoria, e si distribuiscono ai convitati. Una festa  di  battesimo, nelle ore pomeridiane, non deve durare più di
di battesimo, nelle ore pomeridiane, non deve durare più  di  un'ora e mezzo, o due; se no, stanca. La casa deve essere
e mezzo, o due; se no, stanca. La casa deve essere adorna  di  fiori candidi: anche l'altarino. Curare la toilette della
Esso entra nell'ordine degli altri ricevimenti, allora,  di  cui ho già parlato.
volge prima ansiosa un'occhiata all'uscio  di  fondo, e poi al marito che non la guarda neppure, chino
sulla pipa, assaporandola, quasi assaporasse già il piacere  di  cogliere il lupo. Scroscio di tuono - un lampo illumina
assaporasse già il piacere di cogliere il lupo. Scroscio  di  tuono - un lampo illumina vivamente la scena.
ultime parole; le sorelle congiungono le mani, fanno gesti  di  paura e di esortazione).
le sorelle congiungono le mani, fanno gesti di paura e  di  esortazione).
il cannone  di  mezzogiorno quando, carica lietamente della sua corona, si
dei morti, a centinaia ascendono faticosamente, carichi  di  gente, la collina di Poggioreale, dove è il Camposanto: ma
ascendono faticosamente, carichi di gente, la collina  di  Poggioreale, dove è il Camposanto: ma vanno con tanta
ma vanno con tanta lentezza, sono sempre pieni zeppi  di  persone e Carmela non sapeva bene se le avrebbero permesso
persone e Carmela non sapeva bene se le avrebbero permesso  di  salirvi su, con la sua larga corona che sarebbe stata di
di salirvi su, con la sua larga corona che sarebbe stata  di  molto fastidio ai vicini. Al cimitero, in quel giorno
in quel giorno consacrato ai defunti ci vanno migliaia  di  piccole e grandi carrozze da nolo: ma il meno che
La sua corona grande, larga, un po' pesante, le impediva  di  salire al cimitero a piedi, come lo avrebbe tentato, forse,
larga dei crisantemi bianchi correva una striscia sottile  di  crisantemi di un rosa pallidissimo: e le parole della
bianchi correva una striscia sottile di crisantemi  di  un rosa pallidissimo: e le parole della dedica, rilevate
crisaantemi, ad Amina Boschetti, eran formate da roselline  di  ogni mese, bottoncini umili, modesti, tutti bagnati ancora
ancora d'acqua. Carmela Minino non ne sentiva il peso,  di  quella corona: essa camminava con passo quieto, soddisfatta
dalla bontà, del fioraio, il primo, il più elegante  di  Napoli, che aveva voluto accogliere le sue misere quindici
detto lì era stato il talismano che aveva toccato il cuore  di  Lamarra. Oh! non per lei! Bruttina, un po' sgraziata,
Bruttina, un po' sgraziata, timida malgrado il mestiere  di  ballerina che faceva, selvatica per il senso della sua
e della sua miseria, diffidente contro ogni apparenza  di  lusinga, trascurata per la povertà nei suoi vestiti,
e, talvolta, bistrattata, nel mondo elle un tratto  di  bontà, di affetto, la faceva commuovere sino alle lacrime:
talvolta, bistrattata, nel mondo elle un tratto di bontà,  di  affetto, la faceva commuovere sino alle lacrime: il
la faceva commuovere sino alle lacrime: il miracolo  di  quei fiori, che le sembravano magnifici, non era stato
sparita dal mondo, era stato pronunziato in quella bottega  di  fiori. Ella, andando alla stazione, non guardava nessuno in
ma passando innanzi al caffè Gambrinus, il più chic  di  Napoli, quasi inconsciamente ella guardò verso la porta.
ella guardò verso la porta. Giusto, sulla soglia  di  marino bianco, fissando le nuvole del bigio cielo di
soglia di marino bianco, fissando le nuvole del bigio cielo  di  novembre con quei suoi occhi superbi e freddi di un azzurro
cielo di novembre con quei suoi occhi superbi e freddi  di  un azzurro così duro che rammentava l'acciaio, Ferdinando
tasche del paletot strettamente inglese, fumando un sigaro  di  Avana dalla cintura di carta d'oro, Ferdinando Terzi di
inglese, fumando un sigaro di Avana dalla cintura  di  carta d'oro, Ferdinando Terzi di Torrepadule aspettava
di Avana dalla cintura di carta d'oro, Ferdinando Terzi  di  Torrepadule aspettava qualcuno o non aspettava nessuno,
le linee più crudeli e più glacialmente crudeli  di  una bellezza virile bionda. Purissimo il profilo del naso
i denti che apparivano fra le labbra rosse ancora  di  giovinezza sana e segretamente focosa, sotto i sottili
bianco come la fronte spaziosa il mento ovale; e azzurri,  di  un largo azzurro gli occhi. Ma qualche cosa di tagliente,
e azzurri, di un largo azzurro gli occhi. Ma qualche cosa  di  tagliente, anche nel profilo; ma nel candore dei denti
anche nel profilo; ma nel candore dei denti qualche cosa  di  ferino; ma la durezza di volontà in quel mento e un
nel candore dei denti qualche cosa di ferino; ma la durezza  di  volontà in quel mento e un costante ignoto pensiero su
fronte: e sovra tutto, in quegli occhi azzurri tanto gelo  di  orgoglio, tanto gelo di indifferenza, e quasi sempre un
in quegli occhi azzurri tanto gelo di orgoglio, tanto gelo  di  indifferenza, e quasi sempre un velo d'ironia sprezzante,
e quasi sempre un velo d'ironia sprezzante, un velo  di  disdegno crudele. Carmela Minino lo conosceva, Ferdinando
nella persona una certa rigidità militare, non scevra  di  eleganza, che gli era restata dal suo servizio come
restata dal suo servizio come ufficiale in un reggimento  di  cavalleria. Ella lo conosceva anche meglio, Ferdinando
l'amante della bella Emilia Tromba, la, seducente ballerina  di  prima fila, che ballava così male, ma che aveva dei
chiasso, ma che si rideva delle ammende, poichè era piena  di  denaro, di gioielli, di carrozze, e che l'impresa di San
ma che si rideva delle ammende, poichè era piena di denaro,  di  gioielli, di carrozze, e che l'impresa di San Carlo
delle ammende, poichè era piena di denaro, di gioielli,  di  carrozze, e che l'impresa di San Carlo scritturava solo per
piena di denaro, di gioielli, di carrozze, e che l'impresa  di  San Carlo scritturava solo per far piacere agli
crollando le spalle quando udiva la voce rauca  di  Emilia disputarsi con la cameriera, col custode del
la cameriera, col custode del palcoscenico, col pompiere  di  guardia, rimanendo sempre lui un signore, un gran signore,
lui un signore, un gran signore, malgrado l'incanagliamento  di  quella relazione. Più spesso, quasi sempre, il coupé di
di quella relazione. Più spesso, quasi sempre, il coupé  di  Ferdinando Terzi aspettava Emilia Tromba all'uscita del
li Carmela Minino, quasi sparendo sotto la sua corona  di  fiori, fissò per un minuto il viso preoccupato del giovino
viso preoccupato del giovino signore: egli non si accorse  di  lei naturalmente, e rientrò nel caffè. Un sospiro sollevò
e rientrò nel caffè. Un sospiro sollevò il petto  di  Carmela e, a, un tratto, la stazione ferroviaria le parve
corona dei fiori soffocante. Ma ella vinse questo momento  di  scoraggiamento; l'ora si faceva tarda, il cielo si
sempre più e se la pioggia la sorprendeva per le vie  di  Napoli non avrebbe potuto neanche aprire l'ombrello,
della sua anima, che dimenticò i suoi costanti proponimenti  di  economia e prese un biglietto di andata e ritorno, di
suoi costanti proponimenti di economia e prese un biglietto  di  andata e ritorno, di seconda classe, pagando diciotto
di economia e prese un biglietto di andata e ritorno,  di  seconda classe, pagando diciotto soldi. Anche la seconda
tutti andavano al camposanto: chi portava un pacchetto  di  candele di cera, da far ardere innanzi alle tombe; chi una
andavano al camposanto: chi portava un pacchetto di candele  di  cera, da far ardere innanzi alle tombe; chi una piccola
da far ardere innanzi alle tombe; chi una piccola corona  di  perline; chi mia corona di mortelle gialle, secche, con
tombe; chi una piccola corona di perline; chi mia corona  di  mortelle gialle, secche, con lettere di velluto nero che
chi mia corona di mortelle gialle, secche, con lettere  di  velluto nero che formavano le parole di dedica, e chi
secche, con lettere di velluto nero che formavano le parole  di  dedica, e chi niente: e quasi tutti eran vestiti di nero,
parole di dedica, e chi niente: e quasi tutti eran vestiti  di  nero, uomini, donne e fanciulli: e quasi tutti avevano
contrito, silenziosi, alcuni vinti certamente dai ricordi  di  vecchi sopiti dolori, alcuni certamente portanti nel cuore
Per la massima parte in quella seconda classe del treno  di  Baiano, vi erano piccoli borghesi, operai, servi di
treno di Baiano, vi erano piccoli borghesi, operai, servi  di  famiglie ricche, impiegati e servi di quelle congregazioni
operai, servi di famiglie ricche, impiegati e servi  di  quelle congregazioni religiose che riempiono delle loro
religiose che riempiono delle loro cappelle il camposanto  di  Poggioreale e che rappresentano la più vasta associazione
Poggioreale e che rappresentano la più vasta associazione  di  mutuo soccorso innanzi alla morte, per la borghesia e pel
Carmela Minino taceva: e oppressa dai suoi pensieri  di  miseria e di abbandono, oppressa dall'ambiente, abbassava
Minino taceva: e oppressa dai suoi pensieri di miseria e  di  abbandono, oppressa dall'ambiente, abbassava la faccia
due ferrovieri. E quasi immediatamente, con un gran rumore  di  sportelli battuti, il piccolo treno si vuotò tutto, mentre
al largo ingresso inferiore del cimitero, un flutto  di  gente si avviava, portando i suoi pacchetti di cerei, le
un flutto di gente si avviava, portando i suoi pacchetti  di  cerei, le sue corone di canutiglie, di semprevivi, di fiori
avviava, portando i suoi pacchetti di cerei, le sue corone  di  canutiglie, di semprevivi, di fiori freschi. Attorno
i suoi pacchetti di cerei, le sue corone di canutiglie,  di  semprevivi, di fiori freschi. Attorno all'ampio cancello
di cerei, le sue corone di canutiglie, di semprevivi,  di  fiori freschi. Attorno all'ampio cancello una quantità di
di fiori freschi. Attorno all'ampio cancello una quantità  di  omnibus, di calessi, di char-à-bancs, di biroccini,
Attorno all'ampio cancello una quantità di omnibus,  di  calessi, di char-à-bancs, di biroccini, stazionava, coi
all'ampio cancello una quantità di omnibus, di calessi,  di  char-à-bancs, di biroccini, stazionava, coi cavalli senza
una quantità di omnibus, di calessi, di char-à-bancs,  di  biroccini, stazionava, coi cavalli senza cavezza, la testa
coi cavalli senza cavezza, la testa immersa in un sacco  di  crusca, coi cocchieri che fumavano la pipa, seduti di
sacco di crusca, coi cocchieri che fumavano la pipa, seduti  di  traverso sulle loro serpi, alcuni aggruppati, altri in
sulle loro serpi, alcuni aggruppati, altri in cerca  di  qualche osteria dei dintorni, dove mangiare un boccone,
Sotto il cielo basso e bigio, in quel tetro giorno  di  novembre, il camposanto di Napoli che occupa una delle sue
e bigio, in quel tetro giorno di novembre, il camposanto  di  Napoli che occupa una delle sue più belle e più amene
occupa una delle sue più belle e più amene colline, quella  di  Poggioreale, conservava il suo aspetto d'immenso e florido
e florido giardino signorile: e i suoi cespuglietti  di  fiori vivaci che circondano le tombe e le sue siepi di
di fiori vivaci che circondano le tombe e le sue siepi  di  bosso e di mortella che dividono gli ombrosi viali dai
vivaci che circondano le tombe e le sue siepi di bosso e  di  mortella che dividono gli ombrosi viali dai campi pieni di
di mortella che dividono gli ombrosi viali dai campi pieni  di  lapidi e i boschetti di alberi dove da mattina a sera
gli ombrosi viali dai campi pieni di lapidi e i boschetti  di  alberi dove da mattina a sera cinguettano gli uccellini,
gli conservano, in ogni stagione questo grandioso aspetto  di  parco aristocratico, qua e là interrotto da piccoli
ma sempre vi lavorano giardinieri, sotto la direzione  di  qualcuno che ama quel camposanto teneramente, e le più
che ama quel camposanto teneramente, e le più belle rose  di  Napoli vi crescono e i meravigliosi crisantemi, di ogni
rose di Napoli vi crescono e i meravigliosi crisantemi,  di  ogni tinta, ne smaltano persino le aiuole dei poveri e in
la primavera dei morti. Tutto l'anno il camposanto  di  Poggioreale ha un aspetto, nella sua florida solitudine,
non triste; mentre in quel giorno, coi suoi viali neri  di  gente, con tutte le porte delle sue cappelle, delle sue
dei suoi grandi monumenti aperte da cui escivan chiarore  di  cerei, canti liturgici e odore d'incensi, misto a quello
sempre, non era triste, ma singolare, ma bizzarro, come  di  una strana fiera mortuaria, come di una mai vista pompa
ma bizzarro, come di una strana fiera mortuaria, come  di  una mai vista pompa funebre, in un parco vastissimo,
vi eran delle lapidi cementate, le più antiche, con date  di  trenta o quarant'anni: la ballerina ne lesse due o tre ed
avea mai conosciuti? Nulla a lei e, forse, nulla a nessuno  di  costoro che salivan con lei: quaranta, cinquant'anni sono
a nessuno. Qua e là, ora che cominciavano i prati fioriti  di  rose, di cinerarie, di tutti que' fiori bigi, lilla,
Qua e là, ora che cominciavano i prati fioriti di rose,  di  cinerarie, di tutti que' fiori bigi, lilla, violetti che
ora che cominciavano i prati fioriti di rose, di cinerarie,  di  tutti que' fiori bigi, lilla, violetti che par che Iddio
che par che Iddio faccia nascere nell'autunno per esser  di  accordo con la stagione e con le tombe dei morti, gruppetti
accordo con la stagione e con le tombe dei morti, gruppetti  di  due o tre persone si agitavano intorno alle pietre
terra i cerei che ardevano nel giorno, con certe linguelle  di  fiamma esili e pallide, e qualcuno s'inginocchiava,
e qualcuno s'inginocchiava, pregando, senza, curarsi  di  chi passava; e un singhiozzo, ogni tanto, rompeva l'aria,
tombe più recenti, singhiozzi scoppianti da donne vestite  di  nero, austeramente velate, mentre da tutte le cappelle, da
del De profundis e della Libera e scintillavano, nel fondo  di  pietra, le candele accese e si dilatava l'odore
suo corpo e sulla sua anima tutto un insopportabile peso  di  dolore, quasi non poteva avanzare più passo: un desiderio
avanzare più passo: un desiderio folle la travolgeva,  di  gittar via, quella corona, di buttarsi sulle erba, sui
folle la travolgeva, di gittar via, quella corona,  di  buttarsi sulle erba, sui fiori, faccia a terra, e di
di buttarsi sulle erba, sui fiori, faccia a terra, e  di  sciogliersi in lacrime, fino a che la morte l'avesse
innanzi, quasi magicamente. Sorgeva in un quadrivio pieno  di  alberi, alti e folti, pieno di odorati cespugli di fiori:
in un quadrivio pieno di alberi, alti e folti, pieno  di  odorati cespugli di fiori: aveva dirimpetto la cappella
pieno di alberi, alti e folti, pieno di odorati cespugli  di  fiori: aveva dirimpetto la cappella magnatizia dei principi
fiori: aveva dirimpetto la cappella magnatizia dei principi  di  Sansevero: da un lato la chiesa votiva per la morte della
la chiesa votiva per la morte della giovanissima duchessa  di  Noja; ma il tempio eretto alla memoria della ballerina era
oscurissimo e in lucido basalto grigio: le due porte,  di  un massiccio e puro artistico bronzo cesellato, erano
intorno intorno a quelle possenti, gravi e larghe masse  di  granito, girava un giardino fiorito, chiuso a sua volta da
un giardino fiorito, chiuso a sua volta da un cancello  di  bronzo. Guardandolo di lontano, il tempio egizio costruito
chiuso a sua volta da un cancello di bronzo. Guardandolo  di  lontano, il tempio egizio costruito per chiudere la
solo suo aspetto grandioso e calmo, per dare un sussulto  di  coraggio a Carmela Minino; bastarono le due semplici
Man mano che ella si accostava a quella magnifica forma  di  tempio, dove la fortuna, la ricchezza e la potenza della
anche dopo la morte, una esaltazione facea balzare l'anima  di  Carmela, asciugandone, disseccandone tutte le lacrime,
asciugandone, disseccandone tutte le lacrime, gonfiandole  di  tenerezza, ma di tenerezza superba, il suo piccolo cuore.
tutte le lacrime, gonfiandole di tenerezza, ma  di  tenerezza superba, il suo piccolo cuore. Fu senza dolore,
Il tempio era riccamente adorno per la commemorazione  di  Amina Boschetti: dal soffitto pendevano quattro massiccie
massiccie lampade d'argento, sospese a grosse catene  di  argento, dove bruciava l'olio votivo: quattro alti e adorni
bruciava l'olio votivo: quattro alti e adorni candelieri  di  argento sopportanti i grossi cerei accesi erano collocati
Tutto il tempio, intorno, spariva, sotto le corone fresche  di  fiori rarissimi: ve ne erano, di fiori, sparsi per terra,
sotto le corone fresche di fiori rarissimi: ve ne erano,  di  fiori, sparsi per terra, sul basalto: e la lapide ne era
e due chierici spandevano incenso dagli incensieri  di  argento. Due camerieri in livrea, appartenenti alla casa
e che, fedele oltre la morte, in un miscuglio singolare  di  amore, di misticismo e di cinismo, le dava tutte le pompe
fedele oltre la morte, in un miscuglio singolare di amore,  di  misticismo e di cinismo, le dava tutte le pompe più ricche
morte, in un miscuglio singolare di amore, di misticismo e  di  cinismo, le dava tutte le pompe più ricche del culto
egli stesso aveva pregato per un'ora, lì dentro, incapace  di  dimenticare, incapace di consolarsi. l due camerieri
per un'ora, lì dentro, incapace di dimenticare, incapace  di  consolarsi. l due camerieri presero silenziosamente dalle
l due camerieri presero silenziosamente dalle mani  di  Carmela Minino la corona di fiori, per deporla presso
silenziosamente dalle mani di Carmela Minino la corona  di  fiori, per deporla presso l'altare: - Sulla pietra, sulla
pietra, sulla sua pietra - ella mormorò, supplice, tremante  di  una emozione che non era solo dolore, anzi quasi non era
Amina, la sua figlioccia, si piegò sovra un inginocchiatoio  di  legno scolpito, dal cuscino di velluto rosso, dove, un'ora
sovra un inginocchiatoio di legno scolpito, dal cuscino  di  velluto rosso, dove, un'ora prima, era venuto a pregare
esciva dalle labbra dei suoi coadiutori, invece  di  pregare, Carmela Minino vide innanzi agli occhi della sua
quei sacerdoti. E vide una figura esile e lieve, un paio  di  occhi larghi, bruni, pensosi e ridenti insieme, un sorriso
un fascino emanante da ogni atto gentile, un fascino  di  bellezza, di grazia, di giovinezza, di poesia, qualche cosa
emanante da ogni atto gentile, un fascino di bellezza,  di  grazia, di giovinezza, di poesia, qualche cosa di
da ogni atto gentile, un fascino di bellezza, di grazia,  di  giovinezza, di poesia, qualche cosa di trasvolante tra i
gentile, un fascino di bellezza, di grazia, di giovinezza,  di  poesia, qualche cosa di trasvolante tra i veli candidi, fra
bellezza, di grazia, di giovinezza, di poesia, qualche cosa  di  trasvolante tra i veli candidi, fra lo scintillio dei
lo scintillio dei corsaletti ricamati d'oro, qualche cosa,  di  fugace, di alato, d'inafferrabile che facea palpitare e
dei corsaletti ricamati d'oro, qualche cosa, di fugace,  di  alato, d'inafferrabile che facea palpitare e fremere non
sottile come uno stelo, con la sua piccola testa carica  di  capelli bruni, e non toccava terra nelle sue gonne simili a
gonne simili a una nuvola e i suoi piccoli piedi calzati  di  seta rosa non toccavan terra e appena appena parea
la sua irresistibile perizia, veramente la delizia  di  quella danza facevano delirare le platee: e dal loggione
dove si raccoglieva la nobiltà napoletana, il nome  di  Amina Boschetti era acclamato come quello di una
il nome di Amina Boschetti era acclamato come quello  di  una trionfatrice. La coprivano di fiori, di doni, di
era acclamato come quello di una trionfatrice. La coprivano  di  fiori, di doni, di gioielli: le offrivano i loro cuori e le
come quello di una trionfatrice. La coprivano di fiori,  di  doni, di gioielli: le offrivano i loro cuori e le loro
quello di una trionfatrice. La coprivano di fiori, di doni,  di  gioielli: le offrivano i loro cuori e le loro fortune: ed
per lei, perchè i suoi piedini calzati dalle fini scarpette  di  raso rosa vi facessero in mezzo una gaia danza. Ella aveva
equipaggi ricchissimi, vesti e pietre preziose degne  di  una sovrana; e la sua lieta giovinezza spensierata rideva
una sovrana; e la sua lieta giovinezza spensierata rideva  di  tutto ciò: ed ella dava in cambio tutta la poesia della sua
tutta la poesia della sua danza, sorridendo ai sogni  di  amore e di piacere. Così, nella sua infanzia, Carmela
la poesia della sua danza, sorridendo ai sogni di amore e  di  piacere. Così, nella sua infanzia, Carmela Minino l'aveva
amata, come se Amina Boschetti avesse in sè qualche cosa  di  divino: così la povera figliuola della rammendatrice di
di divino: così la povera figliuola della rammendatrice  di  maglie, la figliuola di Bettina Minino, aveva volto gli
figliuola della rammendatrice di maglie, la figliuola  di  Bettina Minino, aveva volto gli occhi pieni di ammirazione
la figliuola di Bettina Minino, aveva volto gli occhi pieni  di  ammirazione trepida e devota alla fata delle danze. Tutti
bella danzatrice era entrata nella sua piccola vita, piena  di  ombre, di tristez- ze, di miserie! si rammentava di essere
era entrata nella sua piccola vita, piena di ombre,  di  tristez- ze, di miserie! si rammentava di essere stata
nella sua piccola vita, piena di ombre, di tristez- ze,  di  miserie! si rammentava di essere stata condotta, un giorno,
piena di ombre, di tristez- ze, di miserie! si rammentava  di  essere stata condotta, un giorno, due giorni, varie volte,
giorni, varie volte, in quel grande palazzo della Riviera  di  Chiaia, dove Amina Boschetti viveva fra la ricchezza del
del lusso e dell'arte, e in quell'amena, fresca villa  di  Portici, posta fra gli orti, i giardini e il mare: sua
fra gli orti, i giardini e il mare: sua madre rammendatrice  di  maglie di seta, aveva servito la Boschetti, quando costei
i giardini e il mare: sua madre rammendatrice di maglie  di  seta, aveva servito la Boschetti, quando costei era una
la Boschetti, quando costei era una semplice ballerinetta  di  quarta fila, e, più tardi, quando la ballerinetta era
la povera rammendatrice, assai misera per mancanza,  di  lavoro, andava a raccogliere le vecchie maglie che la
vecchie maglie che la Boschetti gittava via, gli scarpini  di  raso rosa che la Boschetti metteva una volta soltanto, e di
di raso rosa che la Boschetti metteva una volta soltanto, e  di  questi doni, facili alla prodigalità, della grande artista
la carezzava lievemente, passando, nelle sue ampie vesti  di  lana bianca che avevan del peplo greco e da cui si ergeva
quando la sua vecchia rammendatrice sospirava, parlando  di  sua figlia. - E se è brutta, Eccellenza? - Speriamo di no.
di sua figlia. - E se è brutta, Eccellenza? - Speriamo  di  no. - E se si perde l'anima e il corpo a teatro? - Chi si
imparare il ballo. Ohimè, la piccola Carmela mancava  di  grazia, di brio, di leggerezza, nella danza: studiava
il ballo. Ohimè, la piccola Carmela mancava di grazia,  di  brio, di leggerezza, nella danza: studiava molto, si
Ohimè, la piccola Carmela mancava di grazia, di brio,  di  leggerezza, nella danza: studiava molto, si stancava
ad una ballerina. Anche, verso i sedici anni, invece  di  fiorire come tutte le giovinette, deperì. La sua carnagione
poco: forse, ballava troppo: forse mancava d'aria e  di  luce, in quella stanza del vico Paradiso; ma la sua
solo per questo, Carmela Minino era entrata nel corpo  di  ballo di San Carlo: ma nell'ultima fila, con due lire e
per questo, Carmela Minino era entrata nel corpo di ballo  di  San Carlo: ma nell'ultima fila, con due lire e cinquanta
ma nell'ultima fila, con due lire e cinquanta ogni sera  di  ballo, con l'obbligo di fornirsi del basso vestiario,
con due lire e cinquanta ogni sera di ballo, con l'obbligo  di  fornirsi del basso vestiario, scarpette, coturni, maglie di
di fornirsi del basso vestiario, scarpette, coturni, maglie  di  seta, gonnellini di velo, coll'obbligo di venire ben
vestiario, scarpette, coturni, maglie di seta, gonnellini  di  velo, coll'obbligo di venire ben pettinata o di farsi
coturni, maglie di seta, gonnellini di velo, coll'obbligo  di  venire ben pettinata o di farsi pettinare dal parrucchiere
gonnellini di velo, coll'obbligo di venire ben pettinata o  di  farsi pettinare dal parrucchiere del teatro, con tanti
perehè Carmela ballava così e così, sovra tutto mancava  di  sorriso, sempre con quel viso senza gioventù e gli occhi
con l'acqua santa il tumolo, cioè la lapide. E invece  di  pregare per colei che dormiva da sei anni l'eterno sonno
da sei anni l'eterno sonno della morte, dietro quel macigno  di  granito, Carmela Minino pensava alla morte di Amina
quel macigno di granito, Carmela Minino pensava alla morte  di  Amina Boschetti. Ella l'aveva vista ballare, l'ultima
vista ballare, l'ultima volta, in un ballo grandioso,  di  carattere egizio: Le figlie di Cheops. Le due figliuole del
in un ballo grandioso, di carattere egizio: Le figlie  di  Cheops. Le due figliuole del Faraonide eran rappresentate
poi, più tardi, doveva tentare con minor fortuna il teatro  di  prosa, e l'altra figliuola, la sorella, la rivale, era
l'ibis d'oro fermante i capelli bruni sulla fronte, carica  di  gioielli antichi, Amina Boschetti aveva ballato, e più che
sceneggiato e drammatizzato quel ballo delle Figlie  di  Cheops: e non so quale storia d'amore vincitore e vinto,
Nell'ultima scena, ell'appariva in una festa sacra, bella  di  una ieratica bellezza fatale, coverta di ori e di gemme
festa sacra, bella di una ieratica bellezza fatale, coverta  di  ori e di gemme preziose, con un sorriso inebbriato ed
bella di una ieratica bellezza fatale, coverta di ori e  di  gemme preziose, con un sorriso inebbriato ed inebbriante
inebbriato ed inebbriante sulle labbra, con qualche cosa  di  folle negli occhi scintillanti. Così la Faraonide Amina
nudo, si faceva mordere, cadeva, moriva, fra il terrore  di  tutti. In questo ballo, in quest'ultima scena, Amina
dopo l'ultima trionfale rappresentazione delle Figlie  di  Cheops, non ancora trentenne, in piena beltà, in pieno
Amina Boschetti moriva nel suo palazzo della Riviera  di  Chiaia, in pochi minuti per la rottura di un aneurisma.
della Riviera di Chiaia, in pochi minuti per la rottura  di  un aneurisma. Niuno sapeva che ella fosse malata al cuore:
forse, lo sapeva ella sola. E nella limitata intelligenza  di  Carmela Minino, la esaltazione dell'adorazione che ella
quegli incensi, quelle preghiere, quel culto d'amore e  di  lusso grandioso che oltrepassava il tempo, che oltrepassava
indimenticabile, indimenticata, come una suprema parvenza  di  poesia? Nessuna ne aveva preso il posto nella fervida
del San Carlo: nessuno ne aveva preso il posto, nel cuore  di  colui che l'aveva amata. Nessuno, nulla, nè il tempo nè gli
avrebbero potuto prenderne il posto nella oscura vita,  di  Carmela Minino, la corifea. Colà, sola, innanzi a quella
Carmela Minino promise, giurò, alla sua madrina morta,  di  fare sempre quello che ella aveva voluto la sua figlioccia
ella aveva voluto la sua figlioccia facesse: promise, giurò  di  continuare quel mestiere duro, faticoso, pieno di pericoli,
giurò di continuare quel mestiere duro, faticoso, pieno  di  pericoli, pieno di tristezze, che appena le dava il pane,
quel mestiere duro, faticoso, pieno di pericoli, pieno  di  tristezze, che appena le dava il pane, che la lasciava mesi
che la esponeva alle delusioni, alle amarezze, ai dileggi  di  tutto l'orribile mondo teatrale, che la teneva fra il
voluto così: e Carmela s'inchinava ancora una volta, ebbra  di  obbedienza, ebbra di devozione, oltre la tomba, sino alla
s'inchinava ancora una volta, ebbra di obbedienza, ebbra  di  devozione, oltre la tomba, sino alla morte e oltre la
sino alla morte e oltre la morte. Anzi, nella sua febbre  di  amore e di sacrificio, Carmela dimenticò completamente di
morte e oltre la morte. Anzi, nella sua febbre di amore e  di  sacrificio, Carmela dimenticò completamente di pregare. Con
di amore e di sacrificio, Carmela dimenticò completamente  di  pregare. Con la familiarità religiosa comune ai cuori
voltò dalla Stazione per la regione settentrionale  di  Napoli, Via Cirillo, Via Foria. Quando fu presso il Museo
per le scarpe, ella si rifugiò nella Galleria Principe  di  Napoli, dove centinaia di altre persone, senza ombrello, o
rifugiò nella Galleria Principe di Napoli, dove centinaia  di  altre persone, senza ombrello, o con qualche vecchio
qualche vecchio ombrello consunto, aspettavano che finisse  di  piovere. Si faceva tardi, per Carmela. La pioggia diminuiva
scalini, guardando verso il coupé, cercando timidamente  di  scorgere chi vi si trovasse dentro. Oh ella sapeva bene,
conosceva il nome e il volto giovanile, pensoso e dolce  di  colei che si diceva, amasse follemente Ferdinando Terzi. Ma
guardandosi intorno, per diffidenza: poi si era curvato  di  nuovo, a discorrere. Ma in quell'ora, con quel tempo,
quell'ora, con quel tempo, lontano dal centro aristocratico  di  Napoli, fra le oscurità del crepuscolo che si facea sera,
della marchesa.... chi, se non l'occhio umile ma acuto  di  una poveretta che ritornava dal cimitero, a piedi dalla
ritornava dal cimitero, a piedi dalla ferrovia, tutta molle  di  umidità, senz'aver pranzato, anelando alla sua stanzetta
pranzato, anelando alla sua stanzetta solinga e a un po'  di  cibo? Fu più in là, verso piazza Dante, che una voce
piazza Dante, che una voce amabile interruppe il cammino  di  Carmela. Sulla soglia di uno dei grandi magazzini inglesi
voce amabile interruppe il cammino di Carmela. Sulla soglia  di  uno dei grandi magazzini inglesi di Gutteridge, un
Carmela. Sulla soglia di uno dei grandi magazzini inglesi  di  Gutteridge, un giovanotto l'aveva interpellata: - Oh
- ella mormorò, interdetta, fermandosi e pentendosi subito  di  essersi fermata. - Entrate un poco, signorina - soggiunse
sempre così simpatica e così cattiva, con me? Da una prova  di  ballo? - A quest'ora? - ella mormorò, senza badare ai
- Oh, è già sera, non verrà più nessuno, dico a un compagno  di  supplirmi alla cassa. Permettete? - Nossignore, buonasera,
Egli era alto e magro, con un viso olivastro e un po'  di  baffetti bruni a cui teneva molto, accarezzandoli spesso:
capelli neri tagliati a spazzola sulla fronte e non mancava  di  una certa linea di eleganza, nella sua magrezza. Parlava
a spazzola sulla fronte e non mancava di una certa linea  di  eleganza, nella sua magrezza. Parlava con sovrabbondanza,
magrezza. Parlava con sovrabbondanza, come tutti i commessi  di  negozio, con uno spolvero di false buone maniere, con le
come tutti i commessi di negozio, con uno spolvero  di  false buone maniere, con le unghie lunghe e accurate e un
un brillante al mignolo: vivente maluccio col suo stipendio  di  cassiere, ma sempre ben vestito, con quella ricercatezza
commessi, amatore dello smoking e frequentatore accanito  di  teatri e di balletti borghesi. In teatro andava
amatore dello smoking e frequentatore accanito di teatri e  di  balletti borghesi. In teatro andava gratuitamente, per
borghesi. In teatro andava gratuitamente, per mezzo  di  un giornalista suo amico, specie a San Carlo: e, talvolta,
qualche parola, così, per far anche lui il corteggiatore  di  una ballerina. - Lascia fare - gli aveva mormorato l'amico
era onesta, affrontare certe conseguenze, portare la catena  di  una relazione simile? Chi sa... più tardi... forse... e
forse... e intanto, ogni volta che ella gl'impediva  di  continuare i suoi discorsi, egli conservava il suo sorriso
i suoi discorsi, egli conservava il suo sorriso fatuo,  di  seduttore che non vuole insistere. Carmela affrettava il
e non le piaceva, ma ella adoperava con lui le armi  di  difesa abituali di una donna che ha paura dell'amore e
ma ella adoperava con lui le armi di difesa abituali  di  una donna che ha paura dell'amore e paura del peccato.
dell'amore e paura del peccato. Credendosi anche più brutta  di  quello che era, una istintiva, selvatica diffidenza le
selvatica diffidenza le veniva contro ogni accenno  di  corte; ella supponeva sempre un inganno maschile, una
una trama, per farla cadere nel peccato, per burlarsi  di  lei, subito dopo. Vagamente, nella sua coscienza di povera
di lei, subito dopo. Vagamente, nella sua coscienza  di  povera serva sociale, di povero atomo, senza forza e senza
Vagamente, nella sua coscienza di povera serva sociale,  di  povero atomo, senza forza e senza coraggio, ella sentiva
adoperava le più puerili e le più inani armi  di  difesa, fuggendo le conversazioni, fuggendo i contatti,
Gabriele Scognamiglio, il ricco farmacista, consuetudinario  di  San Carlo, che abitava in piazza della Pignasecca, o il
o il figliuolo del direttore del palcoscenico, qualcuno  di  questi la perseguitava per due o tre giorni, per una
Ah, quando fu in casa, nella stanza al quarto piano, piena  di  umidità, Carmela Minino fu presa da una stanchezza mortale.
e per forza se ne andò in cucina, ad accendere un po'  di  fuoco, per cucinarsi un paio di uova, che aveva in casa:
cucina, ad accendere un po' di fuoco, per cucinarsi un paio  di  uova, che aveva in casa: niente altro, perchè sarebbe morta
uova, che aveva in casa: niente altro, perchè sarebbe morta  di  fame, anzi che discendere quei quattro piani a comperarsi
quei quattro piani a comperarsi qualche altra cosa. Moriva  di  fatica, di lassitudine morale, di segreta tristezza: e
piani a comperarsi qualche altra cosa. Moriva di fatica,  di  lassitudine morale, di segreta tristezza: e mangiando quel
altra cosa. Moriva di fatica, di lassitudine morale,  di  segreta tristezza: e mangiando quel poco di cibo, sopra un
morale, di segreta tristezza: e mangiando quel poco  di  cibo, sopra un angolo nudo del suo tavolino, alla luce
tavolino, alla luce fumosa della sua lampada, pensò, sì,  di  essere una scema, come aveva detto don Gabriele
al braccio la sporta col trapano, la tanaglia, il fil  di  ferro e la calce occorrenti. E mentre egli si avviava a
E lo ricordavano, sempre con una fascia  di  lana grigia attorno al collo, nella botteguccia di
fascia di lana grigia attorno al collo, nella botteguccia  di  falegname dove, qualche anno dopo di aver finito le scuole
nella botteguccia di falegname dove, qualche anno dopo  di  aver finito le scuole elementari, si era messo ad
il mestiere del padre, morto quando egli era bambino  di  due anni. Quattro tavole di abete, due seghe, tre pialle,
morto quando egli era bambino di due anni. Quattro tavole  di  abete, due seghe, tre pialle, un'ascia, un martello e, in
alla bottega, ritti alle pareti, tra le tavole, pochi pezzi  di  legname grosso; nient'altro. E, più che lui, lavorava il
per la povera gente che non poteva neppure darsi il lusso  di  farli tingere imbastendo certi trespoli di legno e segando
darsi il lusso di farli tingere imbastendo certi trespoli  di  legno e segando e piallando certe tavole da letto che,
trovar compratori. E lo ricordavano, ancora con la fascia  di  lana attorno al collo, gracile, malaticcio, in un'altra
merci: cotone ritorto, colla forte, aghi, bambagia, nastri  di  cotone e di seta, spago, fil di ferro, granate, qualche
ritorto, colla forte, aghi, bambagia, nastri di cotone e  di  seta, spago, fil di ferro, granate, qualche risma di carta
aghi, bambagia, nastri di cotone e di seta, spago, fil  di  ferro, granate, qualche risma di carta La Briglia,
e di seta, spago, fil di ferro, granate, qualche risma  di  carta La Briglia, bastoncini di liquirizia, filze di
granate, qualche risma di carta La Briglia, bastoncini  di  liquirizia, filze di tric-trac, terra rossa, minio, amido,
risma di carta La Briglia, bastoncini di liquirizia, filze  di  tric-trac, terra rossa, minio, amido, un po' di tutto.
filze di tric-trac, terra rossa, minio, amido, un po'  di  tutto. Dietro il panconcino, egli serviva silenziosamente i
e pei tric-trac.... Era rimasto un mistero l'ingrandirsi  di  quella botteguccia, l'accumularsi di altre e altre merci
mistero l'ingrandirsi di quella botteguccia, l'accumularsi  di  altre e altre merci negli scaffali, tinti a olio in celeste
merci negli scaffali, tinti a olio in celeste e filettati  di  rosso, con cassetti pel riso, per lo zucchero, pel caffè, e
- Tanto. Quest'altro? - Tanto. - E se l' avventore tentava  di  persuaderlo che il prezzo era salato, egli si metteva a
aveva continuato a portare attorno al collo, anche  di  estate, quella fascia di lana, ora, con l'ingrandire della
a portare attorno al collo, anche di estate, quella fascia  di  lana, ora, con l'ingrandire della bottega, si fosse
della bottega, si fosse fortificato, avesse preso un po'  di  colore in viso, messo un po' di carne attorno alle ossa, e
avesse preso un po' di colore in viso, messo un po'  di  carne attorno alle ossa, e si fosse ripulito discretamente
nei vestiti. Così tutti ricordavano il passato  di  lui, quasi per vendicarsi del presente che sembrava
rimasto orfano anche della madre quando, con tanta gioia  di  essa, aveva mutato in piccola merceria la botteguccia di
di essa, aveva mutato in piccola merceria la botteguccia  di  falegname, era vissuto e viveva con poco, accumulando
accumulando tenacemente gli scarsi guadagni e ingegnandosi  di  farli fruttare quanto più potevano con caute speculazioni
tornare dopo pochi giorni con due o tre carri carichi zeppi  di  roba di ogni genere. Non chiedeva un soldo a nessuno pagava
dopo pochi giorni con due o tre carri carichi zeppi di roba  di  ogni genere. Non chiedeva un soldo a nessuno pagava la
la spiegazione. A quel mezzo tisico era capitata la fortuna  di  rinvenire un tesoro sepolto chi sa da chi nella vecchia
un tesoro sepolto chi sa da chi nella vecchia botteguccia  di  falegname un pentolino pieno di monete di oro fiammanti,
nella vecchia botteguccia di falegname un pentolino pieno  di  monete di oro fiammanti, antiche, ch'era andato a scambiare
botteguccia di falegname un pentolino pieno di monete  di  oro fiammanti, antiche, ch'era andato a scambiare o a
che si era fatto corbellare perchè le monete valevano più  di  cinquanta mila lire, e lui n'aveva avuto appena qualche
avuto appena qualche migliaio. Nessuno aveva visto una sola  di  quelle monete; ma i suoi compaesani ne ragionavano come se
andava attorno, e ne avea sorriso, pensando al tesoretto  di  cinquecento lire rivelatogli dalla sua povera mamma poche
lire rivelatogli dalla sua povera mamma poche ore prima  di  morire. - Le ho accumulate soldo a soldo, per te; fanne
che la povera vecchia non era più là, gli era venuta l'idea  di  ricercare in quella buca. Avea dovuto mettere la seggiola
mano e, dapprima, aveva tirato fuori soltanto un batufolo  di  stoppa. Deluso, stava per smontare, quando badò a quel
Cinquecento lire - una ricchezza, gli parve - in monete  di  argento avvolte in un fazzoletto di cotone con fiorami
gli parve - in monete di argento avvolte in un fazzoletto  di  cotone con fiorami rossi su fondo giallo, annodato e
per le cocche. Aveva pianto tutta la nottata, commosso  di  quell'inatteso regalo che certamente rappresentava l'umile
regalo che certamente rappresentava l'umile guadagno  di  tante seggiole dovute impagliare, di tante pentole e catini
l'umile guadagno di tante seggiole dovute impagliare,  di  tante pentole e catini e piatti dovuti acconciare e,
e piatti dovuti acconciare e, inoltre, una lunga sequela  di  privazioni e di sacrifici della povera donna, unicamente in
acconciare e, inoltre, una lunga sequela di privazioni e  di  sacrifici della povera donna, unicamente in vista
della povera donna, unicamente in vista dell'avvenire  di  lui! Oh! Erano state proprio benedette quelle cinquecento
lire. Si erano rapidamente moltiplicate; e il fazzoletto  di  cotone, a fiorami rossi su fondo giallo, ora stava chiuso,
della Madonna delle Grazie posta in cima allo scaffale  di  centro. Se egli avesse raccontato l'accaduto, nessuno gli
realtà come gli invidiavano il fantastico pentolino colmo  di  antiche monete d'oro. Gli invidiavano fin la salute, quasi
agli altri menando bene i suoi affari. Ma egli si rideva  di  tutti; il fazzoletto della sua buona fortuna era là. Ed
che ora non volete.... Ditelo a tutti.... Che mi importa  di  quel che penseranno, di quel che inventeranno?... Oramai!
Ditelo a tutti.... Che mi importa di quel che penseranno,  di  quel che inventeranno?... Oramai! Scordatemi! Ve lò chiedo
Oramai! Scordatemi! Ve lò chiedo come opera  di  carità!....
tacque un istante. Anastasio Natali non gli diè tempo  di  prender fiato: - E poi?... e poi?... - Poi, niente.... un
- Poi, niente.... un gran vuoto nero, con qualche sprazzo  di  luce di tratto in tratto.... Fui portato in una casa di
niente.... un gran vuoto nero, con qualche sprazzo di luce  di  tratto in tratto.... Fui portato in una casa di salute....
di luce di tratto in tratto.... Fui portato in una casa  di  salute.... Capisci? aver sognato di non esser più in terra,
Fui portato in una casa di salute.... Capisci? aver sognato  di  non esser più in terra, di aver varcato le anguste
salute.... Capisci? aver sognato di non esser più in terra,  di  aver varcato le anguste frontiere dentro cui si aggira
si aggira l'umanità lamentosa, e risvegliarsi paralizzato  di  corpo e di spirito, incapace di muoversi e di pensare,
l'umanità lamentosa, e risvegliarsi paralizzato di corpo e  di  spirito, incapace di muoversi e di pensare, ridotto un
e risvegliarsi paralizzato di corpo e di spirito, incapace  di  muoversi e di pensare, ridotto un oggetto di compassione o
paralizzato di corpo e di spirito, incapace di muoversi e  di  pensare, ridotto un oggetto di compassione o di scherno!...
incapace di muoversi e di pensare, ridotto un oggetto  di  compassione o di scherno!... Non ricordo più nulla.... sì,
muoversi e di pensare, ridotto un oggetto di compassione o  di  scherno!... Non ricordo più nulla.... sì, il sorriso
Non ricordo più nulla.... sì, il sorriso straziante  di  mia moglie, le grida festanti dei miei bambini che
che giuocavano in giardino, le grida dei bambini vestiti  di  nero.... perchè? Era la mamma che aveva finito di piangere
vestiti di nero.... perchè? Era la mamma che aveva finito  di  piangere per me.... lo seppi più tardi, quando dissero che
si facevano meno confusi; mi sentivo tornare alla coscienza  di  me stesso. Un giorno, incontrai un compagno d'infanzia che
non stentai molto a riconoscere. Questa scoperta mi riempì  di  soddisfazione, e come l'amico mi aveva pregato di andarlo a
mi riempì di soddisfazione, e come l'amico mi aveva pregato  di  andarlo a trovare, mi avviai verso la sua casa. Aggirandomi
so; io andavo, andavo, senza pensare alla meta, ma sicuro  di  non mancarla.... Quando mi trovai nella via in cui abitava
volte fermarmi per dare ascolto a ciò che sentivo dentro  di  me. Sai certi preludii chiari, freschi, leggieri, che ti
lentamente su, su, per gli spazii dell'etere? Dentro  di  me sentivo un che di simile. Senza saper come nè perchè,
su, per gli spazii dell'etere? Dentro di me sentivo un che  di  simile. Senza saper come nè perchè, ero nell'attesa di
che di simile. Senza saper come nè perchè, ero nell'attesa  di  qualche cosa che mi avrebbe colmato di gioia, ma in
ero nell'attesa di qualche cosa che mi avrebbe colmato  di  gioia, ma in un'attesa che non aveva nulla di tormentoso o
colmato di gioia, ma in un'attesa che non aveva nulla  di  tormentoso o di semplicemente irrequieto. Entrai....
gioia, ma in un'attesa che non aveva nulla di tormentoso o  di  semplicemente irrequieto. Entrai.... passavo di meraviglia
o di semplicemente irrequieto. Entrai.... passavo  di  meraviglia in meraviglia. Al preludio, era successo un
quelle vibrazioni sonore.... Il mio amico si avanzava verso  di  me additandomi una donna il cui viso restava nell'ombra.
bella, egualmente serena, cullare il suo bambino! la via  di  dove io ero passato tante volte! la casa familiare! le
le scale che io avevo salito tremante, con un mazzolino  di  fiori dei campi in mano! le finestre che io avevo divorato
in giardino, io sorprendevo in lei uno sguardo pieno  di  pietoso interesse.... Io mi sentivo rivivere, sentivo la
memoria, i più piccoli, i più insignificanti; mi pareva  di  essere tornato al tempo felice della mia fanciullezza. Da
ridiventato un uomo, e l'arte.... Anastasio Natali si alzò,  di  scatto, aprendo le braccia in croce con un gran sospiro di
di scatto, aprendo le braccia in croce con un gran sospiro  di  sollievo. - Ora, basta. Il ritratto è impostato....
Promotrice, il ritratto del maestro Albani, la cui Isaura  di  Valenza era stato il successo della stagione, ottenne il
nei giorni seguenti, sebbene ella andasse migliorando e  di  tanto in tanto m'interrogasse con gli occhi. Doveva aver
nulla: forse anche lei non osava o non aveva la forza  di  parlare; o aspettava per orgoglio che ricorressi io a lei
aiuto. O forse erano tutte illusioni mie: chi sa mai niente  di  vero dei pensieri altrui? Se non sappiamo mai nulla di
di vero dei pensieri altrui? Se non sappiamo mai nulla  di  preciso neppure dei nostri! II fatto è che io continuavo ad
la morte. Adesso mi sembrava d'essere legato a lei e  di  non potermi più muovere per riguardo suo: o almeno alla
per riguardo suo: o almeno alla superficie la incolpavo  di  questo, mentre veramente desideravo ch'ella morisse per
era mia, perchè era giustizia che l'avessi. Il pensiero  di  riprenderla non mi abbandonava un momento. Un giorno andai
della stanza che ben conoscevo. E dapprima mi parve  di  sognare, o di aver sognato, perchè nulla era mutato in
stanza che ben conoscevo. E dapprima mi parve di sognare, o  di  aver sognato, perchè nulla era mutato in quella stanza: la
fisionomia era la solita, e solo si alterò al vedermi, ma  di  un turbamento che mi parve più di sdegno che di affetto.
si alterò al vedermi, ma di un turbamento che mi parve più  di  sdegno che di affetto. Subito però si dominò, mi accennò di
vedermi, ma di un turbamento che mi parve più di sdegno che  di  affetto. Subito però si dominò, mi accennò di avanzare. AI
di sdegno che di affetto. Subito però si dominò, mi accennò  di  avanzare. AI rumore del miei passi l'uscio della cucina si
in mano: mi guardò con l'avidità con cui mangiava: avidità  di  sapere perchè ero lì. La padrona la chiamò, le disse di
di sapere perchè ero lì. La padrona la chiamò, le disse  di  farmi vedere la bambina, poi si volse a me accennandomi di
di farmi vedere la bambina, poi si volse a me accennandomi  di  seguire la balia: si entrò nel salotto attiguo, e la prima
persiana che dava sulla strada. Tante volte passando  di  fuori avevo veduto quella persiana socchiusa e l'interno
arredamento paesano: tavola rotonda in mezzo con un mazzo  di  fiori finti, uno specchio pur esso ornato di fiori a
con un mazzo di fiori finti, uno specchio pur esso ornato  di  fiori a smalto, divano e sedili ricoperti di goffi
esso ornato di fiori a smalto, divano e sedili ricoperti  di  goffi merletti. Adesso c'era anche una grande culla di
di goffi merletti. Adesso c'era anche una grande culla  di  vimini: la balia sollevò un lembo della stoffa che la
chinarmi vidi distintamente il piccolo viso, non più grande  di  una grande rosa, ma già vivo, balzante verso di me da una
più grande di una grande rosa, ma già vivo, balzante verso  di  me da una profondità che era quella dell'anima mia stessa.
Gli occhi erano aperti, placidi, nuotanti come in un velo  di  piacere, le labbra strette succhiavano l'aria. Subito mi
la ricoprì tutta: non poteva soffocarsi, così? E rientrando  di  là vidi che la donna continuava a lavorare la sua maglia,
via intatta quell'impressione indefinibile che non era  di  gioia, nè di dolore perchè trascendeva l'una e l'altro; ma
quell'impressione indefinibile che non era di gioia, nè  di  dolore perchè trascendeva l'una e l'altro; ma la donna mi
mi guardò rapida col suo sguardo glauco, supplicandomi  di  restare. E io restai: anche perchè la balia mi osservava; e
lasciavano distinguerne il colore, mi ricordavano quelli  di  una biscia che avevo veduto una volta fra l'erba.
aveva cercato, avidamente, il ritratto  di  Elvira. Non era insieme alle lettere, come non era unito
o dicesse, non avrebbe potuto cancellare dalla mente  di  suo marito quei ricordi. E con altri ricordi era possibile
poteva trovare nuove carezze, se le parole che ella credeva  di  avere per lui non erano che una ripetizione di cento e
ella credeva di avere per lui non erano che una ripetizione  di  cento e cento altre dette prima, che cosa era ella dunque
la persuasione che Alberto non aveva corrisposto all'amore  di  Elvira. Tutto lo diceva; i dolci lamenti di lei per la sua
all'amore di Elvira. Tutto lo diceva; i dolci lamenti  di  lei per la sua freddezza, le rare risposte, i fiori
dedica appassionata che egli non si era menomamente curato  di  aggiungere al ritratto, e la taccia di esagerata, nella
menomamente curato di aggiungere al ritratto, e la taccia  di  esagerata, nella quale parola Marta rivedeva Alberto tutto
nulla, non aveva capito nulla. E se l'amore delirante  di  Elvira non lo aveva infiammato, bisognava proprio credere
a qualunque fiamma. Non era dunque per esaurimento  di  passione che mostravisi nemico dei trasporti amorosi; non
mostravisi nemico dei trasporti amorosi; non si trattava  di  guarire una malattia, nè di ravvivare un sentimento; ella
amorosi; non si trattava di guarire una malattia, nè  di  ravvivare un sentimento; ella si trovava davanti ad un
nella sintesi che ogni onesta persona avrebbe potuto fare  di  Alberto. Egli aveva tutto ciò che gli uomini credono
per una donna, e che molte donne credono del pari; aveva  di  più la franchezza del suo carattere e l'onestà de' suoi
Egli amava Marta nel solo modo che gli era possibile  di  amare. Poteva ella lagnarsene? No, no, sarebbe stata una
creatura. Piangeva, tenendo ancora fra le mani le lettere  di  Elvira, dilaniata dalla tristezza, sentendo il freddo di
di Elvira, dilaniata dalla tristezza, sentendo il freddo  di  quelle ceneri morte, sentendo, insieme alla sua, l'angoscia
distrutte, da quell'irrimediabile passato. Una cappa  di  piombo le sembrava caduta sulle spalle, fugando i sogni, le
le mobili fantasie della giovinezza. Si sentiva vecchia  di  tutti gli anni di Alberto, di tutto ciò che egli aveva
della giovinezza. Si sentiva vecchia di tutti gli anni  di  Alberto, di tutto ciò che egli aveva visto, provato, di
Si sentiva vecchia di tutti gli anni di Alberto,  di  tutto ciò che egli aveva visto, provato, di quegli amori
di Alberto, di tutto ciò che egli aveva visto, provato,  di  quegli amori che egli aveva attraversato sfiorandoli, di
di quegli amori che egli aveva attraversato sfiorandoli,  di  quelle lagrime inconsapevoli che aveva fatto spargere; e
ira nè invidia; solo una grande, infinita stanchezza, come  di  ali spezzate.
casa  di  don Pietro era nello stesso stato in cui gliel'avevano
in cui gliel'avevano lasciata i nonni quasi tre quarti  di  secolo addietro, assegnandola nel testamento proprio a lui
proprio a lui ancora in fasce per paura forse che il padre  di  esso, giuocatore indurito, non la avesse venduta o caricata
esso, giuocatore indurito, non la avesse venduta o caricata  di  ipoteche prima che il bambino, cresciuto e giunto in età da
rimasta deserta parecchi anni, senza che quello stravagante  di  don Ilario Sbano, padre di don Pietro, avesse mai pensato a
senza che quello stravagante di don Ilario Sbano, padre  di  don Pietro, avesse mai pensato a farvi la più piccola
avesse mai pensato a farvi la più piccola riparazione.  Di  tanto in tanto, mandava il servitore a far prendere un po'
alla lettera l'ordine del padrone, non dava un colpo  di  granata ai pavimenti di mattoni di Valenza, non levava una
del padrone, non dava un colpo di granata ai pavimenti  di  mattoni di Valenza, non levava una tela di ragno dagli
non dava un colpo di granata ai pavimenti di mattoni  di  Valenza, non levava una tela di ragno dagli angoli delle
ai pavimenti di mattoni di Valenza, non levava una tela  di  ragno dagli angoli delle volte, nè un po' di polvere dai
una tela di ragno dagli angoli delle volte, nè un po'  di  polvere dai mobili. Alla morte dei suoi genitori, don
Alla morte dei suoi genitori, don Pietro aveva preferito  di  andare ad abitare nella casa dei nonni, dov'era nato. Aveva
nella casa dei nonni, dov'era nato. Aveva fatto fare un po'  di  pulizia, la più grossa in tutte le stanze, contentandosi di
di pulizia, la più grossa in tutte le stanze, contentandosi  di  avere ripulite meglio le poche che dovevano servire a lui,
stanze, e i ragni si erano divertiti a tessere padiglioni  di  tele che nessuno, da anni e anni, aveva pensato di toglier
di tele che nessuno, da anni e anni, aveva pensato  di  toglier via. Come mai, ora, all'improvviso, don Pietro era
all'improvviso, don Pietro era stato invaso dalla smania  di  ripulir tutto, di riordinare, di sgombrare quelle stanze,
don Pietro era stato invaso dalla smania di ripulir tutto,  di  riordinare, di sgombrare quelle stanze, ridotte a specie di
stato invaso dalla smania di ripulir tutto, di riordinare,  di  sgombrare quelle stanze, ridotte a specie di ripostigli
di riordinare, di sgombrare quelle stanze, ridotte a specie  di  ripostigli d'oggetti di ogni sorta, da dover stentare ad
quelle stanze, ridotte a specie di ripostigli d'oggetti  di  ogni sorta, da dover stentare ad attraversarle da un punto
si mangia. Parlava della Trisuzza, la quale era incaricata  di  spazzare, di spolverare, di togliere i ragnateli; e
della Trisuzza, la quale era incaricata di spazzare,  di  spolverare, di togliere i ragnateli; e cominciava la
la quale era incaricata di spazzare, di spolverare,  di  togliere i ragnateli; e cominciava la mattina e finiva la
e cominciava la mattina e finiva la sera, in maniche  di  camicia, sbracciata, con un fazzoletto di cotone a colori,
sera, in maniche di camicia, sbracciata, con un fazzoletto  di  cotone a colori, legato attorno alla testa, e la gonna
dalle grossolane calze turchine. Don Pietro, col pretesto  di  sorvegliarla nel lavoro, in quei giorni usciva raramente di
di sorvegliarla nel lavoro, in quei giorni usciva raramente  di  casa. E se donna Ortensia, per non stare inoperosa, si
del fastidio prodottogli da quei tentativi d'intervento  di  donna Ortensia. Non ragionava di cose segrete con la
tentativi d'intervento di donna Ortensia. Non ragionava  di  cose segrete con la Trisuzza; evitava anzi di parlarle o di
Non ragionava di cose segrete con la Trisuzza; evitava anzi  di  parlarle o di farle parlare di Tinu Mèndola e del loro
di cose segrete con la Trisuzza; evitava anzi di parlarle o  di  farle parlare di Tinu Mèndola e del loro avvenire - nè
la Trisuzza; evitava anzi di parlarle o di farle parlare  di  Tinu Mèndola e del loro avvenire - nè sarebbero poi stati
poi stati ragionamenti da non poter farsi alla presenza  di  donna Ortensia - ma il rimanere là, in quelle stanze, loro
l'operazione, produceva a don Pietro acute sensazioni  di  piacere e di soddisfacimento non mai provate fino allora.
produceva a don Pietro acute sensazioni di piacere e  di  soddisfacimento non mai provate fino allora. Sensazioni di
di soddisfacimento non mai provate fino allora. Sensazioni  di  piacere in cui la fresca giovinezza della Trisuzza, esposta
pel sant'uomo anche un occulto significato  di  possesso turbato e riconquistato, e perciò più caro;
turbato e riconquistato, e perciò più caro; sensazione  di  soddisfacimento che gli faceva attraversare per la mente,
attraversare per la mente, come rapidi fantasmi, le figure  di  Tinu Mèndola e del cavalier Ferro ai quali egli era
la cosa era spiegabiie: don Pietro gli aveva impedito  di  fare con quella ragazza quel che aveva fatto con tante
anche un marito. Riguardo a Tinu però, don Pietro cercava  di  rendersi conto del senso di soddisfazione per avergliela
a Tinu però, don Pietro cercava di rendersi conto del senso  di  soddisfazione per avergliela tolta di mano fino a che non
conto del senso di soddisfazione per avergliela tolta  di  mano fino a che non si fosse indotto a sposarla; e non
rendersi conto come mai ora non sentiva più tanta fretta  di  arrivare a questo risultato, ma attendeva, come Noè, che il
a don Pietro: - voscenza inghiotte tanta polvere. Vada  di  là. Crede forse che non so fare niente senza direzione? -
a quel modo? Ebbene?... Don Pietro intanto era turbato....  di  sentirsi turbato, quasi si fosse attesa un'altra risposta.
un'altra risposta. Quale? Non lo sapeva, non voleva cercar  di  saperlo; ma un'altra. Il turbamento era sparito quasi
ogni sera, a cena e a letto, si insinuava nel cuore  di  Trisuzza per farsi rivelare com'era andata la faccenda
- Appena mi ha visto, si è messa a mandar fuori una specie  di  raglio di contentezza, povera bestia! È infangata fino alla
mi ha visto, si è messa a mandar fuori una specie di raglio  di  contentezza, povera bestia! È infangata fino alla pancia.
per diritto e per traverso, contro luce, per indovinare  di  che cosa si trattava: ed era lontana dal figurarsi che il
saltar giù dal letto per scrivere la risposta, col pretesto  di  ravviare le lenzuola, smosse le coperte, e fu
le lenzuola, smosse le coperte, e fu mortificatissima  di  non trovar niente. Sfogò il malumore contro la Trisuzza che
contro la Trisuzza che già si attaccava il fazzoletto  di  cotone, a colori, attorno al capo, e si rialzava la gonna
al capo, e si rialzava la gonna dai fianchi per andare  di  là a spazzare, spolverare, levar via ragnateli, che non se
se ne finiva più! Come se tutto quel lavoro fosse la tela  di  Sant'Agata, tessuta il giorno e disfatta la notte. In che
cantare! Glielo disse con aria misteriosa, accennandole  di  accostarsi vicino all'uscio su la cui soglia si era
della stanza. E mentre ella, incuriosita, tralasciava  di  spolverare, don Pietro, mutato improvvisamente pensiero,
pensiero, socchiudeva l'uscio e le andava incontro in punta  di  piedi, quasi avesse paura di essere sorpreso da qualcuno. -
e le andava incontro in punta di piedi, quasi avesse paura  di  essere sorpreso da qualcuno. - Guarda! Guarda! Aveva cavato
essere sorpreso da qualcuno. - Guarda! Guarda! Aveva cavato  di  tasca lo scatolino ricevuto poco prima e, apertolo,
ricevuto poco prima e, apertolo, mostrava il bel paio  di  orecchini che luccicava tra la bambagia rosea, con perle e
può anche darsi che li abbiano comprati. Hanno danari più  di  me e di te. Ti piacciono? - Sono troppo belli per una
darsi che li abbiano comprati. Hanno danari più di me e  di  te. Ti piacciono? - Sono troppo belli per una contadina
Pietro, con le mani che gli tremavano, le aveva già tolto  di  capo il fazzoletto, e preso e aperto uno degli orecchini
con la calda e fine pelle del collo e delle guancie  di  essa, gli impediva di imbroccare il forellino. La Trisuzza,
fine pelle del collo e delle guancie di essa, gli impediva  di  imbroccare il forellino. La Trisuzza, paziente, sorrideva,
quel respiro accelerato che le soffiava lievi tepide ondate  di  fiato su la nuca, per quegli occhi luccicanti, accesi di
di fiato su la nuca, per quegli occhi luccicanti, accesi  di  desiderio osservati levando la testa verso don Pietro che
levando la testa verso don Pietro che si spazientiva  di  non riuscire. - voscenza permetta, - disse Trisuzza. E fece
Il povero sant'uomo si sentì preso da vertigine alla vista  di  quel collo, di quelle braccia, di quel seno ansante, e
si sentì preso da vertigine alla vista di quel collo,  di  quelle braccia, di quel seno ansante, e chiudendo gli
da vertigine alla vista di quel collo, di quelle braccia,  di  quel seno ansante, e chiudendo gli occhi, quasi non vedendo
- balbettò. La Trisuzza aveva su le labbra un sorriso  di  stupore, niente più.
un tratto salta su  di  lei, che sta per lasciarsi cadere la lucerna, e gliela
che sta per lasciarsi cadere la lucerna, e gliela toglie  di  mano.
montati su un carretto che portava a Caltagirone un carico  di  quartare e di carrati, le solite terracotte che sono una
carretto che portava a Caltagirone un carico di quartare e  di  carrati, le solite terracotte che sono una specialità di
e di carrati, le solite terracotte che sono una specialità  di  Mineo, e si erano presentati alla Commissione dei
donna al marito. - Prendiamo questo; sia fatta la volontà  di  Dio! Il bambino, svegliato nel meglio del sonno, si mise a
quasi sùbito ad acchetarlo. La poveretta, che dopo sei anni  di  matrimonio aveva perduto ogni illusione di poter avere, un
dopo sei anni di matrimonio aveva perduto ogni illusione  di  poter avere, un giorno o l'altro, figliuoli, teneva stretto
mentre i signori della Commissione non finivano più  di  scrivere in quei loro libroni grossi quanto un messale:
un messale: nome e cognome del marito; nome e cognome  di  lei.... Fortunatamente le loro carte, fatte dal Sindaco,
in regola; e verso mezzogiorno, marito e moglie, raggianti  di  gioia, scendevano le scale di quel vecchio palazzo che
marito e moglie, raggianti di gioia, scendevano le scale  di  quel vecchio palazzo che sembrava una prigione, con quelle
con quelle povere creaturine abbandonate là in mano  di  balie mercenarie, e di suore che non potevano intendere
creaturine abbandonate là in mano di balie mercenarie, e  di  suore che non potevano intendere niente della maternità,
al bambino che li guardava sbalordito, quasi diffidente  di  quei visi nuovi. Ed erano stati davvero padre e mamma per
lui. La loro casetta silenziosa ora risuonava allegramente  di  grida e di strilli infantili. La povera donna, che non
casetta silenziosa ora risuonava allegramente di grida e  di  strilli infantili. La povera donna, che non aveva mai
delle viscere per una creatura sangue suo, sembrava pazza  di  gioia alla vista di quel bambino di origine ignota, fino di
una creatura sangue suo, sembrava pazza di gioia alla vista  di  quel bambino di origine ignota, fino di lineamenti, biondo
suo, sembrava pazza di gioia alla vista di quel bambino  di  origine ignota, fino di lineamenti, biondo di capelli, con
di gioia alla vista di quel bambino di origine ignota, fino  di  lineamenti, biondo di capelli, con occhioni così azzurri da
quel bambino di origine ignota, fino di lineamenti, biondo  di  capelli, con occhioni così azzurri da parere quasi neri,
ella credeva le fosse piovuto dal cielo per speciale grazia  di  Dio, in ricompensa delle tante preghiere da lei fatte,
 di  dare una grande o una piccola festa da ballo, bisogna
e molti nemici: e bisogna vedere bene, se valga la pena  di  affrontare tutto ciò, se la ragione di convenienza, di
se valga la pena di affrontare tutto ciò, se la ragione  di  convenienza, di obbligo morale, di decoro, d'interesse, che
pena di affrontare tutto ciò, se la ragione di convenienza,  di  obbligo morale, di decoro, d'interesse, che v'induce a dare
tutto ciò, se la ragione di convenienza, di obbligo morale,  di  decoro, d'interesse, che v'induce a dare questa festa,
sia abbastanza possente, da compensare tutto questo. Io so  di  un principe, mio grande amico, uomo d'intelligenza, di
so di un principe, mio grande amico, uomo d'intelligenza,  di  spirito, pieno di chic, che dette una splendida e
mio grande amico, uomo d'intelligenza, di spirito, pieno  di  chic, che dette una splendida e simpaticissima festa da
importanti coloni, gli scrisse una lettera, dichiarandogli  di  non poter pagare l'affitto, e domandando una dilazione,
Vostra Eccellenza ha dato una ricca festa, e non ha bisogno  di  denaro!Or dunque, pensarci un poco. Un altro inconveniente
a cui avete offerto un appartamento sfarzosamente adorno  di  piante e di fiori, illuminato a meraviglia, una raccolta di
offerto un appartamento sfarzosamente adorno di piante e  di  fiori, illuminato a meraviglia, una raccolta di persone
di piante e di fiori, illuminato a meraviglia, una raccolta  di  persone elette, di belle donne, di gaie signorine, dei
illuminato a meraviglia, una raccolta di persone elette,  di  belle donne, di gaie signorine, dei rinfreschi squisiti,
meraviglia, una raccolta di persone elette, di belle donne,  di  gaie signorine, dei rinfreschi squisiti, una cena sontuosa,
le piante, ve le siete fatte prestare; i gelati puzzano  di  petrolio; la luce elettrica, è volgarissima; il the sa di
di petrolio; la luce elettrica, è volgarissima; il the sa  di  paglia; la cena è meschina e scarsa; e le donne, poi, le
mal vestite, che orrore! Una sera, in un ballo, poco prima  di  andare a cena, io ho udito, inavvertita, due perfetti
tali infamie sul conto del padrone e della padrona  di  casa, da far arrossire qualunque ingenuo: e, dopo, avviarsi
un anniversario, un compleanno, un onomastico, una promessa  di  nozze, deve dare una festa; vi è chi ama tanto poco sè
chi, infine, ha bisogno, per suoi interessi, per suoi fini,  di  farsi vedere ricco e ospitale.
volte non c'è capitato  di  giudicare una persona dopo aver scambiato con lei soltanto
offenda qualcuno dei presenti. Non facendolo, si rischia  di  dover, da un momento all'altro, arrossire e troncare a
arrossire e troncare a mezzo un discorso; o, peggio ancora,  di  doversi vergognare d'averlo fatto. Ci vuol poco a
Ci vuol poco a sberleffare una signora anziana che tenti  di  far scomparire gli anni sotto un cumulo di pomate e
che tenti di far scomparire gli anni sotto un cumulo  di  pomate e belletti e tinture; o a sentenziare che la tale o
letteraria, artistica; o a condannare una classe  di  commercianti...; siete proprio sicuri che, fra i presenti,
- lo dice un nostro proverbio popolare - come parlar  di  corda in casa dell'impiccato! Né si parla di persone
- come parlar di corda in casa dell'impiccato! Né si parla  di  persone assenti per dirne male: o si tace, o se ne dice
se esse fossero presenti; evitando cosí la figuraccia o  di  dover, d'un tratto, interrompere la conversazione o,
d'un tratto, interrompere la conversazione o, peggio,  di  grottescamente convertire... il fiele in miele
fiele in miele all'improvviso sopraggiungere della persona  di  cui si sparlava. Ma allora - si potrebbe osservare - non si
o del bel tempo, del circo equestre, d'un cane che abbaia  di  notte, della prossima cometa... Non ho detto questo: ho
per esempio, esser creduto un segno d'imbecillità, o  di  protesta, e, nel miglior dei casi, di noia. Se è un'arte
d'imbecillità, o di protesta, e, nel miglior dei casi,  di  noia. Se è un'arte quella del conversare, è un'arte altresí
le donne son troppo intuitive per non comprendere il valore  di  questa virtú, per non capire quanto ciò che non si dice
ciò che non si dice abbia piú profondità, piú risonanza  di  quel che non esprimano le parole con i loro contorni
che sia il nostro sentimento, il silenzio è un gran mezzo  di  espressione: in ogni caso, è meglio tacere che parlare,
Ma « sapere »; ossia servirsi del silenzio come  di  una dote superiore: la dote di chi ha ben compreso quanto
servirsi del silenzio come di una dote superiore: la dote  di  chi ha ben compreso quanto di vero e quanto di falso,
una dote superiore: la dote di chi ha ben compreso quanto  di  vero e quanto di falso, secondo le circostanze, ci sia nei
la dote di chi ha ben compreso quanto di vero e quanto  di  falso, secondo le circostanze, ci sia nei famosi proverbi:
fa evitare parecchie altre gravi sconvenienze: 1)  Di  parlar troppo di sé o delle proprie cose. Vi sono alcuni i
parecchie altre gravi sconvenienze: 1) Di parlar troppo  di  sé o delle proprie cose. Vi sono alcuni i quali, nei loro
nei loro discorsi, fanno affiorare mille volte il pronome  di  prima persona, e quasi calcandovi su la voce, come se
come se averse la i maiuscola. Ignorano costoro che non c'è  di  peggio, per riuscire antipatici e insopportabili, che
per riuscire antipatici e insopportabili, che parlar troppo  di  sé; e che, viceversa, se si vuol riuscire amabili e
se si vuol riuscire amabili e simpatici, bisogna far  di  tutto per interessarsi agli altri. Si badi che non dico «
agli altri. Si badi che non dico « fingere », ma « far  di  tutto » per interessarsi. Parimenti, il nostro prossimo,
cose preziose possedute o or ora acquistate e, in genere,  di  tutte le nostre « fortune »; tanto piú che, purtroppo, sono
delle nostre sventure; essa diffonde nell'aria un senso  di  tristezza che, per carità e per solidarietà umana, oltre
che per dovere, bisogna risparmiare agli altri. Non è certo  di  buon gusto, e né pur generoso, portarsi dietro, ovunque si
o altre piccole e grandi pene e miserie personali o  di  famiglia. Intanto, starebbero freschi i nostri simili se,
: allora sí che il mondo sarebbe veramente una valle  di  lagrime, e dalla vita esulerebbe ogni sorriso! Le prèfiche,
quelle che non tormentano con la enumerazione interminabile  di  sciagure. Si tenga presente che, a queste ultime,
l'esperienza dei secoli attribui il nefasto privilegio  di  « portar male » e affibbiò l'appellativo di iettatori. 2)
privilegio di « portar male » e affibbiò l'appellativo  di  iettatori. 2) Di spettegolare. Le signore specialmente se
« portar male » e affibbiò l'appellativo di iettatori. 2)  Di  spettegolare. Le signore specialmente se ne guardino: esse
dignità, la virilità. Giacché il pettegolezzo riveste non  di  rado i caratteri della maldicenza e, talora, della vera e
e, talora, della vera e propria calunnia. Si guarisce  di  questa peste imponendo a se stessi un costante contegno
grave e rispettoso nei riguardi degli altri; evitando  di  « raccogliere le voci che corrono... »; di trasmettere, con
altri; evitando di « raccogliere le voci che corrono... »;  di  trasmettere, con piú o meno velata compiacenza, e con
velata compiacenza, e con maggiore o minore arricchimento  di  frange, le voci raccolte; di parlare degli altri - specie,
o minore arricchimento di frange, le voci raccolte;  di  parlare degli altri - specie, ripeto, se assenti - a base
parlare degli altri - specie, ripeto, se assenti - a base  di  « ma... », di « se... » e di punti sospensivi, pieni di
altri - specie, ripeto, se assenti - a base di « ma... »,  di  « se... » e di punti sospensivi, pieni di significati
ripeto, se assenti - a base di « ma... », di « se... » e  di  punti sospensivi, pieni di significati misteriosi. La pietà
di « ma... », di « se... » e di punti sospensivi, pieni  di  significati misteriosi. La pietà di alcune lingue è
punti sospensivi, pieni di significati misteriosi. La pietà  di  alcune lingue è peggiore della peggiore maldicenza! In
assemblee, giuramento nelle scuole, circolari. In una  di  queste, era detto: « Non, si può avere un'idea delle grandi
nostra iniziativa ha avuto in tutto il Paese. Le migliaia  di  lettere di plauso e di richiesta di moduli per l'adesione,
ha avuto in tutto il Paese. Le migliaia di lettere  di  plauso e di richiesta di moduli per l'adesione, pervenuteci
avuto in tutto il Paese. Le migliaia di lettere di plauso e  di  richiesta di moduli per l'adesione, pervenuteci in questi
il Paese. Le migliaia di lettere di plauso e di richiesta  di  moduli per l'adesione, pervenuteci in questi giorni, stanno
flagello nazionale. Ed eccellente è stata trovata l'idea  di  estendere alla scuola la nostra campagna, e spiegare alle
della stampa; ma, forse, i giornalisti si saranno rifiutati  di  prestar anche il giuramento... 3) Di far dello spirito non
si saranno rifiutati di prestar anche il giuramento... 3)  Di  far dello spirito non a proposito o di non buona lega. Son
il giuramento... 3) Di far dello spirito non a proposito o  di  non buona lega. Son convintissimo che uno dei grandi
- che si possano fare al nostro prossimo è quello  di  strappargli un sorriso o, addirittura, una bella risata: a
nella vita, si deve maggiormente temere del ridicolo. 4)  Di  fare dei discorsi arrischiati, di usare parole a doppio
temere del ridicolo. 4) Di fare dei discorsi arrischiati,  di  usare parole a doppio senso, di strizzare l'occhio... Cose
dei discorsi arrischiati, di usare parole a doppio senso,  di  strizzare l'occhio... Cose sconvenientissime sempre e
una bettola; e da evitarsi in modo assoluto nelle riunioni  di  gente a modo, specialmente poi in presenza di signore o di
riunioni di gente a modo, specialmente poi in presenza  di  signore o di ministri del culto. Se qualche imprudente - o
di gente a modo, specialmente poi in presenza di signore o  di  ministri del culto. Se qualche imprudente - o maleducato -
- o maleducato - si arrischiasse a farne, cercare  di  cambiar discorso; in nessun caso, compiacersene,
anche piú serio del solito la propria riprovazione. 5)  Di  parlar «troppo» di cose tecniche. Queste non possono
del solito la propria riprovazione. 5) Di parlar «troppo»  di  cose tecniche. Queste non possono interessare tutti i
meno, non possono interessarli a lungo. Né è, certo, segno  di  generosa comprensione l'insistere presso un tecnico perché
seccarsi. Chi lo crederebbe? ci sono alcuni i quali, prima  di  recarsi a una riunione, si leggono qualche voce
hanno squadernato loro rara - recentissima - dottrina... 6)  Di  fare il « bene informato». Altra categoria,
stupidità e, nella piú benevola delle ipotesi, mancanza  di  serietà e di prudenza.
e, nella piú benevola delle ipotesi, mancanza di serietà e  di  prudenza.
patriarcalmente uniti alla terra e alla natura, un fondo  di  bontà, d'intelligenza, di filosofia, e sentiva profonda la
terra e alla natura, un fondo di bontà, d'intelligenza,  di  filosofia, e sentiva profonda la gioia di vivere. Durante
d'intelligenza, di filosofia, e sentiva profonda la gioia  di  vivere. Durante l'infanzia aveva avuto le malattie comuni a
e magra, sana e relativamente agile e forte. Piccola  di  statura, con la testa piuttosto grossa, mani e piedi
neri lievemente ondulati e gli occhi grandi, a mandorla,  di  un nero dorato e a volte verdognolo, con la grande pupilla
volte verdognolo, con la grande pupilla appunto delle donne  di  razza camitica, che un poeta latino chiamò «doppia
camitica, che un poeta latino chiamò «doppia pupilla»,  di  un fascino passionale irresistibile. Per la morte di Enza
di un fascino passionale irresistibile. Per la morte  di  Enza fu ripreso il lutto, chiuse ancora le finestre,
ripresa una vita veramente claustrale. Ma un lievito  di  vita, un germogliare di passioni e una fioritura
veramente claustrale. Ma un lievito di vita, un germogliare  di  passioni e una fioritura freschissima d'intelligenza simile
d'intelligenza simile a quella dei prati cosparsi  di  fiori selvatici a volte piú belli di quelli dei giardini,
dei prati cosparsi di fiori selvatici a volte piú belli  di  quelli dei giardini, univa le tre sorelle in una specie di
di quelli dei giardini, univa le tre sorelle in una specie  di  danza silenziosa piena di grazia e di poesia. Le due
le tre sorelle in una specie di danza silenziosa piena  di  grazia e di poesia. Le due piccole, Pina e Coletta,
sorelle in una specie di danza silenziosa piena di grazia e  di  poesia. Le due piccole, Pina e Coletta, leggevano già
Forse troppo: e la sua generosità era alimentata da un po'  di  amor proprio, di vanità, di boria; ma spesso era schietta e
la sua generosità era alimentata da un po' di amor proprio,  di  vanità, di boria; ma spesso era schietta e istintiva:
era alimentata da un po' di amor proprio, di vanità,  di  boria; ma spesso era schietta e istintiva: aveva, poi,
ma spesso era schietta e istintiva: aveva, poi, impeti  di  vero entusiasmo per cose che agli altri sembravano degne di
di vero entusiasmo per cose che agli altri sembravano degne  di  poco aiuto, se non proprio di esser contrariate; e allora
agli altri sembravano degne di poco aiuto, se non proprio  di  esser contrariate; e allora gli sembrava di fare atto di
se non proprio di esser contrariate; e allora gli sembrava  di  fare atto di giustizia mettendosi dalla parte del debole.
di esser contrariate; e allora gli sembrava di fare atto  di  giustizia mettendosi dalla parte del debole. Cosí, quando
a sapere che la sua sorellina Cosima, quella ragazzina  di  quattordici anni che ne dimostrava meno e sembrava
e timida come una piccola cerbiatta, era invece una specie  di  ribelle a tutte le abitudini, le tradizioni, gli usi della
modo era al corrente degli avvenimenti letterarî. L'eco  di  questi era sempre portata alla piccola città da Antonino,
sempre portata alla piccola città da Antonino, lo studente  di  lettere, fratello del piú intimo amico di Andrea. Questo
lo studente di lettere, fratello del piú intimo amico  di  Andrea. Questo fratello si chiamava Salvatore, e aveva
del paese: e si beffava, pur ammirandolo in segreto,  di  Antonino, che aveva le mani bianche e affusolate di donna e
di Antonino, che aveva le mani bianche e affusolate  di  donna e gli occhi pieni di sogni; e non era buono neppure a
le mani bianche e affusolate di donna e gli occhi pieni  di  sogni; e non era buono neppure a montare sulla giumenta
sulla giumenta sulla quale balzavano d'un salto le servette  di  casa per andare a prender l'acqua alla fontana: come nei
quasi condannata a un esilio dal mondo grande, un soffio  di  quella grandezza tanto piú luminosa quanto piú lontana.
tanto piú luminosa quanto piú lontana. Egli parlava  di  re, di regine, di alti personaggi politici, di artisti e di
tanto piú luminosa quanto piú lontana. Egli parlava di re,  di  regine, di alti personaggi politici, di artisti e di
luminosa quanto piú lontana. Egli parlava di re, di regine,  di  alti personaggi politici, di artisti e di letterati, come
Egli parlava di re, di regine, di alti personaggi politici,  di  artisti e di letterati, come fossero tutti suoi intimi
di re, di regine, di alti personaggi politici, di artisti e  di  letterati, come fossero tutti suoi intimi amici. Sulla
come fossero tutti suoi intimi amici. Sulla figura  di  Gabriele d'Annunzio, allora in tutto il suo piú radioso
suo piú radioso splendore, circonfusa inoltre dall'aureola  di  notizie leggendarie, egli si appoggiava sopra tutto, come
tabernacolo d'oro piú sfolgorante del sole era la poesia  di  Gabriele d'Annunzio».. Le cose raccontate dal buono,
raccontate dal buono, dall'epico Antonino, infiammavano  di  folli sogni il cuore del rude, ma anche lui à suo modo
scriveva piú in dialetto che in lingua, da un professore  di  ginnasio. Queste lezioni accrebbero il senso di ostilità
professore di ginnasio. Queste lezioni accrebbero il senso  di  ostilità istintiva che la piccola scrittrice provava per
istintiva che la piccola scrittrice provava per ogni genere  di  studi libreschi, a meno che non fossero romanzi o poesie.
il fratello volonteroso le procurò facendole conoscere tipi  di  vecchi pastori che raccontavano storie piú mirabili di
tipi di vecchi pastori che raccontavano storie piú mirabili  di  quelle scritte sui libri, e portandola in giro, nei
nascosti come nidi nelle conche boscose della montagna. Una  di  queste gite fu meravigliosa, anche perché fatta in buona
anche perché fatta in buona compagnia. Oltre al fratello  di  Antonino, c'erano altri amici di Andrea, quasi tutti
Oltre al fratello di Antonino, c'erano altri amici  di  Andrea, quasi tutti studenti mancati, che ai tormentosi
quelli della fisarmonica e la Odissea Nel senso popolaresco  di  avventura. se la creavano da sé prendendosi a pugni per
ai loro piedi come sotto le mense degli eroi e conti  di  Re Carlo. Uno di questi banchetti fu apprestato quel
come sotto le mense degli eroi e conti di Re Carlo. Uno  di  questi banchetti fu apprestato quel giorno, nell'ovile
fu apprestato quel giorno, nell'ovile delle tancas paterne  di  Andrea e di Cosima. Ai pastori porcari, che avevano finito
quel giorno, nell'ovile delle tancas paterne di Andrea e  di  Cosima. Ai pastori porcari, che avevano finito la loro
che avevano finito la loro stagione, erano seguiti quelli  di  pecore e di capre. Le pecore brucavano l'asfodelo secco, i
finito la loro stagione, erano seguiti quelli di pecore e  di  capre. Le pecore brucavano l'asfodelo secco, i cui lunghi
Cosima imparò piú cose che in dieci lezioni del professore  di  belle lettere. Imparò a distinguere la foglia dentellata
tasso barbasso da quello del vilucchio. E da un castello  di  macigni sopra i quali volteggiavano i falchi che parevano
lampade, vide una grande spada luccicante messa ai piedi  di  una scogliera come in segno che l'isola era stata tagliata
ghiandaie e i cardi spinosi fra le pietre arse: ma invece  di  esaltarsi si sentiva piccola e umile accanto alle rocce che
e umile accanto alle rocce che scintillavano come rivestite  di  scaglie, e ai lecci millenari che sembravano piú antichi
per terra s'intende, tutta circondata da un colonnato  di  tronchi come un salone regale: per Cosima Andrea preparò
Pietro era rimasto talmente rimescolato  di  quella sua audacia, di quel suo atto inqualificabile (lo
era rimasto talmente rimescolato di quella sua audacia,  di  quel suo atto inqualificabile (lo giudicava così) che la
la sera aveva dovuto mettersi a letto senza cena. Credeva  di  avere la febbre. - Come siamo fragili! - pensava. -
e che, da una settimana, restando in casa col pretesto  di  sorvegliare le operazioni della Trisuzza, quel baleno aveva
si commettono sciocchezze in gioventù, si corre pericolo  di  commetterle, e peggio, nella vecchiaia! A poco a poco gli
fine della sua vita, egli stava per dimenticare ogni dovere  di  onest'uomo, e insidiare l'onore di una ragazza che si era
dimenticare ogni dovere di onest'uomo, e insidiare l'onore  di  una ragazza che si era affidata alla carità di lui? E aveva
l'onore di una ragazza che si era affidata alla carità  di  lui? E aveva avuto l'ipocrisia di fingere di voler
era affidata alla carità di lui? E aveva avuto l'ipocrisia  di  fingere di voler sottrarla alle insidie del cavalier Ferro!
alla carità di lui? E aveva avuto l'ipocrisia di fingere  di  voler sottrarla alle insidie del cavalier Ferro! Aveva
insidie del cavalier Ferro! Aveva avuto la spudoratezza  di  andare a toglierla di mano a colui che, presto o tardi,
Ferro! Aveva avuto la spudoratezza di andare a toglierla  di  mano a colui che, presto o tardi, sarebbe suo marito, col
che, presto o tardi, sarebbe suo marito, col bel pretesto  di  sollecitarli a mettersi in grazia di Dio! Tutta quella
col bel pretesto di sollecitarli a mettersi in grazia  di  Dio! Tutta quella carità.... oh, Madonna santa!... tutta
Fragilità umana! Domani sarebbe andato a buttarsi a' piedi  di  padre Francesco per confessarsi e farsi dare la
Signore? Com'era accaduto? Povero sant'uomo! Cercando  di  scorgere come era accaduto, riandava il breve passato:
riandava il breve passato: rivedeva la Trisuzza in maniche  di  camicia, col collo e le braccia ignude, col fazzoletto
e riassaporava, inconsapevolmente, il fascino  di  quella rude giovinezza, che cantiechiava spazzando,
cantiechiava spazzando, spolverando, e che non parlava più  di  Tinu Mèndola e pareva di compiacersi di restare in casa di
spolverando, e che non parlava più di Tinu Mèndola e pareva  di  compiacersi di restare in casa di don Pietro a
che non parlava più di Tinu Mèndola e pareva di compiacersi  di  restare in casa di don Pietro a disobbligarsi, poveretta,
di Tinu Mèndola e pareva di compiacersi di restare in casa  di  don Pietro a disobbligarsi, poveretta, del bene che le
a disobbligarsi, poveretta, del bene che le aveva fatto e  di  quello che egli mostrava intenzione di farle! Per questo
che le aveva fatto e di quello che egli mostrava intenzione  di  farle! Per questo non si era indignata del bacio; per
questo non aveva sospettato!... Ah, quel cattivo soggetto  di  Tinu Mèndola! La vera colpa era tutta sua! Se avesse
la figliuola! E anche lo Stortaccio! - Neppure una buccia  di  fava! - Pensava forse di portarsi via la roba all'inferno
Stortaccio! - Neppure una buccia di fava! - Pensava forse  di  portarsi via la roba all'inferno dove andrà, certamente,
Pietro. - Non è niente! Mi sento bene.... Prendete un po'  di  caffè pure voialtre. Donna Ortensia era accigliata, con
pure voialtre. Donna Ortensia era accigliata, con tanto  di  muso; le si leggeva in viso che aveva qualcosa da dire, e
da dire, e che la presenza della Trisuzza le impediva  di  parlare. La condusse via, con la scusa del caffè, e poco
e poco dopo tornò sola. - Non per mescolarmi dei fatti  di  voscenza, - cominciò, - ma è vero che.... quegli orecchini
ma il regalo viene da altri. - Non per mescolarmi dei fatti  di  voscenza.... Voscenza è padrone di fare e disfare in casa
per mescolarmi dei fatti di voscenza.... Voscenza è padrone  di  fare e disfare in casa sua, con la sua roba. Se però
cosa si messa in testa! Vogliono approfittare della bontà  di  "voscenza, lei e i suoi parentacci che l'hanno
indettata.... Quando mai, voscenza? Ha fatto la vita  di  un santo.... Nessuno può saperlo meglio di me. Ora
Ha fatto la vita di un santo.... Nessuno può saperlo meglio  di  me. Ora intanto.... - Siete impazzita, vi domando? Era
- Siete impazzita, vi domando? Era abituato alle prediche  di  donna Ortensia, le sopportava pazientemente, sapendo che
egli aveva dato retta alle osservazioni, ai suggerimenti  di  lei che lo mettevano in guardia contro gli eccessi del suo
guardia contro gli eccessi del suo buon cuore e le astuzie  di  coloro che chiedevano soccorso. E se n'era trovato
Se mai.... Ma neppur lui, no Fragilità, aberrazione  di  un momento! E per ciò aveva ripetuto quel: - Siete
ciò aveva ripetuto quel: - Siete impazzita? - con tal tono  di  voce, che donna Ortensia si era sentita chiudere la bocca,
la vecchia che cominciava ad abusare della tolleranza  di  lui. Date un dito a certe persone e si prendono tutta la
contro se stesso perchè non stava su le mosse, sentendo  di  là il rumore che la Trisuzza faceva dando gli ultimi colpi
là il rumore che la Trisuzza faceva dando gli ultimi colpi  di  spolveratura nelle stanze ormai ripulite, ravviate e che
ripulite, ravviate e che quasi non sembravano più quelle  di  prima. Era deciso di lasciarla fare sola, e di uscir di
e che quasi non sembravano più quelle di prima. Era deciso  di  lasciarla fare sola, e di uscir di casa senza neppure
più quelle di prima. Era deciso di lasciarla fare sola, e  di  uscir di casa senza neppure rivederla. Aveva in testa il
di prima. Era deciso di lasciarla fare sola, e di uscir  di  casa senza neppure rivederla. Aveva in testa il disegno di
di casa senza neppure rivederla. Aveva in testa il disegno  di  quel che doveva fare nella giornata, per finirla una buona
tentazione continua, ne conveniva. Quando però fu sul punto  di  andar via, si lasciò guidare dalle gambe che lo portarono
andar via, si lasciò guidare dalle gambe che lo portarono  di  suo malgrado. La Trisuzza era nell'ultima stanza in fondo e
tremavano. La Trisuzza lo guardava negli occhi e tentava  di  scansarsi, ripetendo, tanto per dire qualcosa: - Donna
a letto dunque, e raccomandati a Dio, senza aver paura  di  niente, che chi è in grazia di Dio non ha paura di niente.
a Dio, senza aver paura di niente, che chi è in grazia  di  Dio non ha paura di niente. Tanto, non posso dirtelo se
paura di niente, che chi è in grazia di Dio non ha paura  di  niente. Tanto, non posso dirtelo se torno presto o tardi.
giorno che aveva indovinato ciò che era passato nel cuore  di  quell'uomo, la religione che le aveva dedicata dal profondo
profondo dell'anima; il giorno che, dopo tanto accumularsi  di  tristezze, la passione di quell'uomo l'aveva fatta
che, dopo tanto accumularsi di tristezze, la passione  di  quell'uomo l'aveva fatta rinascere all'amore. A Napoli,
A Napoli, ella aveva completamente mutato il suo sistema  di  vita; con abili pretesti si era sbarazzata della folla che
le stava attorno; evitava le visite, i teatri, ogni luogo  di  riunione. Suo zio di Marciano e il duca di Majoli erano le
le visite, i teatri, ogni luogo di riunione. Suo zio  di  Marciano e il duca di Majoli erano le sole persone che
ogni luogo di riunione. Suo zio di Marciano e il duca  di  Majoli erano le sole persone che ancora vedesse. Vecchio,
lo spirito in un tempo che non era più il suo, il principe  di  Marciano non dava ai due amanti fastidio di sorta. Quanto
il principe di Marciano non dava ai due amanti fastidio  di  sorta. Quanto al duca, non una parola, non un accenno aveva
ora soltanto; non se ne accorgeva soltanto al dolore  di  cui la felicità di Andrea Ludovisi gli era cagione; da
non se ne accorgeva soltanto al dolore di cui la felicità  di  Andrea Ludovisi gli era cagione; da molto, da lungo tempo,
il predominio che egli aveva imparato ad esercitare su  di  sè stesso, la nitidezza di percezione che aveva acquistata,
aveva imparato ad esercitare su di sè stesso, la nitidezza  di  percezione che aveva acquistata, nelle cose del cuore, a
che aveva acquistata, nelle cose del cuore, a prezzo  di  sangue, lo avevano retto, impedendogli di spinger oltre
cuore, a prezzo di sangue, lo avevano retto, impedendogli  di  spinger oltre l'avventura; di fare, con la propria,
avevano retto, impedendogli di spinger oltre l'avventura;  di  fare, con la propria, l'infelicità di quella donna. Al
oltre l'avventura; di fare, con la propria, l'infelicità  di  quella donna. Al punto in cui i dolori provati lo avevano
gli sarebbe parso un tradimento, un delitto, tentar  di  turbarla; e perchè, se non per soffrire nuovamente egli
nuovamente egli stesso? V'erano troppe amarezze nella vita  di  quella donna che, presto o tardi, avrebbero avvelenata ogni
e la pena provata dal duca dinanzi alla trionfante passione  di  Andrea, in cui la baronessa aveva riposta l'ultima fede
era rivolto a lui, nell'occasione del duello col cavaliere  di  Sammartino, egli non aveva potuto nascondere il proprio
le cose avviarsi per una china fatale. Ed aveva rifiutato  di  assistere l'amico, quasi pauroso di farsene complice.
Ed aveva rifiutato di assistere l'amico, quasi pauroso  di  farsene complice. Dinanzi alla felicità degli amanti, più
come un'ammonizione. - Sì, noi crediamo ogni giorno  di  esser sinceri; soltanto non vogliamo accorgerci che la
sinceri; soltanto non vogliamo accorgerci che la credenza  di  oggi fa a pugni con quella di ieri.... Oggi, che tu credi
accorgerci che la credenza di oggi fa a pugni con quella  di  ieri.... Oggi, che tu credi di amare qualcuno, lo stimi; le
oggi fa a pugni con quella di ieri.... Oggi, che tu credi  di  amare qualcuno, lo stimi; le sue stesse debolezze ti
fanno più caro; lascia mutare per poco la tua disposizione  di  spirito, e ti parrà la cosa più naturale il
come una colpa. - Sta bene, quando la disposizione  di  spirito è capace di mutare. Ma vi sono dei sentimenti che
- Sta bene, quando la disposizione di spirito è capace  di  mutare. Ma vi sono dei sentimenti che non si possono
a tempo. Andrea Ludovisi guardò curiosamente il duca  di  Majoli. Aveva compresa l'allusione, e non supponendo che
che glie ne volesse per la sua riuscita presso Costanza  di  Fastalia; che fosse, infine, un poco geloso.... Poi scacciò
geloso.... Poi scacciò il suo sospetto, rimproverandosi  di  averlo concepito. La più grande dirittura si leggeva negli
tutta la delicatezza, il rispetto, la stima, la protezione  di  cui aveva circondata la baronessa. Perchè, intanto, il duca
suo? Perchè la stessa Costanza aveva talvolta l'aria  di  dubitarne? - Come è possibile, - diceva ella, - che tu mi
tuo!... - Tu, indegna?... - ed aveva dato in uno scoppio  di  risa. - Ah! ah!.. Ma non vedi dunque che è incredibile per
con un bacio. - Taci, taci!... Che cosa vorresti dirmi?  di  chi vorresti parlarmi?... Non esiste che una sola Costanza,
sola Costanza, la Costanza mia.... Nel salotto, sul tavolo  di  legno intarsiato e ornato di borchie metalliche, il
Nel salotto, sul tavolo di legno intarsiato e ornato  di  borchie metalliche, il ritratto della baronessa Costanza
della baronessa Costanza stava esposto, insieme con altri  di  famiglia, nel porta-ritratti di peluche rosso aperto a
esposto, insieme con altri di famiglia, nel porta-ritratti  di  peluche rosso aperto a foggia di paravento. Egli le diceva:
nel porta-ritratti di peluche rosso aperto a foggia  di  paravento. Egli le diceva: - Guarda dunque: questa non sei
sei ora, ora che sei mia, comprendi?... Avevano convenuto  di  incontrarsi da Montabone, come per caso; ma come Andrea
- Una sorpresa! Costanza dischiuse il piccolo cofanetto  di  raso azzurro dalla chiave dorata, che stava sull'étagère. -
che stava sull'étagère. - Ecco l'imagine ridente....  di  quella che fui una volta! Andrea guardava il ritratto, la
Andrea guardava il ritratto, la figura quasi infantile  di  quella donna in veste bianca, circonfusa di veli; e alzando
quasi infantile di quella donna in veste bianca, circonfusa  di  veli; e alzando gli occhi verso di lei, chiese con un
veste bianca, circonfusa di veli; e alzando gli occhi verso  di  lei, chiese con un accento di incredulità: - Questa?... Sei
e alzando gli occhi verso di lei, chiese con un accento  di  incredulità: - Questa?... Sei tu?... - Ero.... quindici
anni or sono! È il ritratto fatto durante il mio viaggio  di  nozze. Con un sospiro, era andata a gettarsi sul divano
Ella lo aveva trascinato verso il divano, dove era caduta  di  peso, quasi piangente anche lei. Allora egli le si era
gli occhi con la sua veste, un lembo della quale portava  di  tratto in tratto alle labbra. - Perdonami!... Ti ho fatto
Ma il vedere quel ritratto.... l'imagine della Costanza  di  un altro.... Ora è finito, guarda; è proprio finito. -
persuadeva a rivederlo. Dinanzi a quella figura, la crisi  di  pianto si rinnovava, ogni volta. Una tenerezza amara lo
ogni volta. Una tenerezza amara lo vinceva al pensiero  di  quella sposa, di quella vergine che entrava appena nella
Una tenerezza amara lo vinceva al pensiero di quella sposa,  di  quella vergine che entrava appena nella vita, lieta,
dinanzi a quegli occhi ridenti?... Ah! uno spettacolo  di  miserie, di tristezze, di dolori, si era presentato in
a quegli occhi ridenti?... Ah! uno spettacolo di miserie,  di  tristezze, di dolori, si era presentato in cambio dei lieti
ridenti?... Ah! uno spettacolo di miserie, di tristezze,  di  dolori, si era presentato in cambio dei lieti sogni; e come
Qualcuno, un altro, aveva colto il candido fiore  di  quell'anima, lo aveva profanato, lo aveva calpestato.... E
bestia colta in trappola, scappa a correre all'impazzata  di  qua e di là, in punta di piedi, pallido e stralunato,
colta in trappola, scappa a correre all'impazzata di qua e  di  là, in punta di piedi, pallido e stralunato, tentando di
scappa a correre all'impazzata di qua e di là, in punta  di  piedi, pallido e stralunato, tentando di nuovo la porta e
e di là, in punta di piedi, pallido e stralunato, tentando  di  nuovo la porta e l'inferriata della finestra a destra.
arrivarono le bozze  di  stampa del romanzo. Cosima non sapeva con precisione di che
di stampa del romanzo. Cosima non sapeva con precisione  di  che si trattasse: credette che l'editore le mandasse un
si meravigliò che le pagine fossero lunghe come le colonne  di  stampa dei giornali. Le tenne lí, trovando buffo e quasi
Allora Cosima si decise a correggere i molti errori  di  stampa, e sentí la prima tortura di ricercar le doppie
i molti errori di stampa, e sentí la prima tortura  di  ricercar le doppie lettere sul frusto vocabolario che era
era appartenuto a suo padre, e ancora aveva odore e macchie  di  tabacco da naso; ma le correzioni ella le fece in un modo
parole errate; talché ne germogliò una fioritura selvatica  di  sgorbi, un groviglio che terrorizzò il tipografo destinato
il tipografo destinato a sbrogliarlo. L'editore decise  di  non mandare le ulteriori bozze alla scrittrice, ma le
richiese una fotografia da mettere sulla porta del romanzo.  Di  fotografie Cosima ne possedeva solo una, che era stata
coi capelli sciolti, col vestito nuovo color viola  di  mezzo lutto e il fermaglio d'argento al collo: ne era
e fina. Era abbastanza vanitosa per non pensar neppure  di  mandare quel cupo ritratto di se stessa ad affacciarsi
per non pensar neppure di mandare quel cupo ritratto  di  se stessa ad affacciarsi all'apertura del suo libro di
di se stessa ad affacciarsi all'apertura del suo libro  di  sogni: ma farne un altro era un po' difficile, ed anche
Forza e coraggio, e sopra tutto astuzia: altri mezzi litri  di  olio e di vino furono sottratti al bilancio domestico: fu
e sopra tutto astuzia: altri mezzi litri di olio e  di  vino furono sottratti al bilancio domestico: fu combinata
al bilancio domestico: fu combinata una gita ad un orto  di  proprietà della famiglia, vicino alla casa del fotografo, e
del fotografo, e tutto, questa volta, riuscí bene; la testa  di  Cosima emergeva da un grande ventaglio di piume di struzzo
bene; la testa di Cosima emergeva da un grande ventaglio  di  piume di struzzo nere, ch'ella aveva con arte aperto sul
la testa di Cosima emergeva da un grande ventaglio di piume  di  struzzo nere, ch'ella aveva con arte aperto sul suo scarno
il viso tutto dolce, sornione, un po' per volontà  di  lei, un po' per abilità del fotografo intelligente, che
del fotografo intelligente, che aveva capito a modo suo  di  che si trattava. Aveva capito che quell'immagine era
giovani, intelligenti e affini all'anima e alle fantasie  di  lei. Il libro invece ebbe un successo femminile: lo lessero
loro convegni notturni immaginari, con le loro finte ali  di  struzzo che non possono volare. L'editore mandò cento copie
la sera gli girò attorno con la diffidenza spaventata  di  un cane che vede un animale sconosciuto: per fortuna Cosima
ricordò che un suo cugino in terzo grado aveva una bottega  di  barbiere e spacciava giornali e riviste. Era un
locale al giornale del capoluogo: e la proposta  di  Cosima, di spacciar qualche copia del romanzo, fu da lui
locale al giornale del capoluogo: e la proposta di Cosima,  di  spacciar qualche copia del romanzo, fu da lui accolta con
tutti si rivoltarono contro la fanciulla: fu un rogo  di  malignità, di supposizioni scandalose, di profezie
rivoltarono contro la fanciulla: fu un rogo di malignità,  di  supposizioni scandalose, di profezie libertine: la voce del
fu un rogo di malignità, di supposizioni scandalose,  di  profezie libertine: la voce del Battista che dalla prigione
della sorella che si vedeva minacciata dal pericolo  di  non trovare marito.
 DI  MATILDE SERAO (edizioni Treves). La ballerina,
della Croce, romanzo.. 8 - Parla una donna. Diario feminile  di  guerra (maggio 1915-marzo 1916)...... 8 - Ella non rispose,
romanzo...... 8 - Dopo il perdono, romanzo..... 8 Nel paese  di  Gesù. Ricordi di un viaggio in Palestina........... 8 - Il
Dopo il perdono, romanzo..... 8 Nel paese di Gesù. Ricordi  di  un viaggio in Palestina........... 8 - Il paese di
Ricordi di un viaggio in Palestina........... 8 - Il paese  di  cuccagna, romanzo napoletano. 8 - Ricordando " Neera,„
8 - Castigo, romanzo......... 7 - Saper vivere, norme  di  buona creanza. 8 - IN PREPARAZIONE: "Mors tua... „,
a mano a mano rarefacendo, quasi non vi fosse piú bisogno  di  un po' di svago intimo e sano. In questi ritrovi, si
mano rarefacendo, quasi non vi fosse piú bisogno di un po'  di  svago intimo e sano. In questi ritrovi, si conversa, si fa
e beve qualche cosa. È modo piú alla mano e piú lecito  di  procurarsi un tantino di spensieratezza, di ricreazione; e
È modo piú alla mano e piú lecito di procurarsi un tantino  di  spensieratezza, di ricreazione; e i giovani vi dovrebbero
e piú lecito di procurarsi un tantino di spensieratezza,  di  ricreazione; e i giovani vi dovrebbero prender gusto piú
per la tenuta, per il trattamento: la caratteristica  di  queste riunioni è il sorriso cordiale e accogliente. Gli
e accogliente. Gli uomini meglio se vestiti semplicemente,  di  scuro - con i calzoni di lanina chiara, se d'estate; - le
meglio se vestiti semplicemente, di scuro - con i calzoni  di  lanina chiara, se d'estate; - le signorine vestite di
di lanina chiara, se d'estate; - le signorine vestite  di  chiaro ; le signore col loro miglior vestito da passeggio.
la stagione; qua e là fiori. È consentito alle signore  di  attendere a qualche lavorino di facile esecuzione e
È consentito alle signore di attendere a qualche lavorino  di  facile esecuzione e grazioso a vedersi. Usa offrire
si protraggono oltre a mezzanotte. Si può anche andare al  di  là; sopra tutto, se v'è parecchia gioventú, e se scopo
madri e da zie. Gl'invitati debbono far ballare la padrona  di  casa e le sue figlie; i giovanotti di casa debbono far
ballare la padrona di casa e le sue figlie; i giovanotti  di  casa debbono far ballare tutte le signorine intervenute. Se
far ballare tutte le signorine intervenute. Se la padrona  di  casa e le sue figlie non ballano alcuni balli moderni -
alcuni balli moderni - forse, perché questi non sono  di  loro gusto - è bene non proporli. E non basteranno piú i
in bell'ordine piatti con panini ripieni, tramezzini, fette  di  galantina, pasticcetti di carne; e posate, e molti
panini ripieni, tramezzini, fette di galantina, pasticcetti  di  carne; e posate, e molti bicchieri e bicchierini; con
e posate, e molti bicchieri e bicchierini; con bottiglie  di  vini e liquori; e abbondanza di tovagliolini, anche se di
bicchierini; con bottiglie di vini e liquori; e abbondanza  di  tovagliolini, anche se di elegante velina. Ma allora,
di vini e liquori; e abbondanza di tovagliolini, anche se  di  elegante velina. Ma allora, dicono le prudenti madri di
se di elegante velina. Ma allora, dicono le prudenti madri  di  famiglia, è molto meglio andar a ballare al circolo!
Arduina, od altra più moderna creatura, ben era una cosa  di  cielo; e su ciò non cascava ombra di dubbio. Una testina
ben era una cosa di cielo; e su ciò non cascava ombra  di  dubbio. Una testina aggraziata su di un collo morbidamente
ciò non cascava ombra di dubbio. Una testina aggraziata su  di  un collo morbidamente flessuoso, incorniciata di capelli
su di un collo morbidamente flessuoso, incorniciata  di  capelli neri lucidi, che in ciocche leggermente increspate
si rigiravano con una semplicità virginea sovra gli orecchi  di  madreperla; il viso di un ovale purissimo, vero impasto di
virginea sovra gli orecchi di madreperla; il viso  di  un ovale purissimo, vero impasto di latte e di rose, con un
di madreperla; il viso di un ovale purissimo, vero impasto  di  latte e di rose, con un tocco di rosso vermiglio sulle
il viso di un ovale purissimo, vero impasto di latte e  di  rose, con un tocco di rosso vermiglio sulle labbra, con due
purissimo, vero impasto di latte e di rose, con un tocco  di  rosso vermiglio sulle labbra, con due linee sottili di nero
di rosso vermiglio sulle labbra, con due linee sottili  di  nero d'ebano sugli archi delle orbite abbassate, che non
sugli archi delle orbite abbassate, che non consentivano  di  vedere, ma lasciavano intravedere dalla ampiezza loro e
degli occhi; e su quel bianco rosato della carnagione  di  un fior diffuso di pesche sul ramo, non ancor brancicate
e su quel bianco rosato della carnagione di un fior diffuso  di  pesche sul ramo, non ancor brancicate dall'uom della villa;
vano della sua stessa finestra, aveva contemplato nel vano  di  un'altra, e forse proprio di quella. Ma che sciocco, il
aveva contemplato nel vano di un'altra, e forse proprio  di  quella. Ma che sciocco, il signor Ascanio, ad essere stato
finestra del suo studio, senza mai mettere il naso fuori  di  là! Quando deve accamparsi, il buon generale studia il
dove si trovi, per non esser colto alla sprovveduta, nè  di  qua, nè di là. Dovunque si vada ad abitare, bisogna
trovi, per non esser colto alla sprovveduta, nè di qua, nè  di  là. Dovunque si vada ad abitare, bisogna conoscere gli
stava nel suo vaso, come il Gladiolus Inarimensis, contento  di  risplendere nell'aura quieta del suo davanzale al secondo
al loro legittimo padrone, quando egli fosse consigliato  di  volgersi lassù troppo spesso. Ah, spadacciòla d'Ischia!
Come voleva metterla lui alla moda, facendone venire  di  tutte le varietà, da tutti i giardini d'Italia! A buon
osservata da quegli occhi fissi, che avevano tutta l'aria  di  volersela sorbire, e si era ritirata a fronte china; ma
sciocca, vergognosa o scontrosa. Ed egli aveva approfittato  di  quella sosta, per salutarla rispettosamente; ed ella aveva
con un cenno cortese del capo. Addio, luce! Per un poco  di  tempo non avrebbe più avuta la sorte di vederla. Così
luce! Per un poco di tempo non avrebbe più avuta la sorte  di  vederla. Così pensando, il signor Ascanio si ritrasse a sua
già che lo spiritello impertinente si sarebbe preso spasso  di  lui. Facesse a sua posta; perchè, celiando e ridendo, gli
a sua posta; perchè, celiando e ridendo, gli parlasse  di  lei. Ma il folletto non era più là, sulla catasta di Grevii
di lei. Ma il folletto non era più là, sulla catasta  di  Grevii e dei Gronovii; nè gli era dato di scovarlo altrove,
là, sulla catasta di Grevii e dei Gronovii; nè gli era dato  di  scovarlo altrove, per quanto guardasse a destra e a
- Tribolino! - gridò. - Tribolino! - Nessuna risposta; nè  di  parole nè di risate. Non scricchiolavano neanche i mobili,
- gridò. - Tribolino! - Nessuna risposta; nè di parole nè  di  risate. Non scricchiolavano neanche i mobili, che, si
neanche i mobili, che, si capisce, si fanno vivi solamente  di  notte. - Genius Ioci! - ripigliò, dopo una breve pausa. -
kakòs daimon, che il diavolo ti porti! Ma che modo  di  trattare è il tuo? - Sempre così, i folletti; quando non ne
scatole; quando li cercate, sono spariti, e non c'è verso  di  farli tornare. Un colpettino secco si udì, ma sull'uscio
sull'uscio dello studio. Il signor Ascanio tralasciò subito  di  taroccare.
che necessario, poichè in villeggiatura, per un gran numero  di  persone, vi sono molte misteriose e imperiose ragioni di
di persone, vi sono molte misteriose e imperiose ragioni  di  andare, miglior consiglio, è di affrontare questo
e imperiose ragioni di andare, miglior consiglio, è  di  affrontare questo assillante problema annuale, con tutta la
questo assillante problema annuale, con tutta la saggezza  di  cui si può disporre. Anzi tutto, con una indagine veramente
lettere, informazioni, interviste, mettersi al corrente  di  tutti i vantaggi e di tutti gli inconvenienti del posto
interviste, mettersi al corrente di tutti i vantaggi e  di  tutti gli inconvenienti del posto dove si deve andare. In
o dove ci sia l'acqua, o dove non manchi lo spirito  di  ospitalità. Dopo di che, lunga corrispondenza epistolare
l'acqua, o dove non manchi lo spirito di ospitalità. Dopo  di  che, lunga corrispondenza epistolare con albergatori, con
corrispondenza epistolare con albergatori, con locatori  di  ville, di villini, di appartamenti: dispute minuziose:
epistolare con albergatori, con locatori di ville,  di  villini, di appartamenti: dispute minuziose: finzione di
con albergatori, con locatori di ville, di villini,  di  appartamenti: dispute minuziose: finzione di rifiuto, pel
di villini, di appartamenti: dispute minuziose: finzione  di  rifiuto, pel prezzo troppo caro: ripresa di trattative:
finzione di rifiuto, pel prezzo troppo caro: ripresa  di  trattative: conclusione, quasi soddisfacente. Poi,
poichè questo problema della villeggiatura, è un vero pomo  di  discordia, in casa. Che pensa, che desidera, che vuole e
moglie, per questa villeggiatura? Discutiamo: cerchiamo  di  comprenderci: accomodiamoci: e stabiliamo tutto, il numero
va bene, quel che la signora moglie chiede, si tenterà  di  fare come meglio si può, per contentarla. Che pensa il
pensa il signor figlio primogenito, che decide, che farà  di  sè stesso, del suo tempo, in villeggiatura, che cosa
terribile idea condurli seco, anche più terribile quella  di  lasciarli indietro, quadratura del cerchio, tu non sei
quadratura del cerchio, tu non sei nulla, al confronto  di  questo ultimo problema.... Dopo di che, o marito, o capo di
sei nulla, al confronto di questo ultimo problema.... Dopo  di  che, o marito, o capo di famiglia, non ti scoraggiare più
di questo ultimo problema.... Dopo di che, o marito, o capo  di  famiglia, non ti scoraggiare più oltre: sii ottimista,
bene alla tua salute; può darsi che ti dia l'occasione  di  un buon affare; può darsi che tua figlia trovi un buon
conduca quasi bene, per eccezione; può darsi che, in cambio  di  una pessima cameriera che se ne è andata, per la
Ci dev'essere.... Ecco. Si china a raccattare un pezzetto  di  legno lungo poco più di un palmo.
Si china a raccattare un pezzetto di legno lungo poco più  di  un palmo.
 di  tirarla indietro e di turarle la bocca con le mani. lana si
di tirarla indietro e  di  turarle la bocca con le mani. lana si svincola col furore
storia  di  Tribolino era finita. E qui Ascanio Denèa alzò gli occhi
e sorrideva amabilmente dal quadro: effetto d'un raggio  di  sole, che affacciatosi allora allora dal «balzo d'Oriente»
affacciatosi allora allora dal «balzo d'Oriente» coglieva  di  sbieco la finestra di un piccolo abbaino, donde si era
allora dal «balzo d'Oriente» coglieva di sbieco la finestra  di  un piccolo abbaino, donde si era riverberato sullo studio
soffiate; ma perchè i lucignoli, insieme con due scappate  di  fumo attraverso i tubi, mandavano un odore sgradevole
finestre in fila, alte, spaziose colle loro balaustrate  di  marmo, sporgenti su robuste mensole dal filo della bianca
più vicine. E se per avventura fosse stata la più vicina  di  tutte? Appunto quella, unica fra tante, mostrava il
quella, unica fra tante, mostrava il davanzale ornato  di  vasi, debitamente assicurati al posto da una sottil verga
vasi, debitamente assicurati al posto da una sottil verga  di  ferro, che andava per due capi ad innestarsi nel muro. I
capi ad innestarsi nel muro. I vasi non erano rotondi, nè  di  terra cotta, bensì dì maiolica, quadrilunghi, con bei fregi
quadrilunghi, con bei fregi in rilievo, e inverniciati  di  verde, con molte piante par entro, quali diritte sul cespo,
quali diritte sul cespo, quali ricadenti sugli orli. Una  di  quelle piante attirò particolarmente l'attenzione di
Una di quelle piante attirò particolarmente l'attenzione  di  Ascanio. Era una specie di giaggiòlo, come dimostravano le
particolarmente l'attenzione di Ascanio. Era una specie  di  giaggiòlo, come dimostravano le foglie a forma di spada, e
specie di giaggiòlo, come dimostravano le foglie a forma  di  spada, e certi gambi lunghi che ne uscivano fuori, portando
uscivano fuori, portando ad ogni nodo un fiore a campana,  di  color tenerissimo tra il bianco e il salmonato, con certe
si aprivano graziose dal sommo del perigonio, come labbra  di  donna al sorriso, lasciando intravvedere delle macchioline
intravvedere delle macchioline rosse nelle gole socchiuse  di  color paglierino. Il nostro signor Ascanio, fra tante cose
fra tante cose inutili che aveva studiate, conosceva un po'  di  botanica. E pensandoci su, muovendo dalla classe
- Spaddaciòla d'Ischia, senza dubbio. Ma che bellezza  di  varietà! - Sì, certo, ed una varietà che non si sarebbe
dietro il suo fogliame ensiforme era apparso un bel viso  di  una fanciulla, tanto bello per regolarità e finezza di
viso di una fanciulla, tanto bello per regolarità e finezza  di  lineamenti, come per soavità di espressione, da rimanerci
per regolarità e finezza di lineamenti, come per soavità  di  espressione, da rimanerci incantati senz'altro. La marchesa
qualche minuto secondo Io credette ancora; tanto il caso  di  quella notte trascorsa
per la sua utilità e che, ogni volta, io ho avuto cura  di  correggere, rifare, completare il mio testo, visto che gli
riguarda questa parte «Nelle case del Re non si trattava  di  addebitare i cangiamenti in questa parte protocollare della
in fondo, il protocollo reale non è stato mal mutato, ma  di  dire che mutate le persone e gli eventi, necessariamente, a
eventi, necessariamente, a Corte, vi è profonda diversità  di  vita. Ognuno rammenta gli splendori sotto il felice regno
vita. Ognuno rammenta gli splendori sotto il felice regno  di  Umberto e Margherita: e come il Quirinale in quei tempi che
rifulgesse come un astro. Vittorio Emanuele III ed Elena  di  Savoia, sovrani di gran cuore, pensosi di tutti i bisogni
un astro. Vittorio Emanuele III ed Elena di Savoia, sovrani  di  gran cuore, pensosi di tutti i bisogni crescenti del loro
III ed Elena di Savoia, sovrani di gran cuore, pensosi  di  tutti i bisogni crescenti del loro popolo, pietosi a tutte
crescenti del loro popolo, pietosi a tutte le tristezze,  di  gusti semplici, di virtù intime ammirabili, hanno regnato e
popolo, pietosi a tutte le tristezze, di gusti semplici,  di  virtù intime ammirabili, hanno regnato e regnano a traverso
ammirabili, hanno regnato e regnano a traverso periodi  di  alta difficoltà sociale e, infine, a traverso sette od otto
per dare svago alle figliuole. Pure, la prammatica  di  Corte esiste sempre e conveniva che i miei lettori la
miei lettori la conoscessero, nel caso che avessero bisogno  di  una guida, di un consiglio, per gli eventuali loro rapporti
conoscessero, nel caso che avessero bisogno di una guida,  di  un consiglio, per gli eventuali loro rapporti coi sovrani.
del mare, sulla cima dell'Orthobene, sovrastante fra boschi  di  lecci e rocce di granito, poco distante dalla proprietà
dell'Orthobene, sovrastante fra boschi di lecci e rocce  di  granito, poco distante dalla proprietà della famiglia di
di granito, poco distante dalla proprietà della famiglia  di  Cosima e da dove per la prima volta ella aveva veduto il
Madonna del Monte, su uno spiazzo sollevato e recinto  di  massi. Piccole stanzette erano addossate alla chiesa, sotto
addossate alla chiesa, sotto lo stesso tetto, e una specie  di  portichetto si apriva davanti alle due porte, una a mezzodí
Madonna. La leggenda raccontava che un vescovo, forse  di  Pisa, nel viaggiare per la sua visita pastorale nell'isola,
da tempesta, aveva promesso, se il naviglio si salvava,  di  erigere un santuario sulla prima cima di montagna apparsa
si salvava, di erigere un santuario sulla prima cima  di  montagna apparsa all'orizzonte. E immediatamente il mare si
rocciosa era emersa fra le nuvole sopra l'isola. Lo zio  di  Cosima, il tabaccoso prete Ignazio, che aveva una parrucca
della sua vita. Fu proprio un sogno, bello, completo, pieno  di  cose misteriose, come i veri sogni. Il viaggio, circa due
misteriose, come i veri sogni. Il viaggio, circa due ore  di  salita per un sentiero appena tracciato fra i dirupi, gli
a piedi dalle ragazze pazzamente felici ed ebbre  di  quella meravigliosa mattina di agosto, mentre un carro
pazzamente felici ed ebbre di quella meravigliosa mattina  di  agosto, mentre un carro tirato da buoi e carico di
mattina di agosto, mentre un carro tirato da buoi e carico  di  masserizie e provviste, le seguiva traballando sui sassi e
tre e detta la tomba del gigante. Sembrava una grande bara,  di  granito, coperta da un drappo di musco, solenne nella vasta
Sembrava una grande bara, di granito, coperta da un drappo  di  musco, solenne nella vasta solitudine del luogo. Un tempo,
diceva la leggenda, i giganti abitavano la montagna, e uno  di  essi, a turno, vigilava l'ingresso della foresta: l'ultimo,
della foresta: l'ultimo, si stese per morire sulla pietra  di  confine, che si richiuse su di lui e ancora custodisce il
per morire sulla pietra di confine, che si richiuse su  di  lui e ancora custodisce il suo corpo. Era davvero, quello,
davvero, quello, l'ingresso al mondo degli eroi, dei forti,  di  quelli che non possono concepire pensieri meschini; e
e Cosima toccò il masso, come in altri luoghi abbelliti  di  leggende sacre, si tocca la pietra dove si sia riposato
fanciulla era già illuminato da un desiderio, oltre che  di  purezza, di cose grandi, al di sopra delle difficoltà
era già illuminato da un desiderio, oltre che di purezza,  di  cose grandi, al di sopra delle difficoltà quotidiane: e le
da un desiderio, oltre che di purezza, di cose grandi, al  di  sopra delle difficoltà quotidiane: e le sembrava davvero,
a salire il sentiero tra le felci e le chine già morbide  di  capelvenere e di sottilissime erbe di montagna, all'ombra
tra le felci e le chine già morbide di capelvenere e  di  sottilissime erbe di montagna, all'ombra dei grandi elci
le chine già morbide di capelvenere e di sottilissime erbe  di  montagna, all'ombra dei grandi elci patriarcali, di evadere
erbe di montagna, all'ombra dei grandi elci patriarcali,  di  evadere dal suo piccolo mondo e ritrovarsi fra i giganti
come il diamante, che scaturiva in una piccola conca  di  pietre e si spandeva modesta e quasi furtiva fra l'erba
furtiva fra l'erba calpestata e fangosa, in un cerchio  di  lecci qua e là arrampicati sulle cime azzurre. Già si
delle ghiandaie, e l'aria sembrava un liquore profumato  di  menta. Le ragazze s'inginocchiarono sulla pietra e si
terra e aveva un giorno riflesso davvero l'anima assetata  di  divinità dei suoi avi pastori e poeti. La realtà doveva
fra le rocce dai medesimi avi, aspettava questa nuova tribú  di  fanciulle che anelavano allo spazio del mondo lontano, alle
lontano, alle città affollate e rumorose. E le sorelle  di  Cosima si rivoltarono, sul principio, nel vedere che il
in comune con la zia Paola, era steso per terra, fatto  di  uno strato di felci, di coperte, cuscini e grosse lenzuola;
con la zia Paola, era steso per terra, fatto di uno strato  di  felci, di coperte, cuscini e grosse lenzuola; che gli
Paola, era steso per terra, fatto di uno strato di felci,  di  coperte, cuscini e grosse lenzuola; che gli armadii erano i
piuoli e, per lavarsi, c'era in un angolo, su una panchina  di  pietra, accanto alla brocca per bere, un vaso di creta; e
panchina di pietra, accanto alla brocca per bere, un vaso  di  creta; e per ribellarsi, ma anche divertirsi, cominciarono
si confortarono con lo sfarzo del meraviglioso luogo pieno  di  recessi, di divani coperti di musco, di quadri e broccati
con lo sfarzo del meraviglioso luogo pieno di recessi,  di  divani coperti di musco, di quadri e broccati mai visti
del meraviglioso luogo pieno di recessi, di divani coperti  di  musco, di quadri e broccati mai visti cosí belli, dei quali
luogo pieno di recessi, di divani coperti di musco,  di  quadri e broccati mai visti cosí belli, dei quali erano
disillusa: anzi l'interno dell' abitazione, col suo odore  di  umido e di felci, coi suoi arnesi trogloditici, con quella
anzi l'interno dell' abitazione, col suo odore di umido e  di  felci, coi suoi arnesi trogloditici, con quella porticina
coperta dalla tenda sul verdone del bosco, quei sedili  di  pietra grezza, quell'anfora di creta e i recipienti
del bosco, quei sedili di pietra grezza, quell'anfora  di  creta e i recipienti pastorali fatti di sughero e di corno,
quell'anfora di creta e i recipienti pastorali fatti  di  sughero e di corno, le diedero uno strano senso di
di creta e i recipienti pastorali fatti di sughero e  di  corno, le diedero uno strano senso di ricordanze remote,
fatti di sughero e di corno, le diedero uno strano senso  di  ricordanze remote, come quello che provava da bambina
nane della tradizione locale, che abitavano nelle casette  di  granito in mezzo ai monti e sugli altipiani rocciosi; e
in mezzo ai monti e sugli altipiani rocciosi; e prima  di  raggiungere le sorelle si diede da fare per rendere piú
giaciglio, dalla parte dove avrebbero dormito loro, a mo'  di  tappeto, un lungo sacco di lana che invero ne aveva lo
avrebbero dormito loro, a mo' di tappeto, un lungo sacco  di  lana che invero ne aveva lo spessore; nascose le scarpe in
da casa sua, preparò la meletta. Intanto, fuori, il servo  di  zia Paola costruiva una capanna di frasche, abbastanza alta
Intanto, fuori, il servo di zia Paola costruiva una capanna  di  frasche, abbastanza alta e larga, che doveva servire da
da cucina. Avevano portato un fornello a mano e un sacco  di  carbone; ma la serva volle dietro la capanna, in un angolo
volle dietro la capanna, in un angolo riparato, una specie  di  focolare di pietre e dichiarò che avrebbe cucinato col
la capanna, in un angolo riparato, una specie di focolare  di  pietre e dichiarò che avrebbe cucinato col fuoco di legna.
di pietre e dichiarò che avrebbe cucinato col fuoco  di  legna. E queste non mancavano davvero a portata di mano,
fuoco di legna. E queste non mancavano davvero a portata  di  mano, quali erano e pronte ad accendersi come torcie. Anche
e trovò anche, nella primordiale dimora, una specie  di  nicchia, che avrebbe dovuto servire per qualche lumino e
raggiunse le sorelle nel bosco; e furono ore e poi giorni  di  appassionata gioia. Non fu tutto un sogno? Uno di quei
giorni di appassionata gioia. Non fu tutto un sogno? Uno  di  quei sogni che bastano a illuminare una vita, anche negli
il sole e la luna illuminavano, in quei favolosi giorni  di  agosto, la boscaglia di elci intorno alla miracolosa
in quei favolosi giorni di agosto, la boscaglia  di  elci intorno alla miracolosa chiesetta. Che importava
l'umiltà e la rozza accoglienza della capanna? Serviva  di  rifugio solo nella notte, e a Cosima nelle ore delle sue
scritture; il rumorio del bosco la copriva col suo suono  di  organo, e la luna col suo drappo d'argento. E le ragazze
una sola volta nella vita. Ma per Cosima era qualche cosa  di  piú grande e trepido: era tutta una rete di mistero, uno
qualche cosa di piú grande e trepido: era tutta una rete  di  mistero, uno svolgersi di cose sorprendenti, come se ella
e trepido: era tutta una rete di mistero, uno svolgersi  di  cose sorprendenti, come se ella galleggiasse in un fondo
in un fondo oceanico, circondata, non dal selvaggio bosco  di  elci e dalle roccie fantastiche, ma da tutte le meraviglie
dalla presenza, in una delle stanze verso la parte opposta  di  quelle del cappellano, della famiglia di Antonino. Egli non
la parte opposta di quelle del cappellano, della famiglia  di  Antonino. Egli non c'era, ma doveva pure qualche giorno
la corte alle ragazze; doveva arrivare; e la sola speranza  di  vederlo, anche alla sfuggita, in quello sfondo che era lo
che era lo sfondo stesso della Poesia, riempiva l'animo  di  Cosima di una gioia senza limiti. Ma ella non andava mai
lo sfondo stesso della Poesia, riempiva l'animo di Cosima  di  una gioia senza limiti. Ma ella non andava mai dalla parte
limiti. Ma ella non andava mai dalla parte ove la famiglia  di  lui abitava, e ne sfuggiva le sorelle come per paura che
è solo, a piedi, con una fronda in una mano e il cappello  di  paglia nell'altra. Cosima, che vigilava sempre sul sentiero
Cosima, che vigilava sempre sul sentiero dall'alto  di  una roccia, lo vede salire un po' stanco, frustando le
che, certo, il luogo, per quanto pittoresco, non è degno  di  lui: per lui occorrono i parchi coi viali lisci come il
li ammirava nelle riviste illustrate. E sentí quasi pietà  di  lui, decisa a nascondersi per non aumentargli il malumore
dove le sorelle gli servivano il caffè, illuminava ancora  di  piú, se era possibile, il paesaggio intorno: e le felci
della fanciullezza, che nel ricordo dànno un'idea  di  quello che debba essere un giorno, per l'anima che ci crede
degli innumerevoli disinganni della vita, il regno  di  Dio sulla terra.
altri del genere - deve svilupparsi ben per tempo un senso  di  delicatezza e di responsabilità tale che ne renda il
- deve svilupparsi ben per tempo un senso di delicatezza e  di  responsabilità tale che ne renda il contegno
contegno particolarmente pensoso e serio. Come i dirigenti  di  questi istituti fanno sapientemente di tutto perché i
Come i dirigenti di questi istituti fanno sapientemente  di  tutto perché i giovani dimentichino la loro dolorosa
da una parte, sentirsi legati fra loro da un vincolo  di  fraternità - tanto piú sincero e vivo in quanto nasce da
solidarietà sociale, e da garantire, con la vita collegiale  di  oggi, che sapranno domani pagare alla società italiana,
alla società italiana, alla Patria italiana quel tributo  di  devozione e di gratitudine che esse hanno il diritto di
italiana, alla Patria italiana quel tributo di devozione e  di  gratitudine che esse hanno il diritto di aspettarsi da
di devozione e di gratitudine che esse hanno il diritto  di  aspettarsi da loro.
agl'inviti a cerimonie nuziali, a ricevimenti in occasione  di  nozze, a colazioni di nozze, vanno mandati una decina di
nuziali, a ricevimenti in occasione di nozze, a colazioni  di  nozze, vanno mandati una decina di giorni prima, con la
di nozze, a colazioni di nozze, vanno mandati una decina  di  giorni prima, con la partecipazione, o in busta a parte; vi
A questi inviti si risponde subito, accettando o scusandosi  di  non potervi partecipare. Chi accetta deve farsi precedere
partecipare. Chi accetta deve farsi precedere da un mazzo  di  fiori: come è conveniente che ciò faccia - o mandi almeno
pure si farà precedere in casa della sposa da un fascio  di  fiori. Egli indossa il vestito di società se la sposa veste
della sposa da un fascio di fiori. Egli indossa il vestito  di  società se la sposa veste di bianco. Si è già raccomandata
fiori. Egli indossa il vestito di società se la sposa veste  di  bianco. Si è già raccomandata la massima discrezione
postale, il giorno prima del matrimonio; fuori, un paio  di  giorni prima: mandarle con parecchi giorni d'anticipo
occupato dalla vedova Garacci che vi teneva una pensione.  Di  fuori, il palazzo conservava una certa dignità
rappresentanti fantastici animali in strani atteggiamenti  di  sforzo, quasi avessero dovuto sostenere pesi enormi. Ma,
la scala mal tenuta cominciava a dare un'idea dello stato  di  abbandono dell'edifizio caduto in mano di parecchi
dello stato di abbandono dell'edifizio caduto in mano  di  parecchi creditori del duca. Non avendo potuto mettersi
aveva mai visto entrare qualcuno che mostrasse curiosità  di  visitare il palazzo con l'intenzione di comprarlo. E così
mostrasse curiosità di visitare il palazzo con l'intenzione  di  comprarlo. E così esso prendeva sempre più l'aspetto di un
di comprarlo. E così esso prendeva sempre più l'aspetto  di  un edificio pieno di malinconia, dove potevano rifugiarsi
esso prendeva sempre più l'aspetto di un edificio pieno  di  malinconia, dove potevano rifugiarsi soltanto persone
diviso in tre appartamenti, era occupato da un sarto scarso  di  clienti, e dalle famiglie di un barbiere e di un cappellaio
occupato da un sarto scarso di clienti, e dalle famiglie  di  un barbiere e di un cappellaio che avevano le botteghe ai
sarto scarso di clienti, e dalle famiglie di un barbiere e  di  un cappellaio che avevano le botteghe ai due lati del
affatto il pomposo titolo della tabella e la dozzina  di  cappelli a cencio, lavati, smacchiati e messi ad asciugare
la maggior parte impiegati, professori, pretori, giudici  di  tribunale e anche Commessi viaggiatori. I tre usci, uno di
di tribunale e anche Commessi viaggiatori. I tre usci, uno  di  faccia e due ai lati, avrebbero dovuto restare sempre
ai pensionanti sbadati. Dovevano essercene parecchi  di  questi sbadati, perchè ogni volta che io andavo a trovare
volta che io andavo a trovare il mio vecchio professore  di  filosofia teoretica nel buco, com'egli filosoficamente lo
relegato, in fondo a un corridoio buio, stretto ingombro  di  bauli e di arnesi smessi, trovavo l'uscio socchiuso, e
in fondo a un corridoio buio, stretto ingombro di bauli e  di  arnesi smessi, trovavo l'uscio socchiuso, e spesso potevo
inoltrarmi fino in fondo senza incontrare la sudicia donna  di  servizio che avrebbe dovuto fare la pulizia della camera.
padre e figlio erano d'improvviso apparsi in una luce  di  terrore e di morte. La madre si fece ancora piú triste:
figlio erano d'improvviso apparsi in una luce di terrore e  di  morte. La madre si fece ancora piú triste: Cosima si piegò
gli studi, e desiderava lavorare. Allora il padre pensò  di  associarlo ai suoi affari: lo mandò a sorvegliare le
ai suoi affari: lo mandò a sorvegliare le lavorazioni  di  carbone e di cenere che aveva sui boschi della montagna,
affari: lo mandò a sorvegliare le lavorazioni di carbone e  di  cenere che aveva sui boschi della montagna, non solo, ma lo
per un viaggio d'istruzione commerciale, con lettere  di  presentazione e raccomandazioni ai suoi corrispondenti di
di presentazione e raccomandazioni ai suoi corrispondenti  di  Napoli e di Livorno. Anche Santus era fuori: già da due
e raccomandazioni ai suoi corrispondenti di Napoli e  di  Livorno. Anche Santus era fuori: già da due anni
Santus era fuori: già da due anni frequentava il liceo  di  Cagliari, e prometteva di diventare un bravo dottore in
da due anni frequentava il liceo di Cagliari, e prometteva  di  diventare un bravo dottore in lettere o in medicina.
Quando tornava per le vacanze era un ampio respiro  di  nuova vita che animava la casa. Portava libri e regali, ed
eleganza. Ed era bello, col viso fine che sembrava quello  di  una razza diversa dalla sua, i grandi occhi chiari,
razza diversa dalla sua, i grandi occhi chiari, trasparenti  di  intelligenza e di bontà. Non parlava molto, ma parlava
sua, i grandi occhi chiari, trasparenti di intelligenza e  di  bontà. Non parlava molto, ma parlava bene, e aveva già una
le vacanze. Qualche volta veniva a cercarlo un suo compagno  di  studi; Antonino, si chiamava, un bellissimo giovane bruno
un po' beffarda, vestito inappuntabilmente alla moda  di  allora, cappellino di paglia con nastro di tulle e veletta
vestito inappuntabilmente alla moda di allora, cappellino  di  paglia con nastro di tulle e veletta all'estate, mantello
alla moda di allora, cappellino di paglia con nastro  di  tulle e veletta all'estate, mantello azzurro d'inverno,
dava ad intendere, chiamando fraternamente col solo nome  di  Gabriele il giovanissimo poeta che aveva degnato di una
nome di Gabriele il giovanissimo poeta che aveva degnato  di  una visita il paese di Cosima). Anche lui, Antonino,
giovanissimo poeta che aveva degnato di una visita il paese  di  Cosima). Anche lui, Antonino, apparteneva ad una famiglia
della lingua italiana (come i maggiori signori del resto),  di  mirabile animo e nobiltà. Ben caratteristica era la loro
vivevano altri parenti, con numerosi ragazzi: una specie  di  clan, ma di gente incivilita, anzi, intelligentissima. I
altri parenti, con numerosi ragazzi: una specie di clan, ma  di  gente incivilita, anzi, intelligentissima. I ragazzi
in dolce pendío, era attigua alla casa: piú tardi il padre  di  Antonino costruí in un angolo di questa vigna una casina
casa: piú tardi il padre di Antonino costruí in un angolo  di  questa vigna una casina alta, dove lo studente, nelle poche
viveva come in una torre d'avorio, studiando, o fingendo  di  studiare. Fu il primo, il lungo amore di Cosima. Quando
o fingendo di studiare. Fu il primo, il lungo amore  di  Cosima. Quando egli veniva a cercare Santus, ella si
e alle altre ragazze anche maggiori e piú belle ed esperte  di  lei, senza neppure vederle; e se veniva a cercare Santus
il segreto del suo apparecchio; ma certo è che il pallone,  di  carta-seta, per il cui finanziamento Santus è riuscito a
della casa, leggero e colorato come una grande bolla  di  sapone; vola sopra il paese, richiamando l'attenzione e
sopra il paese, richiamando l'attenzione e l'ammirazione  di  tutti, sparisce, non ritorna. Qualche giorno dopo si seppe
in un angolo della montagna. Alcuni piccoli pastori  di  capre lo avevano veduto librarsi sopra le roccie,
come il pallone e accendersi con fuochi artificiali  di  sorprendente effetto. Alcuni razzi di prova riuscirono
fuochi artificiali di sorprendente effetto. Alcuni razzi  di  prova riuscirono bene: guizzarono in alto, una sera di
di prova riuscirono bene: guizzarono in alto, una sera  di  agosto, si aprirono in meravigliosi getti di fiori
alto, una sera di agosto, si aprirono in meravigliosi getti  di  fiori incandescenti: ma quando si trattò di issare e far
getti di fiori incandescenti: ma quando si trattò  di  issare e far funzionare la ruota, questa s'incendiò, con
giornate da casa senza dire dove andava. Solo la compagnia  di  Antonino pareva piacergli: si chiudevano per lunghe ore
li sentiva leggere ad alta voce e commentare e discutere  di  cose letterarie. Antonino recitava i versi ultimi del suo
casa patriarcale, si diffuse come una musica che raccontava  di  città lontane, luminose di fontane, di statue, di giardini,
come una musica che raccontava di città lontane, luminose  di  fontane, di statue, di giardini, popolate solo di amanti,
che raccontava di città lontane, luminose di fontane,  di  statue, di giardini, popolate solo di amanti, di donne
di città lontane, luminose di fontane, di statue,  di  giardini, popolate solo di amanti, di donne bellissime, di
luminose di fontane, di statue, di giardini, popolate solo  di  amanti, di donne bellissime, di gente felice.
fontane, di statue, di giardini, popolate solo di amanti,  di  donne bellissime, di gente felice.
di giardini, popolate solo di amanti, di donne bellissime,  di  gente felice.