Vocabolario dinamico dell'Italiano Moderno

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Giannotta ha accresciuto la  sua  raccolta dei «Semprevivi» di un volumetto che ha il
finalmente essi si maritarono, Salvatore era innamorato di  sua  moglie ancora più di quando l'aveva conosciuta. Appena
cercando subito un'altra persona di servizio che piacesse a  sua  moglie. Egli non voleva dare nessun dispiacere a Fanny; le
come una bambina; non gli pareva vero di poterla chiamare  sua  moglie, di sentirsela vicino, per sempre. - Chi I'avrebbe
Mi par di sognare. La guardava andare e venire per la  sua  casa, pieno di meraviglia, come se non fosse una persona,
soltanto perchè lei ne disponesse. Fanny metteva ogni  sua  cura a sfoggiare le galanterie e gli abiti che la
da contadine! Salvatore glie ne comperava un altro paio.  Sua  moglie non doveva parere una contadina, doveva parere una
parere una contadina, doveva parere una signora e far la  sua  figura come le altre, meglio delle altre. - Fanny è piena
a desinare. - È il meno ch'io possa fare - diceva a  sua  moglie, giustificandosi - per disobbligarmi dei servigi che
accudendo di nuovo agli affari, procurando di allargare la  sua  clientela con le sue belle maniere, rifornendosi di tutti
malgrado s'ammazzasse a lavorare, senza un lamento, perchè  sua  moglie non mancasse di nulla e si potesse acchetare il
a trovar la principessina, e non poteva presentarsi alla  sua  antica padroncina come una cameriera. Poi era stata sempre
a un giovanotto sull'atrio del teatro, mentre passava  sua  moglie tutta ravvolta nel mantello bianco, con la piccola
risuonava di canti e di applausi. Ma Salvatore guardava  sua  moglie, estatico, e non l'intese.
tortura orrenda!... Dio! Dio mio!... «L'ho udito! sì, la  sua  voce istessa... che ordinava i cavalli per domani... «Oh,
di documento per la cronaca contemporanea, e riesce in ogni  sua  parte interessantissimo. EDOARDO BARRALA. (L'Indipendente
mille tentativi, di mille ricerche, di mille pentimenti; la  sua  coesione è tutta opera dello studio, il pensiero è per sè
per quel giorno nel suo studio. Se negli anni della  sua  prima giovinezza si era parlato di lui come di uno cui
spesso costretto a rifiutarne ed a chiudere l'uscio di casa  sua  ai troppo numerosi clienti. Quel giorno, l'ordine era stato
passò egli stesso in sala, non cercando di nascondere la  sua  contrarietà. Si trovò dinanzi ad uno sconosciuto, che
il fastidio che s'era fino a quel momento letto sulla  sua  fisonomia, dette luogo ad una specie di attenzione
che aspettava, congedandola; e passò rapidamente nella  sua  stanza da studio. Prese sul tavolo un piccolo tagliacarte a
Perchè quella risoluzione incredibile, contro la quale ogni  sua  insistenza si era spuntata?... Non aveva potuto saperlo. A
da costei passato a Firenze, egli si era perciò messo a  sua  disposizione; le aveva reso tutti quei piccoli servigi che
erano in suo potere, le aveva fatto meno insopportabile la  sua  posizione disgraziata. Ed ecco che una voce si era sparsa a
posizione disgraziata. Ed ecco che una voce si era sparsa a  sua  insaputa, ed ecco che tardi, troppo tardi, veniva al suo
voce, secondo la quale quella signora sarebbe stata la  sua  propria amante!... Allora, egli si era tutto spiegato:
una prova preventiva di quel che avrebbe dovuto essere la  sua  gelosia?... Tutta questa storia, nei suoi più minuti
di carta doveva essere la conferma o la smentita di quella  sua  spiegazione. Però non si decideva ad aprirla. Un tumulto di
non volgare, ha dato ai «Semprevivi» del Cav. Giannotta una  sua  gentile mesta novella dal titolo fantastico di Dama Bianca
niente? Perchè voleva proteggermi? No, io non volevo la  sua  protezione: ch'ella mi desse da mangiare e da dormire, ma
che poteva persino raddolcire il cruccio inguaribile della  sua  anima. Sorrise e fece cenno di sì. Sì; egli acconsentiva.
questi, cercando di dare la possibile moderazione alla  sua  voce tremante d'irritazione, - spero che le mie tardanze
finita!... E senza neanche prendere il lume si chiuse nella  sua  camera, sbattendone l'uscio con impeto. - Povero figlio
fronte lo calmarono alquanto; egli pensò alle lagrime di  sua  madre ed odiò se stesso come giammai aveva odiato. - Son
i capelli. - Oh! la testa... Dio mio!... Aprì l'uscio della  sua  camera senza far rumore, e camminando leggero leggero andò
leggero andò ad origliare dietro la bussola della camera di  sua  madre, onde vedere se dormiva. La signora Brusio era ancora
che egli poteva desiderare nel suo pentimento era che  sua  madre riposasse. Ella si gettò sul letto, e finse di
dietro il paravento, il respiro alquanto accentuato di  sua  madre; credette che dormisse davvero, e non potè frenare le
- mormorò egli: - il giorno vien presto al presente!...  Sua  madre, entrando la mattina nella camera di lui, osservò con
ogni mattina pel passato soleva informarsi della salute di  sua  madre, non s'accorgeva nemmeno del pallore di lei e della
madre, non s'accorgeva nemmeno del pallore di lei e della  sua  cera malaticcia. Raimondo non lo vedeva quasi più. Brusio
volta lo fissava con quel raggio pacato e snervante della  sua  pupilla cerulea, ciò che faceva delirare il povero giovane,
armonizzando la bianchezza vellutata e purissima della  sua  pelle alla bianchezza pallida delle perle che le cingevano
di lei, coll'occhio fisso su quel lume che rischiarava la  sua  stanza; aspirando, con terribile voluttà di passione
i rumori più insensibili del suo passo, del fruscìo della  sua  veste, tutte le emanazioni della donna amata, i minimi
donna amata, i minimi suoni del suo pianoforte e della  sua  voce, che spesso parlava al conte di quelle parole, cui
dalla strada. Egli sapeva l'ora del suo levarsi, della  sua  toletta, del suo pranzo, della sua passeggiata; conosceva
del suo levarsi, della sua toletta, del suo pranzo, della  sua  passeggiata; conosceva il modo d'ondeggiare delle tende
dietro, il rumore delle carrucole della poltroncina che la  sua  mano indolente tirava a se. Era un martirio spaventevole
il parossismo febbrile, il quale divorava le sue forze e la  sua  vita, colle sue triste gioie, coi suoi acri godimenti, coi
udì i passi di lei che si avvicinava al verone, e vide la  sua  ombra che intercettava il lume che ne rischiarava il vano.
sprezzante d'indifferenza; indi mormorò sbadatamente, colla  sua  voce più bella e più calma, e colla più completa
crescendo gli sembrava rischiarasse tutta l'immensità della  sua  disperazione, gli parvero odiose... a lui che cercava il
essere stanco della vita. Aprì la porta di strada di casa  sua  colla doppia chiave che recava sempre addosso; si chiuse
doppia chiave che recava sempre addosso; si chiuse nella  sua  camera, così al buio; e si buttò sul letto, vestito
fisica e la morale l'avevano vinta fors'anche sulla  sua  disperazione; o almeno, in quel punto, gliela avevano resa
poco dopo di un sonno agitato, febbrile ed interrotto.  Sua  madre, che all'alba avea lasciato il letto, dopo una notte
cuore; odiando fin anche il pensiero di esser vicino alla  sua  famiglia, quella famiglia, che avea formato il suo culto e
allorchè sentì sulle palme quel fuoco che ardeva la  sua  fronte; allorchè, più che mai, intravide dei lucidi
quest'idea... paura di non esser più padrone di se, della  sua  vita, nel momento che sentiva averne maggior bisogno, per
e un esercizio così costante di accurato scrivere, che la  sua  fretta giornalistica nuoce poco o punto alla correttezza e
una istituzione così benefica a cui potrà essere legata la  sua  fama e la sua fortuna. DEMETRIO DE GRAZIA. (Palingenesi di
così benefica a cui potrà essere legata la sua fama e la  sua  fortuna. DEMETRIO DE GRAZIA. (Palingenesi di Catania, 1
al nome del marito invitato e vi si aggiunge il nome della  sua  signora: sono strettissimamente personali. L'invito, al
o un altro ambasciatore: non ha coppie, accanto, e la sola  sua  coppia dirimpetto. Sui lati le coppie sono tre o quattro,
gentiluomo, successivamente. Dopo, la Regina passa, a  sua  volta, di dama in dama, ora fermandosi un minuto, ora pochi
la loro importanza e secondo la particolare stima che fa  Sua  Maestà: presso alcune si siede e conversa un poco. È
le signorine, ballano. Se s'incontrano sul cammino di  Sua  Maestà, si scostano, voltandosi a lei, facendo la
di onore: la sposa si siede al primo posto, avendo alla  sua  diritta lo sposo, alla sua sinistra il compare, o, se vi è
al primo posto, avendo alla sua diritta lo sposo, alla  sua  sinistra il compare, o, se vi è il monsignore, il parroco
Dirimpetto alla sposa, all'altro primo posto, vi è  sua  madre, se l' ha; la quale ha a destra il padre o il più
dirimpetto, dando la dritta alla madre dello sposo o alla  sua  più prossima parente, e la sinistra alla parente più
alle sue amiche ancora signorine, i fiori d'arancio della  sua  acconciatura: dispensa, a signore e a signorine, i
la punta del piede. Ancora una volta si strappò alla  sua  cogitazione; avanzossi verso la finestra, la schiuse e tirò
- non era quasi grigia? Che meraviglia dunque se, alla  sua  età, qualche filo d'argento s'intrecciava fra le chiome
scoperto le ciocche bianche miste al lucente ebano della  sua  chioma!... Il dubbio non era più possibile, l'illusione non
e cominciò a disfare rapidamente il sapiente edifizio della  sua  acconciatura. Dapprima le due grosse bande della nuca
invecchiava! Fatalmente, inesorabilmente, il fiore della  sua  bellezza intristiva, appassiva, moriva! Oggi erano i
capelli andò a rovesciarsi sulla sedia lunga. Ora tutta la  sua  vita, la sua vita monotona e vuota di donna onesta le
a rovesciarsi sulla sedia lunga. Ora tutta la sua vita, la  sua  vita monotona e vuota di donna onesta le sfilava dinanzi.
dei compensi dell'amore?... Erano dieci anni che durava la  sua  condanna, dieci anni durante i quali un coro di lodi e di
levato dintorno. Il gran pro che ella aveva ricavato dalla  sua  onestà! La gratitudine di cui l'aveva pagata suo marito, le
le saliva alle labbra. Erano dieci anni che durava la  sua  condanna, ma ella ne aveva trentacinque, degli anni!
Ancora una volta, la duchessa di Neli si scosse dalla  sua  meditazione e sollevò la testa. Una semioscurità regnava
Camilla, col suo caratterino serio, meditativo, e con la  sua  gracile salute va tenuta, mi servo d'un termine volgare, in
non diceva una sillaba. In tanto, la Cerchi, alzatasi dalla  sua  solita poltrona, passeggiava su e giù per la stanza,
io di spazzare - diceva ogni tanto la signora Amalia a  sua  figlia, nei giorni che seguirono il colloquio con la
a letto: quelle ore in cui una volta s'occupava della  sua  pupattola cucendole una cosa o un'altra, tanto per vederla
rimaneva anche spesso co' capelli arruffati, perchè l'amica  sua  non aveva nè tempo nè forza da pettinarla. Però quando la
alla signora Cerchi che, per conto suo, per la quiete della  sua  coscienza, ella non poteva più permettere a Camilla di
alla bambola. E la Giulia avrebbe voluto alzarsi in vece  sua  e ingegnarsi a far lei tutto. Ma pur troppo, queste belle
malinconici che maravigliosi. Sicchè la pupattola vedeva la  sua  povera amica abbandonare il calduccio del letto e la
era più buona a sfaccendare in casa; e accorata guardava  sua  madre, che passava e ripassava, brontolando un poco ma meno
e la bambina non potè levarsi quasi più affatto, la  sua  solitudine le sarebbe parsa insoffribile, se quella
di Camilla da quella che aveva avuta Marietta per la  sua  gola! Si ricordava d'aver patito anche quella volta, ma
La madre prese quel che le si chiedeva, ma ci fece la  sua  brava osservazione: - Sei malata e pensi sempre ai
e lentamente mise la camicia linda, bene stirata, alla  sua  compagna di letto. Quando la zia de' Rivani seppe che la
ormai in cattivo arnese. Questa miseria dell'amica  sua  e l'impossibilità in cui ella si trovava per allora di
prima d'allora, un altro rintontito, dal vano della  sua  stessa finestra, aveva contemplato nel vano di un'altra, e
aveva mai vista prima d'allora. Sicuro, egli che aveva la  sua  Genova sulla punta delle dita, egli che a teatri, a feste,
e stagionate della Superba, egli non conosceva quella  sua  stupenda vicina. Fiore modesto e casalingo, naturalmente; e
di vederla. Così pensando, il signor Ascanio si ritrasse a  sua  volta, per ripigliare la sua conversazione con Tribolino.
signor Ascanio si ritrasse a sua volta, per ripigliare la  sua  conversazione con Tribolino. Capiva già che lo spiritello
impertinente si sarebbe preso spasso di lui. Facesse a  sua  posta; perchè, celiando e ridendo, gli parlasse di lei. Ma
quando Tribolino era venuto d'un salto a collocarsi sulla  sua  scrivania. - Tribolino! - gridò. - Tribolino! - Nessuna
lui... E poi, dovea guardarsela da sé quella mocciosa di  sua  nipote... Come poteva lusingarsi che Cola l'avrebbe
- gridò il magnifico Gian Giacomo Imperiale, accorrendo a  sua  volta. - Niente, niente; si discorreva qui coll'amico Gian
accadeva che sopra una questione Bendinello dicesse la  sua  opinione, Gian Luca non fiatava; e così stava zitto
fu ritornato a casa, ebbe un colloquio breve ma sugoso con  sua  figlia Arduina. - Vergogna! - le disse. - Questo si
donna, e di assicurarmi così del punto preciso dov'era la  sua  casa; ma poi, per quanto mi avanzassi e guardassi, non vidi
aspetta già inquieta? Se lasciassi che il destino compia la  sua  opera? Mi torna al fianco la figura della donna incontrata
al fianco la figura della donna incontrata per caso, con la  sua  bimba malata sulla spalla, con la sua mammella nera e tutto
per caso, con la sua bimba malata sulla spalla, con la  sua  mammella nera e tutto il suo aspetto di zingara. Chi sa chi
Tratterà bene la mia creatura? E se la malattia della  sua  bambina è contagiosa? Perchè togliere la mia creatura dal
che, vedendo la ricchezza del dono, voleva sfogar un po' la  sua  vanità dicendo alle amiche il gran valore della sua
po' la sua vanità dicendo alle amiche il gran valore della  sua  bambola. - Costa la promessa che tu sia buona - rispose
sorellina. Quando fu l'ora d'andare a letto, volle che la  sua  cara Giulia fosse coricata insieme a lei e posasse la
Il signor de' Rivani, che gongolava a vedere la  sua  creatura così felice, venne ancòra a baciarla e a
grido, e rizzatasi a seder sul letto, si chinó tutta su la  sua  nuova amica. - T'amo! - soggiunse questa nella sua lingua
su la sua nuova amica. - T'amo! - soggiunse questa nella  sua  lingua meccanica e nasale, quando il signor de' Rivani ebbe
e da Dio, Pietro Vètere aveva trovato modo di continuare la  sua  vita di pigro, pur essendo uffiziale postale e telegrafico.
in salvo, per ogni caso, al cospetto dei superiori, la  sua  responsabilità. Alla nomina anzi aveva pensato un po'
anzi aveva pensato un po' tardi, sei o sette mesi dopo che  sua  moglie già eseguiva, illegalmente, tutte le operazioni dei
non si occupava d'altro che di caricare accuratamente la  sua  pipetta di terra cotta, di star a guardare fumando, seduto
a prenderli sùbito appena arrivati. Di tratto in tratto  sua  moglie gli mostrava, presa con le punte di due dita, una
Pietro Vètere, rimproverando con aria severissima la  sua  signora, aveva dimenticato di averle confidato, tempo fa,
regina delle fate. Bianca, tenue, quasi vaporosa, nella  sua  veste che pare di argento, velati i begli occhi azzurri da
bellezza sovrumana e ogni suo atto, il più volgare, ogni  sua  parola, la più semplice, saranno per Titania una musica
tutto quello che gli manca, il filtro glielo dà: la  sua  goffaggine, il suo cretinismo, la sua bruttezza, colorite
filtro glielo dà: la sua goffaggine, il suo cretinismo, la  sua  bruttezza, colorite dagli occhi di Titania in cui il filtro
arcane, s' inchina a colui che divenne il signore della  sua  regina: e le ninfe e i folletti e Titania istessa,
con la nostra fantasia e non già quella che è nella  sua  essenza così grama, così bassa. La fantasia, in noi,
il Destino! Quale uomo potrebbe continuare a vivere, se la  sua  immaginazione non rifacesse intorno a sè la vita? Quale
a sè la vita? Quale donna consentirebbe a vivere, se la  sua  immaginazione non le nascondesse le laidezze ond'è cosparsa
sacrificio: per essa, il povero impiegato che trascina la  sua  vita fra aride e mal compensate umili funzioni, vedrà il
meno velenose, meno pesanti le delusioni di chi sbagliò la  sua  strada: per essa la fanciulla che amò invano, che non fu
Sui nostri chiusi occhi, nel sonno, Oberon gitta la  sua  arcana malia; e l'anima nostra, trasportata dall'azione
Rivani, che non tralasciava occasione di far divertire la  sua  figliuola, le aveva raccontato, mentre ella era malata, di
dava retta, e seguitava a correre, come ammattita. Nella  sua  corsa si trascinava dietro la bambola per un braccio, senza
avrebbe voluto fermarsi, protestare; e non poteva, per  sua  disgrazia, far nulla, nè spiegare in nessun modo le sue
balli ufficiali e balli di Corte: ma è anche bene, per la  sua  serietà, di non andare ogni sera in giro. Dai diciotto anni
preferire sempre lo stesso cavaliere, nel cotillon . La  sua  toilette al ballo sarà molto giovanile, leggera, con un
salone, ricevendo visite, la signorina aiuta costantemente  sua  madre o sua sorella maggiore, o fa gli onori, fa sedere le
visite, la signorina aiuta costantemente sua madre o  sua  sorella maggiore, o fa gli onori, fa sedere le signore,
Non erano soltanto le tradizioni della grande famiglia, la  sua  potenza, le sue relazioni, che gli spianavano così la via
giunta l'ora di pronunziare i voti irrevocabili, quando una  sua  sola parola avrebbe deciso dell'intera sua vita, si era
quando una sua sola parola avrebbe deciso dell'intera  sua  vita, si era creduto che egli si sarebbe arrestato dinanzi
che noi affermiamo di prendere dinanzi a noi stessi. Nella  sua  nuova vita, a cui l'educazione religiosa disposta dalla
giuochi consistevano in rappresentazioni sacre; in quella  sua  vita Ladislao era entrato interamente, senza transazioni di
domare, ma perfino a guidare il proprio pensiero. In questa  sua  dolorosa incertezza, in quest'intima impotenza, egli aveva
quando egli era perfino arrivato a temere che quella  sua  ingenua persuasione di indegnità potesse essere una
e spesso inconfessabili suggestioni della mente, la  sua  vocazione si era fatta più salda, più sicura, col dovere
e l'intima sfiducia di esserne veramente degno, occupava la  sua  mente intanto che egli si preparava al mistero
della propria indegnità, dell'ipocrisia che vi era da parte  sua  nel presumere di farsi curatore di anime, lui che aveva pel
servo, poi, abbelliva le avventure di banditi con la  sua  fantasia, e lui stesso si lasciava travolgere da una
alle leggi sociali, ha modo di spiegare il suo coraggio, la  sua  abilità, la sua forza d'animo, il disprezzo per il pericolo
ha modo di spiegare il suo coraggio, la sua abilità, la  sua  forza d'animo, il disprezzo per il pericolo e la morte.
nella stanza da pranzo, leggendo un numero arretrato della  sua  prediletta nerolistata Unità cattolica. D'un tratto
ma non finse neppure di sorridere per nascondere la  sua  forza. Fece entrare l'uomo, e notò che costui, nonostante
e notò che costui, nonostante la mole massiccia della  sua  persona, camminava silenzioso e leggero come un daino:
ma non si affretta a offrirgli da bere per dimostrargli la  sua  sicurezza. Anche prima di essere interrogato, l'uomo
prima di essere interrogato, l'uomo comincia a parlare: la  sua  voce è bassa e quieta; la parola lenta, prudente. E subito
vero miracolo. Egli rimise il portafogli, ma insisté nella  sua  richiesta, calcando, forse con sincerità da parte sua, sul
in tal modo un nuovo amico e «protettore» potente per la  sua  sola bontà e la fama della sua rettitudine, l'uomo della
«protettore» potente per la sua sola bontà e la fama della  sua  rettitudine, l'uomo della montagna si animò insolitamente.
Costituirsi? Può un guerriero barbaro, che difende la  sua  libertà e la sua sanguigna fame di vivere, darsi
Può un guerriero barbaro, che difende la sua libertà e la  sua  sanguigna fame di vivere, darsi prigioniero al nemico?
quella donna avrebbe esercitata un'influenza su tutta la  sua  vita. Subito dopo, un'esultanza gli era entrata nell'anima.
della grazia di quella donna, del suo spirito, della  sua  simpatia; quando l'accompagnò per le vie, col braccio
il vuoto fattosi nel suo cuore, la finale inutilità della  sua  vita, lo avevano guadagnato alla sua causa, se non fosse
finale inutilità della sua vita, lo avevano guadagnato alla  sua  causa, se non fosse già bastato l'amore. E a misura che
l'anima sua; egli, egli stesso, avrebbe determinata la  sua  completa, definitiva ed irreparabile rovina! E la tortura
egli stesso. Andrea Ludovisi avrebbe passata l'intera  sua  vita come in quei dolci e fugaci giorni, dedicando tutti i
fra le signore napoletane, una delle più circondate. La  sua  bellezza, il suo spirito, il suo nome, erano altrettante
alle quali si univa, più potente e più rara, quella della  sua  completa libertà. Divisa dal marito, che per giunta non
aveva precocemente maturato. L'espressione abituale della  sua  fisonomia era una grande serietà, dalla quale non si
di protezione. Andrea Ludovisi gli voleva molto bene, e la  sua  amicizia per lui si accrebbe quando potè conoscere i suoi
salvo però a denigrarla per i primi appena fuori di casa  sua  o del suo palco. Qual era il sentimento che persuadeva la
maggiore, con quell'aria di fastidio che egli prendeva in  sua  presenza, quasi gli fosse finalmente venuta a noia quella
brillante. - A Napoli non ne mancano, delle donne della  sua  risma! Bisogna dire che Andrea Ludovisi non conoscesse
le sue mani avevano contratto un tremito irrefrenabile, la  sua  mente si era smarrita, nè egli rientrò in uno stato di
severe della scienza che aveva soffocato quasi la  sua  maternità, e scusato i primi traviamenti del marito, morto
— Poi un altro sentimento che aveva fatto rifiorire la  sua  giovinezza, appassita anzitempo fra quella culla minacciata
sino a scontrarsi con degli altri giorni neri — la morte di  sua  madre, l' agonia del marito, la faccia grave e preoccupata
di strade, monumenti, palazzi di grandi città. Roma era la  sua  mèta lo sentiva. Non sapeva ancora come sarebbe riuscita ad
esibizioni, come, per esempio, la sommaria pittura della  sua  vita, del suo ambiente, delle sue aspirazioni, e sopra
di non scrivere più storie d'amore, tanto piú che alla  sua  età, con la sua poca esperienza in materia, oltre a farla
più storie d'amore, tanto piú che alla sua età, con la  sua  poca esperienza in materia, oltre a farla passare per una
carissimo che gli ha fatto da padre, o un superiore nella  sua  carriera, o un maestro nella sua professione, a cui si vuol
o un superiore nella sua carriera, o un maestro nella  sua  professione, a cui si vuol legare con maggiori vincoli,
e ricevendone un atto di deferenza: e la sposa e la  sua  famiglia accettano questo compare, dalle mani dello sposo.
L'altra famiglia conferma l'invito, manifestando la  sua  compiacenza, la prima volta che incontra questo
Maria non era la donna adattata ad essere la compagna della  sua  vita; non avrebbe saputo appagargli l'anima, non lo avrebbe
vi era di mezzo quella creaturina, la vera causa della  sua  risoluzione..... no, non voleva.... (gli amici lo burlavano
che erano sentimentalismi alla Tolstoi), non voleva che la  sua  figlioletta fosse una bastarda, senza nome, senza famiglia,
diritti civili... sì, sentimentalismi, se volete, ma la  sua  anima, in cui era tanta alta idealità, e come una specie di
in quello stato.... Era tornato in città, aveva ripresa la  sua  vita consueta, aveva riveduto gli amici, parlato con alcuni
tentennato, era stato ancora irresoluto, in lotta con la  sua  coscenza, ma una mattina, erano ormai passati sei mesi dal
levò sicuro di sé: aveva vinto una difficile battaglia, la  sua  anima si volgeva lentamente verso nuovi ideali, e le
non si sarebbe mai più separato, che avrebbero formata la  sua  nuova famiglia, e ai quali voleva dedicarsi tutto...
quali voleva dedicarsi tutto... Immaginava la gioia della  sua  Maria all'annunzio del loro prossimo matrimonio!... Quante
e dei fratelli. Ormai ella aveva disposto altrimenti della  sua  vita: aveva commesso un gran peccato, e doveva scontarlo
solo mezzo vero e santo per raggiunger ciò era di divenire  sua  moglie, e di far sì che la piccola Ghita avesse, come tutti
contro di me. - È il Signore che m'ha toccata con la  sua  divina grazia, e mi ha fatto ravvedere... - Ma sciagurata,
risolver poi.... Oh! come si pentiva del suo egoismo, della  sua  leggerezza... Ma chi poteva supporre una cosa simile?
non poteva per amore. Finalmente, era la madre della  sua  bambina ed aveva l'obbligo di seguirlo: era così giovane,
lei e non poteva obbligarla a far cosa che ripugnava alla  sua  coscienza di fare. - Come t'hanno ammaestrata! Si vede che
si scosse e provò il bisogno irresistibile di rivedere la  sua  bambina. Andò dalla donna che l'allattava e la trovò con la
era rimasto sbalordito: questa poi non se l'aspettava... La  sua  comparsa aveva dunque affrettata la risoluzione della Maria
la ragazza ha l'età della discrezione, ognuno può far di  sua  pasta gnocchi. Che forse mi veniste a chiedere il permesso,
e, quello che è peggio, che è mostruoso addirittura, alla  sua  figliolina..... L'han fatta entrare in convento..... tutto
effetto della solitudine, della povertà del luogo e della  sua  stessa vita: e disperava di poter ritrovare una occasione
colori d'idillio, e li aveva anche già riversati in qualche  sua  novella. Invece un piccolo accidente accadde, mentre le
e malato, non voleva il dottore e non voleva muoversi dalla  sua  tana: ma l'occhio gli si era rischiarato, pieno di una
in una vita anteriore. Tuttavia non parlò, non dimostrò la  sua  gratitudine: anzi fece un po' indispettire la padroncina
dei diffidenti proprietari del luogo aveva accettato la  sua  offerta; e il padrone gli aveva affidato la vigna nuova,
questa terra con una passione tenace; era diventata la  sua  nuova patria, la sua famiglia; e il solo pensiero che i
una passione tenace; era diventata la sua nuova patria, la  sua  famiglia; e il solo pensiero che i padroni giovani
ma per l'amore alla terra che oramai faceva parte della  sua  carne e del suo sangue. Ed ecco, invece, la padrona e la
certezza che un giorno forse avrebbe potuto dimostrarle la  sua  riconoscenza, già lo alleviava dal male. All'alba il tempo
telegramma e I'altro, durante il febbrile esercizio de la  sua  professione. Il Cav. Giannotta ne ha fatto un volumetto
Il Cav. Giannotta ne ha fatto un volumetto della  sua  simpatica biblioteca dei Semprevivi, fornendo così dei
si adagiava nel suo seggiolone a bracciuoli, davanti alla  sua  scrivania monumentale, il cui piano, foderato di panno
di avere egli stesso anche quella volta formato la  sua  domanda col pensiero, forse aggiungendovi la cooperazione
ti annoi troppo, nevvero? Così chiese sotto voce Alberto a  sua  moglie; ella che sapeva con quanto piacere Alberto stesse
dottorone chinandosi sulla sedia di Marta, presentandole la  sua  faccia larga e sensuale, dove la parte psichica si era
pupille. Marta scosse il capo, e dopo una pausa chiese a  sua  volta: - Perchè non ha preso moglie lei? - Per umiltà, non
apostolo... Alberto, dall'altro lato del tavolino, gridò a  sua  moglie: - Se dai ascolto a quel chiacchierone, ne esci
il perfetto ainore, il marito fumava tutti i giorni la  sua  pipa, e ciò non le pareva delicato... Tumultuarono tutti.
ebbe il delicato pensiero di avvicinarsi un momento a  sua  moglie per chiederle sottovoce: - Stai bene? - Sì, grazie.
sulla sedia di cuoio della farmacia, col desiderio della  sua  poltroncina e dell'uncinetto che almeno le avrebbe fatto
ogni gesto, pascendosi di un'occhiata che cadesse dalla  sua  parte, raccogliendo le briciole dello spirito e della
di sonno, con la visione lontana del suo letto, della  sua  dolce casa. Ma si erano messi a discorrere delle colonie
lasciato qualche cosa dietro a sè, nell'aria rotta dalla  sua  persona, sui sassi battuti dal suo piede; un miasma che
il cannone di mezzogiorno quando, carica lietamente della  sua  corona, si avviò verso la stazione ferroviaria a piedi.
sapeva bene se le avrebbero permesso di salirvi su, con la  sua  larga corona che sarebbe stata di molto fastidio ai vicini.
che domandano, per andare e venire, sono cinque lire. La  sua  corona grande, larga, un po' pesante, le impediva di salire
misere quindici lire: e pensava, Carmela, che il nome della  sua  madrina, detto lì era stato il talismano che aveva toccato
di ballerina che faceva, selvatica per il senso della  sua  bruttezza e della sua miseria, diffidente contro ogni
faceva, selvatica per il senso della sua bruttezza e della  sua  miseria, diffidente contro ogni apparenza di lusinga,
vi era dentro. li Carmela Minino, quasi sparendo sotto la  sua  corona di fiori, fissò per un minuto il viso preoccupato
scoraggiata e ammiserita nelle più misteriose regioni della  sua  anima, che dimenticò i suoi costanti proponimenti di
l'anno il camposanto di Poggioreale ha un aspetto, nella  sua  florida solitudine, raccolto, non triste; mentre in quel
Carmela Minino, disfatta, sentendo sul suo corpo e sulla  sua  anima tutto un insopportabile peso di dolore, quasi non
masse di granito, girava un giardino fiorito, chiuso a  sua  volta da un cancello di bronzo. Guardandolo di lontano, il
di tempio, dove la fortuna, la ricchezza e la potenza della  sua  madrina, ricevevano la consacrazione del trionfo anche dopo
banchiere Schulte, colui che aveva, per dieci anni della  sua  vita, adorato la leggiadrissima danzatrice, che le avea
adorato la leggiadrissima danzatrice, che le avea dato la  sua  fortuna e che, fedele oltre la morte, in un miscuglio
fiori, per deporla presso l'altare: - Sulla pietra, sulla  sua  pietra - ella mormorò, supplice, tremante di una emozione
fredda pietra, il freddo cuore della incantevole Amina, la  sua  figlioccia, si piegò sovra un inginocchiatoio di legno
di pregare, Carmela Minino vide innanzi agli occhi della  sua  immaginazione colei che era sepolta dietro quel marmo,
e semioscuri, ella appariva, sottile come uno stelo, con la  sua  piccola testa carica di capelli bruni, e non toccava terra
ella fosse venuta a fare, sulla terra. E veramente, la  sua  irresistibile perizia, veramente la delizia di quella danza
vesti e pietre preziose degne di una sovrana; e la  sua  lieta giovinezza spensierata rideva di tutto ciò: ed ella
di tutto ciò: ed ella dava in cambio tutta la poesia della  sua  bellezza, tutta la poesia della sua danza, sorridendo ai
tutta la poesia della sua bellezza, tutta la poesia della  sua  danza, sorridendo ai sogni di amore e di piacere. Così,
sorridendo ai sogni di amore e di piacere. Così, nella  sua  infanzia, Carmela Minino l'aveva vista, ammirata, amata,
cristiana, ancora non pensava a pregare per l'anima della  sua  madrina. Ora, si rammentava come la bella danzatrice era
si rammentava come la bella danzatrice era entrata nella  sua  piccola vita, piena di ombre, di tristez- ze, di miserie!
villa di Portici, posta fra gli orti, i giardini e il mare:  sua  madre rammendatrice di maglie di seta, aveva servito la
dei bei capelli. Ogni tanto, Amina Boschetti passava nella  sua  anticamera, dove Carmela si rannicchiava in un angolo; la
ballare - rispondeva familiarmente la Boschetti, quando la  sua  vecchia rammendatrice sospirava, parlando di sua figlia. -
quando la sua vecchia rammendatrice sospirava, parlando di  sua  figlia. - E se è brutta, Eccellenza? - Speriamo di no. - E
lire il mese, per vari anni, a Bettina Minino, perchè la  sua  figliuola, potesse imparare il ballo. Ohimè, la piccola
invece di fiorire come tutte le giovinette, deperì. La  sua  carnagione si fece bruna e opaca, le linee s' indurirono ai
d'aria e di luce, in quella stanza del vico Paradiso; ma la  sua  gioventù fu sfiorata, restandole solo quei begli occhi un
- diceva, piagnucolando, ogni tanto, Bettina Minino alla  sua  benefattrice. - Pazienza! Così non si perderà - rispondeva,
si perderà - rispondeva, sorridendo la Boschetti. E per la  sua  protezione, solo per questo, Carmela Minino era entrata nel
Così la Faraonide Amina Boschetti imprendeva una  sua  danza religiosa insieme a uno serpente: a un serpente
le bruciava le vene, Carmela Minino promise, giurò, alla  sua  madrina morta, di fare sempre quello che ella aveva voluto
morta, di fare sempre quello che ella aveva voluto la  sua  figlioccia facesse: promise, giurò di continuare quel
la tomba, sino alla morte e oltre la morte. Anzi, nella  sua  febbre di amore e di sacrificio, Carmela dimenticò
si allontanò lungo il marciapiede opposto, andando verso la  sua  casa: si voltò solo, sotto ombrello, due o tre volte, a
tutta molle di umidità, senz'aver pranzato, anelando alla  sua  stanzetta solinga e a un po' di cibo? Fu più in là, verso
fronte e non mancava di una certa linea di eleganza, nella  sua  magrezza. Parlava con sovrabbondanza, come tutti i commessi
peccato, per burlarsi di lei, subito dopo. Vagamente, nella  sua  coscienza di povera serva sociale, di povero atomo, senza
aveva già i suoi cinquantacinque anni, ma che portava la  sua  barba bianca bene tagliata e profumata, quasi sempre in
un angolo nudo del suo tavolino, alla luce fumosa della  sua  lampada, pensò, sì, di essere una scema, come aveva detto
Giannotta ebbe il felice pensiero d'aggiungere alla  sua  biblioteca «Semprevivi.» L' A. la chiama Sonatine bizzarre
- Almeno avesse aspettato che chiudeva gli occhi  sua  madre!...
presa l'abitudine di quella giterella, e l'abitudine, nella  sua  esistenza quasi monastica, teneva già un posto importante.
lembi del cielo errava il suo sguardo, così come errava la  sua  mente perduta nei ricordi, vaneggiando dietro il filo
Conobbe più tardi esser quella una compagna di collegio di  sua  madre, che aveva avuto grandi sventure ed amori tragici, di
sventure ed amori tragici, di cui il mondo sparlava e che  sua  madre non nominava mai senza volgere gli occhi al cielo e
Marta a vent'anni di distanza. Non sapeva nulla della  sua  vita e de' suoi errori, non ricordava nulla di lei, altro
pietre preziose, quel segreto che aveva tanto colpita la  sua  immaginazione giovinetta, stava al sicuro nel pudore e
colti e dimenticati; e ad essi ritornavano i sospiri della  sua  giovinezza, e i sogni, i rimpianti, le larve abbrunate.
stanza. In un balzo si ebbe sollevato tra le braccia la  sua  donna, tenendola alla vita con una mano, cercando con
nel suo grembo un essere, e per le sue vene, per la  sua  carne correre il palpito atteso, la rivelazione di un'altra
dell'amore. Ogni velo era tolto, sciolto ogni dubbio, la  sua  virginità cadeva in quel punto, ella era fatta donna.
presa. Appena entrata nel cortile le apparve davanti  sua  madre. - Ah! - Gridò. E le cadde nelle braccia.
- rispose, di sopra, la ballerina. Ella rientrò nella  sua  camera e riprese il suo lavoro, intorno al quale si erano
e pazienti le sue mani, malgrado che fosse domenica. Era la  sua  buona maglia di seta, la quale già mostrava, qua e là, dei
comperare una nuova, appena passabile, per ventotto lire!  Sua  madre le aveva insegnato il rammendo su maglie di seta, il
la pettinatrice, entrò senza bussare e avendo salutata la  sua  cliente, svolse d'attorno la sua cintura, dove era
e avendo salutata la sua cliente, svolse d'attorno la  sua  cintura, dove era ravvolto, un grembiule bianco. Carmela
carbone lavorava a una calzetta già nera sulla soglia della  sua  bottega nerissima di carbone, da don Santo il panettiere
tasca quattro soldi e glieli dette, in pagamento della  sua  pettinatura. In verità, Gaetanella si faceva sempre pagare
orologio da tasca, di argento, che le aveva lasciato  sua  madre; erano le due e mezzo. - Doveva sbrigarsi. - Quando
a tre lire e cinquanta il giorno, era al completo, nella  sua  perfetta povertà. Ebbe un minuto di tristezza, così,
in teatro un nécessaire di argento con le sue cifre, per la  sua  toilette: quei vasetti, quelle fialette erano ripiene dei
ridendo, strillando, bestemmiando, persino, con quella  sua  voce roca di donnaccia ubbriaca, che contrastava così forte
Toledo, quello scatolone lungo e leggiero, che indicava la  sua  professione e avrebbe fatto voltar la gente. Quando il
sentendo che ognuno di quei abbonati alle poltrone aveva la  sua  innamorata, la sua amante, fra quelle ballerine, udendo
di quei abbonati alle poltrone aveva la sua innamorata, la  sua  amante, fra quelle ballerine, udendo tutti quei discorsi di
un soldato, Carmela Minino avendo un po' freddo, sotto la  sua  mantellina di panno nero, guarnita da una falsa pelliccia
falsa pelliccia nera, tenendo nascosto il pacchetto della  sua  cena, col suo passo cauto, leggiero, misurato uscì dal
lettere che Marta inviava a  sua  madre, parlavano tutte di felicità. Si esaltava scrivendo
che Alberto aveva per lei, e si diceva il suo tesoro, la  sua  vita; parole che Alberto da sua parte non aveva mai
si diceva il suo tesoro, la sua vita; parole che Alberto da  sua  parte non aveva mai pronunciate, ma di cui ella
indeboliva i suoi nervi. Molte volte dopo d'aver scritto a  sua  madre che «si adoravano,» a Alberto entrava e non si
senza una ragione apparente, era corsa a nascondersi nella  sua  camera per piangere. Che cosa avrebbe detto Alberto
uscita così trionfante, che lo stesso giorno ella scrisse a  sua  madre: «Sono felice, felice, felice.» I giorni peraltro le
ne pianse di dolore e di vergogna. Ragionando poi nella  sua  mente, le parve di dover attribuire a quella remota causa
per la prima volta le esigenze di un uomo che aveva data la  sua  fiorente giovinezza ad una ignobile femmina, nella stessa
contro tutto un passato. Perchè quella veramente era la  sua  angoscia: il passato di Alberto, indistruttibile. Rifaceva
sucide e puzzolenti; tanto lontane da lei, così fuori dalla  sua  orbita, che non le destavano nemmeno la curiosità. Vivendo
rimoveva intorno a lei il lezzo della società, per cui la  sua  anima nobilmente femminile si era alzata a poco a poco,
li guarda da lontano, dove la mano non stringe nulla. La  sua  verginale ignoranza faceva sì ch'ella non ammettesse altri
che cosa ci voleva dunque? Abbandonata a sè stessa la  sua  immaginazione si smarriva. Decisa a tutto per vedere suo
simpatica, co' suoi capelli castagni ondulati, la  sua  fronte bianca, gli occhi ridenti e la bocca seria, ciò che
avesse osservati, se avesse potuto comprenderli, se, nella  sua  bontà superficiale, non si fosse appagato del malinconico
Marta rientrava in casa momentaneamente lieta, sentendo la  sua  dignità di moglie e di padrona, decisa a occuparsi dei suoi
dell'Appollonia spiccava sulla soglia della cucina, nella  sua  onestà ingenua, come lo stemma della casa patriarcale. A
Alzava la testa, cogli occhi sfavillanti di sodisfazione;  sua  figlia baronessa!... quella superba umiliata!.. E come un
a discorrere col baronello, lei sentì svanire tutta la  sua  collera e fece a questi ogni sorta di complimenti: - Come
che si divertiva in compagnia di Angiolina, mentre la  sua  fidanzata restava lì, seria, impalata. - Tu che cos'hai?
non le pareva disprezzabile, ma quello di Angiolina era la  sua  fortuna: Baronessa Scilò, non c'è che dire! La sua casa
era la sua fortuna: Baronessa Scilò, non c'è che dire! La  sua  casa andava avanti, come voleva lei; il rettore s'era
che dire al muro. Don Felice voleva far denari, per la  sua  Vincenzina, ma non perdere la libertà, in un ufficio. E sua
sua Vincenzina, ma non perdere la libertà, in un ufficio. E  sua  moglie che gli era sempre attorno, a rompergli la testa: -
al lotto, sperando di vincere un bel terno, di piantare  sua  moglie e di andare a starsene con la vedova. A corto di
monete. Come sentiva quel drlin drlin, Rosa diceva, dalla  sua  finestra, al cuoco della baronessa, che le faceva
quante noie, quanti gravi dispiaceri appunto per quella  sua  smania di far del bene alla gente, richiesto e non
la scena di domani con lo Storto e con la donnaccia di  sua  moglie. I tuoni intanto brontolavano, la pioggia
a sera, che inferno in quella casa! Dell'usciere e di  sua  moglie, a lui, don Pietro, non gliene sarebbe importato
Le occasioni però non le andava cercando sempre lui, di  sua  testa. Ed eccolo ora con la figlia dello Storto su le
cle cosa v'andate impacciando? Lasciate vivere ognuno nella  sua  pace! - Appunto, per l'egoismo di lasciar vivere ognuno
- Appunto, per l'egoismo di lasciar vivere ognuno nella  sua  pace e non aver grattacapi di sorta alcuna, appunto per ciò
non fece che cantare, ed era un piacere a sentir quella  sua  voce fresca e sonora:
vestirsi come le pare, purchè rispetti il suo stato e la  sua  età; può ricevere delle visite quando vuole, naturalmente
sulla carrozza, se l'ha, può mettere i gioielli di  sua  madre, se gliene ha lasciati; può, infine, godere di una
gaia, savia, buona consigliera, fedele amica: e la  sua  vita sarà dolce. Maritarsi è bene, ma è anche male: non
semplicemente un'amica, fare da testimone, in chiesa, alla  sua  parente, alla sua amica: e abbiamo notato ciò in matrimonii
fare da testimone, in chiesa, alla sua parente, alla  sua  amica: e abbiamo notato ciò in matrimonii non semplicemente
più legato alla novella coppia e vigilerà, come può, sulla  sua  felicità, il testimone-donna rappresenta qualche cosa di
al magnifico uomo, che in quel momento solenne della  sua  vita di padre era più magnifico del solito. Ma per non
senatoria, abbracciò la figliuola, rimandandola nella  sua  cameretta. E andasse magari alla finestra; che tanto il
l'uno sull'altro in tre fasce nell'arme parlante della  sua  casa. - Che cosa non vi pare? che cosa? Dico che mi avete
dalla gioia. E più doveva essere, quando, venuto qui nella  sua  camera e affaciatosi alla finestra, vide Arduina al suo
E neppure per un momento sperai nulla di buono dalla  sua  visita. Anzi i miei timori andavano oltre.... Ecco,
Ecco, pensavo, viene per impormi di non frequentare più la  sua  casa. Lo feci sedere presso il tavolino, al posto dove
uomo di legno, montato pezzo per pezzo: e che non fosse in  sua  facoltà lo smontarsi. La zia lo ascoltava e mi guardava:
di vendetta che mi spingeva contro di lei che con la  sua  grettezza d'animo mi aveva condotto a quel punto; e contro
ma voleva salvare le apparenze, conservare intatta la  sua  compostezza. Parlò, ma brevemente. Oramai capivo quel che
abbandonatamente sopra un canapè, accanto a Pietro, nella  sua  attitudine solita; allacciandogli il collo con le sue belle
divorante. L'occhio di Pietro era raggiante; la  sua  parola interrotta a scosse come per delirio; le sue membra
baciandolo del suo bacio languido e divorante nella  sua  molle seduzione; e posò il suo viso sul volto di lui,
posava sulla sua, Pietro la sentì farsi più pesante sulla  sua  spalla. - Narcisa!... - Oh qual felicità, Pietro!... Mi
di dover godere di più con quei suoni tratti da te... La  sua  pupilla era prodigiosamente dilatata; ma lo fissava ancora
come se stentasse a trarre quei suoni dalla  sua  gola arida e ad articolarli colle sue labbra tremanti: -
Raimondo, che veniva a prendere Brusio per condurlo da  sua  madre, come Narcisa ne avea avuto sentore. Con un solo
vederlo almeno!... E due lagrime luccicarono sulla  sua  orbita. I suoi lineamenti erano orribili di questa lotta
come se avesse voluto incontrare quello di lui;... e la  sua  pupilla appannata, vitrea, fissa, ebbe un lampo, un raggio
interrotto che la stentata respirazione soffocava nella  sua  gola; - grazie!... oh! la vita!..., dottore, fatemi
labbra, e alcuni suoni rochi e interrotti scappassero dalla  sua  gola arida. Ella rimase come profondamente assopita;
dei suoi lineamenti, in cui l'occhio soltanto, colla  sua  larga e lucida fissazione faceva prevedere la morte. Era
rimaneva, com'ella l'aveva attirato rovesciandolo nella  sua  caduta, ancora avvinchiato a quel corpo per tre quarti
come un pazzo; per un mese intiero. Il secondo rivide  sua  madre; poi gli amici. Un anno dopo ricomparve in società...
che l'amore di un giorno aveva elevato sino al genio nella  sua  anima fervente, erano cadute con quest'amore istesso.
l'editore Cav. Giannotta continua la pubblicazione della  sua  Biblioteca Popolare, nella quale sono raccolti molti lavori
amori, quando si mostra negli espedienti dell'egoismo; la  sua  anima non è corrotta sino all'eccesso, ma è spesso cinica,