Vocabolario dinamico dell'Italiano Moderno

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peggio, una specie di truffa sociale. Ricordo che, quando  ero  in un certo ufficio, avevo un superiore immediato borioso e
maliziosi con la testa. Intesi quello che diceva: che non  ero  tanto colpevole come l'uomo affermava; che forse la ragazza
che cosa volevano da me? Mi mandassero pure in carcere;  ero  pronto a tutto. L'uomo aveva rimesso la mano sul bastone e
alla moglie: - È stata buona, dimmi, nel tempo ch'io  ero  lontano? La signora de' Rivani si strinse nelle spalle e,
lasciava mai salire le scale, mi portava sulle braccia. Ed  ero  pesante, allora, ero grassa. Marta ebbe invidia della
le scale, mi portava sulle braccia. Ed ero pesante, allora,  ero  grassa. Marta ebbe invidia della signora Merelli. Lei era
Un brivido mi fece tremare l'anima al pensiero che forse  ero  capace davvero di farle del male. Ancora una volta mi
dispiacere quel modo di trattare i miei affari, ma in fondo  ero  disposto a tutto, pur di trovare lavoro. II droghiere aveva
passandoselo da una mano all'altra, principiò a parlare: -  Ero  venuto per dirle che alla mia donna le è morta quella
terreno. Fu una sera, a..., al Circolo dello Sport, dove mi  ero  recato per caso, per non sapere che cosa fare di me. Avevo
scambiata qualche parola con alcune conoscenze, ed  ero  passato nella sala dei bigliardi. Stavo per sedermi,
lui, lo conoscevo abbastanza. Al tempo della sua disgrazia,  ero  andato a lasciargli una carta - formalità che ha il grande
spirito. Il ridicolo della cosa ricadeva su di noi, ed io  ero  disposto a tutto, fuorchè a veder ridere il Mendosa alle
andarono via, voscenza mi fece uscire dal nascondiglio.  Ero  mezzo svenuto, anche dalla fame.... E voscenza mi servì a
il po' di tempo perduto. Una sera, dunque, non mi  ero  limitato a seguirlo fino alla porta del convento in rovina,
riuscire indiscreto, avevo montato le scale sdrucite e mi  ero  trovato faccia a faccia col barone nel lungo e vasto
indossarne uno diverso da quello destinato per quel giorno;  ero  come tra le fiamme; ho dovuto svestirmi. Io invidio, creda,
e come a stento: - Come vi ho già detto altre volte, io  ero  figliuola unica e stavo con la mi' mamma, buon'anima,
lo potrebbe ripetere, se fosse qui; capì subito ch'io non  ero  contenta, ed ebbe paura: tremava come una foglia, nel tempo
dici? - Figurati, - risposi io senza mezzi termini, tanto  ero  sicura di lui - non desidererei niente di meglio, perchè ti
se credessi di strozzarvi tutt'e due con le mi' mani. Io  ero  dietro l'uscio e sentii tutto. - Beppe uscì fuori, bianco
voluto stringere delle nubi, per essermi dimenticato che  ero  la più miserabile delle creature: un uomo!... Dimenticando
siete venuta.... Non lo negate: siete stata voi! "Ah! io  ero  curioso, io ero interessante; bisognava vedere com'era
Non lo negate: siete stata voi! "Ah! io ero curioso, io  ero  interessante; bisognava vedere com'era fatto questo
al suo male con un nascosto desiderio di morte. In fondo  ero  contento della sua malattia, che m'impediva di tornare in
il vostro matrimonio vi aveva contribuito moltissimo...  ero  troppo fiero, troppo onesto per pensare di approfittarne
non vi ho dato i più begli anni della mia giovinezza, non  ero  pronta per voi a qualunque lotta? Voi solo mi respingeste.
voi lo sapete bene, ci sono stato tirato pei capelli.  Ero  tranquillo, nel mio possesso; e lui è venuto a dirmi: Ti
che ha rovinata a metà! Mi hanno data a lui, perchè  ero  di peso in casa, e perchè aveva un nome! Ed ho subìto
le vergogne più innominabili. Allora, capisci, io non  ero  corazzata d'acciaio contro le seduzioni... Feci.... -
perchè avevo paura che mi volesse canzonare, o che vuoi,  ero  novizia, ma la m'andò bene,e dopo un anno appena, mi sposò.
le sue pene più intime. - Vedi, Giulia, fin da quando  ero  piccina piccina, ho sempre patito, io. La fame e il freddo
vedi, avevo diciotto anni quando conobbi tuo padre. Non ne  ero  innamorata proprio niente. Veniva in casa nostra due volte
rossa; questo ricamo penzolava un po' qui, un po' là, non  ero  allora quella terribile nemica del disordine che sono
con un desiderio intenso di vivere. Non sapevo se io  ero  bella. Chi vuoi che me lo dicesse? ma avevo una voglia
libri di filosofia, di scienza, di medicina sui quali io mi  ero  precipitata, come sull'unico spiraglio di luce che mi fosse
io come c' entro? - Santo mutava tono al suo discorso - Io  ero  pei fatti miei, a fare il soldato! Lasciami stare, per
la serena indifferenza, la più grande felicità umana, io  ero  egoista, ma tranquillo; io mi lasciavo amare, e non cercavo
- rincrudì Merelli - non ho niente in contrario. Quando  ero  all'università conobbi la moglie di un professore, una
urli ? Che è stato ? — Niente, — egli piagnucolava. —  Ero  solo! — E avevi paura, al solito! Ma di che? Chi ti poteva
soltanto ad aspettarmi... «Se dieci mesi addietro, quando  ero  a Catania, avessi potuto sognarmi la vita che ho fatto con
fra i guanciali. «L'indomani, prima ancora dell'alba,  ero  levata, perchè non avevo dormito un secondo; ed andai ad
una sfumatura d'impazienza. Io gli strinsi la mano, poichè  ero  assai commossa, e non risposi. «La carrozza attraversò
fin anche di questa felicità, per esser pazzo di te come  ero  quando passavo le notti innanzi la tua casa senza sperare
- gli dissi con una calma nella voce della quale io stessa  ero  atterrita: - Addio, Pietro!... «Egli cercò i miei labbri
«non è inventata: è proprio vera, ed è accaduta quando io  ero  bambino. Al mio paese l'inverno è piú lungo e rigido di
ci mandai la gna Mena, la vedova, e sapete la risposta? Che  ero  padrona di fare quello che mi piaceva e di sposare chi
fuori quelle novelle. Questo potrà forse dimostrarle che io  ero  guidato da una chiara idea e che sapevo quel che facevo - o
erano troppo sciatti, questi saranno troppo preziosi. Lì  ero  troppo indifferente, qui esprimerò troppe opinioni. La
peso dei suoi doveri di padrona: - E fratelli? - Nessuno.  Ero  io sola con la mamma; ora sono sola con Alberto. - Ma non
mi avvolse, mi confortò. Questa volta sentii che proprio  ero  nato per vivere all'aperto, foglia tra le foglie,
a piombo sulla catasta dei Grevii e dei Gronovii.. -  Ero  il buon Demone dei Greci, il Lare dei Romani, il genio
si scrive sul serio a quel modo, nel vostro paese? Io mi  ero  lasciata dire che l'Italia è il paese della rettorica; ma
che lo sono. Avrò sempre il tempo di finire le mie tesi, ed  ero  una gran bestia a prenderla tanto sul criminale; infine ne
commossa. - Questo è il mio ritratto di quando  ero  bambino. Marta vi si precipitò sopra, coprendolo di baci e
l'ha aspettata a colazione. - Dovevate dirgli che  ero  uscita. - Glie lo dissi; ma egli l'ha aspettata egualmente
restò un momento interdetto. - Signor Ispettore... io  ero  arrivato ierisera, e mi stavo facendo la barba; come lei
il torto di cominciar troppo presto a pubblicare. Ma  ero  sola, come ancora lo sono, e non avevo maestri né guide. Se
ed elegante. Appena vide Pietro gli stese la mano. -  Ero  impaziente di stringere la mano dell'uomo più nobile e