Vocabolario dinamico dell'Italiano Moderno

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 di  Un bel sogno, di Noviziato di sposa, di Provinciali, ecc.,
di Un bel sogno,  di  Noviziato di sposa, di Provinciali, ecc., ingegno facile e
di Un bel sogno, di Noviziato  di  sposa, di Provinciali, ecc., ingegno facile e geniale, ha
di Un bel sogno, di Noviziato di sposa,  di  Provinciali, ecc., ingegno facile e geniale, ha voluto
facile e geniale, ha voluto questa volta far passare un'ora  di  buon umore ai suoi lettori. In questo racconto piene di
di buon umore ai suoi lettori. In questo racconto piene  di  verve, pieno di trovate, l'autore ci descrive con evidente
ai suoi lettori. In questo racconto piene di verve, pieno  di  trovate, l'autore ci descrive con evidente verità le
l'autore ci descrive con evidente verità le avventure  di  un Alpinista... ciabattone, appunto una specie di Tartarin
avventure di un Alpinista... ciabattone, appunto una specie  di  Tartarin italiano; e v'è riescito così bene, da far
domina, ed è la nota vera. Quanti non ne abbiamo visti noi  di  questi alpinisti ciabattoni sulle rive del lago, o alle
Gibella, e si fermano meravigliati a guardare le teste  di  morto di un vecchio ossario, o un verme che attraversa la
e si fermano meravigliati a guardare le teste di morto  di  un vecchio ossario, o un verme che attraversa la strada, nè
terra e montagnaccie, seccature, gabbamondi e ciarlatani  di  ogni specie. «Le lacrimevoli odissee di questi coniugi
e ciarlatani di ogni specie. «Le lacrimevoli odissee  di  questi coniugi Gibella, ne' sette giorni che passarono
descritto anche l'ambiente. La vis comica vi abbonda, ed è  di  buona lega.» Giornale La Postilla.
 Di  lui!... Di mio marito!... Non l'ho mai visto così!
lui!...  Di  mio marito!... Non l'ho mai visto così!
confessione in punto  di  morte... Sigillo di confessione... Giurate!
confessione in punto di morte... Sigillo  di  confessione... Giurate!
cav. Giannotta, con eleganza  di  tipi veramente ammirevole e con costanza che fa di lui uno
eleganza di tipi veramente ammirevole e con costanza che fa  di  lui uno dei più solerti e benemeriti editori italiani, non
Costantinopoli a Madrid, del collega A. Rossi, San Martino  di  A. Olivieri Sangiacomo, e Sonatine bizzarre di Antonio
San Martino di A. Olivieri Sangiacomo, e Sonatine bizzarre  di  Antonio Fogazzaro, sono valide prove di quanto diciamo. C.
e Sonatine bizzarre di Antonio Fogazzaro, sono valide prove  di  quanto diciamo. C. PADIGLIONE. Il Paese di Napoli, 29-30
valide prove di quanto diciamo. C. PADIGLIONE. Il Paese  di  Napoli, 29-30 giugno 1899.
fogliame dei trafori che spiccava in rilievo sopra un fondo  di  piccole stelle. Una delle sue preoccupazioni, prima di
di piccole stelle. Una delle sue preoccupazioni, prima  di  maritarsi, era stata quella di dover mostrare le braccia ad
sue preoccupazioni, prima di maritarsi, era stata quella  di  dover mostrare le braccia ad Alberto, i suoi braccini esili
dover mostrare le braccia ad Alberto, i suoi braccini esili  di  bimba cresciuta presto. Fortuna, pensò, che non li ha
visti! Strinse il busto, nuovo fiammante, punteggiato  di  seta bianca; allacciò sui fianchi un amore di gonnellino
punteggiato di seta bianca; allacciò sui fianchi un amore  di  gonnellino tutto a balze ricamate sopra un trasparente di
di gonnellino tutto a balze ricamate sopra un trasparente  di  flanella rosea - una gonnella pericolosa - aveva detto la
e la riprese la commozione; una strana commozione fatta  di  desiderio e di rimpianto, di tenerezza ardentissima e di un
la commozione; una strana commozione fatta di desiderio e  di  rimpianto, di tenerezza ardentissima e di un freddo
una strana commozione fatta di desiderio e di rimpianto,  di  tenerezza ardentissima e di un freddo pauroso. - Oh!
di desiderio e di rimpianto, di tenerezza ardentissima e  di  un freddo pauroso. - Oh! Alberto - mormorò con le mani
una sacra missione, aveva in pugno la felicità e l'onore  di  quell'uomo, gli doveva tutto l'affetto, tutta l'ubbidienza,
era cosa sua. Come avrebbe voluto fare qualche cosa  di  grande, di eroico, per mostrare la sua forza di amore!
cosa sua. Come avrebbe voluto fare qualche cosa di grande,  di  eroico, per mostrare la sua forza di amore! Fuggire dal
cosa di grande, di eroico, per mostrare la sua forza  di  amore! Fuggire dal mondo, seppellirsi viva in un deserto,
viva in un deserto, rinunciare a tutto; ma coll'amore  di  Alberto, di quel bel giovane che ella si struggeva d'amare,
un deserto, rinunciare a tutto; ma coll'amore di Alberto,  di  quel bel giovane che ella si struggeva d'amare, al quale
sconosciute, rapimenti lontani, indefiniti, pur temendo  di  risvegiare Alberto, guatandolo furtiva. Egli aveva un volto
fanciulleschi, circondando capricciosamente l'orecchio  di  una delicatezza femminea. Ma egli a che cosa pensava? Quali
Così roseo, così calmo? Che cosa chiudeva la sfinge  di  quel bel volto e quando mai ella potrebbe, penetrandogli
che ne era compresa; per un bisogno irresistibile  di  fusione, che l'avvicinamento materiale aveva irritato senza
l'amore, non aveva ancora afferrato il vero. Un movimento  di  Alberto la scosse, e con naturale senso di pudore non volle
Un movimento di Alberto la scosse, e con naturale senso  di  pudore non volle essere scoperta a rimirarlo. Mosse verso
Mosse verso la finestra da cui penetrava il gaio sole  di  marzo; alzò le tendine che coprivano i vetri e dette uno
i vetri e dette uno sguardo alla via; l'ignota via  di  quella città. Era un vicolo che metteva direttamente al
Dette uno sguardo alle finestre dirimpetto, basse, prive  di  persiane, tutte munite di funi, sulle quali svolazzavano,
finestre dirimpetto, basse, prive di persiane, tutte munite  di  funi, sulle quali svolazzavano, asciugando, le biancherie.
svolazzavano, asciugando, le biancherie. Questo aspetto  di  città, così differente dalla sua città nativa, la interessò
gli occhi, e, attraverso una fuga grigia e malinconica  di  tetti d'ardesia, lontano, nello splendore del mattino,
grandioso e fantastico nella sua calma, con qualche cosa  di  sognato, di immateriale, di al di là....
e fantastico nella sua calma, con qualche cosa di sognato,  di  immateriale, di al di là....
sua calma, con qualche cosa di sognato, di immateriale,  di  al di là....
calma, con qualche cosa di sognato, di immateriale, di al  di  là....
un pochino,  di  tanto in tanto, come piace di tanto in tanto al mio cavallo
un pochino, di tanto in tanto, come piace  di  tanto in tanto al mio cavallo di puntare sulla mano, e
tanto in tanto, come piace di tanto in tanto al mio cavallo  di  puntare sulla mano, e appoggiare alle redini.... per non
nel battesimo. Poichè, se non vi è padrino, la madrina  di  battesimo può essere più modesta nel fare il dono alla
il dono alla puerpera e al neonato, scegliendo un gioiello  di  meno costo, regalando al piccino o alla piccina qualche
costo, regalando al piccino o alla piccina qualche cosa  di  più semplice, ma deve fare le medesime spese che farebbe
il sacrestano, e pel chierico: deve fare gli stessi doni  di  danaro alla levatrice, alla nutrice, alla servitù: portare
se si usa, e via via. Se vi è il padrino, che s' incarica  di  tutto questo, allora la madrina è tenuta semplicemente al
al dono verso la puerpera, che non deve essere mai  di  grande valore, il dono verso il bimbo o la bimba, il solito
valore, il dono verso il bimbo o la bimba, il solito dono  di  un oggetto di argento, bicchiere, o tazza, o posata, e una
verso il bimbo o la bimba, il solito dono di un oggetto  di  argento, bicchiere, o tazza, o posata, e una mancia modesta
o tazza, o posata, e una mancia modesta alle persone  di  casa, di accordo col proprio stato e con la condizione
tazza, o posata, e una mancia modesta alle persone di casa,  di  accordo col proprio stato e con la condizione della casa
Per lo più, la madrina va alla chiesa in toilette ricca,  di  seta, di broccato, di velluto; mai vestita di nero, con un
più, la madrina va alla chiesa in toilette ricca, di seta,  di  broccato, di velluto; mai vestita di nero, con un cappello
va alla chiesa in toilette ricca, di seta, di broccato,  di  velluto; mai vestita di nero, con un cappello chiaro e con
ricca, di seta, di broccato, di velluto; mai vestita  di  nero, con un cappello chiaro e con qualche gioiello,
il piccolo cristiano. Se è una signorina, si vestirà  di  chiaro, col suo migliore abito, e se la stagione lo
migliore abito, e se la stagione lo permette, addirittura  di  bianco, guanti grigio perla, qualche gioiello. Alla chiesa,
il neonato, presso il Sacro Fonte: deve portare una candela  di  cera, grossa, che si lascia, poi, alla chiesa: se è madre
cera, grossa, che si lascia, poi, alla chiesa: se è madre  di  famiglia, saprà di dover portare un po' di zucchero in
si lascia, poi, alla chiesa: se è madre di famiglia, saprà  di  dover portare un po' di zucchero in polvere, in una carta,
se è madre di famiglia, saprà di dover portare un po'  di  zucchero in polvere, in una carta, per metterlo sulla
dona il vestito da battesimo o il porte-enfant col cuscino  di  raso: ma ciò non è di obbligo. Se si rimane in relazioni
o il porte-enfant col cuscino di raso: ma ciò non è  di  obbligo. Se si rimane in relazioni grandi con la famiglia
deve aver cure tenere con la creaturina: e darle l'anello  di  avorio sospeso alla catenina di argento, il primo balocco
e darle l'anello di avorio sospeso alla catenina  di  argento, il primo balocco di argento col fischietto,
avorio sospeso alla catenina di argento, il primo balocco  di  argento col fischietto, qualche crocetta di oro o di
primo balocco di argento col fischietto, qualche crocetta  di  oro o di argento, il primo scapolare della Madonna. E la
di argento col fischietto, qualche crocetta di oro o  di  argento, il primo scapolare della Madonna. E la figlioccia
dava su la scala dell'albergo Sant'Anna in Catania, specie  di  canile che neppur Tina, la serva sporca e sboccata, voleva
e sboccata, voleva ravviare e ripulire per via del tanfo  di  rinchiuso che toglieva il respiro. Egli non sentiva più
con l'unico abito nero che indossava tutto l'anno.  Di  quel tanfo si impregnava fin quel po' di pane che serviva a
tutto l'anno. Di quel tanfo si impregnava fin quel po'  di  pane che serviva a sostentarlo - assieme con qualche
- assieme con qualche frutto, l'estate, e con un po'  di  formaggio, l'inverno - e ch'egli mangiava, a mezzogiorno e
- e ch'egli mangiava, a mezzogiorno e la sera, prima  di  mettersi a letto, stanco del vagabondaggio della giornata.
riflessioni e appunti, scritti nella nottata al lume  di  una candela di sego, riguardanti la lite per Cento-Salme.
e appunti, scritti nella nottata al lume di una candela  di  sego, riguardanti la lite per Cento-Salme. Di sè, della
una candela di sego, riguardanti la lite per Cento-Salme.  Di  sè, della miseria a cui si era volontariamente condannato,
guardato come una bestia strana e quasi evitato nelle sale  di  udienza del Tribunale o della Gran Corte, dove passava
doverla sopportare in vista della vittoria della lite, che  di  giorno in giorno gli appariva sempre più certa e sicura. E
per la tenacità, gli rispondeva bruscamente, seccato  di  quegli appunti, di quelle riflessioni o note che il barone
gli rispondeva bruscamente, seccato di quegli appunti,  di  quelle riflessioni o note che il barone andava a
e la vinceva. Don Emanuele tirava su una gran presa  di  rapè, dava due stizzosi colpi di ripulita al naso col
tirava su una gran presa di rapè, dava due stizzosi colpi  di  ripulita al naso col fazzoletto di cotone azzurro,
dava due stizzosi colpi di ripulita al naso col fazzoletto  di  cotone azzurro, socchiudeva gli occhi e stava ad ascoltare,
socchiudeva gli occhi e stava ad ascoltare, interrompendolo  di  tanto in tanto: - Ma di questo abbiamo già ragionato
stava ad ascoltare, interrompendolo di tanto in tanto: - Ma  di  questo abbiamo già ragionato avant'ieri! - Sì, sì, dal
abbiamo già ragionato avant'ieri! - Sì, sì, dal punto  di  vista.... E spiegava da qual punto di vista; ora però egli
- Sì, sì, dal punto di vista.... E spiegava da qual punto  di  vista; ora però egli guardava la questione dal lato
lato opposto. - Capisco; andiamo avanti! Una lesta presa  di  rapè, una nuova stizzosa ripulita al naso col gran
una nuova stizzosa ripulita al naso col gran fazzoletto  di  cotone azzurro tenuto a portata di mano sur una coscia,
naso col gran fazzoletto di cotone azzurro tenuto a portata  di  mano sur una coscia, indicava la crescente impazienza di
di mano sur una coscia, indicava la crescente impazienza  di  don Emanuele. Ma il barone non si scoraggiava. Tutta la sua
penetrasse negli orecchi senza recar disturbo. Egli sapeva  di  non essere più uno di quei clienti che possono imporsi ai
senza recar disturbo. Egli sapeva di non essere più uno  di  quei clienti che possono imporsi ai loro avvocati, ai loro
era stato ridotto, lui, don Pietro-Paolo Zingàli, barone  di  Fontane Asciutte e Cantorìa, un impeto selvaggio gli saliva
se egli esistesse! E non potevano ignorare che egli viveva  di  carità, quasi soffrendo la fame, tra privazioni e
quasi soffrendo la fame, tra privazioni e umiliazioni  di  ogni sorta! Eppure non facevano nemmeno la ipocrita
sorta! Eppure non facevano nemmeno la ipocrita finzione  di  sottomettersi, di chiedere perdono, di volerlo strappare
non facevano nemmeno la ipocrita finzione di sottomettersi,  di  chiedere perdono, di volerlo strappare alla puzzolente tana
la ipocrita finzione di sottomettersi, di chiedere perdono,  di  volerlo strappare alla puzzolente tana che lo ricoverava la
mai perdonati!... Ormai egli lasciava che la maledizione  di  Dio si aggravasse su coloro che un giorno avea chiamati col
su coloro che un giorno avea chiamati col dolce nome  di  moglie, e di figli! Il terreno si sarebbe sprofondato sotto
che un giorno avea chiamati col dolce nome di moglie, e  di  figli! Il terreno si sarebbe sprofondato sotto i loro piedi
o tardi, e li avrebbe inghiottiti! E in questi momenti  di  impeto selvaggio il vecchio, già curvo, dimagrito,
in quella putrida tana illuminata dalla famosa candela  di  sego; rizzava orgogliosamente la testa, levava in alto le
levava in alto le braccia invocanti il terribile gastigo  di  Dio, che non poteva fallire; ed egli stesso talvolta aveva
e nuda, quasi apparizione evocata dal terribile scongiuro  di  lui! Un giorno - oh, finalmente! - un giorno egli sarebbe
stanzoni del suo palazzo, ma vittorioso, con pieno diritto  di  autorità e di comando, padrone di Cento-Salme strappato al
suo palazzo, ma vittorioso, con pieno diritto di autorità e  di  comando, padrone di Cento-Salme strappato al marchese di
con pieno diritto di autorità e di comando, padrone  di  Cento-Salme strappato al marchese di Camutello; e senza una
e di comando, padrone di Cento-Salme strappato al marchese  di  Camutello; e senza una parola, con un solo gesto, avrebbe
via, anzi spazzato via tutti coloro che non erano degni  di  portare l'onorato e altero nome dei Zingàli; e vi si
quella desolazione in una reggia, quasi con un colpo  di  bacchetta fatata!... Non avrebbe avuto soltanto
avrebbe avuto soltanto Cento-Salme, ma cinquantamila onze  di  rendite mal percepite dal marchese di Camutello!
ma cinquantamila onze di rendite mal percepite dal marchese  di  Camutello! Cinquantamila onze, in oro, in argento!... Un
Cinquantamila onze, in oro, in argento!... Un fiume  di  denaro sonante, che egli avrebbe potuto spendere sùbito, a
che egli avrebbe potuto spendere sùbito, a dispetto  di  tutti, senza che più nessuno potesse avere la tentazione di
di tutti, senza che più nessuno potesse avere la tentazione  di  farlo interdire.... Ecco se era stato pazzo! Ecco se aveva
farneticato intentando la lite, adoprando tutte le risorse  di  casa per questo scopo supremo! E si stendeva sotto le
sotto le coperte del misero lettino, spegnendo la candela  di  sego, continuando nel buio il fantastico sogno che gli
fatto assaporare con gusto, come cena squisita, quel po'  di  pane e di formaggio risparmiato da quello che avrebbe
con gusto, come cena squisita, quel po' di pane e  di  formaggio risparmiato da quello che avrebbe dovuto essere
a insistere Bona, sottovoce, guardandosi attorno per paura  di  essere sentita. E ricordava qualche cosa di misterioso, di
per paura di essere sentita. E ricordava qualche cosa  di  misterioso, di confuso, una scena alla quale aveva
di essere sentita. E ricordava qualche cosa di misterioso,  di  confuso, una scena alla quale aveva assistito da poco ma
doveva dirle appena si sarebbero trovati soli. Ondate  di  un turbamento ch'era fatto ancora di dolore ardente ma
trovati soli. Ondate di un turbamento ch'era fatto ancora  di  dolore ardente ma anche di amore, la investivano tutta,
turbamento ch'era fatto ancora di dolore ardente ma anche  di  amore, la investivano tutta, così, di tanto in tanto, per
ardente ma anche di amore, la investivano tutta, così,  di  tanto in tanto, per ogni gesto ed ogni grido del bambino.
nelle vene; il fatto è che ella non cedeva una goccia sola  di  questo dolore e non voleva più neppure piangere per non
pubblicati: EDMONDO DE AMICIS. In America - Con disegni  di  Gino De Bini. E. SCARFOGLIO. Il Cristiano errante. - Con
De Bini. E. SCARFOGLIO. Il Cristiano errante. - Con disegni  di  Aleardo Terzi. GlUSEPPE DE ROSSI. Le due colpe. - Con
Terzi. GlUSEPPE DE ROSSI. Le due colpe. - Con disegni  di  Gino De Bini. MATILDE SERAO. Donna Paola. - Con disegni di
di Gino De Bini. MATILDE SERAO. Donna Paola. - Con disegni  di  Aleardo Terzi. Incisioni in legno di A. Foli, E. Zaniboni,
Paola. - Con disegni di Aleardo Terzi. Incisioni in legno  di  A. Foli, E. Zaniboni, prof. E. Ballerini ed Orlando, ecc.
essendo molto semplici nell'impianto, presentano larghezza  di  disegno e sicurezza di colorito. I due caratteri principali
nell'impianto, presentano larghezza di disegno e sicurezza  di  colorito. I due caratteri principali di Ulisse, il
disegno e sicurezza di colorito. I due caratteri principali  di  Ulisse, il giovanotto ingenuamente innamorato, e di Ada, la
di Ulisse, il giovanotto ingenuamente innamorato, e  di  Ada, la provocante civettuola senza cuore, sono
parmi reso con naturalezza.» F. CAMERONI, nel Sole  di  Milano (19 Dicembre 1884).
dell'umanità. Perchè ti preoccupi tu dell'imperfezione  di  questo strumento? Quale movimento di superbia ti persuade a
tu dell'imperfezione di questo strumento? Quale movimento  di  superbia ti persuade a disdegnarlo? Perchè non tentare di
di superbia ti persuade a disdegnarlo? Perchè non tentare  di  esprimere, bene o male, il sentimento di cui tu vivi?
Perchè non tentare di esprimere, bene o male, il sentimento  di  cui tu vivi?
 di  casa!.... Uh! Uh, passa il lupo!... Tessuta di mano degli
di casa!.... Uh! Uh, passa il lupo!... Tessuta  di  mano degli angeli... La vendono per bisogno... I tempi sono
per bisogno... I tempi sono scarsi... Abbiamo il gastigo  di  Dio su le spalle...
Non è quella che le signore mondane e gli uomini  di  affari, per non citare che due categorie, accettano più
meno sontuoso, meno pretenzioso e meno preoccupante  di  un pranzo: ha qualche cosa di breve e di disinvolto, di
e meno preoccupante di un pranzo: ha qualche cosa  di  breve e di disinvolto, di brioso e di cordiale: le signore
meno preoccupante di un pranzo: ha qualche cosa di breve e  di  disinvolto, di brioso e di cordiale: le signore vi possono
di un pranzo: ha qualche cosa di breve e di disinvolto,  di  brioso e di cordiale: le signore vi possono intervenire in
ha qualche cosa di breve e di disinvolto, di brioso e  di  cordiale: le signore vi possono intervenire in tailleur,
in tout de même: e se si tarda più dei quindici minuti  di  compiacenza, non importa: e se si va via dieci minuti dopo
dopo aver preso il caffè, nessuno va in collera. La padrona  di  casa che dà una colazione, può sbizzarrirsi in leggiadre
fantasie, sulla sua mensa, con tovaglie e tovaglioli  di  colore, con chemin de table più originali che ricchi, con
con chemin de table più originali che ricchi, con piatti  di  antica ceramica, con bicchieri finissimi ma semplici: anche
messi graziosamente alla rinfusa, non debbono aver nulla  di  troppo approntato. Anche la minuta di una colazione deve
debbono aver nulla di troppo approntato. Anche la minuta  di  una colazione deve avere lo stesso tono: vale a dire non
avere lo stesso tono: vale a dire non bisogna caricarla  di  pietanze troppo saporite, le quali piacciono, sì, ma
può cominciare con un leggero antipasto, cioè crostini  di  caviale e burro, su pane nero, crostini di fois gras su
cioè crostini di caviale e burro, su pane nero, crostini  di  fois gras su pane bianco e un piatto di bel prosciutto,
pane nero, crostini di fois gras su pane bianco e un piatto  di  bel prosciutto, cotto o crudo: poi, viene un piatto di uova
di bel prosciutto, cotto o crudo: poi, viene un piatto  di  uova o di pesce, sempre piuttosto leggiero, e, subito dopo,
prosciutto, cotto o crudo: poi, viene un piatto di uova o  di  pesce, sempre piuttosto leggiero, e, subito dopo, un piatto
diciamo così, il solo importante della colezione, cioè  di  carne o di pollo: finire con un dolce di cucina e delle
così, il solo importante della colezione, cioè di carne o  di  pollo: finire con un dolce di cucina e delle magnifiche
colezione, cioè di carne o di pollo: finire con un dolce  di  cucina e delle magnifiche frutta. Due vini, solamente: uno
o del malaga alla fine. Se la colazione ha un fondo  di  serietà, per la quantità degli invitati, la minuta diventa
si dà un gelato con biscotti, invece del lieve dolce  di  cucina, si dànno dei bonbons dopo la frutta. Mai champagne,
Del buon caffè servito presto presto: e un sol liquore,  di  quelli che permettono, dopo colazione, di badare ai propri
e un sol liquore, di quelli che permettono, dopo colazione,  di  badare ai propri affari. È sempre molto carino mettere
caldi e, talvolta, delicatissimi: caratteri pieni  di  passione irrompente e, spesso, impacciati e taciturni:
irrompente e, spesso, impacciati e taciturni: anime piene  di  poesia e, per lo più, inabili a esprimere quello che è la
che appariscono sostenute da una fiamma interiore: parvenze  di  uomini, di donne, spesso molto semplici, spesso molto
sostenute da una fiamma interiore: parvenze di uomini,  di  donne, spesso molto semplici, spesso molto austere, spesso
spesso molto austere, spesso inascoltate in ogni loro grido  di  gioja e di dolore: cuori dove prende origine, dall'amore,
austere, spesso inascoltate in ogni loro grido di gioja e  di  dolore: cuori dove prende origine, dall'amore, dalla
che leggono oltre le chiuse fronti, portano il suggello  di  un dono speciale, prezioso, che fu loro concesso dal
facoltà del sogno si esplichi, che la mente sia dotata  di  grande intelligenza: non è necessario che il cuore sia
intelligenza: non è necessario che il cuore sia saturo  di  sentimenti eroici: non è necessario che il carattere
passa ed egli non se ne accorge, è trasportata da un sogno  di  amore e di orgoglio nel quale suo figlio le appare già
non se ne accorge, è trasportata da un sogno di amore e  di  orgoglio nel quale suo figlio le appare già grande,
via, lontano, sui mari, sente nella ingenua anima il sogno  di  questa forza che egli crea, umilmente e oscuramente, e nel
e nel giorno del suo varo, convulsamente, l'operaio piange,  di  gioja, di tenerezza, vedendola, come nel suo sogno,
del suo varo, convulsamente, l'operaio piange, di gioja,  di  tenerezza, vedendola, come nel suo sogno, partire! E cento
e sulle pianure, nelle popolose città, nei centri solinghi  di  provincia, nei piccoli borghi perduti nella campagna,
sognano ad occhi aperti un sogno piccolo o grande, un sogno  di  gloria o di benessere, un sogno di odio o di amore, un
aperti un sogno piccolo o grande, un sogno di gloria o  di  benessere, un sogno di odio o di amore, un sogno di bontà,
o grande, un sogno di gloria o di benessere, un sogno  di  odio o di amore, un sogno di bontà, un sogno di
un sogno di gloria o di benessere, un sogno di odio o  di  amore, un sogno di bontà, un sogno di rassegnazione, un
o di benessere, un sogno di odio o di amore, un sogno  di  bontà, un sogno di rassegnazione, un sogno di pietà. L'uomo
un sogno di odio o di amore, un sogno di bontà, un sogno  di  rassegnazione, un sogno di pietà. L'uomo che passa accanto
un sogno di bontà, un sogno di rassegnazione, un sogno  di  pietà. L'uomo che passa accanto a voi nella via, e che
è ignoto: la pallida donna che solleva la portiera pesante  di  una chiesa e s' inginocchia innanzi alla immagine di Maria,
di una chiesa e s' inginocchia innanzi alla immagine  di  Maria, porta in sè un sogno di dolore, forse, e forse di
innanzi alla immagine di Maria, porta in sè un sogno  di  dolore, forse, e forse di pentimento: il gentiluomo che
di Maria, porta in sè un sogno di dolore, forse, e forse  di  pentimento: il gentiluomo che s'inchina, cortese, squisito,
e pare ga- tante e spensierato, sogna, forse, un sogno  di  gelosia e di furore: la dama che si covre di brillanti e
tante e spensierato, sogna, forse, un sogno di gelosia e  di  furore: la dama che si covre di brillanti e appare fulgida
un sogno di gelosia e di furore: la dama che si covre  di  brillanti e appare fulgida nella festa dove trionfa il
dove trionfa il piacere, nasconde forse nell'anima un sogno  di  pace, di solitudine, di silenzio, inaccessibile: il
il piacere, nasconde forse nell'anima un sogno di pace,  di  solitudine, di silenzio, inaccessibile: il banchiere gajo e
nasconde forse nell'anima un sogno di pace, di solitudine,  di  silenzio, inaccessibile: il banchiere gajo e vittorioso che
non le è apparso ancora: la donna che legge, nelle pagine  di  un romanzo, nelle cronache di un giornale, l'urto terribile
donna che legge, nelle pagine di un romanzo, nelle cronache  di  un giornale, l'urto terribile o truce della passione
un cassetto già chiuso da anni e guardare l'indirizzo  di  una lettera, per rivedere, sì, per rivedere come se fossero
guardarvi senza dolcezza: basta contemplare un fascio  di  fiori campestri, per sognare il grande silenzio delle vaste
distese solinghe, sotto il cielo stellato, nelle notti  di  estate: basta odorare un noto profumo per vedersi apparire
anni, sparve dal mondo e le cui treccie nere odoravano  di  quel profumo: basta udire il fischio di un treno che passa,
nere odoravano di quel profumo: basta udire il fischio  di  un treno che passa, per creare il sogno di una fuga: fuga
udire il fischio di un treno che passa, per creare il sogno  di  una fuga: fuga interminabile, chi sa dove, chi sa quando,
solo nel sogno: basta il verso nostalgico e disperato  di  un poeta per creare un sogno di dolore e di disperazione.
nostalgico e disperato di un poeta per creare un sogno  di  dolore e di disperazione. Potenza creatrice del sogno!
e disperato di un poeta per creare un sogno di dolore e  di  disperazione. Potenza creatrice del sogno! Forme, linee,
mai: voci, parole, musiche che le nostre orecchie  di  carne non udranno mai: emozioni, voluttà, ebbrezze che le
sopportare: alte felicità e alte sciagure più grandi  di  ogni avvenimento estremo: improvvise ricchezze, improvvisi
ardenti, vibranti, tumultuanti, conducenti all'apogeo  di  ogni sensazione e di ogni sentimento. O fortunati coloro in
tumultuanti, conducenti all'apogeo di ogni sensazione e  di  ogni sentimento. O fortunati coloro in cui il sogno tanto
una nuvola e il fortunato essere si avanza in questa specie  di  custodia immateriale, in quest'atmosfera spirituale
sua profonda e cara visione, può come Issione struggersi  di  amore, di dolore, di folle ardore, senza che nulla di
e cara visione, può come Issione struggersi di amore,  di  dolore, di folle ardore, senza che nulla di quanto esiste,
visione, può come Issione struggersi di amore, di dolore,  di  folle ardore, senza che nulla di quanto esiste, nella
di amore, di dolore, di folle ardore, senza che nulla  di  quanto esiste, nella verità, lo strappi al suo sentimentale
la società positiva invidia loro questa forza capace  di  sollevare le montagne, ma la vita e la morte di questi
capace di sollevare le montagne, ma la vita e la morte  di  questi sognatori operosi finisce per istrappare un lungo
sognatori operosi finisce per istrappare un lungo grido  di  rimpianto e di ammirazione persino in coloro che li
finisce per istrappare un lungo grido di rimpianto e  di  ammirazione persino in coloro che li derisero. Che importa
che portano in sè questo divino segreto, sono coverti  di  uno scudo fatato, scintillante, simile a quello su cui si
scintillante, simile a quello su cui si spezzò la lancia  di  Telramondo senza giungere al petto di Lohengrin. Ogni anno,
si spezzò la lancia di Telramondo senza giungere al petto  di  Lohengrin. Ogni anno, centinaja di deboli donne, soggette a
senza giungere al petto di Lohengrin. Ogni anno, centinaja  di  deboli donne, soggette a tutte le fralezze del sesso,
e partono per le scuole, per gli ospedali, pei campi  di  battaglia, per le missioni nei paesi più inospiti e più
paesi più inospiti e più selvaggi : e prese dal loro sogno  di  fede e di carità, esse combattono, decimate dalle malattie,
inospiti e più selvaggi : e prese dal loro sogno di fede e  di  carità, esse combattono, decimate dalle malattie, dalle
sono cadute, venti, cento ne arrivano, e questa catena  di  nobilissime sognatrici giammai s'infrange, continuamente si
s'infrange, continuamente si prolunga. Ogni anno centinaja  di  giovani, di uomini maturi, di vecchi, entrano nei gabinetti
continuamente si prolunga. Ogni anno centinaja di giovani,  di  uomini maturi, di vecchi, entrano nei gabinetti della
prolunga. Ogni anno centinaja di giovani, di uomini maturi,  di  vecchi, entrano nei gabinetti della scienza e si curvano a
acre, così tormentosa che essa li uccide, in pieno sogno  di  passione scientifica. Ma dove tanti perirono, altri, altri
indomati, sino a che, un giorno glorioso, il sogno  di  tutti loro sia compiuto da un solo e la umanità possa dire
tutti loro sia compiuto da un solo e la umanità possa dire  di  aver vinto, ancora una volta, il morbo e la morte. Ogni
Ogni anno, ogni anno, in cento anime si svolge il sogno  di  viaggi in regioni non ancora percorse da piede d'uomo
del Sud che tanti occhi ansiosi interrogarono nelle notti  di  marcia, e che parve loro la mistica stella che condusse i
agli agi, alla patria, alle famiglie cuori ed anime  di  sognatori sublimi. Invano essi languiscono di sonno, di
ed anime di sognatori sublimi. Invano essi languiscono  di  sonno, di fame, di malattia, fra i ghiacci che fanno
di sognatori sublimi. Invano essi languiscono di sonno,  di  fame, di malattia, fra i ghiacci che fanno scricchiolare la
sublimi. Invano essi languiscono di sonno, di fame,  di  malattia, fra i ghiacci che fanno scricchiolare la nave
dodici muojono colà nel settentrionale estremo vedovo sito  di  silenzio e di gelo. Altri vi saranno che andranno, vinti
colà nel settentrionale estremo vedovo sito di silenzio e  di  gelo. Altri vi saranno che andranno, vinti dal sogno, a
Invano, la terra d'Africa si copre dei più nobili cadaveri  di  soldati, di marinai, di scienziati, di scrittori, di
terra d'Africa si copre dei più nobili cadaveri di soldati,  di  marinai, di scienziati, di scrittori, di principi, di
si copre dei più nobili cadaveri di soldati, di marinai,  di  scienziati, di scrittori, di principi, di avventurosi:
più nobili cadaveri di soldati, di marinai, di scienziati,  di  scrittori, di principi, di avventurosi: invano, ogni
di soldati, di marinai, di scienziati, di scrittori,  di  principi, di avventurosi: invano, ogni giorno, è la notizia
di marinai, di scienziati, di scrittori, di principi,  di  avventurosi: invano, ogni giorno, è la notizia di una nuova
principi, di avventurosi: invano, ogni giorno, è la notizia  di  una nuova tragedia. Altri ancora, dalla Francia, dalla
mani tutti i poteri della Terra; ma dovunque sono donne  di  cuore, dovunque sono anime gentili muliebri, piccole e
sono anime gentili muliebri, piccole e grandi associazioni  di  carità si formano, e ogni miseria morale, ogni infelicità
e che redime. Immensi dolori agitano il mondo: ma il sogno  di  carità che affratella le donne di ogni paese e di ogni
il mondo: ma il sogno di carità che affratella le donne  di  ogni paese e di ogni condizione, ha tale soffio ardente e
il sogno di carità che affratella le donne di ogni paese e  di  ogni condizione, ha tale soffio ardente e vivificante che
cuore il segreto che risolve il dolore umano! E il letto  di  morte dove posa la sua testa stanca, l'uomo che visse e
stanca, l'uomo che visse e andò verso la tomba per un sogno  di  fede, di bontà, di gloria, di grandezza, è pieno di pace
che visse e andò verso la tomba per un sogno di fede,  di  bontà, di gloria, di grandezza, è pieno di pace finale per
visse e andò verso la tomba per un sogno di fede, di bontà,  di  gloria, di grandezza, è pieno di pace finale per
verso la tomba per un sogno di fede, di bontà, di gloria,  di  grandezza, è pieno di pace finale per l'agonizzante. La
sogno di fede, di bontà, di gloria, di grandezza, è pieno  di  pace finale per l'agonizzante. La monaca che muore uccisa
è stritolato dalla sua macchina, il viaggiatore che cade  di  freddo sulla tolda della nave confitta nella banchina di
di freddo sulla tolda della nave confitta nella banchina  di  ghiaccio, l'esploratore che è ucciso dalle febbri o dalla
l'esploratore che è ucciso dalle febbri o dalla lancia  di  un selvaggio, la dama che muore di una malattia presa nelle
febbri o dalla lancia di un selvaggio, la dama che muore  di  una malattia presa nelle sue opere di carità, muojono in
la dama che muore di una malattia presa nelle sue opere  di  carità, muojono in pieno sogno senza destarsi dalla loro
senza rammarico, rassegnatamente, serenamente, sentendo  di  aver vissuto per qualche cosa di grande, sentendo di aver
serenamente, sentendo di aver vissuto per qualche cosa  di  grande, sentendo di aver vissuto per qualche cosa di
di aver vissuto per qualche cosa di grande, sentendo  di  aver vissuto per qualche cosa di nobile. Oh, tu sei morto,
cosa di grande, sentendo di aver vissuto per qualche cosa  di  nobile. Oh, tu sei morto, Antonio Cecchi, dilettissimo
sei morto, Antonio Cecchi, dilettissimo amico, sulla terra  di  Africa dove vedesti cadere tanti altri, sognanti come te
vedesti cadere tanti altri, sognanti come te una gloria  di  civiltà e di redenzione: noi ti abbiamo perduto e non ci
tanti altri, sognanti come te una gloria di civiltà e  di  redenzione: noi ti abbiamo perduto e non ci resta che
morti sul campo delle vostre visioni, morti in pieno sogno  di  eroismo. E voi siete perite, o dame del Bazar di Carità!
sogno di eroismo. E voi siete perite, o dame del Bazar  di  Carità! Belle, ricche, nobili signore: gentili, leggiadre,
care alla religione; siete morte mentre compivate un sogno  di  carità largo, vastissimo, tale da diffondere il bene nel
cerchio più ampio e più oscuro delle tristezze umane. Più  di  cento donne sono morte a Parigi, facendo il bene, morte
più sublime, dalla sognante passione della carità. Una  di  esse, mentre già le fiamme la investivano, ha abbracciato
in molte signore inglesi e francesi, era sorto il pensiero  di  abolire il giorno di ricevimento, così faticoso, così
e francesi, era sorto il pensiero di abolire il giorno  di  ricevimento, così faticoso, così pesante, così poco intimo,
signore e, dopo il pensiero, è anche venuto il fatto,  di  sostituire, al giorno settimanale, un breve ricevimento
al giorno settimanale, un breve ricevimento quotidiano  di  un'ora, non di due ore, dalle due alle tre, dopo colazione,
settimanale, un breve ricevimento quotidiano di un'ora, non  di  due ore, dalle due alle tre, dopo colazione, o dalle sette
chi riceve e chi è ricevuto. Ecco, col ricevimento  di  un'ora al giorno, sfollato il salone, dove, una volta la
si accalcava, facendo subire una fatica enorme alla padrona  di  casa: la folla si disperde in sette giorni: chi non ha
sabato; la domenica, tre o quattro visite al giorno, niente  di  più. Ecco, col ricevimento quotidiano, dalle due alle tre o
dalle due alle tre o dalle sette alle otto, la consolazione  di  poter fare una conversazione più raccolta, più intima, più
persone: ecco, col ricevimento quotidiano, il piacere  di  poter intrattenersi con una persona amica, di poterle dire,
il piacere di poter intrattenersi con una persona amica,  di  poterle dire, quietamente, due parole, di poter fare uno di
persona amica, di poterle dire, quietamente, due parole,  di  poter fare uno di quei discorsi vaghi, lenti, un poco
di poterle dire, quietamente, due parole, di poter fare uno  di  quei discorsi vaghi, lenti, un poco tristi, un poco amari,
discorsi vaghi, lenti, un poco tristi, un poco amari, uno  di  quei discorsi, in cui emana tutta la malinconia riposta nel
quell'angolo del caminetto, quel cantuccio del salone,  di  cui parlano, senza saperne niente, una quantità di poeti,
salone, di cui parlano, senza saperne niente, una quantità  di  poeti, che non videro mai un caminetto nella loro vita:
in qualche momento disperso della giornata, in un minuto  di  tristezza, in un minuto di imbarazzo, quando una parola, un
della giornata, in un minuto di tristezza, in un minuto  di  imbarazzo, quando una parola, un sorriso, una stretta di
di imbarazzo, quando una parola, un sorriso, una stretta  di  mano, una tazza di the, così, un po' soli, non più di due,
una parola, un sorriso, una stretta di mano, una tazza  di  the, così, un po' soli, non più di due, non più di tre,
di mano, una tazza di the, così, un po' soli, non più  di  due, non più di tre, possono essere un sollievo, un
tazza di the, così, un po' soli, non più di due, non più  di  tre, possono essere un sollievo, un conforto. Un'ora al
il peso del giorno, serve a disciogliere la schiavitù  di  quattr'ore di ricevimento, con un rinnovarsi continuo di
del giorno, serve a disciogliere la schiavitù di quattr'ore  di  ricevimento, con un rinnovarsi continuo di gente, serve a
di quattr'ore di ricevimento, con un rinnovarsi continuo  di  gente, serve a tenere in casa, in casa sua, e ad amarla di
di gente, serve a tenere in casa, in casa sua, e ad amarla  di  più, alla signora che già l'ama, serve a veder meglio gli
umore, e Iarro che continua degnamente il noto Collodi  di  lietissima memoria, è tra i primi. In queste duecento
dal principio alla fine del capitolo, dicendovi un mondo  di  cose divertenti, liete, e in una forma varia, rotta
ridere, tutto il lato ridicolo della società burlona. Dice  di  tutto in pochi periodi; di epidemie sociali (musicisti e
della società burlona. Dice di tutto in pochi periodi;  di  epidemie sociali (musicisti e dilettanti), di arte, di
periodi; di epidemie sociali (musicisti e dilettanti),  di  arte, di letteratura, di usi, di amori ecc. Dopo aver letto
di epidemie sociali (musicisti e dilettanti), di arte,  di  letteratura, di usi, di amori ecc. Dopo aver letto il
sociali (musicisti e dilettanti), di arte, di letteratura,  di  usi, di amori ecc. Dopo aver letto il libro, per il
(musicisti e dilettanti), di arte, di letteratura, di usi,  di  amori ecc. Dopo aver letto il libro, per il benessere onde
meravigliosa collana dei Semprevivi. G. E. Nuccio. Il Paese  di  Palermo 5-6 luglio 1899.
lo svolgimento del pensiero, coi due salienti caratteri  di  continuità e di multiformità. Intorno alla frase principale
del pensiero, coi due salienti caratteri di continuità e  di  multiformità. Intorno alla frase principale altri motivi
altri motivi meno distinti si affollano, come una congerie  di  idee e di imagini fa corteggio al pensiero dominante.
meno distinti si affollano, come una congerie di idee e  di  imagini fa corteggio al pensiero dominante.
vecchio andava a rimettere i suoi arnesi, ella mi accennò  di  sedermi. Sedetti. Non so perchè provavo d'un tratto una
Sedetti. Non so perchè provavo d'un tratto una sensazione  di  pace, di dolcezza, come se mi addormentassi. Intorno alla
Non so perchè provavo d'un tratto una sensazione di pace,  di  dolcezza, come se mi addormentassi. Intorno alla donna
porta della cucina e quella della drogheria erano coperte  di  tende rosse: da quella della cucina usciva un odore di
di tende rosse: da quella della cucina usciva un odore  di  pesce arrostito, di frutta cotte: odore di benessere che si
da quella della cucina usciva un odore di pesce arrostito,  di  frutta cotte: odore di benessere che si mischiava al
usciva un odore di pesce arrostito, di frutta cotte: odore  di  benessere che si mischiava al profumo di poesia del
cotte: odore di benessere che si mischiava al profumo  di  poesia del giardino. I piccioni violacei si posavano sul
piluccare i grappoli d'ombra: ricordo tutti i particolari  di  quella mia visita involontaria che doveva tanto influire
tanto influire sulla mia sorte. II vecchio tornò verso  di  noi, ma non sedette. Con le dita calcate sulle braccia
stava sopra la tavola, vi frugò un poco e da un miscuglio  di  cartoline illustrate e di altre carte trasse il mio foglio.
frugò un poco e da un miscuglio di cartoline illustrate e  di  altre carte trasse il mio foglio. Lo riconobbi subito e
carte trasse il mio foglio. Lo riconobbi subito e vibrai  di  nuovo; non più per rabbia, adesso, ma per vergogna.
non più per rabbia, adesso, ma per vergogna. Vergogna  di  averlo richiesto con ingratitudine al vecchio: vergogna
richiesto con ingratitudine al vecchio: vergogna sopratutto  di  apparire alla donna quello che non ero: un ingrato. Ma lei
foglio era veramente quello, poi me lo offrì. Io feci cenno  di  no: no, non lo volevo. Ella guardò il padre; il padre prese
mente tutte le parole, perchè scuoteva Ia testa, con cenni  di  rimprovero e di sdegno: infine se Io rimise in servo e
parole, perchè scuoteva Ia testa, con cenni di rimprovero e  di  sdegno: infine se Io rimise in servo e accennò alla figlia
in servo e accennò alla figlia che mi dicesse qualche cosa  di  lei. E lei arrotolò lentamente, accuratamente, la maglia
e mi guardò: e subito i suoi occhi mi sembrarono diversi.  Di  sognanti s'erano fatti acuti, trasparenti; con dentro tanto
tanto verde e tanto azzurro come il mare in quelle mattine  di  autunno. Anche la bocca era, dirò così, luminosa; le labbra
luminosa; le labbra strette e grasse, d'un rosso lucido  di  ciliegia, non lasciavano vedere denti. Nell'insieme ella
ella rassomigliava a una bella gatta, con un fondo  di  passione sotto Ia sua aria placida. Tentò di parlarmi:
con un fondo di passione sotto Ia sua aria placida. Tentò  di  parlarmi: forse credeva che io arrivassi a sentire qualche
sotto un fascino: facevo tutto quello che mi si chiedeva  di  fare. Così porsi alla donna il mio libretto: ella poteva
parola, rapidamente, con una scrittura chiara. "Mi dispiace  di  quanto ti è accaduto. Ma se tu permetti parlerò io con mio
così. E non potevo, non potevo rispondere. Un tumulto  di  passione s'alzava, dentro di me, come un turbine
potevo rispondere. Un tumulto di passione s'alzava, dentro  di  me, come un turbine improvviso: qualcosa si scioglieva,
come un turbine improvviso: qualcosa si scioglieva, dentro  di  me; il groppo di odio, di rancore, di disperazione e
improvviso: qualcosa si scioglieva, dentro di me; il groppo  di  odio, di rancore, di disperazione e d'amore che mi teneva
qualcosa si scioglieva, dentro di me; il groppo di odio,  di  rancore, di disperazione e d'amore che mi teneva da tanto
si scioglieva, dentro di me; il groppo di odio, di rancore,  di  disperazione e d'amore che mi teneva da tanto tempo
tempo infermo: si scioglieva, eppure non mi permetteva  di  piangere, di sollevarmi, di rispondere. Finchè sentii la
si scioglieva, eppure non mi permetteva di piangere,  di  sollevarmi, di rispondere. Finchè sentii la mano pesante
eppure non mi permetteva di piangere, di sollevarmi,  di  rispondere. Finchè sentii la mano pesante del vecchio
mano pesante del vecchio posarsi sulla mia testa: mi parve  di  svegliarmi da un sogno: guardai stordito e davanti a me
divenuti quasi neri, che mi guardavano attraverso un velo  di  lagrime. Ma il vecchio mi batteva la mano sulla spalla come
ciò riprese a irritarmi. Scrissi su un foglietto: "io spero  di  pagare il mio debito: ad ogni modo c'è l'ipoteca sul
sotto la mano il mio foglietto, e giudicai prudente  di  salutare e di andarmene.
la mano il mio foglietto, e giudicai prudente di salutare e  di  andarmene.
Se voi, lettrice, lettore, siete abituati a dare dei pranzi  di  grande e di mezza cerimonia, vuol dire che avete un buon
lettore, siete abituati a dare dei pranzi di grande e  di  mezza cerimonia, vuol dire che avete un buon cuoco pieno di
di mezza cerimonia, vuol dire che avete un buon cuoco pieno  di  fantasia o una buona cuoca, piena di abilità: e che avete,
un buon cuoco pieno di fantasia o una buona cuoca, piena  di  abilità: e che avete, di accordo con loro, combinato dei
fantasia o una buona cuoca, piena di abilità: e che avete,  di  accordo con loro, combinato dei «menu s» di stagione, per
e che avete, di accordo con loro, combinato dei «menu s»  di  stagione, per questi pranzi. A voi, nulla serve. Per chi dà
bisogna curare i particolari: ricchezza e finezza  di  biancheria, di argenteria, di porcellane, di cristalli:
curare i particolari: ricchezza e finezza di biancheria,  di  argenteria, di porcellane, di cristalli: ricchezza di lumi;
ricchezza e finezza di biancheria, di argenteria,  di  porcellane, di cristalli: ricchezza di lumi; ricchezza di
e finezza di biancheria, di argenteria, di porcellane,  di  cristalli: ricchezza di lumi; ricchezza di fiori: stanza
di argenteria, di porcellane, di cristalli: ricchezza  di  lumi; ricchezza di fiori: stanza calda in inverno, fresca
di porcellane, di cristalli: ricchezza di lumi; ricchezza  di  fiori: stanza calda in inverno, fresca in estate: sedie
se freddo, salsa maionese o piccante; un piatto leggero  di  carne. come filetti di pollo, o riz de veau o costolettine
o piccante; un piatto leggero di carne. come filetti  di  pollo, o riz de veau o costolettine di montone o altra
carne. come filetti di pollo, o riz de veau o costolettine  di  montone o altra delicatezza simile; una verdura che sia,
con salsa bianca; un arrosto importante, tacchino, pollanca  di  Bresse, caccia contornata da un'insalata di crescione; un
pollanca di Bresse, caccia contornata da un'insalata  di  crescione; un gelato; frutta svariata, ricchissima,
dimenticare che, col gelato, va unito sempre un piatto  di  pasticceria. Pei vini: uno bianco per la zuppa e il pesce,
per la zuppa e il pesce, due rossi per i quattro piatti  di  mezzo; un vino d'Italia o di Spagna, insieme col gelato: lo
due rossi per i quattro piatti di mezzo; un vino d'Italia o  di  Spagna, insieme col gelato: lo champagne con frutta e i
come caccia, come verdura, come frutta, qualche cosa  di  esotico, di mai visto, di mai assaggiato. Il caffè, nei
caccia, come verdura, come frutta, qualche cosa di esotico,  di  mai visto, di mai assaggiato. Il caffè, nei grandi pranzi,
come frutta, qualche cosa di esotico, di mai visto,  di  mai assaggiato. Il caffè, nei grandi pranzi, non si serve
pranzi, non si serve mai a tavola: neppure nei pranzi  di  mezza cerimonia. In salotto, coi liquori, cognac
sorelle fanno insieme gesti  di  stupore doloroso e di parlare piano)
sorelle fanno insieme gesti di stupore doloroso e  di  parlare piano)
finto  di  rompermi il collo per liberarci di quel noioso d'Artale.
finto di rompermi il collo per liberarci  di  quel noioso d'Artale.
Il Paternostro  di  Checchiuo Pag. 123 Cattiveria » 127 II croccante » 132
» 127 II croccante » 132 Malizietta » 138 La partenza  di  Lulù » 144 La tazza di cioccolatte » 150 La pappa pel
» 132 Malizietta » 138 La partenza di Lulù » 144 La tazza  di  cioccolatte » 150 La pappa pel bambino Gesù » 156
Castellammare. Hotel Royal. Signora, Sono mortificatissimo  di  doverle dire che Ella si è stranamente ingannata sul conto
doverle dire che Ella si è stranamente ingannata sul conto  di  quel manoscritto da me inviatole. Oltremodo sensibile
Oltremodo sensibile all'interessamento che Ella mostrò  di  prendere alla nostra letteratura, e per obbedire al
nostra letteratura, e per obbedire al desiderio espressomi  di  leggere qualcosa di mio, mi recai ad onore di farle
e per obbedire al desiderio espressomi di leggere qualcosa  di  mio, mi recai ad onore di farle pervenire quella novellina
espressomi di leggere qualcosa di mio, mi recai ad onore  di  farle pervenire quella novellina che, sotto il titolo di
di farle pervenire quella novellina che, sotto il titolo  di  Una Dichiarazione ella potrà rileggere - se l'ha fatta
da una settimana, ne avrei messo uno, con qualche parola  di  accompagnamento, dentro la busta contenente il manoscritto.
galanteria suppone - de part et d'autre - un piccolo fondo  di  menzogna, e ciò che io le dico è l'espressione sincera del
dico è l'espressione sincera del mio pensiero. Una signora  di  Spirito come lei, è capace di tutto, anche di darne a chi
del mio pensiero. Una signora di Spirito come lei, è capace  di  tutto, anche di darne a chi non ne ha de son chef. Chiamato
Una signora di Spirito come lei, è capace di tutto, anche  di  darne a chi non ne ha de son chef. Chiamato da affari
da affari urgenti a Roma, mi rincresce infinitamente  di  non poter venire a salutarla di persona. Ma giacchè Ella
mi rincresce infinitamente di non poter venire a salutarla  di  persona. Ma giacchè Ella andrà ai laghi in agosto, avrò
Ma giacchè Ella andrà ai laghi in agosto, avrò l'onore  di  rivederla lì, quantunque sarà difficile che mi vi anneghi
dei miei più vivi ringraziamenti pei consigli materni  di  cui mi è stata prodiga, insieme con l'attestato del mio più
nessun signore e nessuna signora intervenire ai balli  di  Corte, senza esser presentati, uomini e donne, a Sua Maestà
e donne, a Sua Maestà la Regina, verso la metà e la fine  di  gennaio, vi è sempre un'udienza generale, diciamo così, a
pomeridiane: le signore v'intervengono in grande toilette  di  cerimonia, vestito di velluto, di broché, di altra stoffa
v'intervengono in grande toilette di cerimonia, vestito  di  velluto, di broché, di altra stoffa sontuosa, guarnito di
in grande toilette di cerimonia, vestito di velluto,  di  broché, di altra stoffa sontuosa, guarnito di merletti, di
toilette di cerimonia, vestito di velluto, di broché,  di  altra stoffa sontuosa, guarnito di merletti, di pelliccia:
di velluto, di broché, di altra stoffa sontuosa, guarnito  di  merletti, di pelliccia: non indossano mantello, di nessuna
di broché, di altra stoffa sontuosa, guarnito di merletti,  di  pelliccia: non indossano mantello, di nessuna specie: hanno
guarnito di merletti, di pelliccia: non indossano mantello,  di  nessuna specie: hanno un cappello di grande ricchezza:
indossano mantello, di nessuna specie: hanno un cappello  di  grande ricchezza: guanti grigio-perla e i più bei gioielli
grigio-perla e i più bei gioielli che si possano portare  di  giorno. È la medesima toilette che si farebbe all'udienza
signore, egualmente vestite o meglio vestite, e cercare  di  essere elegantissima. Gli uomini vanno a quest'udienza
pomeridiana in redingote nero, pantaloni chiari, cravatta  di  raso a rabat, di fantasia, guanti grigio-perla: se si è in
redingote nero, pantaloni chiari, cravatta di raso a rabat,  di  fantasia, guanti grigio-perla: se si è in lutto, si spezza
l'uno dall'altro, e quando Sua Maestà la Regina si degna  di  apparire, si formano in due file. Ella, ordinariamente, con
con la suprema grazia che la distingue, passa,  di  signora in signora, e ognuna di esse le è presentata dalla
che la distingue, passa, di signora in signora, e ognuna  di  esse le è presentata dalla dama di servizio, in quel mese:
in signora, e ognuna di esse le è presentata dalla dama  di  servizio, in quel mese: e, presso ognuna delle signore, si
è sempre opportuna, appropriata, squisita. Quando ha finito  di  conoscere, diciamo così, le signore che le sono state man
Ella si è ritirata, vanno via tutti, uomini e donne. Dopo  di  che, ognuno di costoro ha acquistato il diritto di essere
vanno via tutti, uomini e donne. Dopo di che, ognuno  di  costoro ha acquistato il diritto di essere invitato ai
Dopo di che, ognuno di costoro ha acquistato il diritto  di  essere invitato ai balli di Corte: ma ciò non si acquista
ha acquistato il diritto di essere invitato ai balli  di  Corte: ma ciò non si acquista facilmente, poichè si deve
si deve passare per un primo periodo, dopo la domanda,  di  esame, fatto molto prudentemente, molto benignamente, ma
del vino? È  di  quello che fa scoppiare un timpano di botte.
del vino? È di quello che fa scoppiare un timpano  di  botte.
popolo, specialmente nelle provincie meridionali, si usa  di  far cresimare molto presto giovinetti e giovinette: anzi
si va nelle classi più alte, non si fa la prima comunione  di  ragazzi e ragazze prima di nove o dieci anni, non si
non si fa la prima comunione di ragazzi e ragazze prima  di  nove o dieci anni, non si cresimano ragazzi e ragazze prima
nove o dieci anni, non si cresimano ragazzi e ragazze prima  di  dodici anni. Ora, si fa anche più presto. Bisogna pensare
della propria parrocchia, a un colto monsignore. Dopo  di  che, si sceglie la madrina o il padrino di cresima.
monsignore. Dopo di che, si sceglie la madrina o il padrino  di  cresima. Scegliendolo, obbedire più a ragioni di affetto,
il padrino di cresima. Scegliendolo, obbedire più a ragioni  di  affetto, che di interesse o di vanità: scegliere un amico
Scegliendolo, obbedire più a ragioni di affetto, che  di  interesse o di vanità: scegliere un amico vero, una persona
obbedire più a ragioni di affetto, che di interesse o  di  vanità: scegliere un amico vero, una persona simpatica, una
della cresimanda, sempre bianco, massime se essa ha meno  di  quattordici anni: dalla mussolina di seta, tutte le stoffe
se essa ha meno di quattordici anni: dalla mussolina  di  seta, tutte le stoffe bianche vanno bene: e quindi velo
stoffe bianche vanno bene: e quindi velo bianco, scarpette  di  raso bianco, calze di seta bianca: nelle famiglie più
bene: e quindi velo bianco, scarpette di raso bianco, calze  di  seta bianca: nelle famiglie più modeste, pur mantenendo il
Per giovinette oltre i quattordici anni, basta un vestito  di  una certa eleganza, chiaro: e il cappello, si vada in
carrozza e a tutto il resto, pensa il padrino e la madrina  di  cresima. Il giovinetto si veste di un abito nuovo, con una
il padrino e la madrina di cresima. Il giovinetto si veste  di  un abito nuovo, con una fascia di raso bianco al braccio,
Il giovinetto si veste di un abito nuovo, con una fascia  di  raso bianco al braccio, con un ciuffo del nastro.
con un ciuffo del nastro. Ordinariamente, nel giorno  di  cresima, il cresimando o la cresimanda sono invitati a
sono invitati a pranzo in casa del padrino o della madrina  di  cresima, salvo che il padrino sia scapolo o la madrina non
al cresimando o alla cresimanda, anche i parenti: abitudine  di  lusso e di vanità, che guasta il cuore dei giovinetti e
o alla cresimanda, anche i parenti: abitudine di lusso e  di  vanità, che guasta il cuore dei giovinetti e delle
un piccolo ricordo pio dei genitori: e non già dei fili  di  perle o delle scrivanie intagliate, come ho letto, in un
forse anzi in via d'evoluzione piú raffinata  di  quella dell'esteta locale; e aveva su di questi il
piú raffinata di quella dell'esteta locale; e aveva su  di  questi il vantaggio di essere meno indifferente, e di
dell'esteta locale; e aveva su di questi il vantaggio  di  essere meno indifferente, e di pensare dunque a lei, di
su di questi il vantaggio di essere meno indifferente, e  di  pensare dunque a lei, di essere all'altra riva del
di essere meno indifferente, e di pensare dunque a lei,  di  essere all'altra riva del solitario oceano di sogni
dunque a lei, di essere all'altra riva del solitario oceano  di  sogni dov'ella viveva. Fu il suo primo amore lontano, tutto
come un grido d'uccello nella notte, un richiamo passeggero  di  usignuolo, illuso anche lui dal chiarore delle lontananze;
illuso anche lui dal chiarore delle lontananze; la serenata  di  un fantasma di trovatore sceso dalla foresta lunare delle
dal chiarore delle lontananze; la serenata di un fantasma  di  trovatore sceso dalla foresta lunare delle pagine di un
di trovatore sceso dalla foresta lunare delle pagine  di  un libro romantico. Questo fatto cominciò a staccarla da
da Antonino, tanto piú che egli non diede il minimo segno  di  essersi accorto di quello che per lei, certo, era un
piú che egli non diede il minimo segno di essersi accorto  di  quello che per lei, certo, era un avvenimento
per lei, certo, era un avvenimento straordinario. Un filo  di  dispetto si intrecciò al ricordo di lui, anzi fu come una
straordinario. Un filo di dispetto si intrecciò al ricordo  di  lui, anzi fu come una trama che si rompe, in un tessuto
Poi un'altra cosa accadde: un altro poeta si accorse  di  lei; e questo era vicino e accostabile; oh, anche troppo
oh, anche troppo accostabile, poiché egli faceva  di  tutto per esserlo. Ma, ahimé! era un ben piccolo e triste e
zoppo, fin dalla nascita; non poteva studiare per mancanza  di  mezzi, non riusciva a trovare un posto decoroso per
non riusciva a trovare un posto decoroso per mancanza  di  studio: era il figlio illegittimo del cancelliere, quello
lo manteneva, gli faceva fare il copista, e gli permetteva  di  scrivere versi. Il cancelliere era vedovo: aveva due figlie
anziane, una tutta riccioli neri, tinti e grassi, l'altra  di  un biondo di stoppia bruciata, con una guancia pelosa come
tutta riccioli neri, tinti e grassi, l'altra di un biondo  di  stoppia bruciata, con una guancia pelosa come quella di un
di stoppia bruciata, con una guancia pelosa come quella  di  un gatto. Si volevano tutti bene; le ragazze sognavano un
che il nome gli portasse fortuna: ed era anche bello  di  viso, con due grandi occhi castani, femminei, i capelli
stesso colore, quasi della stessa lucentezza, un non so che  di  carezzevole e languido in tutta la persona, anche nel modo
carezzevole e languido in tutta la persona, anche nel modo  di  trascinare la gamba storta con la scarpa che pareva di
modo di trascinare la gamba storta con la scarpa che pareva  di  ferro. Le sorelle riuscirono a fare amicizia con Cosima;
coi vestiti nuovi, i cappellini che sembravano spoglie  di  pappagalli; e trovavano sempre il modo di parlare di
spoglie di pappagalli; e trovavano sempre il modo  di  parlare di Fortunio: sí, anche Fortunio aveva pubblicato un
di pappagalli; e trovavano sempre il modo di parlare  di  Fortunio: sí, anche Fortunio aveva pubblicato un volumetto
Fortunio: sí, anche Fortunio aveva pubblicato un volumetto  di  versi; anche Fortunio scriveva un romanzo; anche Fortunio
l'aprí rise, un po' delusa, poiché il collega la pregava  di  tradurgli in italiano una parola dialettale molto usata
quasi sudicia: e quei riccioli neri unti, quella frangia  di  stoppia che ricadeva fin sugli occhi bianchi della piú
della piú vecchia delle zitelle, le destarono un senso  di  diffidenza, quasi di ripugnanza. Che si ingranadí, questo
delle zitelle, le destarono un senso di diffidenza, quasi  di  ripugnanza. Che si ingranadí, questo senso, quando, non
quando, non seppe come, le due streghe trovarono il modo  di  condurre le ragazze piú piccole a vedere un vaso di gerani
il modo di condurre le ragazze piú piccole a vedere un vaso  di  gerani nella loggetta della casa, e nella stanzetta che
sul tavolo coperto da un tappeto fatto con orribili ritagli  di  scatole di fiammiferi, alcune di quelle immagini con
coperto da un tappeto fatto con orribili ritagli di scatole  di  fiammiferi, alcune di quelle immagini con paesaggi, sentí
fatto con orribili ritagli di scatole di fiammiferi, alcune  di  quelle immagini con paesaggi, sentí la scarpa di lui come
alcune di quelle immagini con paesaggi, sentí la scarpa  di  lui come la zampata di un cavallo che si ferma davanti ad
con paesaggi, sentí la scarpa di lui come la zampata  di  un cavallo che si ferma davanti ad un ostacolo: e balzò in
aveva una bella bocca, carnosa ma non sensuale, o, se mai,  di  una sensualità sana e attraente come quella di un frutto
o, se mai, di una sensualità sana e attraente come quella  di  un frutto maturo. Per la prima volta ella ebbe la
frutto maturo. Per la prima volta ella ebbe la sensazione  di  ciò che doveva essere un bacio, la sensazione fisica; un
spinti ad attaccarsi l'uno all'altro da una terribile forza  di  natura: e anche la sua bocca tremò, ma come quella di un
forza di natura: e anche la sua bocca tremò, ma come quella  di  un bambino che sta per piangere e neppur lui sa perché.
era audace e spinto, in fondo, da un misterioso senso  di  odio verso di lei e verso tutta la classe boriosa e
e spinto, in fondo, da un misterioso senso di odio verso  di  lei e verso tutta la classe boriosa e orgogliosa senza
le gravi pecche dei fratelli, considerata una ragazza  di  rango superiore. La sua stessa ambigua qualità di
ragazza di rango superiore. La sua stessa ambigua qualità  di  scrittrice le attirava, dopo tutto, l'attenzione di un
qualità di scrittrice le attirava, dopo tutto, l'attenzione  di  un intero paese, e di gente piú lontana ancora: e Fortunio
le attirava, dopo tutto, l'attenzione di un intero paese, e  di  gente piú lontana ancora: e Fortunio era abbastanza
ma poteva anche vincere. Lui sapeva benissimo, meglio  di  quelli del paese, che un vero artista non manca mai al suo
lui era diseredato in tutto, anche nelle sue velleità  di  intellettuale. La passione che egli cominciò a provare sul
egli scrisse in tutta la sua, d'altronde breve, carriera  di  scrittore: Cosima se le sorbiva con avidità, e le
inferiore, socialmente e fisicamente; era peggio  di  un servo, peggio di un suonatore ambulante, e come tale gli
socialmente e fisicamente; era peggio di un servo, peggio  di  un suonatore ambulante, e come tale gli perdonava, anche
e come tale gli perdonava, anche perché nulla ancora  di  sospetto gli passava nella mente, le serenate che, con
il giovane zoppo, con altri suoi amici, si permetteva  di  eseguire sotto le finestre di casa. Era un uso locale,
suoi amici, si permetteva di eseguire sotto le finestre  di  casa. Era un uso locale, abbastanza antico sebbene del
diverso da quello delle vere serenate popolari composte  di  cori vocali e di canzoni arcaiche, quello delle serenate
delle vere serenate popolari composte di cori vocali e  di  canzoni arcaiche, quello delle serenate diremo borghesi,
nelle sue aspirazioni amorose, per crearsi una specie  di  impunità non si fermava, con la sua compagnia solo sotto le
fanciulle: cosí che il suo sfogo poteva passare per quello  di  un dilettante di serenate, di uno spirito innamorato del
che il suo sfogo poteva passare per quello di un dilettante  di  serenate, di uno spirito innamorato del suo universale
poteva passare per quello di un dilettante di serenate,  di  uno spirito innamorato del suo universale sogno di amore: o
di uno spirito innamorato del suo universale sogno  di  amore: o anche di un artista in esercizio di canto e di
innamorato del suo universale sogno di amore: o anche  di  un artista in esercizio di canto e di notturne melodie.
sogno di amore: o anche di un artista in esercizio  di  canto e di notturne melodie. Cosima non si ingannò un
di amore: o anche di un artista in esercizio di canto e  di  notturne melodie. Cosima non si ingannò un istante quando
dalle lontananze del mare e poi dalla valle, nelle notti  di  marzo, il vento che porta dalle terre d'Oriente l'annunzio
dalle terre d'Oriente l'annunzio della primavera, la voce  di  Fortunio. Bisogna dirlo, era una voce potente, calda, un
era una voce potente, calda, un po' raffreddata come quella  di  un vero tenore, e anche su questa le sorelle di Fortunio
come quella di un vero tenore, e anche su questa le sorelle  di  Fortunio contavano, sperando di far di lui un cantante; ed
anche su questa le sorelle di Fortunio contavano, sperando  di  far di lui un cantante; ed egli sapeva scegliere,
su questa le sorelle di Fortunio contavano, sperando di far  di  lui un cantante; ed egli sapeva scegliere, aggiustandole
ed egli sapeva scegliere, aggiustandole con anelli  di  sua invenzione, le poesie piú adatte a penetrare come in
tramutarsi in un abbraccio umano appassionato. Cosima tenta  di  reagire; in fondo non è romantica e già, per tante prove
conosce la vita; ma la monotonia dei giorni senza speranza  di  notevole mutamento le gravava intorno come una ingiusta
condanna delle donne della sua stirpe - e lei ardeva tutta  di  desideri di volo, di piú vasti orizzonti, di vita
donne della sua stirpe - e lei ardeva tutta di desideri  di  volo, di piú vasti orizzonti, di vita movimentata. Cosí
della sua stirpe - e lei ardeva tutta di desideri di volo,  di  piú vasti orizzonti, di vita movimentata. Cosí diede
ardeva tutta di desideri di volo, di piú vasti orizzonti,  di  vita movimentata. Cosí diede ascolto alla voce
posto, in lei, ad uno scoraggiamento pesante, per colmo  di  disdetta, le arriva una lunga critica, manoscritta, della
è stroncato, e non con debole malizia, ma a vigorosi colpi  di  accetta: tutto, con logica, con coscienza: tutto ridotto a
il critico - per accendere il fuoco del forno ove la madre  di  Cosima cuoce il pane. Torni, torni, la piccola grafomane,
aspettare un buon marito, a prepararsi ad un avvenire sano  di  affetti famigliari e di maternità. Cosima piange; di
a prepararsi ad un avvenire sano di affetti famigliari e  di  maternità. Cosima piange; di rabbia, di umiliazione:
sano di affetti famigliari e di maternità. Cosima piange;  di  rabbia, di umiliazione: piange, ma in fondo si sente tutta
famigliari e di maternità. Cosima piange; di rabbia,  di  umiliazione: piange, ma in fondo si sente tutta scossa, ha
piange, ma in fondo si sente tutta scossa, ha coscienza  di  aver sbagliato strada, decide di ritornare davvero al
tutta scossa, ha coscienza di aver sbagliato strada, decide  di  ritornare davvero al chiuso esilio del suo vero destino.
al chiuso esilio del suo vero destino. Strappa il foglio  di  condanna, e riprende i suoi lavori di ricamo, di cucina, le
Strappa il foglio di condanna, e riprende i suoi lavori  di  ricamo, di cucina, le passeggiate con le sorelle, le gite
il foglio di condanna, e riprende i suoi lavori di ricamo,  di  cucina, le passeggiate con le sorelle, le gite confortevoli
belle campagne rallegrate dalla fastosa primavera. Ad una  di  queste gite presero parte anche le sorelle di Fortunio;
Ad una di queste gite presero parte anche le sorelle  di  Fortunio; anzi furono loro che portarono le provviste per
scaturiva da una roccia alle falde del monte. E furono ore  di  schietta, innocente allegria; e Cosima poté anche,
oliveti sognanti, mettere da parte i tenebrosi propositi  di  abbandonare i suoi sogni di poesia; la ferita si chiudeva,
da parte i tenebrosi propositi di abbandonare i suoi sogni  di  poesia; la ferita si chiudeva, ed ella provava come una
la ferita si chiudeva, ed ella provava come una gioia  di  convalescenza, quando, a stendere un'ombra sulla luce del
sulla luce del suo cuore - la sola luce ch'ella sentiva  di  essere vera, limpida e dissetante come la sorgente della
della roccia - apparve, sulla strada sovrastante, la figura  di  Fortunio. Al solito, pareva che egli fosse sopraggiunto per
la guancia alla mano fina, dalle unghie che parevano  di  alabastro rosa. A Cosima pareva una di quelle figure
unghie che parevano di alabastro rosa. A Cosima pareva una  di  quelle figure romantiche che le piacevano nelle vignette di
di quelle figure romantiche che le piacevano nelle vignette  di  qualche antica edizione di Chateaubriand, possedute da
che le piacevano nelle vignette di qualche antica edizione  di  Chateaubriand, possedute da Santus; cosí, un giovine
da una segreta passione, che si smarrisce nella solitudine  di  un tramonto campestre e appoggiato al riparo di un
solitudine di un tramonto campestre e appoggiato al riparo  di  un precipizio, o seduto sul tronco abbattuto di una
al riparo di un precipizio, o seduto sul tronco abbattuto  di  una quercia, fra tralci d'edera e rupi coperte dal fiore
certo, era la sorte del giovine Fortunio, e il cuore  di  Cosima non poteva non accoglierne l'eco, fra le voci
nello stradone e cantavano e ridevano come figlie  di  contadini, al ritorno dal lavoro dei campi. Sorge la luna,
monte, sopra i macigni che dànno l'illusione delle rovine  di  un castello: il suo chiarore lilla si fonde con quello
trasportano sull'ala del loro coro la tristezza indistinta  di  Cosima. Che cosa vuole, Cosima? Non lo sa bene neppure lei:
anche lei al parapetto dello stradone, sopra la valle piena  di  mistero, seguire il corso della luna sul cielo sempre piú
nella strada e nel mondo. Sopraggiungeva qualche carro  di  contadini, trainato dai buoi sonnolenti, qualche uomo a
lavato i panni al torrente: le ombre si allungavano  di  traverso sulla strada bianca, le voci e i passi risonavano
Ed ecco un passo diverso dagli altri, con qualche cosa  di  ambiguo, come il passo di un essere fantastico, uno gnomo,
dagli altri, con qualche cosa di ambiguo, come il passo  di  un essere fantastico, uno gnomo, un gigante che tenta di
di un essere fantastico, uno gnomo, un gigante che tenta  di  non far rumore, o un Belfagor fatale, o un arcangelo che
spalle col braccio che tremava ella non protestò, non cercò  di  liberarsi. Tutto doveva procedere cosí: era una cosa ordita
procedere cosí: era una cosa ordita dalle sorelle maliziose  di  Fortunio, ma pareva anche un incantesimo prodotto dall'ora,
ove le rocce scendevano fino al paracarri, parve una tenda  di  velluto, che avvolse i due giovani poeti e permise ai loro
avvolse i due giovani poeti e permise ai loro freschi volti  di  formarne uno solo il volto dell'amore. Tutto sembrava
dell'amore. Tutto sembrava proteggerli: il modo facile  di  scambiarsi le lettere, la strada in comune, la vicinanza
strada in comune, la vicinanza dei loro orti. E dell'orto  di  Cosima, di notte, quando si sapeva che la madre e le
comune, la vicinanza dei loro orti. E dell'orto di Cosima,  di  notte, quando si sapeva che la madre e le sorelle
riposavano, la prima avvolta anche nel sonno dal suo velo  di  sofferenza e di preghiere, le seconde nei loro sogni ancora
prima avvolta anche nel sonno dal suo velo di sofferenza e  di  preghiere, le seconde nei loro sogni ancora bianchi di
e di preghiere, le seconde nei loro sogni ancora bianchi  di  innocenza, Fortunio riusciva, nonostante la sua infermità,
e ritrovare, sinceramente ansante e appassionato, all'ombra  di  un angolo protettore, la sua piccola amica che sembrava,
che sembrava, cosí sbalordita e silenziosa, il fantasma  di  se stessa. Ella si lasciava baciare da lui, ne sentiva il
ne sentiva il calore della persona, i fremiti e gli ansiti  di  eroe incatenato, la violenza impotente con la quale egli
portarsela via: ma una fredda, quasi malvagia potenza  di  analisi la sosteneva in quella specie di lotta dei sensi
malvagia potenza di analisi la sosteneva in quella specie  di  lotta dei sensi contro se stessa e contro l'altro; e ne
e contro l'altro; e ne usciva stanca, disgustata, amara  di  umiliazione e di rimorso. Anche di rimorso: poiché credeva,
e ne usciva stanca, disgustata, amara di umiliazione e  di  rimorso. Anche di rimorso: poiché credeva, fra le altre
disgustata, amara di umiliazione e di rimorso. Anche  di  rimorso: poiché credeva, fra le altre cose, di commettere
Anche di rimorso: poiché credeva, fra le altre cose,  di  commettere peccato: ella non avrebbe mai sposato Fortunio.
Finché la vicenda non trapelò, destando una nuova ondata  di  scandalo fra la gente per bene del luogo. Eh! si capiva;
per bene del luogo. Eh! si capiva; Cosima sola era capace  di  quelle avventure, con uno storpio, un bastardo, un
avrebbe fracassato col bastone l'altra gamba del «suonatore  di  chitarra»; e a Cosima somministrò una dose di schiaffi e
«suonatore di chitarra»; e a Cosima somministrò una dose  di  schiaffi e pugni che oltre le membra le pestarono l'anima
laggiù, in fondo alla strada, tiravano sassi a un albero  di  albicocco per farne cascare a terra le albicocchine
farne cascare a terra le albicocchine immature. Le macchie  di  rovi, che formavano siepe da quel lato, e la fronda d'un
d'un grosso ulivo che sormontava il ciglione gl'impedivano  di  riconoscerli. I quattro monelli poi non stavano fermi; si
per raccorre le albicocchine cascate, giravano  di  qua e di là attorno all'albero per colpire — si capiva bene
per raccorre le albicocchine cascate, giravano di qua e  di  là attorno all'albero per colpire — si capiva bene dai
del povero albicocco dai cui rami veniva giù un nugolo  di  foglie e di fronde per la grandinata di sassi che lo
albicocco dai cui rami veniva giù un nugolo di foglie e  di  fronde per la grandinata di sassi che lo colpiva; poi non
giù un nugolo di foglie e di fronde per la grandinata  di  sassi che lo colpiva; poi non ne aveva potuto più e aveva
aveva potuto più e aveva gridato: — Oohh! Oohh! — in tono  di  minaccia. I monelli si erano fermati, avevano guardato in
della voce e, riconosciutolo, avevano risposto con un urlo  di  gioia: — Pecoraio! Pecoraio ! E gli si erano slanciati
— Pecoraio! Pecoraio ! E gli si erano slanciati incontro  di  corsa. Allora li aveva riconosciuti anche lui, e subito gli
arrivavano quattro diavoli scatenati. E ogni anno, nel mese  di  maggio, il caso si dava tutti i sabati dopo pranzo.
a piedi dal paesetto vicino, affidati alla custodia  di  un contadino che, non avendo voglia di correre come loro,
alla custodia di un contadino che, non avendo voglia  di  correre come loro, spesso li perdeva di vista a metà di
non avendo voglia di correre come loro, spesso li perdeva  di  vista a metà di strada; e per quella mezza giornata e
di correre come loro, spesso li perdeva di vista a metà  di  strada; e per quella mezza giornata e l'intera giornata
la fattoria era proprio messa sossopra, senza un minuto  di  tregua. Galline e tacchini sbandati, inseguiti pei campi di
di tregua. Galline e tacchini sbandati, inseguiti pei campi  di  frumento; asini fatti imbestialire da mazzi di spine
pei campi di frumento; asini fatti imbestialire da mazzi  di  spine introdotti sotto la coda; vitellini perseguitati a
introdotti sotto la coda; vitellini perseguitati a colpi  di  canna o di bastone, e che il ragazzo del bovaro stentava a
sotto la coda; vitellini perseguitati a colpi di canna o  di  bastone, e che il ragazzo del bovaro stentava a rimenare in
agresta, alle mele, alle susine immature, agli alberi  di  albicocco e di ciliegio; niente delle scalate ai tetti del
alle mele, alle susine immature, agli alberi di albicocco e  di  ciliegio; niente delle scalate ai tetti del casamento in
niente delle scalate ai tetti del casamento in cerca  di  nidi di passerotti. Come mai quei diavoletti non si
delle scalate ai tetti del casamento in cerca di nidi  di  passerotti. Come mai quei diavoletti non si facessero male,
pareva proprio un miracolo. Ma i contadini avevano ordine  di  lasciarli fare; e li lasciavano fare, brontolando però
gli oggetti dispersi, rassettare e far sparire ogni traccia  di  quella specie di saccheggio. Per ciò, al riconoscerli, il
rassettare e far sparire ogni traccia di quella specie  di  saccheggio. Per ciò, al riconoscerli, il pecoraio aveva
Sgombo, e ricordava con spavento quel che gli era toccato  di  tollerare il maggio dell'anno passato. Dopo pochi minuti,
tranquille e che si sbandarono, impaurite anche dagli urli  di  gioia dei quattro ragazzi datisi ad afferrarle pei velli,
pei velli, per le corna, per le code, a rincorrerle chi  di  qua, chi di là. — Ecco la ricotta! — gridò il pecoraio, per
per le corna, per le code, a rincorrerle chi di qua, chi  di  là. — Ecco la ricotta! — gridò il pecoraio, per impedire
saltarono addosso; ognuno voleva essere il primo a levargli  di  mano il cestino, e dava spinte e urtoni all'altro, urlando,
urlando, ridendo; tanto che il pecoraio si senti intenerito  di  quella allegra gazzarra fanciullesca, sorrise, abbassò il
come sollevato da un peso, quando li vide andar via  di  corsa, il maggiore avanti, col cestino in alto quasi fosse
avanti, col cestino in alto quasi fosse stato una spoglia  di  vittoria, e gli altri dietro, acclamanti, facendo sollevare
e gli altri dietro, acclamanti, facendo sollevare un nugolo  di  polvere, peggio che se passasse per la via una mandra di
di polvere, peggio che se passasse per la via una mandra  di  capre. ***
il mirabile effetto che se ne ha della lettura non è pari  di  certo, a quello che se n'ebbe quando esso fu rappresentato
a permettere la pubblicazione del forte suo lavoro e  di  non farlo più rappresentare. Poichè il dramma, secondo lui,
nel popolo, appunto perchè Leviatano si eleva al disopra  di  tutte le opere d'arte di autori nostrali e stranieri, data
Leviatano si eleva al disopra di tutte le opere d'arte  di  autori nostrali e stranieri, data la singolare sintesi
inestimabili. Leviatano, quest'essere bastardo, misto  di  eroismo e di ambizione, compendia in sè I'odierna vita
Leviatano, quest'essere bastardo, misto di eroismo e  di  ambizione, compendia in sè I'odierna vita politico-sociale,
in sè I'odierna vita politico-sociale, questa fine  di  secolo insomma, insegnando ai suoi ribelli che la vittoria
vita é potere. Per concepire un'opera sublime, come questa  di  Leviatano, satura di arguzie, di sarcasmi, d'ironie; di
un'opera sublime, come questa di Leviatano, satura  di  arguzie, di sarcasmi, d'ironie; di purezza feconda di
sublime, come questa di Leviatano, satura di arguzie,  di  sarcasmi, d'ironie; di purezza feconda di forma, di figure
di Leviatano, satura di arguzie, di sarcasmi, d'ironie;  di  purezza feconda di forma, di figure poetiche, d'imagini
di arguzie, di sarcasmi, d'ironie; di purezza feconda  di  forma, di figure poetiche, d'imagini alate, ci voleva solo
di sarcasmi, d'ironie; di purezza feconda di forma,  di  figure poetiche, d'imagini alate, ci voleva solo la mente
artistico del solerte editore cav. Giannotta. Il Sodalizio  di  Napoli, 8 luglio 1899.
mare, in fondo alla larga strada, che costeggiava una fila  di  case nuove bianche abbaglianti. Cosima aveva sempre piú
bianche abbaglianti. Cosima aveva sempre piú l'impressione  di  trovarsi in una città orientale: palmizii, cactus ed altri
del lido. Sui balconi fiorivano i garofani; un odore  di  erbe aromatiche scendeva dalla collinetta coperta di pini
odore di erbe aromatiche scendeva dalla collinetta coperta  di  pini che chiudeva l'orizzonte di fronte alla strada. E la
dalla collinetta coperta di pini che chiudeva l'orizzonte  di  fronte alla strada. E la gente era tutta fuori, come nelle
era tutta fuori, come nelle sere d'estate; e canti e suoni  di  mandolino continuavano, di fuori, il coro in onore di
sere d'estate; e canti e suoni di mandolino continuavano,  di  fuori, il coro in onore di Cosima: cosí a lei sembrava, ma
suoni di mandolino continuavano, di fuori, il coro in onore  di  Cosima: cosí a lei sembrava, ma invece di orgoglio ne
il coro in onore di Cosima: cosí a lei sembrava, ma invece  di  orgoglio ne provava quasi paura. Dopo averla rimpinzata di
di orgoglio ne provava quasi paura. Dopo averla rimpinzata  di  dolci e bevande, la sua ospite, che continuava a baciarla e
il mare: e le lasciava libero anche il salotto, pieno  di  fiori di carta, di vasi incrinati, di tovagliette, di
mare: e le lasciava libero anche il salotto, pieno di fiori  di  carta, di vasi incrinati, di tovagliette, di oggetti di
lasciava libero anche il salotto, pieno di fiori di carta,  di  vasi incrinati, di tovagliette, di oggetti di cattivo
il salotto, pieno di fiori di carta, di vasi incrinati,  di  tovagliette, di oggetti di cattivo gusto. «Qui potrai
pieno di fiori di carta, di vasi incrinati, di tovagliette,  di  oggetti di cattivo gusto. «Qui potrai ricevere i tuoi
di carta, di vasi incrinati, di tovagliette, di oggetti  di  cattivo gusto. «Qui potrai ricevere i tuoi amici, i tuoi
Ma Cosima non aveva amici, e si atterriva al solo pensiero  di  averne uno solo. Di ammiratori, poi, non ne voleva: le
amici, e si atterriva al solo pensiero di averne uno solo.  Di  ammiratori, poi, non ne voleva: le pareva di esser già, per
uno solo. Di ammiratori, poi, non ne voleva: le pareva  di  esser già, per lunga esperienza, scottata da loro. Eppure
e senza pensarci su tanto aprí. Era il garzone  di  un fioraio, che portava un grande mazzo di rose rosse,
Era il garzone di un fioraio, che portava un grande mazzo  di  rose rosse, avvolte nella carta velina. Per lei? Proprio
velina. Per lei? Proprio per lei: ma non si sapeva da parte  di  chi. Ella stette a guardarle quasi con la sorpresa paurosa
con la sorpresa paurosa con cui aveva guardato nel pugno  di  Elia le monete d'oro: e il profumo quasi violento delle
palme dorate dalla stagnola, usate per la Pasqua nel paese  di  Cosima, si confondevano in un colore di smeraldo azzurro. I
la Pasqua nel paese di Cosima, si confondevano in un colore  di  smeraldo azzurro. I bambini, nella strada ancora bianca,
Orlandi era tutta sottosopra. La contessina Bice si moriva  di  malattia di languore, dicevano gli uni: di mal sottile,
tutta sottosopra. La contessina Bice si moriva di malattia  di  languore, dicevano gli uni: di mal sottile, dicevano gli
Bice si moriva di malattia di languore, dicevano gli uni:  di  mal sottile, dicevano gli altri. Nella gran camera da
carezzevole e quel falso sorriso con cui si cerca  di  rispondere allo sguardo inquieto e scrutatore dei
celavano sotto l'apparenza della calma la preoccupazione  di  un morbo fatale da cui era stata colpita la madre della
contessa, e che aveva minacciata lei stessa dopo la nascita  di  Bice — il ricordo dello cure inquiete e trepide di cui era
nascita di Bice — il ricordo dello cure inquiete e trepide  di  cui era stata circondata l'infanzia di quella bambina —
inquiete e trepide di cui era stata circondata l'infanzia  di  quella bambina — delle prescrizioni severe della scienza
e scusato i primi traviamenti del marito, morto giovane  di  un male da decrepiti, dopo avere agonizzato degli anni su
un male da decrepiti, dopo avere agonizzato degli anni su  di  una poltrona. — Poi un altro sentimento che aveva fatto
anzitempo fra quella culla minacciata e quel marito  di  già cadavere prima di scendere nella tomba. Un affetto
quella culla minacciata e quel marito di già cadavere prima  di  scendere nella tomba. Un affetto profondo ed occulto,
si mischiava a tutte le sue gioie mondane, e sembrava fatto  di  quelle, e le raffinava, le rendeva più sottili, più
cosa, un abbigliamento, un monile, una festa, un trionfo  di  donna elegante. — Persino quell'altra nube sòrta a un
sino a scontrarsi con degli altri giorni neri — la morte  di  sua madre, l' agonia del marito, la faccia grave e
madre, l' agonia del marito, la faccia grave e preoccupata  di  quel medico che era venuto un'altra volta, il tic-tac di
di quel medico che era venuto un'altra volta, il tic-tac  di  quella stessa pendola che riempiva tutta la stanza, tutta
stessa pendola che riempiva tutta la stanza, tutta la casa,  di  una aspettativa lugubre. Le parole della madre e della
sembrar gaio e spensierate, morivano nella semioscurità  di  quella vòlta altissima.*
da contrasti, e che una beltà splendida rifulge anche  di  più, presso una beltà modesta e semplice. Il gaio sciame
un fondo, diciamo così, umile e gentile alla maestà piena  di  grazia, alla eleganza piena di fascino, alla raffinatezza
e gentile alla maestà piena di grazia, alla eleganza piena  di  fascino, alla raffinatezza irresistibile delle giovani
cariatidi sotto le porte, mentre le mogli danzano, passando  di  cavaliere in cavaliere; le signore vanno al ballo, per
per passarvi, quali sorridenti dee, per lasciare un susurro  di  ammirazione dovunque trascorre la loro bella persona, ma
Lo scopo della danza è, anzitutto, un esercizio fisico  di  grazia e di gaiezza, di cui le signore non hanno nessun
della danza è, anzitutto, un esercizio fisico di grazia e  di  gaiezza, di cui le signore non hanno nessun bisogno, ed è
è, anzitutto, un esercizio fisico di grazia e di gaiezza,  di  cui le signore non hanno nessun bisogno, ed è
non hanno nessun bisogno, ed è secondariamente, il permesso  di  filare, di flirtare. di amoreggiare, ingenuamente, di cui
bisogno, ed è secondariamente, il permesso di filare,  di  flirtare. di amoreggiare, ingenuamente, di cui io suppongo,
ed è secondariamente, il permesso di filare, di flirtare.  di  amoreggiare, ingenuamente, di cui io suppongo, io credo
di filare, di flirtare. di amoreggiare, ingenuamente,  di  cui io suppongo, io credo fermamente, le signore non
risaltare la loro bellezza, e ingenerano una monotonia  di  espressione al ballo, che è nemica di ogni successo:
una monotonia di espressione al ballo, che è nemica  di  ogni successo: escludendole, dimostrano anche varie cose
cose tutte poco graziose, per esse signore maritate. Prima  di  tutto, le maritate hanno l'aria di non sentirsi più
signore maritate. Prima di tutto, le maritate hanno l'aria  di  non sentirsi più giovani, e di temere, fortemente, la
le maritate hanno l'aria di non sentirsi più giovani, e  di  temere, fortemente, la concorrenza delle zitelle.
dire riserbato solo alle giovanette. Terzo, hanno l'aria  di  voler accaparrare i corteggiamenti, naturalmente innocenti,
mi sembra impossibile in una società per bene, hanno l'aria  di  voler essere troppo allegre, di voler fare discorsi che le
per bene, hanno l'aria di voler essere troppo allegre,  di  voler fare discorsi che le signorine non possono ascoltare,
signorine non possono ascoltare, e via via dicendo, non oso  di  continuare. Se le signore maritate fossero veramente furbe,
anche più libere nella folla, nella confusione del ballo,  di  esercitare, con tutta innocenza, io credo, le loro
libro nuovo. È del capitano Olivieri  di  San Giacomo. Fa parte della biblioteca dei «Semprevivi»
che è il Cav. Giannotta. Le novelle militari del capitano  di  Sangiacomo, che in questi giorni si è felicemente provato
d'un fiato, e sono ora liete ora tristi, sempre ricche  di  passione e di quel cachet di vita in caserma che l' autore
e sono ora liete ora tristi, sempre ricche di passione e  di  quel cachet di vita in caserma che l' autore sa
ora tristi, sempre ricche di passione e di quel cachet  di  vita in caserma che l' autore sa artisticamente imporre ai
imporre ai suoi scritti. GUIDO MENASCI. Il Telegrafo  di  Livorno 12 maggio 1899.
contessa, «Ieri ebbi la fortuna  di  raccogliere un mazzo che le cadde dal palchetto sulla
ai fiori che lo compongono, non vi avessi trovato una gemma  di  qualche valore, io l'avrei forse conservato come un ricordo
forse conservato come un ricordo dippiù della simpatia  di  cui mi onorarono gli spettatori; ma nel dubbio di
simpatia di cui mi onorarono gli spettatori; ma nel dubbio  di  ingannarmi sulla destinazione del suo prezioso regalo,
le ricompense dei commedianti celebri, mi fo un dovere  di  rimetterlo alle mani dalle quali è partito. «La prego,
alle mani dalle quali è partito. «La prego, signora,  di  gradire la testimonianza della mia più distinta
TREVES, EDITORI 1902. PROPRIETÀ LETTERARIA I diritti  di  riproduzione, di traduzione e di rappresentazione sono
1902. PROPRIETÀ LETTERARIA I diritti di riproduzione,  di  traduzione e di rappresentazione sono riservati per tutti i
LETTERARIA I diritti di riproduzione, di traduzione e  di  rappresentazione sono riservati per tutti i paesi, non
sono riservati per tutti i paesi, non escluso il Regno  di  Svezia e di Norvegia. È assolutamente proibito di
per tutti i paesi, non escluso il Regno di Svezia e  di  Norvegia. È assolutamente proibito di rappresentare questi
il Regno di Svezia e di Norvegia. È assolutamente proibito  di  rappresentare questi bozzetti scenici senza il consenso
per piano, grandi, un po' basse, coi pianciti e i soffitti  di  legno; imbiancate con la calce; l'ingresso diviso in mezzo
in mezzo da una parete: a destra la scala, la prima rampata  di  scalini di granito, il resto di ardesia; a sinistra alcuni
una parete: a destra la scala, la prima rampata di scalini  di  granito, il resto di ardesia; a sinistra alcuni gradini che
la scala, la prima rampata di scalini di granito, il resto  di  ardesia; a sinistra alcuni gradini che scendevano nella
cantina. Il portoncino solido, fermato con un grosso gancio  di  ferro, aveva un battente che picchiava come un martello, e
catenaccio e una serratura con la chiave grande come quella  di  un castello. La stanza a sinistra dell'ingresso era adibita
con un letto alto e duro, uno scrittoio, un armadio ampio,  di  noce, sedie quasi rustiche, impagliate, verniciate
sedie quasi rustiche, impagliate, verniciate allegramente  di  azzurro: quella a destra era la sala da pranzo, con un
quella a destra era la sala da pranzo, con un tavolo  di  castagno, sedie come le altre, un camino col pavimento
ancora patriarcali, l'ambiente piú abitato, piú tiepido  di  vita e d'intimità. C'era il camino, ma anche un focolare
ma anche un focolare centrale, segnato da quattro liste  di  pietra: e sopra, ad altezza d'uomo, attaccato con quattro
e sopra, ad altezza d'uomo, attaccato con quattro corde  di  pelo, alle grosse travi del soffitto di canne annerite dal
con quattro corde di pelo, alle grosse travi del soffitto  di  canne annerite dal fumo, un graticcio di un metro quadrato
travi del soffitto di canne annerite dal fumo, un graticcio  di  un metro quadrato circa, sul quale stavano quasi sempre,
sempre, esposte al fumo che le induriva, piccole forme  di  cacio pecorino, delle quali l'odore si spandeva tutto
a uno spigolo del graticcio, pendeva una lucerna primitiva,  di  ferro nero, a quattro becchi; una specie di padellina
primitiva, di ferro nero, a quattro becchi; una specie  di  padellina quadrata, nel cui olio allo scoperto nuotava il
a questi si conservava, giorno e notte accesa e coperta  di  cenere, un po' di brace, e sotto l'acquaio di pietra,
giorno e notte accesa e coperta di cenere, un po'  di  brace, e sotto l'acquaio di pietra, presso la finestra, non
e coperta di cenere, un po' di brace, e sotto l'acquaio  di  pietra, presso la finestra, non mancava mai, in una piccola
presso la finestra, non mancava mai, in una piccola conca  di  sughero, un po' di carbone; ma per lo piú le vivande si
non mancava mai, in una piccola conca di sughero, un po'  di  carbone; ma per lo piú le vivande si cucinavano con la
la fiamma del camino o del focolare, su grossi treppiedi  di  ferro che potevano servire da sedili. Tutto era grande e
grande e solido, nelle masserizie della cucina; le padelle  di  rame accuratamente stagnate, le sedie basse intorno al
camino, le panche, la scansia per le stoviglie, il mortaio  di  marmo per pestare il sale, la tavola e la mensola sulla
sulla quale, oltre alle pentole, stava un recipiente  di  legno sempre pieno di formaggio grattato, e un canestro di
alle pentole, stava un recipiente di legno sempre pieno  di  formaggio grattato, e un canestro di asfodelo col pane
di legno sempre pieno di formaggio grattato, e un canestro  di  asfodelo col pane d'orzo e il companatico per i servi. Gli
piú caratteristici erano sulla scansia; ecco una fila  di  lumi di ottone, e accanto l'oliera per riempirli, col lungo
caratteristici erano sulla scansia; ecco una fila di lumi  di  ottone, e accanto l'oliera per riempirli, col lungo becco e
per riempirli, col lungo becco e simile a un arnese  di  alchimista: e il piccolo orcio di terra con l'olio buono, e
e simile a un arnese di alchimista: e il piccolo orcio  di  terra con l'olio buono, e un armamento di caffettiere, e le
il piccolo orcio di terra con l'olio buono, e un armamento  di  caffettiere, e le antiche tazze rosse e gialle, e i piatti
caffettiere, e le antiche tazze rosse e gialle, e i piatti  di  stagno che parevano anch'essi venuti da qualche scavo delle
e infine il tagliere pastorale, cioè un vassoio  di  legno, con l'incavo, in un angolo, per il sale. Altri
alla parete accanto alla porta, e accanto un lungo sacco  di  tessuto grezzo di lana, che serviva da mantello e da
alla porta, e accanto un lungo sacco di tessuto grezzo  di  lana, che serviva da mantello e da coperta al servo: e la
da mantello e da coperta al servo: e la bisaccia anch'essa  di  lana, e nell'angolo del camino una stuoia di giunchi,
anch'essa di lana, e nell'angolo del camino una stuoia  di  giunchi, arrotolata, sulla quale alla notte dormiva, quando
che fosse. Sull'acquaio non mancava mai un paiolino  di  rame pieno d'acqua attinta al pozzo del cortile, e su una
attinta al pozzo del cortile, e su una panca l'anfora  di  creta con l'acqua potabile, faticosamente portata dalla
acquazzone a riempire la tinozza collocata sotto il tubo  di  scolo dei tetti: eppure la pulizia piú diligente, praticata
nell'orto. In fondo c'era il pozzo, e, sotto il muro alto  di  cinta, una catasta di legna da ardere, rifugio di numerosi
c'era il pozzo, e, sotto il muro alto di cinta, una catasta  di  legna da ardere, rifugio di numerosi gatti e delle galline
muro alto di cinta, una catasta di legna da ardere, rifugio  di  numerosi gatti e delle galline che vi nascondevano il nido
grande portone fermato anch'esso da ganci e stanghe, tinto  di  un color marrone scuro, dava sulla strada. Di giorno era
tinto di un color marrone scuro, dava sulla strada.  Di  giorno era quasi sempre socchiuso, e, piú che il portoncino
serviva per il passaggio degli abitanti e degli amici  di  casa. A questo portone, una mattina di maggio, si affaccia
e degli amici di casa. A questo portone, una mattina  di  maggio, si affaccia una bambina bruna, seria, con gli occhi
limpidi e grandi, le mani e i piedi minuscoli, vestita  di  un grembiale grigiastro con le tasche, con le calze di
di un grembiale grigiastro con le tasche, con le calze  di  grosso cotone grezzo e le scarpe rustiche a lacci, piú
che passi qualcuno o qualcuno si affacci a una finestra  di  fronte, per comunicare una notizia importante. Ma la
fresca del mattino è ancora deserta come un sentiero  di  campagna, e nella vecchia casa di contro, anch'essa con
deserta come un sentiero di campagna, e nella vecchia casa  di  contro, anch'essa con l'alto muro di un cortile a fianco e
e nella vecchia casa di contro, anch'essa con l'alto muro  di  un cortile a fianco e un portone rossastro, non si vede
che avrebbe voluto farsi suora, ma dopo qualche mese  di  noviziato è stata rimandata a casa per la sua cagionevole
non l'ha voluta per sposa, si compiace della corte discreta  di  un bel giovane ebanista, decisa però a non sposarlo perché
sul portone, sa queste cose, e considera i suoi vicini  di  casa come personaggi straordinarî. Tutto, del resto, è
diverso da quello dove vive, e la sua fantasia è piena  di  ricordi confusi di quel mondo di sogno, mentre la realtà di
dove vive, e la sua fantasia è piena di ricordi confusi  di  quel mondo di sogno, mentre la realtà di questo non le
e la sua fantasia è piena di ricordi confusi di quel mondo  di  sogno, mentre la realtà di questo non le dispiace, se la
di ricordi confusi di quel mondo di sogno, mentre la realtà  di  questo non le dispiace, se la guarda a modo suo, cioè
a modo suo, cioè anch'esso coi colori della fantasia. Odori  di  campagna vengono dal fondo della strada; il silenzio è
sul cielo azzurro denso, un po' basso come nei paesaggi  di  pittori spagnuoli, ma anche le rondini sono silenziose.
sono silenziose. Finalmente una finestra si apre nella casa  di  fronte, e un viso bruno, coi grandi occhi velati dei miopi,
posson chiedere a prestito sono innumerevoli, da una somma  di  denaro a un libro; e primo dovere - o accorgimento - di chi
di denaro a un libro; e primo dovere - o accorgimento -  di  chi chiede è quello di capire se il prestito è possibile
e primo dovere - o accorgimento - di chi chiede è quello  di  capire se il prestito è possibile senza danni, senza
se non si vuol andare incontro alla taccia, per lo meno,  di  indelicati, evitare di chiedere a prestito oggetti che si
incontro alla taccia, per lo meno, di indelicati, evitare  di  chiedere a prestito oggetti che si possano facilmente
sarà alterato. Somma indelicatezza chiedere a prestito capi  di  vestiario o oggetti d'ornamento: se un amico ha bisogno,
ha bisogno, per una cerimonia, del vostro cilindro, nulla  di  straordinario che egli, per quella circostanza, se ne serva
si verifica piú spesso che non si creda; e chi sa quante  di  quelle pellicce, di quei vestiti, di quegli ornamenti che
che non si creda; e chi sa quante di quelle pellicce,  di  quei vestiti, di quegli ornamenti che vediamo sfoggiare nei
creda; e chi sa quante di quelle pellicce, di quei vestiti,  di  quegli ornamenti che vediamo sfoggiare nei matrimoni, nei
Profittare dell'amicizia per chiedere prestiti, o favori  di  tal sorta è come far venire a noia, se non addirittura in
in denaro, meglio è, si capisce, mettersi in condizioni  di  non aver bisogno di ricorrervi, prevedendo, calcolando,
è, si capisce, mettersi in condizioni di non aver bisogno  di  ricorrervi, prevedendo, calcolando, misurando il passo
non ostante tutto, si presenti, prima o poi, la necessità  di  ricorrevi, è piú opportuno, se si conosce una banca
orrore della cambiale, della firma, della banca: che c'è  di  male? Perché lo strano pudore di chiedere un anticipo su
della banca: che c'è di male? Perché lo strano pudore  di  chiedere un anticipo su futuri «sicuri» introiti? Ma se
meno: il che non è poco! - si regge su questo! Occorre far  di  tutto per non ricorrere all'amico: anche se egli, per forza
se egli, come si suol dire, verrà incontro, non c'è ragione  di  rifiutare. Però, se è preciso e grave l'impegno che si
un nemico, prestagli del denaro! ». « Se vuoi restare amico  di  uno cui hai prestato del denaro, fa conto di avergli fatto
restare amico di uno cui hai prestato del denaro, fa conto  di  avergli fatto un regalo! ». Di modo che, se possibile
del denaro, fa conto di avergli fatto un regalo! ».  Di  modo che, se possibile risparmiare - l'ho anche
altrove - questa dura prova all'amicizia, tanto ma tanto  di  guadagnato! E vien, poi, il prestito piú frequente, e che
per ogni libro che prestate, vi fate rilasciare una carta  di  visita, molto probabilmente, in capo ad alcuni mesi, invece
in capo ad alcuni mesi, invece del vostro ricco scaffale  di  libri, sarete in possesso di un ricco campionario di
del vostro ricco scaffale di libri, sarete in possesso  di  un ricco campionario di tipografia ». Ora, ci vuol poco a
di libri, sarete in possesso di un ricco campionario  di  tipografia ». Ora, ci vuol poco a capire che chi non
». Ora, ci vuol poco a capire che chi non restituisce,  di  proposito, un libro preso a prestito, commette un furto
il libro - deve mettersi in condizioni - e ci vuol poco! -  di  ricordarsi della restituzione, di non prestare libri che
- e ci vuol poco! - di ricordarsi della restituzione,  di  non prestare libri che non sieno suoi, di comprarli, se
restituzione, di non prestare libri che non sieno suoi,  di  comprarli, se perduti, o sgualciti, o macchiati, per
per renderli. E pensare che c'è della gente la quale,  di  proposito, o « per distrazione », non restituisce, alle
« per distrazione », non restituisce, alle volte, un volume  di  un'opera in molti volumi, rovinando, si capisce, l'opera
Quindi, o risolutamente non prestare; o esigere una specie  di  ricevuta, avvertendo, senza complimenti, che, passato un
il libro. Conchiudendo, questo dei prestiti e dei debiti -  di  qualunque cosa si tratti - è uno di quei campi nei quali si
prestiti e dei debiti - di qualunque cosa si tratti - è uno  di  quei campi nei quali si ha la misura piú esatta dei
campi nei quali si ha la misura piú esatta dei sentimenti  di  cortesia, di finezza, di signorilità del nostro prossimo.
si ha la misura piú esatta dei sentimenti di cortesia,  di  finezza, di signorilità del nostro prossimo.
misura piú esatta dei sentimenti di cortesia, di finezza,  di  signorilità del nostro prossimo.
istituzione mondana, irta  di  difetti e piena di virtù che era, che è il giorno di
istituzione mondana, irta di difetti e piena  di  virtù che era, che è il giorno di ricevimento, istituzione
irta di difetti e piena di virtù che era, che è il giorno  di  ricevimento, istituzione che aveva, oramai, tale ampia
della società sino alle radici più umili, questo giorno  di  ricevimento, che infieriva largamente, oramai, anche in
come un giogo, sulla esistenza delle nostre signore. Varie  di  esse, se non molte, ancora, a Londra, a Parigi, donde ci
più, accecate dal desiderio della novità e dal desiderio  di  una libertà relativa, i serii vantaggi: e hanno trovato una
i serii vantaggi: e hanno trovato una novella forma  di  ricevere. Esse dicono, e hanno ragione, che il giorno
ogni sabato, ogni giorno che Dio manda in terra, una folla  di  gente nel proprio salone, e che si finisce per non vedere i
con le proprie amiche. Difatti, quando si ha un largo giro  di  conoscenze, da novembre a maggio, quanti mercoledì di
giro di conoscenze, da novembre a maggio, quanti mercoledì  di  un'amica si possono seguire, se non due o tre, in tutto?
circostanze, i giorni diventano un ritrovo vano e vuoto,  di  persone indifferenti, non è vero? Ma ci sono gli altri
Ebbene, restiamo ogni giorno, - dicono varie signore,  di  Londra, di Parigi - restiamo, ogni giorno, un'ora, due ore,
restiamo ogni giorno, - dicono varie signore, di Londra,  di  Parigi - restiamo, ogni giorno, un'ora, due ore, a casa,
che ci vengono a visitare. E la novella usanza, piena  di  lusinghe, ma piena anche di tranelli, viene già adottata,
E la novella usanza, piena di lusinghe, ma piena anche  di  tranelli, viene già adottata, con maggior numero di
anche di tranelli, viene già adottata, con maggior numero  di  adesioni femminili: e queste signore sono assolutamente
femminili: e queste signore sono assolutamente contente  di  aver superato gl'incovenienti e le fatiche del giorno, e
gl'incovenienti e le fatiche del giorno, e par loro  di  aver risoluto il problema di ricevere qualcuno, a casa. Due
fatiche del giorno, e par loro di aver risoluto il problema  di  ricevere qualcuno, a casa. Due ore, o dalle due alle
ore, o dalle due alle quattro o dalle sei alle otto, prima  di  uscire per la spesa, per le commissioni, per la sarta, per
per la sarta, per la modista, per gli altri giorni,  di  coloro che tengono ancora al giorno, clue ore, forse, dopo
bastano forse a raccogliere gli amici errabondi, che vanno  di  giorno in giorno, non bastano a soddisfare il desiderio che
il desiderio che può avere un'amica, desiderio improvviso,  di  dirvi qualche cosa, di comunicarvi una grande notizia o un
un'amica, desiderio improvviso, di dirvi qualche cosa,  di  comunicarvi una grande notizia o un piccolo pettegolezzo?
sono una bella trovata per far valere un salotto, il viso  di  una signora, un elegante tea - gown, una conversazione
libro ha vita  di  osservazione acuta, e si distingue per questo dai troppi
e si distingue per questo dai troppi che, senza avere mille  di  vero, fan pompa di nascere da studi coscienziosi. Il
questo dai troppi che, senza avere mille di vero, fan pompa  di  nascere da studi coscienziosi. Il Valcarenghi ha scritto
che egli ha al romanzo.» Giornale Nuova Antologia  di  Roma (1 Settembre 1887).
sembra  di  vederla: con i capelli che nella lotta le si erano sciolti
ove Ia grande pupilla nera nuotava come in un velo  di  lagrime azzurre. - Fiora, perdonami! Per il lungo castigo
nel suo dolore e nel suo sdegno feroce, ed io sentivo  di  amarla per tutta la vita. Ma lei non perdonava. Invano mi
davanti a lei e le baciavo la veste: appena potè liberarsi  di  me fuggì. Dapprima credetti che andasse a denunciarmi alla
cosa potesse aggiustarsi con un matrimonio. M'ero buttato  di  nuovo sull'erba e aspettavo. Soffrivo profondamente, ma un
assieme. Ma nulla, nessuno veniva. Vedevo il cielo sopra  di  me infuocarsi: poi dopo il tramonto si fece di un azzurro
cielo sopra di me infuocarsi: poi dopo il tramonto si fece  di  un azzurro cupo. Era già sera ed io aspettavo ancora. Le
sera ed io aspettavo ancora. Le lucciole passavano sopra  di  me con i loro fili di zaffiro, tante che illuminavano
ancora. Le lucciole passavano sopra di me con i loro fili  di  zaffiro, tante che illuminavano l'ombra. Allora mi
mi sollevai, e mi misi a piangere come un bambino fuggito  di  casa e smarrito nella notte. Un senso angoscioso di
fuggito di casa e smarrito nella notte. Un senso angoscioso  di  abbandono mi vinceva. Dunque, neppure il delitto valeva ad
invano la muta luce del mio amore. Mi alzai; mi parve  di  rivedere la testa di Fiora; era un punto rosso, una
luce del mio amore. Mi alzai; mi parve di rivedere la testa  di  Fiora; era un punto rosso, una finestra illuminata della
diressi a quella volta: inciampavo fra I'erba, piu ubriaco  di  quando m'ero sollevato dal ciglio della strada: ma giunto
il varco con dei rovi. Allora fui ripreso da un senso  di  rabbia, però misto a dolore e a un desiderio morboso di
di rabbia, però misto a dolore e a un desiderio morboso  di  castigo. Strappai di nuovo i rami, i rovi, riaprii il varco
a dolore e a un desiderio morboso di castigo. Strappai  di  nuovo i rami, i rovi, riaprii il varco e penetrai nei campi
nuovo i rami, i rovi, riaprii il varco e penetrai nei campi  di  lei. Mi ero tutto graffiato: sentivo le mani umide di
campi di lei. Mi ero tutto graffiato: sentivo le mani umide  di  sangue. Attraversai il campo di frumento, il campo di fave.
sentivo le mani umide di sangue. Attraversai il campo  di  frumento, il campo di fave. Non cercavo di nascondermi:
umide di sangue. Attraversai il campo di frumento, il campo  di  fave. Non cercavo di nascondermi: anzi di tanto in tanto mi
il campo di frumento, il campo di fave. Non cercavo  di  nascondermi: anzi di tanto in tanto mi fermavo, aspettando
il campo di fave. Non cercavo di nascondermi: anzi  di  tanto in tanto mi fermavo, aspettando che qualcuno mi
la vigna. La vigna era in fiore: e tutta vibrante  di  lucciole. Oh solo con la musica si potrebbe esprimere la
la musica si potrebbe esprimere la dolcezza e lo spasimo  di  quell'attimo quando io mi fermai in mezzo ai filari e d'un
ai filari e d'un tratto mi trovai avvolto come da una rete  di  fili luminosi. Erano le lucciole; e il profumo della vigna
della vigna pareva emanasse da loro. mi passò il desiderio  di  morire; guardai in su e mi parve che gli occhi delle stelle
slanciava dall'anima mia in alto, in alto, come un zampillo  di  fontana, e ricadeva su di me rinfrescando l'arsura del mio
alto, in alto, come un zampillo di fontana, e ricadeva su  di  me rinfrescando l'arsura del mio cuore selvaggio. Desiderai
me rinfrescando l'arsura del mio cuore selvaggio. Desiderai  di  vivere, di amare, di soffrire, di darmi tutto, di diventare
l'arsura del mio cuore selvaggio. Desiderai di vivere,  di  amare, di soffrire, di darmi tutto, di diventare un uomo
del mio cuore selvaggio. Desiderai di vivere, di amare,  di  soffrire, di darmi tutto, di diventare un uomo pur io
selvaggio. Desiderai di vivere, di amare, di soffrire,  di  darmi tutto, di diventare un uomo pur io davvero, di
Desiderai di vivere, di amare, di soffrire, di darmi tutto,  di  diventare un uomo pur io davvero, di parlare senza parole e
di darmi tutto, di diventare un uomo pur io davvero,  di  parlare senza parole e di ringraziare Dio di avermi fatto
diventare un uomo pur io davvero, di parlare senza parole e  di  ringraziare Dio di avermi fatto nascere, di farmi soffrire.
io davvero, di parlare senza parole e di ringraziare Dio  di  avermi fatto nascere, di farmi soffrire. Allora continuai
senza parole e di ringraziare Dio di avermi fatto nascere,  di  farmi soffrire. Allora continuai ad andare verso il punto
misura che mi avvicinavo, il chiarore pareva alzarsi sopra  di  me per sfuggirmi anch'esso e non lasciarsi raggiungere. Era
e non lasciarsi raggiungere. Era una finestra alta, munita  di  inferriata: forse la finestra della cucina, forse della
forse la finestra della cucina, forse della camera  di  lei. Io non sapevo. Forse là dentro si chiacchierava, forse
battermi, ma null'altro. Poi mi prese il pazzo desiderio  di  afferrare quel lembo di luce, come una bandiera da una
Poi mi prese il pazzo desiderio di afferrare quel lembo  di  luce, come una bandiera da una vetta: mi slanciai, una, due
una, due volte; d'un tratto la luce si spense, e mi parve  di  averla spenta io. Tornai indietro, nella vigna; e anche
nella vigna; e anche laggiù non trovai più la luminosità  di  prima. Tutto era diverso, tutto scuro. Camminai fino a
sempre più meravigliato che nessuno apparisse: mi sembrava  di  sognare, di essere morto e che fosse la mia anima a errare
meravigliato che nessuno apparisse: mi sembrava di sognare,  di  essere morto e che fosse la mia anima a errare in cerca di
di essere morto e che fosse la mia anima a errare in cerca  di  un rifugio. E mi dispongo ad allontanarmi, quando nel prato
quando nel prato a fianco della casa vedo un quadrato  di  luce, come una finestra aperta sull'erba un'ombra vi si
aperta sull'erba un'ombra vi si disegna: è la testa  di  lei! Oramai la riconosco così bene, anche nella sua ombra.
lei! Oramai la riconosco così bene, anche nella sua ombra.  Di  volo sono là: e vedo una piccola finestra illuminata, e la
là: e vedo una piccola finestra illuminata, e la figura  di  lei che vi si affaccia immobile, più scura della sua ombra.
a me. Mai come in quel momento avevo sentito lo spasimo  di  non poter gridare. Mi misi sul quadrato di luce sull'erba,
lo spasimo di non poter gridare. Mi misi sul quadrato  di  luce sull'erba, in modo ch'ella potesse vedermi: ella
mi slanciai fin sotto la sua finestra, con l'intenzione  di  andare a sbattermi, a sfracellarmi contro il muro; ma io
d'un botto, certamente spaventata, chiuse la finestra.  Di  nuovo tutto fu buio. Ma io non potevo andarmene così. Mi
il mio delitto, il mio pentimento, il mio desiderio  di  perdono; e sotto il mio nome. Staccai il foglietto e
ancora, ma nessuno apparve. Allora me ne tornai al paese e  di  là in casa della zia, alla quale feci conoscere la mia
quale feci conoscere la mia volontà ma anche la difficoltà  di  coltivare il terreno. Occorrevano dei denari: dove trovarne
se lei non ne aveva? Lei non ne aveva, nè era donna capace  di  procurarsene. Invano io la lusingavo. "È un bel posto, con
come in paradiso. Fabbricheremo una casetta e sarà piena  di  sole, di aria. Vendete questa casa, per procurarci i
paradiso. Fabbricheremo una casetta e sarà piena di sole,  di  aria. Vendete questa casa, per procurarci i soldi.,, Ella
lei che non rideva mai. E il suo riso mi ricordò quello  di  Fiora, quando le avevo proposto di sposarla. Mi venne
riso mi ricordò quello di Fiora, quando le avevo proposto  di  sposarla. Mi venne desiderio di ammazzare la zia.
quando le avevo proposto di sposarla. Mi venne desiderio  di  ammazzare la zia. D'altronde riconoscevo ch'era un'idea
non lo abbandona volentieri! Questa ragione non mi impediva  di  serbare astio alla zia e alla sua casa. Eppure questa parve
parve cominciare ad esercitare un triste fascino anche su  di  me. Nei tempi dopo il ritorno dal "Platano,, , non uscivo
dove questa s'incrocia con un'altra più larga tutta bianca  di  sole e di polvere con gli sfondi perduti uno nell'azzurro
s'incrocia con un'altra più larga tutta bianca di sole e  di  polvere con gli sfondi perduti uno nell'azzurro dei monti
del mare. Rientravo a casa stordito da quell'attimo  di  luce, di calore; e mi sembrava di rientrare in una grotta,
mare. Rientravo a casa stordito da quell'attimo di luce,  di  calore; e mi sembrava di rientrare in una grotta, tanto la
stordito da quell'attimo di luce, di calore; e mi sembrava  di  rientrare in una grotta, tanto la nostra abitazione era
lasciandovi un tepore chiuso, fermo: i muri rivestiti  di  verde odoravano di musco, e a questo profumo un po' triste
tepore chiuso, fermo: i muri rivestiti di verde odoravano  di  musco, e a questo profumo un po' triste e voluttuoso si
alla mia avventura. A volte chiudevo gli occhi e mi pareva  di  essere ancora nella vigna in fiore: un misterioso senso di
di essere ancora nella vigna in fiore: un misterioso senso  di  attesa mi si risvegliava nel cuore e lagrime di tenerezza
senso di attesa mi si risvegliava nel cuore e lagrime  di  tenerezza mi bagnavano gli occhi. No, tutto non poteva
non potevo più neppure scrivere il suo nome. Mi pareva  di  essere diventato muto anche dentro di me: non potevo
suo nome. Mi pareva di essere diventato muto anche dentro  di  me: non potevo esprimere la mia angoscia, la mia stessa
E io che avevo commesso il delitto avevo l'impressione  di  subire un'ingiustizia, perchè mi si negava il diritto, il
un'ingiustizia, perchè mi si negava il diritto, il modo  di  ripararlo, o almeno d'espiarlo con un castigo qualsiasi.
almeno d'espiarlo con un castigo qualsiasi. Solo per amore  di  Fiora ed anche per quel senso di attesa che mi faceva
qualsiasi. Solo per amore di Fiora ed anche per quel senso  di  attesa che mi faceva sperare mio malgrado, non andavo a
giorni si ridestava in me una sensualità feroce: mi pareva  di  aver diritto alla donna ch'era stata mia, che doveva essere
riparazione. Ma tutte queste tempeste si sbattevano entro  di  me, inutilmente, come in un vulcano chiuso: fuori dovevo
fuori dovevo sembrare un po' idiota, e nessuno si curava  di  me, neppure la zia, che pensava solo al mio benessere
Eppure bastava che una foglia, un fiore, una piuma calda  di  sole cadessero dal muro, davanti a me, per commuovermi: li
modo alla mia avventura. Nell'addormentarmi mi pareva  di  essere ancora davanti ai portoni chiusi della casa
uno dopo l'altro, poi andavo a mettermi sotto la finestra  di  Fiora. Inciampavo e mi svegliavo di soprassalto. Ma poi mi
sotto la finestra di Fiora. Inciampavo e mi svegliavo  di  soprassalto. Ma poi mi riaddormentavo e sognavo.
e lo trovavo con Fiora: ma questa mi sorrideva,  di  sopra la spalla di lui, e bastava tanto per farmi svegliare
con Fiora: ma questa mi sorrideva, di sopra la spalla  di  lui, e bastava tanto per farmi svegliare tutto in sudore e
inferiori a se stessi. Quante volte non ci accade  di  pensare: Avrei dovuto far cosí, non come ho fatto; avrei
Colpa della timidezza, per cui perdiamo la padronanza  di  noi stessi e rinunziamo alla prima dote di chi vive in
la padronanza di noi stessi e rinunziamo alla prima dote  di  chi vive in società: la disinvoltura. Chi è « imbarazzato »
» lo fa capire e veder súbito: molti, trovandosi  di  fronte a persone autorevoli o a visi nuovi, hanno la lingua
legata, perché non si sentono a loro agio, perché temono  di  sbagliare. Non c'è di peggio: se si pensa alla timidezza,
si sentono a loro agio, perché temono di sbagliare. Non c'è  di  peggio: se si pensa alla timidezza, si sarà timidi; se si
se si pensa alla timidezza, si sarà timidi; se si teme  di  sbagliare, si sbaglierà; chi si fa vincere dalla
sensibilità; e la sensibilità eccessiva è il risultato  di  un eccessivo ripiegamento su se stessi. Può esser anche un
un aspetto dell'orgoglio: chi è troppo sensibile «immagina»  di  essere un centro di osservazione da parte degli altri: « si
chi è troppo sensibile «immagina» di essere un centro  di  osservazione da parte degli altri: « si crede » oggetto di
di osservazione da parte degli altri: « si crede » oggetto  di  critiche; né può vedere due che parlino fra loro senza «
due che parlino fra loro senza « sospettare » che parlino  di  lui. Bisogna vincere questo stato d'animo... e di nervi:
parlino di lui. Bisogna vincere questo stato d'animo... e  di  nervi: occorre bandire le troppe considerazioni personali,
bandire le troppe considerazioni personali, il dubbio  di  sbagliare, o di non essere a posto, o di non potersi
troppe considerazioni personali, il dubbio di sbagliare, o  di  non essere a posto, o di non potersi imporre. E, per
il dubbio di sbagliare, o di non essere a posto, o  di  non potersi imporre. E, per riuscirvi, si deve sviluppare
la propria. Il bimbo ci seduce perché non si preoccupa  di  quel che dice e di quel che fa; mentre l'artista che non sa
bimbo ci seduce perché non si preoccupa di quel che dice e  di  quel che fa; mentre l'artista che non sa dimenticare se
nascita, inoltre, portava un certo cambiamento  di  vita. Le due sorelle maggiori dovevano sistemarsi nella
sistemarsi nella camera alta, per lasciar posto, nel letto  di  Nanna, a lei Cosima, e alla piccola Beppa che ancora
dei genitori. Beppa aveva circa tre anni, ma ne dimostrava  di  meno e ancora non parlava bene perché aveva la cartilagine
sotto la lingua piú corta del solito: e si parlava  di  fare un piccolo taglio per sciogliere la lingua dal suo
passato la notte in casa per assistere, lei, col solo aiuto  di  Nanna, la figlia partoriente. E tutto era andato bene,
su un vecchio sofà. La nonna invece non sentiva il bisogno  di  dormire, sebbene fosse una piccolissima donna fragile,
come mai avessero veduto l'ombra del male. Una cuffietta  di  panno nero le raccoglieva i capelli già bianchi, ma qualche
suggezione della madre, e Cosima provava uno strano senso  di  sogno quando la vedeva comparire d'improvviso. Ma piú che
sogno quando la vedeva comparire d'improvviso. Ma piú che  di  sogno era un senso fisico di ricordo inafferrabile, una
d'improvviso. Ma piú che di sogno era un senso fisico  di  ricordo inafferrabile, una lieve vertigine, come un baleno
piú tardi ella si spiegò col crederlo un affiorare e subito  di  nuovo sommergersi di vita anteriore rimasta o rinata nel
col crederlo un affiorare e subito di nuovo sommergersi  di  vita anteriore rimasta o rinata nel suo subcosciente. La
popolare affermava abitassero un tempo in piccole case  di  pietra, scavate nella roccia, specialmente negli altipiani
tutte le provviste, compreso il pane, e non si trattava che  di  comprare la carne per il brodo, o un po' di pesce, se era
si trattava che di comprare la carne per il brodo, o un po'  di  pesce, se era per caso raro venuto dalla spiaggia orientale
nelle scale silenziose. Dopo la prima rampata, tutta  di  scalini di granito, su un piccolo pianerottolo si apriva
scale silenziose. Dopo la prima rampata, tutta di scalini  di  granito, su un piccolo pianerottolo si apriva l'uscio di
di granito, su un piccolo pianerottolo si apriva l'uscio  di  una specie di dispensa, col pavimento di legno e il
su un piccolo pianerottolo si apriva l'uscio di una specie  di  dispensa, col pavimento di legno e il soffitto, come quello
si apriva l'uscio di una specie di dispensa, col pavimento  di  legno e il soffitto, come quello della cucina, di canne che
pavimento di legno e il soffitto, come quello della cucina,  di  canne che formavano un graticcio solido e fresco. Di solito
di canne che formavano un graticcio solido e fresco.  Di  solito l'uscio era chiuso a chiave: questa volta, nella
confusione della notte, era stato lasciato aperto. E prima  di  proseguire verso la sua mèta, Cosima non esitò ad esplorare
stanza, che anch'essa rappresentava per lei un ripostiglio  di  misteri. E ce n'era ragione: poiché le cose e gli oggetti
là dentro, in una vaga luce che penetrava dallo sportello  di  una finestra tutta d'un pezzo, aperto su un lontano sfondo
una finestra tutta d'un pezzo, aperto su un lontano sfondo  di  orizzonte montuoso. Mucchi di frumento, di orzo, di
aperto su un lontano sfondo di orizzonte montuoso. Mucchi  di  frumento, di orzo, di mandorle, di patate, occupavano gli
lontano sfondo di orizzonte montuoso. Mucchi di frumento,  di  orzo, di mandorle, di patate, occupavano gli angoli, mentre
sfondo di orizzonte montuoso. Mucchi di frumento, di orzo,  di  mandorle, di patate, occupavano gli angoli, mentre una
montuoso. Mucchi di frumento, di orzo, di mandorle,  di  patate, occupavano gli angoli, mentre una tavola lunga era
gli angoli, mentre una tavola lunga era sovraccarica  di  lardo e di salumi, e intorno i cestini di asfodelo pieni di
angoli, mentre una tavola lunga era sovraccarica di lardo e  di  salumi, e intorno i cestini di asfodelo pieni di fave,
era sovraccarica di lardo e di salumi, e intorno i cestini  di  asfodelo pieni di fave, fagiuoli, lenticchie e ceci,
di lardo e di salumi, e intorno i cestini di asfodelo pieni  di  fave, fagiuoli, lenticchie e ceci, facevano corte agli orci
fave, fagiuoli, lenticchie e ceci, facevano corte agli orci  di  strutto, di conserve, di pomidori secchi e salati. Ma
lenticchie e ceci, facevano corte agli orci di strutto,  di  conserve, di pomidori secchi e salati. Ma quello che piú
e ceci, facevano corte agli orci di strutto, di conserve,  di  pomidori secchi e salati. Ma quello che piú attirava la
secchi e salati. Ma quello che piú attirava la bramosia  di  Cosima erano alcuni grappoli d'uva e di pere raggrinzite
la bramosia di Cosima erano alcuni grappoli d'uva e  di  pere raggrinzite che ancora pendevano da una delle travi di
di pere raggrinzite che ancora pendevano da una delle travi  di  sostegno del soffitto: un'ape, o vespa che fosse, vi
vi ronzava intorno beata, mentre a lei non era permesso  di  toccare un acino: sapeva però che c'era una canna, spaccata
poteva accorgersi del piccolo disastro; e con una pazienza  di  volontà che lei sola possedeva, raccolse uno per uno gli
buona, come sentiva raccontare dai servi quando ritornavano  di  campagna, a commettere un furto, un abigeato, e farne
avventure brigantesche che allora fiorivano come un residuo  di  imprese e di guerriglie medioevali, in un raggio di
che allora fiorivano come un residuo di imprese e  di  guerriglie medioevali, in un raggio di chilometri e
residuo di imprese e di guerriglie medioevali, in un raggio  di  chilometri e chilometri intorno. Con questi fermenti, i
ragazze, anche se piccole come Cosima, avevano già istinti  di  amazzoni. La educazione materna, tutta religione e
era troppo occupato nei suoi affari, spinto dal bisogno  di  assicurare una solida agiatezza ai figli, per potersi
presenza essi, sia per rispetto e affetto naturali verso  di  lui, sia per ipocrisia, si mostravano buoni e beneducati.
Cosima, poi, sentiva per lui un senso sconfinato  di  confidenza e qualche volta anche di ammirazione. Non si
lui un senso sconfinato di confidenza e qualche volta anche  di  ammirazione. Non si preoccupò, quindi, nel vederlo,
il secondo rampante delle scale. Adesso gli scalini erano  di  lavagna, bene illuminati dalla finestra del pianerottolo: e
una camera, con un armadio a muro ricoperto da una tendina  di  percalle, la macchina da cucire e alcune sedie; e vi si
e vi si aprivano gli usci della camera matrimoniale e  di  un'altra che serviva anch'essa per gli ospiti, quando erano
che serviva anch'essa per gli ospiti, quando erano piú  di  uno, il che avveniva spesso. Da questa camera, che era la
sul cortile, il sofà e un tavolino rotondo intarsiato  di  legno bianco, usciva appunto in quel momento il signor
moglie. Nell'accorgersi della piccola Cosima le accennò  di  non far rumore: ed ella si fermò appoggiata alla parete
della scala, intimidita ma non troppo. Il babbo era sopra  di  lei; le sembrava alto, quasi gigantesco, mentre invece era
grande, e la testa grossa, calva, con una ghirlandina  di  riccioli già grigi che dalle orecchie rosee pendeva intorno
E anche il suo viso sembrava a Cosima il piú straordinario  di  tutti quelli che conosceva: un viso in realtà pieno di
di tutti quelli che conosceva: un viso in realtà pieno  di  carattere, con la fronte alta, il naso corto a scarpa, la
superiore e il mento quadrato. Glabro ma sempre con un po'  di  prepotente peluria sulle guancie larghe, aveva, quel viso
peluria sulle guancie larghe, aveva, quel viso semplice  di  paesano diventato borghese, i segni e i solchi di una
semplice di paesano diventato borghese, i segni e i solchi  di  una intelligenza e di una saggezza non comuni; e gli occhi
borghese, i segni e i solchi di una intelligenza e  di  una saggezza non comuni; e gli occhi grigi o azzurri o
secondo la luce del momento, potevano essere quelli  di  un santo ma anche quelli di un guerriero. In quel momento
momento, potevano essere quelli di un santo ma anche quelli  di  un guerriero. In quel momento erano azzurri, quasi
nella camera si udiva un vagito. Allora accennò a Cosima  di  salire e aprí l'uscio. La bambina si senti battere il
indovinare il suo desiderio? Si trovò nella camera, dietro  di  lui, e rivide le note cose: il letto grande con una
e rivide le note cose: il letto grande con una sopracoperta  di  percalle a fiori, l'armadio, la consolle di noce, che era
sopracoperta di percalle a fiori, l'armadio, la consolle  di  noce, che era il mobile piú elegante della casa, i quadri,
bianco: ma tutto le parve mutato, come se una luce  di  miracolo avesse dato alle cose un aspetto diverso,
si vedono riflesse nell'acqua od anche sui vetri spalancati  di  una finestra; e quel riverbero si spandeva da una fonte
si spandeva da una fonte straordinaria: da un canestro  di  asfodelo, deposto sulla pietra del camino, e dove, fra
allora si usava, aveva la testina coperta da una cuffietta  di  trina rosa; e da questa cuffietta il viso rosso, gonfio,
gonfio, con la bocca già spalancata al pianto, dava l'idea  di  un boccio che si spacca per fiorire. Per Cosima fu una
che Cosima avesse soddisfatto la sua curiosità, le accennò  di  andarsene; ed ella se ne andò, ma profittando sempre
erano abbassate. Le piacevano i mobili diversi dai soliti  di  casa; e invero anche le sedie imbottite, di noce e di
dai soliti di casa; e invero anche le sedie imbottite,  di  noce e di stoffa verdastra, che completavano l'arredamento
di casa; e invero anche le sedie imbottite, di noce e  di  stoffa verdastra, che completavano l'arredamento di quella
noce e di stoffa verdastra, che completavano l'arredamento  di  quella camera quasi signorile, erano interessanti; poiché
osservandone l'imbottitura interna sostenuta da striscie  di  grossa tela; e pensa che se avesse qualche cosa da
ella fantasticava un precipizio, una cascata  di  lava soffermatasi con quei gradini azzurrognoli; e sopra
se sfondato, avrebbe lasciato vedere un grande orizzonte  di  cielo e di lontananze? Forse era stato un capriccio del
avrebbe lasciato vedere un grande orizzonte di cielo e  di  lontananze? Forse era stato un capriccio del muratore,
e mai in vita sua vide un orizzonte piú ampio e favoloso  di  quello che si immaginava nello sfondo di quel segno
ampio e favoloso di quello che si immaginava nello sfondo  di  quel segno polveroso e pieno di ragnatele. Però, anche
si immaginava nello sfondo di quel segno polveroso e pieno  di  ragnatele. Però, anche l'armadio a muro del pianerottolo,
stessa famiglia; e poiché nella camera della madre s'era  di  nuovo fatto silenzio, ella ridiscese cauta, e sollevò la
fatto silenzio, ella ridiscese cauta, e sollevò la tendina  di  percalle a fiori rossi e gialli. Tante cose straordinarie
piú alta Cosima non poteva arrivarci, e doveva allontanarsi  di  due passi per vederci bene; ed era giusto che le cose lassú
qualche rassomiglianza, coi quattro candelabri in fila, due  di  ottone, due di rame; e in mezzo un vaso di vetro; ma
coi quattro candelabri in fila, due di ottone, due  di  rame; e in mezzo un vaso di vetro; ma l'oggetto più
in fila, due di ottone, due di rame; e in mezzo un vaso  di  vetro; ma l'oggetto più meraviglioso era un grande piatto
vetro; ma l'oggetto più meraviglioso era un grande piatto  di  cristallo, finemente inciso come nel diamante appoggiato
finemente inciso come nel diamante appoggiato alla parete  di  fondo; Cosima non ricordava di averlo mai veduto adoperare,
appoggiato alla parete di fondo; Cosima non ricordava  di  averlo mai veduto adoperare, e neppure aveva un'idea
- perché rappresentava l'arte e la bellezza. Nella mensola  di  sotto c'erano stoviglie, ampolle, e alcune tazze per caffè,
e alcune tazze per caffè, bellissime anch'esse, dipinte  di  rose pallide e dorature delicate; e i relativi cucchiaini
rose pallide e dorature delicate; e i relativi cucchiaini  di  ottone, col manico lavorato; fin qui il dito di Cosima
cucchiaini di ottone, col manico lavorato; fin qui il dito  di  Cosima poteva arrivare, ma solo il dito, per sfiorare una
porcellana, come si sfiora una rosa vera che è proibito  di  cogliere; poi la tenda ricade, come un sipario, su
gradini, è sull'ultimo pianerottolo, quasi eguale a quello  di  sotto; ma invece dell'armadio a muro c'è qui un'altra
due fornelli, caso mai si dovesse un giorno servirsi  di  quell'ambiente per uso di cucina. E la piccola sognatrice
mai si dovesse un giorno servirsi di quell'ambiente per uso  di  cucina. E la piccola sognatrice pensa che un giorno dovrà
adesso le due camere, a destra e a sinistra, coi pavimenti  di  legno quasi ancora grezzo, sono le piú povere della casa;
ancora grezzo, sono le piú povere della casa; con lettini  di  ferro, i pagliericci pieni di foglie crepitanti di granone,
della casa; con lettini di ferro, i pagliericci pieni  di  foglie crepitanti di granone, una tavola, alcune sedie. Ma
lettini di ferro, i pagliericci pieni di foglie crepitanti  di  granone, una tavola, alcune sedie. Ma in quella dei ragazzi
esiste pure una grande ricchezza; uno scaffale pieno  di  libri: libri vecchi e libri nuovi, alcuni di scuola, altri
scaffale pieno di libri: libri vecchi e libri nuovi, alcuni  di  scuola, altri comprati da Santus nell'unica libreria della
ma capisce le figure, e sebbene anche qui sia proibito  di  toccare, apre piano piano un grande libro di fogli grossi,
sia proibito di toccare, apre piano piano un grande libro  di  fogli grossi, anzi di cartoni color cilestrino, tutti
apre piano piano un grande libro di fogli grossi, anzi  di  cartoni color cilestrino, tutti segnati di punti gialli,
grossi, anzi di cartoni color cilestrino, tutti segnati  di  punti gialli, ch'ella sa che cosa sono: sono le stelle,
che cosa sono: sono le stelle, nell'atlante celeste. Dopo  di  che non le rimane che guardare dalle finestre aperte; una
quale si sollevano i monti: monti grigi vicini, con macchie  di  boschi, con profili marcati di roccie, con torri di
grigi vicini, con macchie di boschi, con profili marcati  di  roccie, con torri di granito: monti piú lontani, di calcare
macchie di boschi, con profili marcati di roccie, con torri  di  granito: monti piú lontani, di calcare azzurrognolo, quasi
marcati di roccie, con torri di granito: monti piú lontani,  di  calcare azzurrognolo, quasi luminosi al sole di maggio; e
lontani, di calcare azzurrognolo, quasi luminosi al sole  di  maggio; e altri monti ancora, piú alti, piú azzurri,
monti ancora, piú alti, piú azzurri, evanescenti, monti  di  leggenda e di sogno. La finestra che guarda sulla strada è
piú alti, piú azzurri, evanescenti, monti di leggenda e  di  sogno. La finestra che guarda sulla strada è meno
corre davanti la casa: il resto della strada è selciato  di  ciottoli, con una cunetta centrale per lo scolo dell'acqua
prete, don Ignazio tabaccone e trasandato; poi viene quella  di  zia Paolina, vedova benestante con i figli pastori e
con i figli pastori e agricoltori; poi anche quella  di  zia Tonia, anche lei benestante, con un figlio che studia
con un figlio che studia per droghiere. Il padre  di  questo ragazzo è morto, tuttavia zia Tonia non è vedova:
vedova: poiché ha preso un secondo marito, ma dopo un mese  di  matrimonio lo ha cacciato via di casa, e infine si è
marito, ma dopo un mese di matrimonio lo ha cacciato via  di  casa, e infine si è separata legalmente da lui; è una donna
gioviali del quartiere la visitano giornalmente, nelle ore  di  riposo; giocano a carte, discutono, combinano burle,
giocano a carte, discutono, combinano burle, mascherate  di  carnevale, tengono allegro tutto il vicinato. La casa piú
La casa piú importante è però quella abitata dal canonico,  di  fronte: un vero fortilizio, con cortili e giardini interni,
e giardini interni, uno dei quali, quasi pensile, pieno  di  rose, di melograni, con un gelso alto carico di piccoli
interni, uno dei quali, quasi pensile, pieno di rose,  di  melograni, con un gelso alto carico di piccoli frutti
pieno di rose, di melograni, con un gelso alto carico  di  piccoli frutti violetti. Di là si stende un panorama di
con un gelso alto carico di piccoli frutti violetti.  Di  là si stende un panorama di case e casupole che formano il
di piccoli frutti violetti. Di là si stende un panorama  di  case e casupole che formano il quartiere piú caratteristico
un momento  di  esitazione, risolvendosi a prender la cosa da uomo di
di esitazione, risolvendosi a prender la cosa da uomo  di  spirito.
Perchè esso sia completo, lauto, sontuoso, deve constare  di  tre parti: di rinfreschi, cioè gelati e gramolate, che si
sia completo, lauto, sontuoso, deve constare di tre parti:  di  rinfreschi, cioè gelati e gramolate, che si servono in
e che, in un ballo, debbono apparire da due a tre volte;  di  una table à the, aperta dal principio del ballo: di una
volte; di una table à the, aperta dal principio del ballo:  di  una cena, che si apre solo verso l'una del mattino. La
mattino. La table à the, non renforcée, poichè è inutile  di  rinforzarla, quando vi è la cena, è composta di caffè,
è inutile di rinforzarla, quando vi è la cena, è composta  di  caffè, caffè e latte, the e cognac, limonata in bottiglia,
Moscato, Lunel, Frontignano, qualche buono e vero vino  di  Spagna, preferibilmente lo Xères de la Frontera, qualche
dolci, babas, gâteaux, pastarelle sia scelto dal padron  di  casa stesso, da un pasticciere di prim'ordine, perchè la
sia scelto dal padron di casa stesso, da un pasticciere  di  prim'ordine, perchè la golosità e la raffinatezza nulla
e la grande sontuosità ammette servizio per piccole tavole  di  quattro, di sei, di otto persone, in cui si può spiegare un
sontuosità ammette servizio per piccole tavole di quattro,  di  sei, di otto persone, in cui si può spiegare un lusso
ammette servizio per piccole tavole di quattro, di sei,  di  otto persone, in cui si può spiegare un lusso altissimo,
dai cristalli, dai fiori, terminando alla folla  di  camerieri e servitori, che fanno il servizio. Costoro
e capacissimi: da loro dipende, in gran parte, il successo  di  una cena, la cui minuta,naturalmente, deve essere quella di
di una cena, la cui minuta,naturalmente, deve essere quella  di  un gran pranzo, freddo: dall'antipasto squisito, passando
freddo: dall'antipasto squisito, passando alla tazza  di  consommé, al pesce di taglio, con una salsa originale ed
squisito, passando alla tazza di consommé, al pesce  di  taglio, con una salsa originale ed eccellente, al filet
bellevue, alla salade russe, a un altro servizio completo  di  dessert, cioè gelato, pasticceria, frutta, bonbon. Per lo
gelato, pasticceria, frutta, bonbon. Per lo più, tre tipi  di  vino: uno bianco dall'antipasto al pesce, uno rosso sino
sa bene, quello che deve spendere! Per una festa da ballo  di  minore importanza, la cena non è necessaria: ma, oltre i
la table à the, con sandwiches, svariati, da quello  di  salmone a quello di caviale, da quello di foie gras a
con sandwiches, svariati, da quello di salmone a quello  di  caviale, da quello di foie gras a quella di caccia, con
da quello di salmone a quello di caviale, da quello  di  foie gras a quella di caccia, con pasticcini alla montglas
a quello di caviale, da quello di foie gras a quella  di  caccia, con pasticcini alla montglas e pasticcini di
quella di caccia, con pasticcini alla montglas e pasticcini  di  maionese di pesce, con altri rinforzi simili. La cosa costa
con pasticcini alla montglas e pasticcini di maionese  di  pesce, con altri rinforzi simili. La cosa costa anche
Collezione «Margherita» In corso  di  stampa: CESARE PASCARELLA, La psicologia del manichino. -
dell'autore. UGO OJETTI. - L'onesta viltà. Con disegni  di  G. MataIoni. ANTON GIULIO BARRILI. Una notte d'estate. -
ANTON GIULIO BARRILI. Una notte d'estate. - Con disegni  di  Gino De Bini. VITTORIO BERSEZIO. La parola della morta. -
VITTORIO BERSEZIO. La parola della morta. - Con disegni  di  A. Terzi. OGNI VOLUME L. I.
piccole ostie colorate che sono una delle altre attrazioni  di  Cosima. La corrispondenza riguarda quasi tutti affari
indirizzata a uno spedizioniere della costa, che si occupa  di  caricare su un battello mercantile partite di carbone
che si occupa di caricare su un battello mercantile partite  di  carbone vegetale e di cenere spedite dal signor Antonio;
su un battello mercantile partite di carbone vegetale e  di  cenere spedite dal signor Antonio; un'altra è per la Casa
cenere spedite dal signor Antonio; un'altra è per la Casa  di  Livorno che compra la merce; un'altra per un proprietario
dell'Appennino pistoiese, che deve arrivare con un nucleo  di  operai sul posto, specializzati per la lavorazione delle
la lavorazione delle carbonaie. Ma c'è anche una lettera  di  amicizia, per il signor Francesco, possidente, di un paese
lettera di amicizia, per il signor Francesco, possidente,  di  un paese distante cinque ore di viaggio a cavallo dalla
Francesco, possidente, di un paese distante cinque ore  di  viaggio a cavallo dalla piccola città. Da tanti anni il
per non saper che altro fare; ma lo zio Sebastiano, sebbene  di  famiglia povera, aveva scelta la sua per vocazione sincera.
sincera. Era un uomo intelligente e anche colto, che sapeva  di  lettere e di latino, tanto che una volta, essendo stato a
un uomo intelligente e anche colto, che sapeva di lettere e  di  latino, tanto che una volta, essendo stato a Roma, con un
l'italiano si erano perfettamente intesi nella lingua  di  Cicerone. Al contrario dell'altro prete di famiglia, don
nella lingua di Cicerone. Al contrario dell'altro prete  di  famiglia, don Ignazio, fratello del signor Antonio, egli
fratello del signor Antonio, egli amava la povertà, era  di  umore allegro, e l'unica sua debolezza era di mandar giú,
povertà, era di umore allegro, e l'unica sua debolezza era  di  mandar giú, fin dalla mattina, bicchierini di acquavite e
debolezza era di mandar giú, fin dalla mattina, bicchierini  di  acquavite e di vino buono. Fu Cosima a riceverlo, poiché il
mandar giú, fin dalla mattina, bicchierini di acquavite e  di  vino buono. Fu Cosima a riceverlo, poiché il padre finiva
pantaloni neri sui quali pendevano due larghe tasche colme  di  carte, di libri e di altre cose; mise il cappello sulla
neri sui quali pendevano due larghe tasche colme di carte,  di  libri e di altre cose; mise il cappello sulla sedia accanto
pendevano due larghe tasche colme di carte, di libri e  di  altre cose; mise il cappello sulla sedia accanto e il suo
e il suo viso roseo e sodo, col caso corto, s'illuminò  di  gioia quando la serva gli portò un calice di vino bianco.
s'illuminò di gioia quando la serva gli portò un calice  di  vino bianco. Anche la bambina piccola gli si era avvicinata
piccola gli si era avvicinata con confidenza, e tirava una  di  quelle tasche misteriose che attiravano a lui i fanciulli
a lui i fanciulli come comandava Gesú: anzi, la manina  di  lei s'introdusse nella spaccatura di quella specie di
Gesú: anzi, la manina di lei s'introdusse nella spaccatura  di  quella specie di bisaccia, e ne trasse un piccolo dolce
di lei s'introdusse nella spaccatura di quella specie  di  bisaccia, e ne trasse un piccolo dolce schiacciato nel suo
e ne trasse un piccolo dolce schiacciato nel suo involucro  di  carta velina. Cosima volle sgridarla; le diede un
con l'altro; e anche quella mattina discussero l'articolo  di  fondo di don Margotti, e poi la critica acerba che si
e anche quella mattina discussero l'articolo di fondo  di  don Margotti, e poi la critica acerba che si faceva alla
Margotti, e poi la critica acerba che si faceva alla moglie  di  un ministro del Governo usurpatore; poiché la signora era
con un vestito che si diceva costasse la favolosa somma  di  venti mila lire. Poi andarono tutti, comprese le bambine
che si attaccavano alla sottana dello zio come a quella  di  una donna, a vedere la puerpera.
una sua gentile mesta novella dal titolo fantastico  di  Dama Bianca ma dal contenuto altrettanto umano, profondendo
d'amore disgraziato e dentro a un pittoresco svariar  di  paesaggio salernitano tutto un tesoro di poetica
pittoresco svariar di paesaggio salernitano tutto un tesoro  di  poetica sentimentalità ma anche di sano senso della vita;
tutto un tesoro di poetica sentimentalità ma anche  di  sano senso della vita; sano senso che si compendia
felicemente nella chiusa della novella. (L'Indipendente  di  Trieste, 22 marzo 1899).
appare dai volumi editi Vuol fornire letture eleganti e  di  fine gusto, e vuole lettori, che abbiano l'una e l'altra
qualità; lettori, che non chiedano al libro solo il modo  di  passare il tempo, ma di passarlo con quel godimento, che
non chiedano al libro solo il modo di passare il tempo, ma  di  passarlo con quel godimento, che oggi chiamano spirituale,
é proprio loro, l'intelligenza e il sentimento. E scritti  di  tal natura pochi oggi in Italia possono darne come il
possono darne come il Fogazzaro, forse nessuno meglio  di  lui; ingegno, cui la natura ha dato, e non avaramente, così
cui la natura ha dato, e non avaramente, così la potenza  di  dar colpo a fantasmi, come forma scienziale a concetti
come forma scienziale a concetti reconditi. La provincia  di  Teramo, 18 giugno 1899.
— lo nomino con gran piacere: il signor Gustavo Guazzaloca  di  Bologna — parlandomi della difficoltà di trovare pei
Gustavo Guazzaloca di Bologna — parlandomi della difficoltà  di  trovare pei fanciulli un libro di lettura che non fosse
della difficoltà di trovare pei fanciulli un libro  di  lettura che non fosse noioso, m'incoraggiava benevolmente a
che non fosse noioso, m'incoraggiava benevolmente a tentare  di  scriverlo. Questo volume vorrebbe rispondere al desiderio
scriverlo. Questo volume vorrebbe rispondere al desiderio  di  quel bravo maestro, quantunque non scritto a posta per le
quantunque non scritto a posta per le scuole. Ho cercato  di  rispecchiare sinceramente e semplicemente la vita
la vita fanciullesca, e fare insieme opera d'arte e  di  diletto educativo. Quasi tutti gli scrittori di libri per
d'arte e di diletto educativo. Quasi tutti gli scrittori  di  libri per fanciulli si son creduti in dovere d'idealizzare
si son creduti in dovere d'idealizzare talmente la vita  di  queste creature umane iniziali, che esse non riescono
troppo diversi da loro, e nelle azioni e nel linguaggio  di  quei personaggi. Io credo che la viva ed efficace
passioncine, con tutti i vizietti e i dolori e gli slanci  di  bontà e di affetto che lo muovono ed agitano, possa
con tutti i vizietti e i dolori e gli slanci di bontà e  di  affetto che lo muovono ed agitano, possa raggiungere assai
della realtà; e questo vale maggiormente allorchè si tratta  di  creature capaci più di sentire che di pensare. Se il
vale maggiormente allorchè si tratta di creature capaci più  di  sentire che di pensare. Se il presente volume corrisponda,
allorchè si tratta di creature capaci più di sentire che  di  pensare. Se il presente volume corrisponda, oltre che alle