della prima superfice con cui si inizia il dipinto.
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L’abbozzo non si potrebbe intendere con miglior criterio pratico di quello suggerito dal Vibert: «Abbozzare coi colori ad olio come sono macinati
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Oltre che sulle tavole, colla tempera ad uovo si dipingeva sul muro, preparandolo con una leggera spalmatura di torlo d’uovo colla sua chiara
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Per la tempera che ora si prepara per lo più con colla di pelle, notato che in proporzioni eccessive si scaglia, ed in quantità troppo tenue lascia
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Tuttavia l’uso di confricare i colori colle dita o con lo sfumino infesta questo scorrevole mezzo di dipingere, quanto e peggio non lo si pratichi
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I colori esaminati da M. Chaptal (1) furono sette, trovati a Pompei nella bottega di un mercante di colori e indicati con numero progressivo per la
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nitro facevano deflagrazione, stimò che si mostravano con tutte le proprietà di una materia carbonifera pura.
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nei paesi nordici e più rosso in quelli meridionali. Soggiunge pure che fi preparava il colore battendo le conchiglie con istrumenti di ferro e che
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Più spesso l’industria rifacendo con processi più rapidi il lento lavorìo che si compie nelle viscere della terra o creando nuove combinazioni
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l’inerzia di fronte ai veicoli occorrenti per l’impiego dei colori e nei miscugli di colore con colore nell’infinità di combinazioni fatte dall
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Le adulterazioni più comuni dell’ossido di zinco sono fatte con solfato di barite, amido, creta, biacca, carbonato di calce, e si rintracciano
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conferita artificiosamente con colori d’anilina.
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È pure da notare che con la semplice triturazione di mercurio, zolfo e potassa, prolungata a freddo, per molto tempo si ottiene il cinabro.
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Il cinabro, se in pezzi, si deve scegliere molto pesante, brillante, con cristalli agati lunghissimi e di un bel colore rosso vivo. Il vermiglione è
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soluzione acquosa, ma l’allumina sola si presta con sicurezza pei colori che si devono usare con solventi diversi dall’acqua pura.
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Nel 1829 M. Robiquetet Collin ricavarono dal trattamento della radice della Robbia, con due terzi del suo peso d’acido solforico, una sostanza
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Questa resina arde con fiamma chiara, emanando odore aromatico piacevole. Ha perfetta affinità per l’alcool e si scioglie negli oli seccativi e nelle
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La resina dammara si compone di due resine: la resina alpha e la resina beta, ciascheduna con proprietà differenti. Per la sua grande solubilità e
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Si riconosce la mastice anche pel suo sapore astringente, e quando è falsificata colla sandracca, questa si scopre trattando la mastice in esame con
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le resine nell'olio essenziale in bottiglie o palloni di una capacità doppia della materia postavi dentro. Poi il recipiente di vetro, chiuso con
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Quando la vernice sarà completamente fredda, si tappa la bottiglia e si lascia riposare due o tre giorni, dopodichè si potrà adoperare la vernice con
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bottiglia all’aria per vario tempo, bisogna coprirla leggermente, mettendo una garza sul collo della bottiglia e sulla garza un coperchio di cartone con
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ricavano con differenti processi da molte piante e da certe parti di animali.
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fassi bollire tanto con acqua chiara che torna men che per mezzo. Poi la metti ben colata in certi vasi piani come conche da gialatina o bacini
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groppi saltati, con mastice di colla forte e segatura di legno, si commettevano le asse con colla di formaggio e calce, senza sprangature fisse in legno
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precedente, con un pennello di setola se ne dava uno strato generale spianando in tondo col palmo della mano per incorporare il gesso sottile con quello più
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colla durante l’operazione di stenderne con una spatola lo strato più o meno sottile che si desidera di ottenere. Secco il gesso si raschia ogni
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uguali. Poi piglia un pennello piccolo e pontìo di setole con un poco d’ocria senza tempera, liquida come acqua, e va ritraendo e disegnando le tue
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i contorni con spillo, passarla sull’ intonaco tamponando leggermente con uno straccio contenente polvere di carbone — però tutte le fondamentali
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posta allo scoperto in un gran vaso e buttatovi dentro dell’acqua bollita, con mescolarla tuttavia con un bastone, e il dì seguente metterla al sole
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Gli oli adoperati furono quelli di lino, di noce e di canape, che si facevano più seccativi con la copparosa bianca (solfato di zinco) calcinata.
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L’armonia che davano alle loro opere proveniva dal servirsi di colori lucidi, e le velature erano date con artificio, servendosi delle tinte locali
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Ma indipendentemente dal dipingere sulle tavole o sulle tele fu carattere perspicuo differenziale dell’arte italiana dalla fiamminga l’abbozzare con
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si trova il torlo poi, con un chiodo lungo, si pratichi un foro in fondo al guscio in modo che il torlo possa scolare così nella boccetta; questo è
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È bene però studiare gli effetti del pennello come quelli della matita con cui si disegna. Il pennello corto e tondo dà una pennellata soda e si
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basso; non bisogna metterli diritti in una tazza o in un bicchiere perché pigliano una cattiva piega. La meglio è lavarli bene con acqua e sapone ogni
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questo bisogna ogni giorno, finito il lavoro, raschiarla con cura e sfregarla bene con uno straccio inzuppato di essenza. I colori intatti che restano
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In genere è bene, prima di dare qualsiasi vernice a un quadro finito di recente o da tempo dipinto, lavarlo bene con acqua e sapone.
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dipingessero con quattro soli colori: il bianco di Milo, il giallo d’Atene, il rosso sinopico ed il nero, stemperati in una miscela di chiaro d’uovo e
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assorbente e scoperta, asciuga troppo lentamente e non è consigliabile, ma mescolato a parti eguali con l’essenza di trementina rettificata e dipingendo così
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un colore solubile nell’acqua, pertanto un colore non macinato con olì vegetali o minerali. Ci sono però dei colori a tempera che contengono olî e
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Tutte queste sostanze messe in una boccetta che si tura bene e si scuote con forza secondo il metodo già indicato. Bisogna pure scuotere la boccetta
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Non si può dire di conoscere con esattezza assoluta il modo con cui gli antichi dipingevano a encausto. Secondo gli scrittori antichi erano delle
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La tempera a cera con cui ho parecchie volte dipinto fu scoperta nel Seicento da un frate pittore spagnuolo chiamato Regueno. Consiste in un
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La macinazione dei colori e la loro conservazione (la tempera grassa con l’olio di lino cotto e quella con l’olio di papavero si conservano benissimo
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freddo con bianco, nero di vigna e un po’ di terra d’ombra o di terra di Siena bruciata. Sopra quest’impasto e dopo che sarà bene asciutto, si
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screpolature fanno la loro apparizione. Meglio è velare con colori a vernice una pittura a olio o a tempera eseguita a base di toni neutri e scuri. I
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sempliciotti che oggi quasi tutti usano, si può con una volgare tela a olio comperata dal mercante, con un po’ di trementina e un po’ d’olio di papavero, fare
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Fatto questo si campiscono i contorni con una preparazione di colori neutri; al solito: terre e nero. Tale preparazione si farà del tono che si vuole
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È bene comporre le ombre del verde mescolando del bruno van Dyck scuro con del giallo e del blu di cobalto.
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