Vocabolario dinamico dell'Italiano Moderno

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opere condotte fra coorti di discepoli ed aiuti,  che  tutto seppero imitare dai maestri, fuor che la sterminata
ed aiuti, che tutto seppero imitare dai maestri, fuor  che  la sterminata potenza del genio; l’unico enigma che
fuor che la sterminata potenza del genio; l’unico enigma  che  veramente essi lasciassero insoluto alla posterità.
riporta la severa lezione toccata a Sebastiano del Piombo  che  aveva rifatte alcune teste di Raffaello nel Palazzo
visitando Sebastiano dal Piombo il palazzo con Tiziano —  che  non sapeva dei guasti ivi arrecati nel sacco del 1827, nè
nel sacco del 1827, nè dei restauri eseguiti — giunti  che  furono davanti a quelle pitture, Tiziano chiese al suo
al suo compagno «chi fosse quel presuntuoso e ignorante  che  aveva imbrattati quei volti».
resine sono succhi  che  scolano da certe piante per incisioni naturali od
da certe piante per incisioni naturali od artefatte, e  che  il contatto dell’aria solidifica.
vernice a spirito di vino od altre all’infuori di quella  che  sto per indicare e che si compone di mastice in lacrime
vino od altre all’infuori di quella che sto per indicare e  che  si compone di mastice in lacrime sciolta nell’essenza di
sciolta nell’essenza di trementina bene rettificata,  che  si chiama perciò vernice da quadri.
allo stesso modo  che  Plinio dubitò che ai Greci spettasse l’invenzione della
allo stesso modo che Plinio dubitò  che  ai Greci spettasse l’invenzione della pittura, così il
così il Vasari ebbe il presentimento delle diverse opinioni  che  si sarebbero manifestate additando Giovanni Van-Eych quale
di Antonello da Messina, gli si affacciano le benemerenze  che  questi si andò procacciando dall’arte, come divulgatore in
riflessione: «ma perchè siccome non si dice cosa  che  non sia stata altra volta detta, così, forse, non si fa
sia stata altra volta detta, così, forse, non si fa cosa  che  forse non sia stata fatta», e l’elogio muore sul suo
e dell’ossido di manganese. È evidente, secondo sir Davy,  che  gli antichi conobbero la miniera di manganese in seguito
conobbero la miniera di manganese in seguito all'uso  che  essi facevano di colorire il vetro, ed egli esaminò a tal
ed egli esaminò a tal uopo dei vetri romani accertando  che  erano coloriti coll’ossido di manganese. Osserva inoltre
erano coloriti coll’ossido di manganese. Osserva inoltre  che  Plinio discorre di diverse ocrie brune e sopratutto di una
del manganese; e Teofrasto fa menzione di un fossile  che  si infiammava versandovi sopra dell'olio, proprietà che sir
che si infiammava versandovi sopra dell'olio, proprietà  che  sir Davy dice non appartenere ad alcuna altra sostanza
ai dissolventi  che  poterono, secondo il parere del Mérimée, costituire il
le vicende atmosferiche dell’aperto, ed il preparato bianco  che  il Mérimée trova costantemente posto sotto tutti i colori,
posto sotto tutti i colori, qualunque sia il materiale  che  riveste, non basta ad esplicare quali furono i processi del
basta ad esplicare quali furono i processi del dipingere  che  rispondettero e alle prove manifeste di una lunga
alle azioni del tempo ed a quella varietà di applicazioni  che  fu la caratteristica più saliente dello spirito decorativo
tempera grassa è quella  che  gli antichi chiamavano comunemente tempera d’olio e poi
e poi anche pittura ad olio; è questa seconda definizione  che  trasse in inganno parecchi scrittori d’arte moderni i quali
parecchi scrittori d’arte moderni i quali credettero  che  per pittura a olio gli antichi intendessero una pittura di
di colori macinati con l’olio come si usa oggi e pensarono  che  questo fosse il segreto dei fiamminghi, dei ponentini,
mentre si trattava semplicemente delle tempere grasse  che  i fiamminghi ed i tedeschi furono i primi a scoprire e
fenomeno del prosciugo o quello dell’aspetto opaco e neutro  che  prendono i colori abbenchè mescolati o coperti da una
i colori abbenchè mescolati o coperti da una sostanza  che  si vorrebbe loro mantenesse lucidità e trasparenza:
rilevante e nella condotta del lavoro per l’impedimento  che  apporta alla visibilità del colore che ne è fatto segno e
per l’impedimento che apporta alla visibilità del colore  che  ne è fatto segno e pei provvedimenti nocivi alla durabilità
e pei provvedimenti nocivi alla durabilità delle opere  che  ha suggerito e può determinare.
voglio parlare di alcuni modi di dipingere a olio  che  ho sperimentato io stesso e che mi hanno dato risultati
modi di dipingere a olio che ho sperimentato io stesso e  che  mi hanno dato risultati soddisfacenti.
legate dal più stretto dei vincoli. Ed arte pittorica di  che  mai, ove manchi l’effetto delle luci e dei colori; e
ove manchi l’effetto delle luci e dei colori; e tecnica in  che  potrebbe importare all’artista se non fosse che un vano
tecnica in che potrebbe importare all’artista se non fosse  che  un vano maneggio di tinte e solventi.
la chimica colla murexide,  che  l’inventore Prout aveva dapprima denominata porporato
denominata porporato d’ammoniaca, offre un prodotto  che  sciolto nell’acqua a 70° dà uno splendido colore porpureo,
porpureo, ma tutto ciò è ben lontano dalla porpora di Tiro  che  rimane per noi un colore puramente storico.
dai caratteri esterni  che  le resine presentano in natura, la copjpale e l’ambra
natura, la copjpale e l’ambra furono sempre reputate quelle  che  avrebbero meglio risposto alla difesa dei dipinti, onde la
fu incessante. Senonchè, non sciogliendosi queste resine  che  a fuoco nudo e non mescolandosi agli oli e alle essenze che
che a fuoco nudo e non mescolandosi agli oli e alle essenze  che  a temperatura elevatissima, il prodotto della soluzione è
ed occorre ben altro a percorrere le vie dell’arte,  che  dei maestri che si sentano in obbligo di far ridere gli
ben altro a percorrere le vie dell’arte, che dei maestri  che  si sentano in obbligo di far ridere gli allievi, o degli
in obbligo di far ridere gli allievi, o degli allievi  che  non possono studiare senza annoiarsi.
molecolare intima, vale a dire della condizione  che  la materia offre allo svolgersi delle leggi che governano
condizione che la materia offre allo svolgersi delle leggi  che  governano la luce, risulta da qualunque punto di vista si
si tenti di penetrare oltre l’impressione superficiale  che  un colore può destare.
rendersi conto mentre si lavora del tono  che  una parte qualsiasi del quadro avrà quando sarà verniciata,
intinto nell’emulsione oppure nell’acqua pura; fintanto  che  la pittura è bagnata il tono è quello che avrebbe se fosse
pura; fintanto che la pittura è bagnata il tono è quello  che  avrebbe se fosse verniciata, poi via via che l’emulsione o
tono è quello che avrebbe se fosse verniciata, poi via via  che  l’emulsione o l’acqua si prosciugano a contatto con l’aria
gli antichi  che  dipingevano ad olio su tavole e tele rese impermeabili da
da uno strato di colla o da quella preparazione oleosa  che  si è già descritta, ed usavano finire pezzo per pezzo il
in ogni modo, avvertendo rigorosamente di non ridipingere  che  sul colore bene asciutto, non poteva avvenire che il
che sul colore bene asciutto, non poteva avvenire  che  il prosciugo costituisse quella ragione così grave
costituisse quella ragione così grave d’interessamento  che  è poi diventato quando per l’abbandono dei cartoni studiati
sono troppe le obbiezioni  che  si potrebbero sollevare contro questo indizio su pitture
sollevare contro questo indizio su pitture corrose  che  lasciano al vivo il cemento calcare di fondo; talchè si
dire addirittura infondato se a mantenere il dubbio  che  i dipinti pompeiani e di Roma non potessero comprendere
potessero comprendere l’affresco fra i molteplici processi  che  lasciano scorgere non fosse ancora da notare che Vitruvio
processi che lasciano scorgere non fosse ancora da notare  che  Vitruvio nel prescrivere, pei muri «tre diritture di calce
degli intonachi pel buon fresco, ed altrove, avvertendo  che  quando i colori «sono indotti sopra le coperte non bene
questo non ispuntano ma stanno fermi», dà una prova sicura  che  la proprietà singolare degli intonachi di calce bagnata di
Armenini trattando dei colori per raffresco raccomanda  che  « tutti si abbiano in sua specie per quanto si può belli,
e distinti, imperocchè per ogni poca altra mistione  che  vi vada dentro, che le più volte è polvere con altri colori
imperocchè per ogni poca altra mistione che vi vada dentro,  che  le più volte è polvere con altri colori diversi, si turbano
a mente, come si è detto, il muro non brama altro colore  che  il naturale, che nasce dalla terra, che sono terre di più
si è detto, il muro non brama altro colore che il naturale,  che  nasce dalla terra, che sono terre di più sorta di colori
brama altro colore che il naturale, che nasce dalla terra,  che  sono terre di più sorta di colori delle quali io credo che
che sono terre di più sorta di colori delle quali io credo  che  ne sia per ogni banda d’Italia abbastanza per essere
assenza di screpolature dai dipinti egiziani, proprietà  che  non si può ottenere da glutini che essiccandosi assumano
egiziani, proprietà che non si può ottenere da glutini  che  essiccandosi assumano consistenza vitrea, M. Ettore Leroux
assumano consistenza vitrea, M. Ettore Leroux ritiene  che  si mescolasse del miele alle tempere, poichè è indubitato
si mescolasse del miele alle tempere, poichè è indubitato  che  la tempera fu usitatissima dagli Egizi, rilevandosi anche
si vede nulla  che  avverta della comprensione di un abisso fra l’arte
opinione era quella del tempo ed era stata quella di tanti  che  l’avevano preceduto. Anzi era quella istessa dei suoi
al restauro, la mera impressione visiva, tanto è vero  che  il dibattito non isfiorò mai che la esteriorità del
visiva, tanto è vero che il dibattito non isfiorò mai  che  la esteriorità del restauro.
verso quella massima durabilità di cui sono suscettibili e  che  dimostrano di avere raggiunto in tante opere del passato,
meno alla cattiva qualità di certe materie adoperate  che  alla mancata osservanza di quelle norme che la natura
adoperate che alla mancata osservanza di quelle norme  che  la natura particolare di quelle materie richiedevano perchè
le eventuali cause di alterazione, potendosi così dedurre  che  il criterio tecnico non consiste nella semplice facoltà di
tecnico non consiste nella semplice facoltà di riconoscere  che  un prodotto qualsiasi naturale o artificiale corrisponde ad
naturale o artificiale corrisponde ad un determinato tipo e  che  la ripetizione metodica di un processo d’applicazione
ma sta nel sapersi innalzare alla comprensione delle cause  che  richiedono di mantenere costanti certe proprietà del
si proclama o si vuole proclamare  che  si conserva, e non si restaura più, che il ritocco non lo
si vuole proclamare che si conserva, e non si restaura più,  che  il ritocco non lo si pratica e che non si puliscono i
e non si restaura più, che il ritocco non lo si pratica e  che  non si puliscono i dipinti, il carattere immediato del
naturale del dipinto, si presenta così ridotta da parere  che  fosse sempre stato in tal modo, in che consiste il dannoso
ridotta da parere che fosse sempre stato in tal modo, in  che  consiste il dannoso ed anzitutto il riprovevole del
si giudica il vetro abbastanza caldo  che  non abbia da spezzarsi, si appoggi con riguardo sulla parte
si appoggi con riguardo sulla parte più moderata,  che  non deve essere quasi più niente che cenere calda. Si lasci
parte più moderata, che non deve essere quasi più niente  che  cenere calda. Si lasci un momento allo stesso posto, poi si
poco, per gradi, sul fuoco più vivo, ma senza alcuna parte  che  fiammeggi o guizzi; si rimuova spesso la bottiglia
rimozione completa della vernice, esso non può derivare  che  dalla speranza o dalla convinzione o dall’obbligo imposto
allo stadio raggiunto quando si applicò la vernice  che  si vuole rimuovere e che si suppone esistere sotto questa
quando si applicò la vernice che si vuole rimuovere e  che  si suppone esistere sotto questa vernice, o infine per
quel qualsiasi stato raggiunto dal dipinto sotto la vernice  che  si vuol togliere, nella speranza o convinzione che sia
vernice che si vuol togliere, nella speranza o convinzione  che  sia sempre preferibile dell’aspetto assunto dal dipinto per
dell’aspetto assunto dal dipinto per via della vernice  che  si è deciso di levare.
è  che  cercando di penetrare negli elementi più semplici
penetrare negli elementi più semplici costituenti i corpi  che  è possibile intravedere la complessità degli effetti della
preventiva preparazione di questa varietà d’ingredienti,  che  un sano criterio d’applicazione, unito ad una vigilanza
l’indole dei materiali stessi, da quelle alterazioni  che  non scongiurate a tempo inducono a rovina le opere,
a sollevare il lavoro dell’artista, dalla cura soverchia  che  avrebbe arrecato il provvedere minuziosamente tocco per
prefissa di colori e solventi; seppure non si potesse dire  che  essendo mancato un materiale pieghevole a questa condizione
sarebbe mancata l’arte stessa, come avviene nelle industrie  che  si valgono dell’arte condizionata tanto a ragioni di
a ragioni di incompatibilità fra certe materie coloranti,  che  l’arte rimane sopraffatta dal procedimento tecnico.
colori, del quale non se ne potrebbe nè dire nè fare quello  che  non ne sia più». Nel processo per estrarlo dalla pietra
sia più». Nel processo per estrarlo dalla pietra naturale,  che  egli colla consueta precisione descrive minuziosamente, è
descrive minuziosamente, è notevole questo passo: «E nota  che  se la detta pria lapis lazzuli non fusse così perfetta, o
se la detta pria lapis lazzuli non fusse così perfetta, o  che  avessi triata la detta pria che l’azzurro non rispondesse
non fusse così perfetta, o che avessi triata la detta pria  che  l’azzurro non rispondesse violante, insegno a dargli un
di grana pesta e un poco di verzino: cuocili insieme, ma fa  che  il verzino o tu ’1 grattugia, o tu il radi con vetro; e poi
liscivia e un poco di allume di rocca; e quando bogliono  che  vedi è perfetto color vermiglio, innanzi ch’abbi tratto
dito rimescola bene insieme ogni cosa; e tanto lascia stare  che  sia asciutto senza o sole o fuoco, e senz’aria. Quando il
trovi asciutto mettilo in cuoro o borsa e lascialo godere  che  è buono e perfetto». Ma questa pratica che, presa sul
quanto si è esposto induce a ritenere  che  la questione del restauro pittorico non fu mai abbordata da
quali incominciarono assai presto, perchè già Plinio narra  che  Pausia incaricato di rifare delle pitture di Polignoto,
dal tempo, non vi riescì, e nota l’imperizia del pittore  che  rovinò un quadro di Aristide che si conservava a Roma nel
l’imperizia del pittore che rovinò un quadro di Aristide  che  si conservava a Roma nel tempio di Cerere; quadro che dal
che si conservava a Roma nel tempio di Cerere; quadro  che  dal Pretore M. Junnio si voleva fare ripulire in occasione
pratico dell’arte, fosse pure coll’aiuto di un formulario  che  sapesse contemplare tutte queste circostanze, senza un
un concetto generale chiaro, anticipato, dei risultati  che  conseguono alle modalità d’impiego dei propri mezzi
dei propri mezzi materiali e sopratutto delle cause  che  impongono i provvedimenti che devono precedere od
e sopratutto delle cause che impongono i provvedimenti  che  devono precedere od accompagnare l’esecuzione.
attenzione questa diligenza estrema nel condurre un disegno  che  si andava distruggendo poi ad ogni sovrapposizione
poi ad ogni sovrapposizione dell’ultimo intonaco  che  doveva accogliere i colori.
è certamente troppo azzardato credere  che  la fabbricazione dei colori non avanzasse molto nel periodo
molto nel periodo di tempo trascorso fra la catastrofe  che  seppellì Pompei, Ercolano e Stabbia e la caduta dell’impero
Ercolano e Stabbia e la caduta dell’impero Romano. Roma,  che  tanto sviluppo diede all’architettura, non seppe elevarsi
dalla imitazione formale della pittura greca e piuttosto  che  degli artisti ebbe dei dilettanti, deboli garanzie, per
l’opinione concepita sulle ricerche moderne e sulle qualità  che  potè avere l’encausto praticato dagli antichi, non rimane
l’encausto praticato dagli antichi, non rimane meno certo  che  l’uso della cera ebbe largo impiego nella pittura,
nella pittura, documentato abbastanza dagli scrittori  che  ne videro i saggi (1), e come Vitruvio e Plinio, ne
ne conobbero la tecnica, forse tanto comune da non dubitare  che  se ne perdessero le tradizioni e tramandarle ai posteri,
e tramandarle ai posteri, con tutte quelle particolarità  che  specialmente in Plinio sono così frequenti nella sua
tutto l’encausto o bruciamento non si riducesse al fatto  che  allo scaldare la cera che serviva di vernice ultima alla
non si riducesse al fatto che allo scaldare la cera  che  serviva di vernice ultima alla comune pittura a tempera, a
farà sudare quella cera scaldandola col parete, e farà sì  che  si stenda ugualmente, dappoi con una candela et con un
con una candela et con un lenzuolo netto la freghi al modo  che  si nettano le nude statue di marmo, e questa operazione
Causis. Così la coperta della cera punica non permette  che  lo splendore della Luna nè i raggi del Sole toccando levino
il particolare colore, per via anzitutto della materia  che  lo compone, per l’aria e per l’acqua che si interpongono
della materia che lo compone, per l’aria e per l’acqua  che  si interpongono negli spazi molecolari, d’onde non solo
negli spazi molecolari, d’onde non solo tutti i colori  che  può assumere a seconda di questi, ma ciò che importa
tutti i colori che può assumere a seconda di questi, ma ciò  che  importa rilevare, ed è della più facile comprensione,
di quell’aria, da cui si precisa una colorazione, fissa fin  che  durano tali circostanze, debba discenderne un cambiamento
cambiamento ed anche una scomparsa per le più lievi cause  che  intervengano ad alterarvi il modo di propagarvisi della
spessore di una bolla di sapone svolgersi, man mano  che  si assottiglia, tutte le più fantastiche iridescenze che la
che si assottiglia, tutte le più fantastiche iridescenze  che  la fantasia possa concepire.
oli essenziali fu sempre preferita l’essenza di trementina,  che  se pure evaporando trascina qualche cosa dell’olio che
che se pure evaporando trascina qualche cosa dell’olio  che  scioglie, ciò non avviene che in misura affatto
qualche cosa dell’olio che scioglie, ciò non avviene  che  in misura affatto trascurabile.
assai più gravi per gli effetti  che  si riverberarono sulla conservazione delle opere si mostrò
sulla conservazione delle opere si mostrò l’uso dei neri  che  l’imitazione dei leonardeschi inoculò a tutte le scuole
della penisola, superato solo dall’abuso dell’asfalto  che  nei tenebristi preludiava la vicina scomparsa d’ogni
ma questa, mancando l’affinità e la permeabilità  che  si aveva nell’imprimitura a gesso, non sarà più garantita
da quella specie di uncinatura o ramificazione minuta  che  si è veduto avvenire per capillarità ad assicurare
assicurare l’abbozzo; e la nuova aderenza non avverrà più  che  per semplice contatto, quella che dà luogo più facilmente
aderenza non avverrà più che per semplice contatto, quella  che  dà luogo più facilmente al crollo di pezzi di colore se il
alterazione dei toni di questi dipinti, le screpolature  che  si contano dapprincipio e finiscono in una rete minuta che
che si contano dapprincipio e finiscono in una rete minuta  che  offende l’occhio a distanza, i disgustosi raggrinzamenti
di temperatura producono di consueto la salutare reazione  che  conduce il giovane artista a ritornare sui suggerimenti dei
maestri, a consultarsi coi colleghi, a ricercare gli autori  che  si sono occupati dell’insegnamento pratico del dipingere.
 che  le sostanze coloranti adoperate sino dalla più alta
del materiale pittorico per la durabilità delle opere,  che  resterebbe scosso dal fondamento, finchè permanesse il
scosso dal fondamento, finchè permanesse il dubbio  che  gli antichi pittori si fossero avvantaggiati di colori
nei quali risiedesse il privilegio di quella conservazione  che  è scopo delle ricerche tecniche odierne di raggiungere.
e nel premunirsi contro gli effetti del tempo, sapendosi  che  l’aria corrode il ferro, che l’acqua scava dei canali nelle
effetti del tempo, sapendosi che l’aria corrode il ferro,  che  l’acqua scava dei canali nelle pietre, mentre colla massima
colla massima indifferenza, si espongono e si pretende  che  si possano esporre a tutte le intemperie dei climi più
più crudi le più sottili superficie di colori, confidando  che  debbano durare per dei secoli; anzi si vuole addirittura
si dimentichi ricordando certi esempi di durata di colori  che  fanno le spese di dimostrazione inconfutabile, come questi
di straordinaria durata siano dovuti alle condizioni più  che  eccezionali, rarissime, in cui si trovarono quei colori che
che eccezionali, rarissime, in cui si trovarono quei colori  che  poterono resistere oltre il tempo normale per queste
Cennino Cennini al capitolo LXVII del «Libro dell’arte»,  che  tratteggia con rara semplicità e chiarezza le pratiche
lavorare in muro (che è il più dolce e il più vago lavorare  che  sia), prima abbi calcina e sabbione, tamigiata bene l’una e
E intridili bene assieme con acqua, e tanta ne intridi  che  ti duri quindici dì o venti. E lasciala riposare qualche
quindici dì o venti. E lasciala riposare qualche dì, tanto  che  n’esca il fuoco: chè quando è così focosa scoppia poi lo
il fuoco: chè quando è così focosa scoppia poi lo ’ntonaco  che  fai. Quando se’ per ismaltare, spazza bene prima il muro, e
cazzuòla a cazzuola; e smalta prima una volta o due, tanto  che  venga piano lo ’ntonaco sopra il muro. Poi quando vuoi
e un poco rasposo. Poi secondo la storia o la figura  che  de’ fare, se lo intonaco è secco, togli carbone, e disegna
della tavolozza e il modo di disporvi i colori dirò quello  che  ho detto per i pennelli: ciascuno ha le sue abitudini. Solo
pennelli: ciascuno ha le sue abitudini. Solo farò osservare  che  bisogna tenere la tavolozza sempre perfettamente pulita in
tenere la tavolozza sempre perfettamente pulita in modo  che  quando non vi sono colori sopra si veda ovunque il legno
con uno straccio inzuppato di essenza. I colori intatti  che  restano non bisogna lasciarli poiché quando si riprendono
delle parti più o meno prosciugate e così capita alle volte  che  dei pezzetti di colore asciutto vanno sulla tela e danno
specie se si tratta d’un modellato delicato o d’una pittura  che  si vuole particolarmente finita. Bisogna quindi con la
levare i colori intatti e metterli in un piatto fondo  che  si empirà d’acqua. Quando si riprende il lavoro si
quegli stessi oggetti dipinti  che  si mostrano come testimoni del potere di certi colori
antiche, il conservato è sempre prevalente in quelle parti  che  normalmente si vedono resistere dippiù nelle comuni
nelle comuni pitture. Questo primo riscontro avverte già  che  se sulla pittura di una parete a settentrione riscontransi
parete a settentrione riscontransi i colori meno conservati  che  sul muro a mattino, tanto nei dissepolti edifizi di Pompei
sul muro a mattino, tanto nei dissepolti edifizi di Pompei  che  in qualunque casa moderna, per spiegare la conservazione
ma più ragionevolmente all’intervento di una causa generale  che  arrestando il processo normale di deperimento di quelle
di quelle pitture tanto dal lato di settentrione  che  di mattino, le condusse sino al momento della scoperta,
comprensibile è  che  i colori non debbano nell’atto del lavoro per le mescolanze
dipinto essere soggetti a repentini cambiamenti e meno poi  che  si dovesse aspettare che da colori bianchi, rossi, verdi
a repentini cambiamenti e meno poi che si dovesse aspettare  che  da colori bianchi, rossi, verdi dovessero per reazioni
dei neri o dei violetti — inconvenienti ed inciampi  che  ridurrebber l’arte del dipingere ai gradi inferiori appunto
ai gradi inferiori appunto per queste impotenze di dominio  che  riducono l’artista schiavo e non padrone dei propri mezzi
di materiali ubbidienti alla mano ed all’intelligenza  che  deve guidarli.
accompagnato da un’esalazione così forte e così prolungata,  che  da sola avverte come debba scomparire alcunchè dell’olio
avverte come debba scomparire alcunchè dell’olio piuttosto  che  avvenire un aumento qualsiasi, si mostra in speciale modo
di volume, dal costante incurvarsi delle squame di colore  che  si distaccano dai dipinti verso l’infuori, cioè verso la
della diminuzione della superfice esteriore del colore,  che  è l’aria.
il fosfato di manganese, due colori violetti affatto nuovi  che  l’industria garantisce con tale concordia che è giuocoforza
affatto nuovi che l’industria garantisce con tale concordia  che  è giuocoforza annoverarli se non fra i più solidi
fra i più splendidi per l’arte, in attesa di quello  che  ne dirà l’avvenire.
tutta dalla preventiva scelta del materiale. Bisogna  che  delle cause meccaniche come il lungo attrito delle pioggie
strappato il colore perchè questo si distacchi, oppure  che  il salnitro sviluppatosi nel muro od anche delle muffe che
che il salnitro sviluppatosi nel muro od anche delle muffe  che  alterino chimicamente i colori, ne producano la caduta in
in forma quasi polverosa: tutte circostanze ed effetti  che  sono estranei alla opera del pittore.
sono ancora  che  la sotterrano dopo che l'hanno così purgata, e ce la
sono ancora che la sotterrano dopo  che  l'hanno così purgata, e ce la tengono molti anni innanzi
l'hanno così purgata, e ce la tengono molti anni innanzi  che  l’adoprino; ed altri fanno il medesimo sopra i letti al
il medesimo sopra i letti al discoperto; ci sono di quelli  che  la compongono per la metà col marmo, il quale è prima pesto
quale è prima pesto da loro sottilmente; si è veduto ancora  che  posta allo scoperto in un gran vaso e buttatovi dentro
un dipinto nel quale il bianco del fondo non avesse servito  che  per la trasparenza delle mezze tinte e degli scuri, mentre
lumi vi fossero ottenuti con tinte a corpo, non sarebbe più  che  una tempera, perchè fare questione del bianco della carta o
bianco della tela o del bianco del gesso sotto un colore  che  per quanto trasparente non lascia più vedere la natura del
trasparente non lascia più vedere la natura del bianco  che  gli dà trasparenza sarebbe perfettamente inutile, non
sarebbe perfettamente inutile, non essendo il fondo  che  dà il nome a questo processo, ma la consistenza acquosa
quanto spreco di materiali e di fatiche distanzia la mano  che  si è quasi identificata col pennello e il braccio che lo
mano che si è quasi identificata col pennello e il braccio  che  lo dirige, e l’impaccio visibile dell’inesperto pittore a
rendendo ora troppo intensa, ora troppo pallida la tinta,  che  titubante, stanco, avvilito, arrischia sulla tela principio
sulla tela principio o seguito di un colorito falso,  che  trascinerà inevitabilmente ad altri colori contermini
più lontani dal vero e destinati a imminenti alterazioni,  che  le dimenticate cautele per la durabilità del lavoro

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