Se si ammette che la forza di cui si parla nella Lex II sia definita staticamente, la Lex II stessa assume un significato più ristretto
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La Lex II viene interpretata come esprimente da sola l'equazione generale del moto
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Lex II. Mutationem motus esse proportionalem vi impressa, et fieri secundum lineam rectam qua vis illa imprimitur.
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Lex I. Corpus omne perseverare in statu suo quiescendi vel movendi uniformiter in directum, nisi quatenus a viribus impressis cogitur statum illum
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la quale nella sua espressione matematica comprende, per f = o , la Lex 1. Onde vi è qui, pel MACH, un difetto di sovrabbondanza!
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La Lex I esprime quel principio d'inerzia cui il MACH osserva Galileo essere stato condotto come a caso limite, dallo studio del moto dei gravi sul
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Interpretiamo dunque il testo newtoniano in questo senso: la Lex II si riferisca al moto incipiente, la Lex I al moto su cui non agiscono forze; la
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(Lex I).
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Abbiamo accennato che la legge generale del moto si ottiene integrando la legge del moto incipiente (Lex II di NEWTON) con quella d'inerzia, e
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1) Le relazioni della consueta legge d'inerzia (Lex I) col principio d'inerzia generalizzato;
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Ora se vogliamo postulare esplicitamente ciò che occorre aggiungere alla legge del moto incipiente, in luogo della Lex I, enunceremo il seguente
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