dell'ordinario spazio di Euclide.
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struttura dello spazio; dalle ricerche di GAUSS, LOBATSCHEWSKY, BOLYAI, RIEMANN, HELMHOLTZ, fino alle più recenti, che abbiamo esposte nel nostro
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Da un tale esame risulterà dunque chiarito come il resultato negativo, a cui conducono certe posizioni del problema dello spazio, non tolga la
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scuola kantiana la tesi pregiudiziale: non potersi parlare della Geometria come di una scienza fisica, perchè lo spazio non risponde ad alcun oggetto
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Così alla tesi di KANT che nega l'esistenza di un oggetto reale rispondente alla parola «spazio», si oppone con HERBART il riconoscimento della
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L'accezione della parola «spazio» che designa un corpo infinitamente grande, non è la sola che riposi sopra un procedimento di definizione
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riferentisi ugualmente a materie diverse, non una relazione fisica assolutamente generale, propria dello spazio in sè, la quale conservi un senso
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nostre conoscenze, implichino un reale cambiamento dello spazio, cioè dei rapporti significati con questo nome.
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fisiche per le quali lo stesso spazio in cui viviamo apparirebbe dotato di proprietà differenti da quelle della nostra Geometria. E basta a tal uopo
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di spazio, che presiede ai processi associativi delle nostre sensazioni attuali (della vista e del tatto), è riguardata come a priori rispetto a
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colla parola «punto», per studiare, sotto il nome di spazio, forme geometriche molto diverse.
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Lo spazio, riguardato nella mente del geometra, non è soltanto una intuizione, secondo la quale si ordinano le immagini sensoriali, bensì è anche un
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proprietà geometriche relative allo spazio ordinario (postulati), si traducano in proposizioni valide per la Geometria dei cerchi.
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Dall'epoca d'EUCLIDE, fino ai principii del secolo scorso, era universalmente ammesso che noi possediamo nel concetto dello spazio, quale esso
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valore di una certa costante, impropriamente detta curvatura, viene a cadere sotto il concetto di uno spazio, più generale dell'ordinario.
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b) vale una delle due ipotesi non euclidee, ma la curvatura (negativa o positiva) dello spazio è molto piccola, e quindi il parametro k di
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La costante prende il nome di curvatura dello spazio (per certe analogie colla teoria delle superficie); essa si riduce = O nell'ipotesi euclidea
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Questa è la conclusione di Lobatschewsky: la quale si può enunciare dicendo: Nello stato attuale delle nostre conoscenze, lo spazio fisico è da
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dimensioni (superficie)costituente il loro spazio.
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spazio, radicalmente diverse per un osservatore contenuto nei limiti ristretti della nostra esperienza, e per uno che codesti limiti possa notevolmente
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Ora non intendiamo per parte nostra di esaminare il problema dello spazio sotto questo aspetto (2 A parte le vedute biologiche generali, crediamo
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. 27) vuoi fare derivare laplanaritàdello spazio intuitivo dalla disposizione delle ossa atta a favorire il movimento rettilineo, benchè sia all'opposto
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tal natura, che alcun fisiologo, lavorante alla questione psicologica dello spazio, può dispensarsi dall'apprenderli.
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soluzione abbastanza soddisfacente del problema, che intende a spiegare fisiologica mente «come si riesca a determinare una posizione nello spazio».
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Passiamo ora a discutere in particolare gli elementi concettuali delle rappresentazioni di spazio, fornite dai varii sensi. L'ordine della
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meccaniche; ma, tutto confrontato, sembra che gli elementi costruitivi primordiali, che entrano più spiccatamente a formare lo spazio tattile
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di cui già abbiamo discorso. In questo ultimo stadio l'interesse fisico della questione dello spazio prevale sui criterii logici di ordinamento
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una proiettiva, riferentisi alla medesima varietà di punti (lo spazio).
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dimensioni,. cioè al medesimo spazio.
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spazio metrico-proiettivo, viene anzitutto a determinarsi la rappresentazione di questo, come quella di unospazio infinito; la illimitatezza della
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astrazione, eseguite sugli elementi costruttivi dello spazio.
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delle esperienze elementari ed inconsciamente ripetute che vengono rievocate nella visione immaginativa o intuizione dello spazio; ma più ancora esse ci
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A rendere possibile l'associazione suaccennata interviene quindi una ipotesi, cioè che le fasi parziali di un fenomeno, successive nello spazio
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A prescindere dunque dal criterio della misura, la successione temporale viene così resa indipendente dallo spazio soltanto nell'ordine
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1) il trasporto di un dato fenomeno nello spazio conformemente al postulato della misura del tempo; p. es., il trasporto della clessidra o
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postulato anzidetto, congiunto alla supposizione geometrica fondamentale delle simmetrie fenomeniche (omogeneità dello spazio), ma soltanto sotto la
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Ebbene, la contraddizione. è da interpretarsi nel senso che la rappresentazione nostra e quella dei Greci non si riferiscono al medesimo «spazio
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presupposto fondamentale di una rappresentazione astratta dei dati meccanici, dove questi vengono associati subordinatamente ai concetti di spazio e di
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rappresentazione acquistata dello spazio fisico; tuttavia il contenuto di questa rappresentazione è estendibile, e le considerazioni precedenti mostrano che
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dalla simmetria rispetto al piano perpendicolare in O alle due forze, nel secondo dalla simmetria dello spazio rispetto al segmento AB e al suo punto
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uno spazio m quiete assoluta, come massa un numero appartenente al corpo preso isolatamente da tutti gli altri (prodotto della massa per la densità
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È evidente che la parola «etere» surrogata semplicemente allo «spazio vuoto» non dice nulla di più. Ma diverso è il caso se si ammette p. es
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dai concetti di spazio e di tempo, colla costruzione di una Statica e quindi di una Dinamica che comprende la Statica stessa come caso particolare.
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; importa cioè la diretta associazione, nello spazio o nel tempo, dei gruppi di sensazioni che corrispondono alle parti sommate.
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all'analogia fra suono e luce, tende a rappresentare il fenomeno luminoso come vibrazione di un mezzo elastico, l'etere, riempiente l'intero spazio.
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elettro-magnetico futuro, dato lo stato attuale; esse ci dicono infatti come ogni perturbazione elettro-magnetica locale si propaghi nello spazio e nel
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volontà, trascendentalmente intesa come al di fuori dei suoi atti, fuori dello spazio e del tempo, viene a prendere il posto della sostanza, o della
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comune, presentando un'elaborazione completa dei dati dei sensi diversi, da cui la rappresentazione dello spazio trae la sua origine. Ma non è qui il
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insegnarci qualcosa di determinato nei riguardi di un'epoca o di un ambiente, poichè certe connessioni, estremamente generali nello spazio e nel tempo, sono
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