riflessione piena di mestizia. Si sentiva malato ancora, d'un male che non è febbre, ma che filtra come una febbre ghiacciata nelle midolle delle ossa
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dal flutto veloce, si slancia in alto, si contorce. Dal sottilissimo strappo che fende il manto boscoso di quelle rupi filtra nelle tenebre un ver
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ardente lasciò un solco che più non scompare; ma la lagrima che non è raccolta dalla mano o dal labbro di un'anima amica filtra lenta lenta nel cuore, e vi
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sterile. Kafka batte il cammino opposto: dipana senza fine le allucinazioni che attinge a falde incredibilmente profonde, e non le filtra mai. Il lettore le
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Accademia della crusca
