minacciato di fare. - Che badi bene, però, - ha detto a mia | sorella | - che badi di rigar diritto! Io mi son già pentito di quel |
IL GIORNALINO DI GIANBURRASCA -
|
bicicletta... e perché? Perché ho la disgrazia di avere una | sorella | nervosa che di nulla nulla si spaventa. È giusta? |
IL GIORNALINO DI GIANBURRASCA -
|
tempo della repubblica di Salò mia | sorella | aveva ventitre anni. Era staffetta partigiana, il che |
La stampa terza pagina 1986 -
|
e poiché non ci riuscì, rubò la bicicletta di mia | sorella | ai piedi delle scale. Adocchiò quel mitra così mal nascosto |
La stampa terza pagina 1986 -
|
mitra così mal nascosto e fece una cauta offerta, che mia | sorella | saviamente rifiutò. Dopo quella strana visita, e letta la |
La stampa terza pagina 1986 -
|
rifiutò. Dopo quella strana visita, e letta la lettera, mia | sorella | ebbe l' idea di andare a chiedere mie notizie al Comando |
La stampa terza pagina 1986 -
|
Che aspettasse con fiducia. All' uscita dal Comando, mia | sorella | si accorse di un fatto curioso. Era pedinata: il solito |
La stampa terza pagina 1986 -
|
avevano segnalato le mosse e i contatti "sospetti" di mia | sorella | alla polizia italiana, che si era mossa con tempestività ma |
La stampa terza pagina 1986 -
|
bussò alla porta, e molto cerimoniosamente invitò mia | sorella | a un colloquio. Fu un colloquio confuso: mia sorella mi |
La stampa terza pagina 1986 -
|
mia sorella a un colloquio. Fu un colloquio confuso: mia | sorella | mi dice che verteva principalmente su Cravero, che i |
La stampa terza pagina 1986 -
|
si limitò a una sommaria occhiata alla soffitta in cui mia | sorella | abitava allora. Non c' è dubbio che vide la mummia del |
La stampa terza pagina 1986 -
|
quelli. Verso agosto, non senza dolori burocratici, mia | sorella | ottenne di riprendere possesso del nostro alloggio, che era |
La stampa terza pagina 1986 -
|
il soprammobile e il monumento di se stesso. La mia mite | sorella | lo oliò bene e lo nascose nella libreria, dietro le opere |
La stampa terza pagina 1986 -
|
notizia. _ Non lo vedi? È un Beretta, _ mi rispose mia | sorella | con non simulata naturalezza. Il mitra rimase dietro Balzac |
La stampa terza pagina 1986 -
|
- E così quando dipingerai penserai un poco anche alla tua | sorella | lontana, non è vero? - La voce con la quale mia sorella ha |
IL GIORNALINO DI GIANBURRASCA -
|
tua sorella lontana, non è vero? - La voce con la quale mia | sorella | ha detto queste parole era così affettuosa che mi sarei |
IL GIORNALINO DI GIANBURRASCA -
|
scritto a una certa signora Merope Castelli, che è una sua | sorella | maritata a Bologna, di venire qui con la figlia per |
IL GIORNALINO DI GIANBURRASCA -
|
per conoscere la sua futura cognata che sarebbe la mia | sorella | Virginia. Ormai pare che per lo sposalizio tutto sia |
IL GIORNALINO DI GIANBURRASCA -
|
della misericordia terrestre. Era lei che portava alla | sorella | Regina le suppliche dei servi infermi, dei coloni poveri, |
LEGGENDE NAPOLETANE -
|
mani. Ma non leggeva. - Mi è lecito rimanere accanto a voi, | sorella | mia? - chiese timidamente Donnalbina. - Rimanete, sorella - |
LEGGENDE NAPOLETANE -
|
sorella mia? - chiese timidamente Donnalbina. - Rimanete, | sorella | - disse brevemente Regina. Regina era più smorta |
LEGGENDE NAPOLETANE -
|
infine Regina, scuotendosi. - Voleva dirvi che la nostra | sorella | Donna Romita mi pare ammalata. - Non me ne addiedi. |
LEGGENDE NAPOLETANE -
|
è il suo, che non trovi rimedio? - Donna Romita soffre, | sorella | mia. Nella notte è angosciosa la veglia ed agitati i suoi |
LEGGENDE NAPOLETANE -
|
- Io credo saperla - rispose, facendosi coraggio, la | sorella | minore. - Ditela, dunque. - Ma la vedete voi? - Ve la |
LEGGENDE NAPOLETANE -
|
pietà? - gridò Donna Regina, rialzando bruscamente la | sorella | in un impeto di collera per chi me la chiedi? - Per Donna |
LEGGENDE NAPOLETANE -
|
- mormora a bassa voce Donna Romita. - Veniamo a dirvi, | sorella | nostra - prende a dire Donnalbina - che dobbiamo dividerci. |
LEGGENDE NAPOLETANE -
|
le nostre dolci amiche, e care abitudini; lasciamo voi, | sorella | amata, per quanto offesa. Il chiostro ne aspetta. a voi |
LEGGENDE NAPOLETANE -
|
dello sposo, il bacio dei figliuoli… - Voi v'ingannate, o | sorella | - rispose Donna Regina lentamente. - È da tempo che ho |
LEGGENDE NAPOLETANE -
|
Donna Regina sulla guancia e ne furono baciate. - Addio, | sorella | mia. - Addio, sorella mia. - Addio, sorelle. Donna Regina |
LEGGENDE NAPOLETANE -
|
guancia e ne furono baciate. - Addio, sorella mia. - Addio, | sorella | mia. - Addio, sorelle. Donna Regina si alzò, prese lo |
LEGGENDE NAPOLETANE -
|
mio caro, sai che cos'era che aveva fatto tanta paura a mia | sorella | e aveva messo sottosopra il vicinato? Un semplice vestito |
IL GIORNALINO DI GIANBURRASCA -
|
colle dita sovra la tastiera di avorio, parlò alla | sorella | d'amore. - Vegli, o Speranza? - Veglio. - Finalmente le |
ABRAKADABRA STORIA DELL'AVVENIRE -
|
dal lattaio e poi la ricondusse fino alla porta di casa. La | sorella | maggiore già s'affrettava a scender le scale per non |
IL RACCONTAFIABE - Seguito al "C'era una volta …" -
|
si ridusse in fin di vita. Prima di morire, si rivolse alla | sorella | maggiore: - Ti raccomando quella poverina. Ora che non ci |
IL RACCONTAFIABE - Seguito al "C'era una volta …" -
|
esser tu la Zoppina! E la vecchia morì. Rimaste sole, la | sorella | maggiore si tenne per padrona addirittura. Se la nonna le |
IL RACCONTAFIABE - Seguito al "C'era una volta …" -
|
e riempiva la camera del suo profumo. Quando la | sorella | la sgridava: - Zoppina! Zoppinaccia ... Zoppaccia del |
IL RACCONTAFIABE - Seguito al "C'era una volta …" -
|
nascose quell'altro nell'armadio, per via della sorella. La | sorella | che non le aveva badato il giorno avanti, vedendola così |
IL RACCONTAFIABE - Seguito al "C'era una volta …" -
|
e pareva più buffa che non era. - Vo' provar io! - disse la | sorella | maggiore. E la notte appresso, spento il lume, cominciò a |
IL RACCONTAFIABE - Seguito al "C'era una volta …" -
|
ricerca, fruga, rifruga non trovarono niente neppur lì. La | sorella | maggiore intanto, di nascosto dalle guardie, borbottava |
IL RACCONTAFIABE - Seguito al "C'era una volta …" -
|
dei compagni, tastata la materassa del letto della | sorella | maggiore, disse: - Scucite qui. Scuciono e fra la lana |
IL RACCONTAFIABE - Seguito al "C'era una volta …" -
|
camera sua. - La ladra è lei! La ladra è lei! - urlava la | sorella | maggiore. Ma le guardie le acciuffarono tutte e due, e le |
IL RACCONTAFIABE - Seguito al "C'era una volta …" -
|
le due ladre. Le guardie andarono prima alla prigione della | sorella | maggiore. Tutta arruffata e sconvolta non sembrava più lei; |
IL RACCONTAFIABE - Seguito al "C'era una volta …" -
|
condur via la Zoppina con tutti gli onori di Reginotta. La | sorella | maggiore, appena la vide, diede in ismanie e furori: - Ah! |
IL RACCONTAFIABE - Seguito al "C'era una volta …" -
|
di cucina, per cambiarmi il vestito. A pranzo mia | sorella | mi ha detto: - Giannino, anche oggi è venuto il maestro a |
IL GIORNALINO DI GIANBURRASCA -
|
- ha detto il Collalto; ma l'ha detto ridendo. * * * Mia | sorella | Luisa mi ha fatto grandi raccomandazioni di star buono e |
IL GIORNALINO DI GIANBURRASCA -
|
prima di tutto la sora Matilde che è sua cognata, ossia la | sorella | di Collalto, è una ragazza invecchiata ed è molto ordinata |
IL GIORNALINO DI GIANBURRASCA -
|
vendicare dell'altra volta che venne da noi. - Però mia | sorella | ha avuto dei bei regali da tutte le parti... Non dico nulla |
IL GIORNALINO DI GIANBURRASCA -
|
regalato a Luisa e le regali invece i diamanti ai quali mia | sorella | aveva fatto la bocca... Così si farà più onore, e mia |
IL GIORNALINO DI GIANBURRASCA -
|
aveva fatto la bocca... Così si farà più onore, e mia | sorella | non avrà più ragione di trattarla di vecchia dispettosa! - |
IL GIORNALINO DI GIANBURRASCA -
|
babbo e che venisse per picchiarmi. Invece era la mia cara | sorella | Ada. Sono uscito di sotto il letto e l'ho abbracciata |
IL GIORNALINO DI GIANBURRASCA -
|
La vecchia le fece un inchino e sparì. Tornati a casa, la | sorella | maggiore, pavoneggiandosi, disse alle altre due: - |
C'ERA UNA VOLTA ... :FIABE -
|
io sarò Principessa! E tutt'e due si diedero a canzonare la | sorella | minore: - Che volete? Chi tardi arriva male alloggia. Dovea |
C'ERA UNA VOLTA ... :FIABE -
|
disse: - Questi doni son per voi. Questa nocciuola è per la | sorella | maggiore: questa boccettina di acqua per l'altra. La |
C'ERA UNA VOLTA ... :FIABE -
|
lo chiamano in casa, e io glie ne ho detti parecchi. Mia | sorella | Virginia lo chiama vecchio spilorcio, sordo rimbambito, |
IL GIORNALINO DI GIANBURRASCA -
|
del ragazzo pastore. Deve rispondere di lesioni gravi alla | sorella | con deformazione permanente. Vengono chiamate anche le |
Vietato ai minori -
|
perché in casa non ce n'era. Tornò indietro e ancora la | sorella | non sfornava. Litigarono. Voleva pane, voleva mangiare, |
Vietato ai minori -
|
Infine lo perdonano. Prima della madre ha capito la | sorella | e non appena i giudici si muovono corre a baciarlo. Egli |
Vietato ai minori -
|
pranzo, Caterina ha acceso i lumi in quella stanza, e mia | sorella | è scesa giù e si è messa a sonare e cantare la solita |
IL GIORNALINO DI GIANBURRASCA -
|
la medesima storia. Anche se ho la disgrazia di avere una | sorella | che non riconosce un'anguilla da una vipera, la colpa |
IL GIORNALINO DI GIANBURRASCA -
|
di Roma messi insieme... * * * La sora Matilde, cioè la | sorella | di Collalto, è molto brutta e molto uggiosa, e non fa che |
IL GIORNALINO DI GIANBURRASCA -
|
e non le sarebbe parso il vero d'andare a dire che mia | sorella | si tingeva... Bisognava vedere come si divertiva la sora |
IL GIORNALINO DI GIANBURRASCA -
|
il babbo; 2° Un vestito a quadrettini che mi ha dato mia | sorella | Ada, ma di questo non me ne importa nulla, perché non è un |
IL GIORNALINO DI GIANBURRASCA -
|
e che si smonta e diventa un bastone che mi ha dato mia | sorella | Virginia, e questo è il regalo che mi ci voleva, perché io |
IL GIORNALINO DI GIANBURRASCA -
|
e con un magnifico lapis rosso e blù, regalatomi da mia | sorella | Luisa; 5° Questo giornalino che mi ha regalato la mamma e |
IL GIORNALINO DI GIANBURRASCA -
|
le aveva scritte nel suo libro di memorie Ada, che è la mia | sorella | maggiore, e perciò ha più giudizio di me e sa quello che |
IL GIORNALINO DI GIANBURRASCA -
|
barbarie. In altri tempi Venezia, seguendo l’impulso della | sorella | lombarda, lavava nel sangue molti anni di umiliazioni e di |
Clelia: il governo dei preti: romanzo storico politico -
|
della prima via traversa. «Che fai?» le chiese la | sorella | quando fu rientrata. «Parli sempre con quell'uomo che non |
La scuola di ballo -
|
di colore le code vitrine e friabili dei capelli morti. La | sorella | anziana, piccola, grigia e come imprigionata dal grasso, |
La scuola di ballo -
|
di goder aria e riposo, cercò un sorridente assenso della | sorella | minore sempre china a scegliere. «Di' un po'» riprese con |
La scuola di ballo -
|
una in regalo,» poi, come a giustificazione porse alla | sorella | un foglio sul quale eran disegnate parrucche di varie fogge |
La scuola di ballo -
|
che il divagare accresceva in lei l'imbarazzo e nella | sorella | la diffidenza. «E il cocchiere che se ne farà della tua |
La scuola di ballo -
|
le mani per nascondere una cattiva occhiata di rancore. La | sorella | aveva troppo presto dimenticato la reciproca simpatia e la |
La scuola di ballo -
|
di rischio. Per tale impotenza le veniva da invidiar la | sorella | facilmente guarita da un desiderio che la portava alla |
La scuola di ballo -
|
che nascondeva il retrobottega, l'anziana fece capire alla | sorella | che non voleva restar sola con la strana cliente. Le tre |
La scuola di ballo -
|
fu la rivelazione della minore, in un sussurro. La | sorella | le lanciò uno sguardo ammirato, poi insieme si fecero |
La scuola di ballo -
|
più apprezzata di lei, io?» Scacciò con un gesto iroso la | sorella | che la scongiurava di tacere e si dette a cercar nelle |
La scuola di ballo -
|
il mese, il giorno quando Doralice disse a Chiaretta: - | Sorella | mia, sono la secondogenita. É giusto ch'io mi metta alla |
LA DANZA DEGLI GNOMI E ALTRE FIABE -
|
metta alla ventura. Partirò domani. All'alba abbracciò la | sorella | e se ne partì. Chiaretta restò sola nella piccola casa |
LA DANZA DEGLI GNOMI E ALTRE FIABE -
|
tasca. Pensava al ritorno quando riconobbe in una statua la | sorella | Doralice; guardò quella dopo: era Lionella. Prese ad |
LA DANZA DEGLI GNOMI E ALTRE FIABE -
|
sottovoce con la zia e ho sentito che ricordava spesso mia | sorella | Luisa. E da ultimo mi ha preso per la mano, e salutando la |
IL GIORNALINO DI GIANBURRASCA -
|
c'è un'altra cosa che mi rende felice, ed è questa : mia | sorella | sposa il dottor Collalto e lo sposalizio si farà tra cinque |
IL GIORNALINO DI GIANBURRASCA -
|
il posto e dovendo partir subito ha deciso di sposare mia | sorella | e andar via con lei. Questo veramente mi fa dispiacere |
IL GIORNALINO DI GIANBURRASCA -
|
- In casa ci sono io, e lì in quella stanza c'è la mia | sorella | Peppa. - Chiamatela, che debbo parlare con lei. - Donna |
Al tempo dei tempi. Fiabe e leggende delle Città di Sicilia -
|
potessi cacciar dal Palazzo Reale quella smorfiosa di mia | sorella | !... - e le pareva già di vedersi tornata una bella ragazza |
Al tempo dei tempi. Fiabe e leggende delle Città di Sicilia -
|
si sarebbe comprata con le monete che le aveva gettate la | sorella | dal finestrino. La mattina, si alzò a stento, e si mise al |
Al tempo dei tempi. Fiabe e leggende delle Città di Sicilia -
|
- No, no ! Scorticatemi, che voglio apparir bella come la | sorella | mia, e dopo che mi avrete scorticata, andrò dal cavadenti a |
Al tempo dei tempi. Fiabe e leggende delle Città di Sicilia -
|
- No, no ! Scorticatemi, che voglio apparir bella come la | sorella | mia. - II barbiere continuò a scorticarla, e taglia taglia, |
Al tempo dei tempi. Fiabe e leggende delle Città di Sicilia -
|
accusarlo. Ora lasciamo la vecchia morta e torniamo alla | sorella | viva. Al primo colpo di rasoio che il barbiere aveva dato |
Al tempo dei tempi. Fiabe e leggende delle Città di Sicilia -
|
sola nella misera casuccia. Ogni notte poi le appariva la | sorella | col viso tutto scorticato e sanguinante, che le diceva con |
Al tempo dei tempi. Fiabe e leggende delle Città di Sicilia -
|
di mettersi pel mondo alla ventura. Andò a salutare la sua | sorella | di latte, Ciclamina, e questa gli disse: - Voglio darti una |
LA DANZA DEGLI GNOMI E ALTRE FIABE -
|
ma Prataiolo esitava. - Ho lasciata al paese la mia | sorella | di latte, bella come il sole e alla quale devo la mia |
LA DANZA DEGLI GNOMI E ALTRE FIABE -
|
generale. - Mi sia portata Ciclamina, la mia piccola | sorella | -. E l'armata attraversò la Reggia, le sale, gli scaloni, |
LA DANZA DEGLI GNOMI E ALTRE FIABE -
|
scaloni, con gran fragore. Poco dopo era di ritorno con la | sorella | Ciclamina. La fanciulla fu trovata così bella, che un |
LA DANZA DEGLI GNOMI E ALTRE FIABE -
|
era rimasta in collegio. Quando si fecero le nozze, la | sorella | di ventinove anni venne in casa nostra a passare una |
LA GENTE PER BENE -
|
non le parrà vero di andare a raccontare a tutti che mia | sorella | si tinge la faccia: e questo poi non è vero, e io lo potrei |
IL GIORNALINO DI GIANBURRASCA -
|
neri, bruciavano. Era Carmela, la sigaraia, la infelice | sorella | di Annarella e di Maddalena, la disprezzata amante di |
IL PAESE DI CUCCAGNA -
|
guance cariche di rossetto: era Maddalena, la disgraziata | sorella | di Carmela. Ella giungeva, affannata, con la fisonomia |
IL PAESE DI CUCCAGNA -
|
gesto tutto l'abbandono di un dolore immenso, strillando: - | Sorella | mia, sorella mia, e come è stato? L'altra aprì gli occhi e |
IL PAESE DI CUCCAGNA -
|
di un dolore immenso, strillando: - Sorella mia, | sorella | mia, e come è stato? L'altra aprì gli occhi e mostrò sulla |
IL PAESE DI CUCCAGNA -
|
di Maddalena, ma le dita livide tremavano: - Come è stato, | sorella | mia! - esclamava singhiozzando clamorosamente Maddalena, |
IL PAESE DI CUCCAGNA -
|
rossetto. - Così, è stato, - disse Carmela, senz'altro. - | Sorella | mia, e chi ha avuto il coraggio di farti questo, chi è |
IL PAESE DI CUCCAGNA -
|
minuto, più consunto, affilato da una mano diminuitrice. - | Sorella | mia bella, sorella mia cara, - piangeva Maddalena, sempre |
IL PAESE DI CUCCAGNA -
|
affilato da una mano diminuitrice. - Sorella mia bella, | sorella | mia cara, - piangeva Maddalena, sempre inginocchiata, |
IL PAESE DI CUCCAGNA -
|
hai fatto arrivare a tempo! E debbo per questo vedere una | sorella | così ridotta! Un lividore si era cosparso sulla faccia |
IL PAESE DI CUCCAGNA -
|
femmina? - disse la ferita, mettendo le mani sul capo della | sorella | e quasi forzandola a levare il volto. Quella non fece che |
IL PAESE DI CUCCAGNA -
|
lei: - Assassina, assassina. - Hai ragione, hai ragione, | sorella | mia, sono una infame! - gridava Maddalena, torcendosi le |
IL PAESE DI CUCCAGNA -
|
la ferita all'ospedale dei Pellegrini, di fermarsi. - | Sorella | mia, perdonami, sorella mia cara, - piangeva Maddalena, |
IL PAESE DI CUCCAGNA -
|
dei Pellegrini, di fermarsi. - Sorella mia, perdonami, | sorella | mia cara, - piangeva Maddalena, stramazzata ai piedi della |
IL PAESE DI CUCCAGNA -
|
casa di don Stellario Blanco era un arsenale. Egli e sua | sorella | donna Salvatrice aggirandosi per quegli stanzoni mezzi |
Racconti 2 -
|
alle spalle. E spesso don Stellario brontolava contro la | sorella | che, secondo lui, allargava troppo la mano. - Non basta |
Racconti 2 -
|
diceva tranquillamente, riflettendo, senza malizia, che sua | sorella | avea cinque anni piú di lui. Gli pareva naturale che, nata |
Racconti 2 -
|
con le mani. Da qualche tempo però, quando egli e la | sorella | andavano in giro, per la solita ispezione notturna, |
Racconti 2 -
|
voleva pensarci; intanto guardava con un po' d'invidia sua | sorella | che pareva fatta di acciaio, e si levava sempre prima |
Racconti 2 -
|
la Balata, quantunque il cielo minacciasse di piovere e la | sorella | gli avvertisse: - Non andate, con questo tempaccio! - A |
Racconti 2 -
|
dove ripararsi, pentito di non aver dato retta alla | sorella | e d'essersi avventurato cosí alla sbadata. - Sarà meglio |
Racconti 2 -
|
vino bevuto, né la scottatura di tiglio preparatagli dalla | sorella | che non cessava di ripetergli: - Dovevate darmi retta! - |
Racconti 2 -
|
e mise i piedi a terra, la prima cosa di cui domandò la | sorella | fu appunto della torcia. - Si è consumata tutta? - E |
Racconti 2 -
|
di Dio. - Hai visto, sciocca? Hai visto? - egli diceva alla | sorella | che si mostrava di tutt'altro umore. - La cassa è dunque |
Racconti 2 -
|
generosità parve alla poveraccia un portento. - Ah! - La | sorella | di don Stellario si era sentita allargare il petto, non |
Racconti 2 -
|
debolezza ... Tappa il cocchiume, Cola ... Salvatrice! ... | Sorella | mia! - Le strofinava le mani e le tempia per farla |
Racconti 2 -
|
lumicino che pareva facesse piú buio. - Ah! ... Ah, povera | sorella | mia! ... Era destinata per te! - E a ogni filza di fichi |
Racconti 2 -
|
voce che pareva canzonatura e non era: - Ah! ... Ah, povera | sorella | mia! - La mattina quando comare Stella venne a dirgli in |
Racconti 2 -
|
Benedetta da Dio! - balbettava. - Eppure devi entrarci, | sorella | mia! ... Devi entrarci! - Calcava, calcava, abbassando il |
Racconti 2 -
|
quasi stesse davvero in attesa del Reuccio, mentre la | sorella | doveva affaticarsi a tener pulite le stanzette del |
CHI VUOL FIABE, CHI VUOLE? -
|
la gente ad ascoltarla dalla via con grande rabbia della | sorella | maggiore. Le vicine per ciò l'avevano soprannominata la |
CHI VUOL FIABE, CHI VUOLE? -
|
tempo in qua, appena Cingallegra - anche il padre e la | sorella | la chiamavano così, ma con tono di sprezzo - appena |
CHI VUOL FIABE, CHI VUOLE? -
|
ramaio le allungò un ceffone: - Non si risponde così alla | sorella | maggiore! L'indomani, il sole era alto, e Cingallegra non |
CHI VUOL FIABE, CHI VUOLE? -
|
del tentativo feroce; ma Cingallegra pensava che sua | sorella | aveva l'animo irritato dal non vedersi richiesta da |
CHI VUOL FIABE, CHI VUOLE? -
|
quella figliola da lui maltrattata per dar ragione alla | sorella | maggiore; la casa era divenuta un sudiciume, non ostante |
CHI VUOL FIABE, CHI VUOLE? -
|
pazza dal gran disinganno. - Questa è una infamità di mia | sorella | Cingallegra! - Non era il Reuccio? - No babbo: si chiamava |
CHI VUOL FIABE, CHI VUOLE? -
|
angolo retto. Sull' altro posto del divano si è seduta la | sorella | castana; la sorella bianca, su una poltroncina di fronte. |
La chiave a stella 1978 -
|
altro posto del divano si è seduta la sorella castana; la | sorella | bianca, su una poltroncina di fronte. "Permette che apra la |
La chiave a stella 1978 -
|
molte cose interessanti. Ho colto un rapido sguardo della | sorella | bianca alla sorella bruna: "Davvero? _ ha risposto questa: |
La chiave a stella 1978 -
|
Ho colto un rapido sguardo della sorella bianca alla | sorella | bruna: "Davvero? _ ha risposto questa: _ Sa, con noi parla |
La chiave a stella 1978 -
|
verso di lei, teneva gli occhi fissi in quelli della | sorella | bruna; le poche volte che prendeva la parola, si rivolgeva |
La chiave a stella 1978 -
|
che era vedova senza figli, che aveva sessantatre anni e la | sorella | sessantasei, che si chiamava Teresa, e la bianca Mentina |
La chiave a stella 1978 -
|
il capogiro", ha aggiunto Mentina, come se rimproverasse la | sorella | e la tenesse responsabile. "Io spero che passando gli anni |
La chiave a stella 1978 -
|
Guardate! Vedo della luce nel giardino! ... " "Che vostra | sorella | stia disseppellendo il tesoro?" "Lo suppongo, marchese." |
I PREDONI DEL SAHARA -
|
minuti. - Che questa volta riusciremo finalmente? Vostra | sorella | ci ha fatto correre un bel po'. - Io spero di non ritrovare |
IL FIGLIO DEL CORSARO ROSSO -
|
- Non è ciò che mi tormenta: sono anzi certissimo che mia | sorella | si trovi a Guayaquil. È un bel po' che i filibustieri di |
IL FIGLIO DEL CORSARO ROSSO -
|
Panama, quindi credo benissimo che abbiano mandata mia | sorella | in quella città, per sottrarla ai pericoli d'un saccheggio. |
IL FIGLIO DEL CORSARO ROSSO -
|
orecchi. - Deve essere Neala, - disse il marchese. - È mia | sorella | che porta questo nome? - chiese il conte il quale appariva |
IL FIGLIO DEL CORSARO ROSSO -
|
- Io sono bianco e voi siete bruna eppure siete mia | sorella | perché abbiamo avuto lo stesso padre: il Corsaro Rosso, |
IL FIGLIO DEL CORSARO ROSSO -
|
- Il cuore ed il sangue hanno parlato: io sono vostra | sorella | e voi siete mio fratello! |
IL FIGLIO DEL CORSARO ROSSO -
|
sicura... - Oh ti pare? sarebbe una sciocchezza... - Mia | sorella | aveva appena finito di dire così, che si alzò a un tratto, |
IL GIORNALINO DI GIANBURRASCA -
|
sposi? - ho risposto rivolgendomi a lei e al dottore. Mia | sorella | mi ha preso per un braccio, trascinandomi fuori della |
IL GIORNALINO DI GIANBURRASCA -
|
mia borsa e ritornai giù, pronto a lasciar la casa di mia | sorella | per sempre. Ma non feci a tempo. Proprio nel momento in cui |
IL GIORNALINO DI GIANBURRASCA -
|
sotto il peso delle mie sventure e non replicai. Mia | sorella | mi spinse in camera sua e, vedendomi in quello stato, |
IL GIORNALINO DI GIANBURRASCA -
|
in quel momento la sora Matilde entrando in camera di mia | sorella | come una bomba. - Anche le calunnie! E che calunnie! Si osa |
IL GIORNALINO DI GIANBURRASCA -
|
colpa è mia come se dipendesse da me il fatto di avere una | sorella | con la faccia troppo rossa e una cognata con la faccia |
IL GIORNALINO DI GIANBURRASCA -
|
Tu vedi la mamma, la pretora, la moglie del sindaco, la | sorella | del dottor Tavecchia, la cuoca di Monsignore, alla |
Teresa -
|
tutto contento ho preso il giornalino e ho mostrato a mia | sorella | le figure, ma ho proibito a tutti di leggerlo, perché |
IL GIORNALINO DI GIANBURRASCA -
|
Venanzio. Me le darà? * * * Ho preso il momento buono: mia | sorella | è fuori, il Maralli è nel suo studio, e io ho afferrato la |
IL GIORNALINO DI GIANBURRASCA -
|
sentenza che condannava mio padre alla forca! ... - Vostra | sorella | non è qui. - Non è qui? ... - No. - Dove l'avete mandata, |
IL FIGLIO DEL CORSARO ROSSO -
|
gli altri hanno parlato, vi avranno anche detto che vostra | sorella | venne sempre trattata nella mia casa come una gentildonna e |
IL FIGLIO DEL CORSARO ROSSO -
|
di Virginia. - È vero - mi ha detto il Bellucci - che tua | sorella | ha sposato quell'arruffapopoli dell'avvocato Maralli? - È |
IL GIORNALINO DI GIANBURRASCA -
|
grande soddisfazione... Pare proprio che in casa di mia | sorella | si incominci un po' a render giustizia ai ragazzi! Stamani |
IL GIORNALINO DI GIANBURRASCA -
|
Gli tirò sassi, lo ammette. "Da quando ha sedotto mia | sorella | ha sempre smaccato la mia famiglia." Piange rabbiosamente. |
Vietato ai minori -
|
la rivoltella al rifugio) fu di nuovo insultato. "Tua | sorella | l'ho sempre pagata e sempre la pagherò." Poi: La sposo non |
Vietato ai minori -
|
l'uscio. Più tardi venne l'avvocato Maralli con mia | sorella | Virginia, e l'uno e l'altra fecero di tutto per rimuovere |
IL GIORNALINO DI GIANBURRASCA -
|
che dà sul cortile e dove sto benissimo. In casa, oltre mia | sorella | e il Maralli, c'è il signor Venanzio, zio del Maralli, che |
IL GIORNALINO DI GIANBURRASCA -
|
mefitiche. Nella casa non si cucinava più, la vecchia | sorella | era sempre in giro dai vicini per accattare qualche |
Oro Incenso e Mirra -
|
giusto! - gli era sfuggito una sera vedendo ritornare la | sorella | senza la minestra, che una vicina le aveva promesso. Queste |
Oro Incenso e Mirra -
|
ve l'ho sempre detto - interveniva stizzosamente la vecchia | sorella | quasi calva, col capo coperto anche nell'estate da un |
Oro Incenso e Mirra -
|
riceverli, ma una mattina alle otto mandò egli stesso la | sorella | a chiamare il parroco don Costantino; si confessò, si |
Oro Incenso e Mirra -
|
la sua grossa testa bianca pareva dentro un'aureola. La | sorella | seduta presso la finestra taceva. Giannino si sentì |
Oro Incenso e Mirra -
|
torpore. Ma questa volta vi durò qualche ora. Giannino e la | sorella | non parlavano, quegli per sfuggire all'angoscia di tale |
Oro Incenso e Mirra -
|
luce si accese nei grandi occhi vitrei dell'agonizzante; la | sorella | seduta alla finestra vide il ragazzo alzarsi quasi subito |
Oro Incenso e Mirra -
|
il preferito? - Ma lui si vanta.... - Di che? - Che tua | sorella | gli ha assicurato.... - Mia sorella non ha assicurato e non |
EH!La vita...(Novelle) -
|
- Di che? - Che tua sorella gli ha assicurato.... - Mia | sorella | non ha assicurato e non può assicurar niente a nessuno. - |
EH!La vita...(Novelle) -
|
e il fuso; c'era così bel sole su la terrazza! Maria e sua | sorella | andavano e venivano, per le faccende di casa. Maria ora |
EH!La vita...(Novelle) -
|
- Gliela darò domani, alla benedizione delle Palme. Io, mia | sorella | e le nostre cugine saremo davanti al ballatoio del Sordo. |
EH!La vita...(Novelle) -
|
Madonna ti aiuti, figliuola mia! E vedendo entrare Rica, la | sorella | di Maria, con un corbello di ulive nere salate da asciugare |
EH!La vita...(Novelle) -
|
Tendeva l'orecchio per convincersi che il padre e la | sorella | fossero nel primo sonno; e non osava di accendere il lume, |
EH!La vita...(Novelle) -
|
Roberto da fanciullo s'era fatto giovinetto e al pari della | sorella | monaca, era bello di viso, bello di persona, agile e destro |
Al tempo dei tempi. Fiabe e leggende delle Città di Sicilia -
|
All'ora del pranzo, quando sedette a mensa di fronte alla | sorella | Costanza, era tutto taciturno e pensieroso e respingeva il |
Al tempo dei tempi. Fiabe e leggende delle Città di Sicilia -
|
valuta sonante non ce ne sono più nel Reame, - rispose la | sorella | - dopo che piacque al signor nostro Guglielmo di cambiarle |
Al tempo dei tempi. Fiabe e leggende delle Città di Sicilia -
|
mercanti saraceni offrivano in vendita. Se tu lo vedessi, | sorella | Costanza, quanto è mai bello ! Credo che nessun Emiro abbia |
Al tempo dei tempi. Fiabe e leggende delle Città di Sicilia -
|
questo fatto, che mi fu ieri appunto rivelato da mia | sorella | Costanza, la quale, vedendomi smaniare per possedere il |
Al tempo dei tempi. Fiabe e leggende delle Città di Sicilia -
|
perfida gobba. Ma questa, per le fervide preghiere della | sorella | Maria, si pentì, e così il Diavolo non ebbe l' anima sua II |
Al tempo dei tempi. Fiabe e leggende delle Città di Sicilia -
|
Paolino, sollevandosi un poco sul letto e guardando la | sorella | con un fare tra il disgustato ed il burlesco. "Mi pareva |
Demetrio Pianelli -
|
aprí gli occhi e la bocca davanti a quel filzolino, che la | sorella | teneva sollevato in aria. "Ti paiono i suoi?" Paolino li |
Demetrio Pianelli -
|
s'era lasciato trascinare a poco a poco dal discorso di sua | sorella | in una specie di incantesimo dal quale non avrebbe voluto |
Demetrio Pianelli -
|
di quattro soldi per antipasto, rese pensierosa la buona | sorella | Carolina, che una sera, coltolo solo nell'orto, lo tirò |
Demetrio Pianelli -
|