Vocabolario dinamico dell'Italiano Moderno

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 Mia  signora! Mia signora! Come può lei sopravvivere a questo
Mia signora!  Mia  signora! Come può lei sopravvivere a questo diabolico
Come può lei sopravvivere a questo diabolico inverno? -  Mia  signora! Mia signora! Non gela il suo piccolo tepido cuore?
lei sopravvivere a questo diabolico inverno? - Mia signora!  Mia  signora! Non gela il suo piccolo tepido cuore?
DI PAOLO MANTEGAZZA ALLA  MIA  MARIA RAGGIO DIVINO DI SOLE CHE ILLUMINA E RISCALDA
DI SOLE CHE ILLUMINA E RISCALDA L'ULTIMO CREPUSCOLO DELLA  MIA  SERA
incredulo): Sei tu la Reginotta  mia  sorella? (Si abbracciano.)
è contro di me. Tutti tendono insidie alla  mia  vita!
tra me e il Maralli e pare che egli non mi riporti a casa  mia  come aveva minacciato di fare. - Che badi bene, però, - ha
minacciato di fare. - Che badi bene, però, - ha detto a  mia  sorella - che badi di rigar diritto! Io mi son già pentito
 Mia  signora! Mia signora! Io mi faccio, con il mio spirito, il
Mia signora!  Mia  signora! Io mi faccio, con il mio spirito, il mio umile
non vi date pensiero di me. Qui non mi manca niente. La  mia  madrina fata Azzurra mi provvede di tutto.
di passi in cotesta stanza quando mi sembrò di udire alla  mia  destra dei lamenti. Mi fermai, per meglio ascoltare quando
Mi fermai, per meglio ascoltare quando al termine della  mia  attenzione di un momento e mentre mi accingevo a muovermi e
mentre mi accingevo a muovermi e guardare avanti anche alla  mia  guida mi trovai nelle tenebre. Corpo di Dio! dissi tra me e
foresta si slancia sulla preda. Ma le tenebre furono la  mia  preda. Invano volteggiai a mulinello per un pezzo colle
mi appoggiai fortemente al muro e lo sentii cedere alla  mia  spinta. Ripresi speranza, ripassai la mano su quella parte
speranza, ripassai la mano su quella parte di muro ed a  mia  sorpresa trovai che era legno, di che non m’ero accorto
trovai che era legno, di che non m’ero accorto prima nella  mia  indagine precipitosa. Forzai di nuovo e sentii girare come
in tasca ma che avevo scordato nell’esaltazione della  mia  mente. Accesi un zolfanello contemplai ciò che avevo
delle nozze di nostra figlia sarebbe l'ultimo giorno della  mia  vita? Me l'ha predetto il "Gran Mago" ...
valore! ... E il contadino, ostinato, rispondeva: - In casa  mia  il Re sono io, soltanto io!
ad accompagnarle fino a Bologna. All'uscio di camera  mia  non ci sono stati più assalti. In ogni modo io son deciso a
che ho calato dalla finestra del giardino, mentre la  mia  famiglia era andata ad accompagnare alla stazione la
per il disegno, ti potrai esercitare all'acquarello... - E  mia  sorella, accarezzandomi i capelli, ha soggiunto: - E così
tua sorella lontana, non è vero? - La voce con la quale  mia  sorella ha detto queste parole era così affettuosa che mi
dalla contentezza e poi mi son rinchiuso qui in camera  mia  e ho voluto subito comunicare per il primo la mia gioia al
in camera mia e ho voluto subito comunicare per il primo la  mia  gioia al giornalino, dipingendo il disegno del serraglio
e che io bisognerà che in qualche modo gli manifesti la  mia  gratitudine. Ho un'idea... ma mi ci vogliono tre o quattro
rividi, potete immaginare con che gioia, a Roma, che era la  mia  meta finale. "Qui – dissi – non mi sfugge". Prese un taxi,
un taxi, io ne presi un altro e la seguii. E immaginate la  mia  sorpresa, quando la vidi scendere al portone di casa mia.
si trattava della figlia d’una compagna di collegio di  mia  madre, che veniva ospite nostra. L’ignota viaggiatrice
passanti d’un paese dove non sarei più tornato, divenne  mia  moglie.
tempo della repubblica di Salò  mia  sorella aveva ventitre anni. Era staffetta partigiana, il
volentieri o malvolentieri, a volte in campagna presso  mia  madre nascosta, anche lei in trasferta perpetua. Era una
a tentare il rimpatrio spontaneo, ed era latore di una  mia  lettera, cosa in sé buona (furono le sole mie notizie che
notizie che pervennero in Italia nei diciotto mesi della  mia  assenza); cosa meno buona, tentò di estorcere quattrini
a cercarmi", e poiché non ci riuscì, rubò la bicicletta di  mia  sorella ai piedi delle scale. Adocchiò quel mitra così mal
quel mitra così mal nascosto e fece una cauta offerta, che  mia  sorella saviamente rifiutò. Dopo quella strana visita, e
rifiutò. Dopo quella strana visita, e letta la lettera,  mia  sorella ebbe l' idea di andare a chiedere mie notizie al
loro stessi avevano difficoltà a comunicare col loro paese.  Mia  sorella, che non si arrende facilmente, non si accontentò e
Che aspettasse con fiducia. All' uscita dal Comando,  mia  sorella si accorse di un fatto curioso. Era pedinata: il
avevano segnalato le mosse e i contatti "sospetti" di  mia  sorella alla polizia italiana, che si era mossa con
maldestro bussò alla porta, e molto cerimoniosamente invitò  mia  sorella a un colloquio. Fu un colloquio confuso: mia
invitò mia sorella a un colloquio. Fu un colloquio confuso:  mia  sorella mi dice che verteva principalmente su Cravero, che
si limitò a una sommaria occhiata alla soffitta in cui  mia  sorella abitava allora. Non c' è dubbio che vide la mummia
anche quelli. Verso agosto, non senza dolori burocratici,  mia  sorella ottenne di riprendere possesso del nostro alloggio,
l' amuleto, il soprammobile e il monumento di se stesso. La  mia  mite sorella lo oliò bene e lo nascose nella libreria,
chiesi notizia. _ Non lo vedi? È un Beretta, _ mi rispose  mia  sorella con non simulata naturalezza. Il mitra rimase
Marzio. - Io non burlavo, lo puoi ben credere. Volevo la  mia  Nanna e cento vite di vecchie non mi avrebbero certamente
a buon fine. Attortigliati i suoi grigi capelli alla  mia  sinistra col pugnale nella destra cominciai a tastarle il
lingua, gridandomi lamentevolmente un: per amor di Dio! La  mia  Nanna o vi mando all’inferno con tutti i diavoli!
del Signore". Altro oggetto non ho fuorché portar via la  mia  donna le risposi. Essendosi al quanto ricomposta e discesa
quanto mi venne richiesto senza però perder di vista la  mia  guida la cui compagnia m’era troppo necessaria. Così
Oh! Marzio, essa esclamò e le lagrime della  mia  Nanna innondavano il mio volto. Sono troppo corsaro da non
Fuori di me dalla contentezza per la redenzione della  mia  fanciulla non mancavo però di adocchiare la megera che
Passata la prima espansione d’affetto, tenendo la  mia  cara per mano, richiusi la porta e chiesi a Nanna se
Essa rispose di no, ma la badessa che avea intesa la  mia  domanda: "c’è - disse - un altro uscio e per questo vi
Quando a un tratto una fanciulla dell’età in circa della  mia  Nanna si avvicinò a me, con voce commossa: "Oh! voi non mi
sola in questo carcere, caro signore, io seguirò la  mia  Nanna sino alla morte". E la Nanna a me: "Sì, Marzio! per
"Sì, Marzio! per carità non lasciamo questa infelice amica  mia  in questo inferno. Essa era destinata da quella vecchia
questo inferno. Essa era destinata da quella vecchia maga a  mia  compagna per farmi la spia ed all’opposto è stata per me un
spelonca". Il pianto innondava ancora il bel volto della  mia  diletta a queste ultime parole... ed io vi assicuro
che porta seco l’anima mia! E perché non sarà essa l’anima  mia  quella fanciulla leggiadra, quella bellezza adriaca, che io
mille volte quando le lagune erano schiave come lo è la  mia  Roma? Perché? perché non la vidi che un solo istante? ma
Potente della terra, vieni a toccarmi questa  mia  donna ch’io amo d’amore che non posso descrivere. Vieni col
carriera ecclesiastica. Eran due anni che contra all’indole  mia  mi trovavo a dover fare quel maledetto mestiere ed era
simpatia ed a dispetto de’ miei compagni, gelosi della  mia  buona fortuna, il reverendo alcune volte mi conduceva seco
lascio pensare: che traccie di fuoco lasciassero nell’anima  mia  quelle visite a tante belle creature. La badessa
cui mirava la santa matrona ed eccitato come ero per la  mia  frequenza fra tante donne non fu difficile il farmi
della badessa, che furba com’era s’era accorta della  mia  predilezione per le più giovani e molte volte l’avevo
tornarvi mai più! Ma ero destinato a pagare il fio della  mia  complicità a tanta abbominazione. La megera, la matrona di
la matrona di tante dissolutezze, sembrò aver indovinata la  mia  risoluzione di fuga e non mi diede tempo di eseguirla. Un
e furono inutili le mie suppliche, le mie promesse e la  mia  disperazione. Io doveva essere tra le vittime
e dice:) Mi resta una sola vita; la consacro a Voi,  mia  Regina, e al mio popolo ...
par di sognare... Andiamo per ordine. La prima causa della  mia  rovina è stata la passione per la pesca. Ieri, appena
la pesca. Ieri, appena ritornato da scuola, presi in camera  mia  quella lenza che mi ero fabbricato ieri l'altro e andai
tirando in su... Si udì un grido acutissimo, e io vidi, con  mia  grande meraviglia, attaccato all'amo un dente con due
camera mia. Dopo un'oretta è venuto mio cognato, seguito da  mia  sorella che gli raccomandava: - Riportalo a casa magari
processo, che è andato tutto a rotoli e che ha segnato la  mia  rovina nella mia professione e nella mia carriera politica.
andato tutto a rotoli e che ha segnato la mia rovina nella  mia  professione e nella mia carriera politica. Tu parlasti
che ha segnato la mia rovina nella mia professione e nella  mia  carriera politica. Tu parlasti quattro o cinque giorni fa
né di muovermi... Il Maralli mi lasciò lì come inebetito;  mia  sorella mi disse: - Disgraziato! - e se ne andò anche lei.
che ne avrei tratte non poche cognizioni giovevoli alla  mia  arte del disegno: acconsentii benchè repugnante; e spinto
che egli mi diede e che io collocai sul caminetto della  mia  stanza. Colla morte di lui io aveva cessato di frequentare
delle risposte che ascoltammo da alcuni spiriti, e la  mia  mente fu sì colpita da quei prodigi, che superato ogni
ogni timore, concepii il desiderio di chiamarne uno di  mia  conoscenza, e rivolgergli io stesso alcune domande che
alcune domande che aveva già meditate e discusse nella  mia  mente. Manifestata questa volontà, venni introdotto in un
quanto era possibile in quel pensiero, e raccolta tutta la  mia  potenza di volizione, e direttala a quello scopo, attesi
che avessi saputo risolvermi a formulare una domanda, la  mia  mano agitata e convulsa, mossa come da una forza estranea
agitata e convulsa, mossa come da una forza estranea alla  mia  volontà, scrisse, me inconsapevole, queste parole: «Sono a
di mettermi in comunicazione col vostro spirito. Durante la  mia  vita mortale vi ho date alcune ossa che aveva sottratte al
me il Mariani. Ciò detto, o dirò meglio, pensato, sentii la  mia  persona come alleggerita, il mio braccio più libero, la mia
mia persona come alleggerita, il mio braccio più libero, la  mia  mano non più ingranchita come dianzi, e compresi, in una
partito. Stetti allora un altro istante ad attendere - la  mia  mente era in uno stato di esaltazione impossibile a
gli stessi fenomeni di prima, benchè meno intensi; e la  mia  mano trascinata dalla volontà dello spirito, scrisse queste
effettuare la restituzione che mi è domandata. Allora la  mia  mano tornò a scrivere; «Pietro Mariani, ex inserviente
senza sapere dove dirigermi: un istinto più potente della  mia  volontà mi allontanava dalla mia abitazione. Ove attingere
istinto più potente della mia volontà mi allontanava dalla  mia  abitazione. Ove attingere il coraggio di andarvi? Io avrei
quell'ardimento che non ho più il potere di chiedere alla  mia  ragione. E cacciatomi in un angolo d'una stanzaccia
quanto tempo in quello stato: io non poteva distogliere la  mia  attenzione da quella rotella. I miei sensi, le mie facoltà,
discendere dal letto, uscire, ma non mi era possibile; e la  mia  desolazione era giunta a tal grado che quasi non ebbi a
Mariani, e vengo a riprendere, come vi ho promesso la  mia  rotella.» E poichè il terrore mi rendeva esitante a
visita ... io mi terrò sempre onorato di ricevervi nella  mia  casa ... -Ve ne son grato, disse lo spettro, ma desidero ad
modo giustificarmi dell'insistenza con cui ho reclamato la  mia  rotella sia presso di voi, sia presso l'egregio dottore dal
dell'Università di Pavia abbia a rimanere zoppicante per  mia  causa: ecco la vostra rotella, là, sul tavolino,
durante quella sua occupazione. Ma egli non rispose alla  mia  domanda, ed esclamò con aspetto attristato: «Questa rotella
piedi. - Ma l'ho commessa egualmente, peggio, avvilendo la  mia  giovinezza con questa catena strascicata al piede sei anni!
anni! L'ho commessa nel darti tutto il mio cuore, tutta la  mia  vita, tutto il mio avvenire, nel sacrificarti la mia
la mia vita, tutto il mio avvenire, nel sacrificarti la  mia  dignità d'uomo, la mia coscienza, ogni cosa ... corpo e
il mio avvenire, nel sacrificarti la mia dignità d'uomo, la  mia  coscienza, ogni cosa ... corpo e anima ... ogni cosa! Ma la
continuando nel sagrifizio, mentre il mio cuore mutato, la  mia  coscienza scossa mi torturano, m'insultano, non mi lasciano
un bel portamonete di pelle di coccodrillo. Da casa  mia  poi mi hanno scritto di avermi preparato altre liete
- Donna Bella, volger piacciavi a manca; salite, e la  mia  cella troverete dischiusa. Io vi raggiungo tosto. Non finì
è innocente... - Conte, rispose il giovinetto, non conobbi  mia  madre, l'inferno ho in gran dispetto, né posseggo, ch'io
La lettera dello sfortunato Malthus ha scosso la  mia  fede ... Temo che ogni sforzo della scienza per migliorare
neppur cavaliere, vorrei però godere il beneficio della  mia  nullità, vivere tranquillo, ignorato! ... Nossignore. Ecco
il suo corrispondente? Mettiamo pure, semplice ipotesi, che  mia  moglie - in un momento di debolezza femminile - abbia
a modo mio quel che può essere accaduto nel santuario della  mia  famiglia. C'è stata profanazione? Sia. Ma se io non volessi
Ah! Lei non conosce che terribile animale sia  mia  suocera. Pur d'infamare me, costei non guarda se infama
creatura coi miei vizi, coi miei maltrattamenti, con la  mia  inqualificabile trascuranza. Mettiamo anche - per semplice
sono una conferma bell'e buona! Da questo giudichi  mia  suocera! Già, se lei la vedesse, se la sentisse strillare e
pensare e agire a verso suo; e quando gli annunciai la  mia  risoluzione: «Prendo moglie!» il mio carissimo amico non
imbecille come il suo corrispondente o di una strega come  mia  suocera di lui ispiratrice! Penso: «Che cosa avrebbero
detto, se per caso avessero saputo ... ?» Apprenda che  mia  moglie è stata un anno e mezzo, diciamo cosí, indecisa,
sentimenti, e lei, tuttora scapolo, non potrà figurarsi la  mia  gioia quando ebbi la certezza che mia moglie si era, tutt'a
potrà figurarsi la mia gioia quando ebbi la certezza che  mia  moglie si era, tutt'a un tratto ... decisa. Ebbene, allora
... » avrebbero certamente comentato quella strega di  mia  suocera e il suo pappagallo della «Gazzetta». Non dubiti,
neppur col rasoio!» si arrabbia, sul serio, tanto che  mia  moglie, giorni fa, dovette intervenire, in mia difesa ...
tanto che mia moglie, giorni fa, dovette intervenire, in  mia  difesa ... Oh, un altro equivoco! Mia moglie lo ha sempre
intervenire, in mia difesa ... Oh, un altro equivoco!  Mia  moglie lo ha sempre trattato con deferenza, sí, ma insieme,
e allora gli scappano di bocca ... Insomma, giorni fa,  mia  moglie fu talmente colpita da questa stranezza che dovette
di sorpresa e di maraviglia a quell'insolito «sei»,  mia  moglie si corresse subito e si scusò con l'amico: «Mi
che avevo visto l'amico far certa faccia all'esplosione di  mia  moglie. Non se l'aspettava ... Che risate! Ma veniamo al
del corrisp ... no, del pappagallo di quella strega di  mia  suocera. Badi, signor direttore; mi stampi questa rettifica
allo scuro, in quell'ammasso di carnaccia floscia che è  mia  suocera ... Urli! Strida! Quasi io lo avessi fatto a posta!
chiuso? Un quarto d'ora dopo, tutto era spiegato!  Mia  moglie e il mio amico - arrivato allora allora in cerca di
al buio, in salotto ... - Oh! cose da bambini! - Ma, per  mia  suocera, tutto è stato un bieco tranello ordito da me, da
Sono felice di veder già resi piú solidi i nodi della  mia  amicizia d'infanzia, e di veder sparita - mi faceva rabbia
- mi faceva rabbia - quella rigidezza inopportuna con cui  mia  moglie trattava il mio amico. «A dispetto dei calunniatori
a casa mia, nella  mia  cameretta, che ho rivisto tanto volentieri!... È proprio
sottovoce con la zia e ho sentito che ricordava spesso  mia  sorella Luisa. E da ultimo mi ha preso per la mano, e
Ma poi c'è un'altra cosa che mi rende felice, ed è questa :  mia  sorella sposa il dottor Collalto e lo sposalizio si farà
vinto il posto e dovendo partir subito ha deciso di sposare  mia  sorella e andar via con lei. Questo veramente mi fa
qui in camera  mia  e sto aspettando il babbo che deve venire a prendermi,
Mascherino, il grosso gatto bianco e nero prediletto di  mia  cognata. Sul tavolino da lavoro stava la gabbia col
io potessi pensare a impedire una simile tragedia. Però a  mia  volta volli punire esemplarmente la crudeltà dì Mascherino
bambino... - Io allora le dissi chi ero e le raccontai la  mia  storia che pare la divertisse immensamente. Poi mi fece
credo che quest'acqua venga invece dalla stanza da bagno di  mia  cognata, dove ho lasciato il rubinetto aperto... - Ah, ma
mio caro, unico conforto in tante vicissitudini della  mia  vita? No, mille volte no! Zitto, zitto, in punta di piedi,
volte no! Zitto, zitto, in punta di piedi, salii nella  mia  cameretta, mi misi, il cappello, presi la mia borsa e
salii nella mia cameretta, mi misi, il cappello, presi la  mia  borsa e ritornai giù, pronto a lasciar la casa di mia
la mia borsa e ritornai giù, pronto a lasciar la casa di  mia  sorella per sempre. Ma non feci a tempo. Proprio nel
accasciato sotto il peso delle mie sventure e non replicai.  Mia  sorella mi spinse in camera sua e, vedendomi in quello
a star sempre rinchiuso in quella gabbia; è forse colpa  mia  se il canarino appena fuori ha sporcato il ricamo di seta
l'ha voluto castigare e gli è saltato addosso; è colpa  mia  se Mascherino è troppo severo e si è mangiato il canarino?
e io l'ho messo sotto la cannella del bagno... È colpa  mia  se l'acqua gli ha fatto male allo stomaco? È colpa mia se
mia se l'acqua gli ha fatto male allo stomaco? È colpa  mia  se ha rotto il vaso di vetro di Venezia? È colpa mia se,
colpa mia se ha rotto il vaso di vetro di Venezia? È colpa  mia  se, non riuscendomi di chiudere la cannella del bagno,
urlò in quel momento la sora Matilde entrando in camera di  mia  sorella come una bomba. - Anche le calunnie! E che
lì per lì mi fece proprio ridere. - Andiamo, via! - esclamò  mia  sorella. - Non bisogna poi esagerare: Giannino non voleva
hai le gote tinte col rossetto! - Eh no! - rispose piccata  mia  sorella. - Non è lo stesso caso perché il tappeto alla fin
mi sentii arrivare uno scapaccione che veniva certo da  mia  sorella, e corsi a chiudermi in camera mia, dalla quale
Ma no... Ma sì... Ma senti... Ma pensa... - E rimasi nella  mia  camera finché non venne Pietro a prendermi per andare a
più da ieri... E anche di questo si dirà che la colpa è  mia  come se dipendesse da me il fatto di avere una sorella con
terribile! che vocale spaventosa!! Vi voglio raccontare la  mia  vita. Voglio che sappiate in che modo questa lettera mi ha
condanna pesava sopra di me fino dal primo giorno della  mia  esistenza: il mio nome conteneva un U. Da ciò tutte le
il mio nome conteneva un U. Da ciò tutte le sventure della  mia  vita. A sette anni fui avviato alle scuole. Un istinto, di
poteva pronunciare quella vocale! Scriverla? era peggio! La  mia  mano sicura nel vergare le altre, diventava convulsa e
esattamente è impossibile. Io indovinai le ragioni della  mia  ripugnanza, del mio odio; e progettai una guerra mortale a
che mi venivano sott'occhio. Non era che il principio della  mia  vendetta. Fui cacciato dalle scuole. Vi ritornai tuttavia
Fui tacciato di follia. I miei compagni, conosciuta così la  mia  avversione a quella vocale, incominciarono contro di me una
persecuzione sanguinosa ed atroce. Un giorno trovai nella  mia  saccoccia una cartolina, su cui ne era scritta una lunga
Sentii salirmi il sangue alle tempia, sconvolgersi la  mia  ragione .... Corsi alla scuola; ed afferrato alla gola uno
Lo credereste? non trovai mezzo di dare alla luce la  mia  opera. La società ricusava da me quel rimedio che solo
aveva ancora salvato. Ma ohimè! io non poteva più amare, la  mia  affettività era esaurita, prostrata da tanti esperimenti
- Ulrica le memorie del mio primo amore si ridestarono, la  mia  passione si raccese più viva .... Volli rinunciare ancora
ebbi la forza - ci sposammo. Da quell'istante incominciò la  mia  lotta. Io non poteva tollerare che essa portasse un U nel
un U nel suo nome, non poteva chiamarla con quella parola.  Mia  moglie! ... la mia compagna, la donna amata da me ....
non poteva chiamarla con quella parola. Mia moglie! ... la  mia  compagna, la donna amata da me .... portare un U nel suo
.... esso mi fa male .... esso mi uccide! Rinunciavi.  Mia  moglie sorrideva ancora, l'ingrata! sorrideva!,.. Una notte
si opponeva. Lo trascinai meco, lo trascinai al letto di  mia  moglie. Essa dormiva; io la svegliai aspramente e le dissi:
rinuncia al tuo nome, all'U detestabile del tuo nome!  Mia  moglie mi guardava fissamente, e taceva. -Rinuncia, io le
conosciuto i misteri. Era stabilito altrimenti! Forse la  mia  sventura sarà un utile ammaestramento agli uomini; forse il
li spronerà ad imitarmi .... Che io lo speri! Che la  mia  morte preceda di pochi giorni l'epoca della loro grande
di casa avevo meco due amici fedeli, il mio Lione e la  mia  carabina, con tutti gli accessori. Lione a cento passi
la commozione fosse superata. - Sì, quei mostri in una  mia  passeggiata a S.... pervennero ad avvelenarlo. Fra S.... e
vi si eran nascosti qualche volta, ma frustrati dalla  mia  vigilanza ed impauriti dalla mia carabina eran fuggiti al
volta, ma frustrati dalla mia vigilanza ed impauriti dalla  mia  carabina eran fuggiti al mio avvicinarsi e confessarono al
seco i tre malandrini e venne ad imboscarsi vicino alla  mia  casetta, in una macchia che dava sul sentiero che io doveva
di un prete e d’un altro assassino, in difesa della  mia  vita, furon le mie prime colpe. In un altro paese, facendo
evidente, che difficile non mi sarebbe stato provare la  mia  innocenza. Sotto il governo clericale, trattandosi della
specie da me spacciati fu sempre una necessità per la  mia  difesa. Molti, come me maltrattati dal clericume, mi
parente, che Dio maledica, contribuì più d’ognuno alla  mia  cattura, avendo io avuto la debolezza di fidarmi a lui.
pria di morire volesse concedermi d’esservi compagno. La  mia  preghiera fu esaudita, ed altro non bramo, che dar questo
delle campane ... Vedete, Gran Prestinaio; non vi pare che  mia  figlia abbia un viso da febbre terzana? - Più pallida, più
- chiese Rolland a Fidelia. - Oh! la fortuna fu tutta  mia  - rispose la giovinetta arrossendo - io non sperava
fanciulla ... Non vedete? voi la fate tremare! - Fidelia!  mia  buona Fidelia! - riprese il vecchio dopo breve silenzio,
ancora nella  mia  camera... ma, purtroppo, sono in letto malato, e ho appena
- È impossibile! È impossibile! Questo ragazzo è la  mia  disperazione! Sarà la mia rovina!... - Io avrei voluto
impossibile! Questo ragazzo è la mia disperazione! Sarà la  mia  rovina!... - Io avrei voluto chiedergli perdono di essermi
paurosa  mia  sorella! Ha tanta paura dei ladri, che non può dormire la
con Virginia a rincorarla. Andai anch'io in camera di  mia  sorella. Quei valorosi guardarono adagino adagino sotto il
mio caro, sai che cos'era che aveva fatto tanta paura a  mia  sorella e aveva messo sottosopra il vicinato? Un semplice
città, ma addirittura in un altro quartiere di Torino. La  mia  casa si caratterizza per la sua assenza di
Non funzionerebbe invece nel mio caso, perché nella  mia  memoria tutti gli angoli di casa sono già occupati, ed i
ginocchio sinistro. Trent' anni dopo di me ci si è nascosta  mia  figlia, che però rideva e si faceva trovare subito; e dopo
Nei miei ricordi più lontani era il salotto buono, dove  mia  madre, due o tre volte all' anno, riceveva le persone di
i miei due figli, e ci ha passato molte notti  mia  moglie che li assisteva quando erano ammalati: io no, con
da poco tempo, e con disagio, mi sono accorto che la  mia  poltrona preferita occupa il luogo preciso in cui, secondo
la tradizione famigliare, io sono venuto al mondo. La  mia  casa è situata in un posto fortunato, non troppo lontano
fortemente sintomatico delle tendenze appartate della  mia  famiglia. Certo, a livello consapevole, alla mia abitazione
della mia famiglia. Certo, a livello consapevole, alla  mia  abitazione non ho mai chiesto molto di più del
l' ambiente conferisce, conserva o deteriora. Abito a casa  mia  come abito all' interno della mia pelle: so di pelli più
o deteriora. Abito a casa mia come abito all' interno della  mia  pelle: so di pelli più belle, più ampie, più resistenti,
degradato di tutti i popoli! «Salvata sì portentosamente la  mia  Nanna e reduce tra i miei coraggiosi compagni, io avea
coraggiosi compagni, io avea ragione d’esser contento della  mia  sorte. Ma ripeterò il vostro adagio favorito, Capitano: "La
e di favori? Ebbene! il mostro s’era innamorato della  mia  Nanna e mai mi perdonò l’affetto con cui mi ricambiava
prete volpone, avevano essi eseguito il primo ratto della  mia  fanciulla in casa Marcello. Questa volta, dovendo
dovendo necessariamente allontanarmi co’ miei ed essendo la  mia  diletta in delicata condizione ed affranta dalle fatiche
passati in comune. Inquieto per altro sulla sorte della  mia  donna e conocendo la malizia del suo persecutore io mi
difficile sarebbe stato ai primi rapitori il portar via la  mia  Nanna. Nella mia custodia erami Tito di non poco giovamento
stato ai primi rapitori il portar via la mia Nanna. Nella  mia  custodia erami Tito di non poco giovamento il quale,
Gesù Cristo, la Chiesa! Veleno! Veleno! si amministrò alla  mia  Nanna. Capitano mio! ed il veleno mi portò via donna!,
parola. Mio padre, amorevolissimo, (io non aveva conosciuta  mia  madre) soleva nella stagione estiva andare ai bagni di mare
vivea più volentieri che a Roma, ma vi era un vuoto nella  mia  esistenza, una smania nell’anima mia che mi turbava, che mi
vi era un vuoto nella mia esistenza, una smania nell’anima  mia  che mi turbava, che mi rendeva inquieta e malinconica. Io
cuore. Una sera era già tardi ed io seduta al balcone della  mia  stanza in balìa ai mesti miei pensieri, quasi
risposi, ma senza resistenza lasciai che traesse a sé la  mia  mano che egli baciava fervidamente. Voi saprete, continuava
se in quel momento, in cui l’essere fantastico della  mia  immaginazione, e del mio affetto aveva presa forma viva,
d’una schiava; tale era il fascino che esercitava sopra la  mia  volontà. Irene! - egli continuava - è d’uopo ascoltiate
con voce sicura mi diceva addio e lasciando andare la  mia  mano che aveva tenuta nella sua, si allontanava... Io era
e qui dimoro da più anni. Non dirò, per essere esatta nella  mia  storia, che sono perfettamente felice. No! provo
e sono scappato in camera mia, dove poco dopo è venuta  mia  sorella che mi ha fatto una predica d'un'ora, ma poi ha
e col persuadere il Maralli a non riportarmi a casa  mia  per esser mandato in collegio. E io, per dimostrargli la
per esser mandato in collegio. E io, per dimostrargli la  mia  gratitudine, stamani prima che egli andasse nello studio,
nel caminetto. Speriamo che anche lui mi sia grato della  mia  gratitudine... * * * Oggi ho pensato tutto il giorno a
il gaudio d'allor non mi rapì; e gli dirai che basta alla  mia  vita l'ultimo bacio che l'addio finì! " Nessun lo toglie
bacio che l'addio finì! " Nessun lo toglie dalla bocca  mia  l'ultimo bacio che l'addio finì!... Ma se vuoi dargli un
" L'anima ho piena di versi rimati, e porterò con me la  mia  mandòla: parole e musica ti alletteran come una cosa sola!
sostanza. Pigliai questo malanno, il primo e l'ultimo della  mia  vita, cacciando nelle valli; quando, dopo avere mal dormito
cavavo qualche accordo flebile con meno stento dalla  mia  amata chitarra, la quale mi stava accanto sul sofà o sul
pensato fino allora al mio corpo: pensò in quel punto alla  mia  anima. Mezz'ora dopo entrò il curato e, sottovoce, mi
sen- za fiato; ma non fu cosa lunga, poiché non credo in  mia  vita di avere mai desiderato male a nessuno. Toccai la mano
di avere mai desiderato male a nessuno. Toccai la mano alla  mia  buona infermiera, che mi ringraziò con effusione angelica e
il sole tale e quale. Il gaio curato veniva, prima della  mia  malattia, tutte le domeniche a desinare da noi, e di quando
in una farsetta da carnevale. Allora io pigliai da lato la  mia  chitarra e cominciai gli accordi, e il prete intonò una
sui monti e avrei mangiato i gusci delle ostriche. La  mia  guarigione fu cominciata dalle smorfie del prete, ma fu
chitarra. Tu non puoi pensare quale beatitudine fosse la  mia  nel potere di nuovo agitare fieramente le corde di quello
ad ascoltarmi a bocca aperta, e il cuore batteva forte alla  mia  fidanzata, che mi scoccava dalle imposte socchiuse delle
son nude; solo da una parte si vede appesa ad un chiodo la  mia  chitarra, che è quasi una reliquia. Stacco lo strumento, e,
ultimi anni, che sono i più tranquilli e i più lieti della  mia  vita. Lascio morire flebilmente le armonie sotto la vòlta
allegro amoroso, una gavotta saltellante; ma pur troppo la  mia  mano sinistra ha perduto un poco di agilità, e la mia
la mia mano sinistra ha perduto un poco di agilità, e la  mia  destra è scemata un poco di vigore. Oggi son più valente
patetiche: ai vecchi s'addice meglio il rimpianto. La  mia  chitarra ha cinque corde doppie; sale dal la al mi due
In- somma questa chitarra magnifica desidero, dopo la  mia  morte, la- sciarla al mio caro nipote. Fors'è un'ubbia
tranquilla d'aver fatto il mio dovere per l'avvenire di  mia  sorella. Finalmente il gran giorno è venuto, oggi ci sarà
voluta vendicare dell'altra volta che venne da noi. - Però  mia  sorella ha avuto dei bei regali da tutte le parti... Non
ma non lo dico per non guastare la bella sorpresa che avrà  mia  sorella. Un'ora fa io ho detto alla zia Bettina: - Cara
ha regalato a Luisa e le regali invece i diamanti ai quali  mia  sorella aveva fatto la bocca... Così si farà più onore, e
sorella aveva fatto la bocca... Così si farà più onore, e  mia  sorella non avrà più ragione di trattarla di vecchia
nella massima disperazione, e mentre sto qui chiuso nella  mia  cameretta non ho altro conforto che di confidare a te tutta
non ho altro conforto che di confidare a te tutta la  mia  angoscia!... Il babbo mi ha chiuso qui dentro, dicendomi
spendere tutto lo scudo che mi aveva dato sua moglie, che è  mia  sorella, in tanti fuochi d'artificio!... Che scena! Il
e volevo fare semplicemente uno scherzo per esprimere la  mia  gioia, tant'è vero che non è accaduto nulla di male, e se
fraterno che mi ha spinto a festeggiare lo sposalizio di  mia  sorella. Il peggio è che si fa sera e io non ho né candela
fosse il babbo e che venisse per picchiarmi. Invece era la  mia  cara sorella Ada. Sono uscito di sotto il letto e l'ho
andate a cercare la chiave in tutti i cassetti della  mia  camera ... Spicciatevi! Non vedete come fremo? ... (Il