Vocabolario dinamico dell'Italiano Moderno

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Risultati per: fedoro

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Il monastero che si presentava agli sguardi stupiti di  Fedoro  e del cosacco, era degno della sua fama. Era un insieme di
che il vento sbatacchiava con un tintinnio assordante.  Fedoro  e Rokoff, ancora abbagliati dalla magnificenza di quel
sacerdote fece alcuni passi, inchinandosi profondamente.  Fedoro  ritenne opportuno rispondere con un altro inchino, meno
gl'inchini e salmodiando, a mezza voce, delle preghiere.  Fedoro  e Rokoff, quantunque facessero sforzi sovrumani per
i due europei su un divano, pronunciando alcune parole che  Fedoro  non riuscì a capire. Non ricevendo risposta, il Lama si
certo strano che non parlassero il tibetano. Fortunatamente  Fedoro  non aveva perduto completamente il suo sangue freddo.
del Tibet. Stette un momento silenzioso, guardando ora  Fedoro  e ora Rokoff con una cert'aria imbarazzata. Pareva che
Pareva che volesse fare una domanda, ma che non osasse. -  Fedoro  - disse Rokoff a mezza voce - sta in guardia. Mi pare che
ai figli del grande Illuminato. - Parlate - rispose  Fedoro  - quantunque, prevedendo un grave pericolo, si sentisse
per sempre quella di Tascilumpo. Altro che pelle d'oca!  Fedoro  sudava a freddo. - Hai capito nulla? - chiese a Rokoff. -
- Vi narrerò come sono avvenute le cose. - Dite pure.  Fedoro  gli espose chiaramente quanto era accaduto dopo il
crollando di quando in quando la testa pelata. Quando  Fedoro  ebbe finito, lo guardò in viso, poi disse: - Quello che mi
e gettarlo fuori dalla porta o anche giù dalla finestra. -  Fedoro  - disse inarcando le robustissime braccia. - Si tratta di
minacciosa: - Non toccatemi o vi spacco il cranio! Anche  Fedoro  aveva respinto violentemente il suo carceriere o carnefice
e subito retrocesse, pallido come un cadavere. - Guarda,  Fedoro  - disse con voce soffocata. - Che cosa fanno subire a quei
che mi colpiranno al cuore. - I bravi della hoè! - esclamò  Fedoro  impallidendo. - Della "Campana d'argento" - aggiunse
gli orecchi. Di quando in quando si alzava e guardava ora  Fedoro  ed ora il cinese per accertarsi che né l'uno né l'altro si
Vegliava da un'ora, scambiando qualche parola sottovoce con  Fedoro  o col cinese, quando si sentì prendere da un'improvvisa
dal maggiordomo del ricco cinese. Su un altro letto  Fedoro  dormiva profondamente, senza fare alcun gesto che
numerosa servitù del ricco cinese, echeggiavano dovunque.  Fedoro  e Rokoff, non essendo stati spogliati dai misteriosi nemici
di seta bianca. - Morto! - esclamò Rokoff, indietreggiando.  Fedoro  si curvò sull'assassinato, aprì la casacca, strappò la
ho veduto aprirsi una porta o qualche cosa di simile.  Fedoro  si recò a visitare la parete battendola col calcio della
sul russo. - Ah - disse poi. - Che cos'hai? - chiese  Fedoro  con inquietuline. - Dico che se conoscevate il segreto
cosce nascoste entro il tavolato, in quei buchi che già  Fedoro  aveva notati. Alcuni aguzzini seminudi, veri tipi di
quattro soldati armati di fucili colle baionette inastate.  Fedoro  ebbe appena il tempo di gettarsi dinanzi all'amico, il
l'ordine di fare fuoco su di voi. - Andiamo - disse  Fedoro  a Rokoff, dopo avergli tradotto quanto aveva detto il
ai traditori e ai più pericolosi delinquenti. Nel vederli,  Fedoro  aveva provato un lungo brivido. I due mandarini si
un gesto di scoraggiamento, più simulato però che reale.  Fedoro  fu preso da un impeto di furore. - Voi non ci ucciderete,
Il mandarino alzò le spalle, poi fece un gesto. Prima che  Fedoro  e Rokoff potessero sospettare ciò che significava, si
quei manigoldi ebbero finito, sollevarono violentemente  Fedoro  e Rokoff e li cacciarono a forza entro una gabbia di bambù,
detto, fosse dotato d'una forza più che straordinaria.  Fedoro  invece, accasciato da quell'ultimo colpo, si era lasciato
momento ai due prigionieri, poi lo appese sotto la gabbia.  Fedoro  era diventato orribilmente pallido e si era avventato
il più piccolo movimento senza mandare urla spaventose. -  Fedoro  - disse Rokoff, che aveva gli occhi schizzanti dalle
terminata la colazione, Rokoff e  Fedoro  prendevano i fucili per andare in cerca dell'orso, mentre
per le spalle. - Fermati! Non sparare! - aveva detto  Fedoro  precipitosamente. - Perché? - chiese il cosacco, sorpreso.
Io non capisco più nulla. - Ed io capisco meno di te,  Fedoro  - rispose Rokoff. - Scommetterei che quando attraverseremo
storpiare i vostri cavalli. Poi volgendosi verso Rokoff e  Fedoro  aggiunse: - A tavola, signori e fate onore al mio pranzo.
il suo bicchierino che rimaneva sempre pieno. Né Rokoff né  Fedoro  vi avevano fatto caso. Quel liquore era eccellente e da
gli elogi fatti a quel meraviglioso liquore. Già Rokoff e  Fedoro  avevano tracannato il, decimo od il quindicesimo bicchiere,
tornavano a ricomparire e si udivano dei bisbigli. Rokoff,  Fedoro  e la loro scorta percorsero cinque o seicento passi,
quale pendeva una lunga coda di cavallo bianco. Rokoff e  Fedoro  avevano appena girato uno sguardo all'intorno, quando da
istanti i due europei, poi s'avanzò verso di loro, e come  Fedoro  aveva previsto, s'inginocchiò battendo tre volte la fronte
uccello per guidarlo anche fra le tenebre. - È vero - disse  Fedoro  - ma il genio del male pareva che in quel momento fosse più
ancora molte incarnazioni, prima di tornare uomo - rispose  Fedoro  sempre imperturbabile. - Forse fra mille anni si degnerà di
nel lago di Boracee sotto forma di scorpioni. - Basta,  Fedoro  - disse Rokoff, il quale non comprendeva nulla. - Domanda
recipienti, chicchere, bricchi, coprendo tutta la tavola.  Fedoro  li lasciò fare, poi con una mimica molto espressiva, indicò
di ghiaccio dentro la camicia. Stava per spogliarsi, quando  Fedoro  gli mostrò parecchie tonache di feltro pesantissimo, che
amico? Qui la metempsicosi vive sovrana. - Non ti capisco,  Fedoro  - disse Rokoff. - Ignori dunque che i buddisti credono che
fare? - Il Bogdo-Lama di quel convento desidera vedervi.  Fedoro  aggrottò la fronte, fingendosi indignato. - Noi non siamo i
sul Tengri-Nor. Non indugiate, la scorta vi attende.  Fedoro  tradusse a Rokoff l'esito di quel colloquio, non senza
indossava il pittoresco costume dei Butani, si avanzò verso  Fedoro  e Rokoff, e dopo essersi inginocchiato tre volte dinanzi a
sua aria liquida, lo hai già veduto. - E se fosse morto?  Fedoro  non osò rispondere. Il drappello intanto continuava a
il vento, in certi passaggi, soffiava con tale furore, che  Fedoro  e Rokoff temevano di venire strappati dalla sella e
un profondo burrone. Giunti dall'altra parte, agli occhi di  Fedoro  e di Rokoff apparve un enorme edificio che s'innalzava
i topi lo facciano sparire! . . . . . . . . . . . . . . .  Fedoro  e Rokoff erano rimasti come inebetiti dall'orrore, dinanzi
- non ti appartengono! Vattene! Vedendolo, anche  Fedoro  si era afferrato alle canne, gridandogli: - Canaglia!
nauseabondo, formata da chissà quali generi alimentari.  Fedoro  e Rokoff, che dalla sera innanzi non avevano assaggiato
che all'indomani sarebbero stati rimessi in libertà. -  Fedoro  - disse Rokoff, quando furono soli. - Capisci qualche cosa
non vedrà tramontare il sole domani sera, parola di Rokoff!  Fedoro  non rispose e si accomodò alla meglio per dormire. Ciò era
non era stata sufficiente a calmare i lunghissimi digiuni,  Fedoro  e Rokoff videro la loro gabbia circondata da otto robusti
questi spilorci; avrei pagato ben volentieri il nolo.  Fedoro  non aveva risposto. Guardava con viva inquietudine i
le insurrezioni mongoliche: - Fan-kwei-weilo! Weilo!  Fedoro  aveva mandato un grido d'orrore. In mezzo a quel mare di
le loro albe ed i loro tramonti, poi basta. - È vero,  Fedoro  - rispose l'uomo barbuto, facendo una smorfia che voleva,
alle code che si troveranno alla portata delle mie mani.  Fedoro  interpellò il ragazzo che portava la lanterna, ormai mezza
andrà bene. - Eccoci - disse in quel mentre il ragazzo.  Fedoro  ed il suo compagno erano giunti dinanzi ad una sontuosa
degli orecchi. - Rokoff! Tu diventi brontolone - disse  Fedoro  celiando. Un cinese, un maggiordomo di certo, obeso come un
Fedoro, il quale comprendeva benissimo il cinese. - Io sono  Fedoro  Siknikoff, rappresentante e comproprietario della casa di
amico. - Seguitemi: ho ricevuto ordini a vostro riguardo.  Fedoro  mise in mano al monello un tael, somma ragguardevole in
prima la visita di Sing-Sing. Non si farà aspettare.  Fedoro  aveva pronunciato quelle parole, quando il maggiordomo
di dimensioni straordinarie, il cinese si avanzò verso  Fedoro  stendendogli la mano all'europea, senza però
salvarmi la vita. - Che cosa dite, Sing-Sing? - chiese  Fedoro  stupito da quel linguaggio incomprensibile. - La verità -
ed ho già annunciato ai miei amici la vostra visita.  Fedoro  ed il cosacco, quantunque assai preoccupati da
il russo ed il cosacco, poi se li fece sedere accanto,  Fedoro  a sinistra, posto d'onore, e Rokoff a destra. Quasi subito
richieste. Sing-Sing ne dava l'esempio. Quando però fumava,  Fedoro  che lo osservava di frequente, lo vedeva immergersi come in
cucina cinese. - Comprendi qualche cosa? - chiese  Fedoro  a Rokoff, il quale pareva interamente assorto a seguire le
ai nostri pranzi, lo so. - Ho assistito ad altri, - disse  Fedoro  - quindi potevo prendere parte anche al vostro. Sing-Sing
contrasto, dopo tanta allegria! ... - Sing-Sing, - disse  Fedoro  - perché dite ciò? Spiegatevi una buona volta; quale
però: potreste esporvi anche voi al medesimo pericolo.  Fedoro  guardò Rokoff. - Noi aver paura? - disse questi. - Ah! No,
almeno un terzo del deserto, il capitano mostrò a  Fedoro  e a Rokoff una catena di altissime rocce, sulle quali si
Non era ancora sorta l'alba, che già il capitano, Rokoff e  Fedoro  erano in piedi ansiosi di dare la caccia agli jacks che
fuoco sulle femmine - sussurrò il capitano agli orecchi di  Fedoro  e di Rokoff. - I maschi hanno la carne troppo coriacea. -
rupe che gli stava presso, scalandola precipitosamente, ma  Fedoro  non poté mettersi in salvo. Mancandogli il tempo di
quasi si fosse avveduto che dalla parte del precipizio  Fedoro  non poteva sfuggire, con un fulmineo giro lo aveva
Lo jack, sempre più inferocito, lo incalzava da presso. -  Fedoro  - gridò Rokoff, il quale caricava frettolosamente la
Presto, cerchiamo un rifugio! - Qui! Qui! - disse Rokoff.  Fedoro  e il capitano stavano per slanciarsi verso la rupe, quando
- esclamò Rokoff, che era riuscito ad issare il capitano e  Fedoro  sulla rupe. - Se ci sorprendevano sul loro passaggio, ci
al cuore? - Sì, signor Rokoff. - Si trattava di salvare  Fedoro  da una morte certa. - E che morte! - esclamò il russo,
alle loro congiunzioni colla spina dorsale, mentre Rokoff e  Fedoro  s'impadronivano del fegato e del cuore. Avevano già
sì, ma incolume. Aveva appena aperto gli occhi che vide  Fedoro  e il capitano precipitare a dieci metri più sopra assieme a
Prima a comparire fu la testa del capitano, poi anche  Fedoro  emerse agitando disperatamente le braccia. - Che non sappia
l'amico. - Ferito? - chiese il capitano, vedendo  Fedoro  pallidissimo. - No ... No ... è il freddo e anche
parole collo sconosciuto in una lingua, che né Rokoff né  Fedoro  riuscivano a comprendere. A mezzanotte lo "Sparviero"
sbarcava delle coperte e delle carabine. - Venite - disse a  Fedoro  e a Rokoff. - Noi ci fermeremo qui. - Noi! - esclamò
silenziosamente la mano al capitano, poi s'avvicinò a  Fedoro  e a Rokoff e strinse le loro destre, dicendo in buona
Rokoff e il suo amico  Fedoro  dormirono? Non lo seppero mai e non si curarono nemmeno di
che poteva, per sviluppo e forza, stare a pari con Rokoff.  Fedoro  ed il cosacco, scorgendolo, si erano arrestati, guardandosi
perdonate, signori? - Di che cosa! - chiesero ad una voce  Fedoro  e Rokoff. - Di avervi fatto bere troppo? - Ah! Signore! -
invece preferito lasciarle a gelare, per trovarsi solo con  Fedoro  e scambiare le sue impressioni sul misterioso personaggio
dove già lo aveva preceduto lo sconosciuto. Rokoff e  Fedoro  non trovarono di meglio che d'imitarlo, premurosi di
meridionale - disse il capitano, il quale aveva raggiunto  Fedoro  e Rokoff che stavano a prora, osservando l'imponente
colpi di fucile rimbombarono, seguiti da altrettanti. Anche  Fedoro  e lo sconosciuto avevano fatto fuoco, quasi
acutissime si alzarono sotto lo "Sparviero". Il capitano,  Fedoro  e Rokoff, si erano vivamente precipitati verso la
numerosi in Cina e soprattutto nella Mongolia - rispose  Fedoro  - nonostante le leggi severe decretate dall'imperatore. - E
Stavano per slanciarsi attraverso il bosco, quando  Fedoro  si arrestò dietro un gruppo di pini colossali, esclamando:
facendo una smorfia. - Io credo che v'inganniate, signor  Fedoro  - osservò il capitano. - Non vedete che il feretro è vuoto?
motivo imperioso richiedesse il suo appoggio. Sapendo  Fedoro  che le giunche da guerra portano cannoni e numerosi
le eliche e gli strumenti? - Hai ragione Rokoff - disse  Fedoro  balzando dal letto e infilando rapidamente i calzoni. - Hai
Vieni nella mia cabina e prendi anche tu la rivoltella.  Fedoro  si vestì e lo seguì frettolosamente. - Odi? - chiese
la botola e saltò fuori, tenendo la rivoltella puntata.  Fedoro  lo aveva subito seguito, ma un furioso colpo di vento aveva
scese rapidamente. Era appena giunto a terra e Rokoff e  Fedoro  stavano scendendo l'uno dietro all'altro, quando un lampo
un grido, scomparendo in mezzo a un cespuglio. Rokoff e  Fedoro  con un solo salto erano balzati a terra, preparando le
- gridò il cosacco. - I soldati! - Dove? - chiesero  Fedoro  e il capitano. - Eccoli là che si avanzano fra gli alberi.
all'isolotto, onde ripararsi dietro di esso. Il capitano e  Fedoro  si erano sdraiati a poppa, tenendo i fucili in mano. I
di elettricità, rendendo estremamente nervosi Rokoff,  Fedoro  e i loro compagni. - Siete inquieto? - chiese il cosacco al
con un pezzo di lana strappata dalla fodera della giubba.  Fedoro  tornava rapidamente in sé, rigettando di quando in quando,
ora si disperdevano e ora si raggruppavano di nuovo. -  Fedoro  - disse Rokoff, quando fu vicino all'amico. - Stiamo per
che faranno loro vedere le stelle e anche il sole.  Fedoro  si era alzato. I monaci non erano lontani che cinquanta o
della forza di Rokoff. - Andiamo ad incontrarli - disse  Fedoro  risolutamente. - Anche rimanendo qui ci troverebbero
l'aspetto di fantasmi, specialmente fra questa oscurità.  Fedoro  mosse incontro a loro alzando le mani e dicendo in cinese:
inaudita, assolutamente sbalorditiva. Dapprima Rokoff e  Fedoro  avevano creduto di trovarsi dinanzi ad uno dei soliti
servire per dare all'aerotreno la direzione voluta.  Fedoro  e Rokoff erano rimasti immobili, colla bocca aperta,
cucinato in Giappone, deve essere ancora squisito. Rokoff e  Fedoro  si guardarono l'un l'altro con stupore. - Anche queste
attraverso le montagne dei Tiencia. Dove andava? Rokoff e  Fedoro  avrebbero desiderato saperlo, ma non osarono chiederlo. Il
- E che cosa c'entra colla famosa campana? - Signor  Fedoro  - disse il capitano, volgendosi verso il russo. - Non
- No - disse il cosacco, con tono risoluto. - Esporre  Fedoro  ad un simile pericolo mai; d'altronde possiamo spingere
che alimentava il fuoco. - Mentre vi asciugate, io e  Fedoro  andremo a vedere da qual parte potremo scendere - disse il
- A me l'onore di tentare pel primo la discesa. Prima che  Fedoro  avesse potuto rispondere, l'intrepido comandante si era
resisteva tenacemente, tenendosi ben stretto alla corda.  Fedoro  lo seguiva cogli sguardi, fremendo. Se un nodo si fosse
la sua voce. - Deve aver toccato il fondo - disse  Fedoro  a Rokoff il quale si era rapidamente svestito. - A te ora -
a rientrare, gridando e facendo gesti disperati. Rokoff e  Fedoro  si divertivano immensamente del terrore dei cinesi e anche
il capitano, slanciandosi verso il macchinista. Rokoff e  Fedoro  avevano staccato rapidamente due fucili che si trovavano
un grido di furore. - Canaglie! Ci rovinano! Rokoff e  Fedoro  avevano risposto con due colpi di fucile, abbattendo uno
spinta dell'aria e sbalzato innanzi, atterrando di colpo  Fedoro  e Rokoff, i quali non avevano avuto il tempo di aggrapparsi
- disse il capitano. - No, signore - risposero a una voce  Fedoro  e Rokoff. - Ciò vuol dire, dunque, che il mio "Sparviero" è
il quale stava provando il filo della scimitarra. -  Fedoro  ... è finita - disse Rokoff. - Fra pochi secondi ci
di gridare. Che cosa avveniva in alto, lassù nel cielo?  Fedoro  e Rokoff, stupiti da quell'improvviso silenzio e
le vesti e non vide alcuna macchia di sangue. Nemmeno  Fedoro  aveva la casacca lorda. - Che io sogni? - si domandò. Un
per uscire da quella specie di tenda, quando Rokoff udì  Fedoro  gridare con accento atterrito: - La mia testa! La mia
. . . . . . . . Rokoff, udendo tutte queste spiegazioni che  Fedoro  gli aveva dato sui Buddha viventi, aveva perduto gran parte
fracassarmi le gambe. Prima di coricarci andiamo a udire se  Fedoro  sa trovare un mezzo qualunque per andarcene. Si dice che i
pranzo. Tutto il vasellame era scomparso e con esso anche  Fedoro  e la sua poltrona. - Che l'abbiano portato via? - si
e giunse in una stanza da letto precisa alla sua.  Fedoro  non era stato rapito. Dormiva beatamente su un soffice e
il loro desiderio. Quando entrarono nella stanza, trovarono  Fedoro  cacciato sotto le coperte e che mandava dei sospironi
montagne che parevano sorte improvvisamente sull'altipiano.  Fedoro  e Rokoff ritennero inopportuno insistere su quel discorso,
provi il mal di mare. - E a me pare di soffocare - disse  Fedoro  - sento il cuore e le tempie battere precipitosamente,
verso un gruppetto di betulle nane. Il capitano, Rokoff e  Fedoro  si erano precipitati sulle carabine. - Fuoco! ... Tre spari
 Fedoro  e il capitano non erano pronti a trattenerlo, il cosacco
e non interruppe la conversazione che aveva cominciata con  Fedoro  sul numero dei montoni e dei cammelli e sulle ricchezze che
un bacio, sulle punte delle dita, alla futura moglie! Se  Fedoro  non scoppiò in un'omerica risata fu un vero miracolo e
e anche alcune di quel famoso liquore del monte Athos, che  Fedoro  e Rokoff avevano esperimentato dopo la celebre pesca delle
regalato anche a loro delle bottiglie perché si ubriachino.  Fedoro  si alzò colla scusa di respirare una boccata d'aria fresca
pareva che non sapesse più in quale mondo vivesse. Rokoff,  Fedoro  e il capitano si erano alzati, estraendo le rivoltelle. -
Alle due del pomeriggio il capitano additava a  Fedoro  e a Rokoff un fiume larghissimo che scorreva dall'ovest
e dei Remington. Il capitano era balzato a terra assieme a  Fedoro  e a Rokoff, gridando in lingua mongola. - Pace! Pace! Non
il suolo a soli cinquanta passi dall'accampamento. Rokoff,  Fedoro  e il comandante, dopo essersi armati di fucili a palla,
fors'anche hellung. - Il monaco è ambizioso, - disse  Fedoro  a Rokoff. - Perché? - chiese questi, che non aveva capito
che successo! - Ah! Briccone! - esclamò Rokoff, a cui  Fedoro  aveva tradotte le parole del calmucco. - È più furbo di
whisky aveva reso estremamente pesanti, che Rokoff e  Fedoro  si videro costretti a sorreggerlo per non fargli perdere la
 Fedoro  e Rokoff venivano scaraventati nel lago dalla scarica
toccata terra, il primo pensiero del capitano era stato per  Fedoro  e Rokoff. Che cosa era accaduto di loro? Erano caduti nel
e quindi chiedere ospitalità al monastero; era inquieto per  Fedoro  che non sapeva nuotare e che non possedeva la robustezza
i fucili da caccia e innalziamoci ancora! ... Rokoff e  Fedoro  sono lassù! Lo sconosciuto, strappato dal suo torpore da
Sulla cima della piramide, proprio sulla vetta, si vedevano  Fedoro  e Rokoff a dibattersi disperatamente e si udivano a urlare
il fuso, dove il macchinista stava facendo sorseggiare a  Fedoro  un bicchiere di vecchio ginepro, per rimetterlo un po'
S'avvicinò allo "Sparviero" sul cui ponte il capitano,  Fedoro  e gli altri due lavoravano martellando lunghe lamine di
nel caso d'un gravissimo pericolo. Tornarono verso il fuso.  Fedoro  si unì al macchinista e allo sconosciuto, il quale lavorava
vigorosamente, appoggiata dagli Sniders del macchinista; di  Fedoro  e dello sconosciuto, il quale anche in quel terribile
e tornarono verso lo "Sparviero". Il macchinista aiutato da  Fedoro  e dallo sconosciuto, aveva allora terminato d'inchiodare il
che spunti il sole. - Brutta prospettiva. Che non vengano  Fedoro  e gli altri? Abbiamo già sparato cinque colpi di carabina e
bastavano ancora! ... Che pelle dura hanno questi animali!  Fedoro  e i suoi compagni, dispersi i lupi, tornavano. - Un orso! -

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