massimo; lo avevano adorato come una rivelazione celeste; | eppoi | l'orgia era continuata. Le più belle fanciulle si erano |
I sogni dell'anarchico -
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la sola degna di appartenere a lui. Ed egli l'aveva uccisa. | Eppoi | ricordò certi cristiani. Ne aveva giudicato due soli; i |
I sogni dell'anarchico -
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allora prolungato la sua triste esistenza? Passò del tempo | eppoi | udì un sordo vociare. Il circo si riempie! Spicciatevi! |
I sogni dell'anarchico -
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una grande gioia, se gustasse una dolcezza infinita. | Eppoi | li condussero alla. crocifissione, alla morte. Anche ad |
I sogni dell'anarchico -
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ma la sferza di un gigantesco decurione lo tiene domo; | eppoi | una voce gli dice: mostrati eroe, fa vedere a Roma come |
I sogni dell'anarchico -
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Il sorriso si spense allora sulle labbra di Cecilia; | eppoi | essa pure sparve. Nessuno seppe dove si fosse recata. |
I sogni dell'anarchico -
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di sventura gli dice: Non ti ribellare. Vivi! Dio lo vuole! | Eppoi | finché vedremo il sole possiamo sperare. Sperare? No; non |
I sogni dell'anarchico -
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giovane esitò un istante. ? Ho promesso, disse. ? Vite! - | Eppoi | sarà l'ultima cena in famiglia, mormorò. L'altro rise di |
I sogni dell'anarchico -
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Non se ne pentiva. Doveva dimostrare che non era vile, | eppoi | era davvero ora d'incominciare. Le parole non bastavano |
I sogni dell'anarchico -
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una settimana che non riposa; è da due giorni che non beve; | eppoi | il nobile destriere non è avvezzo alla vita del deserto, |
I sogni dell'anarchico -
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per cento, per mille schiavi e ne sbaraglia una legione. | Eppoi | egli si lusingava, che tutte le altre tribù si saprebbero |
I sogni dell'anarchico -
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in questo popolo, che oggi tutti celebrano il Natale. | Eppoi | perché solennizzare una data così indifferente; la |
I sogni dell'anarchico -
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la teocratica. Un uomo colto deve maledire il Natale. | Eppoi | udì il suono delle campane. Erano le ventidue; esse |
I sogni dell'anarchico -
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tifone e mandarci a bere nella gran tazza tutti. - Eppoi? - | Eppoi | potrebbero giungere addosso i pirati e mandarci al diavolo |
I PIRATI DELLA MALESIA -
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tanto atroce ch'io potessi aver diritto di offendermi. | Eppoi | non ci tenevo punto alla stima del sindaco: e non ero |
MEMORIE DEL PRESBITERIO SCENE DI PROVINCIA -
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buco, che ho fatto nel mio nido, me ne distolsero sempre. | Eppoi | la veduta delle nostre montagne uncinate ci tira in su; |
Un viaggio a Roma senza vedere il Papa -
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in vita, che non li ha fatti scannare tutti, tutti. | Eppoi | pensa a se stesso. Deposto, condannato alle forche. Gli |
I sogni dell'anarchico -
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si dilatano spasmodicamente e cercano invano un po' d'aria! | Eppoi | ode un urlo di gioia pazza, indicibile, influita. |
I sogni dell'anarchico -
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di quel bove come avrebbero potuto arare i loro campi; | eppoi | essi, i soldati, erano fin troppo sazi e carne c'era là in |
I sogni dell'anarchico -
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un discorso più attinente del fiore pistilli e polline _ | eppoi | quei fiori lì figuriamoci, non è che la natura abbia scelto |
Vietato ai minori -
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aveva continuato a dipanarsi nel suo capo bernoccoluto: - | Eppoi | sentite; la prescrizione non corre perchè il titolo è |
MEMORIE DEL PRESBITERIO SCENE DI PROVINCIA -
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di fare un'altra frittata. Maria era anche più piccina, | eppoi | sentiva sempre piangere la sorella per le bòtte, la qual |
Le Fate d'Oro -
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seducentissima anche a Franco che era buon conoscitore. | Eppoi | la sua voce era una musica. Aveva l'accento toscano, |
CAINO E ABELE -
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amico della quiete e del lavoro, Selinunte è un paradiso. | Eppoi | non crede ella che l'ambiente abbia poca influenza |
CAINO E ABELE -
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Ci vado a Natale ed a Pasqua. Non sono mica un cane io. | Eppoi | ero andato a bere un bicchierino. Tempo cane. signori. Loro |
I sogni dell'anarchico -
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non avevano saputo sollevarsi in alto, a più spirabil aere; | eppoi | tutta la società era folle, era fiacca; aveva bisogno di |
I sogni dell'anarchico -
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la guerra e sanzionato ogni sorta di ingiustizie sociali. | Eppoi | non poteva tollerare la faccia di vile. La Messa ha |
I sogni dell'anarchico -
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Ella era risoluta di morire - ma non poteva andare lontano, | eppoi | temette che il suicidio non facesse rumore, e questo ella |
MEMORIE DEL PRESBITERIO SCENE DI PROVINCIA -
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agli asini non può succedere ciò che succede agli uomini: | eppoi | le nostre soavi padroncine hanno, in fondo, l'onesto |
CENERE -
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gridare, sussultare. Una madre è sempre una madre. | Eppoi | Olì, una selvaggia, una semplice figlia della natura, non |
CENERE -
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troppo paura dei bianchi per alzare le mani contro di noi. | Eppoi | il forte Speranza è vicino e non ardiranno farci qualche |
I PESCATORI DI BALENE -
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i pacchettini con le mani tremolanti, «è quel che dissi io. | Eppoi | c'è anche un militare, un ufficiale o un generale, non so, |
CENERE -
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se ella gli voleva bene ... Ma questa era una stupidaggine. | Eppoi | tutto era inutile! Un vuoto immenso lo circondava, e in |
CENERE -
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di carattere che è uno dei tanti pregi dei siciliani; | eppoi | il duca non gl'ispirava nessuna simpatia. Franco rimase per |
CAINO E ABELE -
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- e agitava la dichiarazione del duca. -E' falso - E vero. | Eppoi | voi, buoni padri di famiglia, persone timorate, eleggete |
CAINO E ABELE -
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e alle volgarità della esistenza moderna, che egli odiava. | Eppoi | quella istitutrice per tutta compagnia; quella donna molto |
CAINO E ABELE -
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e pareva che stesse per ispirare. Anche Fazio era stanco, | eppoi | aveva lo stomaco vuoto e la testa gli girava dalla fame; ma |
LE NOVELLE DELLA NONNA. Fiabe fantastiche -
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egli dato a fare il miracoloso tagliere? - Hai ragione; | eppoi | il tagliere non fu regalato dalla Madonna a un santo? - In |
LE NOVELLE DELLA NONNA. Fiabe fantastiche -
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era troppo giovane per prender marito. - Ma che giovane! | Eppoi | io voglio concludere il matrimonio alla svelta perché le |
LE NOVELLE DELLA NONNA. Fiabe fantastiche -
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sì troppo presto. - Farò fare la garanzia al caffettiere. | Eppoi | è gobbo: porta fortuna, - soggiunse donna Concetta. - Se ci |
IL PAESE DI CUCCAGNA -
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quando sarò grande andrò a trovarla; eh, sì, te lo giuro! | Eppoi | io ho anche uno zio, che studia in continente; ed egli |
CENERE -
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signora. La storiella della paraninfa, già la conoscerà. | Eppoi | il fattorino del negozio là di contro, che è stato qui a |
Nanà a Milano -
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si distraeva guardando la gente, i ceri, i fiori, i santi. | Eppoi | l'incoraggiava il pensiero dell'amuleto nascosto sul suo |
CENERE -
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non mi hai scritto mai questo?» «Perché dovevo scrivertelo? | Eppoi | io stessa, fino a pochi giorni fa, ignoravo certe cose. Oh, |
CENERE -
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a risarcirvi dello strapazzo inflittovi momentaneamente. | Eppoi | nessuna rigidezza aristocratica, nessuna sciocca burbanza |
Vita letteraria -
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pietà: non il pudore di mascherare almeno il suo egoismo. | Eppoi | come è astuta! La sua lettera è copiata e ricopiata, |
CENERE -
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