Vocabolario dinamico dell'Italiano Moderno

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«A questa accanto», disse il notaio Mazza, «metteremo nome  San  Giurranni che è il patrono del vino, perché ripeta il
fuori. E di che qualità! Come mai? Un giorno la mamma di  San  Giurranni, cerca e guarda, si accorge che un tralcio verde
anzi scuro in viso, quasi il notaio non avesse parlato di  San  Giurranni ma di Rocco Criscione. E al ritorno a Ràbbato,
del vescovo. La piccola, con le falangi di un dito di  san  Biagio, protettore contro il mal di gola, l'altra, con un
cordone di argento del Cristo alla Colonna, della chiesa di  San  Paolo, che si concedeva soltanto in casi estremi e a fedeli
della vicina collina di Monreale, oppure all'Abbazia di  San  Martino ove i Benedettini pregavano e lavoravano la terra
quattordici santi; più basso ancora, a destra e a sinistra,  san  Pietro e san Paolo, e maestoso in mezzo ad essi, come
più basso ancora, a destra e a sinistra, san Pietro e  san  Paolo, e maestoso in mezzo ad essi, come sorreggente tutto
più sotto quattordici santi, e più sotto ancora e dai lati,  san  Pietro e san Paolo e finalmente il Cristo, come era apparso
santi, e più sotto ancora e dai lati, san Pietro e  san  Paolo e finalmente il Cristo, come era apparso a Guglielmo
nonno. Ella non mancava mai alle funzioni cantate di  San  Marco, grandi e piccole, nei dì di festa e nei giorni di
era stato ammirato più volte dal soprano della cappella di  San  Marco. Questi non aveva nulla di comune con i rotondi
non rifiniva di lamentarsi che per andare in piazza di  San  Marco o dal maestro gli toccasse di fare un viaggio. Si
poco più di un anno, Mirate entrò nella cappella di  San  Marco quale supplente del vecchio tenore sfiatato; ed, una
tu abbia bisogno d'aiuto, rivolgi una fervente preghiera a  san  Romano, ed egli ti soccorrerà. All'altro anello non ci
di pioppi, e gettatasi in ginocchio, disse col cuore: -  San  Romano, aiutatemi! Non aveva appena fatta questa fervida
com'avrebbe fatto un'altra donna. Essa diceva fra sé: -  San  Romano, aiutatemi! - e basta. - Caterina, vogliamo
da me. Bisogna imprecare quanto meglio si può contro  san  Romano, che era un grande nemico del Diavolo. Allora
i suoi aggressori pronunziare imprecazioni tremende contro  san  Romano. Si volse e vide che l'anello a un tratto si era
fuori della testa. Caterina anche in quel momento invocò  san  Romano, ed allora le comparve il vecchio sconosciuto, che
La contadina narrò allora che il vecchio non era altri che  san  Romano, e disse che era sua intenzione di costruire un
la notte di  San  Giovanni. Olì uscì dalla cantoniera biancheggiante
di scarlatto e nastri coi quali voleva segnare i fiori di  San  Giovanni, cioè i cespugli di verbasco, di timo e d'asfodelo
il cielo, stanotte! I bimbi buoni, nella notte di  San  Giovanni vedono aprirsi il cielo e poi vedono il paradiso e
aveva quindici anni e con la scusa di segnare i fiori di  San  Giovanni andava ad un convegno amoroso. Sei mesi prima, una
devo cogliere il puleggio e l'alloro; non sai che è  San  Giovanni?" E son venuto. Ecco.» Si frugava in seno, mentre
per terra, ricordava la notte calda e voluttuosa di  San  Giovanni, il profumo dell'alloro, la luce delle stelle
suoi poveri fratellini, ai tesori di Anania, alla notte di  San  Giovanni, a sua madre morta; ed ebbe paura e si sentì
Adriano Meraldi ritornò vittorioso del concorso di Pompei a  San  Gerolamo Canavese. Essa era figliuola unica di Simone il
che in gioventù erano stati biondi lucenti. Pareva un  San  Giuseppe ricamato. Era buono, sottomesso a tutti. Avrebbe
impolverare la nobiltà recente di sua famiglia, abbandonò  San  Cristoforo che aveva reso per il passato sì lunghi servizii
per giunta il vecchio Castello dei Conti Grattugia di  San  Ginepro spropriatosi. Così a San Gerolamo il Barone Rollone
dei Conti Grattugia di San Ginepro spropriatosi. Così a  San  Gerolamo il Barone Rollone Svolazzini era diventato la
e morissero stretti stretti nello spazio che c'è dal sole a  San  Gerolamo ... Gilda giunta a casa farneticando quella sera
bisognava fare scomparire la Gilda. L'opinione pubblica di  San  Gerolamo non se ne sarebbe maravigliata. Già nel villaggio
vicina chiesa di Sant'Antonio, quando, giunto all'angolo di  San  Clemente, si incontrò in Ferruccio, che correndo e ansando
o Madonna Santissima." E quanta fu lunga la strada da  San  Clemente al Carrobio, il povero Demetrio non seppe dir
il ponte, si avviava lentamente per la strada deserta di  San  Barnaba verso il bastione, e verso il vecchio cimitero di
che aveva allora in affitto un grosso fondo su quel di  San  Donato, si accorse subito che la barca cominciava a far
gli occhi sul carro funebre, che, passata la chiesetta di  San  Barnaba, infilava l'altra via quasi deserta della Pace. Ma
testa come un cavallo stanco di portare il basto. Giunse in  San  Clemente, e, nell'androne buio della porta, sentí una voce
pure nel suo seno isole considerevoli, quali Sidov,  San  Matteo, San Paolo e San Giorgio. Nel momento che il
nel suo seno isole considerevoli, quali Sidov, San Matteo,  San  Paolo e San Giorgio. Nel momento che il "Danebrog" entrava
isole considerevoli, quali Sidov, San Matteo, San Paolo e  San  Giorgio. Nel momento che il "Danebrog" entrava in questo
far presto. Poi passò alla Cassa di Risparmio del Banco di  San  Giacomo e ritirò molte cartelle di rendita al portatore che
Uscí dai quartieri popolari e col suo grosso volume di  San  Tomaso sotto il braccio, pieno di valori, andò verso la
Scuotto, il "paglietta", che abita presso la chiesa di  San  Giovanni a Mare. Io devo accompagnare un gran morto, un
i lembi del suo mantello, strinse col braccio il volume di  San  Tomaso e uscí. Il vento di mare gonfiava il mantello dietro
in un vagone di terza classe, stringendo col braccio  San  Tommaso e tutta la sua scienza. Nessuno l'aveva veduto
domandato a un contadino che era lì fuori. - È la chiesa di  San  Francesco al Monte. - Sono entrato anch'io, e ho visto
avventurieri e da tutti gli ufficiali di terra e di mare di  San  Domingo. Le danze, animatissime fino a quel momento, erano
teste nelle poche ore che si era mostrato per le vie di  San  Domingo. Il portiere negro aveva appena sollevata la ricca
- Ed ora andavate? ... - Mi fermo qui per difendere  San  Domingo. - Siamo minacciati? - Si dice che i bucanieri,
insieme con le piú leggiadre signore e signorine di  San  Domingo, ed entrarono in un salottino dove una dozzina di
un colloquio con voi. - Non siete venuto per proteggere  San  Domingo da un attacco dei corsari della Tortue e dei
il locale di Sant'Antonino, per le deliranti e le pazze; di  San  Michele ai nuovi sepolcri per le croniche, ecc.
abbiamo tre, e sono occupate da otto carbonai che tornano a  San  Godenzo, e all'albergo non ci sono che quelle tre. Il
a pregare. Quando il viaggiatore, che era messer Gentile di  San  Godenzo (il quale, in seguito ad una lunga assenza dal
frange d'oro, e aveva nel centro lo stemma dei Gentili di  San  Godenzo. Messer Gentile a quella vista fece per saltar dal
vedere che portava una cintura con lo stemma de' Gentili di  San  Godenzo, il cadavere fu composto in una bara e portato in
suo delitto e a precisare la somma rubata al cavaliere di  San  Godenzo. Poi gli fece firmare un foglio nel quale
è stato più molestato. Messer Gentile, prima di tornare a  San  Godenzo, andò ad Arezzo, dove, fattosi consegnare i danari
a perdonare i peccati monotoni delle paesane. Era il dì di  San  Rocco, e le donne timorate, prima di unirsi con la candela
la cerimonia della mattina seguente, giacché la immagine di  San  Rocco, ch'era stata solennemente portata dall'oratorio alla
di Lugo, del Coninck sulla Confessione; esaminò le opere di  san  Tommaso. In nessun luogo all'inviolabilità del sigillo
del cielo. - Andate a pigliare le boccette nell'oratorio di  San  Rocco. Questo consiglio fu immediatamente seguito, e, dopo
di rosso e di verde, ed i consueti brontolii. La statua di  San  Rocco, in legno colorito, con il suo cappellone a larghe
la discordia in una famiglia che abita ai piedi del Monte  San  Bernardo, sulla riva di un gran lago. Giunto colà, tu la
gli occhi vide un giovane curvo su di lui e un canone del  San  Bernardo, che continuava a leccarlo e a latrare. Il giovane
scherzare, è un brontolone, ma presto tacerà. Poi vi è  San  Gennaro, che con le dita sollevate in atto d'imperio,
pregano il parroco della cattedrale a portare in piazza  San  Gennaro di argento o il prezioso suo sangue che è
in tasca il rosario e prese a dire: - Quando il beato  san  Francesco morì, lasciò fra i suoi frati un certo
poteva aiutare. Questo frate Amalziabene, dopo la morte di  san  Francesco, se ne venne alla Verna, attratto dall'asprezza
con tutto il rispetto che meritava il discepolo caro a  san  Francesco. Giunse il frate di sera, e, poco dopo, la
fondazione dell'Ordine nessun frate ha meritato la pena che  san  Francesco stesso, apparsomi in chiesa, mi ha imposto di
di aver veduto un teschio in un sotterraneo della chiesa di  San  Salvadore, che era in Valle Santa, e rispose a fra'
il teschio di fra' Amalziabene lo portai nel sotterraneo di  San  Salvadore, per avere una reliquia del nostro glorioso
in Porta Garibaldi e il Padiglione Luciani nei pressi di  San  Vittore non esistono più. Non si creda per questo che il
... miseria umana! ... si doveva passare davanti a un gran  San  Francesco, dipinto nella parete, con le braccia aperte e
al lume della lampadina recata in mano ... Come se quel  San  Francesco - che alla dubbia luce sembrava vivo e parlante,
e parlante, con gli occhi travolti in su - come se quel  San  Francesco gl'imponesse: «Padre Anastasio, di qui non si
- che fra due mesi ... sarò la contessa Grippa di  San  Celso ... Sei capace di ragionare? Andrea sentí cascarsi le
lire le hanno scaldato il cervello. - Contessa Grippa di  San  Celso, - rispose il Ricevitore, lisciandosi la barba - non
un tuono, con cui quegli rispondeva al dottor Meccio, detto  San  Spiridione non si sapeva perché. Il dottor Meccio, seduto
una sciocchezza, lasciatemela dire! La parola è libera!»  San  Spiridione gli teneva testa imperterrito, mentre parecchi
ansiosi di baciare le gote della piú bella vedova di  San  Domingo. Spiccava però tra loro il conte de Miranda, sempre
se la vittoria non valesse un bacio alla piú bella donna di  San  Domingo. Allentò le briglie e riprese la corsa, spronando
vedova. - È probabile che questa sera io non sia piú a  San  Domingo - rispose il conte. - Allora voi accetterete di far
avrebbe osato assalire il conte di Sant'Iago. - Di  San  Domingo forse - rispose il conte. - Io non sono nato nelle
- Sí, conte. - Ebbene, che cosa vuol dir ciò? Forse che a  San  Domingo non è permesso a due gentiluomini di definire una
amici di Roma seppi trovarsi la fanciulla nel convento di  San  Francesco, ove l’avean condannata a servire le suore e a
purché non si mescolino in politica. Giunto al portone di  San  Francesco, posai il mio fascio, preparai pronto ad
man mano, risacchiando. - Bravi merli! Avete fatto  San  Giovanni di rilievo. Avete goduto gli avanzi di Troia
modestia, a quello fatto da Dino Compagni al battistero di  San  Giovanni - ora che la cronaca di Dino Compagni va perdendo
dallo spirito, acendomi chiudere nella chiesa del grande  San  Pasquale, a mezzanotte; ho promesso dieci lire di regalia
detto di accendere quattro candele, innanzi all'altare di  San  Benedetto, di cui ricorre la festa, domani: dieci lire.
dalle Chianche della Carità e dalla Corsea, dal Chiostro  San  Tommaso di Aquino e dal piccolo rione del Consiglio, da
e dal piccolo rione del Consiglio, da Toledo e dal vico  San  Liborio. Certo, a poca distanza, in giù, a via
aveva giuocato milleseicento per i Banco lotto da Chiaia a  San  Ferdinando, da San Ferdinando alla piazza della Carità. Gli
per i Banco lotto da Chiaia a San Ferdinando, da  San  Ferdinando alla piazza della Carità. Gli restavano duecento
da ispirato, se volevano fare la elemosina di cinque lire a  San  Giuseppe: ed essi dettero le cinque lire, pensando che
il cinque, la moneta e il diciannove, che è il numero di  San  Giuseppe. Tutto ciò che dice l' assistito, l venerdì sera e
io… ho bisogno di sessantamila lire per aprir bottega verso  San  Ferdinando e fare la dote alla mia Agnesina. Una infinita
intorno, sembravano piccole, meschine, minuscole. Un  san  Sebastiano, a mezzo busto, nel cui sanguinante torace, nel
confitte delle leggere e brillanti frecce di argento; un  san  Giovanni, ripetente, nella testa giovanile ricciuta, quella
penna, la penna dell'amor divino, anche essa in argento; un  san  Tommaso d'Aquino, con un grosso anello d'oro, con un
La piccola lampada, accesa innanzi a una immagine di  san  Domenico Guzman, la piccola lampada, con cui egli era stato
la fioca luce del lumino, nel bicchiere rosso innanzi a  san  Domenico. Con una cautela di movimenti, arrestandosi ad
era svaligiata e devastata. Dal petto e dalle spalle del  san  Sebastiano erano state strappate le freccie di argento e lo
il fondo di creta, il fondo di legno; dalla mano del  san  Giovannino era stata tolta la mazza pastorale di argento e,
Filomena era stata strappata la penna di argento, e da un  san  Francesco, da un san Cataldo, da un san Gregorio, erano
strappata la penna di argento, e da un san Francesco, da un  san  Cataldo, da un san Gregorio, erano state svelte le aureole
di argento, e da un san Francesco, da un san Cataldo, da un  san  Gregorio, erano state svelte le aureole di argento, più
derubarne il prezioso metallo che li adornava; un terzo, il  san  Cataldo, giaceva per terra, a faccia sul suolo. Nel mezzo
non osando toccarle, non osando neanche toccare il  san  Cataldo che era caduto con la faccia per terra, non osando
composto molto prima di Gabriele d'Annunzio un Mistero di  San  Sebastiano D'Annunzio l'ha scritto in francese e a
Erano: Giuseppe alla Corte di Putifarre e il Martirio di  San  Sebastiano. Il primo non entusiasmò: nessuno seppe chiarire
fosse in lotta con la sua padrona. Ma il Martirio di  San  Sebastiano, che io rammentai con fervore, piacque alle
domanda. Sei tu che hai proposto il gioco ... yes ... di  San  Sebastiano? - Sì. - Vede, egregio ingegnere, che Eleanor ha
l'esempio. Così nel gran salone del Palazzo Madama il Conte  San  Martino d'Agliè produsse un suo Ercole domatore dei Mostri
che ama. Essa lascia il figlio piccolino al Marchese di  San  Germano, lo affida con queste parole che è bene meditare:
al favorito d'un'ora le parole che scriveva al Marchese di  San  Germano: "Regardez-les (trattati politici o baci che
E raccontò di un inglese, protestante, innamorato di  San  Benedetto, che faceva lunghi soggiorni a Subiaco,
malamente e rimasto a giacere sotto il fastello. "Iddio e  san  Benedetto" diss'egli "fecero che passasse un monaco. Questo
Speco. Sotto il monastero, nel profondo, pende il roseto di  san  Benedetto e sotto il roseto pendono gli orti, pendono gli
un discorso di prima. "No" disse "il ritratto autentico di  san  Francesco non è qui. Più abbasso c'è un san Francesco
autentico di san Francesco non è qui. Più abbasso c'è un  san  Francesco dipinto dal cavalier Manente. Lo vedranno dopo.
non la vide, la credette discesa in cerca del ritratto di  san  Francesco. Si rialzò, riprese la via, povera creatura di
gli convenissero, e per saperlo si diresse a un frate di  san  Francesco, che confessava specialmente le donne. Questo
Un giorno che, invece di dipingere in Duomo la figura di  san  Bernardino, egli se ne stava sulla piazza a imprecare
né di mettere una pennellata di colore sulla figura di  san  Bernardino, di cui prima era devoto. Di giorno girava per
a giorno si fermò a poca distanza da Firenze, alla Badia di  San  Salvi. Il mostro rimase a cavallo, in vedetta. Di lì a poco
Giovanni, fu pittore assai valente, e in una parete di  San  Domenico ad Arezzo dipinse il miracolo avuto in suo favore
ad Arezzo dipinse il miracolo avuto in suo favore a  San  Salvi. - E ora la novella è terminata, e io do la buona
scelleraggine, di quel gran tradimento - Se fosse vero,  san  Giovanni benedetto avrebbe già vendicato l'offesa. Con san
san Giovanni benedetto avrebbe già vendicato l'offesa. Con  san  Giovanni, pel comparatico, non la passa liscia nessuno! -
- Ah, sangiovanni traditore! ... Traditore anche  san  Giovanni di lassú, che non ha avuto né occhi, né orecchi,
che ora cercavano di ubbriacare compare caprone! ... Ma  san  Giovanni benedetto avea tolto ogni lume a quei due! E
festive dei passato; dai pomposi mo- saici della chiesa di  San  Marco e dai pesanti fumaiuoli dei camini a tronco di cono
vedemmo uscire dalla porta laterale della chiesa di  San  Marco e traversare fino al portico il quale riesce sul Molo
cupa e si perdeva sotto il portico del Molo. Un altro dì a  San  Samuele, fuori della botteguccia di un intaglia- tore,
settimane, ricercando i misteri profondi della facciata di  San  Marco, del Campanile, della Fabbrica del- l'Orologio, e
corporea all'impres- sione tutta ideale, che la piazza di  San  Marco aveva suscitato in date condizioni di luce e in date
navate, le absidi, le cappelle, le nicchie della chiesa di  San  Marco erano invase da decine di pittori, vecchi con la
loggia che sovrasta alla porta maggiore della basilica di  San  Marco; aveva invitato a tornare ospite suo nel suo palazzo
vibravano ancora sotto la navata oscura della chiesa di  San  Francesco. Intanto che il prete recitava a voce bassa le
sospiro rassegnato, quasi a dire: Ci siamo. Il curato di  San  Francesco predicava male, con una voce monotona sempre
quali battevano il lastrico davanti a lei. Dalla chiesa di  San  Francesco alla lor casa erano pochi passi. Sulla porta
dall'alto la smisurata (e fatiscente) architettura del  San  Michele, tentata di contare le centoquattro finestre,
smattonato con tanto sperticamento di locali. Ero venuta al  San  Michele in taxi e scesa non so dove senza rendermi conto
contraria. Corse dal maestro direttore della cappella di  San  Marco a pregarlo di essere uno degli arbitri. Questi, uomo
Il suo stipendio di primo basso nella cappella di  San  Marco era sequestrato da parecchi me- si; gli azionisti
dell'esattore era posta a mezzo della via di  san  Francesco, la così detta via dei signori; non che il signor
e provinciale in confronto alle case signorili della via di  San  Francesco; la schiacciava soprattutto il riscontro del
mi ha già detto che hanno atterrato tutte le case vicine a  San  Rocco. Teresina non capì nulla; aveva anche lei la sua
- Vi sono almeno duecento uomini al di là del villaggio di  San  Josè. - Sono gli stessi che sono venuti qui? - Li ho
un sentiero aperto fra i boschi, evitando la borgatella di  San  Josè che si trovava a breve distanza dalla fattoria della
cosa volete? mi diverto a far arrabbiare il governatore di  San  Domingo! - Il quale sarà probabilmente un cannibale o poco
Finché non avrò terminato la mia missione non ritornerò a  San  Domingo. - E dove andrete ora? - A trovare vostro cognato
- Bene! - disse il conte. - È uscito nessun galeone da  San  Domingo? - Ne è passato uno dinanzi a noi, quattro o cinque
botteghe dei dolcieri, dagli umili Fragalà del quartiere  San  Lorenzo ai gloriosi Fragalà di piazza Spirito Santo, e dai
Santo, agli aristocraticamente squisiti dolcieri di piazza  San  Ferdinando! Anzitutto, la gran fabbricazione dei
dormiva sui gradini delle chiese, sotto il porticato di  San  Francesco di Paola, sotto la guglia dell'Immacolata in
già qualche isolata scaramuccia nasceva. All'angolo di via  San  Sepolcro una nutrice contadina che se ne andava lentamente,
di Finanza, pieno di amarezza, si era ritirato nel vico  San  Liborio, per salvarsi. A una signora dal cappello a larghe
era rimasta inchiodata a un punto del marciapiede, verso  San  Giacomo, dal terzo piano, un bimbo buttava quietamente,
le ottantamila lire, in contanti, per aprire bottega a  San  Ferdinando? Ma Cesare era troppo contento di andare in
gridava: - I numeri, i numeri, i numeri! E quando, giunto a  San  Ferdinando, il carro di Faust voltò per rifare la strada
poiché ella ha compassione di lui. - Ringrazia Iddio e  san  Fedele che in un modo o in un altro te ne ho liberato, -
cassa la quale ponemmo poi nell'avello dei conti Guidi in  San  Fedele. - Morto! - esclamò il Conte. - Sì, morto; ma non
doveva recare la salma della Contessa all'abbazia di  San  Fedele, traversando il paese. La cassa della bellissima
monaci dell'abbazia, vestiti di bianco secondo la legge di  san  Romualdo, loro fondatore; venivano dopo i preti, gli
il Conte e il poeta scendevano nell'avello dell'abbazia di  San  Fedele, mentre i frati a coro pregavano per l'anima della
durante i riposi, piombava giù ai piedi dell'altare di  San  Clemente delle occhiate incendiarie, che incon- travano gli
a' suoi consigli. Pregai dunque il nostro organista di  San  Marco, il quale, a patto d'intascare venti svanziche
indegno di appartenere all'onorato corpo dei cantori di  San  Marco. Egli sperava di combinare il negozio per certe sue
pensava al modo di aver un abboccamento con monsignore di  San  Zeno, che non aveva l'onore di conoscere di persona, sentí
del suo vecchio Collegio, sapendo che questo monsignor di  San  Zeno aveva un po' la natura degli antichi arcivescovi, che
fiero di un santo dipinto, dalla lunga barba nera, credo  San  Paolo, che reggeva colla sinistra un gran libro
ne andrà di mezzo, ma ne andranno di mezzo i Magnenzio, i  San  Zeno, i di Breno, vale a dire tutti i piú bei nomi del
persona al suo matrimonio che fu celebrato nella chiesa di  San  Sebastiano a Montaguzzo dove si comportò molto divotamente
sposato mia sorella che stava inginocchiato nella chiesa di  San  Sebastiano a Montaguzzo. - Come, come? Lei è cognato
parte sua: ma Giovann dell'Orghen voltò e scomparve dietro  San  Giorgio. Si ritrasse dal balcone tutta fredda e stillante
pover'uomo, verdi come il sambuco. Da tre mesi l'organo di  San  Sisto era in riparazione: e si può dire che egli vivesse
e si può dire che egli vivesse sulle Benedizioni di  San  Lorenzo. "Se la signorina non si sente di prender lezione,
simile. Perché non era cane, un cane forte, robusto, da  san  Bernardo, capace di slanciarsi contro lo straniero, di
la tua padroncina volesse diventare la Contessa Grippa di  San  Celso! E scoppiò in una risata. Ma Giacinta aveva alzato la
In quell'area sorgeva ancora nel 1811 l'antica chiesa di  San  Salvatore in Xenodochio fondata nel 787 dall'arciprete
ordini. - Voglio che tu porti questa lettera al parroco di  San  Fedele. - Lassú? - chiese Salvatore, indicando col dito un
Costui capí soltanto la domanda e rispose: - Vado lassú a  San  Fedele. È venuto "u barone". - È venuto? che sia vero
ciò che ha fatto sperare monsignor vicario? - Dio volesse e  San  Michele! Io ho fatto un sogno, in cui vi ho veduto con un
queste frasaccie, che non lasciavano dormire mammà. Nei  San  Zeno non era sconosciuta questa tendenza a esaltarsi e a
che le due dame avevano per la virtú di donna Cristina di  San  Zeno, nipote d'un vescovo, una delle piú specchiate signore
il disonore della casa a monsignor vescovo e a tutti i  San  Zeno, che avrebbero potuto disinteressarsidel povero
e in silenzio in quella stanzetta del quartino in via  San  Giacomo, dirimpetto alla Borsa: un quartino che egli teneva
la sua fortuna! Era fatto di due stanze, lo studio, n via  San  Giacomo: uno stanzone con due balconi, pieno zeppo di
lire mi servirebbero per aprire bottega in piazza  San  Ferdinando. Con la bottega in piazza Spirito Santo non le
Ambrogio Marzano e il barone Lamarra tornavano a via  San  Giacomo, da don Gennaro, per un affare di denaro,
solo, guardò l'orologio. Si faceva tardi. La strada di  San  Giacomo è naturalmente scura, e parea già, alle quattro,