Vocabolario dinamico dell'Italiano Moderno

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L'altro ha snudato il ferro, e sta innanzi alla porta come  un  tronco di cerro. Orribile minuto! Quel vecchio dalle
faccia non ha pinta la rabbia, non ha pinto il terrore, ma  un  alto, inenarrabile, sterminato dolore. Non trema, ma i suoi
per l'angelo custode che ti amica l'Eterno, giurami che fu  un  filtro che te la diè in balìa, che un maleficio ha vinto la
giurami che fu un filtro che te la diè in balìa, che  un  maleficio ha vinto la creatura mia, ch'ella è innocente...
la contessa ho conquiso, e or vi prego osservare che m'ho  un  ferro snudato, che il mio custode è questo, e che al rezzo
Ciò mi dorrìa da senno.- I gondolier stemmati partono a  un  muto cenno, e già nell'aria tacita sfavilla un altro
partono a un muto cenno, e già nell'aria tacita sfavilla  un  altro brando.
una volta, in Iscozia,  un  Conte, che da ricco era diventato povero, ma po- vero.
che da ricco era diventato povero, ma po- vero. Aveva  un  tempo belle praterie dove pascolava numeroso bestiame, e un
un tempo belle praterie dove pascolava numeroso bestiame, e  un  fiume, straripando, gliele aveva coperte di sassi e di
boschi antichi, dove crescevano grandi alberi secolari, e  un  in- cendio glieli aveva distrutti; aveva un ca- stello
secolari, e un in- cendio glieli aveva distrutti; aveva  un  ca- stello stupendo, costruito in cima a una rupe, dove
a una rupe, dove custodiva le ricchezze della fa- miglia, e  un  giorno crollò la rupe, si sprofondò nel lago, e il castello
al Conte altro che una casina piccina piccina, in mezzo a  un  prato, dove teneva custodito un toro furiosissimo, ed era
piccina piccina, in mezzo a un prato, dove teneva custodito  un  toro furiosissimo, ed era chiamata la Casina del Toro. Il
era chiamata la Casina del Toro. Il Conte, rimasto così a  un  tratto senza terre e senza averi, vagava per la campagna
roba da mangiare, e la stalla, una bella stalla tenuta come  un  sa- lotto; e, sciolto nella stalla, c'era il Toro. Questo,
gli erano accadute tutte quelle disgrazie non aveva trovato  un  cane che lo guardasse; tutti lo sfuggivano. Salì le scale,
a lui. Quivi, appesa alla parete, c'era una zampo- gna,  un  vestito completo da zampognaro e abiti leggieri da donna.
zampognaro. Intanto esso, con una agilità meravigliosa in  un  Toro, si mise a una a una le sottane, poi il grembiule, il
di dietro e prendendosi con garbo il grembiule, incominciò  un  minuetto. Il Conte non aveva voglia di ridere, ma dovette
pareva d'essere nel mondo delle me- raviglie. Camminarono  un  bel pezzo; il Toro ogni tanto si fermava per strappare una
alle finestre, si arrampicava sui tetti, in preda a  un  vero fanatismo. Il Toro ballava con una grazia in-
al fortunato suonatore, il quale, a sera, aveva già fatto  un  sacco di quattrini. Le cose andarono bene per un mese.
già fatto un sacco di quattrini. Le cose andarono bene per  un  mese. Tutti i giorni il Conte suonava e il Toro ballava; ma
Tutti i giorni il Conte suonava e il Toro ballava; ma dopo  un  mese il Conte era stufo e ristufo di quella vita da zingaro
Toro come da principio, e non sognava altro che di comprare  un  castello coi quattrini che aveva fatti, per poi ritornare a
fatti, per poi ritornare a far la vita da signore. Difatti  un  giorno, invece di farsi insegnare la strada dal Toro, si
il Toro nella stalla e vado a vedere se nei dintorni trovo  un  castello da comprare. Che bella cosa tor- nare come prima!
suo volto tutto ciò che pensava, come se fosse scritto in  un  libro. Cammina, cammina e cammina, arri- varono finalmente
il Conte dormiva saporita- mente, il Toro, che aveva chiuso  un  occhio solo e vedeva sempre come scritti in un libro i
aveva chiuso un occhio solo e vedeva sempre come scritti in  un  libro i pensieri del Conte, scavò prima una buca fonda dove
presero per la mano e fecero una corsa in segno di gioia; e  un  vecchio gatto burlone accordò il violino e fece una suo-
accordò il violino e fece una suo- natina, che valeva  un  tesoro, poi mandò il suo amico, un cane ringhioso, nei
suo- natina, che valeva un tesoro, poi mandò il suo amico,  un  cane ringhioso, nei pressi della casina perché gli
i quattrini, non tro- vando più il Toro, era rimasto con  un  palmo di naso.
non me ne intendo piú, compare. - Avete bevuto troppo? -  Un  guascone! ... Che cosa dite, signor Mendoza? ... Volete
- Perché i guasconi non tollerano offese. - Lo sappiamo da  un  pezzo, don Barrejo, - disse il basco. Forse che non siamo
- Voi non siete marinaio, quindi non sapete orizzontarvi. -  Un  guascone! ... - Caramba! ... Non sapete orientare nemmeno
dopo quello che state bevendo, io non metterò fuori piú  un  soldo, perché il famoso doblone che abbiamo scommesso nella
guascone. - Me lo ha detto or ora il taverniere. - Quello è  un  ladro! ... Noi abbiamo bevuto un doblone? ... Quanto fa
il taverniere. - Quello è un ladro! ... Noi abbiamo bevuto  un  doblone? ... Quanto fa pagare queste bottiglie? - Che ne so
non è mai stata il mio forte. - Vi ripeto che è  un  ladro! ... - È probabile, tuttavia non andrò a gridarglielo
tuttavia non andrò a gridarglielo sul muso. - Voi non siete  un  guascone. - Volete far nascere delle questioni? Sapete che
la massima prudenza e che ci troviamo in mezzo a nemici. -  Un  guascone non ha mai paura. Andrò a rompere la testa a quel
uno solo, don Barrejo, - disse Mendoza. - In Guascogna con  un  doblone si beve un anno intero. - Qui siamo in America. Il
- disse Mendoza. - In Guascogna con un doblone si beve  un  anno intero. - Qui siamo in America. Il guascone, che aveva
- Qui siamo in America. Il guascone, che aveva bevuto  un  po' troppo, anzi molto, scattò. - Ladri di spagnuoli! -
che poteva però con molta probabilità diventare tragica da  un  momento all'altro, succedeva in una delle numerose taverne
e chiacchierando amichevolmente da tavolino a tavolino,  un  grido d'indignazione si era alzato. - Chi è che ci offende?
... Fuori! ... Il guascone era balzato in piedi, rosso come  un  gambero cotto, colla sinistra posata fieramente sulla sua
neri, borghesi e avventurieri. - Fuori, mascalzone! - urlò  un  omaccio barbuto, che portava al fianco una draghinassa non
hanno becco e artigli e che sono capaci di fare a pezzi  un  guascone, abiti al di qua o al di là del mar di Biscaglia,
ve lo dico io. Gli avventurieri si erano radunati in  un  angolo della sala, urlando sempre: - Fuori! ... Fuori! ...
- Tu, che sei briaco, - rispose l'omaccione barbuto. -  Un  guascone! ... In quel momento comparve il taverniere,
tuo sangue e lo darò da bere a questa onorevole compagnia.  Un  urlo d'indignazione si alzò fra i presenti. - Bevilo tu!
innanzi, impugnando sempre la sua terribile casseruola. Era  un  omaccio, alto e grosso quanto l'avventuriero barbuto,
il taverniere, inferocito. - Ora ti accoppo! Aveva fatto  un  altro passo innanzi, minacciando di far uso della sua
perduto l'orientazione dopo le copiose bevute, trasse con  un  gesto maestoso la sua draghinassa e si mise bravamente in
tazza, ancora quasi piena, dicendo: - Ma che! ... Io sono  un  basco che abita dall'altra parte del mar di Biscaglia! Don
Don Barrejo fece una smorfia, poi si slanciò come  un  toro furioso contro il taverniere, vociando come un
come un toro furioso contro il taverniere, vociando come  un  ossesso: - Largo ai guasconi! La sua draghinassa piombò con
ossesso: - Largo ai guasconi! La sua draghinassa piombò con  un  fragore assordante sulla casseruola, facendola saltare
facendola saltare dall'altra parte della sala con  un  fragore assordante, poi si precipitò contro l'aiutante che
la cena, compare! - gridò. - Lo Xeres mi ha messo indosso  un  appetito sorprendente. La mangeremo quando avrò accoppata
gettando gli spiedi; però non era scappato l'uomo barbuto,  un  vero tipo d'avventuriero giunto forse dal Perú o dal
dopo se ve ne sarà bisogno. - Voi avete bevuto troppo e  un  colpo di spada piomba senza accorgersene. - Vi darò ora,
i pappagalli? - Se non sono sordo, voi avete detto ad  un  guascone del pappagallo! - gridò don Barrejo. - Guascone o
- Guascone o non guascone, vi dico che se non siete  un  pappagallo sarete di certo una scimmia rossa! - urlò
non vi getterà a terra, quest'arma, che non è lunga nemmeno  un  terzo della vostra spada, vi spaccherà la gola. Parola di
- A me cialtrone! - Buffone! - A me buffone! - Pauroso! -  Un  guascone! - Vieni avanti furfante! - Ecco che ti faccio la
da parte a parte l'avventuriero. Questi aveva fatto subito  un  salto indietro, mettendosi in guardia. - Tu non sei uno
- Tu credevi di aver dinanzi qualche indiano e non  un  maestro d'armi. Allunga un po' la gamba destra, per Bacco!
dinanzi qualche indiano e non un maestro d'armi. Allunga  un  po' la gamba destra, per Bacco! ... Quella lí è la guardia
- Canarios! Prendi questa! ruggí l'avventuriero, tirando  un  colpo furioso. Il guascone fu lesto a parare. - Non è cosí
don Barrejo. - Il vostro maestro non valeva niente: era  un  vero asino. - Pretendete d'insegnare la scherma a me? -
la scherma a me? - urlò l'omaccione barbuto, sbuffando. -  Un  guascone insegna la scherma a tutti gli spadaccini del
la coppa dopo d'avervi tagliata la barba e d'aver spillato  un  po' del vostro sangue. Quella gamba è sempre fuori di
gamba è sempre fuori di posto! ... Allungatela dunque  un  po' piú! ... - Questo è troppo! ... - È ancora poco: alzate
Che diavolo! ... Il vostro maestro non valeva nemmeno  un  fico secco. La risposta fu un'altra terribile stoccata, che
botta, - disse don Barrejo. - Il vostro maestro non era  un  vero asino. - Era del Brabante, - disse l'avventuriero. -
- Allora parate anche questa! Il guascone aveva fatto  un  salto indietro, guardando con un certo stupore il suo
Il guascone aveva fatto un salto indietro, guardando con  un  certo stupore il suo avversario. - Questi sono colpi
colpi maestri, - disse. - La faccenda comincia a diventare  un  po' seria. In gamba, guascone! L'avventuriero tornava alla
fra mezzo minuto quest'uomo sarà morto! Il guascone ebbe  un  moto di collera. - Tonnerre! - esclamò. - Volete
- Tonnerre! - esclamò. - Volete spaventarmi? Se non fossi  un  guascone vi confesso, signor uomo barbuto, che le vostre
del terribile spadaccino aveva impressionato i bevitori.  Un  profondo silenzio regnava nella taverna. Si sarebbe detto
ben sicuro di sé stesso, - mormorò Mendoza, che era pure  un  bravissimo spadaccino, - per esporsi in tale modo. Che
spadaccino, - per esporsi in tale modo. Che faccia  un  arresto? Il fiammingo continuava ad abbassarsi verso terra,
per portargli quell'uomo barbuto. Certo avrebbe preferito  un  attacco furioso, accompagnato da urla e da gran colpi.
d'uomo conservava una calma ammirabile e non staccava  un  solo istante i suoi sguardi da quelli del fiammingo. Si
i piccoli volatili. Nella sala continuava a regnare  un  assoluto silenzio. Tutti attendevano con ansietà quel
mandare all'altro mondo uno o l'altro dei due avversari. Ad  un  tratto il fiammingo, che non aveva cessato di abbassarsi
di abbassarsi contro il pavimento, allungandosi come  un  crotalo, scattò con impeto terribile. La sua lama scintillò
crotalo, scattò con impeto terribile. La sua lama scintillò  un  momento solo e andò a colpire il guascone, non già verso il
non già verso il cuore, bensí verso il basso ventre. Si udí  un  colpo secco e con immenso stupore di tutti la draghinassa
della sala, spaccando alcune bottiglie che si trovavano su  un  tavolo. Il fiammingo si era prontamente rialzato, guardando
rideva a crepapelle, mentre gli spettatori prorompevano in  un  applauso fragoroso, gridando: - Bella parata! ... -
gridando: - Bella parata! ... - Meravigliosa! ... - Siete  un  famoso spadaccino! ... - Offriamogli da bere, caramba! ...
può servire che agli antropofaghi del Darien e quelli sono  un  po' troppo lontani. - Siete una piazza inattaccabile, voi?
Cane d'un ladro! - urlò il guascone. - Ci hai rubato prima  un  doblone, dandoci da bere dei veleni, ed ora vuoi derubarci
il taverniere. Il guascone fece colla sua draghinassa  un  terribile molinello, tuonando: - Avanti i guasconi, i
con quell'impertinente! L'impertinente però, se non era  un  uomo di spada, non era nemmeno un pauroso, poiché
però, se non era un uomo di spada, non era nemmeno  un  pauroso, poiché scaraventò addosso ai due filibustieri ed
di lui, facevano volare piatti e bottiglie, facendo  un  fracasso infernale. I bevitori, spaventati, temendo di
maledetto. - Furfante! ... - Ve lo avevo detto io che era  un  ladrone patentato! - disse don Barrejo. - Ci ha rubato un
un ladrone patentato! - disse don Barrejo. - Ci ha rubato  un  doblone! - Scappiamo! - gridò Mendoza. I tre avventurieri
quest'incarico, - rispose il fiammingo. - Sono forte come  un  toro! ... - Infatti avete delle buone spalle, molta polpa e
le imposte d'una finestra, da farle cadere sulla via con  un  fracasso indiavolato. Quattro o cinque voci si erano subito
sul davanzale ed a gettarsi sulla via, cadendo in mezzo ad  un  gruppo di nottambuli. - Chi siete? urlarono in coro. -
in coro. - Scappate! gridò il guascone. - È fuggito  un  giaguaro che stava chiuso in una gabbia e sta divorando
fulminea attraverso le viuzze della città. - Voi siete  un  uomo di genio, - disse il fiammingo, il quale a sua volta
strada. - Chi sarebbe entrato lí dentro, sapendo che vi è  un  giaguaro? Ah! ... La splendida trovata! Anche il basco
pareva che tagliasse a metà Pueblo-Viejo. Avevano percorso  un  due o trecento passi, quando sbucarono in una via
ingombra di persone. Vedendo comparire i tre fuggiaschi,  un  grido si alzò fra quei nottambuli. - Ecco i ladri! ... -
- È sempre fra i miei piedi! ... Ora lo sgozzo come  un  pollo! ... - Apriteci invece il passo! - gridò il
i piú vicini, urlando: - Largo! ... Largo! ... Abbiamo  un  giaguaro alle spalle ed è rabbioso! Fu un'altra fuga
aver nella sua cantina alcuna bestia feroce, si gettò da  un  lato, continuando a gridare: - Aiuto! ... I ladri! ...
... - Tonnerre! - gridò il guascone. - Eccoci sulle spalle  un  grosso affare! ... Gambe, Mendoza! ... Gambe fiammingo! ...
- brontolò l'omaccio barbuto, il quale soffiava come  un  mantice. - I fiamminghi non sono cani da corsa! Bene o
quale giungeva buon secondo. - La via è chiusa! - Non c'è  un  passaggio? - No, compare. - Date la scalata alla casa che
il passo! ... Ai guasconi nulla è impossibile. - Non sono  un  gatto. - Allora siamo presi! ... La ronda ci è alle spalle!
La ronda ci è alle spalle! - disse il fiammingo. - Datemi  un  spada. - Per cosa farne? - chiese il basco. - Per cacciare
- Io sono certo di prendere d'un colpo solo dos paiaros e  un  golpe come dicono questi spagnuoli. - Signor fiammingo,
come dicono questi spagnuoli. - Signor fiammingo, avete  un  sigaro? - Dei cubani e dei migliori. - Datemene uno e voi
Dei cubani e dei migliori. - Datemene uno e voi accendetene  un  altro. Diamine! ... Si può ben fumare in barba alla luna.
matta di farle il verso! Se arriverà ad essere Re, sarà  un  furbone! E allora, poveri Ministri! ... (Tutt'a un tratto,
Re, sarà un furbone! E allora, poveri Ministri! ... (Tutt'a  un  tratto, mentre il Reuccio e la Reginotta ridono, a un
un tratto, mentre il Reuccio e la Reginotta ridono, a  un  rapido gesto della Fata, si trovano con due teste nuove:
altra più rara, e questa era la sua forza. Era forte quanto  un  uomo può esserlo, nello spirito e nella carne. Di lui si
e nella carne. Di lui si racconta che difese gli ebrei da  un  pogrom, senz' armi, ma solo col vigore delle sue grandi
volte, che quattro volte rimase vedovo, e che procreò  un  gran numero di figli, uno dei quali fu progenitore di Carlo
sull' alto dell' arca una fenditura: chi vi lascia cadere  un  biglietto con su scritto un desiderio, sia egli ebreo,
fenditura: chi vi lascia cadere un biglietto con su scritto  un  desiderio, sia egli ebreo, cristiano, mussulmano o pagano,
spirito, e ne aveva novanta quando intraprese di costruire  un  Golem. Costruire un Golem, in sé, non è impresa di gran
novanta quando intraprese di costruire un Golem. Costruire  un  Golem, in sé, non è impresa di gran conto, e molti l' hanno
è impresa di gran conto, e molti l' hanno tentata. Infatti,  un  Golem è poco più che un nulla: è una porzione di materia,
e molti l' hanno tentata. Infatti, un Golem è poco più che  un  nulla: è una porzione di materia, ossia di caos, racchiusa
di caos, racchiusa in sembianza umana o bestiale, è insomma  un  simulacro, e come tale non è buono a nulla; è anzi un
un simulacro, e come tale non è buono a nulla; è anzi  un  qualcosa di essenzialmente sospetto e da starne alla larga,
ti farai immagini e non le adorerai". Il Vitello d' Oro era  un  Golem; lo era Adamo, ed anche noi lo siamo. La differenza
il simulacro alla fornace affinché si figga", ne verrà  un  idolo, come li fanno i gentili. Per fare un uomo, la via è
ne verrà un idolo, come li fanno i gentili. Per fare  un  uomo, la via è più lunga, perché le istruzioni sono più
ed aveva considerato le loro fattezze. Ora, Arié non era  un  bestemmiatore, e non si era proposto di creare un secondo
non era un bestemmiatore, e non si era proposto di creare  un  secondo Adamo. Non intendeva costruire un uomo, bensì un
di creare un secondo Adamo. Non intendeva costruire  un  uomo, bensì un po' el, o vogliamo dire un lavoratore, un
un secondo Adamo. Non intendeva costruire un uomo, bensì  un  po' el, o vogliamo dire un lavoratore, un servo fedele e
costruire un uomo, bensì un po' el, o vogliamo dire  un  lavoratore, un servo fedele e forte e di non troppo
un uomo, bensì un po' el, o vogliamo dire un lavoratore,  un  servo fedele e forte e di non troppo discernimento: ciò
ciò insomma che nella sua lingua boema si chiama  un  robot. Infatti, l' uomo può sì (e talora deve) faticare e
non sono opere propriamente umane. A queste imprese è buono  un  robot, appunto: qualcosa di un po' più e di un po' meglio
A queste imprese è buono un robot, appunto: qualcosa di  un  po' più e di un po' meglio dei fantocci campanari, e di
è buono un robot, appunto: qualcosa di un po' più e di  un  po' meglio dei fantocci campanari, e di quelli che vanno in
suonano le ore, sulla facciata del Municipio di Praga.  Un  servo, ma che fosse forte quanto lui era, erede della sua
istruzioni più complesse di quelle che ci vogliono per fare  un  idolo che sogghigni immobile nella sua nicchia, ma non
scegliere, cioè leggere, eleggere. Non una lettera, non  un  segno dei rotoli della Legge è a caso: a chi vi sa leggere,
precetti e divieti nel loro senso più vasto, perché  un  errore dovuto a eccessiva diligenza non porta danno, mentre
neve? Perciò, se ti chiami Wolf, ti sia lecito disegnare  un  lupo sulla porta della tua casa, e se ti chiami Baer, un
un lupo sulla porta della tua casa, e se ti chiami Baer,  un  orso. Se hai la ventura di chiamarti Kohn, e quindi di
tardi possibile) sulla tua pietra tombale? E se invece sei  un  qualunque Fischbaum, ti accontenterai di un pesce, magari
E se invece sei un qualunque Fischbaum, ti accontenterai di  un  pesce, magari capovolto, intrappolato fra i rami di un
di un pesce, magari capovolto, intrappolato fra i rami di  un  albero; o di un melo da cui pendono aringhe invece di mele.
capovolto, intrappolato fra i rami di un albero; o di  un  melo da cui pendono aringhe invece di mele. Se poi sei un
un melo da cui pendono aringhe invece di mele. Se poi sei  un  Arié, cioè un leone, ti si addice uno scudo in cui è
pendono aringhe invece di mele. Se poi sei un Arié, cioè  un  leone, ti si addice uno scudo in cui è scolpito un
cioè un leone, ti si addice uno scudo in cui è scolpito  un  leoncello scarmigliato che balza al cielo quasi a sfidarlo,
Era Volgare, 5339ä della Creazione; ora, 5339 non è proprio  un  numero primo, ma quasi, ed è il prodotto di 19, che è il
è il numero delle ossa che compongono il nostro corpo. Era  un  gigante, ed aveva figura umana dalla cintola in su. Anche a
aveva figura umana dalla cintola in su. Anche a questo c' è  un  perché: la cintura è una frontiera, solo al di sopra della
di sotto della cintura il Golem era veramente Golem, cioè  un  frammento di caos: dietro alla cotta di maglia, che pendeva
fino a terra a guisa di grembiale, non si intravvedeva che  un  intrico robusto d' argilla, di metallo e di vetro. Le sue
viso non era veramente umano, ma piuttosto leonino, perché  un  soccorritore deve incutere spavento, e perché Arié aveva
il dono del sangue sarebbe stato incauto; Arié voleva  un  servo fidato, non un ribelle. Gli negò il sangue, e col
sarebbe stato incauto; Arié voleva un servo fidato, non  un  ribelle. Gli negò il sangue, e col sangue il Velle, la
la protervia di Cano, il coraggio di Giosuè, e finanche  un  poco della follia d' Achab; ma non la santa astuzia di
di Salomone, né la luce di Isaia, perché non voleva crearsi  un  rivale. Perciò, al momento decisivo, quando si trattò di
ineffabile di Dio, arrotolò la pergamena e la introdusse in  un  astuccio d' argento. Così il Golem non ebbe mente, ma ebbe
perché, come sta scritto, la gioia dell' ebreo è con  un  briciolo di spavento. Arié non fu deluso dal suo servo.
nel sotterraneo della sinagoga, era del tutto inerte,  un  blocco d' argilla esanime, e non aveva bisogno di fieno né
nella sua inerzia di scoglio. Accettava invece, con  un  lampo lieto negli occhi, tutte le imprese che richiedono
coraggio e valentia, e le conduceva a termine con  un  suo tenebroso ingegno. Per molti anni fu un valido
a termine con un suo tenebroso ingegno. Per molti anni fu  un  valido difensore della comunità di Praga contro l' arbitrio
imprese: di come, da solo, avesse sbarrato la strada ad  un  drappello di guerrieri turcomanni, che intendevano forzare
i piani di una strage, catturando il vero autore di  un  assassinio che gli sgherri dell' Imperatore tentavano di
Il rabbino Arié meditò: il Golem non era propriamente  un  servo, ma piuttosto una macchina, mossa dallo spirito del
sera al tramonto, e così fece per molti anni. Ora venne  un  giorno (era appunto un venerdì) in cui il rabbino aveva
così fece per molti anni. Ora venne un giorno (era appunto  un  venerdì) in cui il rabbino aveva condotto il Golem nella
il Golem nella sua propria abitazione, al secondo piano di  un  vetusto casamento in Strada Larga, dalla facciata annerita
dalla facciata annerita e corrosa dal tempo. Gli assegnò  un  cumulo di tronchetti da spaccare, gli sollevò un braccio e
assegnò un cumulo di tronchetti da spaccare, gli sollevò  un  braccio e gli mise in mano la scure: il Golem, con la scure
e feroce, e non si mosse. _ Orsù, spacca! _ ordinò Arié, ed  un  riso profondo gli solleticava il cuore senza apparire sul
che squillò sulle lastre di granito. Ghermì con la sinistra  un  primo tronchetto, lo pose verticale sul ceppo, vi calò
nella ricerca: il Golem era opera sua, suo figlio, ed è  un  pungolo doloroso scoprire nei nostri figli opinioni e
dalle nostre, lontane, incomprensibili. Ecco: il Golem era  un  servo che non voleva essere un servo. La scure era per lui
Ecco: il Golem era un servo che non voleva essere  un  servo. La scure era per lui uno strumento servile, un
un servo. La scure era per lui uno strumento servile,  un  simbolo di servitù, come è il morso per il cavallo e il
conobbe il peso disumano, e la durezza come di roccia: come  un  pendolo, il Golem irrompeva avanti e indietro nella piccola
"Servirai fedelmente il tuo signore: gli obbedirai come  un  cadavere": ma stava anche scritta l' intera Legge di Mosè,
a vita perché lo aiutasse, con la forza ordinata di  un  tempo, a dare sesto alla sua casa devastata. Il Golem
Golem rimase immobile ed inerte, in tutto simile ormai ad  un  idolo vietato e odioso, un indecente uomo-bestia d' argilla
inerte, in tutto simile ormai ad un idolo vietato e odioso,  un  indecente uomo-bestia d' argilla rossiccia, qua e là
là scheggiato dalla sua stessa frenesia. Arié lo toccò con  un  dito, e il gigante crollò a terra e vi si infranse. Il
cammina come uno che caschi dal sonno. Si siede su  un  tronco di albero; la Regina, un po' insonnolita anche lei,
dal sonno. Si siede su un tronco di albero; la Regina,  un  po' insonnolita anche lei, gli siede accanto. Il Ministro
chi scommettete?" "Sulla riuscita della traversata!" "Ecco  un  altro pazzo! Avete molte sterline da gettare in mare,
l'oceano e scenderà in Inghilterra." "No, in Spagna", grida  un  altro. "In Spagna o in Inghilterra, poco importa. Chi ci
"E andrà a finire in fondo all'oceano." "Kelly è  un  pazzo!" "Kelly è stanco di vivere!" "No: è un coraggioso!
"Kelly è un pazzo!" "Kelly è stanco di vivere!" "No: è  un  coraggioso! Hurrah per Kelly! Viva il Washington!" "Mille
la folla si agita, si urta, si spinge, si schiaccia contro  un  grande recinto, rovesciando i policemen. che non sono più
telegrafiche del Canada e degli Stati Uniti dell'Unione.  Un  uomo - un audace, secondo alcuni; un pazzo che era stanco
del Canada e degli Stati Uniti dell'Unione. Un uomo -  un  audace, secondo alcuni; un pazzo che era stanco di vivere e
Uniti dell'Unione. Un uomo - un audace, secondo alcuni;  un  pazzo che era stanco di vivere e spendere milioni, secondo
dato allo studio delle correnti aeree, volendo tentare  un  grande viaggio. Si sapeva che da parecchi mesi faceva delle
sulle coste della Nuova Scozia e dell'Isola Brettone con  un  pallone frenato; poi egli era improvvisamente partito per
avrebbe tentato la traversata dell'Oceano Atlantico, con  un  pallone di nuovo modello. Quella notizia commosse
due paesi s'affrettarono a chiamare quell'audace impresa  un  suicidio; i giornali si divisero in due campi, l'uno a
la più alta sorpresa o la più clamorosa ilarità. A  un  tratto un grido echeggia: "Silenzio! ... " Le urla, le
più alta sorpresa o la più clamorosa ilarità. A un tratto  un  grido echeggia: "Silenzio! ... " Le urla, le risa, le
tubi, le cui estremità si prolungano da una parte verso  un  caseggiato, dove si fabbrica l'idrogeno, e dall'altra
se sotto di loro s'introducesse una rapida corrente d'aria.  Un  grido immenso scoppia da ogni parte: è un grido di stupore,
corrente d'aria. Un grido immenso scoppia da ogni parte: è  un  grido di stupore, che si converte subito in esclamazioni
s'incrociano ancora da ogni parte. "Chi ha mai visto  un  pallone di quel genere? ... " "Un pallone! ... Ma sono due
per lui! ... " "By God!" "Sapristi!" "Hurrah!, Hurrah!"  Un  alto grido scoppia da tutte le parti, e una carica di
sono due fusi immensi, lunghi quasi quaranta metri, con  un  diametro di quindici al centro, che si alzano lentamente
di quindici al centro, che si alzano lentamente con  un  leggero ondeggiamento, tendendo le corde che gli aiutanti,
Si direbbe che iniettino, nell'interno dei due aerostati,  un  gas speciale o qualche cosa di simile. Ma quell'emozione
uscito allora dal caseggiato dove si fabbrica l'idrogeno. E  un  bell'uomo sui trentacinque anni, di statura alta,
occhi neri e lampeggianti, i lineamenti energici. Indossa  un  semplice costume di lana bianca ed è seguito da un giovane
Indossa un semplice costume di lana bianca ed è seguito da  un  giovane negro di diciotto o vent'anni, vestito come lui. Un
un giovane negro di diciotto o vent'anni, vestito come lui.  Un  "hurrah" immenso scoppia: gli spettatori agitano pazzamente
e volgendosi verso il pubblico, dopo aver reclamato con  un  gesto energico il più assoluto silenzio, dice: "Ho cercato,
il più assoluto silenzio, dice: "Ho cercato, ma invano,  un  terzo compagno che mi segua in questo grande viaggio aereo
si sente il coraggio di salire sul mio Washington, offro  un  posto." Un silenzio glaciale accoglie le parole
il coraggio di salire sul mio Washington, offro un posto."  Un  silenzio glaciale accoglie le parole dell'aeronauta:
le parole dell'aeronauta: l'entusiasmo s'è estinto ad  un  tratto. Gli spettatori si guardano in viso l'un l'altro; ma
si guardano in viso l'un l'altro; ma nessuno emette  un  sì. Applaudire quel coraggioso, sta bene; ma accompagnarlo,
in balia del vento, per perire forse nei flutti, è  un  altro affare! Nessuno si sente in vena di morire per la
si sente in vena di morire per la scienza. Kelly attende  un  minuto, poi balza nella navicella, seguito dal giovane
dal giovane negro, gridando: "Pronti al comando! ... " Ad  un  tratto un uomo si slancia attraverso la massa del pubblico,
negro, gridando: "Pronti al comando! ... " Ad un tratto  un  uomo si slancia attraverso la massa del pubblico, aprendosi
e si precipita verso l'ingegnere, gridando: "Cercate  un  compagno: eccomi!" La folla per un momento raffreddata, si
gridando: "Cercate un compagno: eccomi!" La folla per  un  momento raffreddata, si riscalda come per incanto chi è
che osa affrontare la morte? Nessuno lo sa; ma deve essere  un  coraggioso, e gli audaci sono e devono essere ammirati. Gli
gridano i policemen, che sembrano furiosi. Uno di loro con  un  salto si aggrappa a una fune pendente dalla navicella; ma
risata. Lo sconosciuto però, che pare si aspettasse  un  simile colpo di scena, si curva sul bordo della navicella e
si curva sul bordo della navicella e taglia la fune con  un  rapido colpo di coltello, facendo capitombolare
l'agente di polizia, e rovescia sul capo degli altri  un  sacco di zavorra, accecandoli. Una guardia estrae il
mano, per tema che guasti quella meravigliosa nave aerea.  Un  ultimo immenso grido riecheggia: "Hurrah! Hurrah per Kelly!
parevano due sigari: si videro per alcuni istanti rasentare  un  grande nuvolone che si estendeva sopra l'oceano, poi
Quasi contemporaneamente una rapida nave a vapore,  un  incrociatore della Real Marina, usciva precipitosamente da
ora, pensiamo a mutare queste teste indegne di  un  Reuccio e di una Reginotta ...
Voi non mangiate mai abbastanza ... quanto si conviene a  un  Re pari vostro!
vita, se una sera, come già sapete, mosso a compassione di  un  ciechino che domandava per carità un po' di ricovero, non
mosso a compassione di un ciechino che domandava per carità  un  po' di ricovero, non avesse aperto la porta al suo
"Quel benefattore sono io", rispose Pipì, alterando  un  poco la voce, per non essere riconosciuto. "E voi come vi
veduti dimolti: ma non erano color di rosa: erano tutti di  un  colore verde e giallo, come la frittata cogli spinaci."
conosciuto uno. Ma quel Pipì era una birba matricolata...  un  vero malanno." "Pur troppo! Figuratevi che io gli avevo
malanno." "Pur troppo! Figuratevi che io gli avevo fatto  un  monte di carezze e l'avevo perfino tenuto a cena con me,
agli occhi a tradimento e coll'accecarmi, come se fossi  un  filunguello!" "Questo poi non lo credo." "Non lo credete?"
Finalmente ti sei scoperto!", urlò il capo-masnada, con  un  grugnito di feroce allegrezza. Pipì si pentì subito della
"Che mi conducete a morire?", domandò il povero Pipì con  un  filo di voce che si sentiva appena. "Fra poco te ne
le gambe mi portano." Camminando giorno e notte, fecero  un  lunghissimo tragitto senza fermarsi mai: finché una bella
le tasche del vestito: ma non avendovi trovato nemmeno  un  soldo per comprarsi un boccon di pane, si volse verso Pipì
ma non avendovi trovato nemmeno un soldo per comprarsi  un  boccon di pane, si volse verso Pipì che era mezzo morto di
suona e fa mille altre scioccherie, come potrebbe farle  un  uomo e qualunqu'altra bestia ragionevole. Avanti, avanti,
parlantina calorosa, ebbe principio lo spettacolo dinanzi a  un  pubblico numerosissimo e, come si suol dire, molto scelto e
che si accalcava d'intorno, Golasecca sentì toccarsi in  un  braccio; e voltandosi burbanzosamente, si trovò dinanzi un
un braccio; e voltandosi burbanzosamente, si trovò dinanzi  un  bel giovinetto, in abito di viaggiatore, che gli domandò
il cuore!" "Quanto ne volete?" "Mille lire; se vi pare  un  prezzo capriccioso, sono qui per accomodarmi." "Eccovi
mio caro signor Alfredo!... Vi riconosco e vi voglio sempre  un  gran bene." E il povero Pipì, dalla gran contentezza che
contentezza che sentiva nel cuore, cominciò a piangere come  un  bambino. Quella sera medesima, il giovinetto Alfredo e lo
(rivestito tutto da capo ai piedi, s'intende bene, come  un  bel signore) partirono insieme, sopra un bastimento della
bene, come un bel signore) partirono insieme, sopra  un  bastimento della Società Rubattino per un lungo viaggio
insieme, sopra un bastimento della Società Rubattino per  un  lungo viaggio d'istruzione. E quanto a me, confesso il
me, confesso il vero, non mi farebbe nessuna meraviglia se,  un  giorno o l'altro, vedessi annunziato nel " Giornalino dei
l'altro, vedessi annunziato nel " Giornalino dei Bambini ",  un  racconto con questo titolo: Il Viaggio intorno al mondo,
soffocato da  un  boccone andatogli per traverso): Si ... tagli ... la ...
nuove dei linguaggi specialistici. Tutti sanno cosa è  un  canale: costringe l' acqua a scorrere da un' origine a uno
autostrada, una folla umana, ma anche una somma di denaro,  un  pacchetto di energia, un' informazione) si sposta in una
In questo senso, non c' è dubbio che una autostrada è  un  canale, come pure una comunicazione telefonica; meno a
origine è una, ma gli sbocchi (i teleschermi) sono milioni.  Un  canale TV è dunque un canale finemente ramificato, canale
sbocchi (i teleschermi) sono milioni. Un canale TV è dunque  un  canale finemente ramificato, canale solo nel senso che il
predisposte ad accoglierlo senza debordare nelle altre.  Un  discorso a parte merita il "canale" postale. Fin dalle sue
e dai suoi moderni equivalenti. Il problema di formulare  un  materiale adatto a fungere da sigillo è semplice: deve
solidificare rapidamente, conservare l' impronta entro  un  buon intervallo di temperature, non essere troppo fragile.
a vari impieghi. Il vero inventore della gommalacca è  un  insetto dai costumi avviliti: il suo curriculum, lineare e
Il loro numero è sterminato, milioni di individui su  un  singolo albero, e infatti il termine "lacca", con cui in
ma tutto il corpo; sono talmente fitti che l' involucro di  un  individuo finisce col fondersi e saldarsi con quello dei
I maschi comunicano con l' esterno solo per mezzo di  un  forellino che permette loro di respirare; le femmine
loro di respirare; le femmine mantengono aperto anche  un  secondo forellino, prolungamento del loro orifizio
esce dal carcere e feconda diverse femmine, senza  un  contatto diretto, ma utilizzando il foro a ciò predisposto;
anche loro, e le larve uscite dalle uova dànno inizio a  un  nuovo ciclo. Cercare di ricavare una morale umana dal
umana dal comportamento degli animali intorno a noi è  un  vizio antico ed illogico; indulgervi è rischioso ma
organici; si comporta insomma, in scala molecolare, come  un  ombrello che si apra spontaneamente all' inizio di un
come un ombrello che si apra spontaneamente all' inizio di  un  acquazzone. Lo scopritore umano della gommalacca è
talento in una società che non li comprende, aggiogati a  un  lavoro ripetitivo e noioso. Qualcuno deve insomma avere
Ai fini dell' impiego come vernice, occorreva trovare  un  solvente adatto a sciogliere la resina, ed una tecnologia
allargando le braccia; il blocco veniva così disteso in  un  foglio di contorno pentagonale, alto come la stenditrice,
chiusa del germe a quella aperta del fiore. Doveva essere  un  balletto comico, crudele e gentile: vi si ravvisa un
essere un balletto comico, crudele e gentile: vi si ravvisa  un  ingegno cinico quanto quello che aveva privato delle gambe
quello che aveva privato delle gambe le femmine-insetto;  un  ingegno che non esitava a ridurre l' uomo a strumento, a
camera, assai grande, era posta in  un  angolo dell'immenso edificio; aveva due finestre piccole,
e sull'inginocchiatoio spiccava dal parato del muro  un  crocifisso d'ebano. Una delle pareti era ornata di un
muro un crocifisso d'ebano. Una delle pareti era ornata di  un  quadro assai bello, che figurava un santo col bambino Gesù;
pareti era ornata di un quadro assai bello, che figurava  un  santo col bambino Gesù; nelle altre si vedevano in piccole
che Pasquale aveva lasciato, dove dall'una parte si vedeva  un  caporale, che fa la sua brava dichiarazione alla cuoca, e
e sbracciata. Mi sdraiai nel seggiolone, e m'occupai  un  pezzo a guardare le scintille del fuoco, che scoppiettava.
uguali i giorni dell'anno? - E non ostante provavo dentro  un  certo stringimento: mi pareva di essere rimasto a un tratto
dentro un certo stringimento: mi pareva di essere rimasto a  un  tratto solo in questo mondo, e sentivo un vuoto nuovo nella
essere rimasto a un tratto solo in questo mondo, e sentivo  un  vuoto nuovo nella mia vita, un nuovo e lacerante distacco
in questo mondo, e sentivo un vuoto nuovo nella mia vita,  un  nuovo e lacerante distacco dagli affetti mortali. Pensavo
gran gioia irremissibilmente perduta. Il minuto in cui  un  anno si connette ad un altro è una pietra miliare
perduta. Il minuto in cui un anno si connette ad  un  altro è una pietra miliare nell'esistenza dell'uomo, o è la
del mio oriuolo nel silenzio profondo. Non si sentì neanche  un  rintocco, neanche un botto di campana in quell'ora in cui
profondo. Non si sentì neanche un rintocco, neanche  un  botto di campana in quell'ora in cui la immaginazione dei
evoca le streghe e gli spettri. Mezzanotte era passata da  un  po' di tempo, quando udii un fruscìo, come di persona che
Mezzanotte era passata da un po' di tempo, quando udii  un  fruscìo, come di persona che si muovesse fuori, ed un
udii un fruscìo, come di persona che si muovesse fuori, ed  un  bisbiglio, come di voce che parlasse sommessa. Tesi
e la candela mi lasciava quasi al buio. Buttai nel camino  un  fascio di legne grosse. Ma ecco che il bisbiglio ed il
ecco che il bisbiglio ed il fruscìo vanno crescendo, e in  un  angolo della camera s'apre un uscio a muro, ch'io non avevo
fruscìo vanno crescendo, e in un angolo della camera s'apre  un  uscio a muro, ch'io non avevo visto, ed entra col lume in
stava appeso il quadro, e, posata innanzi ad esso, sopra  un  tavolino, la lampada con cui era venuta, si mise a
occhio che trapassava gli oggetti. La tela rappresentava  un  santo giovane, di volto pallido, delicato, soave; aveva la
flebilmente una parola d'affetto. Accanto, sopra  un  altare, in mezzo a festoni di allegri fiori, si vedeva il
era paffutello, era gaio, vispo, gentile, carezzevole:  un  amorino da mangiar di baci. La bella bionda guardava ora il
Eravamo in paradiso, seduti l'uno accanto all'altra sotto  un  baldacchino, in mezzo a un prato fiorito, e le fanciulle e
l'uno accanto all'altra sotto un baldacchino, in mezzo a  un  prato fiorito, e le fanciulle e i giovinetti ci venivano
ci facevano una riverenza, e noi salivamo nel nostro trono  un  gradino più in su, poi un altro gradino e un altro gradino
e noi salivamo nel nostro trono un gradino più in su, poi  un  altro gradino e un altro gradino ancora: era la scala di
nostro trono un gradino più in su, poi un altro gradino e  un  altro gradino ancora: era la scala di Giacobbe. Quando
fummo arrivati al più alto di tutti i cieli, mentre ti davo  un  bacio, una mano di ferro mi buttò giù d'un colpo, e allora
scendevo sempre, e il viaggio non terminava mai. Era  un  sogno. Ti ho ritrovato; eppure non somigli a quello di
che mi contento di guardarti, Giovanni, Giovanni. Aveva  un  sorriso pieno di lagrime; la sua voce insinuante,
rammollito una rupe. Continuò a guardare e tacque per  un  istante; poi, mutando espressione, si volse al putto: -
ali di tutti quanti i colori ti svolazzavano intorno; ma  un  dì sei scomparso, non t'ho trovato più, sparito sotto un
ma un dì sei scomparso, non t'ho trovato più, sparito sotto  un  monte di fiori, sotto un manto ricamato d'oro e d'argento,
t'ho trovato più, sparito sotto un monte di fiori, sotto  un  manto ricamato d'oro e d'argento, in mezzo ai ceri, ai
dipinta del fanciullo continuava a sogguardarla e a ridere.  Un  forte scoppiettìo del fuoco, che in quel silenzio da tomba
scoppiettìo del fuoco, che in quel silenzio da tomba sembrò  un  fracasso diabolico, le fece voltare il capo, e mi vide. Mi
di ghiaccio, e il respiro di quella larva di donna pareva  un  lievo soffio gelato. Mormorò: - Dimmi che mi ami. Non sono
mi fissava sempre con il suo sguardo di donna innamorata in  un  mondo vano di spettri, e nella quale i segni della passione
sul petto e a baciarla. Dagli alari cadde sul pavimento  un  tizzone acceso, che rotolò fino ai piedi della donna. La
prete Cirillo, né al suo cappello. L'uno era ben chiuso in  un  luogo sicuro, e la chiave era chiusa anch'essa in un
in un luogo sicuro, e la chiave era chiusa anch'essa in  un  cassettino segreto della sua scrivania; l'altro, il
non poteva aver l'animo tranquillo su questo argomento.  Un  brandello del morto sopravviveva in quel nero spauracchio e
qualche fortuna. - A che cosa pensi, barone? - gli chiese  un  giorno Marinella, mentre egli si era fissato coll'occhio
su quell'ombra nera e fastidiosa. Non poteva incontrare  un  prete che avesse in testa un cappello a tre punte, senza
Non poteva incontrare un prete che avesse in testa  un  cappello a tre punte, senza che l'occhio andasse da sé sul
quieti, e gli fece bene anche il fumar meno. Fu appunto in  un  sogno che gli balenò l'idea che il cappello potesse essere
zio qualche giorno dopo la sua morte? Non aveva portato via  un  sacco di roba? Perché avrebbe dovuto lasciare il cappello
dovuto lasciare il cappello se ci fosse stato? Gli parve  un  sogno non assurdo, per quanto si può credere ai sogni.
di vero passa nei sogni. Per non dare sospetto si vestí di  un  rozzo abito di cacciatore, si calcò in testa un
si vestí di un rozzo abito di cacciatore, si calcò in testa  un  cappellaccio molle, e con un carniere di pelle e il suo
cacciatore, si calcò in testa un cappellaccio molle, e con  un  carniere di pelle e il suo fucile ad armacollo, un giorno
e con un carniere di pelle e il suo fucile ad armacollo,  un  giorno prese il treno, e scese alla stazione più vicina
si trovava sulla strada grossa che sale verso i monti, in  un  luogo segregato, presso un bosco di platani, che serviva di
che sale verso i monti, in un luogo segregato, presso  un  bosco di platani, che serviva di riposo e di ristoro ai
riposo e di ristoro ai carrettieri e agli asinai. Non era  un  albergo degno di nobili inglesi, ma vi si trovava un vino
era un albergo degno di nobili inglesi, ma vi si trovava  un  vino fresco, del vecchio caciocavallo, del tabacco e anche
condita e voltata dalle grosse dita di Giorgio. Era costui  un  giovinotto grosso e tarchiato, tondo di capo e di cervello,
di cervello, buon figliuolo in fondo, sempre disposto a far  un  buon servizio a un vicino, quando c'era da guadagnare una
in fondo, sempre disposto a far un buon servizio a  un  vicino, quando c'era da guadagnare una mezza lira. Stava
una mezza lira. Stava egli tutto occupato a squartare  un  montone che aveva appiccato per le gambe all'inferriata
gambe all'inferriata d'una finestra, quando vide arrivare  un  cacciatore senza cane. - C'è del vino e del cacio,
cosa. Poi sedette innanzi a una tavola coll'abbandono di  un  uomo molto stanco. Giorgio tornò presto col vino, col cacio
molto stanco. Giorgio tornò presto col vino, col cacio e  un  pane duro sopra un piattello. - Mi pare di conoscervi,
tornò presto col vino, col cacio e un pane duro sopra  un  piattello. - Mi pare di conoscervi, giovinotto..., e non
Adesso è morto. - Lo so che è morto, pover'uomo. Era  un  giusto, un grand'uomo per la bontà. È morto, poveretto.
è morto. - Lo so che è morto, pover'uomo. Era un giusto,  un  grand'uomo per la bontà. È morto, poveretto. Giorgio pose
una volta... - Allora siete proprio voi che siete venuto  un  giorno alla villa a prendere certe robe. - Ci sono stato or
il cacciatore con piglio alla buona. - Di don Antonio?  un  sant'uomo... - E mi pare di avervi veduto passare in
Santafusca a caccia; ma si piglia niente quest'anno... - È  un  anno povero davvero. - E poiché siamo sul discorso, -
davvero. - E poiché siamo sul discorso, - soggiunse dopo  un  respiro il cacciatore, che pareva un uomo semplice e
- soggiunse dopo un respiro il cacciatore, che pareva  un  uomo semplice e disinvolto, - non avete prese per caso
- non avete prese per caso insieme alle altre robe anche  un  cappello da prete? - Sí, c'è... - rispose Giorgio. Il
corpo del suo delitto e tutto ciò avveniva per l'aiuto di  un  sogno. Che cosa non avrebbe dato egli per quel cencio di
d'un sogno! - Ora vi conterò, giovinotto, - soggiunse dopo  un  istante. - Don Antonio aveva dimenticato nella stanza del
e non se ne ricordò che tre o quattro giorni dopo. È  un  sant'uomo che ha sempre il pensiero in paradiso. Ma quando
Il cacciatore versò il vino dalla mezzina e tracannò  un  buon bicchiere, che gli riempí l'anima di calore. Se
il cuore malato picchiava forte. Nel cappello era rimasto  un  brandello dell'anima del prete, e in fondo egli aveva paura
la testa cogli occhi gonfi e col cappello in capo da  un  finestrino, che dava aria al sottoscala, con voce sguaiata,
suo scherzo. Egli non immaginava il male che aveva fatto a  un  uomo già malato di palpitazione di cuore. Passata la prima
è di Cesare - disse Giorgio. - Voi mi sbarazzate la casa di  un  cattivo augurio. - Se ci sta nel carniere. Provate un
di un cattivo augurio. - Se ci sta nel carniere. Provate  un  po'... - L'uccellaccio è grosso, ma schiacciandogli un poco
un po'... - L'uccellaccio è grosso, ma schiacciandogli  un  poco le ali... Quel goffo ragazzotto, che rideva nel gozzo,
esultante e trionfante come chi sente d'essere sfuggito a  un  duro cimento di morte. Camminava a passi lunghi, cadenzati,
e ad ogni passo il carniere che batteva nel fianco mandava  un  suono armonico di scatola vuota. Quel suono richiamava
seppellirlo..., quand'ecco l'abbaiare improvviso di  un  cane, che uscí dietro a un casolare, e sorprendendolo in
l'abbaiare improvviso di un cane, che uscí dietro a  un  casolare, e sorprendendolo in mezzo alle sue meditazioni,
faceva trasalire in una maniera spaventosa: tanto che fatto  un  salto in mezzo alla via, si tirò come un ragazzo pauroso
tanto che fatto un salto in mezzo alla via, si tirò come  un  ragazzo pauroso dietro un mucchio di sassi. Sul tetto del
in mezzo alla via, si tirò come un ragazzo pauroso dietro  un  mucchio di sassi. Sul tetto del casolare stavano lavorando
formiche - diceva uno. - Cacciatore di cicale - soggiungeva  un  altro. Va a caccia dei cani e mena con sé la lepre. - Ha la
per la sua rabbia una fucilata per ciascuno; ma era  un  giorno di pazienza e di espiazione. Avanti dunque... La
maledetto cane col suo improvviso abbaiare era rimasta come  un  senso di acuta trafittura tra le costole a sinistra. Dopo
di buon viaggio giunse in vista della stazione. Traversando  un  passaggio della strada ferrata, chiese al cantoniere se
che stava aggiustando uno scarpino di ragazzo seduto su  un  tronco presso il casello, da dove usciva la voce di una
da dove usciva la voce di una donna e il pianto d'un bimbo.  Un  gran silenzio ed una gran pace regnava intorno a quella
parlato, credendolo uno dei loro, lo aveva avvicinato a  un  mondo che di solito egli guardava troppo dall'alto; voglio
tornò a pensare, mettendosi a sedere sopra il parapetto di  un  ponticello, che traversava un torrentaccio, lontano cento
sedere sopra il parapetto di un ponticello, che traversava  un  torrentaccio, lontano cento passi dalla stazione. Aveva
sempre. Tirato da questo pensiero, si lasciò condurre da  un  sentieruolo verso alcuni boschetti bassi di nocciuoli, che
che andavano a finire in una deserta sodaglia, di  un  aspetto squallido e vulcanico. Pareva proprio il regno
che sopravviveva di prete Cirillo. Dopo aver gironzolato  un  pezzo, si pose a sedere sopra un mucchio di pomici, da cui
Dopo aver gironzolato un pezzo, si pose a sedere sopra  un  mucchio di pomici, da cui uscivano poche ginestre e per la
stanchezza alle gambe. Era stata una grande giornata, e  un  gran viaggio: ma la vittoria era sua. E dire che questa
era sua. E dire che questa visione gli era venuta in  un  sogno! Aveva dunque ragione prete Cirillo di credere ai
il pensiero di andare alla Falda. Non gli aveva promesso  un  giorno prete Cirillo di salvargli l'anima e il corpo? Le
proiettava le ombre degli arbusti sul terreno arsiccio.  Un  gran cielo biancastro, troppo pieno di luce, ricopriva il
già fatte, e quella sodaglia era troppo aperta, perché  un  uomo potesse scavarne una senza dare sospetto a
a qualcheduno. C'era anche troppo cielo di sopra. Visto  un  fossatello in cui stagnava ancora della vecchia acqua
il carniere. L'ombra sua ingrandita dal sole cadente era  un  troppo noioso testimonio. Quando si alzò, gli parve
Quando si alzò, gli parve d'essere divenuto grande come  un  gigante, e temette quasi di dar la testa nella vólta del
la piccola stazione, e quando arrivò il treno, saltò in  un  vagone di terza classe, contento di viaggiare coi buoni
vista il barone, e sentiva nascere la compiacenza di essere  un  cacciatore come se ne danno tanti, reo soltanto d'aver
danno tanti, reo soltanto d'aver ucciso della selvaggina;  un  buon uomo innocente insomma, che in un bicchier di vino e
della selvaggina; un buon uomo innocente insomma, che in  un  bicchier di vino e in una buona pipa mette tutto il
leggenda. "U prevete" l'aveva pagato al cappellaio con  un  terno, che uscí tutto; ne aveva parlato tutta la città;
l'oste del "Vesuvio" l'aveva portato alla Falda in  un  sacco, poi l'aveva dato a un cacciatore... Alla Falda
l'aveva portato alla Falda in un sacco, poi l'aveva dato a  un  cacciatore... Alla Falda l'aneddoto del cappello doveva ora
Non si poteva pensare nemmeno a bruciarlo. Come si fa  un  falò in mezzo alla via? Per il diavolo! era stato meno
sentiva che la materia è dura, indistruttibile, mentre  un  uomo si spegne come a soffiare sopra una candela. Gli
argomento, mentre camminava nel buio, gesticolando come  un  forsennato, tra le ultime case dei pescatori lungo la
co' suoi impeti e col continuo battere sui fianchi in  un  rumore di noce fessa, tutto ciò misto alla paura delle
tutto ciò misto alla paura delle ombre finí coll'irritare  un  uomo che nel buio, nel deserto, nella quiete profonda della
in mezzo alla via affranto e nauseato, se, uscendo da  un  vicoletto, non si fosse trovato davanti tutto il mare, con
sul lido e qui si scioglieva fremendo sulla ghiaia in  un  lieto bisbiglio di spume. A sinistra Napoli splendeva di
Napoli splendeva di mille lumi; nella notte mandava  un  ampio bagliore al cielo. La notte era chiusa, senza vento,
era chiusa, senza vento, senza stelle, e pareva fatta per  un  delitto. Dieci o dodici passi avanti c'era un piccolo
fatta per un delitto. Dieci o dodici passi avanti c'era  un  piccolo promontorio di neri scogli e di ciottoli che si
e vi trovò una barcaccia da pesca coi remi dentro, legata a  un  masso con una catena e riparata dai flutti. Non c'era
si trovò al largo, avvolto nelle fitte tenebre, solo, tra  un  mare nero e un cielo nero, dimenticato da tutti, diviso
avvolto nelle fitte tenebre, solo, tra un mare nero e  un  cielo nero, dimenticato da tutti, diviso dalla morte da
Socchiudendo gli occhi, come se avesse paura di vedere  un  capo di morto, cacciò le mani nel carniere, sentí il suo
nell'acqua, fino alla bocca, compiacendosi di tenerlo  un  momento nel pugno per assaporare piú lentamente il suo
fatto, prete! - disse a voce alta "u barone" ridestando  un  piccolo suono nascosto tra gli scogli. Pareva che il prete
Pareva che il prete rispondesse: amen. Un'ora dopo sotto  un  torrente di poggia "u barone" rientrava in città. Andò a
abiti da cacciatore, si cacciò nel letto e si addormentò di  un  sonno greve e senza pensieri. Ne aveva bisogno. La giornata
cappello del prete. - "U cappiello du prevete Cirillo". - A  un  soldo il cappello del prete. La gente, specialmente il
immaginazione della gente fantastica, che quando trova  un  bel caso vero, cerca di consolarsi in qualche maniera del
notte di vento impetuoso  un  ra- gazzo scalzo camminava in fretta sulla via maestra che
in città per vendere uova e polli, era stata investita da  un  carro, e, ferita, era stata portata all'ospedale. Il
gere presto in città. Si figurava di vederla gemere sopra  un  letto d'ospedale, sola so- la, e gli pareva che ella,
spasimando, chia- masse lui ad assisterla: lui soltanto. Ad  un  tratto il vento cessò, e inco- minciò a cadere una pioggia
la stan- chezza, ed egli camminava sempre con ar- dore. A  un  tratto egli vide dinanzi a sè un portico e gli venne voglia
sempre con ar- dore. A un tratto egli vide dinanzi a sè  un  portico e gli venne voglia di mettervisi a riparo. - Ma per
portico e gli venne voglia di mettervisi a riparo. - Ma per  un  momento solo, - bal- bettò - perchè la mamma mi aspetta; -
sguardo sotto il portico vide che al di là di questo vi era  un  bel giardino, e con sua grande meravi- glia si accòrse che
grande meravi- glia si accòrse che là dentro era sereno.  Un  dolce chiarore lunare illuminava le piante più rare; e
e dal me- lodioso canto degli usignuoli. Desideroso di  un  momento di riposo, egli sedè in uno dei viali del magnifico
egli sedè in uno dei viali del magnifico giardino, quando a  un  tratto udì un suono e una voce affascinante di donna, che
dei viali del magnifico giardino, quando a un tratto udì  un  suono e una voce affascinante di donna, che cantava. Gli
Bernardo, così si chiamava il ragazzo, che, voltatosi, vide  un  palazzo, dal quale usciva una luce mite. Egli si diresse a
si diresse a quella volta, e, oltrepas- sata la soglia e  un  bel cortile di marmo, nel mezzo del quale zampillava una
non avere mangiato dalla mat- tina. Egli prese avidamente  un  pezzo di pane e lo divorò in pochi bocconi. Quando fu
più a sua madre, andò in una stanza attigna dove ar- deva  un  bel fuoco. Egli sedè in una co- moda poltrona, dinanzi al
ginocchia e gli raccontava le novelle. Ella era avvolta in  un  velo bianco e libravasi sulle acque, mentre un giovine, che
avvolta in un velo bianco e libravasi sulle acque, mentre  un  giovine, che aveva qualche somiglianza con lui, la guardava
darti glo- ria, onori, tutto ciò che può rendere felice  un  mortale, - continuò insistendo la Fata. - Ti darò le
E mentre gli diceva queste parole, egli si vedeva, come in  un  sogno, già adulto, sfol- gorante di bellezza, riverito,
da centinaia di uomini, da donne bellissime, seduto sopra  un  trono, con la testa cinta di una corona, in una sala tutta
Ma nel cantuccio della sala vi era una nube nera; a  un  tratto si diradò, ed egli scòrse, sopra un misero letto,
una nube nera; a un tratto si diradò, ed egli scòrse, sopra  un  misero letto, una donna col viso coperto di bende, e gli
al suo letto, il respiro le si fece più eguale e dormì  un  lungo e profondo sonno. Dopo pochi giorni, Bernardo aveva
condata di veli. Ella teneva in mano una lira e parlava a  un  giovane che rassomi- gliava a Bernardo, ma più maturo di
che rassomi- gliava a Bernardo, ma più maturo di lui; a  un  bel giovane nella pienezza della vita. - Ascoltami,
che a lui tanto somigliava e cui rivolge- vasi la Fata,  un  sorriso di trionfo. L'am- bizione gonfiavagli le narici, la
le labbra, la speranza dava agli occhi di lui  un  insolito splendore. Egli stendeva verso la bella ammalia-
le dita affusolate sulle corde della lira per accompagnare  un  canto di esultanza, un canto di trionfo, quando una voce
corde della lira per accompagnare un canto di esultanza,  un  canto di trionfo, quando una voce flebile colpì le orecchie
qui, e il dovere mi impone di non lasciare i miei. - Sei  un  buon figliuolo, un cuore one- sto, - disse la Fata - e
mi impone di non lasciare i miei. - Sei un buon figliuolo,  un  cuore one- sto, - disse la Fata - e voglio compen- sarti
sto, - disse la Fata - e voglio compen- sarti lasciandoti  un  tesoro. - Fata Lucinda sparì, e Bernardo, de- standosi
e Bernardo, de- standosi all'improvviso, si trovò in mano  un  fogliolino su cui stava scritto: « A chi molto promette,
» Bernardo fece tesoro di quel consiglio, e oltre ad essere  un  figlio affezionato, fu sempre uomo di desiderî modesti e di
 Un  giorno che piovea dirottamente, (era il pallido ottobre), e
e i valligiani del mondo si perdean dentro la mota,  un  giovinetto, amico mio, bizzarro gobbo, dagli occhi
sola, a me svèlati! Deh mi esaudisci e mi dona, o Signore,  un  po' di lusso, di calma e di amore! Voglio un giardino ove i
o Signore, un po' di lusso, di calma e di amore! Voglio  un  giardino ove i cedri coi salici fingan le valli dell'Etna,
e la rondine; dove, coperto di un'ellera eterna, mi sembri  un  chiosco la casa materna. Voglio una donna cui tutte
di ambrosia da pipe di zucchero, dicon fra lor : " Siamo  un  capolavoro!". Deh fa' che tale io mi creda con loro! Oh
una lucciola? Via! mi esaudisci e mi dona, o Signore,  un  po' di lusso, di calma e di amore! - Così cantava Olimpio,
E la pioggia cadea, colla beata quiete degli immortali, in  un  monotono metro rimando sulle fronde e i ciottoli l'Iliade
faceva desiderare per tre o quattro giorni. Subito arrivava  un  bigliettino, o veniva Arabella in persona a rabbonirlo, a
quaresima, una vera quaresima di Galeazzo! Da una parte era  un  continuo studio per risolvere il problema dei bisogni
pane e della minestra, — e per avviare la famiglia sopra  un  sistema razionale e possibile. Dall'altra invece era uno
di nascondere, di trafugare roba. La conseguenza era  un  odio crescente tra questi due partiti, che sarebbe stato
marito, pretende che mangi quello che non mi va giú. Se c'è  un  pesce marcio o del formaggio che cammina da sé, pur di
o del formaggio che cammina da sé, pur di risparmiare  un  quattrino, lui ce lo porta a casa. Non vuole nemmeno che
miserie. "Mio padre scrive continuamente di trovargli  un  capitale per finire una lunga causa contro l'Ospedale.
non fu Melchisedecco, che era troppo facile a ciarlare, ma  un  signore molto rispettabile. La Pardi andò un giorno a
a ciarlare, ma un signore molto rispettabile. La Pardi andò  un  giorno a trovare apposta questa brava persona in casa sua e
... "Lo conosco: so di che cosa si tratta ... Guarda  un  po', povera signora ... " disse il buon benefattore,
gran segretezza. Capisce, mia cara, io sono il capo, egli  un  subalterno, e le convenienze d'ufficio ... ." "Beatrice ha
vera capacità amministrativa, della quale disse il nome in  un  orecchio. Beatrice fu contenta di sentire che un uomo di
il nome in un orecchio. Beatrice fu contenta di sentire che  un  uomo di tanta autorità trovasse che suo padre aveva
economie, o d'un nuovo ripiego per far argine alla vita.  Un  giorno il cavalier Balzalotti lo prese in disparte e gli
lo prese in disparte e gli disse: "Senta, Pianelli: c'è  un  mio amico di Novara che deve passare a Milano tre o quattro
una stanzetta o due, in una posizione centrale, dove ci sia  un  letto, un cassettone, un tavolo, quattro sedie; non ama
o due, in una posizione centrale, dove ci sia un letto,  un  cassettone, un tavolo, quattro sedie; non ama dormire negli
posizione centrale, dove ci sia un letto, un cassettone,  un  tavolo, quattro sedie; non ama dormire negli alberghi, e
subito l'idea delle venticinque o trenta lire al mese. Era  un  mezzo anche questo per alleggerire la barca, per otturare
signor cavaliere, d'aver pensato a noi. C'è modo di fare  un  ingresso separato, e le stanzette non potrebbero essere piú
mi canzona ... ." "Va bene" disse il cavaliere, che pareva  un  poco sopra pensiero. E dopo un momento soggiunse: "È lei
il cavaliere, che pareva un poco sopra pensiero. E dopo  un  momento soggiunse: "È lei che mi aveva raccomandato un
dopo un momento soggiunse: "È lei che mi aveva raccomandato  un  ragazzo per l'Orfanotrofio? ... " "Cioè, sarei ben contento
l'Orfanotrofio? ... " "Cioè, sarei ben contento se ci fosse  un  posto." "Faccia la dimanda. Diavolo, se c'è un caso degno
se ci fosse un posto." "Faccia la dimanda. Diavolo, se c'è  un  caso degno di considerazione è il suo. Faccia la dimanda e
non ci aveva ancora pensato. Se gli riusciva poi di mettere  un  ragazzo nell'Orfanotrofio, era un altro peso di meno. Certo
riusciva poi di mettere un ragazzo nell'Orfanotrofio, era  un  altro peso di meno. Certo che per riuscire nelle cose
residenza: anzi, non aveva una residenza fissa, abitava  un  po' qua e un po' là, a volte a Torino presso amici non
anzi, non aveva una residenza fissa, abitava un po' qua e  un  po' là, a volte a Torino presso amici non sospetti che la
nel giugno del 1945, cioè a liberazione avvenuta, aveva  un  mitra Beretta nascosto sotto il letto. A domanda, mi dice
erano tante altre cose a cui pensare .... Ora accadde che  un  certo Cravero venne a visitarla. Ho accennato all' episodio
Ho accennato all' episodio nella Tregua: Cravero era  un  ladro professionale con cui avevo convissuto per qualche
dopo andò al Comando militare sovietico. Qui fu accolta con  un  po' più di cordialità, ma non riuscì ugualmente a combinare
metterla in contatto con me, né tanto meno occuparsi di  un  mio rimpatrio. Che aspettasse con fiducia. All' uscita dal
fiducia. All' uscita dal Comando, mia sorella si accorse di  un  fatto curioso. Era pedinata: il solito poliziotto italiano
da poliziotto, che l' aveva seguita e poi attesa in  un  caffè dirimpetto. Evidentemente, i polacchi avevano
quello stesso clima, a dispetto delle leggi draconiane, di  un  mitra non ci si privava né facilmente né volentieri: poteva
era appena finita, e un' arma come quella aveva in sé  un  carisma che la rendeva poco meno che acra: ora, un ancile
in sé un carisma che la rendeva poco meno che acra: ora,  un  ancile piovuto dal cielo non si vende né si regala né si
alla porta, e molto cerimoniosamente invitò mia sorella a  un  colloquio. Fu un colloquio confuso: mia sorella mi dice che
cerimoniosamente invitò mia sorella a un colloquio. Fu  un  colloquio confuso: mia sorella mi dice che verteva
principalmente su Cravero, che i polacchi consideravano  un  bugiardo, un provocatore, o addirittura una spia sovietica.
su Cravero, che i polacchi consideravano un bugiardo,  un  provocatore, o addirittura una spia sovietica. Per puro
una spia sovietica. Per puro senso del dovere, o per  un  riflesso professionale, il poliziotto non trascurò di fare
del mitra, ma non batté ciglio e se ne andò. Forse era  un  ex partigiano: nella Pubblica Sicurezza, per un breve
Forse era un ex partigiano: nella Pubblica Sicurezza, per  un  breve periodo, ci furono anche quelli. Verso agosto, non
A questo punto, quello strumento di morte era diventato  un  qualcosa di mezzo fra il simbolo della passione
non so più che cosa, e ne chiesi notizia. _ Non lo vedi? È  un  Beretta, _ mi rispose mia sorella con non simulata
di disfarsene venne improvvisa. Si rifece vivo dal nulla  un  partigiano, anzi un "partigia", uno cioè delle frange più
improvvisa. Si rifece vivo dal nulla un partigiano, anzi  un  "partigia", uno cioè delle frange più pregiudicate e svelte
e svelte di mano dei nostri compagni combattenti. Era  un  siciliano, e stanco di tranquillità si era improvvisato
movimento, avevano soldi. Ci mettemmo d' accordo su  un  baratto: lui, che sulle Alpi non sarebbe tornato più, mi
lui, che sulle Alpi non sarebbe tornato più, mi cedette  un  paio di scarpe da montagna usate, che conservo tuttora. Poi
ma poiché il mondo è piccolo, fu avvisato mesi dopo da  un  mio cugino che allora viveva in Brasile. Il mitra ce l'
Dame e servitori, in piedi, sono attorno al Re, ognuno con  un  vassoio in mano, pronti agli ordini del Gran Mago. Di
mano, pronti agli ordini del Gran Mago. Di fuori, si sente  un  vocio confuso di popolo): Eccomi! (Apre la bocca; ha gli
in piedi, indicando col gesto verso  un  punto della radura) Eccoli! Eccoli! Ah, gran Mago! ...
I miei giorni in  un  sogno dileguano; son già lungi, ben lungi i più belli! Come
sogno dileguano; son già lungi, ben lungi i più belli! Come  un  volo - di uccelli - che emigrano e che solo - precipita in
degli uccelli - che ha visti annegar? I miei giorni in  un  sogno dileguano!.. Presto un gobbo di meno avrà il mondo; e
annegar? I miei giorni in un sogno dileguano!.. Presto  un  gobbo di meno avrà il mondo; e in un buco - profondo - ma
dileguano!.. Presto un gobbo di meno avrà il mondo; e in  un  buco - profondo - ma piccolo qualche bruco - la terra di
degli amici - alle tresche - di foglie cantatrici -  un  idillio farò. Chi sa! forse l'amore oltre il tumulo ai
ceruli monti lontani scotean la nebbia dai dorsi immani, e  un  rezzo tiepido giunto - in quel punto sapendo niente -
lontana - al dubbio del viatore dicea: tre ore . " Veh,  un  gobbetto! Oh il bel gobbetto Dal più folto di un boschetto
. " Veh, un gobbetto! Oh il bel gobbetto Dal più folto di  un  boschetto questo grido a un tratto uscì. E il gobbetto, il
bel gobbetto Dal più folto di un boschetto questo grido a  un  tratto uscì. E il gobbetto, il bel gobbetto, cessò il canto
il canto e impallidì. " Oh per Bacco! dentro il sacco porti  un  putto, porti un pacco, o una tromba da suonar? Oh per
" Oh per Bacco! dentro il sacco porti un putto, porti  un  pacco, o una tromba da suonar? Oh per Bacco! giù quel
sacco, lo vogliamo esaminar ". Ed ecco dal folto compare  un  bel volto, e un altro lo segue, da un'iride avvolto di
esaminar ". Ed ecco dal folto compare un bel volto, e  un  altro lo segue, da un'iride avvolto di lunghi capelli che
li han forse cosparsi per irne a una festa? Van forse a  un  altare per farsi adorar? Han fior sulla testa, han fior
di più pratici martir; ecco il cuore ed ecco il sangue di  un  gobbetto innamorato... Il mio sacco è preparato, non vi
e le due donne stretto se lo tenean fra lor. Al vago lume  un  timido gnomo il poeta par. . . " Delle storielle il titolo
rapporto che lega  un  uomo alla sua professione è simile a quello che lo lega al
impone subito una precisazione: scrivere non è propriamente  un  mestiere, o almeno a mio parere, non lo dovrebbe essere: è
impegni con i clienti e i superiori. Tuttavia, scrivere è  un  "produrre", anzi un trasformare: chi scrive trasforma le
e i superiori. Tuttavia, scrivere è un "produrre", anzi  un  trasformare: chi scrive trasforma le proprie esperienze in
fondamentali che sono il misurarsi con la materia (che è  un  giudice imparziale, impassibile ma durissimo: se sbagli ti
(oh, la tentazione di falsare i dati, di dar loro  un  piccolo colpo di pollice!) ed infine trovarla errata, è un
un piccolo colpo di pollice!) ed infine trovarla errata, è  un  ciclo che nel mestiere del chimico si incontra anche troppo
a prevederne le proprietà ed il comportamento, conduce ad  un  insight, ad un abito mentale di concretezza e di
le proprietà ed il comportamento, conduce ad un insight, ad  un  abito mentale di concretezza e di concisione, al desiderio
fatti o a dare corpo alla propria fantasia. C' è poi  un  patrimonio immenso di metafore che lo scrittore può
ormai atrofico e sprovveduto se dovessi rientrare in  un  laboratorio, provo quasi vergogna quando nel mio scrivere
traggo profitto di questo repertorio: mi pare di fruire di  un  vantaggio illecito nei confronti dei miei neo-colleghi
una militanza come la mia. Per tutti questi motivi, quando  un  lettore si stupisce del fatto che io chimico abbia scelto
autorizzato a rispondergli che scrivo proprio perché sono  un  chimico: il mio vecchio mestiere si è largamente trasfuso
mai piaciute, e mi arrangio a parlare tante lingue, perfino  un  poco di arabo e di giapponese, ma di tedesco non ne so
di giapponese, ma di tedesco non ne so neanche una parola.  Un  giorno o l' altro gliela voglio raccontare, la storia di
grossa; eppure, vuol credere? una volta mi è successo  un  lavoro che per me è stato peggio che stare in prigione; e
paese lontano: mi è successo a due passi da casa nostra, in  un  posto che quando tira vento e l' aria è pulita si vede
tanto sovente. Mi avevano chiamato, me e degli altri, per  un  lavoro che non era proprio niente di speciale, né come
ossia non gliel' ho detto tanto preciso, ma il fatto è che  un  po' di segreto professionale ce l' abbiamo anche noi, come
quando confessano. Quanto poi alla difficoltà, era solo  un  traliccio a forma di torre, alto una trentina di metri,
faceva né freddo né caldo, e insomma non era quasi neanche  un  lavoro, era un lavoro per riposarsi dagli altri lavori e
né caldo, e insomma non era quasi neanche un lavoro, era  un  lavoro per riposarsi dagli altri lavori e per comprare di
fresco fresco da una brutta faccenda, dal montaggio di  un  ponte in India che un giorno o l' altro glielo devo proprio
una brutta faccenda, dal montaggio di un ponte in India che  un  giorno o l' altro glielo devo proprio raccontare. Anche
gru per tirarla su e metterla in piedi. A cosa servisse, in  un  primo tempo non ci avevo neppure fatto caso: avevo visto
avevo visto dai disegni che doveva fare da sostegno per  un  impianto di chimica abbastanza complicato, con delle
colonne grosse e piccole, degli scambiatori di calore e  un  mucchio di tubazioni. Mi avevano detto soltanto che era un
un mucchio di tubazioni. Mi avevano detto soltanto che era  un  impianto di distillazione, per ricuperare un acido dalle
che era un impianto di distillazione, per ricuperare  un  acido dalle acque di scarico, che se no ...". Senza volerlo
e stizzito mi ha detto: "Finirà poi col dirmelo, se non è  un  segreto, che commercio è il suo, e che cosa è venuto a fare
giorno per giorno, e mi sembrava di veder crescere  un  bambino, voglio dire un bambino ancora da nascere, quando è
e mi sembrava di veder crescere un bambino, voglio dire  un  bambino ancora da nascere, quando è ancora nella pancia di
nella pancia di sua mamma. Si capisce che come bambino era  un  po' strano perché pesava sulle sessanta tonnellate solo la
Come le ho detto, su quel lavoro non ero solo, ben che  un  lavoro come quello, se mi avessero dato tre mesi e due
come quello, se mi avessero dato tre mesi e due manovali  un  po' svelti, anche da solo me la sarei cavata bene. Eravamo
pensano su e ti chiedono scusa. Era uno delle nostre parti,  un  ometto come lei, solo un po' più giovane. Quando il
scusa. Era uno delle nostre parti, un ometto come lei, solo  un  po' più giovane. Quando il traliccio è stato finito in
trenta metri, ingombrava tutto il piazzale, e era goffo e  un  po' ridicolo come tutte le cose che sono fatte per stare in
quando viceversa sono coricate: insomma faceva pena come  un  albero abbattuto, e ci siamo sbrigati a chiamare le autogru
intorno all' angolo dei magazzini abbiamo dovuto tirare giù  un  po' di muratura ma niente di grave, quando il fondo è stato
anche per me, che di gru ne ho viste parecchie, è sembrato  un  bello spettacolo, anche perché si sentiva il motore che
molto grossa, ma il montaggio non era difficile. Era solo  un  tubo verticale di acciaio inossidabile, alta trenta metri,
che appunto la doveva tenere su, e col diametro di  un  metro: era arrivata divisa in quattro tronconi, di modo che
perché io veramente sarei montatore di carpenteria, e  un  lavoro complicato come quello non l' avevo mai visto. Erano
mai visto. Erano più di trecento, di tutti i calibri da  un  quarto fino a dieci pollici, di tutte le lunghezze, con
erano di inossidabile, e lei lo sa che l' inossidabile è  un  gran bel materiale, ma non consente, voglio dire che a
poi non è più tanto inossidabile. In conclusione, era  un  gran montare, tirare, limare e poi smontare di nuovo; e
a verniciare, e tra una storia e un' altra è passato  un  mese. Un giorno ero proprio in cima alla torre con la
verniciare, e tra una storia e un' altra è passato un mese.  Un  giorno ero proprio in cima alla torre con la chiave a
e mi vedo arrivare lassù il committente, che tirava  un  po' l' ala perché trenta metri è come una casa di otto
perché trenta metri è come una casa di otto piani. Aveva  un  pennellino, un pezzo di carta e un' aria furba, e si è
metri è come una casa di otto piani. Aveva un pennellino,  un  pezzo di carta e un' aria furba, e si è messo a raccogliere
di testa della colonna che io avevo finito di montare  un  mese prima. Io lo stavo a guardare con diffidenza, e dicevo
di me "questo è venuto a cercare rogna". Invece no: dopo  un  po' mi ha chiamato, e mi ha fatto vedere che col pennello
ha fatto vedere che col pennello aveva spazzato nella carta  un  pochino di polvere grigia. "Sa cosa è?" mi ha chiesto.
stelle cadenti che avevano finito di cadere: se uno va  un  po' in alto in un posto che sia pulito e isolato, ne trova
che avevano finito di cadere: se uno va un po' in alto in  un  posto che sia pulito e isolato, ne trova sempre, basta che
e più anni passano, più ce n' è, di modo che funziona come  un  orologio. Anzi, come una di quelle clessidre che servono
fare le uova sode; e io di quella polvere ne ho raccolta  un  po' in tutte le parti del mondo, e la tengo a casa in uno
a casa delle mie zie, perché io una casa non ce l' ho. Se  un  giorno ci troviamo a Torino gliela faccio vedere, e se ci
che sembrano le comete del presepio, uno le vede e pensa  un  desiderio, e poi cascano giù, si raffreddano, e diventano
le stavo dicendo che a lavoro finito quella torre sembrava  un  bosco; e sembrava anche a quelle figure che si vedono nell'
una volta colata via l' acqua, dovevano servire a fare come  un  labirinto, in maniera che la miscela d' acqua e d' acido
la colonna fino alla cima. Buttare giù quegli anelli era  un  lavoro allegro, li tiravamo su a secchi con un paranco
anelli era un lavoro allegro, li tiravamo su a secchi con  un  paranco elettrico e li facevamo cadere nell' acqua dal
quelle non glielo saprei proprio dire, ma è stato  un  lavoro di due o tre ore: poi ho salutato, sono passato alla
e infatti torno e trovo le zie tutte spaventate con in mano  un  telegramma del committente perché a loro, povere donne,
del committente perché a loro, povere donne, basta  un  telegramma per farle andare su di giri: signor Faussone
stesse per mettersi a piangere. Prendo su e vado, e trovo  un  quarantotto. Lui, il committente, aveva la faccia di uno
si era lasciato prendere dalla paura, come quando uno ha  un  malato in casa, e non capisce che male abbia, e allora
delle colonne, due elettricisti che si guardavano come  un  cane e un gatto, il suo chimico che anche lui era in ferie
colonne, due elettricisti che si guardavano come un cane e  un  gatto, il suo chimico che anche lui era in ferie ma l'
si capiva che cosa c' entrasse, e poi si è saputo che era  un  suo amico e faceva l' avvocato; ma più che come avvocato,
senza senso; il fatto è che anche la colonna stava facendo  un  discorso, e era proprio un po' come quando uno è malato e
anche la colonna stava facendo un discorso, e era proprio  un  po' come quando uno è malato e ha la febbre e dice delle
ero io che ci avevo messo dentro gli anelli. Aveva come  un  attacco ogni cinque minuti. Si sentiva come un ronzio
Aveva come un attacco ogni cinque minuti. Si sentiva come  un  ronzio leggero e tranquillo che poi man mano diventava più
mancasse il fiato; la colonna cominciava a vibrare, e dopo  un  poco entrava in risonanza anche tutto il traliccio, e
anche tutto il traliccio, e sembrava proprio che venisse  un  terremoto, e allora tutti facevano finta di niente, chi di
una scarpa, chi di accendersi una sigaretta, ma andavano  un  po' più lontano; poi si sentiva come un colpo di grancassa,
ma andavano un po' più lontano; poi si sentiva come  un  colpo di grancassa, ma soffocato, come se venisse di
di grancassa, ma soffocato, come se venisse di sottoterra,  un  rumore di risacca, voglio dire come di ghiaietta che
di prima. Tutto questo ogni cinque minuti, regolare come  un  orologio; e io glielo so dire perché è vero che c' entravo
c' eravamo solo il progettista e io che avessimo conservato  un  po' di calma da vedere le cose senza perdere la testa: e io
la crisi si incamminava, faceva impressione: si sentiva  un  gran lavoro di budelle in disordine, che quasi quasi anche
della febbre che uno se li infila in bocca o viceversa. Era  un  termometro multiplo, con tanti bimetalli in tutti i punti
tanti bimetalli in tutti i punti strategici dell' impianto,  un  quadrante, e una trentina di pulsanti per scegliere il
il punto dove si voleva leggere la temperatura, insomma  un  affare studiato bene; ma siccome il centro della colonna
punto c' era anche una termocoppia apposta, che comandava  un  termografo, sa bene, una punta scrivente che scrive la
punta scrivente che scrive la curva della temperatura su  un  rotolo millimetrato. Ebbene, quello faceva ancora più
da venti gradi e saliva in due o tre ore a ottanta, e poi  un  tratto tranquillo, bello piatto, per una ventina di ore.
bello piatto, per una ventina di ore. Poi c' era come  un  brivido, fino fino che si vedeva appena, che durava appunto
e lui aveva avuto paura che il committente combinasse  un  guaio; adesso, però, non c' era altro da fare. Così, la
lui, e in una mezz' ora tutto si è fermato, si è sentito  un  gran silenzio, la curva è scesa come un aereo che atterra,
si è sentito un gran silenzio, la curva è scesa come  un  aereo che atterra, e a me mi pareva che tutto l' impianto
che atterra, e a me mi pareva che tutto l' impianto tirasse  un  respiro di sollievo, come quando uno sta male e allora gli
e allora gli dànno la morfina e lui si addormenta e per  un  poco ha smesso di soffrire. Io continuavo a dirglielo, che
ma il committente ci ha fatti sedere tutti intorno a  un  tavolo perché ognuno dicesse la sua. Io veramente al
giù dentro la colonna: uno scroscio come quando arriva  un  ribaltabile a scaricare la ghiaia, che ronza, si alza, si
la ghiaia, che ronza, si alza, si alza, e poi tutto d'  un  colpo la ghiaia si lette a slittare e viene giù come una
idea sua, e che secondo lui la malattia della colonna era  un  caso di flading; perché sa, se uno ha propensione per darsi
di flading salvo l' avvocato, che rideva da solo come  un  scemo e diceva qualche cosa di nascosto al committente:
ero io; e devo dire che in fondo neanche mi dispiaceva,  un  po' per la curiosità, un po' anche perché quella colonna
in fondo neanche mi dispiaceva, un po' per la curiosità,  un  po' anche perché quella colonna che si lamentava, e che
avrebbe inquinato tutta la zona; e essendo che appunto era  un  acido, non si poteva neppure metterlo dentro dei serbatoi
così perché sono quei buchi rotondi dove ci può passare  un  uomo, ci sono anche sulle caldaie delle locomotive a
centimetri di diametro, e io so di diversi che avevano  un  po' di pancia e o che non ci passavano, oppure che ci
fuori degli anelli. Scosto il flangione, tasto con  un  dito, poi con la mano, niente: poteva essere logico che gli
poteva essere logico che gli anelli si fossero assestati  un  po' più in giù. Tolgo il flangione, e vedo nero. Mi passano
quando li mettevo dentro me li fossi sognati: vedevo solo  un  pozzo che sembrava senza fondo, e solo quando ho abituato
e solo quando ho abituato gli occhi al buio ho visto come  un  biancore giù in basso, che si vedeva appena appena. Abbiamo
in basso, che si vedeva appena appena. Abbiamo calato giù  un  peso attaccato a uno spago, e ha toccato a ventitre metri:
trenta metri di anelli si erano ridotti a sette. C' è stato  un  gran parlare e discutere, e alla fine si è capito il
e alla fine si è capito il macinato, che stavolta non era  un  modo di dire ma era proprio un macinato perché erano gli
che stavolta non era un modo di dire ma era proprio  un  macinato perché erano gli anelli che si erano macinati.
perché erano gli anelli che si erano macinati. Pensi  un  po' che lavoro: gliel' ho detto che erano anelli di
di togliersi dai piedi una cosa sbagliata, che puzza come  un  morto, e che se si lascia lì a marcire è come una paternale
non finisce mai, anzi, è come una sentenza del tribunale,  un  promemoria a tutti quelli che ci hanno messo mano: "non
questa coglioneria l' hai combinata tu". Non è mica  un  caso che quelli che hanno più fretta di fare il funerale
è venuto da me con l' aria disinvolta a dire che bastava  un  bel lavaggio con acqua, tutta quella graniglia sarebbe
con acqua, tutta quella graniglia sarebbe venuta via in  un  momento, e poi avremmo messo dentro degli anelli nuovi d'
diventato una bestia feroce: che il progettista attaccasse  un  quadretto alla Madonna perché lui non gli faceva causa per
per i danni, ma anelli mai più, ne studiasse una meglio, e  un  po' in fretta, perché lui aveva già perso una settimana di
autunno sembrava inverno. Poi si è subito visto che non era  un  lavoro cosi svelto: si vede che quel materiale, voglio dire
scarico della colonna, abbiamo dato tutta la pressione, per  un  po' non si è sentito niente, poi come un gran singhiozzo, e
la pressione, per un po' non si è sentito niente, poi come  un  gran singhiozzo, e il materiale ha cominciato a muoversi e
e il materiale ha cominciato a muoversi e a uscire come  un  fango dal passo d' uomo; e a me pareva di essere un
come un fango dal passo d' uomo; e a me pareva di essere  un  dottore, anzi un veterinario, perché a quel punto invece
dal passo d' uomo; e a me pareva di essere un dottore, anzi  un  veterinario, perché a quel punto invece che un bambino
anzi un veterinario, perché a quel punto invece che  un  bambino quella colonna ammalata incominciava a sembrarmi
che se avessi saputo prima che effetto mi doveva fare,  un  lavoro così non lo avrei accettato, ma sa bene che a dire
così non lo avrei accettato, ma sa bene che a dire di no a  un  lavoro uno impara tardi, e per dire la verità io non ho
io non ho ancora imparato neanche adesso, e si immagini  un  po' allora, che ero più giovane, e mi avevano offerto un
un po' allora, che ero più giovane, e mi avevano offerto  un  forfé che io pensavo già di andare due mesi in ferie con la
capito bene che tipo ero io. Mi hanno fatto la corte, che  un  altro montatore come me non lo trovavano, che avevano
come me non lo trovavano, che avevano fiducia, che era  un  lavoro di responsabilità e tutto. Insomma gli ho detto di
di gomma, e come si è più alti di mezzo metro, si salda  un  altro cerchio di mensoline. L' aiutante cala da sopra altri
cala da sopra altri due mezzi piatti, uno se li monta  un  pezzo per volta sotto i piedi, e via: un giro di mensoline
uno se li monta un pezzo per volta sotto i piedi, e via:  un  giro di mensoline e un piatto, un giro e un piatto, fino
per volta sotto i piedi, e via: un giro di mensoline e  un  piatto, un giro e un piatto, fino alla cima. Ma la cima era
sotto i piedi, e via: un giro di mensoline e un piatto,  un  giro e un piatto, fino alla cima. Ma la cima era alta
i piedi, e via: un giro di mensoline e un piatto, un giro e  un  piatto, fino alla cima. Ma la cima era alta trenta metri.
che fossero i vapori dell' elettrodo, ben che ci fosse  un  bel tiraggio; o magari la maschera, che se uno salda per
la pelle. Ma poi andava sempre peggio, mi sentivo come  un  peso qui alla bocca della stomaco, e la gola chiusa come
mi tornavano in mente tante cose che avevo dimenticate da  un  pezzo, quella sorella di mia nonna che si era fatta monaca
insegnato il concavo e il convesso: bene, io sono diventato  un  montatore convesso, e i lavori concavi non fanno più per
Marianna Spazzoletti Narciso Ballanzini Marianna Ballanzini  Un  servo Una serva Il capo stazione
Invece a me,  un  brutto vecchiaccio ... (Al Ministro:) Chi era? Ve ne
veniva offerta l' alternativa di scontare la loro pena in  un  Lager anziché in una prigione. Di regola erano gentaglia;
lo dimostravano col loro comportamento. Eddy (probabilmente  un  nome d' arte) era un triangolo verde, ma non era un
comportamento. Eddy (probabilmente un nome d' arte) era  un  triangolo verde, ma non era un assassino. Aveva due
un nome d' arte) era un triangolo verde, ma non era  un  assassino. Aveva due mestieri: era giocoliere, e rapinatore
ma anche nei lavori più opachi non mancava di rivelare a  un  tratto il suo estro professionale. Spalava terra, ed eccolo
ed improvvisarvi sopra una canzoncina, battendovi sopra con  un  ciottolo, ora sul manico, ora sul ferro. Portava mattoni,
incesso danzante e trasognato, e d' improvviso turbinava in  un  rapido salto mortale. Altri giorni invece se ne stava
mortale. Altri giorni invece se ne stava rincantucciato in  un  angolo senza muovere un dito, ma, appunto perché era capace
se ne stava rincantucciato in un angolo senza muovere  un  dito, ma, appunto perché era capace di imprese così
straordinarie, a lui nessuno osava dire niente. Non era  un  esibizionista: nei suoi giochi, non si curava affatto di
di condurli a perfezione, ripetendoli, migliorandoli, come  un  poeta insoddisfatto che non cessa mai di correggersi.
alla ferraglia sparpagliata per il cantiere, raccogliere  un  cerchione, una verga, un ritaglio di lamiera, e rigirarlo
per il cantiere, raccogliere un cerchione, una verga,  un  ritaglio di lamiera, e rigirarlo poi attentamente fra le
e rigirarlo poi attentamente fra le mani, equilibrarlo su  un  dito, farlo frullare in aria, come se ne volesse penetrare
come se ne volesse penetrare l' essenza, e costruirvi sopra  un  gioco nuovo. Un giorno arrivò un vagone pieno di tubi di
penetrare l' essenza, e costruirvi sopra un gioco nuovo.  Un  giorno arrivò un vagone pieno di tubi di cartone, simili a
e costruirvi sopra un gioco nuovo. Un giorno arrivò  un  vagone pieno di tubi di cartone, simili a quelli attorno a
nostra squadra fu mandata a scaricarli: Eddy mi condusse in  un  magazzino interrato, sistemò sotto alla finestrella uno
nuove, instabili ma simmetriche come castelli di carte;  un  viaggio lo fece facendo volteggiare in aria quattro o
compiere un' operazione importante. Mi ero procurato  un  foglio di carta e un mozzicone di matita, e da molti giorni
importante. Mi ero procurato un foglio di carta e  un  mozzicone di matita, e da molti giorni aspettavo che mi si
naturalmente in italiano, che avrei voluto consegnare ad  un  operaio italiano affinché la copiasse, la firmasse come
vietato scrivere, ed ero sicuro che, pensandoci sopra  un  momento, avrei trovato il modo di compilare un messaggio
sopra un momento, avrei trovato il modo di compilare  un  messaggio chiaro abbastanza per loro, ed insieme tanto
al lettore emozioni e notizie falsate. Eddy non era  un  bruto, non intendeva punirmi né farmi soffrire, ed uno
né farmi soffrire, ed uno schiaffo dato in Lager aveva  un  significato assai diverso da quello che potrebbe avere fra
che potrebbe avere fra noi, oggi e qui. Appunto, aveva  un  significato, era poco più che un modo di esprimersi; in
oggi e qui. Appunto, aveva un significato, era poco più che  un  modo di esprimersi; in quel contesto voleva dire
e me giovane inesperto italiano frastornato e confuso,  un  discorso come quello sarebbe stato inutile, non capito (se
che si dà all' asino, per trasmettere loro, o rafforzare,  un  ordine o un divieto: poco di più insomma che una
all' asino, per trasmettere loro, o rafforzare, un ordine o  un  divieto: poco di più insomma che una comunicazione non
lo sapevo, per me c' era la forca, ma prima della forca  un  interrogatorio (quale interrogatorio!) per stabilire chi
alla Sezione Politica non solo me ma anche loro. Mi tenne  un  discorso, difficile da riportare. Mi disse che, per mia
Che io ero matto: non c' erano altre spiegazioni, solo  un  matto avrebbe potuto pensare di mettere in gioco in quel
ed il reticolato elettrico, e portava appeso al collo  un  cartello con su scritto "Urning", e cioè pederasta, ma non
(ma quando mai non sono corsi brutti tempi) però se capita  un  figlio di ragguardevole famiglia al tribunale minorile e
al tribunale minorile e con una imputazione così, fa ancora  un  certo effetto. C'è perfino un vago senso di disagio in
imputazione così, fa ancora un certo effetto. C'è perfino  un  vago senso di disagio in aula. Si mormora di passi
Mi stupisce la corpulenza dell'imputato. Al primo sguardo,  un  pezzo d'uomo. È uno di quei ragazzi grassi dall'aria
ogni reazione. (Benché poi nessuno sa come sia dentro  un  grasso, di che riconcentrata sprofondata animosità possa
Mi stupisce davvero molto, mai prima avevo visto qui  un  ragazzo grasso. In genere i discoli sono magri e guizzanti
all'autorità, esponendo da dietro due fianchi polputi e  un  largo deretano da femmina sotto la giacchetta tirata alla
gocce di sudore per la onesta calvizie. Storia da gangster.  Un  bei giorno, in un'ora piena, la più scoperta lampante ora
montagna, ricolmo dei "ferri del mestiere" (lime, giraviti,  un  mazzo di vecchie chiavi, un coltellaccio da cucina non so
del mestiere" (lime, giraviti, un mazzo di vecchie chiavi,  un  coltellaccio da cucina non so quanti metri di corda, altri
il suo faccione bonario e placido di grasso _ sarà parso  un  uomo fatto _ la sua insospettabile testa slavata, e con
non capì. Disse: come? Poi vide la canna della pistola.  Un  brutto momento per il poveruomo, col danaro fra le mani,
cassiere, avrà di certo fuori i compiici la macchina e in  un  amen sarà sparito. Ma qualche cosa lo avvertì in tempo: la
la canna della rivoltella si muoveva. E si muoveva in  un  certo modo incredibile ma inequivocabile: come in una mano
mano malferma. Insomma il terribile grassatore tremava. Fu  un  affare da poco _ come acciuffare un figlio per sculacciarlo
grassatore tremava. Fu un affare da poco _ come acciuffare  un  figlio per sculacciarlo _ togliere da quella mano la
tenne là allo sportello, per i risvolti della giacca, come  un  sacco, finché non accorsero a levarglielo. La presenza del
del padre che gronda sudore dalla cute e s'asciuga con  un  ampio fazzoletto bianco, gela sulle labbra qualche risolino
qualche risolino affiorante. Il ragazzo sta lì proprio come  un  sacco. Così ascolta l'accusa e la difesa, trattato da
si direbbe con una sorta di complicità. Due occhi celesti,  un  poco ilari e ammiccanti, mi pare per un tic. A volte i
Due occhi celesti, un poco ilari e ammiccanti, mi pare per  un  tic. A volte i grassi sono nervosi come gatti. Non posso
cosa simile," ritrovando la possibilità di comunicazione.  Un  ragazzo, dopotutto. "Lei è la signora..." Pronuncia con
sottovoce, ammiccando col suo tic, confida: volevo scrivere  un  racconto poliziesco, sono lì lì per dire: siamo quasi
considerazione. Questo si prende il verdetto _ d'altronde  un  perdono _senza battere ciglio nemmeno col tic.
a Sua Maestà! Salute a Sua Maestà! (Si ode  un  prolungato squillo di tromba.)
oserei affermare che anche l' inflazione ha avuto almeno  un  merito, quello di chiarire a tutti quanto vale un milione:
almeno un merito, quello di chiarire a tutti quanto vale  un  milione: cifra che ormai, a differenza dai tempi del signor
se il sole fosse ridotto alla grandezza di una mela ... se  un  miliardo di anni fosse compresso a un giorno ... Il valore
di una mela ... se un miliardo di anni fosse compresso a  un  giorno ... Il valore didattico di questi artifizi può
provato nel leggere i dati nudi. Sfidando questi pericoli,  un  anziano scienziato olandese ha imboccato con baldanza
negli aspetti la cui stranezza è velata dall' abitudine. In  un  libro pubblicato diversi anni fa, ma tuttora attuale, R.
calcolatori, sono unità di tempo brevi; ce ne sono tanti in  un  secondo, quanti sono i secondi in trent' anni. L'
sono in realtà granelli metallici o pietrosi più piccoli di  un  grano di miglio; eppure la Terra ne riceve ogni giorno
delle particelle: perciò ci è d' aiuto sapere che  un  cucchiaino d' acqua di mare contiene tante molecole quanti
alta di quella dei missili lanciati dall' uomo, ma quando  un  conduttore della sezione di un millimetro quadrato è
dall' uomo, ma quando un conduttore della sezione di  un  millimetro quadrato è percorso da una corrente di un
di un millimetro quadrato è percorso da una corrente di  un  ampere, la velocità di avanzamento degli elettroni è
al progredire di una coda davanti allo sportello di  un  ufficio postale. Che diametro hanno questi elettroni? È
nel 3000 a.C., avesse incominciato a infilare elettroni su  un  filo, uno al secondo per otto ore di lavoro al giorno, oggi
montagnoso, uno troppo sterile ed uno troppo arido; rimane  un  solo ettaro a testa, ma di questo, oggi, solo mezzo è
ettaro a testa, ma di questo, oggi, solo mezzo è coltivato.  Un  singolo agricoltore americano produce circa 100 kg di
il doppio, ma, poiché è molto magra, in assoluto essa dà  un  decimo del latte della prima. È probabile che certe
non siano casuali: si calcola che sulla superficie di  un  pascolo fertile il peso dei batteri esistenti per ogni
uguale al peso del bestiame che il pascolo può mantenere.  Un  centimetro cubo di questo suolo contiene un numero di
può mantenere. Un centimetro cubo di questo suolo contiene  un  numero di microrganismi paragonabile alla popolazione umana
solo in parte; si desidererebbe conoscere l' esito di  un  esperimento di maggior durata, perché le malattie da
ora etere ora creta. Una signora che appoggi il suo peso su  un  tacco a spillo esercita sul terreno una pressione pari a
spillo esercita sul terreno una pressione pari a quella di  un  generatore di vapore ad alta pressione; la corrente d' aria
il nostro naso in una normale inspirazione corrisponde a  un  vento "forza due" della scala Beaufort; ma le energie in
sono incredibilmente basse. La somma dell' energia spesa da  un  uomo medio per parlare tre ore al giorno per tutta la sua
una tazza di tè, e l' energia che si potrebbe ricavare da  un  pisello che cada dall' altezza di tre centimetri, se
misurata. Ognuno dei dati tratti dal campo dell' economia è  un  piccolo elettroshock. Un dollaro investito all' interesse
tratti dal campo dell' economia è un piccolo elettroshock.  Un  dollaro investito all' interesse composto del 4 per cento
il plutonio vale trenta volte di più, ed i neutroni  un  milione di volte. Tuttavia, se mi è lecito un intervento
ed i neutroni un milione di volte. Tuttavia, se mi è lecito  un  intervento personale, mi permetterei di sconsigliare una
è radioattivo e assai tossico, ed i neutroni sarebbero  un  pessimo investimento perché hanno un tempo di dimezzamento
i neutroni sarebbero un pessimo investimento perché hanno  un  tempo di dimezzamento di circa sedici minuti. È come dire
di circa sedici minuti. È come dire che chi comperasse  un  chilogrammo di neutroni se ne troverebbe 500 grammi dopo un
un chilogrammo di neutroni se ne troverebbe 500 grammi dopo  un  quarto d' ora, 250 grammi dopo mezz' ora, 125 dopo 45
civiltà dei consumi è in realtà una civiltà degli sprechi.  Un  impiegato d' ufficio "produce" oggi 2 kg di carta straccia
in termini d' inchiostro e rispettivamente di carburante,  un  chilometro scritto con una penna a sfera e un chilometro
carburante, un chilometro scritto con una penna a sfera e  un  chilometro percorso in automobile, se si trascurano i
è  un  ragazzetto entrato appena nei dieci anni. "Perché questo
nome di Leoncino?", domanderete voi. La storia sarebbe  un  po' lunghetta, ma io ve la racconterò in quattro parole.
Luigi: ma il suo babbo, incaponitosi a farne col tempo  un  guerriero (il babbo era comandante dei pompieri e bisogna
Napoleone. Napoleone! ... Come si fa, domando io, a mettere  un  nomone così grosso sulla testa di un tenero lattante? C'è
domando io, a mettere un nomone così grosso sulla testa di  un  tenero lattante? C'è quasi il pericolo di soffocarlo! Fatto
gli tagliarono le due prime sillabe (Na-po), e così, di  un  Napoleoncino , ne fecero per risparmio di fiato un
così, di un Napoleoncino , ne fecero per risparmio di fiato  un  economico e modesto Leoncino . Il piccolo guerriero crebbe
crebbe a occhiate, e a dieci anni era già diventato  un  bel ragazzo. Correva, ballava, saltava, faceva la
con le spalline di bambagia gialla come lo zafferano e con  un  berretto di panno scuro, ornato di un bel nastro di tela
lo zafferano e con un berretto di panno scuro, ornato di  un  bel nastro di tela incerata e rilucente, che, veduto da
e rilucente, che, veduto da lontano, pareva proprio  un  gallone d'argento. Venuto il tempo delle vacanze, Leoncino
vacanze, Leoncino fu condotto a villeggiare in casa di  un  suo zio, ricco possidente di campagna. Questo zio aveva una
proprio una brava persona. Egli mi tratta come se io fossi  un  uomo, non mi dà mai mortificazioni e ripete sempre: -
mai mortificazioni e ripete sempre: - Giannino in fondo è  un  bravo ragazzo e diventerà qualche cosa. Or ora mi ha
E poi si vede che osservi e ti vai migliorando... Vedi  un  po' dalle prime figure che hai fatto a queste ultime che
a queste ultime che progresso! Bravo Giannino! Faremo di te  un  artista! - Queste sono cose che fanno piacere a un ragazzo,
di te un artista! - Queste sono cose che fanno piacere a  un  ragazzo, e io voglio dimostrare a mio cognato quanto gli
per tutto quello che fa per me, perciò ho deciso di fargli  un  regalo e, non avendo neppure un soldo, ho pensato di
perciò ho deciso di fargli un regalo e, non avendo neppure  un  soldo, ho pensato di ricorrere al signor Venanzio, che è
Venanzio, che è tanto ricco, e di chiedergli in prestito  un  paio di lire. * * * Oggi a desinare il Maralli ha parlato
vedrai ci siamo tutti, e come somiglianti! Giannino è  un  artista! - Io tutto contento ho preso il giornalino e ho
rimangano segreti. Però, nonostante la mia proibizione, a  un  certo punto, Virginia ha esclamato: - Ah, guarda: qui c'è
carezza e poi mi ha detto: - Senti, Giannino, mi devi fare  un  gran piacere... Me lo prometti? Io gli ho risposto di sì. -
Il perché lo so io, e non è una cosa che possa capire  un  ragazzo. - Ecco le solite ragionacce! Ma ormai avevo
mie confidenze, mi pareva una cosa fatta male e mi faceva  un  gran dispiacere. Il Maralli, dunque, ha strappato le pagine
nel caminetto. Quand'ho visto che il fuoco s'è attaccato a  un  angolo di una pagina che era rimasto arricciato sulla palla
ho riappiccicate al loro posto. C'è l'angolo di una pagina  un  po' abbruciacchiato ma lo scritto e l'illustrazione sono
suo studio, e io ho afferrato la trombetta, l'ho ficcata in  un  orecchio al signor Venanzio e gli ho gridato: - Per piacere
io gli ho detto : - Ha ragione la Virginia a dire che lei è  un  grande avaraccio!... - A queste parole il signor Venanzio
avaraccio!... - A queste parole il signor Venanzio ha dato  un  balzo sulla poltrona, e ha cominciato a brontolare: - Ah,
tutti in vestiti e cappellini!... Ah!... Ha detto che sono  un  avaraccio? Eh! Eh!...- Io per consolarlo ho creduto bene di
l’ha sgridata? Meno male! Volevo ben dire io! Mio nipote è  un  buon giovane e mi è stato sempre molto affezionato... E che
più quattrini. - Il signor Venanzio è diventato rosso come  un  tacchino, e s'è messo a balbettare in modo che credevo gli
e s'è messo a balbettare in modo che credevo gli venisse  un  colpo. - Si faccia coraggio! - gli ho detto - forse questo
è il colpo apoplettico che il Maralli dice sempre che  un  giorno o l'altro le deve venire... - Egli ha alzato le
perché sono cose che mi fanno molto piacere! Tu sei  un  bravo ragazzo e fai bene a dir sempre la verità!..- È un
un bravo ragazzo e fai bene a dir sempre la verità!..- È  un  fatto che a esser buoni e a non dir bugie ci si guadagna
secondo la quale, tra parentesi, a Milano neppur si fa  un  risotto senza 'il ragionàt', il ragioniere, mi avesse
subito e arrivai nel pomeriggio del quattro luglio sotto  un  sole cocente, al ponte delle Sarche. Pochi minuti prima
dall'altro lato: dietro a quelle si levavano altri monti di  un  verde più gaio; ma laggiù, verso il Garda, il cielo
riva, e sulla punta, il castelluccio ritto e fiero come  un  falco. Al ponte delle Sarche trovai una servotta tedesca
Purgher". Entrai con lei nella piccola penisola, seguendo  un  parapetto merlato, un baluardo a riposo, con tanto di
lei nella piccola penisola, seguendo un parapetto merlato,  un  baluardo a riposo, con tanto di cipressi e di rose. Fuori
viveva e si moveva, sotto l'alto fantasma del castello,  un  affollato disordine di erbe rigogliose, di fiori incolti,
nella viva roccia che mette nel cortile del castello;  un  gibboso macigno, questo cortile, inquadrato di mura nere,
nere, di logge medioevali, con pitture mezzo stinte, con  un  chiasso, sui parapetti, di geranii in fiore.
ero mai entrato in  un  appartamento della vecchia Londra: avevo incontrato diverse
diverse volte Paul Morris in Italia, l' ultima volta ad  un  congresso di biochimica, e diversi anni prima (quando non
e diversi anni prima (quando non era ancora sposato) in  un  costosissimo albergo sul Lago Maggiore. Mi aspettavo che la
silenziosamente una tenda. Il silenzio, devo dire, è  un  elemento dominante in casa Morris: non solo non vi
tenda si allontanò dal muro, ricadde tacitamente, e ne uscì  un  grazioso animale che a prima vista scambiai per un setter:
ne uscì un grazioso animale che a prima vista scambiai per  un  setter: ma quando si avvicinò a Virginia vidi dall'
si avvicinò a Virginia vidi dall' andatura che non era  un  cane. I cani è raro che camminino composti: sono troppo
unghioli sul pavimento, e anche più difficile che ignorino  un  estraneo. Invece quella creatura, che era coperta di un
un estraneo. Invece quella creatura, che era coperta di  un  lucido pelame nero, si muoveva con la grazia sciolta e
ciuffetti di pelo chiaro, e una lunga coda glabra, di  un  rosa livido. Notai che Virginia non si era mossa, né per
fa, alla televisione _. Avevo subito immaginato che fosse  un  vilmy: proprio in quei mesi se ne era riparlato sui
_ Non è tanto facile, _ disse Morris nascondendo male  un  certo imbarazzo. _ Non esiste un maschio nero in tutto il
Morris nascondendo male un certo imbarazzo. _ Non esiste  un  maschio nero in tutto il Regno Unito: mi sono informato, il
_ Non hanno mica bisogno di essere fecondate, non lo sa? È  un  caso unico fra i mammiferi: basta nutrirle bene, e mungerle
Come si ricorderà, del latte di vilmy si è fatto poi  un  gran parlare, ma a quel tempo nessuno aveva ancora le idee
molto precise. Paul mi spiegò che tutte le dicerie su di  un  preteso potere allucinogeno del latte erano senza alcun
del latte erano senza alcun fondamento: non era neppure  un  afrodisiaco, come pretendevano molti che non l' avevano mai
Perciò, non solo i cuccioli sono legati alla madre da  un  vincolo quasi patologico, ma chiunque beve quel latte ne
e si ritirò. Pochi istanti dopo, come se si destasse da  un  sogno, Lore levò il capo, fissò a lungo Morris, poi balzò a
ridente, ostile; ma sempre languida, intensa, e con  un  tocco di astuzia volpina. _ E tu ... l' hai assaggiato? _
ricambiare. Insomma, non provare, non lascarti tentare: è  un  errore, un errore che si paga caro. _ Non mi sento tentato:
Insomma, non provare, non lascarti tentare: è un errore,  un  errore che si paga caro. _ Non mi sento tentato: davvero,
che si paga caro. _ Non mi sento tentato: davvero, neanche  un  poco. Tu perché lo hai fatto? _ Perché ... no, senza un
un poco. Tu perché lo hai fatto? _ Perché ... no, senza  un  perché: per desiderio di novità, per curiosità, per noia,
di novità, per curiosità, per noia, per ... insomma, in  un  momento in cui con Virginia non andavo d' accordo per via
ma io non le volevo dare ragione, e volevo invece farle  un  dispetto. Forse volevo solo ingelosirla. In ogni modo l' ho
solo ingelosirla. In ogni modo l' ho assaggiato, questo è  un  fatto, e i fatti non si cambiano più: due anni fa, e sono
i fatti non si cambiano più: due anni fa, e sono diventato  un  altro. _ È così potente? Basta una volta sola? _ No, ma è
poche cose, ma questa la capiscono bene, come si seduce  un  essere umano. Ti leggono il desiderio negli occhi, o non so
perché ridono, non come noi, al loro modo, ma ridono, ed è  un  riso che fa bollire il sangue nelle vene. _ Ne avevo date
è tua o non lo è più, speri almeno di parlarle, speri in  un  amore, in un ritorno; può essere una speranza vana ma non è
lo è più, speri almeno di parlarle, speri in un amore, in  un  ritorno; può essere una speranza vana ma non è insensata,
ha una soddisfazione pensabile. Questa invece no, è  un  desiderio che ti danna perché non ha soddisfazione: non la
presenza, toccarle, accarezzarle, è nulla, meno che nulla,  un  aguzzarsi del desiderio, nient' altro. _ Virginia non
tutte le volte che lo potevo avvicinare, e mi sentivo  un  verme, e gli avrei lustrato le scarpe. Un giorno partì,
e mi sentivo un verme, e gli avrei lustrato le scarpe.  Un  giorno partì, senza lasciare indirizzo. Io allora pensai
stata meglio che niente. Andai al sukh e ne trovai una:  un  giovane, dall' aspetto macilento e dalla faccia
al guinzaglio e la faceva ballare, nel fondo semibuio di  un  vicolo cieco. Era magra e spelacchiata, ma aveva le
le mammelle gonfie, era giovane e costava poco. Chiesi  un  campione di latte: ci appartammo in un sottoscala e il
costava poco. Chiesi un campione di latte: ci appartammo in  un  sottoscala e il venditore lo munse lì per lì e me lo
prima non avevo notata; lo comperai e lo portai qui. Era  un  demonio: non sopportava la clausura, la sua casa erano i
divano, da questo a terra, poi gli si accucciò ai piedi con  un  piccolo squittio soddisfatto. _ Questa, appunto, è la
comprata qui a Soho, a un' asta pubblica, per 400 sterline:  un  bel prezzo, no? Apparteneva ad un giamaicano che era morto
per 400 sterline: un bel prezzo, no? Apparteneva ad  un  giamaicano che era morto per lei, ma l' ho saputo solo più
prendere dall' alcool o dalla morfina. Mi tratta come  un  malato o come un bambino: e lo sono, infatti; anzi, a
alcool o dalla morfina. Mi tratta come un malato o come  un  bambino: e lo sono, infatti; anzi, a propriamente parlare
e lo sono, infatti; anzi, a propriamente parlare sono  un  lattante, che frigna quando ha fame. E questa qui ha nove
niente. Abbassai una mano per renderle la carezza, ma colsi  un  rapido sguardo da parte di Paul e mi trattenni; anzi,
russo dovevano, al pari dei deliquenti cinesi, cadere sotto  un  buon colpo di scimitarra, per venire poi esposte in qualche
che la sua esistenza stava per finire, era stato preso da  un  tale eccesso di furore, da temere che demolisse la gabbia e
lotta, né invendicato. Spezzato, con uno sforzo supremo,  un  bambù della gabbia, aveva allungato un braccio tra le
uno sforzo supremo, un bambù della gabbia, aveva allungato  un  braccio tra le traverse, tempestando le zucche pelate del
furioso, non stava inoperoso. Era già riuscito a strappare  un  paio di code e a spaccare il muso a un gran diavolo di
riuscito a strappare un paio di code e a spaccare il muso a  un  gran diavolo di mongolo, tirandogli addosso una scarpa. Il
potesse giungere presso il palco, il quale era guardato da  un  doppio cordone di fantaccini. In un batter d'occhio la
quale era guardato da un doppio cordone di fantaccini. In  un  batter d'occhio la gabbia fu levata e venti braccia la
il braccio ad uno degli aguzzini, strappandogli ad  un  tempo un pezzo di stoffa e di carne. - Assassini!
il braccio ad uno degli aguzzini, strappandogli ad un tempo  un  pezzo di stoffa e di carne. - Assassini! Miserabili! -
e ... La sua voce era stata improvvisamente soffocata da  un  immenso urlo che non era più di gioia. Pareva che un
da un immenso urlo che non era più di gioia. Pareva che  un  terrore inesprimibile si fosse manifestato fra il popolo
Anche il carnefice aveva abbassato la scimitarra, facendo  un  gesto di spavento. Tutti guardavano in aria agitando
pauroso di tutta quella gente, avevano pure alzato il capo.  Un  grido sfuggì dai loro petti. Un uccello di dimensioni
pure alzato il capo. Un grido sfuggì dai loro petti.  Un  uccello di dimensioni gigantesche, di forme strane, che
fulminea. Che cos'era? Un'aquila di nuova specie od  un  mostro caduto da qualche astro? Vedendolo ingrandire a
seguiti, balzando come un'antilope. - Fedoro! - Rokoff! -  Un  mostro! - Ma no ... non è possibile. - Un drago! - Vedo
- Rokoff! - Un mostro! - Ma no ... non è possibile. -  Un  drago! - Vedo degli uomini! ... - Siamo salvi! Una macchina
degli uomini! ... - Siamo salvi! Una macchina volante ...  un  pallone ... Odi? Una voce che scendeva dall'alto, una voce
rapidamente e toccando con una delle estremità il palco.  Un  uomo, vestito di flanella bianca, era sceso rapidamente
I cinesi tornano! Rokoff ebbe appena il tempo di mormorare  un  "grazie". Si precipitò verso la scala, scavalcò un
un "grazie". Si precipitò verso la scala, scavalcò  un  parapetto e cadde fra le braccia di un altro uomo. Udì
la scala, scavalcò un parapetto e cadde fra le braccia di  un  altro uomo. Udì confusamente un fischio acuto che pareva
e cadde fra le braccia di un altro uomo. Udì confusamente  un  fischio acuto che pareva mandato da qualche macchina a
. . . . . . Quando Rokoff tornò in sé, si trovò sdraiato su  un  soffice materasso, a fianco di Fedoro, sotto un tendaletto
sdraiato su un soffice materasso, a fianco di Fedoro, sotto  un  tendaletto che lo riparava dai raggi del sole. Un profondo
sotto un tendaletto che lo riparava dai raggi del sole.  Un  profondo silenzio regnava attorno a lui: le grida della
scosse e una forte corrente d'aria che gli procurava  un  dolce benessere. Per un momento credette davvero di essere
corrente d'aria che gli procurava un dolce benessere. Per  un  momento credette davvero di essere stato decapitato dal
stato decapitato dal gigantesco carnefice e di viaggiare in  un  altro mondo. Se era vero, la morte, dopo tutto, non doveva
paurosa come si credeva. Si portò le mani alla testa, con  un  moto rapido ... e ... con sua sorpresa la trovò a posto. -
aveva la casacca lorda. - Che io sogni? - si domandò.  Un  lungo sibilo, che pareva uscisse da qualche macchina, lo
dinanzi a lui. La guardò con paura. Non era un'ombra, era  un  uomo, un bell'uomo anzi, di statura alta e di forme
a lui. La guardò con paura. Non era un'ombra, era un uomo,  un  bell'uomo anzi, di statura alta e di forme eleganti, colla
Poi, con una certa meraviglia, chiese: - Voi non siete  un  cinese, quantunque ne indossiate il costume, è vero? Invece
ancora sulle vostre spalle. Il cosacco aveva mandato  un  grido. La memoria gli era prontamente ritornata. Rivide
salvato ... grazie signore ... vi devo la vita ... - Bah!  Un  altro, al mio posto, avrebbe fatto altrettanto! Siete
della nostra innocenza! - esclamò Rokoff. - Credete voi che  un  onorato ufficiale dei cosacchi del Don, che ha due medaglie
di tè della Russia meridionale abbiano potuto assassinare  un  cinese per derubarlo? - Io non so a quale delitto volete
Sì, signor ... - Chiamatemi semplicemente "il capitano". -  Un  capitano russo, perché parlate la nostra lingua come foste
lingua come foste nato sulle rive della Neva o del Volga.  Un  sorriso enigmatico si delineò sulle sottili labbra del
è molto difficile da indovinare. Ma che importa ciò? Sono  un  europeo come voi e ciò basta, o meglio sono un uomo di
ciò? Sono un europeo come voi e ciò basta, o meglio sono  un  uomo di razza bianca. Venite, signor Rokoff, ah! Soffrite
Macchinista! - Signore - rispose una voce. - Rallenta  un  po'. Voglio godermi questo meraviglioso panorama. Stavano
A vent'anni voleva farsi frate, ma imbattutosi in  un  dotto scienziato francese, un certo dottor Panterre,
frate, ma imbattutosi in un dotto scienziato francese,  un  certo dottor Panterre, perseguitato dal governo di
curiosa, tutta osso, con due occhiacci di falco, insomma  un  terribile fascinatore. Per qualche anno il barone, detto "u
tempo amabile camerata, idolo delle donne, coraggioso come  un  negro, e a certe lune fantastico come un bramino. Noi qui
coraggioso come un negro, e a certe lune fantastico come  un  bramino. Noi qui parliamo del barone della sua prima
Oggi l'uomo aveva quarantacinque anni, una gran barba nera,  un  volto abbruciato dal sole e dai liquori, una gran voglia di
Al frate, al nichilista, al libertino si aggiungeva ora  un  pitocco disperato, costretto a quarantacinque anni a
lire alla sua guardarobiera, se voleva pranzare e bere  un  cognac. Al club avevano pubblicato il suo nome nell'albo
quindici giorni alla fatale scadenza. In quindici giorni  un  uomo d'ingegno, che non ha voglia ancora di farsi saltare
finita la razza dei briganti? Non era la prima volta che  un  Santafusca aveva battuta la campagna e un suo avolo, don
prima volta che un Santafusca aveva battuta la campagna e  un  suo avolo, don Nicolò, era stato con Fra Diavolo sei mesi
ai tempi dei tempi: ma con tutto ciò il barone sentiva che  un  uomo in quindici giorni non ha tempo neppure di diventare
uomo in quindici giorni non ha tempo neppure di diventare  un  brigante. Bisognava adunque trovare qualche altro
perché quando si è poveri si viaggia male, Chiedere  un  prestito? A chi, se non c'era piú un cane che gli volesse
viaggia male, Chiedere un prestito? A chi, se non c'era piú  un  cane che gli volesse dare un quattrino? Giocare, tentar la
A chi, se non c'era piú un cane che gli volesse dare  un  quattrino? Giocare, tentar la sorte? Nessuno voleva
Giocare, tentar la sorte? Nessuno voleva mescolare con lui  un  mazzo di carte, e poi, non sempre chi giuoca vince. Non
vince. Non rimaneva che la sua villa di Santafusca, lontana  un  cinque chilometri da Napoli, che poteva fruttare ancora
a patto però di vendere fino all'ultimo chiodo, perché  un  terzo era ipotecato già al marchese di Vico Spiano, un
un terzo era ipotecato già al marchese di Vico Spiano,  un  terzo era una rovina e l'altro terzo rappresentava un
un terzo era una rovina e l'altro terzo rappresentava  un  rifugio, un tetto, un asilo d'un povero uomo sulla terra.
era una rovina e l'altro terzo rappresentava un rifugio,  un  tetto, un asilo d'un povero uomo sulla terra. Anche
rovina e l'altro terzo rappresentava un rifugio, un tetto,  un  asilo d'un povero uomo sulla terra. Anche vendendo ciò che
raggranellare quindicimila lire e dopo egli sarebbe rimasto  un  vagabondo intero, nudo nato, senza nemmeno un guanciale per
rimasto un vagabondo intero, nudo nato, senza nemmeno  un  guanciale per posare il capo. Se un barone di Santafusca,
nato, senza nemmeno un guanciale per posare il capo. Se  un  barone di Santafusca, si noti, contava ancora per qualche
qualche cosa nel mondo e se poteva sperar dì trovare ancora  un  cento lire per la fame e per la sete, questo credito, per
gli proveniva da quel vecchio palazzo, che imponeva ancora  un  certo rispetto al volgo e che sosteneva colla catena della
al volgo e che sosteneva colla catena della tradizione  un  uomoridotto ormai a far la parte di pulcinella. Bisognava
di arancia per quel pretuzzo tutto cappello, vestito di  un  abito polveroso, sotto un mantello verdognolo e ragnoso che
tutto cappello, vestito di un abito polveroso, sotto  un  mantello verdognolo e ragnoso che faceva da staccio al
verdognolo e ragnoso che faceva da staccio al vento, con  un  viso tinto proprio come il pesce fritto. Le mani erano
di cabotaggio tra Napoli e Messina. Prete Cirillo era  un  uomo pieno di denari, che egli aveva radunati un poco
era un uomo pieno di denari, che egli aveva radunati  un  poco coll'usura, prestando ai pizzicagnoli, ai
coll'aiuto di certi calcoli cabalistici trovati da lui su  un  libro vecchio, vincesse al lotto ogni volta che gli
a chiudere l'uscio ben bene, e tornò a sedere davanti a  un  tavolino ingombro di carte e di libri vecchi. Allora disse
Vi do ventimila lire, eccellenza. - Voi fareste bestemmiare  un  eremita, don Cirillo. S'era detto quarantamila in
- Io vi ho giurato che essa è netta come questa mano e  un  gentiluomo non giura due volte. - Un gentiluomo non ha
come questa mano e un gentiluomo non giura due volte. -  Un  gentiluomo non ha bisogno di giurare. Bastano i documenti.
a una gente che mi perseguita. - Non è vero che voi vincete  un  terno o un quaterno tutte le settimane? - O pazienza di
che mi perseguita. - Non è vero che voi vincete un terno o  un  quaterno tutte le settimane? - O pazienza di Dio! e voi
Dio! e voi potete credere, eccellenza, a queste favole, voi  un  uomo di mondo? Una volta sola per salvarmi dalle minaccie
mi ha sequestrato il corpo e mi ha tenuto rinchiuso in  un  sotterraneo, minacciandomi di morte e battendomi colle
dalla sedia e girò intorno gli occhi spaventati, alzando  un  poco un certo bastone di canna col manico d'argento, a cui
sedia e girò intorno gli occhi spaventati, alzando un poco  un  certo bastone di canna col manico d'argento, a cui di tanto
che non trovate piú né in cielo, né in terra? - Voi siete  un  padre inquisitore, - mormorò il barone torbido. - Io dovevo
marchese di Vico Spiano. - Ha ragione la gente, voi siete  un  grande strologo e un grande cabalista, - disse ridendo il
- Ha ragione la gente, voi siete un grande strologo e  un  grande cabalista, - disse ridendo il barone, alzando ancora
grande cabalista, - disse ridendo il barone, alzando ancora  un  poco il suo bastone. - Dovevo prendere le mie precauzioni,
dovrà spendere altrettanto per adattarlo. Certo che  un  piccolo guadagno lodevo fare anche per amore dei poverelli
e che non mi resta piú che Santafusca, ultima trave di  un  naufragio. Se voi non mi aiutate, io dovrei abbruciarmi le
di Dio, quello sciagurato libertino, sull'orlo di  un  precipizio nefando, pregava lui, povero servo di Dio, di
lui, povero servo di Dio, di aver pietà dell'anima sua.  Un  non so che di tenero e di compassionevole risonò al di
giorno 4, vengo alla Villa e vi porto il resto e do  un  addio a questa maledetta città, che è diventata il mio
al notaio. - Conoscete don Nunziante? - Molto bene, è  un  galantuomo. - Lo condurrò con me e stenderemo il contratto.
e si fregò allegramente le mani come chi sa di aver fatto  un  buon affare. E veramente il furbo vecchietto aveva
è desiderata da monsignor arcivescovo, che vuole collocarvi  un  seminario e un collegio teologico. Monsignor vicario era
monsignor arcivescovo, che vuole collocarvi un seminario e  un  collegio teologico. Monsignor vicario era già incaricato di
in cento. Ne spendessi anche cinquantamila, è sempre  un  affare luminoso...". Chiuso nel suo bugigattolo, in mezzo
poteva limitare il conto, mostrando che il barone era  un  uomo rovinato, e così colla scusa di salvare un'anima,
barone non restava che di bere o di affogare. Tirò innanzi  un  grosso volume, una "Summa theologica" in- folio del grande
vedendo quali poteva esigere subito, quali girare a  un  pignoratario suo compare, detto Cruschello, coi quale era
parla dell'"habitus operativus". Raccolse, strinse con  un  legaccio quel tesoro di carte unte, chiuse il libro con un
un legaccio quel tesoro di carte unte, chiuse il libro con  un  giro di stringa e lo nascose in un baule ferrato che teneva
chiuse il libro con un giro di stringa e lo nascose in  un  baule ferrato che teneva sotto il letto, legato con una
aiuti... disse una vecchia spettinata, che filava davanti a  un  usciolino. - Ve', ve' là "u prevete", e quando me date li
ve' là "u prevete", e quando me date li nummeri? - gridò  un  acquaiolo, padre di sette creature. - Se li avessi, ma non
stanza del malato non aveva fuoco, gli consigliò di cercare  un  rifugio piú riparato nella vicina camera dello zio prete,
vita. Una mattina pregò la mamma di mettergli accanto sur  un  tavolino tutte le carte stampate e manoscritte, che
ho che a fare una piccola correzione - rispose Giacomo con  un  malinconico sorriso. La mamma lo contentò. Gli portò nel
non aveva piú la forza di sorreggere. - Blitz - chiamò con  un  lento singhiozzo. Il cane sollevò gli occhi umidi e stette
di stampa, fin che rimasero immersi nella brace d'oro in  un  misero pugnetto di carte carbonizzate. Tratto tratto, sotto
e a rapire le povere spoglie, Giacomo nel furore con cui  un  suicida si pianta un coltello nelle carni vive, urtò colla
spoglie, Giacomo nel furore con cui un suicida si pianta  un  coltello nelle carni vive, urtò colla pala quell'inerte
mano. Di che cosa avrebbe vissuto domani? Per rompere con  un  atto materiale la cupa misantropia, che minacciava di
e che nell'aria livida dell'inverno gli parlavano con  un  senso d'infinita tristezza. Sentendosi abbastanza sicuro
cucina, si accostò al camino, dove bolliva sommessamente  un  caldano, e sedette nella poltrona di legno del pà, che era
di fiammiferi, chi una tabacchiera, chi una moneta, chi  un  cartoccio di tabacco, chi un libro da messa o un rosario, o
chi una moneta, chi un cartoccio di tabacco, chi  un  libro da messa o un rosario, o un bastone, o un falcetto; e
chi un cartoccio di tabacco, chi un libro da messa o  un  rosario, o un bastone, o un falcetto; e si sa che ogni cosa
cartoccio di tabacco, chi un libro da messa o un rosario, o  un  bastone, o un falcetto; e si sa che ogni cosa lasciata
chi un libro da messa o un rosario, o un bastone, o  un  falcetto; e si sa che ogni cosa lasciata indietro ha dentro
e si sa che ogni cosa lasciata indietro ha dentro di sè  un  poco dell'anima di chi è partito, come resta il calore
stata accesa la prima fiamma; e ogni cenere morta contiene  un  pugno delle nostre speranze! Ma nessuno de' suoi era stato
edificio di casa sua aveva creduto d'innalzare  un  tempio ideale ricco di pietre preziose. Non era passato un
un tempio ideale ricco di pietre preziose. Non era passato  un  mese dal dí che aveva sognato di far sedere Celestina al
camino, e di rinnovare con lei nella casa dei Lanzavecchia  un  nuovo patto; ma intanto ch'egli costruiva i sogni suoi
della vita, perché avesse con comodo a scriverne  un  bel libro. Questo gli andavano ripetendo con ironico
a cui l'occhio, l'abitudine, la memoria avvessero attaccato  un  po' della sua vita. Che stava egli a tener in conto questa
che gli stillava dal cuore, non faceva che corrodere come  un  acre veleno le sue viscere, senza infondergli l'ardimento
sua dignità. Il suo posto nel mondo non poteva essere che  un  oscuro nascondiglio, come si riserva agli arnesi
star fermo su questi aculei; ma nell'alzare gli occhi,  un  cupo pensiero si fermò sullo schioppo da caccia a due
per la bandoliera lungo il muro sulla cappa del camino. Era  un  vecchio schioppo di buona fabbrica bresciana d'un calibro
e pesante, che nelle mani del pà non aveva mai sbagliato  un  colpo. Giacomo osservò che uno dei cani aveva la capsula,
aveva la capsula, segno che c'era dentro una carica. Con  un  braccio appoggiato alla sponda della tavola, a cui cercava
a quel che poteva essere di lui al di là d'un gesto fatale.  Un  gran picchio di cuore gli fece sentire il rombo della
- mormorò: e buttò la capsula nella cenere. La notte, ebbe  un  breve ritorno di febbre; tanto che il dottore gli
sia il mantello, sia la borsa da viaggio: veniva dunque da  un  altro scompartimento. Evidentemente da quello contiguo, da
da quello contiguo, da cui si sentiva filtrare  un  confuso vociferare mascolino. Disse: _ Buonasera _ con una
a Watson, quella in cui Holmes dimostra come dall' esame di  un  paio di mani si possa agevolmente risalire al passato,
del loro titolare. Insieme, provava conflitto e disagio;  un  suo remoto (e negato) codice di comportamento gli
piuttosto robuste e tozze, con lo smalto delle unghie di  un  colore smorto, un po' scrostato: forse la donna veniva di
e tozze, con lo smalto delle unghie di un colore smorto,  un  po' scrostato: forse la donna veniva di lontano, certo non
cure personali. Aveva indosso una giacca a vento, e sotto  un  maglione nero a giro collo; i pantaloni erano di velluto
logori, con due rinforzi di cuoio all' interno delle cosce.  Un  luogo incongruo: a cosa avrebbero potuto servire? A
una scopa? Ma non aveva l' aria di una strega: sembrava  un  tipo piuttosto casalingo. Anche il resto della ragazza era
alzò, frugò nella borsa che era sulla reticella, e ne cavò  un  libro, al che Riccardo si fece tutt' occhi come Argo. Non
al che Riccardo si fece tutt' occhi come Argo. Non era  un  giallo né un romanzo di fantascienza né un Oscar Mondadori:
si fece tutt' occhi come Argo. Non era un giallo né  un  romanzo di fantascienza né un Oscar Mondadori: era un
Argo. Non era un giallo né un romanzo di fantascienza né  un  Oscar Mondadori: era un vecchio volume dimesso, dalla
né un romanzo di fantascienza né un Oscar Mondadori: era  un  vecchio volume dimesso, dalla copertina floscia ed
del titolo gli tolse ogni traccia di sonno. Aveva anche lui  un  libro nella valigia, ma non si prestava a ricambiare il
valigia, ma non si prestava a ricambiare il messaggio, era  un  tascabile di sesso e orrore: meglio lasciarlo dov' era. Gli
Dormiva tranquilla e composta, e Riccardo ne approfittò per  un  inventario più esteso ed approfondito. Dalle scarpe,
erano castani con una scriminatura, pulita, all' antica.  Un  viso dormiente, o comunque un viso che non parla, non
pulita, all' antica. Un viso dormiente, o comunque  un  viso che non parla, non esprime molto: può essere
la bocca larga ma ben modellata, gli zigomi e gli occhi di  un  taglio vagamente orientale. Poco dopo si addormentò anche
anche Riccardo, e subito fu consapevole di essere  un  grande poeta, pio, colto ed inquieto; era reduce dall'
il Premio Strega, ed era in viaggio verso la Valchiusa in  un  vagone speciale assurdamente suntuoso, dalla tappezzeria
la parola, o almeno a tenderle la mano, ma era impedito da  un  singolare impaccio. Era un impaccio materiale, quasi
la mano, ma era impedito da un singolare impaccio. Era  un  impaccio materiale, quasi comico: insomma, per dirla chiara
di essere incollato, perché quella ragazza era moglie di  un  cavaliere dal nome sinistro (questo nome tuttavia non
lui avrebbe potuto benissimo passarci sopra, ma quella era  un  tipo che non ammetteva compromessi, e non avrebbe accettato
per il momento stava meglio lì. Provava poi anche  un  disagio più profondo e più serio. Era lecito, era decente
più profondo e più serio. Era lecito, era decente per  un  buon cristiano, inventarsi una donna distillandola dai
una vita, e adoperare questo amore allo scopo di diventare  un  poeta famoso, e diventare un poeta allo scopo di non morire
amore allo scopo di diventare un poeta famoso, e diventare  un  poeta allo scopo di non morire del tutto, e insieme
anche: si stirò, sbadigliò con garbo, abbozzò  un  sorriso timido, e disse: _ Pisa. Vituperio de le genti _.
e disse: _ Pisa. Vituperio de le genti _. Aveva proprio  un  forte accento inglese. Riccardo, ancora confuso dal sonno e
ancora confuso dal sonno e dal sogno, boccheggiò per  un  istante, e poi replicò correttamente: _ ... del bel paese
prospettiva, potessero in effetti fare venire in mente, ad  un  poeta un po' arrabbiato, l' immagine barocca e truce della
potessero in effetti fare venire in mente, ad un poeta  un  po' arrabbiato, l' immagine barocca e truce della diga
che si possono scrivere ma non pronunciare, per via di  un  nostro misterioso tabù nazionale. Ce ne sono tante: chi,
o lombardo si farebbe scuoiare vivo prima di usare  un  passato remoto. Su cinque parole che il lessico riporta,
volta, e con pochi quattrini, ma che una zia sposata ad  un  italiano l' aspettava a Salerno. La pronuncia italiana l'
e insieme la sua sicurezza profonda che sarebbe diventato  un  giorno uno scrittore celebre e stimato, e la noia sfibrante
neppure incominciare. Finita la sigaretta, tirò fuori  un  piccolo specchio, fece una smorfia disinvolta e divertita,
di Salerno. Oppure lasciarla andare a Salerno, e proporle  un  appuntamento a Napoli per il giorno dopo: sarebbe ritornato
a Napoli per il giorno dopo: sarebbe ritornato a Torino con  un  giorno (o magari due: perché no?) di ritardo, ma un
con un giorno (o magari due: perché no?) di ritardo, ma  un  pretesto l' avrebbe trovato. Uno sciopero: scioperi ce n' è
e subito dopo il treno cominciò a frenare. Riccardo non era  un  uomo dalle decisioni rapide e facili: si alzò e tolse la
sembrava che lei gli leggesse dentro in chiaro, come in  un  libro. Riccardo le chiese: _ Perché non scende a Napoli con
risposta che non si lasciava acchiappare. Si rosicchiava  un  dito, in atteggiamento infantile; poi, agitandolo
una prima rata della sua vincita, e con due contratti in  un  giorno aveva ceduto il negozio a un compagno e acquistata
e con due contratti in un giorno aveva ceduto il negozio a  un  compagno e acquistata la casa dove abitava. Per festeggiare
chitarra a cantare serenate e barcarole e tarantelle, con  un  cappello bianco, alto come una torre, ornato di piume, di
di piume, di fiori e di scope. Per la gente onesta era  un  mistero perché prete Cirillo avesse tradito il suo sangue e
col suo vocione don Nunziante, tirando fuori dal bicchiere  un  naso piú spugnoso del solito. - Nulla. - Avrebbe potuto
che diciamo sempre anche noi. Chiarina se lo aspettava da  un  momento all'altro e teneva sempre pronta un'oca... Ma, don
amici carissimi - esclamò don Ciccio cogli occhi lucenti. -  Un  giorno vien da me Gennariello, ti ricordi, Gennariello?...
Sapete che cosa ho trovato in casa sua? disse don Ciccio, -  un  volume del Cardano, e la "Magia Naturale" del nostro
- E credete che in questa cabalistica non c'entri anche  un  po' la coda del diavolo? - gridò qualcuno. - Benvenuto
mia padrona - esclamò don Ciccio alzando il bicchiere. Fu  un  grande applauso. Gennariello ripigliò la canzone "sul mare
"sul mare luccica". - Dicono che il prete sia andato con  un  grosso fardello in Levante, tra gl'infedeli, dove ha
Signori - gridò Filippino, alzandosi in piedi e sollevando  un  calice pieno di vino color dell'ambra. - Ovunque egli si
il grande benefattore, per il salvatore de' miei figliuoli  un  caldo brindisi, acciocché gli anni suoi siano ricolmi di
don Cirillo! Il baccano era veramente indiavolato, ma fu a  un  tratto interrotto da un ragazzo che entrò con una grossa
era veramente indiavolato, ma fu a un tratto interrotto da  un  ragazzo che entrò con una grossa scatola rotonda di
croce suggellata con larghe piastre di ceralacca. Si fece a  un  tratto gran silenzio. - Chi manda questa roba? - dimandò
in bottega al vostro indirizzo. Vien dalla ferrovia. - È  un  cialdone di marzapane, papà - gridò uno dei figliuoli. - Se
il babbo col volto ancora acceso dal brindisi. E, preso  un  coltello d'in su la tavola, tagliò la corda, tolse il
su la tavola, tagliò la corda, tolse il coperchio, rimosse  un  foglio di giornale e vide un cappello con un bigliettino
tolse il coperchio, rimosse un foglio di giornale e vide  un  cappello con un bigliettino appuntato nel nastro. - Chi lo
rimosse un foglio di giornale e vide un cappello con  un  bigliettino appuntato nel nastro. - Chi lo manda? Filippino
legge il biglietto, non capisce, torna a leggere, e  un  po' colpa la scrittura, un po' colpa il vino color
non capisce, torna a leggere, e un po' colpa la scrittura,  un  po' colpa il vino color dell'ambra, non si raccapezza.
signore, "Essendo stato smarrito in questi luoghi  un  sacerdotale cappello e non avendo, per quante ricerche
servitore "DON ANTONIO SPINO Parroco di Santafusca - Ecco  un  uomo onesto! - esclamò don Nunziante. - O che ha una testa
don Ciccio. - Che cosa dite voi? - esclamò impallidendo a  un  tratto Filippino, mentre voltava e rivoltava il cappello. -
come il notaro aveva malignamente supposto. - Io qui sento  un  odore di criminale - disse don Ciccio alzandosi in piedi,
- disse don Ciccio alzandosi in piedi, arricciando  un  poco le narici, come se veramente sentisse un certo odore,
arricciando un poco le narici, come se veramente sentisse  un  certo odore, e puntando un dito lungo e secco sul corpo del
come se veramente sentisse un certo odore, e puntando  un  dito lungo e secco sul corpo del delitto. - O santa Maria
Maria addolorata! - esclamò donna Chiarina, bianca come  un  giglio. - Che dite voi, don Ciccio? - ripeterono le altre
per me significa una strada, una campagna, una vigna,  un  bosco, altrimenti don Antonio avrebbe scritto: in casa mia,
c'era della calce viva, e quest'ammaccatura dice piú che  un  colpo di vento. - O mio Dio, don Ciccio! - esclamò la
al lato opposto. Che cosa era andato a fare a Santafusca  un  uomo che non usciva mai da Napoli, schivo del muoversi, che
e ai colleghi suoi de' paesi vicini, che nessuno sa dare  un  indizio nemmeno, dirò cosí, probabile del padrone del
astrologo, ripeto, né figlio di astrologo, ma trovo che  un  uomo, il quale perde un cappello nuovo in un paese dove
figlio di astrologo, ma trovo che un uomo, il quale perde  un  cappello nuovo in un paese dove nessuno non l'ha mai
ma trovo che un uomo, il quale perde un cappello nuovo in  un  paese dove nessuno non l'ha mai veduto, è un uomo, dirò
nuovo in un paese dove nessuno non l'ha mai veduto, è  un  uomo, dirò cosí, molto problematico. Si aggiunga che non è
illuso, o brigante o figlio di brigante, a infierire contro  un  inerme servo di Dio. Io non so, io mi perdo in questo buio,
questo buio, ma brancicando mi pare di toccare il corpo di  un  delitto... Don Ciccio si era fatto lugubre e cupo. Colla
e teso, colla sua stringente istruttoria fece scorrere  un  brivido per tutte le schiene. Il suo cilindro bianco non
per tutte le schiene. Il suo cilindro bianco non aveva piú  un  pelo a posto. Don Nunziante provò a dire che probabilmente
il prete aveva perduto il cappello cacciando fuori  un  momento la testa dalla finestra di un vagone; ma a nessuno
cacciando fuori un momento la testa dalla finestra di  un  vagone; ma a nessuno piacque una ragione cosí semplice e
una ragione cosí semplice e cosí probabile. Uscir fuori con  un  pensiero cosí comune e banale era un far torto a tutte
Uscir fuori con un pensiero cosí comune e banale era  un  far torto a tutte quelle fantasie, che, riscaldate dal vino
giorno fu messa in disparte la gioia. Don Ciccio raccolse  un  piccolo consiglio e propose di portare la faccenda, cosí
suo compagno di università, uomo fino e prudente, acuto,  un  poco parente del ministro degli Interni. Intanto non
pratiche necessarie, e non guardò a spendere per accendere  un  lumicino. Ma per quanto s'usasse prudenza e riserbo, non fu
dove prete Cirillo era già quasi dimenticato. Sull'alba,  un  reporter, piú svelto degli altri, ne sapeva già abbastanza
eretta nel 1696. _ Superiormente all'atrio di essa evvi  un  particolare oratorio, ove esistono giovanili lavori di
questa chiesa per erigerne altra a Lisbona. _ Attiguo vi è  un  Ossario in cui vedesi una bizzarra decorazione di ossa e di
vengano dall'ospedale del Brolio detto (li San Giobbe. E  un  ornamento che dovrebbe ormai scomparire.
aveva fretta perché aveva  un  appuntamento importante col direttore di una biblioteca.
Non conosceva quel quartiere della città; chiese la via a  un  passante, che gli indicò un vicolo lungo e stretto. Il
della città; chiese la via a un passante, che gli indicò  un  vicolo lungo e stretto. Il suolo era acciottolato. M. vi
entrò, e quando fu a mezzo cammino vide venirgli incontro  un  ragazzo tarchiato in canottiera, forse un marinaio. Notò
venirgli incontro un ragazzo tarchiato in canottiera, forse  un  marinaio. Notò con disagio che non c' erano slarghi né
smilzo, al momento dell' incrocio sarebbe stato costretto a  un  contatto sgradevole. Il marinaio fischiò, M. udì un latrato
a un contatto sgradevole. Il marinaio fischiò, M. udì  un  latrato alle sue spalle, il grattare degli unghioli, poi l'
ma M. udì il cane ringhiare profondo: doveva essere  un  animale di grossa taglia. Fece un passo in avanti, al che
profondo: doveva essere un animale di grossa taglia. Fece  un  passo in avanti, al che l' altro appoggiò le mani alle
le mani alle pareti. Vi fu una pausa, poi il marinaio fece  un  gesto con le due palme rivolte al suolo, come chi
gli occhiali di M., glieli cacciò in tasca e gli sferrò  un  pugno allo stomaco: non molto forte, ma M., colto di
viene per tutti. Cercò di farsi animo, e rispose con  un  diretto, ma si accorse con stupore che il suo braccio era
pure rimasto delle sue letture, e gli balenò in mente, da  un  remoto passato, una frase letta trent' anni prima in un
da un remoto passato, una frase letta trent' anni prima in  un  romanzo del selvaggio Nord: "Se il tuo avversario è più
una mano, una sola, arrestò M. senza sforzo, lo afferrò per  un  braccio e lo rialzò: aveva un' espressione stupita. Poi
e annusava i pantaloni di M. con aria minacciosa. M. udì  un  passo secco e rumoroso alle sue spalle: era una ragazza in
se non con la sottomissione. O con la morte: ma aveva  un  senso morire per il passaggio in un vicolo? A un tratto, il
con la morte: ma aveva un senso morire per il passaggio in  un  vicolo? A un tratto, il marinaio acchiappò M. per le spalle
ma aveva un senso morire per il passaggio in un vicolo? A  un  tratto, il marinaio acchiappò M. per le spalle e lo spinse
del peso sui calcagni, per il che dovette abbassarsi ancora  un  poco e inclinarsi all' indietro. Il marinaio ne approfittò:
ossa dure, rigide, difficili da vincere. Il ragazzo emise  un  sospiro come fa chi deve fare appello a tutta la sua
non tollerava resistenze. L' altro cacciò via il cane con  un  comando secco, si tolse i sandali reggendoli in mano, e si
a braccia tese, guardando fisso davanti a sé. Pose  un  piede sulla tibia destra, poi l' altro sul femore sinistro,
si rimise gli occhiali e si rassettò gli abiti. Fece  un  rapido inventario: c' erano vantaggi secondari, quelli che
gli aveva lasciato le chiavi del laboratorio. Mi vestii in  un  attimo e lo raggiunsi in strada. Durante il cammino,
le chiavi: era questa una formulazione compendiaria,  un  eufemismo, di quelli che si dicono a chi è pronto a capire.
classe, e faceva cose che nessun altro faceva. Possedeva  un  coraggio tranquillo e testardo, una capacità precoce di
accadeva mai di sentirgli dire (come tutti ci dicevamo l'  un  l' altro, allo scopo di trovare conforto o di sfogare un
l' un l' altro, allo scopo di trovare conforto o di sfogare  un  malumore): "Sai, credo proprio d' essere un idiota". Era di
o di sfogare un malumore): "Sai, credo proprio d' essere  un  idiota". Era di fantasia pedestre e lenta: viveva di sogni
Non conosceva il mio tormentoso oscillare dal cielo (di  un  successo scolastico o sportivo, di una nuova amicizia, di
successo scolastico o sportivo, di una nuova amicizia, di  un  amore rudimentale e fugace) all' inferno (di un quattro, di
di un amore rudimentale e fugace) all' inferno (di  un  quattro, di un rimorso, di una brutale rivelazione d'
amore rudimentale e fugace) all' inferno (di un quattro, di  un  rimorso, di una brutale rivelazione d' inferiorità che
studiava con pazienza cose che non lo interessavano. Voleva  un  microscopio, e vendette la bicicletta da corsa per averlo.
e vendette la bicicletta da corsa per averlo. Voleva essere  un  saltatore con l' asta, e frequentò la palestra per un anno
un saltatore con l' asta, e frequentò la palestra per  un  anno tutte le sere, senza darsi importanza né slogarsi
ma non come loro vogliono. Troverò una scorciatoia, mi farò  un  grimaldello, forzerò le porte". Era snervante, nauseante,
No, e neppure di comprenderlo: questa era una vergogna e  un  abominio, bisognava trovare un' altra strada. Saremmo stati
volentieri, era studente in chimica, e aveva installato  un  laboratorio in fondo a un cortile, in un curioso vicolo
in chimica, e aveva installato un laboratorio in fondo a  un  cortile, in un curioso vicolo stretto e storto che si
e aveva installato un laboratorio in fondo a un cortile, in  un  curioso vicolo stretto e storto che si diparte da piazza
Crocetta, e spicca nella ossessiva geometria torinese come  un  organo rudimentale intrappolato nella struttura evoluta di
organo rudimentale intrappolato nella struttura evoluta di  un  mammifero. Anche il laboratorio era rudimentale: non nel
residuo atavico, bensì in quello di estrema povertà. C' era  un  bancone piastrellato, poca vetreria, una ventina di bocce
con reattivi, molta polvere, molte ragnatele, poca luce e  un  gran freddo. Lungo tutta la strada avevamo discusso su
confuse. Ci sembrava "embarras de richesse", ed era invece  un  altro imbarazzo, più profondo ed essenziale: un imbarazzo
era invece un altro imbarazzo, più profondo ed essenziale:  un  imbarazzo legato ad un' antica atrofia, nostra, delle
e i nostri padri? Le nostre mani erano rozze e deboli ad  un  tempo, regredite, insensibili: la parte meno educata dei
ciò che non si deve toccare perché si rompe, e invece, ad  un  contatto più intimo, si rivelava una materia diversa da
uomo, anzi alla vita, da una consuetudine di sempre, da  un  rapporto di necessità molteplice, per cui la sua unicità si
lunghi e corti, tutti coperti di polvere: accendemmo  un  becco Bunsen e ci mettemmo a lavorare. Piegare il tubo era
Bastava tenere fermo uno spezzone sulla fiamma: dopo  un  certo tempo la fiamma diventava gialla, e simultaneamente
atto, non era questo che intendeva Aristotele? Ora, anche  un  tubo di rame o di piombo si può piegare, ma ci accorgemmo
spezzano in due con le dita, e tirando i tronconi ottengono  un  filo di seta, grosso e rozzo, resistentissimo, che usano
lenza. Il fatto, a cui non esitai a credere, mi appariva ad  un  tempo abominevole ed affascinante: abominevole per il modo
per il modo crudele di quella morte, e per il futile uso di  un  portento naturale; affascinante per lo spregiudicato e
molto meno facile. Si riusciva a chiudere l' estremità di  un  tubetto: soffiando poi con forza dall' altra estremità si
l' iridescenza delle bolle di sapone, e questo era  un  segno sicuro di morte: la bolla scoppiava con un colpetto
questo era un segno sicuro di morte: la bolla scoppiava con  un  colpetto secco, e i frammenti si disperdevano a terra con
colpetto secco, e i frammenti si disperdevano a terra con  un  tenue brusio di cocci d' uovo. In qualche modo, era una
simulare il comportamento dell' acqua saponata. Forzando  un  po' i termini, si poteva ravvisare nella vicenda un apologo
un po' i termini, si poteva ravvisare nella vicenda  un  apologo esopiano. Dopo un' ora di lotta col vetro, eravamo
il vetro non è chimica: noi eravamo in laboratorio con  un  altro scopo. Il nostro scopo era quello di vedere coi
né troppo divertente. Mi guardai intorno, e vidi in  un  angolo una comune pila a secco. Ecco quanto avremmo fatto:
a casa: Enrico non sarebbe stato deluso. Presi acqua in  un  becher, vi sciolsi un pizzico di sale, capovolsi nel becher
sarebbe stato deluso. Presi acqua in un becher, vi sciolsi  un  pizzico di sale, capovolsi nel becher due barattoli da
e noi mezzo assiderati; ci lavammo le mani, comperammo  un  po' di castagnaccio e ce ne andammo a casa, lasciando che
del catodo, e tenendolo con la bocca in giù accesi  un  fiammifero e lo avvicinai. Ci fu una esplosione, piccola ma
del petto, e non più in su), e mi rimase in mano, come  un  simbolo sarcastico, l' anello di vetro del fondo. Ce ne
Ce ne andammo, ragionando sull' accaduto. A me tremavano  un  po' le gambe; provavo paura retrospettiva, e insieme una
alzare gli occhi dalle carte, gli disse: - Fu da me ieri  un  certo prete a dirmi che tu avevi promesso di cedergli
carte. Ecco qua la donna di bastone. Hai sonno, Vico? -  Un  poco. - Facciamo dunque i conti di banco. Tu mi devi
rallegreranno. Quell'ipoteca era una macchia d'olio sopra  un  vecchio arazzo... Poco dopo "u barone" stanco, affranto
fatiche, dalle emozioni, dal giuoco, si addormentava sopra  un  canapè nella sala stessa del club, e si addormentava di un
un canapè nella sala stessa del club, e si addormentava di  un  sonno tenace e vischioso come la pece. Turbata meno da
e sconnesse, la sua mente si ravvolgeva nel fondo oscuro di  un  sillogismo, che usciva dalle piú cupe caverne del cervello,
scucita, che ricadeva sul suo capo col volo pesante di  un  uccellaccio. Passavano in quel sonno di piombo cose
quali cose si raggirava il suo sillogismo coll'aspetto di  un  prete che andasserovistando qualche cosa nelle spazzature.
risonata di risa, di ciarle, di pugni e di bestemmie. Sopra  un  piatto d'argento brillavano le marchette di oro e i
solito, si sentiva gli occhi affumicati, la bocca amara e  un  senso di tristezza in tutto il corpo, di cui non sapeva
Lasciò che passassero anche queste sensazioni. La vita è  un  fiume che dopo un uragano ha le acque torbide; ma lasciate
anche queste sensazioni. La vita è un fiume che dopo  un  uragano ha le acque torbide; ma lasciate passare
d'un campanello ed ordinò a Raffaello, il custode del club,  un  caffè con molto rhum. Stette un poco a discorrere con lui
il custode del club, un caffè con molto rhum. Stette  un  poco a discorrere con lui di cose indifferenti, per
riflettendo in cuor suo che, se la fortuna fosse arrivata  un  giorno prima, egli avrebbe potuto risparmiare di ammazzare
il prete. - Il paradiso e l'inferno sono in fondo a  un  sacchetto. Tu vi cacci la mano e tiri a sorte... Cosí
carrozzelle, birocci, omnibus pieni di gente: ognuno aveva  un  pensiero in capo, una voglia in corpo, qualche cosa da
da portare, da ricevere. Egli si trovava invece d'essere  un  uomo perduto in mezzo alla gente, precisamente come se la
tutta la freschezza della sua vita e vivesse in sé come  un  uomo secco in un guscio secco. Uno strano desiderio lo
della sua vita e vivesse in sé come un uomo secco in  un  guscio secco. Uno strano desiderio lo condusse verso i
lo condusse verso i quartieri popolari del Mercato: ma a  un  certo punto si fermò. Gli sembrò che Napoli fosse piena di
fosse passata. Ma sentiva già che è piú facile uccidere  un  uomo, che uccidere un pregiudizio. Egli non avrebbe potuto
sentiva già che è piú facile uccidere un uomo, che uccidere  un  pregiudizio. Egli non avrebbe potuto rassegnarsi a vivere
potuto rassegnarsi a vivere cosí, a minuto a minuto, come  un  orologio. Bisognava dare alla vita una buona scossa e far
Bisognava dare alla vita una buona scossa e far cadere con  un  colpo tutte le foglie morte.
a partito e di prendere moglie una volta per sempre. Già, è  un  passo che bisogna fare, e piú ci si pensa, meno ci si
a vedere l'immagine di quella donna dappertutto, come  un  luminello bianco dopo che si è guardato nel sole, che ti
anche a chiudere gli occhi, anche a cacciare la testa sotto  un  cuscino. Quest'apparizione imbrogliò i suoi progetti. Tutte
Tutte le altre ragazze dei dintorni, sulle quali da  un  pezzo in qua andava raccogliendo il pensiero, divennero, al
Paolino scappava sempre nei prati a piangere anche lui come  un  ragazzo. Ora che Beatrice non c'era piú, sentiva una specie
un'altra è sposare una vedova con tre figliuoli. Per quanto  un  uomo sia ben provveduto del suo, per quante ragioni il
prendeva una strada qualunque attraverso i prati, andava  un  gran pezzo, coi piedi nell'erba, col capo nelle nuvole,
la leggeva dieci volte di fila, a voce alta, provando quasi  un  senso di freschezza, un refrigerio ai suoi tormenti nelle
fila, a voce alta, provando quasi un senso di freschezza,  un  refrigerio ai suoi tormenti nelle parole dell'innocenza.
dice la storia, fu nominato arcivescovo per la bocca di  un  bambino. Ma a momenti di gioia succedevano altri momenti di
di sfinimento, di tristezza, di disperazione. Egli era  un  matto a credere che Beatrice volesse rimaritarsi, o anche,
rimaritarsi, o anche, dato il caso, che volesse sposare  un  villano delle Cascine, prendere sul serio un Paolino
sposare un villano delle Cascine, prendere sul serio  un  Paolino qualunque, una donna come lei, abituata alla vita
e fresca, una donna, insomma, che poteva ben sposare  un  conte, un banchiere, un consigliere di prefettura. La
una donna, insomma, che poteva ben sposare un conte,  un  banchiere, un consigliere di prefettura. La nessuna voglia
insomma, che poteva ben sposare un conte, un banchiere,  un  consigliere di prefettura. La nessuna voglia di mangiare in
consigliere di prefettura. La nessuna voglia di mangiare in  un  uomo, che di solito divorava il suo pane di quattro soldi
che una sera, coltolo solo nell'orto, lo tirò sotto  un  capanno di zucche e cominciò a dirgli colla sua flemmatica
"Mi vanno benissimo" disse Paolino, mettendo innanzi  un  piede grande come un basamento. "Allora è segno," soggiunse
disse Paolino, mettendo innanzi un piede grande come  un  basamento. "Allora è segno," soggiunse la sorella, posando
ai ginocchi e il volto ai due pugni stretti, disse con  un  piglio sgarbato: "Nel caso, non sarei io il primo."
di traversare la corte, che svengono se vedono uccidere  un  cappone, che non sanno spennacchiare una gallina, sono
Donato?" "Oibò." "Di Milano?" "Sí, cioè ... ." Paolino tirò  un  sospirone. "La conosco io?" "Diavolo! ... " "Uhm!" La
son matto da legare. Non parliamone piú." Lí in terra c'era  un  pezzo di mattone. Paolino lo raccolse, lo palleggiò un
un pezzo di mattone. Paolino lo raccolse, lo palleggiò  un  momento nelle mani e con un'energia vera da matto disperato
che una donna saggia e prudente non poteva consigliare a  un  buon figliuolo di sposare una vedova con tre ragazzi.
pensò di parlarne a Demetrio, il solo che poteva dargli  un  consiglio sincero e disinteressato. Demetrio gli voleva
disinteressato. Demetrio gli voleva bene, si conoscevano da  un  pezzo, erano due fave dello stesso guscio. A parlare non si
"Il sergente nella neve" di Mario Rigoni Stern, ho avuto  un  soprassalto imbattendomi nella domanda epica, ripetuta
a incuriosirmi quando avevo undici anni, e compitavo  un  po' di ebraico, purtroppo poi ampiamente dimenticato. Mi
in aree periferiche è testimonianza della sua arcaicità: è  un  affioramento di un linguaggio che nelle regioni intermedie
è testimonianza della sua arcaicità: è un affioramento di  un  linguaggio che nelle regioni intermedie è stato sepolto da
serbatoio dei perché senza risposta, finché non ho letto su  un  dizionario che si tratta appunto di una "parola alpina
un' allegrezza altrettanto puerile. Dunque ero cascato su  un  fossile illustre, su un rarissimo resto di un passato
puerile. Dunque ero cascato su un fossile illustre, su  un  rarissimo resto di un passato linguistico che precede la
cascato su un fossile illustre, su un rarissimo resto di  un  passato linguistico che precede la storia, forse un relitto
di un passato linguistico che precede la storia, forse  un  relitto dell' età dell' oro, quando tutto il Mediterraneo
a portare la guerra e la confusione dei linguaggi; quando  un  Basco poteva dire "andiamo a baita" a un Egeo, ed essere
linguaggi; quando un Basco poteva dire "andiamo a baita" a  un  Egeo, ed essere capito. Se ancora necessario, devo
di me quando mi vedono (cosa frequente) con in mano  un  dizionario o un vocabolario invece che un romanzo o un
mi vedono (cosa frequente) con in mano un dizionario o  un  vocabolario invece che un romanzo o un trattato: è vero,
con in mano un dizionario o un vocabolario invece che  un  romanzo o un trattato: è vero, preferisco il particolare al
mano un dizionario o un vocabolario invece che un romanzo o  un  trattato: è vero, preferisco il particolare al generale, le
saltuarie e sminuzzate a quelle sistematiche. È certamente  un  vizio, ma fra i meno nocivi; al di fuori della lettura, si
può anche capitare che si impari a farle, ma questo è  un  accidente, un sottoprodotto: il fine principale è il
capitare che si impari a farle, ma questo è un accidente,  un  sottoprodotto: il fine principale è il tentativo in sé, il
Ricordo di aver letto molto tempo fa, su questo argomento,  un  bellissimo saggio, naturalmente dilettantesco, del povero
imparare una lingua straniera senza grammatica ma ponzando  un  giornale o conversando a ruota libera con il primo
le vie spontanee sono più allegre e più ricche di sorprese.  Un  caso particolare di questo libertinaggio "sportivo"
celtiche o liguri locali), si è passati direttamente ad  un  dialetto abbastanza simile a quello attuale, e in cui l'
ignorata dall' italiano, e usata da latini e greci in  un  senso solo leggermente diverso da quello piemontese (aiuola
(muriccio divisorio, stipes: l' italiano stipite ha  un  altro significato), il pré (il ventriglio dei polli,
ma al latino male habitus. La perla di questa corona è, per  un  giusto ritorno, lo stesso aggettivo latin o ladin, che in
"come latino". Ebbene, non molti anni fa ho sentito  un  ragazzo del contado che lodava (in piemontese) la propria
volte dagli addetti ai lavori; ma si prova ugualmente  un  gentile piacere nel riscoprirle. Allo stesso modo c' è chi,
Così si giunse al tempio. Quivi Thompson fece buona figura:  Un  po’ noiato dalle superflue cerimonie egli non dié segno
dal piacere di sorreggere il suo nuovo figlioccio,  un  grosso e ben formato bimbo, che nelle robuste braccia del
la brigata riprese la via della casa del compare, ove  un  lauto banchetto stava preparato e dove l’eccellente vino di
credette indispensabile il mantenersi moderatissimo.  Un  altro motivo, diciamolo pure, trattenne il capitano
in quel finimondo di tempesta pareva corrispondere  un  po’ ai segni di simpatia non cortigianeschi, ma leali ed
ed aperti dell’inglese il quale ripeteva tra sé stesso  un  adagio spagnolo imparato a Cadice: Tiempo d’hamhra no hai
c' è l' atto creativo, conglobato col Peccato Originale in  un  raccourci anacoluto, barocco e tragico; la morte di un
in un raccourci anacoluto, barocco e tragico; la morte di  un  asino stroncato dalla fatica; la decrepitudine deserta di
il sonetto "Se more" mi pare indimenticabile. Riproduce  un  motivo caro ai romantici, e al Belli in specie: "la pietà,
Vigolo). Anche qui si ricava una severa lezione morale da  un  capovolgimento: l' uomo, qui, è crudele e stupido "come le
l' uomo, qui, è crudele e stupido "come le bestie", è  un  balbuziente mentale, incoerente e feroce; l' asino muore
- Amici! - rispose Testa di Pietra. - Vi prego di aprirmi.  Un  passo pesante risuonò sulla scala interna, poi la porta si
sulla scala interna, poi la porta si aprì e comparve  un  uomo di bassa statura, molto largo di spalle. Aveva il viso
chiese il carnefice, che sembrava molto brillo. - Proporvi  un  affare interessante, che potrebbe darvi la fortuna. A
che potrebbe darvi la fortuna. A queste parole  un  amaro sorriso contorse il labbro del carnefice di Boston. -
ci regnasse la febbre gialla. Passano mesi senza che veda  un  volto umano, poiché l'uscire mi è proibito. - Ora ne
porta e introdusse i marinai in una stanzetta arredata con  un  semplice tavolo, con poche sedie sgangherate e molte
perché sulla tavola vi erano due bottiglie che esalavano  un  acuto odore di brandy. Il carnefice accostò alla tavola un
un acuto odore di brandy. Il carnefice accostò alla tavola  un  paio di sedie e portò due bicchieri. - Posso offrirvi? -
mandati all'altro mondo? - chiese Testa di Pietra, facendo  un  gesto di spavento. - Senza dubbio è un bel numero. - Non
di Pietra, facendo un gesto di spavento. - Senza dubbio è  un  bel numero. - Non dico di no - rispose il carnefice. -
lo scopo della vostra graziosa visita. Il bretone stette  un  momento in silenzio, poi disse: - Doë. - Doë! - esclamò il
poi disse: - Doë. - Doë! - esclamò il carnefice, facendo  un  balzo dalla sedia. - Bretone, è vero? - Sì, di Burgot. -
- esclamò il boia. - Sì; mi ero già accorto che eravate  un  uomo della Terra delle pietre - rispose il mastro. - I
- Siamo fratelli. - Lo credo, amico. - Date dell'amico a  un  boia. - Forse che non siete un bretone come me? A queste
amico. - Date dell'amico a un boia. - Forse che non siete  un  bretone come me? A queste parole due grosse lacrime
una lagrima. - Doë - disse il mastro - spiegami come va che  un  bretone è diventato boia! Ciò mi stupisce, anche perché sei
dei migliori artiglieri della flotta, senza la brutalità di  un  ufficiale, il quale pareva nutrisse contro di me un odio
di un ufficiale, il quale pareva nutrisse contro di me  un  odio che non so nemmeno ora spiegarmi ... Non bevete? - Sì,
disse: - Forse sarebbe stato meglio. Non sarei diventato  un  infame carnefice, un essere disprezzato, che non può
stato meglio. Non sarei diventato un infame carnefice,  un  essere disprezzato, che non può lasciare la sua casa se non
aria una nuvola di fumo acre, intensissimo, poi riprese: -  Un  destino avverso mi perseguitava. Devo essere nato sotto una
trinchetto dell'Essex, durante la tempesta, gettai in mare  un  mastro gabbiere. Anche quello mi aveva preso di mira,
la gente. Guardate: mentre venivate da me, stavo preparando  un  laccio destinato a togliere la vita a un gentiluomo
stavo preparando un laccio destinato a togliere la vita a  un  gentiluomo inglese. - Chi? - domandarono ad una voce i due
domandarono ad una voce i due bretoni, balzando in piedi. -  Un  certo baronetto Mac Lellan. Ho ricevuto l'avviso oggi. - Il
orecchi miei sono ancora in buone condizioni - rispose con  un  sorriso. - Sono i cannoni della nave di sir Mac Lellan. La
qui! - esclamarono ad una voce i due marinai in preda ad  un  vero sbigottimento. - Ed andrò al forte per impiccarlo. - E
poche sere fa, nella torre del castello, il baronetto, in  un  duello leale, dette al marchese una stoccata per punirlo di
d'un nuovo laccio. - Parlate sul serio, compatriota? - Sono  un  bretone! - rispose il carnefice - Posso avere errato nella
nella mia vita, è vero; ma non sarei capace d'ingannare  un  uomo che ha bevuto l'aria della Bretagna e che si è
cogli occhi schizzanti fuoco, la barba arruffata. Fece  un  gesto terribile, come se volesse abbattere qualcuno, poi
come se volesse abbattere qualcuno, poi scoppiò in  un  pianto dirotto. Testa di Pietra, assai commosso, gli si era
di fuggire questa notte. - Vi faccio una proposta: ho  un  lasciapassare, ed una scialuppa mi attende alla foce della
il tempo per rivedere i vostri amici. Non vi domando che  un  quarto d'ora per preparare il mio laccio. Intanto voi
per vestirvi di rosso come devono essere gli aiutanti di  un  boia. Vi sono molti abiti; non avete che da scegliere.
prima mostrato ai due marinai, lo stese sulla tavola, e con  un  coltello solidissimo, simile ad un bisturi cominciò uno
sulla tavola, e con un coltello solidissimo, simile ad  un  bisturi cominciò uno strano lavoro, che egli solo, marinaio
una certa emozione. - Si, ma l'ho sventrato così bene in  un  certo punto, che la fune si spezzerà subito, senza far
subito, senza far subire al vostro comandante nemmeno  un  principio di asfissia. - E poi come lo salveremo? - Questo
di asfissia. - E poi come lo salveremo? - Questo è  un  affare che riguarda voi. Volete un consiglio? - Dite pure,
lo salveremo? - Questo è un affare che riguarda voi. Volete  un  consiglio? - Dite pure, compatriota. - Giacché gli
stese la mano e disse: - Doë! Conto su di voi come se foste  un  fratello; ma credo utile avvertirti che sono tal uomo, da
avvertirti che sono tal uomo, da non lasciare impunito  un  tradimento, perché i bretoni non sono mai stati traditori.
Non oso. - Metti qui dentro la zampa, per il borgo di Batz!  Un  tempo sei stato anche tu marinaio. Allunga! Il boia di
di Boston ebbe una lunga esitazione, poi stese, non senza  un  fremito la sua mano. - Doë - disse il mastro. - Doë! -
era asciugato di nascosto un'altra lagrima. Il boia bevve  un  ultimo bicchiere di brandy, poi disse: - Possiamo andare.
bicchiere di brandy, poi disse: - Possiamo andare. Prese  un  biglietto coperto di un grosso bollo di ceralacca, che
poi disse: - Possiamo andare. Prese un biglietto coperto di  un  grosso bollo di ceralacca, che stava su un tavolino, e se
coperto di un grosso bollo di ceralacca, che stava su  un  tavolino, e se lo cacciò in seno. Testa di Pietra e Piccolo
a dar loro una altra pestata, che se la ricorderanno per  un  po'. A me, Piccolo Flocco! Aprì impetuosamente la porta si
i suoi occhi fenomenali poi allargò le braccia, e mandò  un  grido altissimo: - Voi, mio gentleman! In quel costume?
- E per chi mi prendi, dunque? - rispose il bretone. - Per  un  boia? No; sono ancora un marinaio, e se indosso questo
- rispose il bretone. - Per un boia? No; sono ancora  un  marinaio, e se indosso questo costume, ho i miei buoni
Tanto ti spaventa il boia di Boston? Hai torto, perché è  un  mio compatriota, e poi è un uomo che non schiaccerebbe una
di Boston? Hai torto, perché è un mio compatriota, e poi è  un  uomo che non schiaccerebbe una mosca senza l'ordine del
comandante della piazza. Avresti forse sulla tua coscienza  un  gran numero di delitti! - Io? - balbettò il pover'uomo. -
in santa pace. Stava per maritare anche la figliuola a  un  ricco possidente di Novara, un bel partito per la figlia
anche la figliuola a un ricco possidente di Novara,  un  bel partito per la figlia d'un carbonaio all'ingrosso; e
egli si preparasse con allegria, con compiacenza, con  un  fervore insolito che lo ringiovaniva. Già i preparativi
fatti, fatte le pubblicazioni; lo sposo aveva già regalato  un  bello astuccio di brillanti e le parenti lontane chi un
un bello astuccio di brillanti e le parenti lontane chi  un  vaso di cristallo, chi un ventaglio di madreperla, chi un
e le parenti lontane chi un vaso di cristallo, chi  un  ventaglio di madreperla, chi un braccialetto, ecc..
un vaso di cristallo, chi un ventaglio di madreperla, chi  un  braccialetto, ecc.. Isolina, assistita da una sua zia
da una sua zia materna, poichè la mamma era morta da  un  pezzo, attendeva il gran giorno con estasi. Lo sposo era
dai debiti, si era impiccato per la disperazione a  un  gancio del portone. Si diceva sommessamente che il Carpigna
faceva dire ogni 23 dì settembre avesse lo scopo di versare  un  secchio d'acqua sopra una pover'anima del purgatorio, se
e a palloncini cinesi, e la notte prima del sacramento fu  un  continuo sparo di mortaretti e un gran suonare di chitarre
prima del sacramento fu un continuo sparo di mortaretti e  un  gran suonare di chitarre nelle barche illuminate. Quelli
voi che parlate così? Questi discorsi erano fatti da  un  gruppo di pescatori, che stavano fumando la pipa innanzi
colla Svizzera, una vita da ladri, sapete, e dice che  un  giorno o l'altro metterà lui la dinamite al Zoccolino. Fu
toccò staccare suo padre dal portone quella mattina, ed è  un  fegato sano che non ha paura del buio. - Che cosa c'entra
una bestia a fidarsi. - L'aveva tenuto a battesimo, pareva  un  santo a vederlo in chiesa, quando pregava la croce
Dal giardino ogni soffio più vivo del vento portava dentro  un  profumo acuto di limoni misto al profumo caldo delle
bene e con onore. Caspita! oltre il corredo le dava  un  trecentomila lire sulla mano, e il resto alla sua morte. Il
lago. L'allegria come avvien sempre in queste circostanze,  un  po' tiepida e sconnessa in principio, cominciò subito a
sinistra del viale splendevano le ghirlande dei palloncini,  un  rosso, l'altro verde, l'altro bianco, come una bandiera
veniva sulle onde l'onda d'una serenata strimpellata in  un  canotto a palloncini gialli, e già il segretario comunale
chiusa, piegata in una carta e suggellata. - L'ha portato  un  uomo, - Un altro regalo per la sposa, - Dàlla qui, Pietro.
in una carta e suggellata. - L'ha portato un uomo, -  Un  altro regalo per la sposa, - Dàlla qui, Pietro. Isolina
collana di Battistino dell'Oro ". Tutto ciò fu letto come  un  sonetto, nel tempo che l'Isolina colle manine bianche e
lasciò cadere, che parve proprio una biscia morta. Gettò  un  grido, storcendo la bocca, alzando le due mani colle dita
alzando le due mani colle dita rigide, adunche, mentre  un  silenzio profondo, un silenzio brutale, un silenzio di
colle dita rigide, adunche, mentre un silenzio profondo,  un  silenzio brutale, un silenzio di ghiaccio sottentrò alla
adunche, mentre un silenzio profondo, un silenzio brutale,  un  silenzio di ghiaccio sottentrò alla festa, e cento occhi
si fissavano sul viso incartapecorito del signor Gaspare.  Un  buffo d'aria stortò le fiamme delle candele. La sposa fu
parevano vivi sul capo. Intanto sull'alto picco della Zeda,  un  contrabbandiere sfidava il buio fischiando, cantando
... Ma mi faccia  un  po' il piacere! Vuol mettere? Io no, io del mio destino non
lo chiamano il samuliòt, lo sapeva? Mi è sempre sembrato  un  bel nome, mi fa pensare ai cipollini di casa nostra. Sì, ai
anzi peggio perché non si può star senza, e vedrà che  un  giorno o l' altro resto panato". Faussone mi aveva invitato
e lui da tre mesi: aveva attrezzato una cucinetta in  un  armadio a muro, aveva appeso al soffitto un salame e due
cucinetta in un armadio a muro, aveva appeso al soffitto  un  salame e due ghirlande d' aglio, e appiccicato alle pareti
sperduta si dormiva bene comunque: di notte si assaporava  un  silenzio totale, primigenio, rotto soltanto dal respiro del
rotto soltanto dal respiro del vento e dal singhiozzo di  un  imprecisato uccello notturno. "Bene. L' amico che a
mi ha fatto più magone, quando le dico chi è stato, lei fa  un  salto così. Perché prima di tutto mi ha messo nei guai mica
nei guai mica male; secondo poi, perché non era neppure  un  cristiano: appunto, era una scimmia". Il salto non l' ho
la punta della sorpresa; devo averlo già detto che non è  un  gran raccontatore e riesce meglio in altri campi. D'
ma poi uno finisce che diventa noioso. Quella volta lì era  un  derrick. Lo sa cosa è un derrick?" Non ne avevo che un'
noioso. Quella volta lì era un derrick. Lo sa cosa è  un  derrick?" Non ne avevo che un' idea libresca: sapevo che
gente la impiccassero basta che sia. Ogni modo, quello era  un  derrick niente di speciale, una ventina di metri, un
era un derrick niente di speciale, una ventina di metri,  un  derrick di perforazione, di quelli che se non si trova
se non si trova niente uno poi li smonta e se li porta in  un  altro posto. A regola, nelle mie storie fa sempre o troppo
ebbene, quella volta lì era in una radura in mezzo a  un  bosco, e non faceva né freddo né caldo, ma invece pioveva
era roba da ridere: non ci sarebbe neppure stato bisogno di  un  montatore con tutte le carte in regola, bastava un manovale
di un montatore con tutte le carte in regola, bastava  un  manovale che non patisse tanto le vertigini. Ne avevo tre,
indormiti. Sta di fatto che a me mi toccava di pensare  un  po' a tutto: al gruppo elettrogeno, ai collegamenti,
al gruppo elettrogeno, ai collegamenti, perfino a farmi  un  po' di cucina la sera nella baracca. Ma quello che mi
far scendere la fresa frontale, che poi montare quello è  un  lavoro che non sarebbe neanche della mia partita. Sembra
che scendono nel pozzo uno dietro l' altro; insomma tutto  un  cine che di regola uno lo vede ... sì appunto solo al cine,
solo al cine, in quei film del Texas. Non per dire, è  un  bel lavoro anche quello; io non mi facevo l' idea, ma si va
accennava ancora a decollare, io ho cautamente accennato a  un  formaggio fermentato e a certi salamini ungheresi che
e bassa, correva una nuvola sottile e nera, come se  un  pittore si fosse pentito di un suo tratto, e lo avesse
sottile e nera, come se un pittore si fosse pentito di  un  suo tratto, e lo avesse ripetuto poco sopra. Era una nuvola
abituati, noi dei paesi civili, e se ci capita di finire in  un  posto un po' fuorivia ci sembra subito la fine del mondo. E
noi dei paesi civili, e se ci capita di finire in un posto  un  po' fuorivia ci sembra subito la fine del mondo. E invece,
che laggiù il solo amico che sono riuscito a farmi è stato  un  scimmiotto, mi deve credere che non avevo nessun' altra
sempre: bene, lui si sedeva a prendere la pioggia in  un  modo speciale, con i ginocchi sollevati, la testa sui
restavano asciutte. Ho provato anch' io, per riposarmi  un  poco fra un bullone e l' altro, e devo dire che se uno non
asciutte. Ho provato anch' io, per riposarmi un poco fra  un  bullone e l' altro, e devo dire che se uno non ha il
assunto la posizione dello scimmiotto, ma ho subito colto  un  suo sguardo indispettito. Faussone non scherza mai; se lo
In quella stagione le femmine stanno tutte insieme in  un  branco, con un vecchio maschio ben piantato che le guida e
stagione le femmine stanno tutte insieme in un branco, con  un  vecchio maschio ben piantato che le guida e gli fa l' amore
lo graffia. Io la capivo bene la sua situazione perché era  un  po' come la mia, ben che io ero senza femmine per degli
e con la stessa malinconia, si fa presto a fare amicizia".  Un  pensiero mi ha attraversato la mente: di nuovo eravamo soli
ma non ho interrotto Faussone. " ... solo che lui non aveva  un  derrick da montare. Il primo giorno stava solo lì a
faceva dei versi e sembrava contento. Lo sa che è proprio  un  peccato che anche noi montatori non abbiamo quattro mani
la coda? Mi faceva un' invidia da morire: quando ha preso  un  po' di confidenza veniva su per il traliccio come un
preso un po' di confidenza veniva su per il traliccio come  un  fulmine, si attaccava alle traverse coi piedi, a testa in
Lui sì che mi avrebbe potuto aiutare, ma era come  un  bambino, lo prendeva come un gioco, come una dimora. Non c'
potuto aiutare, ma era come un bambino, lo prendeva come  un  gioco, come una dimora. Non c' era verso. Dopo qualche
e quando ho provato i due motori lui da principio si è  un  poco spaventato per via del rumore e di tutte quelle
che si muovevano da sole. Io a questo punto gli avevo dato  un  nome: lo chiamavo e lui veniva. Anche perché ogni tanto gli
tutti i perché, e se io non gli davo da mente piangeva come  un  bambino piccolo. Bene, qui, poco da dire, la colpa è stata
L' avevo pure visto che quel trucco dei bottoni gli piaceva  un  po' troppo. Vuol dire? Sono stato così asino che proprio l'
che era meglio svitare i fusibili". Si stava avvicinando  un  disastro. Stavo per domandare a Faussone come avesse potuto
esperienza che ad ogni narrazione l' ascoltatore apporta  un  contributo decisivo: un pubblico distratto od ostile snerva
narrazione l' ascoltatore apporta un contributo decisivo:  un  pubblico distratto od ostile snerva qualsiasi conferenza o
distratto od ostile snerva qualsiasi conferenza o lezione,  un  pubblico amico la conforta; ma anche l' ascoltatore singolo
per cui gli scrittori, ossia coloro che raccontano ad  un  pubblico incorporeo, sono pochi. " ... no, non è riuscito a
lì che trafficavo con i contatti, perché sa, io non sono  un  elettricista, ma un montatore bisogna che si disbrogli
con i contatti, perché sa, io non sono un elettricista, ma  un  montatore bisogna che si disbrogli dappertutto; e specie
E il giorno dopo era domenica, e il lavoro era finito, e  un  giorno di riposo ci voleva. Insomma, quando viene il lunedì
e col gancio impegnato nel basamento, come l' ancora di  un  bastimento. E lui era lì seduto e mi aspettava, mi aveva
doveva averlo fatto scendere, che appunto bastava premere  un  bottone, e il sabato me lo aveva visto fare tante volte; e
l' altalena doveva aver mandato il gancio a chiudersi su  un  longherone, perché era uno di quei ganci di sicurezza, col
Alla fine, forse aveva capito che stava combinando  un  guaio, e aveva premuto il bottone della risalita; o forse
altrimenti addio al suo boia di Londra". "Allora non era  un  guasto così grave?" Appena formulata la domanda, dallo
"Dipende. Quattro giorni di lavoro per le riparazioni, e  un  bel po' di soldi come penalità. Ma mentre io ero lì che
non me lo tenevano, e che per le mie zie sarebbe stato  un  bel cadò; e del resto, vigliacco se si è più fatto vedere".