Vocabolario dinamico dell'Italiano Moderno

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Patrono principe del foro cittadino. Atmosfera particolare,  si  direbbe stimolante dalle frasi e citazioni che suscita.
"Il satiro rurale." (sic) " La bête humaine ." "Il mostro."  Si  sorride e si ride a qualche motto più salace. L'Adamo in
(sic) " La bête humaine ." "Il mostro." Si sorride e  si  ride a qualche motto più salace. L'Adamo in questione, poca
che a un'asina in calore, per farla sfogare – comprensione,  si  scherza _ gl'infilò nella natura una mazza sfregando e
Gli fece condurre l'asina dietro la siepe. Precedentemente  si  era masturbato davanti al maschietto, ma senza toccarlo. Si
si era masturbato davanti al maschietto, ma senza toccarlo.  Si  pulì con la paglia, dice il bambino. Gli andava sempre
Gesù. Ha sentito la parola solo per Gesù. Con la comunione  si  ama Gesù, si prende il corpo di Gesù. Qualche battuta a
la parola solo per Gesù. Con la comunione si ama Gesù,  si  prende il corpo di Gesù. Qualche battuta a doppio senso
da parte dei signori del tribunale. Risatine. L'imputato  si  esilara un po', divarica le gambe, sbottona l'impermeabile
Nessuno gli bada. La candida santarellina dolcemente  si  rifiuta a certe domande, la Madre Superiora non vuole, sì,
terza volta?) levate le mutande, sentì qualche cosa e poi  si  trovò bagnata. Le testimoni contadine si coprono la faccia
qualche cosa e poi si trovò bagnata. Le testimoni contadine  si  coprono la faccia con la pezzuola fino agli occhi. Secondo
mentre l'avvocato parla viene fatta uscire dall'aula. Non  si  tiene conto, deplora l'avvocato, non si presume mai il
dall'aula. Non si tiene conto, deplora l'avvocato, non  si  presume mai il risveglio dei sensi, il desiderio il bisogno
dell'aula, tra monache in un sussurrio: Gesù, sì, Gesù _  si  segnano _ Fu il diavolo, è ossessa. Il piccolo Bargia
con una donna vecchia. Voleva sposarla, al rifiuto  si  strani. Mise una bustina di veleno topicida nella bottiglia
genitori. L'indomani tenta di ucciderli. Ha raccontato come  si  sentiva senza la donna, non mangiò per tre giorni, non
Deve rispondere anche di calunnia. Che ammetta o neghi o  si  contraddica, rimane assente. Parla come in trance, con un
l'occhio atono. È in stato depressivo. Ebbe un collasso.  Si  parla di condizione psichica primordiale, del problema
primordiale, del problema sessuale che nelle famiglie non  si  ha il coraggio di affrontare. (Genitori analfabeti.)
Tardivo rinvio per la perizia psichiatrica. Il detenuto  si  muove fra gli agenti come un automa.
furono concertate le nozze. Nel castello di Aquilino  si  fecero grandi preparativi per la cerimonia e all'alba del
volta quella bellezza famosa. Ma il corteo non giungeva.  Si  vide apparire una sola carrozza e ne scese un vecchietto
- La stanchezza del viaggio e l'emozione l'hanno sfinita.  Si  rimetterà e la ritroverete bella. Aquilino voleva disdire
Il Principe puntò l'arma e fece fuoco. Ma il fumo del fuoco  si  dissipò e la lepre riapparve al medesimo posto, incolume e
e tranquilla. Il Principe s'avanzò. La lepre fuggì,  si  arrestò dopo un tratto, fissandolo coi suoi calmi occhi
coi suoi calmi occhi umani. Aquilino sparò ancora. Il fumo  si  dileguò e la lepre riapparve ancora calma ed intatta,
fra i tronchi degli abeti. Aquilino restò perplesso.  Si  trattava di un malefizio. S'appoggiò al tronco d'un albero
del tronco, una eco lontana di musiche e di voci;  si  volse, fece il giro dell'albero: nessuno. Si riappoggiò al
e di voci; si volse, fece il giro dell'albero: nessuno.  Si  riappoggiò al tronco. E riudì il suono e le voci. Picchiò
i primi scalini, trasognato, udì il colpo della porta che  si  chiudeva. Il palazzo era immenso. Le scale, gli atrii, i
immenso. Le scale, gli atrii, i corridoi, le logge, le sale  si  succedevano senza fine, ricche di marmi, di porfido, di
di diaspro, di gemme. Aquilino s'avanzava trasognato.  Si  faceva notte e nessuno appariva nel palazzo incantato. Solo
Giunsero così in una sala vastissima da pranzo; Aquilino  si  sedette a tavola. E le due mani cominciarono a recar cibi e
i piatti e guizzavano via come farfalle. Mangiò, poi  si  sentì prendere dal sonno, s'alzò per andare a dormire. Le
gli fecero un gesto d'addio e d'augurio, disparvero. Egli  si  cacciò fra le lenzuola fini, e si addormentò. Sognava di
disparvero. Egli si cacciò fra le lenzuola fini, e  si  addormentò. Sognava di riveder la Principessa Nazzarena,
s'intrecciavano, accennando verso di lui. - A che giuoco  si  gioca? - Alla palla. - Giochiamo alla palla con quel tale
le mani lo sbalzarono nel letto e disparvero. Aquilino  si  palpava le ossa indolenzite, quando udì un fruscio e si
si palpava le ossa indolenzite, quando udì un fruscio e  si  vide accanto la lepre d'argento. Invece delle quattro zampe
tre notti simili a questa. Il mago è quegli stesso che  si  presentò al vostro cospetto tentando di farvi sposare la
servito dalle due mani volanti, andò a letto, s'addormentò.  Si  svegliò allo schiamazzo: molte mani lo ripresero dal letto,
della sera innanzi. - Non vuole svegliarsi! - Se non  si  sveglia siamo perduti!... Allora le mani lo sbalzarono
la terza notte. Riapparvero le mani più furiose che mai. -  Si  gioca? - Giochiamo! - Ma questa notte dobbiamo finirlo! -
E non apriva gli occhi per amor di Nazzarena. - Non  si  sveglia! Siamo perduti! - Siamo perduti! - É l'alba! Siamo
Egli salì, salì, cadde per dieci minuti, picchiò sull'erba,  si  tastò le ossa peste, aprì gli occhi, ancora vivo. Si
si tastò le ossa peste, aprì gli occhi, ancora vivo.  Si  trovava ai piedi dell'albero incantato. Presso di lui stava
che doveva essere proprio di ferro, con un poderoso sforzo  si  alzò. - Konin ... son! - balbettò, additandogli la costa
assolutamente nell'impossibilità di muoversi. Allora gli  si  avvicinò, gli strappò di dosso le vesti e, messolo quasi a
gli strappò di dosso le vesti e, messolo quasi a nudo,  si  mise a strofinargli energicamente le braccia, le gambe, il
ripetè su se stesso l'operazione aiutato da Koninson, che  si  sentiva rinvigorito e discretamente caldo. - Ora, - disse
sulla cima, girarono attorno Io sguardo. Dinanzi a loro  si  estendeva una specie di altipiano, interrotto qua e là da
in vista. A destra e a sinistra di quell'altipiano  si  alzavano pure delle alture, anche queste dirupatissime e
e coperte di un fitto strato di neve. Sulle loro cime  si  rizzava qualche pioppo la cui sommità s'incurvava
di neve questo - disse Koninson. Il tenente non rispose.  Si  volse e guardò l'oceano che appariva quasi sgombro dal
dal nebbione. Fin dove giungeva lo sguardo altro non  si  vedeva che grandi ondate spumeggianti, che il vento
- Il "Danebrog". - Che sia andato a picco? - O che  si  sia rifugiato in qualche seno della costa per riparare le
- Poi seguiremo la costa verso est. In cammino, Koninson.  Si  posero in marcia con passo rapido per non gelare vivi,
- Avanti allora, signor Hostrup. Io non ne posso più!  Si  avvicinarono all'apertura che era larga assai, ma poco alta
Ad un tratto Koninson, che camminava innanzi al tenente,  si  arrestò bruscamente facendo un gesto di sorpresa e di
così grossa e così feroce. Zitto! ... In fondo alla caverna  si  udì un profondo ruggito, poi si videro brillare due occhi
... In fondo alla caverna si udì un profondo ruggito, poi  si  videro brillare due occhi grandi, rotondi, dai riflessi
dalla tempesta. Va a prendere un ramo di pino. Koninson  si  affrettò a obbedire e poco dopo ritornò con una bracciata
che pareva assai profonda, e fatti dieci o dodici passi,  si  trovarono dinanzi ad una foca gigantesca, la quale si era
si trovarono dinanzi ad una foca gigantesca, la quale  si  era appoggiata ad una parete mostrando i denti ed emettendo
la scannò. La morte fu quasi istantanea. Il tenente  si  avvicinò col ramo acceso e la osservò con curiosità. Era
anfibio appartenente alla famiglia delle foche, dalle quali  si  distingue per avere un poco d'orecchio esterno. -
il ramo di pino che aveva piantato accanto la foca e  si  recò in fondo alla caverna. Con sua grande sorpresa trovò
all'intorno un dolce calore. Il tenente e Koninson  si  spogliarono rapidamente delle vesti che cominciavano a
o di "wisky". - Ne faremo senza! - rispose il tenente, che  si  era accoccolato accanto alla fiamma e che si stropicciava
tenente, che si era accoccolato accanto alla fiamma e che  si  stropicciava energicamente le membra per riattivare
sì, ma per noi bianchi è detestabile. - Ma avendo fame la  si  può inghiottire. - Anche i tuoi stivali, non avendo altro
i tuoi stivali, non avendo altro da porre sotto i denti,  si  possono rosicchiare. Ma come mai questa otaria si trova qui
i denti, si possono rosicchiare. Ma come mai questa otaria  si  trova qui sola? ... - Vi sorprende forse? - Sì, Koninson,
- Fino alla metà di dicembre. Oltre quest'epoca non  si  trova un'otaria a volerla pagare a peso d'oro. È un
migliaia di otarie. Erano tutti maschi. In men che lo  si  dica occuparono un punto della costa disponendosi su tre
in ranghi compatti e lunghissimi; anche qui le otarie  si  contavano a migliaia. Allora si vide uno spettacolo
anche qui le otarie si contavano a migliaia. Allora  si  vide uno spettacolo curioso. I "beach-master" si gettarono
Allora si vide uno spettacolo curioso. I "beach-master"  si  gettarono in mare, nuotarono incontro alle femmine e
- E ve ne sono taluni forti e prepotenti che  si  prendono persino venti femmine. - E, giunta l'epoca della
macelli. - Per averne le pelli? - Sì, Koninson. - E  si  pagano bene? - Sei, otto e qualche volta dieci dollari
scatola del tabacco che era rimasto perfettamente asciutto,  si  sdraiò sullo strato di licheni e si mise a fumare
perfettamente asciutto, si sdraiò sullo strato di licheni e  si  mise a fumare flemmaticamente, mentre Koninson richiudeva
l'uno accanto all'altro, coi piedi rivolti verso il fuoco,  si  addormentavano profondamente. Il loro sonno però fu di
la caverna; erano continui scoppi prodotti dai ghiacci che  si  frantumavano gli uni contro gli altri e continui fischi ed
la scalata a quella catena di colline che vedi lassù.  Si  coprirono alla meglio, si armarono di un grosso ramo di
catena di colline che vedi lassù. Si coprirono alla meglio,  si  armarono di un grosso ramo di pino per aiutarsi
stavano per intraprendere attraverso le dirupate colline, e  si  misero in cammino con passo abbastanza rapido, tastando
rispose il tenente, che segnava la via. - Se il "Danebrog"  si  trova ancora in mare, sarà a quest'ora ben lontano da noi.
soffiare; anzi, la sua violenza, man mano che i due marinai  si  innalzavano, diventava sempre maggiore, trascinando con sè
violentemente di roccia in roccia. Verso la cima  si  udivano poi certi fischi e certi muggiti da mettere i
le scarpe sfondate, giungevano sulla cima della collina che  si  stendeva in forma di altipiano. Colà il vento, non più
- chiese Koninson, addossandosi ad una rupe. Il tenente  si  arrampicò sulla cima della rupe e guardò innanzi a sè. Alla
scorse il mare coperto di ghiacci; alla sua destra  si  elevava un'alta montagna dirupatissima e coperta di neve;
un'alta montagna dirupatissima e coperta di neve; dinanzi  si  estendeva una pianura ondulata, interrotta qua e là da
a bordo del valoroso "Danebrog", scese dalla rupe e  si  mise in cammino preceduto da Koninson. Nonostante la furia
nella pianura. L'attraversarono quasi a passo di corsa e  si  arrestarono sulle alte sponde di un lungo e stretto
staccatisi da un grande e grosso banco di ghiaccio che  si  era incastrato dinanzi l'uscita di quel braccio di mare. -
uomini, compreso il capitano Weimar, vi presero posto, e  si  diresse a tutta forza di remi verso la riva. Pochi minuti
remi verso la riva. Pochi minuti dopo il tenente e Koninson  si  trovavano l'uno fra le braccia del capitano e l'altro fra
e statura molto più elevata, senza dubbio due maschi, e che  si  guardavano ferocemente come se fossero lì lì per
irritazione che li animava. Le femmine, dal canto loro,  si  erano affrettate a ritirarsi da una parte, onde lasciare
i due combattenti mandarono un muggito lungo, sonoro, che  si  ripercosse stranamente per la stretta valle, e si
che si ripercosse stranamente per la stretta valle, e  si  scagliarono l'un contro l'altro con rabbia estrema e colla
ressero all'incontro e caddero l'un sull'altro; ma tosto  si  rialzarono con un'agilità che non si sarebbe supposta in
sull'altro; ma tosto si rialzarono con un'agilità che non  si  sarebbe supposta in quei corpi, tornando a caricarsi con
di sangue, uscivano gli intestini. Il vincitore però non  si  arrestò, e quantunque pur lui ridotto a mal partito, colla
pelle sanguinolenta, un occhio levato e il petto sfondato,  si  scagliò un'ultima volta sul vinto, percuotendolo
allora nascosti e fecero fuoco dietro ai fuggiaschi che non  si  arrestarono, quantunque uno fosse stato veduto fare uno
dei cavalli per raggiungerli. - Ma in qualche luogo  si  fermeranno. - Sì, ma dove e quando? Sono capaci di
e di slanciarsi verso le pianure del sud. - Quegli animali  si  arrampicano anche sui monti? - Sì e come le capre. - Ma
- Sì e come le capre. - Ma ditemi, signor Hostrup, perchè  si  chiamano buoi muschiati? - Perchè la loro carne è
tagliare qualche pezzo di carne e poi torniamo alla tenda.  Si  diressero verso il bue che aveva terminato di agitarsi e a
ventre, staccandogli sei o sette costole. Koninson però non  si  accontentò e si impadronì anche della lingua che doveva
sei o sette costole. Koninson però non si accontentò e  si  impadronì anche della lingua che doveva essere eccellente.
lingua che doveva essere eccellente. Raccolte le armi,  si  misero in cammino e verso le 6 pomeridiane giungevano alla
meno di due chilogrammi; ma i due balenieri per quanto  si  sforzassero e per quanta voglia avessero di porre sotto i
la tenda e insaccati i viveri, i due intrepidi balenieri  si  recarono sulla spiaggia a dare un ultimo sguardo a quel
delle corazzate dei due mondi. Qua e là, immensi crepacci  si  erano aperti ed in fondo a questi si vedeva il mare alzarsi
e là, immensi crepacci si erano aperti ed in fondo a questi  si  vedeva il mare alzarsi ed abbassarsi e poi tornare a
di ghiacci minori, capitombolava con un fragore immenso che  si  ripercuoteva a grandi distanze in quell'atmosfera limpida e
secca, o s'apriva improvvisamente, con uno scricchiolìo che  si  perdeva in lontananza, un largo crepaccio dentro il quale
perdeva in lontananza, un largo crepaccio dentro il quale  si  rovesciavano confusamente colonne, cupole e piramidi che
pur sempre bello questo strano spettacolo che solamente qui  si  può ammirare - disse il tenente. - Bello sì, ma io vorrei
e il tenente, dato un ultimo sguardo all'oceano polare,  si  attaccarono alla slitta a cui avevano legato delle corde e
attaccarono alla slitta a cui avevano legato delle corde e  si  misero animosamente in marcia cercando di mantenere una
La grossa crosta di ghiaccio che ancora copriva la terra,  si  prestava assai allo scivolamento del veicolo, ma le
la vinsero sugli ostacoli, ed a mezzogiorno la slitta  si  trovava già nella valle che menava direttamente ai monti.
già nella valle che menava direttamente ai monti. Colà  si  trovava ancora il bue muschiato ucciso il giorno innanzi,
roccie di natura granitica, come lo sono tutte quelle che  si  incontrano in quelle gelate regioni, rivestite di neve e di
sassifraghe e graminacee. Non un animale, non un uccello  si  scorgevano in quella brutta valle e regnava un silenzio
strana impressione. - Che brutto luogo! - disse Koninson. -  Si  direbbe che stiamo per attraversare un cimitero. Ma dove si
Si direbbe che stiamo per attraversare un cimitero. Ma dove  si  sono cacciati i lupi e i buoi muschiati? - Non lo so meglio
incontrare nè un lupo, nè una volpe, animali questi che  si  vedono dappertutto in quelle lontane regioni. Il tenente,
i riflessi del sole, una luce acciecante, quando il tenente  si  arrestò improvvisamente afferrando le braccia di Koninson.
di Koninson. - Ascolta! - disse. Lassù, verso la montagna,  si  udiva uno strano rumore; pareva che si staccasse o si
verso la montagna, si udiva uno strano rumore; pareva che  si  staccasse o si fendessse del ghiaccio e che poi scivolasse
si udiva uno strano rumore; pareva che si staccasse o  si  fendessse del ghiaccio e che poi scivolasse producendo dei
est? - Credo che sarà meglio per noi. Piegarono a destra e  si  cacciarono dietro una lunga linea di roccie che potevano
detonazioni seguite da lunghi fischi e dall'alto  si  videro scivolare con straordinaria rapidità degli immensi
gli innumerevoli "hummoks" formati dalla neve,  si  scagliavano attraverso alla valle come altrettanti treni
di ghiaccio. I due balenieri, riparati dalle roccie che  si  dirigevano verso est senza interruzioni, camminavano
è una delle maggiori isole dell'America settentrionale e,  si  può dire senza tema di esagerazione, è quella che offre
parecchi villaggi, situati lungo le spiagge della baia.  Si  vedevano i pescatori scendere precipitosamente a terra e
aereo, che filava maestosamente sopra le loro teste e  si  udivano di quando in quando dei clamori e anche qualche
"La civiltà dei bianchi è fatale alle razze di colore. Dove  si  introduce, distrugge." "Vi erano delle tribù all'epoca
quella dei Micmac." "Erano proprio dei barbari?" "No, anzi  si  scoprirono in loro notevoli principi di civiltà, che
fra le tribù primitive la religione cristiana. Infatti,  si  sa che quando i norvegesi, dopo aver scoperto l'Islanda e
spedizioni dei norvegesi e degli scoto-irlandesi, e ormai  si  è certi che qui fondarono parecchi insediamenti,
"Ma che cosa accadde delle loro colonie? Perché non  si  spinsero verso il sud, alla conquista delle regioni più
delle regioni più miti e più ricche?" "Ecco quello che  si  ignora. Di quelle colonie non rimasero che le tracce, sono
tiepidi del sole, delle pagliuzze di ghiaccio che  si  tenevano sospese in aria. "Comprendo da cosa deriva questo
sole tornerà a dilatarlo e noi a salire." Il vascello aereo  si  abbassava lentamente, ma doveva essere cosa di breve
che i trovavano a 3000 metri di altezza, mentre prima  si  erano sempre tenuti a 3500. Quell'abbassamento permise di
permise di osservare meglio la grande isola che  si  stendeva sotto di loro. Si distinguevano perfettamente le
meglio la grande isola che si stendeva sotto di loro.  Si  distinguevano perfettamente le abitazioni sparse sul bordo
data la sua forma così differente dai soliti palloni, e  si  udivano nettamente le loro grida di stupore. Alle tre
la dogana, le fortificazioni e le numerose graves che  si  estendevano per lungo tratto fuori dalla città, poi non
baie di Trinità e Bonavista. Alle tre e quaranta minuti  si  libravano sopra il capo Fuels, avvistando l'isola del
l'isola, filando sopra l'oceano Atlantico, le cui onde  si  urtavano con profondi muggiti, coprendosi d'un immenso
il banco per cercare un altro cibo. In primavera i merluzzi  si  radunano in grandi masse nei dogger-banks delle coste di
nei fiorden della Norvegia e nei golfi dell'Irlanda, poi  si  dirigono tutti insieme verso Terranova. È in questa
fare il punto, seguendo, direi quasi, una traccia secolare.  Si  calcolano fino a seimila navi che tutti gli anni vengono
Lorenzo?" "No, i merluzzi non penetrano mai nei fiumi, anzi  si  tengono lontani dalle foci." "Terminata la stagione sul
dalle foci." "Terminata la stagione sul grande banco,  si  radunano altrove?" "No, si disperdono, scompaiono e non si
la stagione sul grande banco, si radunano altrove?" "No,  si  disperdono, scompaiono e non si vedono più per il resto
si radunano altrove?" "No, si disperdono, scompaiono e non  si  vedono più per il resto dell'anno. Si ignora dove vadano a
scompaiono e non si vedono più per il resto dell'anno.  Si  ignora dove vadano a svernare durante la stagione fredda,
vadano a svernare durante la stagione fredda, ma pare che  si  tengano in acque assai profonde. Ma ecco le prime barche da
a mangiare, non  si  è accorto che il carnefice ha tagliato la testa al giovane.
tra gli alberi, saltellando e ridendo. Alla vista del Mago  si  ferma, guardandolo con curiosità): Oh! Oh! Che barba rossa!
... Qualche cosa di serio! ... E il Capo di Sorveglianza  si  gettò sulle spalle un mantello grigio, si pose in testa un
di Sorveglianza si gettò sulle spalle un mantello grigio,  si  pose in testa un alto cilindro, poi, discese con passo
questo tempio  si  fa menzione fin dal secolo XI come fondato da donna di
Galliori. _ In materia d'arte, nella chiesa, altro non  si  ravvisa di interessante che un quadro del Panfilo
di ripetere la avvertenza fatta agli altri: - Qui non  si  fa credenza, lo sapete? E non era per mancanza di buon
tutti, quella povera ragazza. Da principio, quando qualcuno  si  permetteva di gridare: - Ehi, gobbina! Un bicchiere di
compassione; e poiché la ragazza non se ne addolorava, né  si  vergognava del suo difetto, non protestò più; anzi quel:
Poverina! Era ammirevole. La mattina, mentre la mamma  si  affaccendava a scaldar l'acqua, a preparare la minestra,
sollecitamente, rimettendo ogni cosa al suo posto. Poi  si  lavava, si pettinava alla lesta, indossava un grembiulone
rimettendo ogni cosa al suo posto. Poi si lavava,  si  pettinava alla lesta, indossava un grembiulone di tela
alla lesta, indossava un grembiulone di tela grezza, e  si  sedeva dietro il banco per riposarsi un po'. E canticchiava
venire da lontano, dopo aver fatto passi lunghi e corti.  Si  riscoteva, e si affacciava all'uscio di cucina: - Mamma,
dopo aver fatto passi lunghi e corti. Si riscoteva, e  si  affacciava all'uscio di cucina: - Mamma, vuoi che ti aiuti?
ragazza trovasse modo di lasciar tutti contenti. Un giorno,  si  presenta un giovane alto, robusto, biondo, impolverato da
avesse conosciuta da tanto tempo. Venne la mamma. - Qui non  si  fa credenza, lo sapete? - Volete che paghi prima? - Oh! No.
prima? - Oh! No. - Vorrei lavarmi le mani e la faccia.  Si  paga anche per questo? - Non si paga; è vero, mamma? -
le mani e la faccia. Si paga anche per questo? - Non  si  paga; è vero, mamma? - Lavato e ravviato, il bel giovane
E la guardava sorridendo. Pareva che la canzonasse. Ora  si  sfogava col cacio, con le acciughe, con la frutta secca,
che la cosa andava per le lunghe, gli avventori pagarono e  si  affrettarono a uscire. Si sentì la voce della vedova che
lunghe, gli avventori pagarono e si affrettarono a uscire.  Si  sentì la voce della vedova che gridava: - Ehi! ... Ehi! ...
di quell'omo aveva trovato una moneta d'oro. Madre e figlia  si  guardarono in viso stupìte. - Se ritorna, mamma, dobbiamo
Lavato e ravviato, il giovane sembrava un altro.  Si  era seduto nello stesso posto, e divorava peggio del giorno
giorno avanti. Alcuni avventori, più curiosi degli altri,  si  avvicinarono alla padrona. - Come? A lui, sì, fate
paura di lui? - Non ho paura di nessuno. - Sapete come  si  chiama costui? Si chiama Mangia-a-ufo. Se c'è qualcuno che
- Non ho paura di nessuno. - Sapete come si chiama costui?  Si  chiama Mangia-a-ufo. Se c'è qualcuno che vuol rotto il muso
per le lunghe, gli altri avventori pagarono, zitti zitti, e  si  affrettarono ad andar via. Si sentì la voce della donna: -
pagarono, zitti zitti, e si affrettarono ad andar via.  Si  sentì la voce della donna: - Ehi! Ehi! ... Compare! Il
la bottega e spolverato tavolini panche e seggiole,  si  lavava, si pettinava alla lesta, indossava il grembiulone
bottega e spolverato tavolini panche e seggiole, si lavava,  si  pettinava alla lesta, indossava il grembiulone di tela
alla lesta, indossava il grembiulone di tela grezza,  si  sedeva dietro il banco per riposarsi un po' e canticchiava
da lontani porti, Facendo passi lunghi e passi corti ... E  si  arrestava, con gli occhi fissi nel vuoto, quasi aspettasse
con le nocche delle dita su la schiena della gobbina e  si  era udito un rumore di monete smosse. Tutti si guardarono
gobbina e si era udito un rumore di monete smosse. Tutti  si  guardarono in viso, allibiti. Un vecchietto si rizzò da
Tutti si guardarono in viso, allibiti. Un vecchietto  si  rizzò da sedere: - Gobbina permettete che picchi io? E
che picchi io? E picchiò senza attendere la risposta.  Si  udì di nuovo un forte rumore di monete smosse. Intanto la
servire gli avventori come se niente fosse stato. Parecchi  si  fermarono più del solito per vedere se quello pagasse, dopo
diciamo niente a nessuno, per non aver noie, figlia mia. Ma  si  era già sparsa la voce in paese che la figlia della
la sposo io. Ma prima voglio vedere e contare. Mangia-a-ufo  si  fece avanti: - Bravo! Bisogna però spaccar la gobba senza
senza una stilla di sangue. O voi ordinerete che gli  si  tagli la testa". - Com'è possibile senza una stilla di
pugni ebbe rotto il muso. Da qualche settimana, la ragazza  si  era accorta che la gobba aumentava di volume. Se la sentiva
Mangia-a-ufo - ma non è vero - questa povera figlia  si  sente crescere la gobba addosso. - Meglio! Meglio, padrona!
- Meglio, padrona! Meglio! - Povera figlia mia! Piange,  si  dispera. - Chiamatela. Voglio dirle due paroline io. La
all'orlo. Passato il primo sbalordimento, gli avventori  si  slanciarono attorno alla caldaia, urtandosi, spingendosi,
Fatta però una cinquantina di passi, a poco a poco il peso  si  alleggeriva. Frugavano ... Le loro tasche erano piene di
risposta. - Mangia-a-ufo! - chiamò uno, per chiasso. E  si  sentì un vocione lontano lontano: - Se c'è qualcuno che
lontano: - Se c'è qualcuno che vuol rotto il muso! Tutti  si  allontanarono di corsa, compiangendo la mamma e la gobbina.
a poco a poco, non ne parlarono più. Un giorno, però - non  si  seppe mai come - si sparse la notizia che la ragazza era
ne parlarono più. Un giorno, però - non si seppe mai come -  si  sparse la notizia che la ragazza era diventata chi diceva
Niente con Nulla? - volle andare ad accertarsi se era vero.  Si  mise in cammino, domandando a questo e a quello: - Dov'è il
per scemo. Una sera, stanco morto dal gran cammino,  si  buttò a giacere su l'erba di un prato e si addormentò.
gran cammino, si buttò a giacere su l'erba di un prato e  si  addormentò. Quando si svegliò col sole alto, non sapeva se
a giacere su l'erba di un prato e si addormentò. Quando  si  svegliò col sole alto, non sapeva se era stato davvero nel
fosse stato l'inganno di un sogno! ... Con questo dubbio,  si  rimise in cammino, domandando a chi incontrava: - Dov'è il
raccontava il suo sogno come cosa vera; e fu tutto quel che  si  seppe di quei due. Mangia-a-ufo, Mangia-a-ufo? State zitti,
fragore come di tuono rimbombò nell'aria. Tutti gli occhi  si  levarono al cielo, tutte le braccia si distesero. Il rombo
Tutti gli occhi si levarono al cielo, tutte le braccia  si  distesero. Il rombo delle mitragliatrici pacifiche
nell'agro. Tutti leggevano con ansia, avidamente, come  si  trattasse per ognuno di un proprio, individuale interesse.
interesse. I duecentosessantacinque Comuni dell'Unione  si  erano pronunziati. Il partito degli spiritualisti aveva
I coscritti dell'agro tripudiavano. In ogni tempo i giovani  si  lasciarono inconsideratamente trascinare dalle utopie
di tutto e di tutti, il trionfo del partito!» L'Albani  si  sentiva umiliato. - Se tu fossi riuscito - disse l'ingenuo
ogni bruttura? Purché agisca sulle rotaie del partito, non  si  chiede di più. Accordando una specie di impunità agli
Tutti gli uffiziali e gli agenti di sicurezza pubblica  si  chiamarono a raccolta a mezzo dei soffietti acustici, e
a mezzo dei soffietti acustici, e riunendosi in pelottone,  si  posero in marcia dirigendosi verso Broni. Una ciurma di
e i subalterni resistevano debolmente; le belle pigianti  si  sbandavano ignude e rosseggianti di mosto pei vasti
entrato per la finestra di una cabina di pigiatura,  si  dibatteva furiosamente sulla scaletta di una piscina uvaria
verso il centro della sommossa, in altri punti dell'agro  si  formavano degli assembramenti minacciosi. I coscritti,
solari le coccarde riottose. L'uragano della sommossa  si  annunciava terribile e spietato. Le botteghe si chiudevano;
sommossa si annunciava terribile e spietato. Le botteghe  si  chiudevano; i merciaiuoli smontavano le baracche; le madri
ogni quartiere popolato dei dipartimenti dell'Unione. - Che  si  fa? - chiese il Virey all'Albani, traendosi in disparte per
per dar passo ad un pelettone di sorveglianti i quali  si  avanzavano intimando l'ammonito ad un gruppo di rivoltosi.
dei nostri futuri governanti. - Credi tu che a Milano  si  abbia a godere maggior sicurezza? ... Ma, via! Si può
a Milano si abbia a godere maggior sicurezza? ... Ma, via!  Si  può tentare ... Forse giungeremo in tempo da poter
testa dei reclamanti. - Più basso! - gridò il Virey; -  si  vuol partire immediatamente. - Più basso? - esclamò
brume vespertine. Il tumulto cresceva nell'agro. Ai ribelli  si  aggiungevano i curiosi; pochi atti di violenza si
ribelli si aggiungevano i curiosi; pochi atti di violenza  si  commettevano, ma lo strepito saliva alle stelle. I
Dato a Berlino, ore quattro. - A meraviglia! Lasciamo che  si  arrabattino fra loro. Se la godano un paio di giorni la
Di là a pochi minuti, i rappresentanti del potere legale  si  ritiravano dai centri tumultuosi. Una grande aerostata
proiettò sull'agro una luce azzurrognola, che subito  si  spense. Era un segnale ben noto ai ribelli; un segnale che
ben noto ai ribelli; un segnale che voleva dire: il governo  si  dichiara nolente o impotente a resistere: si salvi chi può
il governo si dichiara nolente o impotente a resistere:  si  salvi chi può L'Albani e il Virey si gettarono nella
impotente a resistere: si salvi chi può L'Albani e il Virey  si  gettarono nella corrente dei fuggenti, incalzati dagli
orrori, che è un popolo scatenato. A Stradella ed a Broni  si  saccheggiava impunemente, e, diciamolo ad onore del vero,
Ad un cittadino che aveva nel portafoglio diecimila lussi,  si  accosta un nullabbiente per esigere la metà del suo avere.
utopie. Basti dire che ad un lacero nullabbiente il quale  si  era fatto cedere il paletot dal droghiere Pirotta, toccò
chiasso di canti e di balli. Un fratellevole accordo  si  produceva dalla comunanza degli interessi; dall'uguaglianza
degli interessi; dall'uguaglianza nella miseria tutti  si  attendevano l'età dell'oro; dal deprezzamento delle
mutarono aspetto. I caporioni della sommossa, che pei primi  si  erano slanciati all'assalto degli stabilimenti di
alcoolica saliva ai cervelli; i bevitori quasi asfissiati  si  avvoltolavano come giumenti in una melma rossiccia; i meno
i meno briachi, per uscire da quell'afa irrespirabile,  si  aprivano il varco rompendo la folla coi pugni. Frattanto,
ed in Broni che fosse in grado di tenersi in equilibrio.  Si  vedevano dei vecchi avvinazzati strappar le gonnelle alle
realizzarsi con rapidità l'assorbimento e la dejezione.  Si  volle il sangue di dieci tori per fornire al vasto cuore ed
nervosa e il movimento dei muscoli. La materia inerte  si  scosse ... Due grandi occhi si spalancarono assorbendo la
muscoli. La materia inerte si scosse ... Due grandi occhi  si  spalancarono assorbendo la luce, le nari si gonfiarono, il
grandi occhi si spalancarono assorbendo la luce, le nari  si  gonfiarono, il petto parve scoppiare pei forti aneliti di
scoppiare pei forti aneliti di aria ossigenata, le braccia  si  agitarono, le mani si distesero per afferrare l'ignoto; e
di aria ossigenata, le braccia si agitarono, le mani  si  distesero per afferrare l'ignoto; e finalmente ... Chi
elettrizzato proruppe un muggito spaventoso. L'immane corpo  si  sollevò, atterrò con un calcio poderoso l'enorme banco sul
violenza di un toro inferocito verso la porta di uscita,  si  diede a percorrere la via, sorpassando ogni barriera.
andarono capovolte; quattro olmi secolari, urtati da lui,  si  rovesciarono sradicati. Egli cozzava, rompeva, abbatteva
vino! Dove la gente non era lesta a sgombrare, il gigante  si  faceva largo coll'impeto della persona, colle irruzioni del
in meno d'un'ora il vasto agro di Stradella e di Broni  si  era mutato in un deserto. La popolazione che prendeva il
con tanta sapienza di mezzi chimici confezionato dal Piria.  si  era spezzato nell'urto. Slanciando il suo uomo
Per la conservazione di quel mostruoso fenomeno vitale  si  esigeva un trattamento di neonato; supponendo in lui
ma non se ne curava più che tanto. Non ci vedeva, ma non  si  dava, almeno pel momento, pensiero alcuno. A lui bastava
e gli strangolatori il maggiore spazio possibile, prima che  si  riavessero dalla sorpresa e dal terrore cagionato
forte, che cadde pesantemente a terra trascinando seco Ada.  Si  rialzò prontamente tenendo sempre stretta fra le braccia la
Tremal-Naik stava per rispondere, quando in lontananza  si  udirono urla spaventevoli. Fece un salto indietro emettendo
riprese la corsa, ma dopo dieci passi tornò ad urtare. Gli  si  rizzarono i capelli sul capo. - Maledizione! - tuonò. -
capo. - Maledizione! - tuonò. - Siamo adunque rinchiusi? -  Si  precipitò a sinistra e urtò contro una terza parete. La
a sinistra e urtò contro una terza parete. La tigre, che  si  era pure scagliata contro le roccie, fece udire un miagolìo
pure scagliata contro le roccie, fece udire un miagolìo che  si  cangiò ben presto in un formidabile ruggito. Tremal-Naik si
si cangiò ben presto in un formidabile ruggito. Tremal-Naik  si  volse indietro. Ebbe per un istante l'idea di ritornare sui
quegli uomini, dovessi lasciare la vita nella pugna!  Si  mise a indietreggiare a lenti passi, cogli occhi fissi
cogli occhi fissi sotto la galleria e gli orecchi tesi, poi  si  curvò e depose dolcemente a terra la giovanetta. Si strappò
poi si curvò e depose dolcemente a terra la giovanetta.  Si  strappò con rapido gesto le pistole dalla cintola e le
dalla cintola e le armò. - Darma! - disse. La tigre gli  si  avvicinò. - Rimani presso questa donna, - comandò
aver vagato per qualche minuto fra le tenebre lo raggiunse.  Si  udì il rumore delle pistole che armava. - Sono pronto,
cinque passi più indietro, tastava la parete di destra.  Si  avanzarono per pochi minuti, poi s'arrestarono entrambi,
minuti, poi s'arrestarono entrambi, trattenendo il respiro.  Si  udiva nel fondo della galleria un lieve rumore, come un
nel fondo della galleria un lieve rumore, come un fremito.  Si  avrebbe detto che una o più persone venivano avanti,
Ah! sei tu, padrone? Sì, ho udito un lieve rumore. Qualcuno  si  avanza strisciando. - Gli strangolatori, forse? - Credo che
loro, padrone. Tremal-Naik fremette dal capo ai piedi e  si  volse verso la spelonca. Gli occhi della tigre non
Fece qualche passo indietro come se volesse ritornare, ma  si  arrestò subito, udendo a poca distanza un lieve respiro.
vegliano. - Ritorniamo e più tardi rovisteremo la caverna.  Si  udì un lieve strofinìo che a poco a poco divenne più
Non so cosa dire. - Se forzassimo il passo? Trecento passi  si  possono percorrere senza essere uditi. - E Ada? - La
prima archibusata avremo addosso tutti i settari. L'eco  si  propaga rapidamente in queste gallerie. Tremal-Naik si
si propaga rapidamente in queste gallerie. Tremal-Naik  si  lacerò il petto colle unghie. - Dovrò io dunque perderla? -
perderla? - mormorò egli con accento disperato. - E se  si  scendesse nel pozzo? - disse Kammamuri. - Nel pozzo? - Sì,
il suo sordo brontolio. - Taci, Darma, - diss'egli. Le  si  avvicinò e s'abbassò verso terra. - Ada, Ada, - ripeté con
tua Ada, ed impedisci che qualcuno entri nella spelonca.  Si  mise a cercare, andando un po' a dritta e un po' a
il padrone. Già disperava di poterlo rintracciare, quando  si  trovò addosso ad un parapetto, il quale, secondo i suoi
della spelonca. - Questo dev'essere il pozzo, - mormorò.  Si  alzò facendo scorrere le mani sul muricciuolo e sentì che a
che a qualche metro dal suolo piegavasi. Girò attorno, poi  si  chinò sul parapetto e guardò giù. Non iscorse che tenebre.
qualche gradinata? - Non mi sembra. Scenderò io pel primo.  Si  legò attraverso il corpo una fune che aveva portato con sé,
con sé, pose l'estremità nelle mani di Tremal-Naik e  si  calò intrepidamente nel pozzo agitando le gambe nel vuoto.
ascelle, passò fra le braccia di Kammamuri, poi Tremal-Naik  si  lasciò cadere giù portando seco la corda. - Credi che ci
nel pozzo, sdraiandosi a fianco del maharatto.  Si  strappò di dosso la larga fascia di cachemire, la stese per
la stese per terra, vi depose sopra la giovanetta e le  si  inginocchiò accanto, poi diede fuoco ad una piccola torcia
Tremal-Naik, estremamente commosso, pallido, tremante  si  curvò sulla giovanetta e le slacciò la corazza d'oro i cui
semi-aperte che lasciavano a nudo i candidissimi denti:  si  sarebbe detto che era morta. Tremal-Naik le rialzò
La testa della giovanetta chinata su di una spalla,  si  alzò lentamente, poi le palpebre si aprirono e lo sguardo
su di una spalla, si alzò lentamente, poi le palpebre  si  aprirono e lo sguardo si fissò sul volto di Tremal-Naik. Un
alzò lentamente, poi le palpebre si aprirono e lo sguardo  si  fissò sul volto di Tremal-Naik. Un grido uscì da quelle
udito e andava avvicinandosi rapidamente. - Giungono? -  si  chiese Tremal-Naik, stringendo colla sinistra la mano della
- spegni il fuoco! - Tremal-Naik ubbidì e tutti e quattro  si  seppellirono nelle tenebre. Il medesimo fragore tornò a
gola del pozzo. - Kammamuri, - disse Tremal-Naik - qualcuno  si  avvicina. - Sì, la tigre lo ha udito. - Rimani presso Ada.
che in quell'istante avrebbe pugnato contro mille uomini.  Si  svincolò dalle braccia della fidanzata, e s'avvicinò al
Tendendo bene l'orecchio, raccolse un lieve bisbiglio.  Si  sarebbe detto che alcune persone parlavano presso il
gli sfuggì. - Ah miserabili! - gridò. Kammamuri e Ada  si  slanciarono, di comune accordo, verso di lui. -
emozioni, malgrado l'imminenza del pericolo, lo ubbidì e  si  coricò sullo scialle. Tremal-Naik ed il maharatto si
e si coricò sullo scialle. Tremal-Naik ed il maharatto  si  diressero verso le pareti e si misero a scandagliare con
Tremal-Naik ed il maharatto si diressero verso le pareti e  si  misero a scandagliare con profonda attenzione, colla
come se fossero in una stufa. - Cosa vuol dir ciò? -  si  chiedeva il cacciatore di serpenti, assai inquieto. Scorse
in un angolo, la roccia risuonava come se fosse vuota.  Si  poteva intaccarla coi coltelli e scavare una galleria. I
indiani tornarono presso la giovanetta, ma questa dormiva.  Si  consigliarono brevemente sul da farsi e decisero di
Ebbero paura. - Dovremo morire in questa spelonca? -  si  chiese Tremal-Naik, gettando uno sguardo disperato su
uno sguardo disperato su quelle rupi, che a poco a poco  si  calcinavano. In quell'istante un misterioso mormorio si
si calcinavano. In quell'istante un misterioso mormorio  si  fece udire sopra le loro teste ed un enorme pezzo di rupe
fece udire sopra le loro teste ed un enorme pezzo di rupe  si  staccò dalla volta, cadendo a terra con grande fracasso.
svegliata dal precipitare della cascata. L'indiano  si  lanciò verso di lei. - Cosa vuoi? - le chiese. - Soffoco
tutti. Le porse parecchie volte da bere e poi, a sua volta,  si  dissetò. D'improvviso la tigre emise un rauco miagolio,
al suolo, dibattendosi furiosamente. Kammamuri, spaventato,  si  slanciò verso la belva, ma le forze tutto d'un tratto gli
la bocca come se volesse parlare, poi chiuse gli occhi e  si  irrigidì.. Tremal-Naik la sostenne e mandò un urlo
Aiuto! ... Aiuto! ... Fu l'ultimo suo grido. La vista gli  si  offuscò, i muscoli gli si irrigidirono, una violenta
l'ultimo suo grido. La vista gli si offuscò, i muscoli gli  si  irrigidirono, una violenta commozione lo scosse dal capo
commozione lo scosse dal capo alle piante, vacillò,  si  raddrizzò, indi cadde come fulminato sulle ardenti pietre
Lucrezio in liceo me ne sarei innamorato, ma Lucrezio non  si  legge volentieri nei licei, ufficialmente perché è troppo
emanato odore di empietà; perciò, fin dall' antichità gli  si  è costruito intorno un involucro di silenzio, ed oggi di
di silenzio, ed oggi di quest' uomo straordinario non  si  sa quasi nulla. Coscientemente o no, per lungo tempo è
voleva liberare l' uomo dalla sofferenza e dalla paura,  si  ribellava contro ogni superstizione, e descriveva con
"Se avete sonno", disse la loro mamma, "è una malattia che  si  guarisce presto! Andate a letto e non se ne parli più." I
non se lo fecero ripetere: presero il loro candeliere e  si  chiusero in camera. "È meglio che ci vestiamo subito",
Rigoletti? ... " "Che discorsi! Prima di chiamar la mamma,  si  spenge la candela." "E se la mamma entra in camera col suo
s'infilarono i loro calzoni e le loro gualdrappe di seta, e  si  nascosero sotto i lenzuoli, lasciando fuori solamente la
a voi come rimasero la mattina dopo, quando svegliandosi,  si  trovarono tutti e tre nel letto, mascherati! "Meno male",
il premio." Lesti lesti saltarono il letto, lesti lesti  si  spogliarono da Rigoletti e si rivestirono da ragazzi, e
il letto, lesti lesti si spogliarono da Rigoletti e  si  rivestirono da ragazzi, e lesti lesti nascosero tutto il
bell'e vestiti cogli abiti da maschera. Appena, però,  si  accorsero che la mamma, dopo averli baciati, era rientrata
era rientrata nella sua camera, saltarono dal letto e  si  posero a girandolare in su e in giù, tanto per non
finalmente dopo un secolo sonarono le dieci. "Dunque  si  va, o non si va? Se vogliamo andare, questa sarebbe l'ora",
dopo un secolo sonarono le dieci. "Dunque si va, o non  si  va? Se vogliamo andare, questa sarebbe l'ora", disse
qui." "E tu, Pierino, a che cosa pensi?" "Per me, se  si  deve andare, andiamo: ma il core mi dice che questi
disgrazia. Se la mamma, nel tempo che siamo al teatro, la  si  svegliasse? ... " "E perché si dovrebbe svegliare?" "I casi
che siamo al teatro, la si svegliasse? ... " "E perché  si  dovrebbe svegliare?" "I casi son tanti! E se una volta
l'uscio di camera e parve loro di sentire qualcuno che  si  allontanasse in punta di piedi. "Che sia lo zio Eugenio?",
a loro una vocina di galletto che faceva: Chiù-chiù-chiù!  Si  voltarono e videro una figura magra e tutta nera, con un
è una maschera? Fermiamoci e lasciamola passare avanti." E  si  fermarono: ma il diavolo si fermò anche lui. Allora i tre
e lasciamola passare avanti." E si fermarono: ma il diavolo  si  fermò anche lui. Allora i tre ragazzi, per non
uno sgambetto. "Noi andiamo per la nostra strada, e non  si  dà noia a nessuno." "Chiù-chiù." "Si levi di torno, sor
e a saltare in un modo spiritato. I tre ragazzi impauriti  si  dettero a correre: e corri, corri, corri, arrivarono
e ripetuto, tutto il pubblico dei palchi e della platea  si  voltò: e vedendo quelle tre mascherucce, che pretendevano
nacque da un momento all'altro. In mezzo a quel pigia-pigia  si  sentì una voce di donna, che gridò: "Mi hanno rubato il
ne riparleremo." Que' poveri figliuoli piansero, pregarono,  si  raccomandarono ... Ma inutilmente. La guardia aprì una
furono cacciati in gattabuia. Trovandosi soli e al buio,  si  presero l'uno con l'altro per la mano, stringendosi forte
loro un po' di coraggio. E intanto che Cesarino e Orazio  si  sfogavano a piangere dirottamente, Pierino balbettò
bene ... e così ora, invece di trovarci qui in prigione,  si  sarebbe a casa a dormire ne' nostri lettini." "E se dopo mi
quanto sarebbe durato, se la porticina della prigione non  si  fosse aperta, e una vociona di fuori non avesse gridato.
Come mai questo cambiamento di scena all'improvviso? ...  Si  fa presto a capirlo: essendo stato scoperto e arrestato il
lasciati in libertà. Figuratevi la loro contentezza, quando  si  trovarono in mezzo alla strada, padronissimi di tornarsene
a casa! Non sapendo che cosa dire, piangevano, ridevano e  si  abbracciavano. E strada facendo, borbottavano fra loro:
borbottavano fra loro: "Ora, appena arrivati a casa,  si  sale le scale in punta di piedi ... . E poi s'entra in
... E nascondiamo questi panni sotto il letto." "E domani  si  fa vista di aver dormito tutta la notte, e ci leviamo ... "
tutta la notte, e ci leviamo ... " "E poi di nascosto  si  riportano questi cenci nella cassapanca dello zio ... " "E
questi cenci nella cassapanca dello zio ... " "E poi  si  fa colazione come tutte le altre mattine ... " "E poi si va
si fa colazione come tutte le altre mattine ... " "E poi  si  va a scuola ... " "E i libri? ... " "Si dice alla mamma che
... " "Nemmeno la mamma." Con questi e con altri discorsi,  si  trovarono quasi senza avvedersene davanti alla porta di
l'omo nero. "Si vorrebbe andare in casa." "Di qui non  si  passa." "Scusi, sor diavolo", disse Pierino, "ma queste non
"Se volete passare, pagate il dazio." "Ma che dazio! La  si  figuri che in tutti e tre, non abbiamo un centesimo."
no ci rovini tutti!", dissero i suoi fratelli. Il diavolo  si  tirò da parte, e i ragazzi entrarono in casa, richiudendo
quel momento l'aerostato  si  librava quasi sopra San Paolo, piccola isola che è situata
a spingerlo verso la grande isola dei merluzzi, che  si  delineava distintamente con le sue numerose baie, i suoi
i suoi laghi, le sue colline e i suoi boschi. All'ovest  si  vedeva l'isola d'Anticosti, la cui forma allungata si
si vedeva l'isola d'Anticosti, la cui forma allungata  si  stendeva a mò di immenso cetaceo; più vicino appariva il
dalla baia sopraccennata. Un nuvolone di fumo biancastro  si  alzava ancora a prua, disperdendosi lentamente. "Ecco chi
tutti e due feniani?" "Mi crederanno vostro complice." "E  si  rovina o si tenta di rovinare un sì magnifico vascello
feniani?" "Mi crederanno vostro complice." "E si rovina o  si  tenta di rovinare un sì magnifico vascello aereo?" "Gli
malanni." Mentre così discorrevano, il vascello aereo, che  si  manteneva sempre a quella grande altezza, filava
verso il nord-est con velocità crescente. Appena appena  si  avvertiva un leggero ondulamento della navicella, tanto
ben equilibrati i due aerostati e così solidamente uniti:  si  sarebbe detto che formassero un corpo solo. Alle due
e del negro Simone specialmente, il quale non  si  era ancora rimesso dal suo terrore. A quell'altezza non si
si era ancora rimesso dal suo terrore. A quell'altezza non  si  udivano più né i muggiti delle onde, che pure si vedevano
non si udivano più né i muggiti delle onde, che pure  si  vedevano coperte di candida spuma, né le grida degli
grida degli immensi stormi di gabbiani e di procellarie che  si  vedevano volteggiare al di sopra del golfo. Quantunque il
regnava in quelle alte regioni e i tre aeronauti, sebbene  si  trovassero a soli 3500 metri, provavano una certa
dell'aria. O'Donnell, che cominciava a battere i denti,  si  accorse che il termometro segnava due gradi sotto lo zero.
d'aprile" Guardò giù: ad una grande distanza, verso il sud,  si  vedeva l'incrociatore che li aveva bombardati; ma era ormai
sua macchina per tener dietro all'aerostato, che sempre più  si  allontanava. A sinistra si scorgevano le due isole francesi
all'aerostato, che sempre più si allontanava. A sinistra  si  scorgevano le due isole francesi di Miquelin e di S.
continui segnali delle navi da guerra e delle navi a vela,  si  smarriscono e molto spesso si allontanano in mezzo
guerra e delle navi a vela, si smarriscono e molto spesso  si  allontanano in mezzo all'oceano, dove le onde li
dei merluzzi e nella preparazione delle graves.  Si  reclutano ordinariamente nei più miserabili villaggi della
ordinariamente nei più miserabili villaggi della Brettagna,  si  alloggiano in grandi truppe nei magazzini costruiti intorno
di un mastro, e terminata la stagione delle pesche,  si  rimandano in patria. Essendo per lo più economi, ritornano
pescato, viene semplicemente salato, senza seccarlo. Lo  si  chiude in barili con strati di sale, e dopo poche settimane
in barili con strati di sale, e dopo poche settimane lo  si  può mangiare, sia in America che in Europa. Quello secco,
sia in America che in Europa. Quello secco, invece, lo  si  lascia in sale tre soli giorni per sbarazzarlo di tutto il
di tutto il sangue e dell'acqua che contiene, poi  si  porta sulle graves e lo si espone al sole. Quando ha preso
e dell'acqua che contiene, poi si porta sulle graves e lo  si  espone al sole. Quando ha preso tre soli, operazione che
o la troppa umidità delle nebbie possono guastarlo, lo  si  depone in modo che l'aria lo lambisca in tutta la sua
sono giunti, come dicono i pescatori, al loro decimo sole,  si  accumulano gli uni sopra gli altri, formando delle grandi
cataste alte parecchi metri. Di giorno queste cataste  si  lasciano esposte al sole e all'aria; ma di notte si coprono
cataste si lasciano esposte al sole e all'aria; ma di notte  si  coprono con una immensa tela impermeabile, per proteggerli
per proteggerli dall'umidità. Al sessantesimo giorno  si  scelgono i merluzzi perfettamente secchi e si pongono
giorno si scelgono i merluzzi perfettamente secchi e  si  pongono subito in commercio. Se ve ne sono di umidi, si
e si pongono subito in commercio. Se ve ne sono di umidi,  si  tornano a mettere sulla grave a stagionarsi e a prendere un
tutto era molto semplice, tanto che la porta d' ingresso  si  riduceva a un sottile rettangolo bruno girevole intorno a
rettangolo bruno girevole intorno a un punto. La ragazza  si  chiamava Surfa e abitava poco lontano: vogliamo dire, poco
ruscello se non bagnandosi, così Plato passò a nuoto, e poi  si  asciugò rigirandosi al sole, che percorreva lentamente l'
verde-azzurro della casa di Surfa: la raggiunse in breve, e  si  rallegrò scorgendo la ragazza che gli stava venendo
che gli stava venendo incontro, esile lineetta che però  si  andava allungando a mano a mano che la distanza diminuiva;
rossi e gialli della sua gonna preferita, e poco dopo i due  si  tesero la mano. Non se la strinsero: si accontentarono di
e poco dopo i due si tesero la mano. Non se la strinsero:  si  accontentarono di incastrare una mano nell' altra
passavano le ore e il loro desiderio cresceva. Il sole  si  andava spegnendo: Surfa trovò modo di far sapere a Plato
infinite volte visitata nei sogni. Non accesero il lume:  si  ritirarono nell' angolo più riposto, e mentre ancora
della ragazza: erano fatti l' uno per l' altra.  Si  unirono infine, nell' oscurità e nel solenne silenzio della
superava il loro intendimento, e non durò che un attimo.  Si  separarono, si salutarono, e Plato riprese tristemente la
loro intendimento, e non durò che un attimo. Si separarono,  si  salutarono, e Plato riprese tristemente la strada di casa,
nera. Nulla di nuovo pareva che fosse accaduto. La capanna  si  rizzava ancora fra i canneti sormontata da una dozzina di
alzò la testa, fissò sul canotto i suoi occhi verdastri e  si  slanciò verso la riva emettendo un sordo mugolìo. Kammamuri
verso la riva emettendo un sordo mugolìo. Kammamuri e Aghur  si  affrettarono a sbarcare e portarono il padrone nella
adagiandolo su di una comoda amaca. La tigre ed il cane  si  arrestarono al di fuori a vegliare.- Esamina la ferita,
attentamente il petto del povero Tremal- Naik. Una ruga  si  disegnò sulla sua fronte. - È grave, - disse. - Il pugnale
visione. - Almeno così ha detto. - Egli, giunto all'isola,  si  fissò in testa di scoprire quella creatura. Pare che
in testa di scoprire quella creatura. Pare che sapesse ove  si  celava, poiché mi comandò di ritornare alla capanna e partì
- Ho le mie buone ragioni per averne. - Credi tu che  si  mostreranno nella nostra jungla? - Lo temo, Aghur:
sulla ferita un nuovo cataplasma di erbe, ed Aghur  si  sedette dinanzi alla capanna, colla tigre ed il cane
Però tornò a cadere in una specie di assopimento, che  si  prolungò fino al calare del sole. I due indiani, quantunque
al di fuori della capanna, armato fino ai denti. Il cane  si  era accovacciato ai suoi piedi cogli occhi fissi al sud. A
verso il fiume s'udi a gridare: - Aiuto! Aiuto! ... Il cane  si  mise ad abbaiare furiosamente. - Aiuto! ... - ripeté la
la medesima voce. - Kammamuri! - esclamò Aghur. - Qualcuno  si  annega. - Certamente. - Non possiamo lasciarlo annegare. -
alla riva! - Prepariamo le armi e stiamo attenti. Non  si  sa mai cosa può accadere. Tu, Darma, rimani qui e sbrana
accadere. Tu, Darma, rimani qui e sbrana senza pietà quanti  si  presentano. La tigre certamente lo comprese, poiché si
si presentano. La tigre certamente lo comprese, poiché  si  raccolse su se stessa, cogli occhi fiammeggianti, pronta a
pronta a scagliarsi sul primo venuto. I due indiani  si  slanciarono verso la riva, preceduti da Punthy che
- Vedi nulla? - chiese Kammamuri ad Aghur, che  si  era curvato sulla corrente. - Sì, mi pare di scorgere
laggiù qualche cosa che va alla deriva. - Un uomo forse? -  Si  direbbe più il tronco di un albero. - Olà! - gridò
risposta che ottenne. Non vi era da esitare, quel naufrago  si  trovava agli estremi e poteva da un momento all'altro
all'altro annegarsi. I due indiani balzarono nel canotto e  si  diressero rapidamente verso di lui. Ben presto s'avvidero
lasciandosi deporre nel fondo del battello. I due indiani  si  curvarono su di lui osservandolo con curiosità. Era un uomo
a tremare. - Feroce uomo, - balbettò. Aghur ed il maharatto  si  guardarono l'un l'altro con sorpresa. - Tu sei pazzo, -
la caccia! Ma siamo noi i suoi compagni. Il bengalese  si  raddrizzò, guardandoli con ispavento. - Voi! ... Voi! ... -
del Mangal, e mi appiattai nella jungla, due ore dopo mi  si  slanciarono addosso alcuni uomini e mi sentii stringere il
il canotto nel piccolo seno. Appena sbarcarono, Punthy  si  slanciò contro il bengalese, abbaiando rabbiosamente e
È uno dei nostri. Il cane, anziché obbedire,  si  mise a ringhiare minacciosamente. - Questa bestia mi pare
alla quale vegliava la tigre. Cosa strana, anche questa  si  mise a brontolare in modo tutt'altro che amichevole,
densa decozione di riso, e la recò a Manciadi il quale  si  mise a mangiare con una voracità da lupo. Raccomandatogli
ed emise un acuto fischio. Tosto al sud un punto rossastro  si  alzò fendendo le tenebre e scoppiò spandendo una luce
le tenebre e scoppiò spandendo una luce vivida che subito  si  spense con una sorda detonazione. Altre due volte il
alcuni di noi hanno commesso dei compromessi, altri  si  sono feriti a vicenda, volontariamente o no, altri ancora
o ad ovest di corso Racconigi. Non tutti coloro fra noi che  si  sono sposati hanno visto accettato il loro coniuge;
coppie endogame, che non sono poche. Ogni tanto, qualcuno  si  fa un amico esterno e se lo porta dietro, ma è raro che
un amico esterno e se lo porta dietro, ma è raro che questo  si  integri; per lo più, viene invitato una, due volte, e
giudica con severità ma vuol bene a quasi tutti. La  si  sospetta di intrattenere rapporti con altri gruppi, ma a
Quando Alberto entra in una casa sembra che la luce  si  ravvivi:tutti si sentono di migliore umore, e anche più in
entra in una casa sembra che la luce si ravvivi:tutti  si  sentono di migliore umore, e anche più in salute, perché
persone al mondo hanno tanti amici quanto Alberto) non  si  lascia pagare, e perciò riceve ogni anno a Natale una
mani, e aveva pensato di inaugurarlo con noi, poiché pareva  si  trattasse di una specie di gioco di società. Tina non si
si trattasse di una specie di gioco di società. Tina non  si  oppose, però era facile accorgersi che non vedeva la cosa
accorgersi che non vedeva la cosa di buon occhio:forse  si  sentiva esautorata, e temeva che le redini della serata le
ora), riesce in un attimo a farla volere da tutti, e perciò  si  muove sempre alla testa di uno sciame di seguaci. Li porta
disse che dentro la scatola c' era uno strumento che  si  chiamava Psicofante, e che davanti ad un nome come quello
Psicofante, e che davanti ad un nome come quello non  si  poteva esitare. In un batter d' occhio fu sgomberato un
inserimmo nella presa di corrente, e mentre l' apparecchio  si  riscaldava Alberto lesse ad alta voce le istruzioni per l'
guerra: li mettevi sul palmo della mano, e a seconda se  si  accartocciavano, o vibravano, o cadevano a terra, se ne
_. Miranda disse che, se le cose stavano così, lei  si  sarebbe fatta monaca piuttosto che mettere la mano nell'
altre cose, nacque un po' di baccano, io dissi che, se  si  vogliono vedere miracoli a buon patto, tanto vale andare in
patto, tanto vale andare in piazza Vittorio;altri invece  si  disputavano il primo esperimento, altri ancora designavano
altri ancora designavano questo o quello, e questo e quello  si  schermivano con vari pretesti. A poco a poco prevalse il
nell' incavo, e con la destra premette il pulsante.  Si  fece silenzio ad un tratto. Nel vassoio si formò dapprima
il pulsante. Si fece silenzio ad un tratto. Nel vassoio  si  formò dapprima una piccola chiazza rotonda, arancione,
rotonda, arancione, simile a un tuorlo d' ovo. Poi gonfiò,  si  allungò verso l' alto, e l' estremità superiore si dilatò
gonfiò, si allungò verso l' alto, e l' estremità superiore  si  dilatò acquistando l' aspetto del cappello di un fungo;
Alberto tolse il dito dal pulsante, ed allora la pulsazione  si  arrestò, e il bagliore si estinse a poco a poco. Eravamo in
pulsante, ed allora la pulsazione si arrestò, e il bagliore  si  estinse a poco a poco. Eravamo in dubbio se l' oggetto si
si estinse a poco a poco. Eravamo in dubbio se l' oggetto  si  potesse toccare o no: Anna disse che era meglio non farlo,
o no: Anna disse che era meglio non farlo, perché certo  si  sarebbe disfatto immediatamente;anzi, che forse non
Nelle istruzioni non c' era alcun accenno su quel che  si  potesse o dovesse fare con le immagini, ma Henek osservò
per sgomberare il vassoio: era assurdo che l' apparecchio  si  potesse usare una volta sola. Alberto distaccò il fungo dal
distaccò il fungo dal vassoio, lo esaminò con cura, e  si  dichiarò soddisfatto; anzi, disse che si era sempre sentito
con cura, e si dichiarò soddisfatto; anzi, disse che  si  era sempre sentito arancione, fin da bambino. Ce lo
a sogghignare, ed Antonio a sentirsi a disagio. Poi  si  vide spuntare dal piano del vassoio una barretta metallica
altre quattro, disposte a croce intorno alla prima;  si  formarono quattro ponticelli che le congiunsero con
come un diapason, emettendo una nota lunga e pura che  si  estinse lentamente. _ Io non sono d' accordo, _ disse
neppure così pesante come sembrava. Poi toccò ad Anna, che  si  agitava sulla sedia per l' impazienza, e andava dicendo che
nera. Tutti guardavamo il vassoio, ma sul vassoio non  si  vedeva nulla. Ad un tratto, Tina disse: _ Guardate, è là
Guardate, è là sopra! _ In fatti, a mezzo metro d' altezza  si  vedeva una nuvoletta di vapore rosa-viola, grossa quanto un
di vapore rosa-viola, grossa quanto un pugno:lentamente,  si  dipanò come un gomitolo, e si allungò verso il basso
quanto un pugno:lentamente, si dipanò come un gomitolo, e  si  allungò verso il basso emanando numerose cortine verticali
conservando sempre quel suo aspetto diafano e delicato, poi  si  divise in anelli sovrapposti fra i quali scoccavano piccole
i quali scoccavano piccole scintille crepitanti, ed infine  si  contrasse, si ridusse alle dimensioni di una noce, e
piccole scintille crepitanti, ed infine si contrasse,  si  ridusse alle dimensioni di una noce, e scomparve con uno
esame risultò costituita da una ventina di pezzi che  si  incastravano fra loro con esattezza; Ugo la smontò e non
dopo molte insistenze. Dapprima, e ancora sul vassoio non  si  vedeva niente, si percepì nell' aria un odore famigliare ma
Dapprima, e ancora sul vassoio non si vedeva niente,  si  percepì nell' aria un odore famigliare ma inaspettato: lì
ma era indubbiamente un odore di cucina. Subito dopo  si  sentì uno sfrigolio, e il fondo del vassoio si coprì di un
Subito dopo si sentì uno sfrigolio, e il fondo del vassoio  si  coprì di un liquido che ribolliva e fumava; dal liquido
sono privi di apparato digerente. Claudio era arrossito, e  si  guardava intorno con imbarazzo. _ Come sei diventato rosso!
poi aggiunse, rivolta a noi: _ Macché simbolo e simbolo.  Si  vede benissimo che questo coso è uno screanzato, e ha
per parlare, e disse che non era diventato rosso perché  si  sentisse insultato, ma per un altro motivo, talmente
prova per loro una tenerezza intensa, e quasi sempre  si  innamora di loro. Era chiaro che lo psicofante aveva voluto
una sorpresa. Non appena ebbe posato il dito sul pulsante,  si  udì un "pop" netto, come quando salta il tappo di una
e ci accorgemmo che i suoi occhi (quelli veri, voglio dire)  si  erano riempiti di lacrime. Henek cercò di venirle in aiuto:
diffidenza. Sul vassoio comparve un granello lucido, che  si  accrebbe a formare un cilindretto grosso quanto un ditale;
in breve raggiunse le dimensioni di un barattolo, ed allora  si  vide che era proprio un barattolo, e più precisamente un
grillo morto e uno vivo, e un pezzetto di brace, che però  si  spense quasi subito.
aveva una gran disdetta; pareva che quasi tutti i pesci  si  fossero messi d'accordo per non farsi pescare da lui. I
da bambola, e parlava con una vocina così esile esile, che  si  sentiva appena. Per questo la chiamavano Bambolina. Quanto
sangue. Facciamo la volontà di Dio! Ora che il pescatore  si  trovava con quella disdetta addosso, ripensava
- Pensaci bene. Tornerò fra otto giorni. La donna-pesce  si  tuffò in mare e disparve. Giunto a casa, stava per
per raccontare alla moglie quel che gli era accaduto; ma  si  trattenne. Voleva ripensarci bene. Ci ripensò per otto
bene. Ci ripensò per otto lunghi giorni, e all'ultimo  si  decise. Senza dir nulla alla moglie, avrebbe venduto
Le tagliò una ciocca di capelli, e giunto su lo scoglio  si  sedette ad aspettare. Verso mezzogiorno, ecco a fior
saputo che a Bambolina mancava qualcosa. La donna-pesce  si  accostò allo scoglio, porse il mucchio d'oro al pescatore,
il mucchio d'oro al pescatore, prese in cambio Bambolina e  si  allontanò dalla spiaggia: - Bada, pescatore! Chi inganna è
dalla spiaggia: - Bada, pescatore! Chi inganna è ingannato.  Si  rituffò in mare e disparve con Bambolina tra le braccia. La
Tenete. - A chi li date cotesti gusci di telline? Qui non  si  fa la burletta. Il pescatore diventò smorto come un
di avervi una manciata di monete d'oro; cavandole fuori,  si  trovava in pugno tanti gusci di telline. Gli pareva
pugno tanti gusci di telline. Gli pareva impossibile; non  si  sapeva persuadere. E va in un altro negozio. - Quanto lo
qui? - Trecento lire. - Uh! Una miseria! Tenete. - Qui non  si  fa la burletta. A chi li date cotesti gusci di telline? Se
detto: "Bada, pescatore! Chi inganna è ingannato". E già  si  trovava bell'e ingannato con quei gusci di telline. -
giunsero all'orecchio del Re. Il Re spedì le sue guardie e  si  fece condurre dinanzi marito e moglie ammanettati. - Che
il collo dal boia. Il pescatore corse allo scoglio e  si  mise a chiamare: - Donna-pesce! ... O donna-pesce! La
in cambio il Reuccio e la cosa è fatta. Il pescatore  si  tastò il collo, gli pareva di averci attorno la corda del
strozzarlo. Quel cambio col Reuccio era impossibile. Pure  si  risolse di tentare. Ogni mattina andava davanti al palazzo
ricambio di Bambolina. I giorni passavano e il Reuccio non  si  vedeva; o se usciva fuori, c'era sempre qualche servitore
servitore che gli faceva la guardia. Un giorno finalmente  si  diè il caso che uscisse solo. - Reuccio, Reuccio, il mare è
Il Reuccio ebbe paura di quella donna dalla coda di pesce e  si  mise a strillare. Ma il pescatore lo afferrò e glielo
strappato al Reuccio una ciocca di capelli, mentre questi  si  dibatteva per non andare in braccio del mostro. - Non gli
- Bada pescatore! Chi inganna è ingannato. E la donna-pesce  si  rituffò in mare insieme col Reuccio e disparve. Il
in mare insieme col Reuccio e disparve. Il pescatore  si  mise in tasca Bambolina. Per via la interrogava. -
fa fare delle brutte cose. E Bambolina, zitta. Il pescatore  si  presentò al Re: - Ecco Bambolina. - Ah! Ti fai anche beffa
Nel tastarla, tocca una molla, e la bambola di legno  si  mette a parlare: - Bambolina è in fondo al mare, Il Reuccio
Reuccio! Il Re pareva impazzito dal dolore. Il Reuccio non  si  trovava; nessuno l'aveva veduto. - Che n'hai fatto del
di paura, raccontò ogni cosa. La bambola di legno non  si  chetava: - Bambolina è in fondo al mare, Il Reuccio dee
Chi l'ha fatta e può disfarla Vada subito a cercarla. Il Re  si  diè un colpo alla fronte: - Questo è un incantesimo! Non ci
nell'acqua. - Pesciolini di Dio, datemi retta: dove  si  trova la donna-pesce? I pesciolini si dispersero e
datemi retta: dove si trova la donna-pesce? I pesciolini  si  dispersero e sparirono quasi atterriti da quel nome. Dopo
nell'acqua. - Pesci, pesci di Dio, datemi retta: dove  si  trova la donna-pesce? Anche questi si dispersero e
datemi retta: dove si trova la donna-pesce? Anche questi  si  dispersero e sparirono, quasi atterriti da quel nome. Poco
rossa rossa. - Pesce, pesce di Dio, dammi retta: dove  si  trova la donna-pesce? - Vieni con me e lo saprai. La povera
non esitò un istante in faccia al pericolo d'annegarsi; e  si  tuffò in mare, tenendo stretti in pugno i capelli di
avanti e lei dietro, fra torme di pesci di ogni sorta, che  si  scansavano per lasciarla passare. Cammina, cammina, scendi,
ecco un bosco di piante strane che parevano vive e  si  movevano, e grotte in fila, tutte ornate di fiori che si
e si movevano, e grotte in fila, tutte ornate di fiori che  si  aprivano e si chiudevano, e sembrava nuotassero anch'essi.
e grotte in fila, tutte ornate di fiori che si aprivano e  si  chiudevano, e sembrava nuotassero anch'essi. - La
avevano suggerito di rispondere a quel modo. La donna-pesce  si  contorse tutta, e brontolando andò di là a prendere
basta! Vediamo se sei buona a disfarla. La donna-pesce  si  contorceva tutta. La mamma strinse forte la ciocca dei
tutta. La mamma strinse forte la ciocca dei capelli e  si  sentì suggerire: - Tirale le gambe. Afferrò Bambolina e le
e le tirò le gambe. - Ahi! Ahi! Ahi! La donna-pesce  si  contorceva, quasi colei le avesse invece tirata la coda. E
le avesse invece tirata la coda. E le gambine di Bambolina  si  allungavano quanto le gambe di una bella ragazzina di otto
mamma le tirò le braccia. - Ahi! Ahi! Ahi! La,donna-pesce  si  contorceva, quasi colei le avesse tirate le sue. E, le
colei le avesse tirate le sue. E, le braccia di Bambolina,  si  allungarono quanto le braccia d'una bella ragazzina di otto
il busto, e poi il collo. - Ahi! Ahi! Ahi! La donna-pesce,  si  contorce più di prima, quasi colei le avesse tirato il
Infatti, alcuni anni dopo, Bambolina e il Reuccio  si  sposarono. E quel giorno il Re volle che, in ricordo del
volle che, in ricordo del caso, in tutto il suo regno non  si  mangiasse altro che pesce. Chi l'allunga e chi l'accorcia,
sulle ginocchia, incrociò le mani dietro il capo e  si  abbandonò sulla spalliera della poltrona: - Che significava
di colore verde cupo, piú signorile. - Ma di sera  si  confonde col nero - disse la signora Teresa. - E non è da
- Era cresciuta la signorina, dopo quella malattia! -  si  affrettò a tornare in camera. Quel pranzo e quel ballo la
in camera. Quel pranzo e quel ballo la irritavano. E  si  ridomandava: - Proprio? ... Mochi ne saprà qualcosa! Il
quella Teresa. A quel sarcastico sorriso, Giacinta  si  sentì agghiacciare. - Perché? - domandò. - Pranzo, alle
per l'approvazione dei conti; tra un pranzo e un ballo  si  fa presto ... Alle dieci, il ballo ... Gli azionisti non
Oh, no! Non sarebbe comparsa in quel ballo! Assolutamente.  Si  aspettava da un momento all'altro di dover fare una scena
sua madre che precedeva la sarta, Giacinta ammutolí. E  si  lasciò spogliare dalla Marietta, e si lasciò mettere
Giacinta ammutolí. E si lasciò spogliare dalla Marietta, e  si  lasciò mettere indosso dalla sarta il vestito da provare
sarta il vestito da provare muovendosi come un automa. -  Si  volti cosí ... Cammini un po' ... Stia ferma ... Le pieghe
Sono una vigliacca! Sí, una vigliacca! Piangeva di rabbia,  si  torceva le mani. - Ma perché non accettava dunque la sua
- Ma perché non accettava dunque la sua sorte? Perché non  si  cacciava a fronte alta, armata di disprezzo, fra quella
nuovo nel cuore la debolezza delle altre volte. - Vedrai! -  si  sfogava con la Marietta. - Cambierò da bianca in nera ...
Bisogna avvertirla. - Elle chasse de race rispose Mochi che  si  divertiva spesso col punzecchiarla. - Com'è felice la tua
a poco la signora Maiocchi. - Osserva ... Dopo la malattia  si  è fatta piú bella ... Ma brava! Come balla bene! Giacinta
al suo ballerino che, guidandola, le domandava: -  Si  sente stanca? - No, punto. E giravano, giravano,
di laggiú. - Me le fa dimenticare. - ... Che caldo!  Si  soffoca. Si soffocava infatti; ed era un continuo agitar di
- Me le fa dimenticare. - ... Che caldo! Si soffoca.  Si  soffocava infatti; ed era un continuo agitar di ventagli
ed era un continuo agitar di ventagli ora che l'orchestra  si  riposava. Gli uomini si facevano vento coi cappelli a molla
di ventagli ora che l'orchestra si riposava. Gli uomini  si  facevano vento coi cappelli a molla schiacciati. - Gerace,
già preludiava il Porati. - Che simpatico giovane! Giacinta  si  limitò ad accennare col capo che era della stessa opinione
una nota. Quella melodia, improntata di una gaiezza mesta,  si  dondolava col suo ritmo, mollemente, e faceva dondolare,
e sul collo, solleticanti; e aggrottava le sopracciglia, e  si  chinava inavvertitamente verso di lui, attratta da quella
Un minuto secondo? Non sapeva rendersene conto. Gerace le  si  era avvicinato per ringraziarla degli applausi. - Son io
quindicina di passi dalla riva. Quindici o venti persone  si  erano radunate intorno ad una specie di palanchino formato
Dovevano essere tutti parenti ed amici del morto, però  si  vedevano in mezzo a loro alcuni pourohita ossia sacerdoti
compiere. Il primogenito del morto era uscito dal fiume,  si  era fatto già radere in fretta e si era accostato al
era uscito dal fiume, si era fatto già radere in fretta e  si  era accostato al genitore, seguìto dalla madre alla quale i
di riso che prima aveva bagnati con un po' di saliva e  si  ritrasse, pronunciando una preghiera. I parenti
fatto circolo accostando le torce al rogo. Una gran fiamma  si  sprigionò subito rompendo bruscamente le tenebre e
ed il salmodiare del pourohita e dei suoi aiutanti,  si  udivano le urla disperate del figlio e della vedova, ed ai
del figlio e della vedova, ed ai bagliori delle fiamme  si  vedevano i parenti a rotolarsi per terra ed a picchiarsi il
la cenere e le ossa e le gettarono nel fiume, quindi  si  allontanarono tutti in silenzio, scomparendo ben presto
le mani, è vero, fratellino? - disse Yanez. - Sì, se  si  può, - rispose la Tigre della Malesia. - Le mie braccia
di palmizi tara e d'immensi gruppi di bambù. Bindar  si  era messo alla testa del drappello, fiancheggiato da Yanez,
e anche meno, il drappello poteva giungervi. Tutti però  si  avanzavano con estrema prudenza onde non farsi scorgere.
indiano passeggiasse per quelle boscaglie, nondimeno  si  tenevano in guardia. Attraversata la zona dei palmizi e dei
in guardia. Attraversata la zona dei palmizi e dei bambù,  si  trovarono improvvisamente dinanzi ad una vasta radura,
la famosa pietra di Salagraman col capello di Visnù,  si  componeva d'una enorme piramide tronca; colle pareti
piramide tronca; colle pareti abbellite da sculture che  si  succedevano senza interruzione dalla base alla cima e che
nani, cavalli, ecc. Solo dinanzi alla porta d'entrata  si  rizzava una torre piramidale più piccola, il cobrom,
in questa specie di torre? - Nella pagoda di certo. - Yanez  si  volse verso i suoi uomini, chiedendo: - Chi saprà
semplice scalata quella manovra. In meno di mezzo minuto  si  trovarono entrambi sul davanzale della finestra, da dove
- Va' a trovare Brahma adunque! - Sandokan e Tremal-Naik  si  issarono rapidamente, scomparendo fra le tenebre. Quando i
Malesia e l'indiano avevano raggiunto il davanzale, dove  si  tenevano a cavalcioni il malese ed il dayaco, i quali si
si tenevano a cavalcioni il malese ed il dayaco, i quali  si  erano già affrettati a spegnere il lume onde non si
i quali si erano già affrettati a spegnere il lume onde non  si  potessero scorgere le persone che salivano. - Avete udito
la prese, s'abbassò fino quasi a terra onde la luce non  si  espandesse troppo e fece qualche passo innanzi. Si
luce non si espandesse troppo e fece qualche passo innanzi.  Si  trovavano in una minuscola stanza, la quale aveva una porta
mormorò. La spinse, cercando di non produrre alcun rumore e  si  trovò dinanzi ad un pianerottolo pure minuscolo. Sotto
dagli altri, che raggiungevano a poco a poco la finestra,  si  trovarono ben presto in un corridoio, che pareva si
si trovarono ben presto in un corridoio, che pareva  si  avanzasse verso il centro della pagoda e che scendeva molto
formata di quell'impareggiabile acciaio naturale che non  si  trova che nelle miniere del Borneo; poi disse con voce
averla discesa, in una immensa sala, in mezzo alla quale  si  rizzava, su un enorme quadro di pietra, una statua
inquieta: mangiava poco, aveva qualche linea di febbre, e  si  lamentava di un prurito alla schiena. I suoi dovevano
la bottega e non avevano molto tempo da dedicare a lei: _  Si  starà sviluppando, _ disse la madre; la tenne a dieta e le
riusciva più a dormire; applicandole la pomata, la madre  si  accorse che la pelle era ruvida: si stava coprendo di peli,
la pomata, la madre si accorse che la pelle era ruvida:  si  stava coprendo di peli, fitti, rigidi, corti e biancastri.
coprendo di peli, fitti, rigidi, corti e biancastri. Allora  si  spaventò, si consultò col padre, e mandarono a chiamare il
fitti, rigidi, corti e biancastri. Allora si spaventò,  si  consultò col padre, e mandarono a chiamare il medico. Il
e proprio qui da noi, in questa valle dimenticata! _ Le ali  si  sarebbero formate a poco a poco, senza danni per l'
crescevano rapidamente, le davano noia quando era a letto e  si  vedevano attraverso la camicetta. Verso marzo la nuova
commissioni mediche italiane e forestiere: Isabella  si  divertiva e si sentiva importante, ma rispondeva alle
mediche italiane e forestiere: Isabella si divertiva e  si  sentiva importante, ma rispondeva alle domande con serietà
Unicef, e venne anche dalla Svezia una fisioterapista:  si  era sistemata nell' unica locanda del paese, capiva male l'
esporsi a pericoli, ma Isabella aspettava solo che le  si  presentasse l' occasione. Quando riusciva a isolarsi, nei
prese la mulattiera della Costalunga, superò il crinale e  si  trovò sui prati ripidi dell' altro versante: non c' era
sui prati ripidi dell' altro versante: non c' era nessuno.  Si  fece il segno della croce, come quando ci si butta in
era nessuno. Si fece il segno della croce, come quando ci  si  butta in acqua, aprì le ali e prese la corsa verso il
corsa verso il basso. A ogni passo, l' urto contro il suolo  si  faceva più lieve, finché la terra le mancò; sentì una gran
e puntava verso l' alto, ma solo per poco, poi la velocità  si  riduceva troppo e Isabella si sentiva in pericolo. Provò a
per poco, poi la velocità si riduceva troppo e Isabella  si  sentiva in pericolo. Provò a battere le ali, e si sentì
Isabella si sentiva in pericolo. Provò a battere le ali, e  si  sentì sostentata, a ogni colpo guadagnava quota,
sforzo. Anche mutar direzione era facile come un gioco,  si  imparava subito, bastava torcere leggermente l' ala destra
una sensazione di gonfiore, di tensione al basso ventre;  si  sentì umida, toccò, e ritrasse la mano sporca di sangue. Ma
e ritrasse la mano sporca di sangue. Ma sapeva di che cosa  si  trattava, sapeva che un giorno o l' altro sarebbe successo,
sapeva che un giorno o l' altro sarebbe successo, e non  si  spaventò. Rimase in aria per un' ora buona, e imparò che
le faceva acquistare quota gratis. Seguì la provinciale e  si  portò a picco sopra il paese, alta forse duecento metri:
paura di prender terra malamente e di farsi ridere dietro.  Si  lasciò trasportare dal vento al di là del torrente, sui
violenza come per volare all' indietro; abbassò le gambe e  si  trovò in piedi sull' erba, appena un poco trafelata.
sull' erba, appena un poco trafelata. Ripiegò le ali e  si  avviò verso casa. In autunno spuntarono le ali a quattro
di tutti. Il dottore mise le ali l' anno dopo, ma non  si  curò di Isabella e sposò in gran fretta una signorina senz'
qualche lezione dalla figlia, con paura e vertigine, e  si  lussò una caviglia atterrando. Le ali non lo lasciavano
i pochi eletti della popolazione romana sanno ciò che  si  possa aspettare dai settantadue
curvo e calvo, che cammina a stento. Fatti pochi passi,  si  ferma, s'inchina profondamente.)
sto accorgendo che in queste pagine  si  sono accumulati molti esempi di capovolgimento.
i pittori sanno bene che in un quadro messo a testa in giù  si  mettono in evidenza virtù e difetti che prima non si erano
in giù si mettono in evidenza virtù e difetti che prima non  si  erano osservati. Questo racconto di esemplare concisione,
alto e in basso e attorno, e, tutt'a un tratto, le pareti  si  allargano, si allungano, ornate di splendide pitture, di
e attorno, e, tutt'a un tratto, le pareti si allargano,  si  allungano, ornate di splendide pitture, di sculture in oro
a sedersi, circondari dalle Dame e dai Dignitari del Regno.  Si  odono deliziose musiche invisibili. Guidati dal Gran Mago,
bella ma è anche parecchio noiosa. La bambola di Maria  si  chiama Flora ed è grande quasi quanto la sua padroncina. Ma
degli occhi che quando è ritta stanno aperti e quando la  si  mette a diacere si chiudono. Io ho voluto capacitarmi di
quando è ritta stanno aperti e quando la si mette a diacere  si  chiudono. Io ho voluto capacitarmi di questa cosa e le ho
e ho spiegato a Maria come stavano le cose, ed ella  si  è interessata alla spiegazione, ma dopo, quando ha visto
che gli occhi della bambola erano rimasti storti e non  si  chiudevano più, si è messa a piangere come se le fosse
della bambola erano rimasti storti e non si chiudevano più,  si  è messa a piangere come se le fosse accaduta una disgrazia
Via, via, faremo accomodare gli occhi della bambola... come  si  sono accomodati i miei. E del resto, cara Maria, bisogna
ora il più felice degli uomini! - A queste parole tutti  si  sono commossi, e Virginia mi ha abbracciato piangendo. In
dottore  si  alzò per avvicinarsegli e fargli la corte; gli cavò il
inchino, mentre le falde del farsetto corto e leggero gli  si  alzavano di dietro, quasi per ricevere degnamente ciò che
nella romanza del Tosti: Vorrei morir! Ambrogione  si  degnò di lasciarlo cantare, e alla fine della romanza lo
per ristabilire l'ordine, propose ed allestì, che  si  ripassasse in quartetto la famosa danzeria del maestro
in quartetto la famosa danzeria del maestro Caronti.  Si  accondiscese; ma prima di tutto il cottimista ordinò che si
Si accondiscese; ma prima di tutto il cottimista ordinò che  si  bevessero da tutti insieme altri quattro litri. Il
Chi parla di pagare, quando comando io?... E se qualcheduno  si  muove per uscire, piglio la falcetta e gli taglio le gambe.
pacis e per proprio vantaggio. - A questo patto accetto ?  si  acquietò Gregorio. Dopo mezz'ora di accordature innaffiate
innaffiate dal nero vino di Freisa, il quartetto  si  poté dire montato. Si suonò la Perseveranza, scottish; e
dal nero vino di Freisa, il quartetto si poté dire montato.  Si  suonò la Perseveranza, scottish; e poi il Cane di guardia,
il Cane di guardia, marcia in cui ad ogni tanto i sonatori  si  fermavano ad abbaiare: Bau! Bau! Ciò elettrizzò l'osteria;
una goccia. Oltre l'intiero quaderno del maestro Caronti,  si  suonò e si cantò la Biondina in gondoletta ? Cò sto caldo,
Oltre l'intiero quaderno del maestro Caronti, si suonò e  si  cantò la Biondina in gondoletta ? Cò sto caldo, cò sto
E il prete... - Auff... Andiamo a fare la serenata... Non  si  resiste più qua dentro ? esclamò il bel Rolando. Rosina
un'ora che son qui... - Andiamo! - concesse Ambrogione - ma  si  portino con noi i viveri. Uscì nel cortile; sollevò una
era rotto da quel carriaggio di briaconi notturni. Tutti  si  guardavano le pance illuminate dal chiarore della luna.
da nera sponda l'ombra dei tetti e dei balconi. Ambrogione  si  fermò a pensare, inorecchito come presentisse dell'acqua, e
e poi disse: - Io non ho paura, so nuotare. In un baleno  si  spogliò; e tenendo in bocca il fagotto degli abiti,
in Egitto! Raggiuntolo dall'altra parte, il bel Rolando  si  permise di dirgli: - Signor Ambrogione, sarà meglio andare
- No... no... grazie! - ...Come? Grazie!... Il bel Rolando  si  sentì livido da una guardata velenosa nel collo... - Ho
dopo la mezzanotte; al rumore dei tappi che saltavano via,  si  unirono i ventiquattro rintocchi dei morti. Passò per la
disse: - Adunque facciamola questa serenata. Allora tutti  si  volsero verso il balcone della stanza, dove dormiva la
il coro della Mascherata dei quaranta pagliacci, che  si  adattava da per tutto: E la bella Borghezzese Sarà sempre
sulla strada che conduce al torrente Borghera. Quando  si  trovarono un po' dilungati dalla piazza, si accorsero che
Quando si trovarono un po' dilungati dalla piazza,  si  accorsero che il dottore ed i suoi partitanti si erano
piazza, si accorsero che il dottore ed i suoi partitanti  si  erano squagliati. - Vigliacchi! - borbottò Ambrogione... -
in barca. Vedendo che il barcaiuolo, svegliatosi,  si  era messo al governo del timone, molti si affidarono di
svegliatosi, si era messo al governo del timone, molti  si  affidarono di accettare l'invito. Ma l'organista
dorata, e inargentata; e dove l'acqua spaziava liscia,  si  appozzavano splendori. Qua e là guizzavano larghi
e mandava qua e là scintillamenti ossei. Ambrogione  si  mise a ridere, e si contentò che l'organista rimanesse a
e là scintillamenti ossei. Ambrogione si mise a ridere, e  si  contentò che l'organista rimanesse a terra, purché suonasse
suonasse il violino in ginocchione. La brigata in barca  si  versò da bere; e poi cominciò a cantare e a suonare. Dalla
un nero cespo di ontani sulla riva lontana, ordinò che  si  ritornasse a terra. Là annunziò solennemente: - Andiamo a
del campanaio, vi trovò la chiave del campanile. Ambrogione  si  caricò sulle spalle la cesta colle bottiglie rimaste, e
quell'albero in muratura. Giunti nel castello delle campane  si  affacciarono al firmamento. Che dominazione! Alcuni cortili
Era scuro; sua moglie dormiva... Egli rapidamente  si  tranquillizzò. - Ho sete... Come si deve bere bene qui
Egli rapidamente si tranquillizzò. - Ho sete... Come  si  deve bere bene qui sopra in excelsis Deo!... Ci deve essere
un'ala di pollo... Adesso... soniamo... Le ondate sonore  si  diffondevano spaziose, quasi arricchivano di forza i lombi
rassicurava tutti. Finita la prima suonata, l'organista  si  accorse che gli altri della banda non lo avevano seguito.
sparito anche il carretto colla spinetta. - Manigoldi! Poi  si  ritornò a suonare... Un ampio fremito ondeggiava intorno.
Ambrogione nella sacrilega impresa. Ma, a farlo apposta,  si  trovò in istrada saldo e netto sulle gambe. Si ricordò
apposta, si trovò in istrada saldo e netto sulle gambe.  Si  ricordò un'altra volta, che gli altri si erano discostati;
netto sulle gambe. Si ricordò un'altra volta, che gli altri  si  erano discostati; e questa solitudine gli aumentò il
Il bel Rolando andava di per sé di buon portante. Quando  si  fu fuori del paese, all'organista si piegarono le gambe.
buon portante. Quando si fu fuori del paese, all'organista  si  piegarono le gambe. Camminava ginocchino come un
Ambrogione vincendo la ripugnanza di accostarsegli,  si  mosse ferocemente per ghermirlo, e staccarlo dall'albero: -
ghermirlo, e staccarlo dall'albero: - Troio! L'organista  si  difese col sonare il violino, traccheggiando in tutta la
rompendosi, curvandosi, aprendosi come un compasso;  si  alzava, si torceva come uno spirale, traboccava in
curvandosi, aprendosi come un compasso; si alzava,  si  torceva come uno spirale, traboccava in singulti, come se
continuarono il cammino da soli. Ad un tratto quest'ultimo  si  sedette sopra un paracarro. - Che? anche tu?... ti ballano
con un soffio da smorzare la luna e l'intelligenza. Poi  si  diede ad agitarla, divincolarla con una frequenza di
strozzati, lordure musicali, stomachevoli. In un punto  si  sentì passare un cane vicino all'orecchio, e poi sollevarsi
che lo minacciavano con le rocche; tutti i parroci, di cui  si  legge l'iscrizione nel corridoio della parrocchia, lo
gocce roventi... Contadini, spose di duecento anni fa, gli  si  avventarono contro colle unghie ricurve... Gli innocenti
Gli innocenti tentavano di fustigarlo colle verghe.  Si  chiudevano vecchie tabacchiere; sentì scricchiolare il
tenero di un bambino mortogli nelle fasce. Balzò in aria, e  si  scatenò verso il muricciuolo. Ne guadagnò la cima,
Nessuno seppe precisare quanto egli abbia corso. Lo  si  poté congetturare il giorno dopo, quando si trovò
abbia corso. Lo si poté congetturare il giorno dopo, quando  si  trovò l'impugnatura della fisarmonica dentro il cimitero e
al Gottardo è disegnatore in un'officina a Londra, e  si  fa onore e manda giù buone notizie con vaglia
molto più che non abbia faticato allora, quando il camallo  si  era rotta una gamba sullo stradone. Non potendo il grosso
sbandata anche la sua clientela dei frottolisti. Appena  si  parla di musica e di morti, al povero Ambrogione si
Appena si parla di musica e di morti, al povero Ambrogione  si  imbrusca e si intenebra la faccia.
di musica e di morti, al povero Ambrogione si imbrusca e  si  intenebra la faccia.
che stava sulla soglia d'una botteguccia l'udì e gli  si  fece incontro, lo apostrofò minaccioso: "Tu che dici?"
incontro, lo apostrofò minaccioso: "Tu che dici?" L'altro  si  fermò a squadrarlo, gli rispose beffardo: "To'! Quello che
a me!" L'omaccione gli menò un pugno, gli altri operai gli  si  fecero addosso in aiuto del compagno. Grida, bestemmie,
S. Paolo, passando davanti a via Galvani, vide il tumulto e  si  divertì a gridare a un gruppo di popolane, cento metri più
curiosi solitari, come fuoco per la polvere. I capannelli  si  ruppero, precipitarono verso via Galvani, interrogandosi le
voce corre: quelli vengono da villa Mayda, quelli sanno! E  si  fa popolo da destra, da sinistra, tutti si affrettano, come
quelli sanno! E si fa popolo da destra, da sinistra, tutti  si  affrettano, come piccioni a una manciata di grano, allo
arriva serrato, a passo di carica, svolta in via Galvani.  Si  odono dei fischi, delle grida irose: "Quelli sanno! Quelli
a fiume delegato, guardie, botte, cavallo e cocchiere e  si  son lasciate sgominare da quattro parole, da quattro gocce
e dell'aria tanto malata che il Santo aveva. Gli uditori  si  commovono, gemono le odi del Santo. E chi racconta una
carabinieri, arrestati e folla. Un curioso solitario  si  avvicina a un altro individuo della sua specie, gli domanda
che sia avvenuto nel quartiere. Colui non sa niente. I due  si  mettono insieme, interrogano un popolano che pare averne
perché ha fatto molti miracoli in un paese dei monti, che  si  chiama Jenne, e ne hanno parlato anche i giornali. E
un povero infermo, la Questura lo ha portato via, non  si  sa perché. Si diceva che poi lo avessero rilasciato e
infermo, la Questura lo ha portato via, non si sa perché.  Si  diceva che poi lo avessero rilasciato e ch'egli fosse
da giardiniere; ma la gente della villa nega ch'egli vi  si  trovi più e non dà spiegazioni. Il popolo è riscaldato,
pianta i due, corre anche lui là dove una folla già  si  addensa rapida intorno al tram. Lo strascico lento dei
rapida intorno al tram. Lo strascico lento dei curiosi  si  avvia dietro alla folla, i due apprendono come il tram
ricondotto sei cittadini del quartiere che, motu proprio ,  si  erano recati dal Questore. I sei discesero fra la turba
labbra. Colui che pareva il capo dei sei, un tabaccaio,  si  fece levar sulle spalle dei colleghi e arringò brevemente
"Ma dov'egli sia" proseguì l'oratore "propriamente non  si  sa." Urla e fischi. L'oratore allibbì e dopo essersi
In prigione lo hanno cacciato! In prigione!" Il grido  si  diffonde, l'odono i lontani che altro non hanno udito e
cappelli dei carabinieri, da capo le guardie. Invano i sei  si  sgolano a protestare, le grida di abbasso e di morte ne
promessa di dare in un luogo opportuno spiegazioni che non  si  possono gridare in piazza. Riparano in un deposito di
il Santo di Jenne non è sicuramente in prigione, che non  si  sa dove sia, ma che si sanno altre cose, pur troppo. E dice
è sicuramente in prigione, che non si sa dove sia, ma che  si  sanno altre cose, pur troppo. E dice le altre cose. Se le
ecco! Adesso dica lui." Uno dei sei, oste a Santa Sabina,  si  fece a raccontare che sua moglie aveva udito nel cuore
della notte una carrozza fermarsi presso l'osteria; che  si  era alzata e aveva veduta la carrozza, un legno signorile,
parlato; ma che poi, all'udire il racconto della Questura,  si  era dovuto persuadere. E sua moglie aveva dell'altro a
persuadere. E sua moglie aveva dell'altro a raccontare.  Si  era alzata alle sei. Fra le sette e le otto era passata una
e l'oste e i loro amici stavano ancora nel recinto,  si  fece gente sulla strada di Santa Sabina e un grosso gruppo
ferrovieri, attavolati sotto il pergolato, poco discosto,  si  seccarono di quell'interrogatorio. Uno di essi chiamò
alle otto, con una ragazza, per la linea di Pisa." La gente  si  volse a lui, lo interrogò e quegli giurò incollerito che
n'andarono. Usciti che furono tutti, una guardia travestita  si  avvicinò al ferroviere, gli domandò alla sua volta se fosse
che aveva detto. "Io?" rispose colui. "Se sono certo? Che  si  ammazzino! Non so nulla di nulla, io. Le ho fatte chetare,
cantina" rispose il ferroviere "che il fiasco è vuoto e noi  si  ha sete ancora."
adot- tato da una strega cattivissima. Questa strega, che  si  chiamava Dissi- dio, abitava una spelonca nel bosco, e
dio, abitava una spelonca nel bosco, e tutte le mattine  si  metteva in cammino elemo- sinando con due sacchi sulle
sotto i piedi dei poveri animali, affinchè, calpestandoli,  si  ferissero. Dissidio, che era così perfida con gli uomini e
piangeva, stropicciandosi le manine sudice sul viso, quando  si  sentì chiamare: - Fiorino! Fiorino! - Alzò la testa, e,
ricco di fiori, non ha un fiore bianco, bellissimo, che  si  chiama edelweiss, e cresce in mezzo ai ghiacci delle
a quelle montagne? - Non ci pensare. Domattina Dissi- dio  si  metterà insieme con te in cammino per portare la discordia
e io ti farò felice. - Era calata la notte e a un tratto  si  accesero d'intorno alla Regina mille faci lucentissime.
paggi, illuminategli la via! - disse la Regina. Le lucciole  si  mossero a stormi di- nanzi a Fiorino, e il povero bimbo
Ma in quel momento una volpe, che aveva seguito Fiorino,  si  avventò alle gam- be della vecchia e la morse; poi andò ad
poi andò ad accucciarsi ai piedi del bimbo. Quando egli  si  coricò, la volpe gli si mise accanto sulla paglia, e ogni
ai piedi del bimbo. Quando egli si coricò, la volpe gli  si  mise accanto sulla paglia, e ogni volta che la vecchia si
si mise accanto sulla paglia, e ogni volta che la vecchia  si  alzava pian piano per picchiarlo, la volpe le si avventava
la vecchia si alzava pian piano per picchiarlo, la volpe le  si  avventava ai magri polpacci e glieli faceva sanguinare. , A
poltrone, che dobbiamo met- terci in cammino! - Fiorino  si  alzò e la volpe gli scodin- zolò accanto, come per dirgli:
e ovunque passavano, la gente veniva a con- tesa,  si  accapigliava, si uccideva con grande gioia della strega.
passavano, la gente veniva a con- tesa, si accapigliava,  si  uccideva con grande gioia della strega. Intanto i fiori
sparivano dai prati, le foglie cadevano dagli alberi e  si  avvici- nava l'inverno. Ma Fiorino non si per- deva
dagli alberi e si avvici- nava l'inverno. Ma Fiorino non  si  per- deva d'animo, e ripeteva sempre: edel- weiss! per non
sepa- rarsi da Dissidio, e la notte, mentre ella dormiva,  si  alzò pian piano e, seguìto dalla volpe, incominciò
punto ove incominciava a crescere l'edelweiss, la tormenta  si  mise a soffiare impetuosa. La neve turbinava da ogni lato.
soffiare impetuosa. La neve turbinava da ogni lato. Fiorino  si  sentì i piedi intirizziti e fu preso da un grande desiderio
e fu preso da un grande desiderio di riposo. Egli  si  coricò, e ben presto si addormentò sotto la coltre bianca,
un grande desiderio di riposo. Egli si coricò, e ben presto  si  addormentò sotto la coltre bianca, che la neve aveva steso
prov- vista di fiori vellutati e di semi di edelweiss, e  si  rimise in cammino dopo aver ringraziato affettuosamente la
il pericolo corso, e allora tutte le piccole ancelle  si  diedero a gridare: - Povero Fiorino! Povero Fiorino! -
intorno a lei un fascio di vi- vida luce. La fata Fiorina  si  fermò a poca di- stanza di un gruppo d'alberi, ove prima
di Dissidio. La capanna non c'era più e invece di quella  si  ergeva sul medesimo luogo uno splendido palazzo. - Vivrai a
lante, tutta formata di lucciole, ma prima che il chiarore  si  dileguasse del tutto nelle profondità del bosco, Fiorino
pompa. Le piante, per festeggiare quel lieto avvenimento,  si  vestirono di fiori smaglianti e profumati; gli uccellini
Io le capisco.  Si  fanno beffa di me! ... Dicono: - Una, due e tre! Smetti,
ognuno sa; o se invece, con un poco di buona volontà, non  si  possa provvedere da noi largamente e con piú giudizio ai
spesso calunniato e proclamato come una bestia vorace che  si  pasce solo di incongruenze, di sozzure, di carni ignude, e
già a quest'ora le due cose, cioè che anche da noi  si  saprebbe fare come gli altri, e col tempo forse molto
centomila hanno letto di buona voglia e, da quel che  si  dice, si sono anche commossi e divertiti. Dal canto suo
hanno letto di buona voglia e, da quel che si dice,  si  sono anche commossi e divertiti. Dal canto suo l'autore,
entrato in comunicazione di spirito col gran pubblico,  si  è sentito piú di una volta attratto dalla forza potente che
potente che emana dalla moltitudine; e piú d'una volta  si  è chiesto in cuor suo se non hanno torto gli scrittori
per rinvigorire la tisica costituzione dell'e nostra.  Si  è chiesto ancora se non sia cosa utile e patriottica
i denti per il terrore. "Quale terribile dramma marino  si  è svolto in questi paraggi?" mormorò O'Donnell. "Si è
destinata ai porti della Sierra Leone. Una notte  si  aprì una falla sotto la ruota di prua e il brick cominciò a
in tale quantità da rendere inutile il lavoro delle pompe.  Si  misero in acqua le imbarcazioni, ma il caldo aveva
erano stati accumulati sul ponte del legno affondante, e  si  poterono a grande stento salvare tre casse di biscotti e
marinai tenevano sovente gli occhi fissi su di me e che poi  si  radunavano, discutendo calorosamente, ma procurando sempre
Prima o dopo è tutt'uno e noi potremo forse salvarci." Poi  si  allontanarono dicendo: "A domani." "Miserabili," esclamò
prendo come mio figlio." Gli occhi azzurri del povero mozzo  si  empirono di lacrime. "Signore ... signore." balbettò. "Voi
Simone." Poi, volgendosi al mozzo: "È al nord che  si  trova la zattera?" gli chiese. "Lo credo, Mister Kelly."
Kelly." "Quanti uomini la montano?" "Quando l'abbandonai  si  trovavano a bordo quattordici marinai, ma temo che ora non
balzò sopra i bordi. "Le onde!" esclamo O'Donnell, che  si  era curvato sull parapetto. "Tocchiamo la superficie
e lo precipitò nell'oceano. Il Washington subito  si  rialzò, tendendo le corse delle àncore e la guide-rope.
fusi salirono lentamente e, raggiunti i quattrocento metri,  si  misero a filare verso il nord-est, in direzione delle
mozzo, stremato dalle lunghe veglie e dai lunghi digiuni,  si  era coricato e dormiva tranquillamente sul materasso un
il suo quarto di guardia, l'aveva imitato e O'Donnell  si  era collocato a prua, fumando. La notte era oscura assai.
era oscura assai. Uno strato di vapori, che a poco a poco  si  erano accumulati nelle profondità degli spazi celesti,
astri. Giù, in fondo, l'oceano brontolava sordamente e  si  udivano le onde, sollevate dal vento che era diventato
Di quando in quando, su quei flutti d'inchiostro  si  vedevano balenare dei punti luminosi che tosto
oriente una bianca striscia di luce, una pioggia violenta  si  scatenò sull'oceano. I vapori che durante la notte si erano
si scatenò sull'oceano. I vapori che durante la notte  si  erano condensati sopra quella porzione dell'Atlantico, si
si erano condensati sopra quella porzione dell'Atlantico,  si  scioglievano rapidamente. Quei grossi goccioloni, cadendo
strato nuvoloso, inzuppando uomini, coperte e materassi e  si  arrestò a milletrecento metri, filando sopra le masse
solare che era ancora intenso, quantunque gli aeronauti  si  fossero allontanati assai dal Tropico del Cancro. Alle
a circa ottocento metri dalla superficie dell'oceano,  si  estendevano ancora qua e là dei nuvoloni gravidi di
l'est, mostrò a O'Donnell una specie di nebbia, ma che  si  alzava in forma di cono e che appariva a una grandissima
distanza. "Che cos'è?" chiese l'irlandese. "Laggiù  si  estendono le isole Canarie," rispose l'ingegnere. "Le
ancora un bel tratto di via da percorrere, amico mio." "Se  si  scorge una delle loro montagne, non devono essere molto
è quello di Teneriffa, il quale è tanto alto che lo  si  scorge dalla distanza di più di duecento chilometri."
un tempo fossero undici." "È scomparsa l'undicesima?" "Così  si  dice." "Non si crede forse alla sua scomparsa?" "Sì e no."
undici." "È scomparsa l'undicesima?" "Così si dice." "Non  si  crede forse alla sua scomparsa?" "Sì e no." "Spiegatevi
antiche cronache portoghesi fanno menzione di un'isola che  si  chiamava S. Bernardo. Si dice che alla prima metà del XV
fanno menzione di un'isola che si chiamava S. Bernardo.  Si  dice che alla prima metà del XV secolo, un vecchio marinaio
dice che alla prima metà del XV secolo, un vecchio marinaio  si  presentasse al re Enrico confidandogli di aver veduto nei
"Sì, ma è la leggenda che narra questo amico mio.  Si  fece conoscere, ma lo trattarono da pazzo: più nessuno si
Si fece conoscere, ma lo trattarono da pazzo: più nessuno  si  ricordava di lui e del suo viaggio all'isola delle sette
e i suoi parenti morti da molti anni. Un vecchio, però,  si  rammentò di aver udito raccontare, nella sua gioventù, che
di essere Re! (Appena egli ha pronunziato queste parole,  si  spalanca l'uscio della prigione e ne esce fata Azzurra
guardano estasiati, le  si  accostano timidamente: le palpano la veste, i lunghi
il proprio padrone. Messer Adalberto, perchè in quell'ora  si  gloriasse di tutta la sua dignità, vestiva una maglia
erano accosto su un tavolaccio di faggio, sul quale anche  si  vedevano certe collane disusate, gli emblemi della perfetta
calcagni e senza lacciuoli. Finita la messa, Adalberto  si  alzò, e fece cenno al maestro Ingo, il quale spiegò una
su quello legò il bando pubblicato la settimana prima: poi  si  pose dietro il seggio di Adalberto. E questi, appoggiandosi
E questi, appoggiandosi con fierezza ai bracciuoli,  si  drizzò in piedi, come per degnazione, levò la destra
pochissimi; capegli rabbuffati, come quelli che di recente  si  fossero sprigionati di sotto il ferro di un elmo; gli occhi
e questo, e questo... Oh lasciate fare anche a me! - e  si  tormentava: - E quell'Ugo? - Guarda, guarda: l'aveva veduto
tutto in ombra: la quale posizione non permetteva che  si  svelassero i distintivi che aveva sui talloni e sul petto.
di Ugo leggere, e tanto e così rabbiosamente, che egli  si  dicesse: - Tal e quale il padre suo, quando mi invitò
da Lanciasalda, il cavaliero, tenendosi allato lo scudiere,  si  fece avanti con un certo passo violento che e' pareva
del signore, come se aspettasse clamore di sfida, poi  si  chinò, e, chinandosi, diede a divedere tutt'altra
colla persona appoggiata tutta sul bracciuolo destro,  si  storse tutto sul sinistro; ebbe un movimento verso il
su cui gravava la spada, e guardò lo scudiero. Questi  si  stette ritto dietro il proprio padrone, e per verità tanto
proprio padrone, e per verità tanto alzava il cuscino che  si  sarebbe detto scambiava l'atto della offerta con quello
aizzante: - Non ti apponi bene. Lo sparviero era montano:  si  trovò di becco forte e volle divorarsi un cerbiatto: un
male che dovette morirne. Ti ho reso l'omaggio mio! - e  si  levò animoso. Quando l'araldo chiamò messer Ildebrandino,
messer Baldo, nè Ildebrandino, nè Aginaldo, nè Baldo,  si  mossero: si strinsero accanto ad Ugo: e davvero fu ventura
Baldo, nè Ildebrandino, nè Aginaldo, nè Baldo, si mossero:  si  strinsero accanto ad Ugo: e davvero fu ventura che essi
guanto da astori, una coppa d'oro e gli sproni, perchè se  si  fosse trattato di spada, lancia e vessillo, attesto che
per messere l'infeudante. Pure qualcosa di gagliardo,  si  vide: il guanto cadde sfidatore sulle gambe di Adalberto:
il guanto cadde sfidatore sulle gambe di Adalberto: questi  si  drizzò come una biscia, l'araldo suonò dalla porta nel
nel cortile. Allora i cavalieri non badarono all'altare, e  si  urtarono verso quello per toglierne le due armi già
le due armi già presentate all'omaggio: gli scudieri  si  rimescolarono urlando. Si sarebbe potuto fare, ma non si
all'omaggio: gli scudieri si rimescolarono urlando.  Si  sarebbe potuto fare, ma non si fece, perchè autorevolmente
si rimescolarono urlando. Si sarebbe potuto fare, ma non  si  fece, perchè autorevolmente messer Ugo gridò: - Il segno è
la casa per farli prendere altrove. "Amr mi consiglierà,"  si  diceva il miserabile. "Anche egli ha interesse che il
fumando e chiacchierando. Scorgendo El-Melah, il predone  si  era subito alzato. "Già di ritorno!" esclamò. "Ci siamo
via i beduini che rimarranno a guardia dei cammelli."  Si  strinsero la mano e si lasciarono. Mezz'ora dopo El-Melati
rimarranno a guardia dei cammelli." Si strinsero la mano e  si  lasciarono. Mezz'ora dopo El-Melati si presentava al
strinsero la mano e si lasciarono. Mezz'ora dopo El-Melati  si  presentava al marchese. "Signore," gli disse, "io non ho
"È domani il primo giorno dell'hid-el-kebir?" "Sì, e qui  si  festeggia coll'egual pompa di Fez e di Mazagan. Voglio però
sorpresa, a fianco del marchese e del fratello. El-Melati  si  era messo alla testa del drappello per guidarlo al mercato,
non era però tranquillo. Forse un pò di rimorso gli  si  era infiltrata nell'anima e trovava egli stesso troppo
diventavano più affollate. Fellata, arabi, Tuareg e negri  si  precipitavano verso la vasta piazza della grande moschea,
d'oro e gli alti stivali di pelle rossa a punta rialzata,  si  fece incontro a El-Melati, dicendogli: "Tu devi essere
il volto onde io ti veda." L'arabo, poiché sembrava tale,  si  levò la fascia che portava sul viso come usano gli abitanti
è il momento; aspettiamo che il sultano e le sue guardie  si  trovino nella moschea. Intanto potremo assistere ad una
L'arabo, dopo aver scambiato uno sguardo con El-Melah,  si  mise alla testa del drappello e prese una viuzza laterale
strade, sbucarono in un'ampia piazza, alla cui estremità  si  ergeva una moschea di vaste dimensioni, cinta da una
entrato nella moschea, sulla cima della spaziosa gradinata  si  vide comparire un imano seguito da un montone assai grasso
"Assolutamente." "È la festa della buona carne." "E perché  si  chiama così?" "Perché oggi in tutte le case mussulmane si
si chiama così?" "Perché oggi in tutte le case mussulmane  si  uccide un montone e si mangia la sua carne a crepapelle. È
oggi in tutte le case mussulmane si uccide un montone e  si  mangia la sua carne a crepapelle. È una festa che dura otto
spiegazione sufficiente. Sembra però che col hid-el-kebir  si  voglia ricordare il sacrificio di Abramo e di Isacco ...
... Eh! guardate e state attento a quello che succede.  Si  sta sgozzando il montone destinato a figurare sulla tavola
sulle spalle dell'erculeo negro. Subito urla furiose  si  erano alzate fra la folla e una tempesta di sassi era
una tempesta di sassi era volata addosso al negro, il quale  si  era messo a correre a perdifiato senza abbandonare
al palazzo del sultano e giungervi prima che le carni  si  siano raffreddate, meglio poi se saranno ancora
aveva già fatto segno di mettersi in marcia. Il drappello  si  aprì il passo con spinte e pugni e si cacciò in una viuzza
marcia. Il drappello si aprì il passo con spinte e pugni e  si  cacciò in una viuzza laterale che era ingombra solamente
"Signore," disse, appressandosi al marchese. "Il sahariano  si  è smarrito fra la folla." "Eppure poco fa era presso di
signor di Sartena. "L'ho veduto anch'io," disse Ben. "Dove  si  sarà cacciato costui?" "Lo ritroveremo di certo presso il
disse il marchese. "El-Melah conosce Tombuctu e non  si  smarrirà." Per nulla inquieti dell'assenza del miserabile,
dal terreno. Solamente dinanzi alla entrata principale  si  vedevano due kissuri in sentinella; tutte le altre erano
tutte le altre erano chiuse e senza guardie. "Dove  si  trova il colonnello?" chiese il signor di Sartena, il cui
esclamò il marchese, slanciandosi innanzi. La piazza che  si  estendeva dietro la kasbah era deserta, quindi non
di venire scoperti. Attraversarono velocemente lo spazio,  si  assicurarono d'aver tutti la rivoltella ed il pugnale e si
si assicurarono d'aver tutti la rivoltella ed il pugnale e  si  radunarono sotto la finestra le cui persiane erano
Il marchese stava per aggrapparsi al davanzale, quando  si  volse, dicendo "El-Melah?" "Non si vede," rispose Ben, dopo
al davanzale, quando si volse, dicendo "El-Melah?" "Non  si  vede," rispose Ben, dopo aver lanciato uno sguardo sotto i
contro colle braccia aperte, quando al di fuori  si  udì El-Haggar urlare "Tradimento! I kissuri." Poi risuonò
Contemporaneamente l'uomo che avevano creduto il colonnello  si  sbarazzava del caic ed impugnando un largo jatagan si
si sbarazzava del caic ed impugnando un largo jatagan  si  scagliava sul marchese urlando: "Arrendetevi!" I due
a fuggire. D'altronde era ormai troppo tardi; al di fuori  si  udivano già le urla dei kissuri del sultano. Rocco, preso
del sultano. Rocco, preso da un terribile impeto di rabbia,  si  era scagliato sul preteso colonnello. "Prendi canaglia!"
la porta e vedendo dinanzi a se stessi una scaletta, vi  si  slanciarono, montando i gradini a quattro a quattro. Quella
che avevano invaso la piazza. Giunti alla cupoletta essi  si  trovarono dinanzi al marabuto che avevano già veduto
Rocco. "Legarlo per bene e lasciarlo in pace." Il sardo  si  levò la larga fascia di lana rossa che gli cingeva i
morto dalla paura, osasse protestare. Il marchese e Ben  si  erano intanto affacciati al parapetto della cupola. Più di
fucili a pietra, di lance, di pugnali e di scimitarre,  si  erano radunati dinanzi al padiglione, urlando e
marchese, hanno atterrato la porta." "E quelli della piazza  si  preparano a fucilarci," disse Ben. "Ci hanno veduti."
nomi; noi, solo uniti ad impedir, che il sangue socïal  si  effonda, come vuol Natura, imparzialmente per sue giuste
agli obliati di sè? E, a pensier tale, in amarìssima goccia  si  spegneva lo sguardo, che, molti, di sè medèsimi
mietendo, sospirava ai mietuti, Forestina la Bionda,  si  dilungava da' suòi compagni di anni e, oh felici! di
ciclàmini a margherite, e fioralisi a giunchiglie,  si  avvolse e riavvolse nei verdi meandri della foresta, finchè
di posseder la sua ombra. E, di colpo, la fanciullina  si  sentì sola, e strìnsela il gelo dello svampato entusiasmo.
il gelo dello svampato entusiasmo. Le vie, che, prima, le  si  schiudèvano fàcili, ora parèa le si serràssero incontro:
Le vie, che, prima, le si schiudèvano fàcili, ora parèa le  si  serràssero incontro: d'ogni parte, voràgini di oscurità:
parte, voràgini di oscurità: tutto intorno un silenzio, che  si  facea più e più sospettoso. Forestina temette il timore.
sol le rispose la imàgine del clamor suo. E, trafelata,  si  lasciò cadere sul cane, abbracciàndolo stretto, e piangendo
Ma Lampo tese le orecchie, e sordamente ululò.  Si  udiva un frascheggio e un pedìo. - Lampo! - chiamò una voce
- chiamò una voce imperiosa. La coda fronzuta del cane  si  mosse amichevolmente; pur Lampo, non abbandonò la padrona.
tornata la sicurezza, fu un punto solo. Il piede le  si  riaffermò; le si asciugàrono, senza bisogno di mànica, i
sicurezza, fu un punto solo. Il piede le si riaffermò; le  si  asciugàrono, senza bisogno di mànica, i luciconi; parve
senza bisogno di mànica, i luciconi; parve perfino le  si  stenebrasse la via. E giù, attraverso la selva, gli
di domande ….… Di cui, fra le molte: - E tu sei quello, che  si  chiama il Nebbioso? Egli rispose di sì. - E tu sei quello,
sempre. La notte, che aprìvasi a stenti dinanzi a loro,  si  accumulava sulle lor spalle. - Forestina! - echeggiò a un
altri, mentre, lontano, già errava un bagliore rossastro e  si  mostràvano faci, che illuminàvano i visi di Aronne, di
lui, miràndolo ansioso; di lui, che arrossì del sospetto, e  si  pose la destra sul cuore. - Ei m'ha trovato! - ridèa
e aguzzando ver' questi le labbra. Senonchè Mario, che già  si  chinava a libarle, si fermò d'improvviso, con un: no -
le labbra. Senonchè Mario, che già si chinava a libarle,  si  fermò d'improvviso, con un: no - ch'era vôlto piuttosto a
per il vestito. - Vieni! - ripetèvano tutti. E venti mani  si  offrìvano all'una, che Mario inconsciamente avèa steso. Il
prima volta ch'ei promettesse tanto; era la prima, ch'egli  si  allontanasse a malincuore dagli uòmini.
di Andropoli contiene più di cinquanta grandi teatri, dove  si  danno spettacoli diversissimi per diletto degli occhi e
e dove i dilettanti della musica o dell'arte drammatica  si  divertono, facendo da attori e da spettatori nello stesso
dello Stato, il quale cerca negli spettacoli che vi  si  danno, di educare il popolo al bello e alle dolci emozioni;
stagione fredda, e allora la più perfetta ventilazione  si  accorda coll'opportuno riscaldamento. In tutti vi sono
dell'anfiteatro, dove anticamente era posto il lobbione,  si  vede un ampio spazio riservato ai poveri, che vi hanno
di servizii resi. Nei teatri dell'anno 3000 ogni due posti  si  vedono due bottoni metallici, sui quali premendo col dito o
bottoni metallici, sui quali premendo col dito o col piede  si  può applaudire o disapprovare gli autori, senza rompersi le
cosmica corrisponde ai nostri Bravo, e premendo sull'altro  si  ode un lungo sibilo, come chi invita un altro al silenzio.
Gli spettacoli sono diurni e notturni, ma assai più spesso  si  danno di giorno, perchè gli abitanti dell'anno 3000 hanno
la vita. Essi vanno tutti a letto molto per tempo e  si  alzano sempre col sole. Da parecchi secoli si ignorava
per tempo e si alzano sempre col sole. Da parecchi secoli  si  ignorava affatto il lavoro notturno nelle officine, e gli
che trovo in un giornale di Andropoli: *** SPETTACOLI che  si  daranno nei Teatri di Andropoli il giorno 26 di aprile
TEATRO DELLE MERAVIGLIE. - Spettacolo variato in cui  si  riproducono al vero tutti i cataclismi tellurici. - Questa
rappresentazione di un'eruzione vulcanica e d'un terremoto.  Si  sta preparando per la settimana prossima: Un inondazione
e belle. TEATRO ISTRUTTIVO. - La storia della locomozione.  Si  rappresentano in altrettanti quadri tutte le invenzioni dei
TEATRO BOTANICO. - La grande battaglia delle piante. - Non  si  vedranno che fiori che parlano, piante che camminano e
che fuggendo di nascosto da un bozzolo in forma di farfalla  si  reca in un'isola, dove invita tutti gli insetti a
madreporica delle Isole Marchesi. Tutto lo spettacolo  si  dà sotto l'acqua e vi figurano le antiche balene e molti
- Le miserie di un antico buffone. Farsa tutta da ridere.  Si  raccomanda agli spettatori di adoperare con molta energia
un sasso. Spettacolo curiosissimo e istruttivo, nel quale  si  vedrà una pietra fondersi e trasformarsi in tutti i metalli
pietra. TEATRO DEI PROFUMI. - Le danze degli odori.  Si  daranno sinfonie svariate dei profumi più delicati dei
- Il centro della terra. Scene di gnomi e di giganti che  si  contrastano il dominio sotterraneo. Scene geologiche e
di un antico commendatore. Commedia tutta da ridere.  Si  raccomanda caldamente l'uso del freno moderatore. TEATRO DI
artificiale e delle vibrazioni edoniche, mentre gli occhi  si  inebbrieranno di continuo collo svariato caleidoscopio di
liete emozioni. Il teatro è isolato in una gran piazza e vi  si  sale per una larga gradinata di marmo. L'architettura è
e di stile severo. Nel vestibolo, che fa capo alla scala,  si  aprono varii caffè, nei quali gli spettatori fra un atto e
un atto e l'altro possono rinfrescarsi. - Un'immensa folla  si  accalca sullo scalone e nel vestibolo. - Entrati nel teatro
vedi una grande piccionaia in forma di galleria e dove  si  addensa già da un paio d'ore la folla degli spettatori
in prima fila onde esser più vicini al palcoscenico. Appena  si  furon seduti. Maria rimarcò che davanti ad essi era posto
domandò subito al compagno: - E che affare è questo? Paolo  si  mise a ridere e poi: - Te lo spiegò subito. Guarda gli
gli altri spettatori. Appena hanno preso il loro posto,  si  levano il cappello e si mettono in testa il berretto, che
Appena hanno preso il loro posto, si levano il cappello e  si  mettono in testa il berretto, che si chiama l'estesiometro.
levano il cappello e si mettono in testa il berretto, che  si  chiama l'estesiometro. Poi fissano il filo più grosso alla
quanti gli spettatori; mentre gli altri cinque fili minori  si  applicano in vani punti del nostro corpo, a seconda del
- Tu vedi, questo è il filo della sensibilità generale, e  si  può applicare in qualunque punto del nostro corpo. Di
applicare in qualunque punto del nostro corpo. Di solito  si  tiene in mano e ciò basta perchè noi possiamo acuire o
le nostre sensazioni. Il più e il meno di sensibilità  si  ottiene, premendo col piede l'uno o l'altro di questi
sul meno e modera così l'intensità del piacere, il quale  si  trova a diversi gradi di tensione, secondo le nostre
lo trovano ancora troppo complicato, sia anche perchè  si  accontentano dello stato normale del loro sentire. Quando
Intanto la sala, illuminata da una luce, di cui non  si  vedeva la sorgente, e che rischiarava uomini e cose come il
la sorgente, e che rischiarava uomini e cose come il sole,  si  andava riempiendo e una musica soavissima, di cui non si
si andava riempiendo e una musica soavissima, di cui non  si  vedevano gli esecutori, spandeva all'intorno le sue divine
le sue divine armonie. A un tratto la musica cessò,  si  apersero le cortine che separavano gli spettatori dal palco
ancora più eloquente, perchè alla sensazione della vista  si  associavano quelle dell'udito e dell'olfatto. Mentre quei
martelli di pietra e succhiandone avidamente il midollo,  si  udiva una musica invisibile, rozza, barbarica, tumultuosa e
barbarica, tumultuosa e in tutta la vasta sala del teatro  si  sentiva un odore selvaggio di carni arrostite. Fuori della
e se ne trovò soddisfattissima. Finita la prima scena  si  richiusero le cortine e si riaprirono poco dopo, per
Finita la prima scena si richiusero le cortine e  si  riaprirono poco dopo, per mostrarne una seconda. Era una
orrore; mentre i carri passavano sui caduti e i loro gemiti  si  udivano nel fragore e nel tumulto della pugna. Finita la
della omerica scena. Non starò a dire tutte le scene, che  si  successero l'una dietro l'altra in quella sera,
attraverso le evoluzioni progressive della civiltà.  Si  ebbe una scena di lotta di gladiatori e di fiere nel
la sala del teatro era di pelli sudanti e di belve ircine.  Si  ebbe una scena di una Corte d'amore in un Castello di
di Provenza, con dame bellissime e pennuti cavalieri.  Si  ebbe una festa carnevalesca del popolo nel tempo dei
una festa carnevalesca del popolo nel tempo dei Medici.  Si  vide un ballo delle Tuileries al tempo di Napoleone III di
e una sola volta una scena zittita, quella cioè in cui  si  rappresentava una cena pantagruelica in un convento di
la musica dell'orecchio con un'altra musica di odori, che  si  alternavano e si confondevano; facendo dei veri concerti
con un'altra musica di odori, che si alternavano e  si  confondevano; facendo dei veri concerti armonici e
gridando, ridendo e urtandosi gli uni con gli altri.  Si  dirigevano tutti verso il piazzale dove sorgeva
Una folla considerevole, parte allegra e parte ubriaca,  si  accalcava in quello spazio mettendo urla indiavolate e
- Il principe sarà inquieto per la mia prolungata assenza.  Si  fece riconoscere dalle guardie, salì le scale ed entrò
stanza per fare un po' di toeletta e per deporre le armi. -  Si  divertono? - chiese all'indiano che il rajah aveva messo a
bisogno d'indossare l'abito nero, che del resto non ho.  Si  spazzolò gli abiti, depose le armi cacciandosi però una
le armi cacciandosi però una corta pistola in una tasca e  si  diresse verso la sala da ballo, sulla cui soglia si arrestò
tasca e si diresse verso la sala da ballo, sulla cui soglia  si  arrestò con la più viva sorpresa dipinta sul viso. La sala
Gli altri erano macassaresi, bughisi, tagali, giavanesi che  si  dimenavano come ossessi e che vociavano violentemente ogni
Brooke e la sua diabolica orchestra. - Entrò nella sala e  si  diresse verso il rajah, l'unico che indossava l'abito nero,
senza dubbio uno dei principali negozianti della città. -  Si  divertono qui - disse. - Ah! - esclamò il rajah volgendosi
grido che coprì il baccano che regnava nella sala. Il rajah  si  volse bruscamente e, come lui, si volse Yanez. Ebbero
nella sala. Il rajah si volse bruscamente e, come lui,  si  volse Yanez. Ebbero appena il tempo di vedere un individuo
con una lunga barba grigiastra, il quale prontamente  si  trasse indietro. - Che cosa accade? - chiese il rajah.
- Che cosa accade? - chiese il rajah. Alcune persone  si  diressero verso la porta, ma ritornarono quasi subito. -
qui, milord - disse il rajah. Yanez non rispose né  si  mosse. Quel grido, che forse non udiva per la prima volta,
lineamenti, ordinariamente così calmi, per alcuni istanti  si  alterarono. - Quale grido! - mormorò finalmente. - Dove
massima calma, girò due o tre volte attorno alla sala, poi  si  fermò a due passi dalla porta. Lì c'era un servo del rajah.
l'indiano. - Il suo nome? - Lo ignoro, milord. - Dove  si  trova ora? - Nello studio del rajah. - È ammalato? - Non lo
Yanez mettendogli in mano una rupia. Uscì dalla sala e  si  diresse verso la sua stanza. Era pallido e pensieroso.
presto. Sento che un gran pericolo mi minaccia e che ... -  Si  arrestò improvvisamente, colpito da un sospetto balenatogli
alla testa di una banda di dayachi, nella foresta dove  si  cela Sandokan ... E lui, sì, è lui! ... Si precipitò verso
foresta dove si cela Sandokan ... E lui, sì, è lui! ...  Si  precipitò verso il tavolo e impugnò le pistole dicendo: -
lo zio di Marianna Guillonk, ma difenderà la propria vita.  Si  avvicinò alla porta e tirò il catenaccio, ma non fu capace
- Entrate, Altezza - disse Yanez con accento ironico.  Si  mise le pistole alla cintura, incrociò le braccia sul petto
presto quasi tutte le rocce scomparvero e a prua della nave  si  udì un leggero fremito seguito tosto da alcuni
scricchiolii. - Pronti! - gridò il capitano. I marinai  si  curvarono sulle aspe dei molinelli e attesero con
Forza! I marinai diedero un colpo violento alle aspe che  si  curvarono. Le due gomene di poppa si tesero senza che le
violento alle aspe che si curvarono. Le due gomene di poppa  si  tesero senza che le ancore si movessero, ma la nave,
Le due gomene di poppa si tesero senza che le ancore  si  movessero, ma la nave, quantunque continuasse a
ma la nave, quantunque continuasse a scricchiolare, non  si  mosse. Il capitano impallidì e si sentì bagnare la fronte
a scricchiolare, non si mosse. Il capitano impallidì e  si  sentì bagnare la fronte di un freddo sudore. - Forza,
di un freddo sudore. - Forza, forza! - ripetè. Il tenente  si  precipitò in aiuto dei marinai che facevano sforzi
del timone. Il "Danebrog" percorse cinquanta braccia, poi  si  arrestò di colpo a meno di una gomena dagli scogli. Un
i petti. La nave baleniera era ormai salva. Il tenente  si  fece incontro al capitano che era diventato raggiante di
asciutta, i marinai spiegavano le vele e la nave  si  rimetteva in cammino dirigendosi verso il capo di Galles,
questo stretto? - Non troppi, Koninson. Prima del 1741 lo  si  ignorava, anzi molti credevano che l'America fosse unita
stato un grande marinaio. - Se non lo fosse stato, non  si  sarebbe spinto fin qui, a quel tempi in cui si ignorava
stato, non si sarebbe spinto fin qui, a quel tempi in cui  si  ignorava dove erano le coste, le isole, gli scogli, i
questi anche Behring. E qui viene un punto molto oscuro.  Si  narrò da taluni che quando lo sfortunato navigatore fu
le coste della penisola di Kamtsciatka. In quell'istante  si  udì un marinaio, che era salito sulla gran gabbia segnalare
aridissima, dietro la quale, ad una certa distanza però,  si  elevano delle montagne che per la maggior parte dell'anno
elevano delle montagne che per la maggior parte dell'anno  si  vedono coperte di neve. Il "Danebrog", che correva assai,
vedono coperte di neve. Il "Danebrog", che correva assai,  si  avvicinò alla costa, poi virò di bordo dirigendosi verso il
virò di bordo dirigendosi verso il golfo di Krotzebue che  si  apre fra il capo Krusenstern a nord e il capo Espemberg a
che rinchiude ad est la baia di Escholtz, davanti la quale  si  trova l'isola Chamisso, a sud quella di Spasariet e ad
dal capo di Galles la costa americana, che fino allora  si  era mostrata dirupatissima, cominciò ad abbassarsi e
ad abbassarsi e apparvero immense paludi sulle quali  si  vedevano volteggiare migliaia di oche, di gabbiani, di
di quegli uccelli vennero fin presso la nave, e il tenente  si  divertì a sparare alcune fucilate. Durante la notte del
del "Danebrog", e la temperatura, fino allora dolcissima  si  abbassò improvvisamente a 0o. L'indomani il legno girava il
solcava le acque tranquille del golfo, dove in certe epoche  si  recano a pescare gli indiani Kitgoni che abitano le sponde
il mare sperando di trovare quelle materie oleose che  si  lasciano addietro le balene, segnalò un banco di "boete",
di gamberi ma il cui diametro non supera i due millimetri e  si  producono in primavera e in estate. Talvolta hanno una
metri. - Una volta, quando s'incontravano questi banchi,  si  trovava sempre una balena o anche due - disse
assai scemate rispose Hostrup. - Non sono molti secoli che  si  vedevano a frotte nel mare di Biscaglia, ed ora se si vuol
che si vedevano a frotte nel mare di Biscaglia, ed ora se  si  vuol trovarne una bisogna risalire in questi mari. - Sono
Ogni anno se ne distruggono un numero grandissimo, anzi non  si  esita ad affermare che nessuna balena può raggiungere il
- Nel modo più facile, Koninson. Questo pidocchio le  si  aggrappa nei punti più delicati, o sulle labbra, o sugli
- Ve ne sono degli altri: i pescispada e i narvali, che  si  divertono a cacciare il loro acuto corno nel ventre dello
e i delfini, specie quelli detti gladiatori, che gli  si  cacciano, in bocca e ne divorano la lingua. - Che canaglie!
che non se ne troverà più una. - Sì, se le balene non  si  affrettano a rifugiarsi al di là dei ghiacci eterni, sotto
e tutte differenti dalla balena franca che noi cacciamo. Vi  si  trova il "rightwhale", un cetaceo molto grande e che è
... (A un gesto del Re, il Reuccio e la Reginotta  si  precipitano riconoscenti a baciare le mani alla Fata.)
da esperto tutti i banchetti di via Cernaia dove  si  vendevano libri usati, mi portò un giorno a casa un
altisonante "Al nobilissimo Marchese di Northampton" che  si  protraeva per dodici righe, alcune delle quali in caratteri
ossia, capivo benissimo il testo propriamente detto, in cui  si  descrivevano con candida precisione gli aspetti ed i
capivo assai meno della prolissa prefazione, in cui  si  citavano Herschel e Shelley, Hobbes e Byron, Milton e
e Byron, Milton e Locke, e molti altri spiriti eletti che  si  erano in qualche modo occupati delle cose invisibili
l' autore facesse un po' di confusione fra le cose che non  si  vedono perché sono troppo piccole, e quelle altre che non
vedono perché sono troppo piccole, e quelle altre che non  si  vedono perché non ci sono, come gli gnomi, le fate, i
Angelo Mosso, scienziati scettici ma facilmente illusi, che  si  ipnotizzavano a vicenda, leggevano Fontenelle, Flammarion e
molte cose allegre e concrete che il mondo offre. Penso che  si  sia rivolto a qualcuno per consiglio: sta di fatto che dopo
inaspettato: sembravano tronchi di palma, e guardando bene  si  distinguevano, sulla loro superficie, quelle minuscole
quelle minuscole scaglie grazie a cui un capello  si  sente più liscio quando lo si segue tra le dita dalla
grazie a cui un capello si sente più liscio quando lo  si  segue tra le dita dalla radice all' estremità che non
il dito fermo rispetto all' obiettivo; ma quando ci  si  riusciva per qualche attimo, si vedeva un paesaggio
obiettivo; ma quando ci si riusciva per qualche attimo,  si  vedeva un paesaggio bizzarro, che ricordava le terrazzature
il coraggio di pungermi, e mia sorella (che del resto  si  mostrava singolarmente insensibile ai miei entusiasmi)
i fiori, belli o brutti, indifferentemente; dai petali non  si  cavava molto (il mio ingrandimento non era sufficiente a
Altrettanto specifiche erano le forme dei cristalli che  si  potevano ottenere lasciando evaporare sul vetrino le
farmacista; ma qui c' era qualcosa di nuovo, i cristalli  si  vedevano nascere e crescere "a vista d' occhio", qualcosa
nascere e crescere "a vista d' occhio", qualcosa finalmente  si  muoveva: il microscopio non era più limitato all'
unghia il fusto del microscopio, e di scatto il filamento  si  contraeva a spirale e l' apertura del calice si chiudeva.
filamento si contraeva a spirale e l' apertura del calice  si  chiudeva. Dopo qualche istante, come se la paura gli fosse
fiato, il filamento tornava ad allungarsi, e guardando bene  si  distingueva il piccolo vortice da cui le vorticelle
partiva alla ventura. Era proprio una bestia come noi, che  si  spostava, reagiva, mossa dalla fame, dalla paura o dalla
e di sabbia del torrente, che allora era pulito. Qui  si  vedevano mostri: enormi vermi lunghi quasi un millimetro,
mostri: enormi vermi lunghi quasi un millimetro, che  si  torcevano come torturati; altre bestiole trasparenti,
nudo come puntini scarlatti, che sotto il microscopio  si  rivelavano irte di antenne e di ciuffi, e si muovevano a
il microscopio si rivelavano irte di antenne e di ciuffi, e  si  muovevano a scatti, come pulci naufragate. Ma la scena era
al loro asse, sbattevano contro gli ostacoli e subito  si  voltavano e ripartivano, come motoscafi impazziti.
ma ne vidi due frenare la corsa come se l' uno  si  fosse accorto dell' altro, come se si fossero piaciuti;
corsa come se l' uno si fosse accorto dell' altro, come se  si  fossero piaciuti; avvicinarsi, aderire stretti, e
con passo più lento. Come se in questo coniugarsi cieco  si  scambiassero qualcosa, e ne traessero un misterioso
- Eppure mi avevano assicurato che anche in questa stagione  si  fa raccolta. - Nelle provincie meridionali e non qui,
meridionali e non qui, signore. Nella Cina settentrionale  si  comincia nell'aprile, mai prima, poi si fa la seconda
Cina settentrionale si comincia nell'aprile, mai prima, poi  si  fa la seconda raccolta nel maggio, quindi nel luglio, poi
Rokoff. - Anzi molte - rispose Fedoro. - Appena raccolte  si  espongono all'aria ed al sole per parecchie ore, entro
ed al sole per parecchie ore, entro canestri di bambù, poi  si  pongono entro padelle di ferro e si torrefanno leggermente,
canestri di bambù, poi si pongono entro padelle di ferro e  si  torrefanno leggermente, mescolandole e spremendole con
con forza, onde ne esca tutto il succo che contengono.  Si  mettono quindi in vassoi, lasciandovele per qualche tempo,
qualche tempo, poi una nuova torrefazione a lento fuoco che  si  ripete varie volte, quindi si fa la scelta. - E perché? -
a lento fuoco che si ripete varie volte, quindi  si  fa la scelta. - E perché? - chiese il cosacco. - Non tutte
il cosacco. - Non tutte le foglie sono uguali, quindi  si  creano vari tipi di tè che sono più o meno pregiati. Il
che ha invece una tinta un po' azzurrognola è il migliore e  si  profuma con fiori d'arancio, con mo-li che sono una specie
kwei-hoa che assomigliano alle nostre gardenie. Questo tè  si  chiama shang-hiang ed è il più pregiato. Vi sono poi altre
esposto ad un fuoco vivo di carbone di legna. Ciò fatto,  si  stende su bacili di bambù e lo si pulisce del tritume e
di legna. Ciò fatto, si stende su bacili di bambù e lo  si  pulisce del tritume e delle code, quindi si chiude in
di bambù e lo si pulisce del tritume e delle code, quindi  si  chiude in sacchetti di tela che vengono calpestati e
parecchie ore, da vigorosi facchini. Ridotto in granelli,  si  passa in setacci di varie grossezze, quindi subisce
allo "Sparviero", quando verso il margine della foresta  si  udirono dei canti monotoni. - To'! - esclamò il capitano,
i canti, sempre più monotoni, continuavano verso il bosco e  si  udivano delle donne gridare lamentosamente. Il capitano ed
donne gridare lamentosamente. Il capitano ed i suoi ospiti  si  armarono di fucili Mauser portati dal macchinista e
presso i primi pini. - Che abbiano fumato troppo oppio? -  Si  vedono - disse Rokoff, il quale si era avanzato d'alcuni
fumato troppo oppio? - Si vedono - disse Rokoff, il quale  si  era avanzato d'alcuni passi. - Non sono che una ventina di
- Non lo so. - Venite - disse il capitano. Dinanzi a loro  si  estendeva una roccia, la quale dominava un burrone coperto
da pini e da grosse querce. Il capitano e i suoi amici  si  arrampicarono sulla rupe, tenendosi nascosti fra fitti
nel burroncello una strana processione, la quale  si  dirigeva precisamente verso la roccia, dove si vedeva una
la quale si dirigeva precisamente verso la roccia, dove  si  vedeva una buca che pareva scavata di recente. Precedevano
signore. - Vedo che è coperto di pustole. - Ed ora lo  si  va a seppellire. - Vivo! - Vivo, signore. - Ah! Non crederò
sepolto. - E tu credi che lui sia contento? - Non vedi come  si  avanza calmo e tranquillo verso la fossa? - chiese Fedoro.
desiderato; qui i lebbrosi non vengono curati da nessuno.  Si  sfuggono come cani idrofobi, si relegano in una capanna e
vengono curati da nessuno. Si sfuggono come cani idrofobi,  si  relegano in una capanna e si lasciano morire in un
sfuggono come cani idrofobi, si relegano in una capanna e  si  lasciano morire in un isolamento veramente spaventoso.
donne, forse per paura di contrarre la terribile malattia,  si  fermavano a qualche distanza. Il lebbroso si era fermato
malattia, si fermavano a qualche distanza. Il lebbroso  si  era fermato guardando la fossa, come per assicurarsi che
fossa, come per assicurarsi che fosse abbastanza profonda.  Si  volse quindi verso il corteo, li salutò sorridendo, poi
Fedoro. Ciò fatto il lebbroso, sempre calmo e tranquillo  si  sdraiò nella ricca cassa incrociando le mani sul petto e
dunque la morte? - No - rispose Fedoro. - Figurati che  si  preparano la bara molti anni prima che la morte li colpisca
del tè. Girarono la rupe e avendo trovato un sentieruzzo,  si  calarono nel burroncello, giungendovi quando gli uomini e
improvvisamente quei tre uomini armati di fucili, i cinesi  si  radunarono prontamente coprendo le loro donne le quali,
quali, credendo forse d'aver a che fare con dei briganti,  si  erano messe a urlare disperatamente. - Pace - disse il
e due baffi che gli giungevano fino a mezzo petto,  si  fece innanzi, muovendo le mani in forma di ventaglio e
sbiadito, e un'abbondante capigliatura raccolta in trecce,  si  fece innanzi, barcollando sulle due scarpettine quasi
attentamente. - Le contadine non vestono mai in seta, né  si  storpiano oggidì i piedi. - Che suo padre fosse il capo del
valore commerciale della donna, e tu sai che qui le spose  si  comperano. Più la scarpa che si presenta al futuro marito è
e tu sai che qui le spose si comperano. Più la scarpa che  si  presenta al futuro marito è piccola, più egli deve
deve aver avuto qualche altro motivo - disse il capitano. -  Si  dice che i cinesi di tempi antichi fossero terribilmente
al contenuto dei panieri, un altro alla fanciulla, poi  si  diresse verso l'altipiano con Rokoff e Fedoro. - Partiamo -
il macchinista. Passarono sul fuso, le eliche orizzontali  si  misero in movimento turbinando, le ali si mossero sbattendo
orizzontali si misero in movimento turbinando, le ali  si  mossero sbattendo lievemente per non guastarsi al suolo e
domanda il Re non dava mai risposta. Scrollava il capo,  si  sentiva venire le lacrime agli occhi e andava a chiudersi
dieci anni dalla morte della Regina. Finché lei fu in vita,  si  diceva che, per superbia, non volesse far vedere il suo
non avevano capito nulla: una malattia come quella non  si  era mai vista. I maghi avevano risposto: - Qui c'è un
Ve lo consegneremo guarito in due mesi. E per due mesi  si  erano insediati nel palazzo reale, mangiando, bevendo da
- dicevano - di certe erbe, di certe radici che poi non  si  trovavano mai, chiedendo quattrini ora per questo, ora per
finora nessuno era venuto, e ogni anno la bellissima rosa  si  sfogliava e seccava su la pianta. Una mattina, il Re stava
per salire in carrozza davanti al palazzo reale, quando  si  presentò una vecchia, curva e cenciosa, che si mise a
quando si presentò una vecchia, curva e cenciosa, che  si  mise a piagnucolare: - Maestà, grazia! Maestà, grazia! -
del vostro giardino ... Per carità, Sacra Corona! Il Re  si  rammentò della raccomandazione della Regina in punto di
pochi capelli grigi, con quei vestiti stinti e a sbrendoli,  si  fosse improvvisamente trasfigurata in una bellissima
con folta chioma di oro ... Fu un istante. Il Re  si  strofinò gli occhi e vide di nuovo la vecchina, curva e
E la vecchina diè in un vivace scoppio di risa. Il Re  si  credette beffato e fece atto di prenderla per le spalle e
e fece atto di prenderla per le spalle e cacciarla via. Ma  si  accorse che la vecchina teneva un dito puntato su lo
lo stomaco del Reuccio e che questi, secondo la pressione,  si  agitava più o meno fortemente da diritta a manca, da manca
c'è il paio? - Sì, dov'è? - Fate un bando, Maestà. Appena  si  saprà che qualcuno ha bisogno della freccia di
a manca, da manca a diritta, tic-tac, tic-tac! Il Re  si  voltò e fece appena in tempo da vedere che la vecchina
trombe d'argento. - Bando di Sua Maestà! Sua Maestà dice:  Si  presenti Freccia-Frecciaio, con la freccia temprata al
Freccia-Frecciaio! ... Non la finivano più. Da lì a un mese  si  presentarono dieci persone, armate di freccia: - Agli
sbagliato. Ma chi era il vero tra quei dieci furfanti che  si  erano presentati? Il Re fece fare un fantoccio che
la testa; chi indovina guadagnerà un tesoro. Il primo che  si  presentò, sentito: - Chi sbaglia avrà tagliata la testa! -
- voltò le spalle e scappò via. Il secondo, spavaldo,  si  impostò su le gambe, armò l'arco, tese il braccio, prese la
se l'erano sgattaiolata zitti zitti. Rimaneva l'ultimo.  Si  avanzò lentamente, armò l'arco, prese la mira, e prima che
dal buco della serratura, qualcosa che da sottile sottile  si  gonfiava, si dilatava di mano in mano che si introduceva
serratura, qualcosa che da sottile sottile si gonfiava,  si  dilatava di mano in mano che si introduceva ... Era la
sottile si gonfiava, si dilatava di mano in mano che  si  introduceva ... Era la vecchina! - Strega o Fata che siete,
gambe, né collo, né lingua; soltanto gli occhi; e da essi  si  capiva che era vivo. - Ah, Strega o Fata che siete! Che
o Fata che siete! Che tradimento mi avete fatto! Il Re  si  disperava, si strappava i capelli, piangeva come un
siete! Che tradimento mi avete fatto! Il Re si disperava,  si  strappava i capelli, piangeva come un bambino, vedendo il
nella ferita che ancora sanguinava. Ma ecco che il Re  si  mette a fare il pendolo lui, tic-tac, tic-tac, da diritta a
convulsione di riso. Agitava le braccia, scoteva le gambe e  si  vedeva la vecchina che gli faceva il solletico sotto la
che gli faceva il solletico sotto la pianta dei piedi.  Si  rizzò con un balzo; nello stesso tempo il Re riuscì ad
dalla Fata e non avea voluto restituirglielo. La Fata  si  era vendicata, facendo quel maleficio al Reuccio; ma ora,
A Cressogno passa sopra la villa Maironi che nemmanco  si  vede. "Se la incontrassi!", pensava Luisa con un
Sull'erta da Cressogno al Campò il sole bruciava. Quando  si  trovò nel fresco, alto vallone che chiamano il Campò,
assolutamente vederla, trattenerla a chiacchierare, e lei  si  era sentita nel cuore come una ispirazione del cielo che le
rimasto cieco d'un occhio. E la marchesa: "Quando non  si  è onesti, signora Bianconi, il Signore castiga". Qui la
il Signore castiga". Qui la Peppina, guardando Luisa,  si  pentì delle sue chiacchiere, si pose ad accarezzarla, ad
Peppina, guardando Luisa, si pentì delle sue chiacchiere,  si  pose ad accarezzarla, ad accusarsi d'aver parlato, a dirle
ad accarezzarla, ad accusarsi d'aver parlato, a dirle che  si  desse pace. Luisa l'assicurò ch'era tranquillissima, che di
pace. Luisa l'assicurò ch'era tranquillissima, che di nulla  si  sorprendeva più da parte di quella persona. La Peppina
di aver fatto, senza uova, una gran frittata. Luisa  si  alzò, si voltò a guardar verso Cressogno stringendo il
aver fatto, senza uova, una gran frittata. Luisa si alzò,  si  voltò a guardar verso Cressogno stringendo il pugno.
riafferrò violenta, le fece dare un passo verso la discesa.  Si  fermò subito e ritornò lentamente indietro, si avviò verso
la discesa. Si fermò subito e ritornò lentamente indietro,  si  avviò verso S. Mamette, arrestandosi ogni tanto a
sagrato, sola, e sgridò la Veronica. Poi andò in camera,  si  pose a scrivere a Franco. Scriveva da cinque minuti quando
dei suoi occhi, credette leggervi un rimprovero e  si  mise a piangere con le mani sul viso, a dirsi nelle mani,
propri no!" Eran sedute accanto sopra un canapè. La Pasotti  si  levò di tasca un fazzolettone, se ne coperse gli occhi con
cercò, senza volgere il capo, quella di Luisa. Ma Luisa  si  alzò, andò alla scrivania e scrisse sopra un pezzo di
verso le tre allo sbarco della Calcinera, che Pasotti vi  si  sarebbe trovato a riceverla con quattro uomini e la f amosa
ma che temeva non sapesse poi tacere. Qui la buona donna  si  cacciò mezzo il braccio sinistro in tasca, ne cavò una
senz'avervi scritto parola, prese le carte del notaio,  si  mise a copiare. A pranzo non parlò mai. Il pranzo fu triste
tacque, contenta di se stessa. La finestra era aperta,  si  udirono alcune voci schiamazzar forte nella strada verso la
lo zio Piero sedette nella sua poltrona, in loggia, e  si  prese Maria sulle ginocchia. Luisa uscì sola in terrazza.
la guerra in faccia, la consiglierebbe di guardarsi perché  si  volevano adoperare contro di lei tutte le legittime armi.
cosa, ella non aveva promesso niente. Rientrò in loggia,  si  mise a discorrere con lo zio, a scherzare con Maria, più
potuto usare delle carte possedute dal Gilardoni. Quindi  si  rimise a copiare per il notaio di Porlezza. Maria non era
cavarglielo, poveretta!" "Taci, dormi." Ma la bambina non  si  addormentò. Dopo un pezzetto parve a Luisa di udirla
Dopo un pezzetto parve a Luisa di udirla piangere.  Si  alzò, andò a vedere. Piangeva veramente, sottovoce.
luce interiore, era scomparso quasi del tutto, non gli  si  vedeva più che sul cranio dove Luisa si attendeva che
del tutto, non gli si vedeva più che sul cranio dove Luisa  si  attendeva che tornassero a spuntare, un giorno o l'altro, i
non è a dire come brillassero. Solo quando guardavano Ester  si  stringevano, si velavano di una tenerezza pia, come se il
brillassero. Solo quando guardavano Ester si stringevano,  si  velavano di una tenerezza pia, come se il professore avesse
alla domanda fatale: "E sto basìn?". Luisa in parte ci  si  divertiva per la sua propensione a cogliere il comico anche
in parte dubitava realmente di una ripugnanza fisica che  si  manifestasse in Ester, data l'occasione, con violenza e
l'occasione, con violenza e mandasse tutto a monte. Ella  si  accorse, per fortuna, che il professore pareva sempre meno
poteva essere il giorno del "basìn". Ma il professore  si  presentò tutto accigliato. Aveva cattive notizie. A San
tutto accigliato. Aveva cattive notizie. A San Mamette  si  diceva che fosse stato arrestato e condotto a Como il
e note compromettenti per altre persone fra le quali  si  nominava don Franco Maironi. "Per Franco non ho angustie",
Potevano restare in sala. "E allora, con buon garbo,  si  fa il colpo", diss'ella. "Ma prima io voglio avere da Lei
prima, cresciuta coll'insonnia, crescente a misura che  si  avvicinava il momento di partire. Nello stesso tono
soffio che le avesse sfiorato la fronte. Il professore non  si  accorse di nulla e andò in loggia a discorrere con
barca lì è buona per andare al fondo." "No!" "Sì!" Ombretta  si  impazientì e corse in camera per provar la barchetta nel
vecchio cannocchiale che stava sempre in loggia. Non  si  vedeva niente. Già , era troppo presto. Per arrivare alla
con lo zio, ma la signorina Ombretta, quando veniva gente,  si  appiccicava sempre a sua madre, stava lì tutta occhi, tutta
la Zocca d'i Ment, era fumato su dalla Vall'Intelvi e  si  affacciava fermo un nuvolone azzurrognolo, sinistro come un
cieco. Pareva aver veduto il branco dei compagni torvi che  si  affacciavano al lago sopra Carona e voler essere della
La minaccia del furioso vento temporalesco che in Valsolda  si  chiama caronasca si era fatta più seria. Sopra Carona il
vento temporalesco che in Valsolda si chiama caronasca  si  era fatta più seria. Sopra Carona il color delle nuvole
sopra una sedia, disse le poche orazioni che sapeva e poi  si  atteggiò come vedeva atteggiarsi in chiesa le più devote
come vedeva atteggiarsi in chiesa le più devote del paese,  si  mise a muover le labbra com'esse, a dire una preghiera
era in faccia a S. Mamette e veniva dritta alla Calcinera.  Si  vedevano benissimo i barcaiuoli far forza di remi. Mentre
Egli era già scomparso dietro la svolta del Camposanto.  Si  sentì nel cuore un impulso a tornar indietro ma non c'era
e la chiesa, il vento le rovesciò l'ombrello. Ella  si  mise a correre, raggiunse quella lista di sagrato che
pioggia e del vento, raddrizzò alla meglio l'ombrello e  si  affacciò al parapetto. La chiesa dell'Annunciata posa sulla
che la gondola fosse ritornata a Cressogno? Il fumo  si  diradò rapidamente, apparve Cadate, apparve sulla bocca
grigia, la poppa della gondola. Ecco, la marchesa  si  era rifugiata al Palazz e così aveva fatto anche Pasotti
Pasotti con la sua portantina e i portatori. Il temporale  si  poteva dir cessato, la portantina non tarderebbe a
dalla Calcinera o venendo da Albogasio; ogni volta ella  si  coperse piegando l'ombrello, per non esser conosciuta o
Giuseppe, poi, ultimi, i due barcaiuoli della marchesa. Non  si  mosse ancora, seguì con gli occhi la portantina che
portantina toccava allora il piede della scalinata. Luisa  si  mosse . Aveva l'occhio freddo, la persona eretta. Raccolta
il posto di due portatori. Luisa discese fin dove  si  spandono sopra la scalinata i rami d'un gran noce. Lì si
si spandono sopra la scalinata i rami d'un gran noce. Lì  si  fermò, proprio nel momento in cui i portatori della
I portatori, giunti che fossero a lei, bisognava che  si  fermassero, che si facessero da banda per lasciarle il
giunti che fossero a lei, bisognava che si fermassero, che  si  facessero da banda per lasciarle il passo. Quando si
che si facessero da banda per lasciarle il passo. Quando  si  avvicinarono, riconobbe i due ch'erano alla testa della
sospettando che l'incontro fosse premeditato. Ma Luisa non  si  mosse. "Ella non credeva incontrarmi, signor Pasotti",
a voce alta. La marchesa mise il capo fuori, la ravvisò,  si  ritrasse dicendo con qualche vigor nuovo nella sua voce
quasi minaccioso. "Sciora Lüisa! Sciora Luisa!",  si  gridò da vicino con accento di strazio; e venne con le
d'un colpo fuori della sua passione, del suo proposito.  Si  avventò fra quelle donne esclamando: "Cosa c'è?". Ed esse
lago, cacciò uno strido e, apertasi la via come una fiera,  si  slanciò su per la scalinata. Quelle donne non poterono
malgrado la pioggia, che strillavano e piangevano. Luisa  si  sentì mancare, precipitò a terra sull'ultimo scalino. Le
riprese lo slancio e la corsa. Otto o dieci persone  si  precipitarono dietro a lei. Due sole poterono seguirla.
Chi sa! Chi sa!". All'entrata della camera dell'alcova,  si  sciolse dal braccio del professore, entrò sola. Avevan
l'arrestò con un gesto e fece segno ad Ester di sostare.  Si  chinò sul visino di Maria, le mise la bocca sulla bocca,
mise la bocca sulla bocca, respirò più volte profondamente,  si  rialzò. "Ma è rosea, è rosea!", sussurrò Luisa ansando. Il
di Maria. Tre o quattro donne che pregavano ginocchioni  si  alzarono, si accostarono al letto palpitanti, trattenendo
Tre o quattro donne che pregavano ginocchioni si alzarono,  si  accostarono al letto palpitanti, trattenendo il respiro.
il respiro. L'uscio della sala era aperto; altri volti  si  affacciarono di là, silenziosi, intenti. Luisa,
dottore spense il cerino. "Lana calda!", diss'egli. Luisa  si  precipitò fuori e il dottore riprese i movimenti delle
con la lana riscaldata, egli da un lato, ella dall'altro  si  diedero a strofinar forte il petto e il ventre della
la Veronica, appena successo il caso, era sparita, non  si  trovava più. Nel corridoio e sulle scale la gente discuteva
Poi le discussioni ricominciarono a mezza voce. Non  si  sapeva per quanto tempo la bambina fosse rimasta
Durante la furia del temporale un tale Toni Gall  si  trovava nelle stalle dietro casa Ribera. Gli venne in mente
spaventosamente, inondato dagli sprazzi delle onde che  si  frangevano sui muri; ballava, si dimenava fra le catene e
sprazzi delle onde che si frangevano sui muri; ballava,  si  dimenava fra le catene e s'era posto di traverso, avendo la
correre tutto il paese e, per fortuna, anche il medico, che  si  trovava a Oria, aiutò Ester a spogliar la povera creatura
a sé l'ombra del Fato antico. Neppure domandava notizie;  si  capiva che non aveva speranza. E si capiva che il suo
domandava notizie; si capiva che non aveva speranza. E  si  capiva che il suo dolore era ben diverso da quelle
diverso da quelle chiassose nervosità passeggere che gli  si  agitavano intorno. Era il dolore muto, composto, dell'uomo
il capo verso l'uscio dell'alcova e solo in quei momenti  si  disordinava un poco nel viso. Pur troppo vide ogni volta la
tempo durando piovoso, la luce mancava. Alle cinque e mezzo  si  udì finalmente la voce di Luisa. Fu uno strido acuto,
la voce del dottore con un accento di premurosa protesta.  Si  seppe che il dottore aveva fatto un gesto come per dire:
La sala, il corridoio andavano diventando bui, vi  si  andò avvivando il debole chiaror di candele che usciva
un'ombra dopo l'altra, silenziosamente, in punta di piedi.  Si  udivano poi sul ciottolato della via gli scarponi pesanti,
della via gli scarponi pesanti, passi senza voci. La Cia  si  avviò pian piano al suo padrone, gli sussurrò all'orecchio
l'Ester e tre o quattro donne ch'erano nell'alcova,  si  udirono dei gemiti lunghi, sommessi, che quasi non parevano
quasi non parevano umani. Il dottore entrò in sala. Non ci  si  vedeva. Urtò in una sedia e disse forse: "C'è qui il signor
Gall e andò a pigliar un lume. L'ingegnere non parlò né  si  mosse. Il Toni Gall ritornò presto con un lume e il dottor
un franco galantuomo, una bella mente e un nobile cuore,  si  avvicinò al canapè dove sedeva lo zio Piero. "Signor
è buono per queste cose. Ci soffre e niente altro." Adesso  si  udivano, insieme ai gemiti, voci tenere e baci. L'ingegnere
i pugni sul canapè e rimase un momento a capo chino. Poi  si  alzò, non senza stento, e disse al medico: "Debbo andar
dottore mandò via le donne ch'erano ancora nell'alcova, poi  si  volse dall'entrata all'ingegnere e gli fe' segno di venire.
col viso pacato ma vacillando. Fatti due passi nella camera  si  fermò. Luisa era seduta sul letto con la sua bambina morta
disse lo zio Piero, "quietati. Tutto è stato fatto quel che  si  poteva fare, adesso vieni con me, non star più qui, vieni
zio. Che ci andiamo, Maria? Sì, sì, andiamo, andiamo".  Si  lasciò sdrucciolare dal letto a terra si avviò verso lo zio
andiamo, andiamo". Si lasciò sdrucciolare dal letto a terra  si  avviò verso lo zio stringendosi al petto col braccio
alla tua Ombretta, un bacio solo, uno solo". Lo zio Piero  si  chinò, baciò il visetto già deturpato amaramente dalla
a parte. "E avvertire il signor don Franco?", diss'egli.  Si  parlò allo zio, si decise di mandar un telegramma da
il signor don Franco?", diss'egli. Si parlò allo zio,  si  decise di mandar un telegramma da Lugano, l'indomani
amica, di farla piangere e parlare. A vegliare con Ester  si  trattenevano altre donne del paese e Ismaele che doveva
zio Piero era andato a letto. L'Aliprandi e il professore  si  fermarono sul sagrato a guardar la finestra illuminata
scarica elettrica che aveva colpito la prora del fuso e  si  salvarono miracolosamente dinanzi alla scogliera del
avevano mantenuto all'altezza primiera il fuso, il quale  si  era rituffato fra i vapori delle immense nuvole turbinanti
cui il cosacco glielo aveva additato? Ecco le domande che  si  era rivolte il capitano, con profonda angoscia. - Non li
quel lampo accecante senza poter scorgere più nulla. - Che  si  siano salvati? Lo sconosciuto crollò il capo, senza
e accomoderemo alla meglio la stoffa dei piani inclinati.  Si  erano messi subito febbrilmente al lavoro, ansiosi di
lo ha veduto cadere e lo ha portato alla riva. So dove  si  trova quel monastero e andrò a chiederne conto a coloro che
a posto un nuovo timone e anche le eliche, ma la bufera non  si  era affatto calmata, anzi era aumentata e il vento soffiava
nuovi e forse più gravi guasti. Il capitano, a malincuore,  si  vide costretto ad attendere che tutto quel diavolìo si
si vide costretto ad attendere che tutto quel diavolìo  si  calmasse. Per quaranta ore l'uragano imperversò con furia
a scemare di violenza, la grande corrente d'aria gelata  si  spezzò, prendendo altre direzioni. Era il momento
il Duka- Nor, un bacino di estensione considerevole che  si  trova in mezzo all'altipiano di Nagtshucha e disabitato,
cinquecento metri per poter superare le catene rocciose che  si  estendevano in tutte le direzioni, formando un caos di
verso il sud, in direzione di Iadoro Gorupa. Due ore dopo  si  librava sul piccolo lago di Bul-tscho o del borace e un'ora
non era che a poche centinaia di metri. Il capitano che  si  rammentava, quantunque un po' vagamente, dove si trovava
che si rammentava, quantunque un po' vagamente, dove  si  trovava quel monastero, diresse lo "Sparviero" verso la
che guidava degli jacks domestici, carichi di mercanzie,  si  vedeva delinearsi sui sentieri che conducevano nell'interno
causa delle furiose ondate che ancora lo percorrevano e che  si  sfasciavano con furore contro le rocce delle rive. Lo
percorso una trentina di miglia, quando il capitano, che  si  era collocato a prora, scorse, piantata su una rupe, una
prima che la folgore scendesse sul fuso. Alcuni monaci che  si  trovavano dinanzi alla spianata che si prolungava verso il
Alcuni monaci che si trovavano dinanzi alla spianata che  si  prolungava verso il lago, avevano già scorto lo "Sparviero"
verso il lago, avevano già scorto lo "Sparviero" e  si  erano gettati in ginocchio, alzando le mani verso gli
acute grida. Dal monastero accorrevano altri monaci e tutti  si  lasciavano cadere in ginocchio; mentre sulle terrazze
da altri monaci. Vedendo il capitano scendere dal fuso, gli  si  era avvicinato dicendogli: - Finalmente! Sono due giorni
a reclamarli? - No, perché ormai su tutte le rive del lago  si  è sparsa la voce che due figli dell'Illuminato sono scesi
la balaustrata e facendo un segno al macchinista. Il Lama  si  era rivolto verso i suoi monaci, gridando: - Fermate i
gridando: - Fermate i figli di Buddha! Nessuno invece  si  era mosso. Un terrore superstizioso li aveva inchiodati al
siete suoi figli! Siete degli stranieri. Il capitano non  si  era nemmeno preso la briga di rispondere. Che cosa
briga di rispondere. Che cosa gl'importava che quel monaco  si  fosse accorto che era un uomo di razza bianca, e che non
a che fare con Buddha! A lui bastava di aver saputo dove  si  trovavano il russo e il cosacco. Lo "Sparviero", con una
che li teneva prigionieri nel suo monastero? Era quello che  si  domandava senza trovare una risposta. Sapeva dove si
che si domandava senza trovare una risposta. Sapeva dove  si  trovava quel convento, perché la sua carta lo segnava, ma
anche una fortezza, ma lanciandole senza sapere dove  si  trovavano rinchiusi Rokoff e Fedoro, li esponeva al
a questo. Intanto prepariamone alcune; poi vedremo cosa  si  potrà fare. Il capitano, non volendo farsi scorgere dai
interamente cessato. Su quelle regioni è rarissimo che non  si  faccia sentire in causa delle immense montagne e del numero
direzioni. Era quasi mezzogiorno, quando il capitano che  si  era collocato a prora, munito d'un cannocchiale, scoperse
- Che cosa vuoi? Non sono tranquillo. - Se i tuoi amici  si  sono fatti credere figli del cielo o di Buddha i monaci
i monaci dovrebbero riceverci con grandi onori. - E se  si  fossero accorti che erano invece due stranieri? Tu hai
due stranieri? Tu hai veduto se il Lama di quel convento  si  è ingannato sul nostro vero essere. - Uccidono gli
il cannocchiale puntandolo verso il monastero, che non  si  trovava allora che a sei o sette miglia di distanza. A un
la corsa. Con una volata fulminea superò la distanza e  si  librò sopra i tetti e le cupole del monastero, descrivendo
strana! Il più profondo silenzio regnava dappertutto e non  si  vedeva alcuno né alle finestre, né sulle terrazze, né sui
delle torri, né sul piazzale. - Che siano fuggiti tutti? -  si  chiese il capitano, le cui apprensioni aumentavano di
la mitragliatrice e scaricò tutte le canne. Le detonazioni  si  ripercossero rumorosamente fra i fabbricati, ma nessun
ma nessun monaco comparve. - Se ve ne fosse qualcuno,  si  sarebbe mostrato - disse il capitano. - Come spieghi questa
e che temendo che noi volessimo rapire i due prigionieri  si  siano rifugiati in qualche luogo? - Col mio cannocchiale li
ma anche quello sembrava disabitato. Nessun montanaro  si  vedeva aggirarsi attorno alle capanne, né nei campicelli
capitano, con una rapida mossa, aveva afferrato un fucile e  si  era slanciato fra le capanne, seguito dallo sconosciuto. Un
che zoppicava, non aveva osato opporre resistenza, anzi  si  era lasciato cadere in ginocchio, tendendo le mani con
- Non so ... vi erano due uomini bianchi come voi ... che  si  dicevano figli di Buddha ... - Avanti. - Ignoro che cosa
il capitano. - Forse giungeremo in tempo per salvarli.  Si  era lanciato verso lo "Sparviero", seguito dallo
i suoi fianchi erano coperti di neve; solamente alla base  si  vedeva un po' di vegetazione, dei gruppi di pini e di
vegetazione, dei gruppi di pini e di abeti. Lo "Sparviero"  si  elevava rapidamente, battendo poderosamente e
rendendo la respirazione degli aeronauti assai penosa.  Si  trattava di raggiungere i settemilanovecento e forse gli
resistere senza provare alcun disturbo. Perfino il capitano  si  sentiva ronzare gli orecchi e girare il capo come se fosse
e girare il capo come se fosse ubriaco. Lo sconosciuto poi  si  era lasciato cadere su una cassa tenendosi la testa stretta
così intenso a quell'altezza, che le balaustrate di metallo  si  erano coperte quasi istantaneamente di ghiaccioli e che
l'alito degli aeronauti, appena uscito dalle loro labbra,  si  convertiva in nevischio. Il capitano, dopo essersi avvolto
dopo essersi avvolto in coperte di lana di molto spessore,  si  era messo in osservazione a prora, tenendo il cannocchiale
candidissimo strato nevoso. - Che siano Rokoff e Fedoro? -  si  era chiesto. - Se giungessimo troppo tardi? Macchinista,
svolazzanti al vento. Dei punti più piccoli, che non  si  potevano ancora discernere, volteggiavano intorno, ora
dal suo torpore da quei comandi, con uno sforzo supremo  si  era alzato, barcollando come un ebbro. - Perché i fucili?-
miserabili! Lo "Sparviero"" aveva raggiunto la piramide, ma  si  trovava ancora troppo basso per raggiungere il vertice.
slancio. Sulla cima della piramide, proprio sulla vetta,  si  vedevano Fedoro e Rokoff a dibattersi disperatamente e si
si vedevano Fedoro e Rokoff a dibattersi disperatamente e  si  udivano a urlare colla speranza di spaventare le aquile che
sormontati da una bandiera di feltro bianco, su cui  si  vedevano dipinte delle lettere. Quindici o venti aquile
prima di cominciare a farli a pezzi vivi. Entrambi  si  dibattevano disperatamente, cercando di far cadere la
le mani né i piedi. Già un'aquila, più ardita delle altre,  si  era posata sulla cima della croce, pronta a spaccare il
della croce, pronta a spaccare il cranio del cosacco, che  si  trovava più vicino, quando comparve lo "Sparviero", il
le loro ali o fulminandole sul colpo. Lo "Sparviero"  si  era adagiato sulla cima della montagna e il capitano e lo
e il capitano e lo sconosciuto, quantunque storditi,  si  erano slanciati a terra. - Rokoff! Fedoro! - gridò il
Fedoro, assiderato, istupidito, mezzo asfissiato,  si  era subito abbandonato fra le braccia dello sconosciuto,
orecchi in causa dell'estrema rarefazione dell'aria. Lo  si  dovette portare sullo "Sparviero", perché non si reggeva
Lo si dovette portare sullo "Sparviero", perché non  si  reggeva più. Rokoff invece, appena liberato, si era messo a
perché non si reggeva più. Rokoff invece, appena liberato,  si  era messo a correre verso l'estremità opposta del piccolo
- Non è prudente fermarsi troppo a simili altezze.  Si  erano imbarcati tutti. Lo "Sparviero" attraversò il piccolo
là dove i pellegrini e i monaci calavano. Questi  si  erano subito accorti della presenza di quel mostruoso
come se volesse schiacciarli. Un immenso urlo di terrore  si  era alzato fra quelle centinaia e centinaia d'uomini,
e pellegrini, fossero impietriti dallo spavento. Alcuni  si  erano lasciati cadere al suolo, nascondendosi il viso fra
il viso fra le cappe villose dei loro mantelloni. Rokoff  si  era curvato sulla prora del fuso, per farsi meglio vedere e
sui suoi assassini delle maledizioni. D'un tratto  si  slanciò verso la macchina, afferrò una cassa di zinco
è ignobile e di piccola statura. Altrettanto presto ci  si  accorge che "qualcosa non va" nel nocciolo, nel germe del
non ama il suo Tartarino, anzi, lo disprezza e lo odia.  Si  tratta, mi pare, di un caso assai raro in tutte le
raro in tutte le letterature: poiché l' amore di cui qui  si  parla è necessario, indispensabile per la creazione
perfetta; e che non può mancare, perché senza amore non  si  crea. Voglio dire: non si creano personaggi, "pierres
mancare, perché senza amore non si crea. Voglio dire: non  si  creano personaggi, "pierres vives", uomini; bensì fantasmi,
difetti opposti, è schematico ed insieme incoerente. Non  si  sa, e neppure si è in condizione di immaginare, il passato
è schematico ed insieme incoerente. Non si sa, e neppure  si  è in condizione di immaginare, il passato e l' "humus" di
incerto nella sua caratterizzazione, come il buffone a cui  si  affida qualunque parte sia buona a strappare una risata a
i leoni; è un borghese di provincia nutrito d' aglio, e  si  pavoneggia ad Algeri vestito da turco; è un pavido
di Tartarino con la cantatrice moresca. Neppure  si  può dire che sia "anche" infantile: infantili per
libri come "Gulliver" o come "Robinson Crusoe", a cui ci  si  può avvicinare a tutte le età; ma un lettore più che
acrimoniosa ... l' uomo del mezzogiorno non mente,  si  inganna ... la sua menzogna non è menzogna ... è una specie
una specie di miraggio ...": sono affermazioni che oggi non  si  ascoltano, non si tollerano a cuor leggero: se qualcosa in
...": sono affermazioni che oggi non si ascoltano, non  si  tollerano a cuor leggero: se qualcosa in questi ultimi
se qualcosa in questi ultimi quarant' anni in Europa  si  è imparato, è ben questo, che ogni generalizzazione sui
o quel gruppo umano è pericolosa e incauta; che, quando  si  parla dei "tarasconesi", o dei negri, o dei russi, o degli
o dei negri, o dei russi, o degli italiani in generale,  si  rischia di sbagliare e si è certi di offendere. Tartarino,
o degli italiani in generale, si rischia di sbagliare e  si  è certi di offendere. Tartarino, per quanto abortivo e
sia un brutto libro: ma lo è, sotto qualsiasi angolo lo  si  voglia considerare; non credo che al mio giudizio negativo
osservato, per cui i libri letti per obbligo scolastico (e  si  tratta di solito, purtroppo, delle opere più alte che
sono cartacee, le avventure dello sfortunato cacciatore  si  ripetono nel giro di duecento pagine. E quegli sciatti e
de Tarascon" è gemello di "L' éducation sentimentale". Né  si  può addurre ad attenuante il carattere umoristico dell'
assunto, e decade rapidamente quando dalla descrizione  si  procede alla narrazione. Non c' è una sola scena che inviti
(è forse questa la maggior sorpresa di questa rilettura)  si  vede addensarsi una sempre più cupa aura di fallimento, di