possibile. Nella rare visite, anticipatamente annunziate, | la | signora Marulli trovava la bambina lavata, pettinata, |
GIACINTA -
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anticipatamente annunziate, la signora Marulli trovava | la | bambina lavata, pettinata, ravviata di tutto punto, con la |
GIACINTA -
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la bambina lavata, pettinata, ravviata di tutto punto, con | la | biancheria di bucato, e le bastava. La toglieva in braccio, |
GIACINTA -
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di tutto punto, con la biancheria di bucato, e le bastava. | La | toglieva in braccio, la baciucchiava, le faceva un po' il |
GIACINTA -
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biancheria di bucato, e le bastava. La toglieva in braccio, | la | baciucchiava, le faceva un po' il solletico sui labbrini e |
GIACINTA -
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solletico sui labbrini e sul mento per vederla ridere; poi | la | rendeva alla balia o la metteva in culla ella stessa. La |
GIACINTA -
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e sul mento per vederla ridere; poi la rendeva alla balia o | la | metteva in culla ella stessa. La Marulli arrivava lassú |
GIACINTA -
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la rendeva alla balia o la metteva in culla ella stessa. | La | Marulli arrivava lassú sempre accompagnata ora da uno, ora |
GIACINTA -
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chiamava cugino. - Muta cugino quasi ogni anno! - diceva | la | balia, sorniona, a quell'altro sornione di suo marito. Dopo |
GIACINTA -
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balia, sorniona, a quell'altro sornione di suo marito. Dopo | la | corta visita, la signora Marulli e il cugino si perdevano |
GIACINTA -
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a quell'altro sornione di suo marito. Dopo la corta visita, | la | signora Marulli e il cugino si perdevano pei campi, fra gli |
GIACINTA -
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arrivava lassú col marito, il cugino non mancava mai per | la | passeggiata pei campi. Il signor Marulli rimaneva alla |
GIACINTA -
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campi. Il signor Marulli rimaneva alla cascina, a cullar | la | bimba, a dondolarsela fra le braccia, attaccando discorso |
GIACINTA -
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soldo in tasca pei sigari, pel tabacco da pipa e per | la | partita di tressette al caffè, a lui come lui non gli |
GIACINTA -
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a sentirlo, zitto, pensando che forse il cugino aiutava | la | signora a sbarcare il lunario: - E il marito chiude un |
GIACINTA -
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occhio, com'usa in città. Dopo che certi braconi sventarono | la | storiella dei cugini, questa parola rimase. Allora la |
GIACINTA -
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la storiella dei cugini, questa parola rimase. Allora | la | signora Marulli, fresca, bella, di un'aria capricciosa, |
GIACINTA -
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- che doveva sposarla pei suoi occhi, come le diceva | la | nonna - e il signor Paolo era stato accettato in mancanza |
GIACINTA -
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mancanza di meglio. - Però se n'era compensata - malignava | la | gente. Sembrava una donna seria, tranquilla, assennata, |
GIACINTA -
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depravata. E non aveva, in quel che faceva, neppure | la | scusa dei sensi! La maternità fu per lei un peso |
GIACINTA -
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non aveva, in quel che faceva, neppure la scusa dei sensi! | La | maternità fu per lei un peso insopportabile, un impiccio |
GIACINTA -
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fu per lei un peso insopportabile, un impiccio odioso. | La | piccola Giacinta rimase quasi dimenticata in campagna. |
GIACINTA -
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Giacinta rimase quasi dimenticata in campagna. Quando | la | sua mamma si rammentava di andare a vederla una o due volte |
GIACINTA -
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si rammentava di andare a vederla una o due volte l'anno, | la | bimba - dinanzi a quella persona quasi sconosciuta, vestita |
GIACINTA -
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parola della mamma, della sua mammina vera, come le diceva | la | balia. - Le vuoi bene alla tua mammina? - È |
GIACINTA -
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bene alla tua mammina? - È un'orsacchiotta, addirittura. | La | signora Marulli stentava a capacitarsi che |
GIACINTA -
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fosse sua figlia. Dopo che dovette ritirarsela in casa, | la | trottolina di cinque anni, che le si raggirava tutto il |
GIACINTA -
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strillava per cose da nulla, le faceva perdere subito | la | pazienza - Ah! ... Aveva le bizze? E afferratala duramente |
GIACINTA -
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Aveva le bizze? E afferratala duramente per un braccino, | la | chiudeva in una stanzetta. - Lí; impara a strillare e a |
GIACINTA -
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a strillare e a rotolarti per terra! Nemmeno Camilla, | la | serva di casa, voleva vedersela attorno, specialmente in |
GIACINTA -
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vedersela attorno, specialmente in cucina. Però con lei | la | bimba si rivoltava; le diceva: - Sciancata! E un giorno, |
GIACINTA -
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ricevuto dalla Camilla uno spintone sgarbato, le avventò | la | parolaccia del marito della balia, quando questi sgridava |
GIACINTA -
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parolaccia del marito della balia, quando questi sgridava | la | moglie. Camilla l'avrebbe pestata sotto i piedi. E non |
GIACINTA -
|
che passava all'ufficio e tra quelle al caffè, vedeva poco | la | figliolina. Poi, alle figliole dovevan badare le mamme. Se |
GIACINTA -
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fosse stato un bambino, allora sí, sarebbe toccato a lui! E | la | piccina, che non si sentiva voluta bene da nessuno, andava |
GIACINTA -
|
di fare il chiasso per lunghe ore della giornata, senza che | la | sua mamma si desse pensiero di lei. La signora Marulli |
GIACINTA -
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giornata, senza che la sua mamma si desse pensiero di lei. | La | signora Marulli aveva già il capo a rimettere in |
GIACINTA -
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Marulli aveva già il capo a rimettere in bell'assetto | la | casa, ingrandita coll'affitto del quartierino allato e del |
GIACINTA -
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mosche in famiglia! - conchiudeva. Non metteva nel conto | la | Camilla, ora addetta soltanto alla cucina; né la Marietta, |
GIACINTA -
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nel conto la Camilla, ora addetta soltanto alla cucina; né | la | Marietta, la nuova servotta pratica di stirare e pettinare; |
GIACINTA -
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Camilla, ora addetta soltanto alla cucina; né la Marietta, | la | nuova servotta pratica di stirare e pettinare; né Beppe, il |
GIACINTA -
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moglie. E se lo vedeva gingillarsi in giardino a rastiar | la | terra col rastrello, a stuzzicare l'oca e le anitre che |
GIACINTA -
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- Sbraita, cornuto! E trovava sempre qualche scusa: - | La | bambina aveva voluto fare il chiasso fino allora. Era |
GIACINTA -
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chiasso fino allora. Era andato qua ... Era andato là ... | La | signora lo mandava attorno come il vento. E spesso era |
GIACINTA -
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lo mandava attorno come il vento. E spesso era vero. | La | bambina, allestiti in fretta i compiti delle lezioni che |
GIACINTA -
|
di campagna dove i vetturali, mentre le bestie mangiavano | la | biada, si divertivano a ubbriacarlo, a insegnarli |
GIACINTA -
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scimmione! - diceva Camilla. Spesso infatti, nascosto con | la | bimba in fondo al chiosco, se la faceva sedere sulle |
GIACINTA -
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infatti, nascosto con la bimba in fondo al chiosco, se | la | faceva sedere sulle ginocchia e le domandava: - Che |
GIACINTA -
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sedere sulle ginocchia e le domandava: - Che intrugliano | la | mamma e il signor Porati, quando non c'è il babbo e vanno |
GIACINTA -
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non c'è il babbo e vanno in camera? - Uh! - rispondeva | la | bambina, senza comprendere. - Dovresti origliare; dovresti |
GIACINTA -
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Se no, addio chiasso! Vo' via. Questa minaccia atterriva | la | bimba; e il giorno dopo, per ingraziarselo, ella scendeva |
GIACINTA -
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tutt'a un tratto, sbarrando tanto di occhi, mentre | la | bambina a quelle mossacce rideva, saltava, batteva le mani. |
GIACINTA -
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batteva le mani. Se invece gli portava una pasta, Beppe | la | prendeva cautamente con due sole dita, e la guardava di |
GIACINTA -
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pasta, Beppe la prendeva cautamente con due sole dita, e | la | guardava di traverso: - Eh! Non se ne fidava! E voltatala e |
GIACINTA -
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buttandola in aria, a grande altezza. E intanto che | la | pasta veniva giú, le si piantava sotto, con le gambe |
GIACINTA -
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veniva giú, le si piantava sotto, con le gambe larghe, con | la | bocca aperta e le braccia dietro la schiena, per |
GIACINTA -
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le gambe larghe, con la bocca aperta e le braccia dietro | la | schiena, per abboccarla; e non falliva il colpo neppure una |
GIACINTA -
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una volta. - Perché mi guardi a questo modo? - gli domandò | la | bimba una mattina. Beppe era sorpreso di vederla grande, |
GIACINTA -
|
di vederla grande, sviluppata, quasi una donnina; come se | la | vedesse allora per la prima volta, con quel grembiulino |
GIACINTA -
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quasi una donnina; come se la vedesse allora per | la | prima volta, con quel grembiulino bianco, ricamato negli |
GIACINTA -
|
E le aprì incontro le braccia, invitandola con lo sguardo. | La | bambina slanciossi a corsa; e Beppe, presala ai fianchi, la |
GIACINTA -
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La bambina slanciossi a corsa; e Beppe, presala ai fianchi, | la | sollevò in alto e se la mise in collo. - Larà! Laràlliero! |
GIACINTA -
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corsa; e Beppe, presala ai fianchi, la sollevò in alto e se | la | mise in collo. - Larà! Laràlliero! Zun! Zun! La portava |
GIACINTA -
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alto e se la mise in collo. - Larà! Laràlliero! Zun! Zun! | La | portava attorno, trionfalmente; e, dopo la suonata, imitava |
GIACINTA -
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Zun! Zun! La portava attorno, trionfalmente; e, dopo | la | suonata, imitava con le labbra i rulli del tamburo, |
GIACINTA -
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il collo, gli suonava intanto, col pugno dell'altra mano, | la | grancassa sulle spalle. - Via! Via! E ad aizzarlo, gli |
GIACINTA -
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aizzarlo, gli ficcava un ditino fra collo e camicia, sotto | la | nuca, appena Beppe arrestavasi per spingerla in su tra le |
GIACINTA -
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il giorno innanzi. Giacinta tentò di scappare. Egli | la | trattenne pel braccio. - Vieni qui! sta' ferma! |
GIACINTA -
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braccio. - Vieni qui! sta' ferma! L'accarezzava, le passava | la | mano tra i capelli, la baciava forte, con le labbra calde. |
GIACINTA -
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ferma! L'accarezzava, le passava la mano tra i capelli, | la | baciava forte, con le labbra calde. - Sta' ferma! - |
GIACINTA -
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per slanciarsi sul topolino. Ma lei, via, di corsa. Allora | la | inseguí rotolandosi pel viale, grugnendo, miagolando, |
GIACINTA -
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rotolandosi pel viale, grugnendo, miagolando, abbaiando. | La | bambina, fermavasi un istante per lasciarlo accostare, e |
GIACINTA -
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fermavasi un istante per lasciarlo accostare, e prendeva | la | rincorsa ... - Oh, bravo! Oh, bravo! Beppe, poggiate le |
GIACINTA -
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- Se non voleva far il chiasso a quel modo! ... Talché | la | bambina, impaurita, ora lo invitava, prevenendolo; attratta |
GIACINTA -
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vietata, dopo che gli sentiva ripetere: - Zitta! ... Per | la | Madonna! O non piú chiasso, né nulla! Ma un giorno Camilla, |
GIACINTA -
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Beppe! dalla finestra di cucina, discese, arrancando con | la | gamba storta, in giardino: - Dove s'era ficcato |
GIACINTA -
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in giardino: - Dove s'era ficcato quell'animale? Beppe e | la | bambina uscivano in quel punto dalla galleria, e la bambina |
GIACINTA -
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Beppe e la bambina uscivano in quel punto dalla galleria, e | la | bambina piangeva e si asciugava gli occhi col grembiule. - |
GIACINTA -
|
- brontolò Beppe, scuotendola brutalmente pel braccio. | La | bambina, vista la Camilla, diede in un nuovo scoppio di |
GIACINTA -
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scuotendola brutalmente pel braccio. La bambina, vista | la | Camilla, diede in un nuovo scoppio di pianto. - Che cosa è |
GIACINTA -
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forca? - Non dir ... nulla ... alla mamma! - balbettava | la | bambina, tra i singhiozzi ... - Non dir ... nulla ... alla |
GIACINTA -
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che fuggiva. - Non dir nulla ... alla mamma! - ripeteva | la | bambina, strascicata per le scale come un fagotto, |
GIACINTA -
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strascicata per le scale come un fagotto, riluttante. - | La | mamma! ... La mamma! ... Accidenti! - digrignava Camilla. |
GIACINTA -
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per le scale come un fagotto, riluttante. - La mamma! ... | La | mamma! ... Accidenti! - digrignava Camilla. |
GIACINTA -
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| La | mattina dopo, quando la signora Emilia, che non sapeva |
GIACINTA -
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mattina dopo, quando | la | signora Emilia, che non sapeva nulla, gli disse: - È morta |
GIACINTA -
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signora Emilia, che non sapeva nulla, gli disse: - È morta | la | contessa Grippa: l'hanno trovata morta in camera - Andrea |
GIACINTA -
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l'avesse accusato d'assassinio. - È morta! Piangeva con | la | testa fra le mani, i gomiti sul tavolino, guardando |
GIACINTA -
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una volta un Re e una Regina. | La | Regina era incinta. Un giorno passò una di quelle zingare |
C'ERA UNA VOLTA ... :FIABE -
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Un giorno passò una di quelle zingare che van dicendo | la | buona ventura, e il Re la fece chiamare: - Che partorirà la |
C'ERA UNA VOLTA ... :FIABE -
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di quelle zingare che van dicendo la buona ventura, e il Re | la | fece chiamare: - Che partorirà la Regina? - Maestà, un |
C'ERA UNA VOLTA ... :FIABE -
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la buona ventura, e il Re la fece chiamare: - Che partorirà | la | Regina? - Maestà, un serpente. Quelli trasecolarono. - E |
C'ERA UNA VOLTA ... :FIABE -
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Ammazzarlo appena nato? Allevarlo? - Dovevano allevarlo. | La | povera Regina dette in un pianto dirotto: - Chi avrebbe |
C'ERA UNA VOLTA ... :FIABE -
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paura. Avrà un dente soltanto, un dente d'oro. Infatti | la | Regina partorì un bel serpentello verde-nero, che subito, |
C'ERA UNA VOLTA ... :FIABE -
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si mise a poppare. Quando fu addormentato, il Re gli aperse | la | bocca e vide che avea davvero un dente soltanto, un dente |
C'ERA UNA VOLTA ... :FIABE -
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che quella loro disgrazia si risapesse, fece dire che | la | Regina avea partorito una bella bimba, ed era stata |
C'ERA UNA VOLTA ... :FIABE -
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Serpentina cresceva rapidamente, e quando apriva | la | bocca, il suo dente d'oro straluccicava. Un giorno ripassò |
C'ERA UNA VOLTA ... :FIABE -
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straluccicava. Un giorno ripassò quella zingara, e il Re | la | fece chiamare: - Dimmi la ventura di Serpentina. - Buona o |
C'ERA UNA VOLTA ... :FIABE -
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ripassò quella zingara, e il Re la fece chiamare: - Dimmi | la | ventura di Serpentina. - Buona o cattiva, Maestà? - Buona o |
C'ERA UNA VOLTA ... :FIABE -
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Serpentina. - Buona o cattiva, Maestà? - Buona o cattiva. | La | zingara prese in mano la coda di Serpentina e si messe ad |
C'ERA UNA VOLTA ... :FIABE -
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Maestà? - Buona o cattiva. La zingara prese in mano | la | coda di Serpentina e si messe ad osservarla attentamente. |
C'ERA UNA VOLTA ... :FIABE -
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Serpentina e si messe ad osservarla attentamente. Scrollava | la | testa. - Zingara, che cosa vedi da farti scrollare la |
C'ERA UNA VOLTA ... :FIABE -
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la testa. - Zingara, che cosa vedi da farti scrollare | la | testa? - Maestà, veggo guai! - E non c'è rimedio? - Maestà, |
C'ERA UNA VOLTA ... :FIABE -
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- Maestà, bisognerebbe interrogare una più sapiente di me: | la | Fata gobba. - O dove trovare questa Fata gobba? - Prendete |
C'ERA UNA VOLTA ... :FIABE -
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dietro. All'ottavo giorno vi troverete avanti a una grotta: | la | Fata gobba abita lì. - Va bene, - disse il Re - partirò |
C'ERA UNA VOLTA ... :FIABE -
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di peso sulle spalle, si tastò. Gli era proprio spuntata | la | gobba. - Ed ora che fare? Come tornare indietro con quella |
C'ERA UNA VOLTA ... :FIABE -
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Risolse di tornar di notte, perché nessuno lo vedesse. | La | Regina, accortasi di quel gonfiore sulle spalle, gli |
C'ERA UNA VOLTA ... :FIABE -
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spalle, gli domandò: - Maestà, che portate addosso? - Porto | la | mia disgrazia! E raccontò com'era andata. La Regina risolse |
C'ERA UNA VOLTA ... :FIABE -
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- Porto la mia disgrazia! E raccontò com'era andata. | La | Regina risolse di tentar lei: - Fra loro donne si sarebbero |
C'ERA UNA VOLTA ... :FIABE -
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al punto d'onde era partita. - Pazienza! Ricomincerò. | La | seconda volta, più in là di mezza strada, ecco alle sue |
C'ERA UNA VOLTA ... :FIABE -
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turò le orecchie a quel modo, e lei partì. Giunta davanti | la | grotta, si sturò le orecchie, e picchiò. Picchia, |
C'ERA UNA VOLTA ... :FIABE -
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- urlò finalmente una voce - Chi cercate? - Son io: cerco | la | Fata. - Quale Fata? Delle Fate ce n'è tante! - La Fata |
C'ERA UNA VOLTA ... :FIABE -
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io: cerco la Fata. - Quale Fata? Delle Fate ce n'è tante! - | La | Fata gobba. Le scappò di bocca. - Gobba sarai tu! La Regina |
C'ERA UNA VOLTA ... :FIABE -
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- La Fata gobba. Le scappò di bocca. - Gobba sarai tu! | La | Regina si tastò subito le spalle. Le era proprio spuntata |
C'ERA UNA VOLTA ... :FIABE -
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Regina si tastò subito le spalle. Le era proprio spuntata | la | gobba. Tornò di notte, per non esser veduta; e il Re, prima |
C'ERA UNA VOLTA ... :FIABE -
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le guardò dietro. - Maestà, che portate addosso? - Porto | la | mia disgrazia! E raccontò com'era andata. - E tutto questo |
C'ERA UNA VOLTA ... :FIABE -
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andata. - E tutto questo per Serpentina! Schiacciamogli | la | testa! La mala fortuna ci vien per lei. Il Re non sapea |
C'ERA UNA VOLTA ... :FIABE -
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- E tutto questo per Serpentina! Schiacciamogli la testa! | La | mala fortuna ci vien per lei. Il Re non sapea risolversi: - |
C'ERA UNA VOLTA ... :FIABE -
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- Non era sangue loro? - Farò di mio capo - disse fra sé | la | Regina. E, di nascosto al Re, chiamò una guardia di |
C'ERA UNA VOLTA ... :FIABE -
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un bosco. Quando sarai lì, farai una catasta di legna, ve | la | metterai su e darai fuoco. Finché non sia consumata, non |
C'ERA UNA VOLTA ... :FIABE -
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Maestà, sarà fatto. Intanto il Re ordinava gli si chiamasse | la | zingara: - Dimmi la ventura di Serpentina. - Buona o |
C'ERA UNA VOLTA ... :FIABE -
|
Intanto il Re ordinava gli si chiamasse la zingara: - Dimmi | la | ventura di Serpentina. - Buona o cattiva, Maestà? - Buona o |
C'ERA UNA VOLTA ... :FIABE -
|
sua moglie avea fatto, cominciò a strapparsi i capelli: - | La | loro rovina era compiuta. Ah! Povera Serpentina, dove tu |
C'ERA UNA VOLTA ... :FIABE -
|
mia scuderia! Montò a cavallo e via, come un fulmine, per | la | strada del bosco. Di tanto in tanto si fermava: - |
C'ERA UNA VOLTA ... :FIABE -
|
- Serpentina, dove tu sei? - Maestà, in mezzo al bosco. Ora | la | voce era più vicina. - E che tu fai? - Maestà, ho troppo |
C'ERA UNA VOLTA ... :FIABE -
|
- Serpentina, dove tu sei? - Maestà, in mezzo al bosco. | La | voce era vicinissima. - E che tu fai? - Pelle nuova, |
C'ERA UNA VOLTA ... :FIABE -
|
alla catasta in fiamme, e senza curar di scottarsi, tirò | la | cassettina fuori della brace. L'aperse in fretta e furia, e |
C'ERA UNA VOLTA ... :FIABE -
|
scappar fuori una ragazza di belle forme; se non che avea | la | pelle tutta squamosa, come quella d'un serpente. - Troppa |
C'ERA UNA VOLTA ... :FIABE -
|
dalla Fata gobba, ti faccio un magnifico regalo. - Non | la | conosco. E tirò via. Più in là, vide un Topolino: - |
C'ERA UNA VOLTA ... :FIABE -
|
dalla Fata gobba, ti faccio un magnifico regalo. - Non | la | conosco. E tirò via. Più in là ancora, vide un usignuolo in |
C'ERA UNA VOLTA ... :FIABE -
|
un magnifico regalo. - Mi dispiace, ma non posso. Aspetto | la | bella dal dente d'oro che deve passare di qui. - Usignuolo, |
C'ERA UNA VOLTA ... :FIABE -
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deve passare di qui. - Usignuolo, bell'usignuolo! Sono io | la | bella dal dente d'oro. E mostrò il dente. - O Reginotta |
C'ERA UNA VOLTA ... :FIABE -
|
un tratto, il più bel giovane che si fosse mai visto, | la | prese per mano e la condusse fuor del bosco. Giunti davanti |
C'ERA UNA VOLTA ... :FIABE -
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più bel giovane che si fosse mai visto, la prese per mano e | la | condusse fuor del bosco. Giunti davanti alla grotta, il bel |
C'ERA UNA VOLTA ... :FIABE -
|
- Chi siete? - Son io e Serpentina. - Chi volete? - | La | Fata Regina. La grotta si spalancò, e si vide il gran |
C'ERA UNA VOLTA ... :FIABE -
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- Son io e Serpentina. - Chi volete? - La Fata Regina. | La | grotta si spalancò, e si vide il gran palazzo della Fata |
C'ERA UNA VOLTA ... :FIABE -
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gli aveva fatto l'incantesimo, e per romperlo ci voleva | la | ragazza dal dente d'oro. Ora dovrete sposarvi. La |
C'ERA UNA VOLTA ... :FIABE -
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ci voleva la ragazza dal dente d'oro. Ora dovrete sposarvi. | La | Reginotta, con quella pelle squamosa, era un orrore. La |
C'ERA UNA VOLTA ... :FIABE -
|
La Reginotta, con quella pelle squamosa, era un orrore. | La | Fata gobba cominciò a strusciarla da capo a piedi, e in |
C'ERA UNA VOLTA ... :FIABE -
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cominciò a strusciarla da capo a piedi, e in poco d'ora | la | mondò, in guisa che non pareva più lei. Era così bella, che |
C'ERA UNA VOLTA ... :FIABE -
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che non pareva più lei. Era così bella, che abbagliava. | La | Regina, come intese che Serpentina stava per tornare, montò |
C'ERA UNA VOLTA ... :FIABE -
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tornare, montò sulle furie: - Se vien lei, partirò io! É | la | nostra cattiva Sorte! Ma, saputo che quella recava |
C'ERA UNA VOLTA ... :FIABE -
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far sparire le gobbe, le andò incontro col Re e con tutta | la | Corte. Fecero grandi feste, e vissero tutti felici e |
C'ERA UNA VOLTA ... :FIABE -
|
A chi tocca fare | la | penitenza? - ho domandato al Teschio. - A me o a lei? Si è |
Io non ho paura -
|
lo sapevo. Ma sapevo che c'è sempre uno che si becca tutta | la | sfortuna. In quei giorni era Barbara Mura, la cicciona, era |
Io non ho paura -
|
becca tutta la sfortuna. In quei giorni era Barbara Mura, | la | cicciona, era lei l'agnello che toglie i peccati. Mi |
Io non ho paura -
|
Barbara si aggirava tra noi come un rinoceronte. - Facciamo | la | votazione, allora! Non può decidere tutto lui. A distanza |
Io non ho paura -
|
ancora capito come faceva a sopportarci. Doveva essere per | la | paura di rimanere da sola. - Va bene. Facciamo la |
Io non ho paura -
|
per la paura di rimanere da sola. - Va bene. Facciamo | la | votazione, - ha concesso il Teschio. - Io dico che tocca a |
Io non ho paura -
|
guardato Salvatore. Nessuno poteva astenersi, quando c'era | la | votazione. Era la regola. - Pure io, - ha fatto Salvatore, |
Io non ho paura -
|
Nessuno poteva astenersi, quando c'era la votazione. Era | la | regola. - Pure io, - ha fatto Salvatore, quasi sussurrando. |
Io non ho paura -
|
che deglutiva una specie di palla da tennis. Ha abbassato | la | testa, ma non ha pianto. L'ho rispettata. - Che... devo |
Io non ho paura -
|
devo fare? - ha balbettato. Il Teschio si è massaggiato | la | gola. La sua mente bastarda si è messa al lavoro. Ha |
Io non ho paura -
|
fare? - ha balbettato. Il Teschio si è massaggiato la gola. | La | sua mente bastarda si è messa al lavoro. Ha tentennato un |
Io non ho paura -
|
si è messa al lavoro. Ha tentennato un istante. - Ce | la | devi ..., far vedere ... Ce la devi far vedere a tutti. |
Io non ho paura -
|
tentennato un istante. - Ce la devi ..., far vedere ... Ce | la | devi far vedere a tutti. Barbara ha barcollato. - Cosa vi |
Io non ho paura -
|
tette -. E rivolgendosi a noi. - Questa volta ci fa vedere | la | fessa. La fessa pelosa. Ti abbassi le mutande e ce la fai |
Io non ho paura -
|
E rivolgendosi a noi. - Questa volta ci fa vedere la fessa. | La | fessa pelosa. Ti abbassi le mutande e ce la fai vedere -. |
Io non ho paura -
|
la fessa. La fessa pelosa. Ti abbassi le mutande e ce | la | fai vedere -. Si è messo a sghignazzare aspettandosi che |
Io non ho paura -
|
penitenza esagerata. Nessuno di noi aveva voglia di vedere | la | fessa di Barbara. Era una penitenza pure per noi. Lo |
Io non ho paura -
|
lì. - Te lo puoi scordare, - ha fatto Barbara scuotendo | la | testa. - Non m'importa se mi picchi. Il Teschio si è messo |
Io non ho paura -
|
se il Teschio e Barbara facevano a botte, il Teschio aveva | la | meglio tanto facilmente. Se Barbara lo buttava a terra e |
Io non ho paura -
|
- Hai perso. Ora ti abbassi i pantaloni. Così impari a fare | la | stronza. - No! Il Teschio le ha dato uno schiaffo. Barbara |
Io non ho paura -
|
Il Teschio le ha dato uno schiaffo. Barbara ha spalancato | la | bocca come una trota e si è massaggiata la guancia. Ancora |
Io non ho paura -
|
ha spalancato la bocca come una trota e si è massaggiata | la | guancia. Ancora non piangeva. Si è girata verso di noi. - |
Io non ho paura -
|
testa di mia madre. - Che fai, piangi? - Il Teschio se | la | godeva da matti. - No, non piango, - è riuscita a dire |
Io non ho paura -
|
si compravano al mercato dell'usato. Le andavano stretti e | la | ciccia le ricadeva sopra la cinta. Si è aperta la fibbia e |
Io non ho paura -
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Le andavano stretti e la ciccia le ricadeva sopra | la | cinta. Si è aperta la fibbia e ha cominciato a slacciarsi i |
Io non ho paura -
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stretti e la ciccia le ricadeva sopra la cinta. Si è aperta | la | fibbia e ha cominciato a slacciarsi i bottoni. Ho |
Io non ho paura -
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- Aspetta! Io sono arrivato ultimo, - ho sentito che diceva | la | mia voce. Tutti si sono girati. |
Io non ho paura -
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della testimonianza vuol essere decisivo; è necessario che | la | verità non venga pregiudicata da influssi magnetici o da |
ABRAKADABRA STORIA DELL'AVVENIRE -
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da altri poteri occulti. - È vano! - rispose dalla tribuna | la | voce di Fidelia; - nessuna volontà umana potrebbe |
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il mio libero arbitrio. L'anima di mia madre è con me, e | la | menzogna non può uscire dal mio labbro. Così parlando, la |
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e la menzogna non può uscire dal mio labbro. Così parlando, | la | giovinetta sviluppò dal peplo il suo candido braccio, e |
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sviluppò dal peplo il suo candido braccio, e alzando | la | destra fece brillare allo sguardo degli assembrati un |
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| La | Lombardia, iornale ufficiale della Provincia di Milano _ La |
MILANO IN PERCORSA IN OMNIBUS COMPILATA DA GAETANO BRIGOLA ED ILLUSTRATA DA NOTIZIE STORICHE ED ARTISTICHE DA FELICE VENOSTA -
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Lombardia, iornale ufficiale della Provincia di Milano _ | La | Perseveranza _ La Gazzetta di Milano _ Il Secolo _ Il |
MILANO IN PERCORSA IN OMNIBUS COMPILATA DA GAETANO BRIGOLA ED ILLUSTRATA DA NOTIZIE STORICHE ED ARTISTICHE DA FELICE VENOSTA -
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ufficiale della Provincia di Milano _ La Perseveranza _ | La | Gazzetta di Milano _ Il Secolo _ Il Pungolo _ Il Corriere |
MILANO IN PERCORSA IN OMNIBUS COMPILATA DA GAETANO BRIGOLA ED ILLUSTRATA DA NOTIZIE STORICHE ED ARTISTICHE DA FELICE VENOSTA -
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"somigliano molto ai cani; con questa differenza, che hanno | la | coda assai più grossa, un codone che pare una spazzola. Non |
STORIE ALLEGRE -
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"Vuol vederne una?" "Una volpe viva? ... " "No, morta. | La | trovai cinque anni fa nel bosco, l'ammazzai con una |
STORIE ALLEGRE -
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anni fa nel bosco, l'ammazzai con una schioppettata, e poi | la | volli impagliare ... ossia, riempire da me: ma non lo dico |
STORIE ALLEGRE -
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avanti che io vada al bosco." Leoncino non intese a sordo. | La | mattina dopo si alzò di bonissim'ora e senza dir nulla ai |
STORIE ALLEGRE -
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questo bugigattolo c'era una bella volpe accovacciata con | la | testa alta e minacciosa, con gli occhi di vetro, che |
STORIE ALLEGRE -
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con gli occhi di vetro, che parevano vivi e veri, e con | la | bocca aperta in atto di ringhiare e di mostrare |
STORIE ALLEGRE -
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e voltandosi al guardaboschi, gli disse: "Come è bella! Me | la | vuoi vendere?". "Vendere? Che le pare! Piuttosto gliela |
STORIE ALLEGRE -
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e senza luce, dove c'è il caso che, una volta o l'altra, me | la | mangino i topi." "Dunque la posso prendere?" "La prenda |
STORIE ALLEGRE -
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che, una volta o l'altra, me la mangino i topi." "Dunque | la | posso prendere?" "La prenda pure: ma che la vuole portare |
STORIE ALLEGRE -
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topi." "Dunque la posso prendere?" "La prenda pure: ma che | la | vuole portare da sé alla villa?" "Sicuro che la voglio |
STORIE ALLEGRE -
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ma che la vuole portare da sé alla villa?" "Sicuro che | la | voglio portare da me. La villa dello zio è così vicina!" |
STORIE ALLEGRE -
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da sé alla villa?" "Sicuro che la voglio portare da me. | La | villa dello zio è così vicina!" "Guà: faccia lei." |
STORIE ALLEGRE -
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con l'aiuto del guardaboschi, si caricò sulle spalle | la | volpe, ripeté i suoi ringraziamenti, e se ne andò. |
STORIE ALLEGRE -
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campane della cattedrale suonano a festa. E' | la | consacrazione. Sul sacrosanto altare si ripete il grande |
I sogni dell'anarchico -
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di candido pane ed il sacerdote alza, tra nubi d'incenso, | la | bianca Ostia e la mostra al "popolo, il quale l'adora |
I sogni dell'anarchico -
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ed il sacerdote alza, tra nubi d'incenso, la bianca Ostia e | la | mostra al "popolo, il quale l'adora riverente. Mirabile |
I sogni dell'anarchico -
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Verbo! A Betlemme cela i bagliori della sua divinità sotto | la | natura umana assunta; sull'altare lai divinità gloriosa e |
I sogni dell'anarchico -
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natura umana assunta; sull'altare lai divinità gloriosa e | la | umanità trasfigurata, il corpo glorificato e l'anima beata, |
I sogni dell'anarchico -
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beata, sotto le sacrate specie. Molti fedeli comprendono | la | poesia del grande istante, fissano commossa la sacra |
I sogni dell'anarchico -
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comprendono la poesia del grande istante, fissano commossa | la | sacra porticella e più d'uno piange. Il suono delle campane |
I sogni dell'anarchico -
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campane è giunto anche nella sua stanza ed egli si desta. | La | camera è buia. - Maledette campane! è il primo pensiero che |
I sogni dell'anarchico -
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vero! - esclama. - Non è vero! Allunga il braccio e chiude | la | corrente elettrica. La stanza viene inondata da una luce |
I sogni dell'anarchico -
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è vero! Allunga il braccio e chiude la corrente elettrica. | La | stanza viene inondata da una luce intensa, bianchissima, |
I sogni dell'anarchico -
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le immagini delle cose che lo circondano si scoloriscono; è | la | morte che s'avvicina... il passaggio dalle tenebre a quella |
I sogni dell'anarchico -
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capo e guarda l'orologio ai pendolo, appeso alla parete. - | La | mezza! Mi sono coricato alle ventitre ed ho udito battere i |
I sogni dell'anarchico -
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aveva ragione. Vi sono altre misure. Ed allora? Non tirò | la | conseguenza. Il ricordo delle immagini vedute nel sogno non |
I sogni dell'anarchico -
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campane! Il loro suono! Tese il braccio ed interruppe | la | corrente. Nella stanza si fece di nuovo scuro; tutto |
I sogni dell'anarchico -
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al tuo spirito. No, no! Egli non voleva le tenebre, voleva | la | luce; l'aveva cercata sempre; l'aveva trovata, e quella |
I sogni dell'anarchico -
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cercata sempre; l'aveva trovata, e quella mattina... | la | bomba... la bomba! Sogni pazzi di notte di Natale, causati |
I sogni dell'anarchico -
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sempre; l'aveva trovata, e quella mattina... la bomba... | la | bomba! Sogni pazzi di notte di Natale, causati dalle |
I sogni dell'anarchico -
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sognare vescovi scannati, papi col ventre squarciato; | la | rivoluzione, la grande voluzione, operazione terribile ma |
I sogni dell'anarchico -
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scannati, papi col ventre squarciato; la rivoluzione, | la | grande voluzione, operazione terribile ma necessaria, che |
I sogni dell'anarchico -
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Maledette campane! Si avvolge ben bene nelle coltri, cela | la | testa nel lenzuolo e cerca sonno. Morfeo fa scendere |
I sogni dell'anarchico -
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dimentica il luogo dove si trova; dimentica che è | la | notte di Natale. Dorme.... |
I sogni dell'anarchico -
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al tempio di San Fedele sta ora sorgendo un teatro per | la | commedia su disegno dell'architetto Scala di Udine. Le |
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eguali a quelle della Fenice di Venezia. | La | platea misurerà, ai due assi principali, metri 13, 50 per |
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ciascuno; il palco scenico avrà una profondità di metri 13. | La | fronte verso la Piazza avrà un' estensione lineare di 48 |
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scenico avrà una profondità di metri 13. La fronte verso | la | Piazza avrà un' estensione lineare di 48 metri. L' ingresso |
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48 metri. L' ingresso ed il passaggio dei cocchi sarà verso | la | via Berchet. _ Qui sorgeva la casa eretta nel IV secolo dai |
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dei cocchi sarà verso la via Berchet. _ Qui sorgeva | la | casa eretta nel IV secolo dai marchesi Imbonati, la quale |
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sorgeva la casa eretta nel IV secolo dai marchesi Imbonati, | la | quale nel 1829 passò in terza proprietà a Massimo d' |
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l'albergo della Bella Venezia. _ Nel mezzo di essa sorgeva | la | casa Sannazzari, edificata in sullo scorcio del passato |
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scorcio del passato secolo dall'architetto Piermarini, | la | quale conteneva ricchi musei d'opere d'arte, e una rara |
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aprile 1814. _ In quell'occasione, saccheggiata e guasta, | la | casa fu poscia del tutto demolita per dare agio maggiore |
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del 1668, alcune Madame raccolte in un gaietto stuolo: | la | Contessa di Bouteron, la Marchesa di Pianezza e le sue |
L'ALTARE DEL PASSATO -
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raccolte in un gaietto stuolo: la Contessa di Bouteron, | la | Marchesa di Pianezza e le sue figliuole gemelle, la |
L'ALTARE DEL PASSATO -
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la Marchesa di Pianezza e le sue figliuole gemelle, | la | Contessa di Saint-Jean, la Contessa di Verrua, Madame |
L'ALTARE DEL PASSATO -
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e le sue figliuole gemelle, la Contessa di Saint-Jean, | la | Contessa di Verrua, Madame d'Olivier, ambasciatrice |
L'ALTARE DEL PASSATO -
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ambasciatrice straordinaria e ordinaria di Francia, con | la | nipote e il nipotino, accogliere fra alte grida di gioia |
L'ALTARE DEL PASSATO -
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Sono stato dalla Duchessa; sono giunto mentre Sua Altezza e | la | Marchesa di Cavour ... Una balenìo d'occhi e di denti, un |
L'ALTARE DEL PASSATO -
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corre nella penombra elegante. - Scusate, Monsignore - è | la | padrona di casa che parla - Ortensia, accompagna Cristina e |
L'ALTARE DEL PASSATO -
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accompagna Cristina e Maria Adelaide e Serafino a vedere | la | pauvre Gigette è l'ora del miele orzato. Gigette è la |
L'ALTARE DEL PASSATO -
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la pauvre Gigette è l'ora del miele orzato. Gigette è | la | canina cinese: sofferente di intestini ribelli e bisognosa |
L'ALTARE DEL PASSATO -
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ha suscitato in tutte il demone della curiosità. - Ebbene? | La | Duchessa si è accorta di qualche cosa? - Avanti! - Ci avete |
L'ALTARE DEL PASSATO -
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non mi lasciate parlare. Oggi sono giunto a Palazzo mentre | la | Duchessa e la Marchesa di Cavour ... - Ebbene? - Si |
L'ALTARE DEL PASSATO -
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parlare. Oggi sono giunto a Palazzo mentre la Duchessa e | la | Marchesa di Cavour ... - Ebbene? - Si salutavano, |
L'ALTARE DEL PASSATO -
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generale. - Ma non è possibile! - Non è possibile che | la | Duchessa non sappia! - La Duchessa sa. E per questo |
L'ALTARE DEL PASSATO -
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possibile! - Non è possibile che la Duchessa non sappia! - | La | Duchessa sa. E per questo abbraccia la Marchesa |
L'ALTARE DEL PASSATO -
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non sappia! - La Duchessa sa. E per questo abbraccia | la | Marchesa teneramente, per dare alla rivale la fiducia più |
L'ALTARE DEL PASSATO -
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abbraccia la Marchesa teneramente, per dare alla rivale | la | fiducia più temeraria e spingerla all'ultima imprudenza. - |
L'ALTARE DEL PASSATO -
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a Sua Altezza il complimento dell'Accademia degli Incolti, | la | Marchesa, che s'annoiava terribilmente, sbadigliò dieci |
L'ALTARE DEL PASSATO -
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Io ero presso una delle finestre che dànno sul Po e vidi | la | Marchesa scendere le scale, accennare la barca reale |
L'ALTARE DEL PASSATO -
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sul Po e vidi la Marchesa scendere le scale, accennare | la | barca reale dov'erano il Duca, il Conte Rebaudengo e un |
L'ALTARE DEL PASSATO -
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il Duca, il Conte Rebaudengo e un barcaiuolo e vidi | la | barca avvicinarsi e la Marchesa balzarvi dentro, e come il |
L'ALTARE DEL PASSATO -
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Rebaudengo e un barcaiuolo e vidi la barca avvicinarsi e | la | Marchesa balzarvi dentro, e come il Duca le diede aiuto, |
L'ALTARE DEL PASSATO -
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rideva e ridevano il Conte Rebaudengo e il barcaiolo. - E | la | sconvenienza del giugno scorso, al Castello di Rivoli? |
L'ALTARE DEL PASSATO -
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in faccia alla Duchessa, alla Corte intera, quasi a sfidare | la | tolleranza di tutte noi. Non ebbe, quella svergognata, la |
L'ALTARE DEL PASSATO -
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la tolleranza di tutte noi. Non ebbe, quella svergognata, | la | sfrontatezza di salire su un albero di ciliege e di |
L'ALTARE DEL PASSATO -
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di offrirle le ciliege nel tricorno di suo marito e | la | Duchessa sorrideva tranquilla, sembrava non vedere, non |
L'ALTARE DEL PASSATO -
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- Ma vede, sente, medita, state sicure! - E soffre. | La | sotto-governante, ieri, passando nei gabinetti di toeletta, |
L'ALTARE DEL PASSATO -
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sotto-governante, ieri, passando nei gabinetti di toeletta, | la | vide riflessa in uno specchio con sulle ginocchia il |
L'ALTARE DEL PASSATO -
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interrompe l'abate, che tace sconfitto da qualche tempo. - | La | verità prima di tutto. Io ho sposata la Marchesa, ho visto |
L'ALTARE DEL PASSATO -
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da qualche tempo. - La verità prima di tutto. Io ho sposata | la | Marchesa, ho visto il suo atto di nascita. Ha ventott'anni, |
L'ALTARE DEL PASSATO -
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triste che io non so immaginarla alla luce del sole, ma | la | vedo in una perpetua mezz'ombra crepuscolare, nella sua |
L'ALTARE DEL PASSATO -
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con le sue mura, le sue torri, le sue porte, con | la | sua piazza del Castello dagli edifici miseri e grigi che |
L'ALTARE DEL PASSATO -
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al genio architettonico di Filippo Juvara! Come trascorreva | la | vita in quel Palazzo reale che Carlo Emanuele aveva fatto |
L'ALTARE DEL PASSATO -
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poi Amedeo II e Carlo Emanuele III? In pace trascorreva | la | vita, da quasi un trentennio, dopo la tremenda guerra |
L'ALTARE DEL PASSATO -
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In pace trascorreva la vita, da quasi un trentennio, dopo | la | tremenda guerra civile del 1640. Una grande figura di |
L'ALTARE DEL PASSATO -
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Una grande figura di donna, ormai sessantenne, vi profilava | la | sua ombra grandiosa: Madama Reale, quella Cristina di |
L'ALTARE DEL PASSATO -
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Tommaso e Cardinale Maurizio, non aveva esitato a fare | la | cosa inaudita nella storia delle guerre civili, uscire per |
L'ALTARE DEL PASSATO -
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nella storia delle guerre civili, uscire per assediare | la | sua città bene amata, costringere i suoi cari torinesi alla |
L'ALTARE DEL PASSATO -
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dopo cinque mesi d'assedio atroce, alla resa; e nel 1640 | la | città s'arrendeva e la Duchessa vittoriosa (cosa commovente |
L'ALTARE DEL PASSATO -
|
atroce, alla resa; e nel 1640 la città s'arrendeva e | la | Duchessa vittoriosa (cosa commovente e tragica!) rientrava |
L'ALTARE DEL PASSATO -
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e tragica!) rientrava nella sua Torino vestita a lutto per | la | vittoria riportata contro i suoi sudditi Quasi un |
L'ALTARE DEL PASSATO -
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chiamato l'Adriano del Piemonte. Il Piemonte rifioriva. | La | Francia esercitava sopra Torino, non per diritto, ma per |
L'ALTARE DEL PASSATO -
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non per diritto, ma per fatto, un supremo dominio, ma | la | dipendenza era velata da speciose ragioni di protezione, |
L'ALTARE DEL PASSATO -
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politica, si faceva sentire nell'arte e nei costumi. | La | Corte torinese era improntata a quella di Parigi e certo |
L'ALTARE DEL PASSATO -
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d'oltr'Alpe, nè l'eleganza della Senna, delle Grazie madre | la | sua vita coniugale non lieta, e non per colpa sua, l'aveva |
L'ALTARE DEL PASSATO -
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nozze con quella dolce Francesca d'Orléans, chiamata, per | la | sua bellezza e la sua grazia, minuscola Colombina d'Amore, |
L'ALTARE DEL PASSATO -
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dolce Francesca d'Orléans, chiamata, per la sua bellezza e | la | sua grazia, minuscola Colombina d'Amore, nozze felici |
L'ALTARE DEL PASSATO -
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accademico del tempo. E il giovane sovrano aveva consolata | la | sua vedovanza con varie dame: Gabriella di Mesme di |
L'ALTARE DEL PASSATO -
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in Piemonte, e due figlie: Cristina e Luisa Adelaide. | La | ragion di Stato, anzi l'amorosa ragion di Stato come canta |
L'ALTARE DEL PASSATO -
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del Genovese e del Faussigny. Le nozze furono splendide e | la | sposa, giovinetta, entrò in Torino inghirlandata di tutti i |
L'ALTARE DEL PASSATO -
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giubilo vicendevole dei suoi amatissimi sposi. "Pervenuta | la | sposa in Torino, Madama Reale voleva andarle incontro in |
L'ALTARE DEL PASSATO -
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salute, fu necessitata di aspettarla al castello. "Ascesa, | la | Regale Sposa, le scale del Palagio fra suoni di trombe, |
L'ALTARE DEL PASSATO -
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da essa complimentata con quei termini che le somministrò | la | sua naturale gentilezza e facondia incomparabile, veramente |
L'ALTARE DEL PASSATO -
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espressivi dell'amor riverente dovuti a sì gran Madre, | la | sposa reale. "Volle Madama Reale in ogni modo condurla alle |
L'ALTARE DEL PASSATO -
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e luminarie e fuochi artifitiali e altri passatempi". Oimè, | la | luna di miele, col suo alone roseo d'illusioni, doveva |
L'ALTARE DEL PASSATO -
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col suo alone roseo d'illusioni, doveva durare ben poco e | la | bella sposa - pur con tutta la ingenuità dei suoi diciotto |
L'ALTARE DEL PASSATO -
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doveva durare ben poco e la bella sposa - pur con tutta | la | ingenuità dei suoi diciotto anni - non doveva tardar molto |
L'ALTARE DEL PASSATO -
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sposa del Duca, più antica di lei, terribile di tutta | la | sua bellezza matura ed esperta, forte da anni e anni |
L'ALTARE DEL PASSATO -
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amata, collocata in vari collegi di Francia e di Lombardia: | la | Marchesa di Cavour. E certo, la Duchessa baciava tremando |
L'ALTARE DEL PASSATO -
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di Francia e di Lombardia: la Marchesa di Cavour. E certo, | la | Duchessa baciava tremando il capo d'oro dell'unico |
L'ALTARE DEL PASSATO -
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per lui. Quale spaventosa tragedia, silenziosa come | la | fiumana che serpeggia sotterra, doveva tumultuare nel |
L'ALTARE DEL PASSATO -
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doveva tumultuare nel piccolo cuore non ancora ventenne! - | La | Duchessa? non s'accorge di nulla, non vede nulla, non |
L'ALTARE DEL PASSATO -
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che il calice fosse colmo ... E il calice fu colmo. | La | noia dei salotti secenteschi torinesi fu un bel mattino |
L'ALTARE DEL PASSATO -
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fu un bel mattino rallegrata da una novella incredibile. | La | Duchessa è fuggita di Palazzo. Dov'è? Fuggita? Ma no! È a |
L'ALTARE DEL PASSATO -
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mai più! S'è accorta di tutto! Ha sorpreso il Duca con | la | Marchesa. Finalmente! Il Duca aveva lasciata la Corte |
L'ALTARE DEL PASSATO -
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il Duca con la Marchesa. Finalmente! Il Duca aveva lasciata | la | Corte l'altro giorno per la Venaria dicendo d'aver ritrovo |
L'ALTARE DEL PASSATO -
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Il Duca aveva lasciata la Corte l'altro giorno per | la | Venaria dicendo d'aver ritrovo di caccia col cugino, |
L'ALTARE DEL PASSATO -
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caccia col cugino, l'abate Visconti, che veniva da Milano. | La | duchessa era rimasta a Torino accusando vapori al cervello, |
L'ALTARE DEL PASSATO -
|
riposo per quindici giorni. Invece, nella notte successiva | la | Duchessa fu vista arrivare alla Venaria alle tre del |
L'ALTARE DEL PASSATO -
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Balza al portone. Le guardie le proiettano in volto | la | lanterna rossigna, allibiscono, vietano il passo |
L'ALTARE DEL PASSATO -
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vietano il passo supplicando, implorano quasi piangendo | la | Duchessa di non salire; ne va della loro vita! La Duchessa |
L'ALTARE DEL PASSATO -
|
piangendo la Duchessa di non salire; ne va della loro vita! | La | Duchessa legge la verità negli occhi dei soldati tremanti, |
L'ALTARE DEL PASSATO -
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di non salire; ne va della loro vita! La Duchessa legge | la | verità negli occhi dei soldati tremanti, spezza la catena |
L'ALTARE DEL PASSATO -
|
legge la verità negli occhi dei soldati tremanti, spezza | la | catena delle braccia robuste, balza su per le scalee, |
L'ALTARE DEL PASSATO -
|
chiuse - giungevano le strida della Marchesa di Cavour, | la | voce convulsa del Duca, la voce irriconoscibile della |
L'ALTARE DEL PASSATO -
|
strida della Marchesa di Cavour, la voce convulsa del Duca, | la | voce irriconoscibile della giovane Duchessa. Poi più nulla. |
L'ALTARE DEL PASSATO -
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della giovane Duchessa. Poi più nulla. Fu vista uscire | la | Duchessa livida, disfatta, fu vista raggiungere barcollando |
L'ALTARE DEL PASSATO -
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Duchessa livida, disfatta, fu vista raggiungere barcollando | la | berlina e la berlina partire di gran carriera, seguìta dai |
L'ALTARE DEL PASSATO -
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disfatta, fu vista raggiungere barcollando la berlina e | la | berlina partire di gran carriera, seguìta dai quattro |
L'ALTARE DEL PASSATO -
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di gran carriera, seguìta dai quattro staffieri a cavallo. | La | Duchessa è ritornata in Francia. Torino è annichilita. |
L'ALTARE DEL PASSATO -
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Torino è annichilita. Passano due, tre, quattro giorni. | La | notizia è ormai diffusa nella nobiltà, nella borghesia, nel |
L'ALTARE DEL PASSATO -
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ormai diffusa nella nobiltà, nella borghesia, nel contado; | la | Duchessa è in Francia? No! Non è vero, impone di credere un |
L'ALTARE DEL PASSATO -
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un ordine di Corte, affisso sulla piazza del Castello. | La | Duchessa è sofferente e tiene il letto da quindici giorni; |
L'ALTARE DEL PASSATO -
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si celebrerà anzi un Te Deum per implorare dal cielo | la | sua certa guarigione. Ma nessuno crede a quella commedia, |
L'ALTARE DEL PASSATO -
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sua certa guarigione. Ma nessuno crede a quella commedia, | la | verità è risaputa; la Duchessa tradita è ritornata presso |
L'ALTARE DEL PASSATO -
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Ma nessuno crede a quella commedia, la verità è risaputa; | la | Duchessa tradita è ritornata presso la sua famiglia |
L'ALTARE DEL PASSATO -
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verità è risaputa; la Duchessa tradita è ritornata presso | la | sua famiglia d'oltr'Alpe come una bourgeoise qualunque che |
L'ALTARE DEL PASSATO -
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Ma al quinto giorno un'altra notizia sbigottisce Torino: | La | Duchessa rientrerà fra poche ore in città! Non è stata |
L'ALTARE DEL PASSATO -
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esulta, ma anche in questo è risaputa ben presto tutta | la | verità. Uno squadrone, dopo la fuga notturna della |
L'ALTARE DEL PASSATO -
|
è risaputa ben presto tutta la verità. Uno squadrone, dopo | la | fuga notturna della Duchessa, s'è precipitato, per ordine |
L'ALTARE DEL PASSATO -
|
tracce della fuggitiva, ha costretto con le armi spianate | la | berlina reale a far ritorno a Torino. E la Duchessa ritorna |
L'ALTARE DEL PASSATO -
|
le armi spianate la berlina reale a far ritorno a Torino. E | la | Duchessa ritorna pallida, disfatta, rientra in Torino |
L'ALTARE DEL PASSATO -
|
- Se non fosse di suo figlio - commenta qualche madre fra | la | folla, - scommetto che si sarebbe piuttosto lasciata |
L'ALTARE DEL PASSATO -
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registrate dagli archivi polverosi, ma noi non cercheremo | la | conferma nel tedio delle antiche carte. Tutto l'episodio |
L'ALTARE DEL PASSATO -
|
dal Nigra nella sua raccolta di canzoni piemontesi. | La | Marchesa di Cavour Sua Altessa l'è muntà an carossa, An |
L'ALTARE DEL PASSATO -
|
l'è muntà an carossa, An carossa l'è bin muntè, Che a | la | Venaria a völ andè. Quand a l'è staita a la Venaria, L'à |
L'ALTARE DEL PASSATO -
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muntè, Che a la Venaria a völ andè. Quand a l'è staita a | la | Venaria, L'à butà le guardie tut anturn Per la Marcheza di |
L'ALTARE DEL PASSATO -
|
l'è staita a la Venaria, L'à butà le guardie tut anturn Per | la | Marcheza di Cavour. Bela madamin munta an carossa, An |
L'ALTARE DEL PASSATO -
|
Bela madamin munta an carossa, An carossa l'è bin muntè, A | la | Venaria la vol dco andè, Quand a l'è staita a la Venaria, |
L'ALTARE DEL PASSATO -
|
munta an carossa, An carossa l'è bin muntè, A la Venaria | la | vol dco andè, Quand a l'è staita a la Venaria, Llà trova le |
L'ALTARE DEL PASSATO -
|
muntè, A la Venaria la vol dco andè, Quand a l'è staita a | la | Venaria, Llà trova le guardie tut anturn Per la Marcheza di |
L'ALTARE DEL PASSATO -
|
staita a la Venaria, Llà trova le guardie tut anturn Per | la | Marcheza di Cavour. Bela Madamin sforza le guardie. E le |
L'ALTARE DEL PASSATO -
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le guardie. E le guardie l'à bin sforzè; Per cule stanse | la | vol andè, Quand l'è staita ant cule stanse, La Marcheza l'à |
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cule stanse la vol andè, Quand l'è staita ant cule stanse, | La | Marcheza l'à trova cugià E Sua Altessa da l'auter là. - Me |
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altessa a j'a ben di - je; - Bela madamin, stè chieta vui, | La | Marcheza l'è più bela ch'vui. Bela Madamin munta an |
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munta an carossa, An carossa l'è bin muntè. Che an Fransa | la | vol turnè. Quand lè staita a metà strada, Bela Madamin |
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Quando fu alla Venaria, mise guardia tutt'attorno per | la | Marchesa di Cavour. La bella Madamina monta in carrozza, in |
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mise guardia tutt'attorno per la Marchesa di Cavour. | La | bella Madamina monta in carrozza, in carrozza è ben montata |
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Quando fu alla Venaria, trovò le guardie tutt'attorno per | la | Marchesa di Cavour. La bella Madamina forzò le guardie, le |
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trovò le guardie tutt'attorno per la Marchesa di Cavour. | La | bella Madamina forzò le guardie, le guardie ben forzò; per |
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forzò le guardie, le guardie ben forzò; per quelle stanze | la | vuol andare. Quando fu in quelle stanze, trovò la Marchesa |
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stanze la vuol andare. Quando fu in quelle stanze, trovò | la | Marchesa coricata, e Sua Altezza dall'altro lato. - Vi |
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ringrazio tanto, che vi abbiate fatto un sì bell'amante. - | La | signora Marchesa ben le disse: - Questo non è di mio |
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Altezza ben le disse: - Bella Madamina, state zitta voi. | La | Marchesa è più bella di voi. - La bella Madamina monta in |
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state zitta voi. La Marchesa è più bella di voi. - | La | bella Madamina monta in carrozza, in carrozza ben montò, |
L'ALTARE DEL PASSATO -
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monta in carrozza, in carrozza ben montò, che in Francia | la | vuol tornare. Quando fu a metà strada, la bella Madamina si |
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che in Francia la vuol tornare. Quando fu a metà strada, | la | bella Madamina si volta indietro, vide venire due |
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che ti farò fermare e dentro una torre ti farò cacciare. - | La | bella Madamina ben gli disse: - Se non fosse del mio |
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fu per entrare nelle porte, tutti facevano solennità. | La | bella Madamina è tornata. Mandò a chiamare la signora |
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solennità. La bella Madamina è tornata. Mandò a chiamare | la | signora Marchesa: Io vi dò soltanto tre giorni di tempo, |
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una volta un Re che avea una bimba. | La | Regina era morta di parto, e il Re avea preso una balia che |
C'ERA UNA VOLTA ... :FIABE -
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di parto, e il Re avea preso una balia che gli allattasse | la | piccina. Un giorno la balia scese, insieme colla bimba, nel |
C'ERA UNA VOLTA ... :FIABE -
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preso una balia che gli allattasse la piccina. Un giorno | la | balia scese, insieme colla bimba, nel giardino reale. La |
C'ERA UNA VOLTA ... :FIABE -
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la balia scese, insieme colla bimba, nel giardino reale. | La | bimba avea tre anni, e si divertiva a fare chiasso |
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all'ombra dei grandi alberi. Sull'ora di mezzogiorno | la | balia s'addormentava; ma quando si svegliò, non trovò più |
C'ERA UNA VOLTA ... :FIABE -
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balia s'addormentava; ma quando si svegliò, non trovò più | la | Reginotta. Cerca, chiama per tutto il giardino; nulla! La |
C'ERA UNA VOLTA ... :FIABE -
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la Reginotta. Cerca, chiama per tutto il giardino; nulla! | La | bimba era scomparsa. Come presentarsi al Re, che andava |
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presentarsi al Re, che andava matto per quella figliuola? | La | povera balia si picchiava il petto, si strappava i capelli: |
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e rifruga, tutto fu inutile. Venne l'ora del pranzo. - E | la | Reginotta? - domandò il Re. I ministri si guardarono in |
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si guardarono in faccia, più bianchi di un panno lavato. - | La | Reginotta dov'è? - Maestà, - disse un ministro - è accaduta |
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di sé dal gran dolore. Fece subito un bando: - Chi riporta | la | Reginotta, gli si concede qualunque grazia. Ma eran già |
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regno in regno: - Sia cristiano, sia infedele, chi riporta | la | Reginotta, gli vien concessa qualunque grazia. Ma passò un |
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piangeva giorno e notte. Nel giardino reale c'era un pozzo. | La | Reginotta, mentre la balia dormiva, s'era accostata |
C'ERA UNA VOLTA ... :FIABE -
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Nel giardino reale c'era un pozzo. La Reginotta, mentre | la | balia dormiva, s'era accostata all'orlo e vi si era |
C'ERA UNA VOLTA ... :FIABE -
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un braccio lungo lungo, peloso peloso, che l'afferrò e | la | tirò giù. E così, da parecchi anni, lei viveva in fondo a |
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che non ci penetrava mai sole, ma ci si vedeva lo stesso. | La | bimba veniva servita da quella Reginotta che era. Una |
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una per lavarla, una per pettinarla, una per recarle | la | colazione, una per servirla a pranzo, una per metterla a |
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umore. Il Lupo Mannaro russava tutto il santo giorno e | la | notte andava via. Siccome la bimba, quando lo vedeva, |
C'ERA UNA VOLTA ... :FIABE -
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tutto il santo giorno e la notte andava via. Siccome | la | bimba, quando lo vedeva, strillava dalla paura, si facea |
C'ERA UNA VOLTA ... :FIABE -
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si facea veder di rado: non volea spaventarla. Intanto | la | Reginotta s'era fatta una bella ragazza. Una sera, entrata |
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- mi pare una quaglia. - Bisogna vedere - rispose il cuoco. | La | Reginotta sentì che giravano adagino il pomo della |
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di lei? Il Lupo Mannaro voleva mangiarsela. Le si accapponò | la | pelle, sfido io! Si fece piccina piccina, e finse di |
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cuoco - e sarà un boccone reale. Come intese queste parole, | la | Reginotta si senti rinascere: - Otto giorni! Oh, quella |
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mangiata; no, no! Pensa e ripensa, le venne un'idea. | La | mattina, saltata giù dal letto, appostossi alla bocca della |
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del pozzo, ed aspettò che venisse gente ad attinger acqua. | La | carrucola stride, la secchia fa un tonfo, ed ecco la |
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che venisse gente ad attinger acqua. La carrucola stride, | la | secchia fa un tonfo, ed ecco la Reginotta che s'afferra |
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acqua. La carrucola stride, la secchia fa un tonfo, ed ecco | la | Reginotta che s'afferra alla corda, puntando i piedini |
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alla corda, puntando i piedini sull'orlo della secchia. | La | tiravano su lentamente; era un po' pesa. A un tratto la |
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La tiravano su lentamente; era un po' pesa. A un tratto | la | corda si rompe, e secchia e Reginotta, patatunfete, giù! |
C'ERA UNA VOLTA ... :FIABE -
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e Reginotta, patatunfete, giù! Accorsero le cameriere e | la | ritirarono dall'acqua. - Ebbi un capogiro e cascai. Non ne |
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E passò un giorno. Il secondo giorno, aspetta aspetta, | la | secchia non venne giù. Bisognava trovare un altro mezzo: ma |
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trovare un altro mezzo: ma non era come dirlo. Quale? | La | grotta non aveva che quell'unica uscita. E passò un altro |
C'ERA UNA VOLTA ... :FIABE -
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non aveva che quell'unica uscita. E passò un altro giorno. | La | Reginotta non si perdette d'animo. Appena aggiornava, era |
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perdette d'animo. Appena aggiornava, era al suo posto; ma | la | secchia non calava. E passarono altri due giorni. Una |
C'ERA UNA VOLTA ... :FIABE -
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né amici! Il Pesciolino montava a fior d'acqua, dimenando | la | coda, aprendo e chiudendo la bocca; pareva l'avesse |
C'ERA UNA VOLTA ... :FIABE -
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a fior d'acqua, dimenando la coda, aprendo e chiudendo | la | bocca; pareva l'avesse sentita: - Ah! Pesciolino, tu sei |
C'ERA UNA VOLTA ... :FIABE -
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questo momento. - Cavalcami sulla schiena e tienti forte. | La | Reginotta si mise a cavalcioni del Pesciolino e gli si |
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si afferrò alle branchie; e il Pesciolino, nuota, nuota, | la | portò in fondo al pozzo. Di lì passava un fiume, sotto |
C'ERA UNA VOLTA ... :FIABE -
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passava un fiume, sotto terra. Il Pesciolino infilò diritto | la | corrente e la Reginotta gli si tenne sempre ben afferrata |
C'ERA UNA VOLTA ... :FIABE -
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sotto terra. Il Pesciolino infilò diritto la corrente e | la | Reginotta gli si tenne sempre ben afferrata alle branchie. |
C'ERA UNA VOLTA ... :FIABE -
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ingoiarli: - Pagate il pedaggio, o di qui non si passa. | La | Reginotta si strappò un'orecchia e gliela buttò. Nuota, |
C'ERA UNA VOLTA ... :FIABE -
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di denti: Pagate il pedaggio, o di qui non si passa. | La | Reginotta si strappava l'altra orecchia e gliela buttava. |
C'ERA UNA VOLTA ... :FIABE -
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si strappava l'altra orecchia e gliela buttava. Quando | la | corrente sboccò all'aria aperta, il Pesciolino depose la |
C'ERA UNA VOLTA ... :FIABE -
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la corrente sboccò all'aria aperta, il Pesciolino depose | la | Reginotta sulla sponda e diè un salto fuor dell'acqua. Era |
C'ERA UNA VOLTA ... :FIABE -
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del palazzo reale non volevano lasciarla passare. - Sono | la | Reginotta! Son la figliuola del Re! Non ci credeva nessuno, |
C'ERA UNA VOLTA ... :FIABE -
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non volevano lasciarla passare. - Sono la Reginotta! Son | la | figliuola del Re! Non ci credeva nessuno, nemmeno il Re. |
C'ERA UNA VOLTA ... :FIABE -
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venire dinanzi: - Chi sa? Poteva anche darsi! Il Re | la | guardò da capo a piedi: gli pareva e non gli pareva. Lei |
C'ERA UNA VOLTA ... :FIABE -
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capo a piedi: gli pareva e non gli pareva. Lei gli raccontò | la | sua storia; ma non disse nulla delle orecchie, per |
C'ERA UNA VOLTA ... :FIABE -
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mia? Dove le perdeste le orecchie? Il Re, indignato, | la | condannava a rigovernare i piatti e le stoviglie della |
C'ERA UNA VOLTA ... :FIABE -
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- Senza-orecchie, Senza-orecchie, ecco roba per te! | La | Reginotta accorse: eran davvero le sue orecchie. Tremante |
C'ERA UNA VOLTA ... :FIABE -
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il Re suo padre raffigurolla ad un tratto: - É lei! É | la | mia figliuola! E bandì feste reali per otto giorni. Poi, |
C'ERA UNA VOLTA ... :FIABE -
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era vecchio, volle lasciare il regno. E il re Pesciolino e | la | Regina Senza-orecchie regnarono a lungo dopo di lui. |
C'ERA UNA VOLTA ... :FIABE -
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Senza-orecchie regnarono a lungo dopo di lui. Stretta | la | foglia, e larga la via, Dite la vostra, ché ho detto la |
C'ERA UNA VOLTA ... :FIABE -
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regnarono a lungo dopo di lui. Stretta la foglia, e larga | la | via, Dite la vostra, ché ho detto la mia. |
C'ERA UNA VOLTA ... :FIABE -
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lungo dopo di lui. Stretta la foglia, e larga la via, Dite | la | vostra, ché ho detto la mia. |
C'ERA UNA VOLTA ... :FIABE -
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la foglia, e larga la via, Dite la vostra, ché ho detto | la | mia. |
C'ERA UNA VOLTA ... :FIABE -
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di curiosità, accompagnato da lungo mormorio, corse per | la | folla degli spettatori; e le teste dei giurati si volsero |
Racconti 2 -
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dei giurati si volsero tutte verso l'uscio, aspettando | la | comparsa della moglie dell'accusato, che si fece attendere |
Racconti 2 -
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per una mano, e condurla davanti il presidente, che | la | fissava aggiustandosi gli occhiali luccicanti sul naso |
Racconti 2 -
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fatevi coraggio. Raccontate il fatto ai signori giurati -. | La | povera giovane alzò timidamente la testa, guardò quei visi |
Racconti 2 -
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ai signori giurati -. La povera giovane alzò timidamente | la | testa, guardò quei visi rivolti intentamente verso di lei, |
Racconti 2 -
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accusare nessuno. Raccontate quel che sapete. Com'è morta | la | bambina? Che sospettaste allora? - Il presidente addolciva |
Racconti 2 -
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bambina? Che sospettaste allora? - Il presidente addolciva | la | voce, sorrideva, per farle animo; e col gesto additava i |
Racconti 2 -
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quei signori seduti là, e dalla bocca di lei; cosí ordinava | la | legge. La giovane borbottò alcune parole. - Piú forte - le |
Racconti 2 -
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seduti là, e dalla bocca di lei; cosí ordinava la legge. | La | giovane borbottò alcune parole. - Piú forte - le disse il |
Racconti 2 -
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appena scorse, dietro il cancello di ferro, suo marito che | la | guardava con occhi spalancati e con viso sconvolto, non |
Racconti 2 -
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Finalmente, rasserenatasi un pochino, cominciò a parlare: - | La | piccina era figlia dell'altro marito. Dapprima anche costui |
Racconti 2 -
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ma dopo, non so perché, cominciò a trattarla duramente. | La | picchiava per un nonnulla, non la poteva piú soffrire. |
Racconti 2 -
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a trattarla duramente. La picchiava per un nonnulla, non | la | poteva piú soffrire. Quella mattina io l'avevo mandata da |
Racconti 2 -
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Quella mattina io l'avevo mandata da lui, insieme con | la | sorellina del secondo letto, per portargli la colazione in |
Racconti 2 -
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insieme con la sorellina del secondo letto, per portargli | la | colazione in bottega. Sapevo che egli non voleva: ma la |
Racconti 2 -
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la colazione in bottega. Sapevo che egli non voleva: ma | la | bambina piú piccola aveva paura di andar sola e s'era messa |
Racconti 2 -
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parso piú rabbioso del solito, e temevo non si sfogasse su | la | povera creatura da me mandata là contro il divieto di lui. |
Racconti 2 -
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anzi ci ha dato da mangiare". Respirai! Ma, da lí a poco | la | poverina si sentí male. Aveva nausee, dolori allo stomaco. |
Racconti 2 -
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stomaco. Le diedi una tazza di acqua bollita. Fu peggio. | La | bambina cominciò a vomitare. Si contorceva, urlava; si |
Racconti 2 -
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ero atterrita, vedendogli osservare attentamente quel che | la | bambina vomitava, e vedendolo pensieroso davanti alla |
Racconti 2 -
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via; ma tornò quasi subito col pretore, per interrogare | la | bambina che già stentava a parlare, tanto era sfinita. Io |
Racconti 2 -
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Perché il pretore? Ero spaventata. - E vostro marito? - | la | interruppe il procuratore del re, chiesto al presidente il |
Racconti 2 -
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- Non diceste cosí al giudice istruttore; rammentatevelo -. | La | figura e la voce di quel personaggio vestito di nero, con |
Racconti 2 -
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cosí al giudice istruttore; rammentatevelo -. La figura e | la | voce di quel personaggio vestito di nero, con quello strano |
Racconti 2 -
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è avvelenata col fosforo", che rispose vostro marito? - | La | povera giovane esitò un momento, e guardò suo marito |
Racconti 2 -
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- Lui esclamò: "Non può essere!" - E si diè a interrogare | la | bambina: "Hai preso dei fosfori? ... Gli hai mangiati, per |
Racconti 2 -
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... Gli hai mangiati, per caso? ... " "No, no" rispondeva | la | bambina. "Ecco!" fece lui; ma il pretore gli disse: |
Racconti 2 -
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ma il pretore gli disse: "Zitto!". - Che raccontò allora | la | bambina? - insistette il presidente, vedendo ch'ella s'era |
Racconti 2 -
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gli occhiali. - Alle parole della bambina egli disse: "Oh, | la | bugiarda!" E il pretore gli diè di nuovo sulla voce: |
Racconti 2 -
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zitto io!". Allora lui si rammentò che in bottega c'era | la | pasta avvelenata pei topi. Forse, la bambina n'aveva |
Racconti 2 -
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che in bottega c'era la pasta avvelenata pei topi. Forse, | la | bambina n'aveva ingoiato un pezzettino senza sapere che |
Racconti 2 -
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è un cattivo soggetto; non è possibile che abbia avvelenato | la | bambina lui stesso, a posta! Che male gli aveva fatto la |
Racconti 2 -
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la bambina lui stesso, a posta! Che male gli aveva fatto | la | innocente? ... Questa è la verità! - Si era alzata da |
Racconti 2 -
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posta! Che male gli aveva fatto la innocente? ... Questa è | la | verità! - Si era alzata da sedere, rivolta verso quell'uomo |
Racconti 2 -
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- Si era alzata da sedere, rivolta verso quell'uomo che | la | fissava come uno stupido, con le mani sui ginocchi e la |
Racconti 2 -
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che la fissava come uno stupido, con le mani sui ginocchi e | la | bocca semiaperta, meravigliato che sua moglie ora tentasse |
Racconti 2 -
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Io, come potevo dimenticare quella sant'anima? E poi, | la | bambina era il suo ritratto; tal quale, fin nel suono della |
Racconti 2 -
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che lo dimenticassi, che non lo nominassi piú! E odiava | la | bambina perché si chiamava Giovanna. La poverina, da un |
Racconti 2 -
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piú! E odiava la bambina perché si chiamava Giovanna. | La | poverina, da un anno, non avea piú nome per lui. Le dava |
Racconti 2 -
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E si strappava i capelli, piangendo, bestemmiando i santi e | la | madonna. Spezzò sedie, piatti, ogni cosa! ... Io corsi a |
Racconti 2 -
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cominciò a stracciare quei vestiti (nuovi, di panno fino; | la | sant'anima li aveva indossati poche volte!) li ridusse in |
Racconti 2 -
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dov'era? - E cosí costui si acchetò un pochino. Ma c'era | la | bambina; ma si chiamava Giovanna; e non voleva, no, che la |
Racconti 2 -
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la bambina; ma si chiamava Giovanna; e non voleva, no, che | la | chiamassi cosí, perché, diceva - era una fissazione, |
Racconti 2 -
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vergine santa! - non chiamavo lei, ma quell'altro; perciò | la | chiamavo cosí spesso. Che bisogno c'era di chiamarla cosí |
Racconti 2 -
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Una povera madre, che non potev a chiamare per nome | la | propria figliuolina orfana! Mi diventava piú |
Racconti 2 -
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Mi diventava piú compassionevole; non mi pareva piú quella, | la | poverina, senza il nome di suo padre che non l'aveva neppur |
Racconti 2 -
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bene; volevo contentarlo; il sacrificio era tutto mio; | la | bambina che ne capiva? E non ebbe piú nome; non ebbe piú il |
Racconti 2 -
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E anche il confessore mi confortava: "Fa a modo suo, per | la | pace della casa!" La pove ra giovane s'interrompeva spesso, |
Racconti 2 -
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mi confortava: "Fa a modo suo, per la pace della casa!" | La | pove ra giovane s'interrompeva spesso, volgendo la testa |
Racconti 2 -
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casa!" La pove ra giovane s'interrompeva spesso, volgendo | la | testa verso la gabbia dove ora suo marito smaniava, |
Racconti 2 -
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ra giovane s'interrompeva spesso, volgendo la testa verso | la | gabbia dove ora suo marito smaniava, passandosi le mani su |
Racconti 2 -
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gabbia dove ora suo marito smaniava, passandosi le mani su | la | faccia; e mentre dal cuore le sgorgava quello sfogo, senza |
Racconti 2 -
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sotto gli occhi dei giurati pendenti dalle sue labbra, | la | invadeva il terrore, se mai la sua deposizione potesse |
Racconti 2 -
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pendenti dalle sue labbra, la invadeva il terrore, se mai | la | sua deposizione potesse nuocere a colui, e aggravarlo |
Racconti 2 -
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nuocere a colui, e aggravarlo dinanzi i giudici. Ma era | la | verità! Dal posto dove il presidente l'aveva fatta sedere, |
Racconti 2 -
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ai testimoni, ella sentiva raccontare dall'avvocato tutta | la | propria storia. Questi però la diceva in un'altra maniera, |
Racconti 2 -
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dall'avvocato tutta la propria storia. Questi però | la | diceva in un'altra maniera, a modo suo. Ella capiva e non |
Racconti 2 -
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e solenni dell'avvocato, le suscitavano intanto lucidissima | la | visione di quei fatti, di quella giornata, di quel posto: |
Racconti 2 -
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visione di quei fatti, di quella giornata, di quel posto: | la | dolce sensazione del sole di primavera, del verde del |
Racconti 2 -
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alberi e dei muggiti dei buoi lontani, mentr'ella scendeva | la | viottola che conduceva alla fontana ... E quegli, appostato |
Racconti 2 -
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che conduceva alla fontana ... E quegli, appostato dietro | la | siepe dei roveti, era sbucato a un tratto e l'aveva |
Racconti 2 -
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dei roveti, era sbucato a un tratto e l'aveva afferrata per | la | vita, prima ch'ella potesse gridare; e levatala di peso su |
Racconti 2 -
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vita, prima ch'ella potesse gridare; e levatala di peso su | la | mula bardata, l'aveva rapita, come un ladro, di violenza, |
Racconti 2 -
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come un ladro, di violenza, baciandola ansiosamente su | la | nuca, sui capelli, mentre ella si dibatteva indignata e |
Racconti 2 -
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capelli, mentre ella si dibatteva indignata e impaurita. E | la | mula trottava, e gli alberi correvano vertiginosi attorno, |
Racconti 2 -
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trottava, e gli alberi correvano vertiginosi attorno, quasi | la | terra girasse. E lui le andava dicendo: - Ora sei mia! Ora |
Racconti 2 -
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- No! no! Che tradimento mi avete fatto! No! - E | la | mula trottava, quasi fosse d'intesa anch'essa, giú per la |
Racconti 2 -
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E la mula trottava, quasi fosse d'intesa anch'essa, giú per | la | china fra gli ulivi, scansando la via battuta. E lei, pur |
Racconti 2 -
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anch'essa, giú per la china fra gli ulivi, scansando | la | via battuta. E lei, pur rispondendo sempre di no, perché |
Racconti 2 -
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una commozione profonda, una pietà anche, pel forte che | la | rapiva a quel modo, perché l'amava e la voleva sua a ogni |
Racconti 2 -
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pel forte che la rapiva a quel modo, perché l'amava e | la | voleva sua a ogni costo! - Ora sei mia! - E tornava a |
Racconti 2 -
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a casa mia! Lasciatem i andare! - Infatti, giunti davanti | la | grotta, tra i fichi d'India, egli saltò da cavallo, e |
Racconti 2 -
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le disse solamente: - Ah, bella figliuola mia! Tu sarai | la | mia regina -. E lei piangeva, col viso fra le mani, e non |
Racconti 2 -
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rispondeva nulla; non le pareva piú di esser lei - Sarai | la | mia regina! ... - E l'avvocato continuava ad agitare le |
Racconti 2 -
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da predicatore, battendo i pugni sul tavolino, facendo | la | voce grossa. Era strano; ella non afferrava il significato |
Racconti 2 -
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quasi le venissero destando nel cervello l'immagine, | la | rappresentazione di quel che esse raccontavano ai giurati: |
Racconti 2 -
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sogno sparito subito via, quand'ella era diventata da vvero | la | regina di lui, e non solo gli aveva perdonato la violenza, |
Racconti 2 -
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da vvero la regina di lui, e non solo gli aveva perdonato | la | violenza, ma gli voleva bene e l'adorava come s'adora Gesú |
Racconti 2 -
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bene e l'adorava come s'adora Gesú Sacramentato! ... E | la | poverina non vedeva piú nulla, né il presidente, né i |
Racconti 2 -
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né i giurati, né il gran crocifisso in fondo alla sala, né | la | folla, né la gabbia, nulla, nulla! E non sentiva piú |
Racconti 2 -
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né il gran crocifisso in fondo alla sala, né la folla, né | la | gabbia, nulla, nulla! E non sentiva piú neppure la voce |
Racconti 2 -
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né la gabbia, nulla, nulla! E non sentiva piú neppure | la | voce dell'avvocato che rimbombava tuttavia; ma piangeva |
Racconti 2 -
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anch'esso, quando due uomini avevano portato via | la | cassa della morticina benedetta dal cappellano! ... E a lei |
Racconti 2 -
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... E a lei era parso che le portassero via il cuore! ... | La | gente, affollata sull'uscio, per vedere daccosto quella |
Racconti 2 -
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cosí stranamente due volte amata, aspettò un bel pezzo. | La | poverina, appresa la condanna, era svenuta gettando un |
Racconti 2 -
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due volte amata, aspettò un bel pezzo. La poverina, appresa | la | condanna, era svenuta gettando un urlo, con le braccia tese |
Racconti 2 -
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... E il presidente aveva detto, per conchiusione: - Ecco | la | donna! ... Ha dimenticato fin la bambina! ... Bella causa, |
Racconti 2 -
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per conchiusione: - Ecco la donna! ... Ha dimenticato fin | la | bambina! ... Bella causa, caro avvocato! - Roma, 20@ 20 |
Racconti 2 -
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guardano estasiati, le si accostano timidamente: le palpano | la | veste, i lunghi capelli d'oro: Come sono belli! Come è fine |
LE ULTIME FIABE -
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rovine dell'antico tempio del Sole venne innalzata | la | chiesa di San Babila. Subì una totale riforma nel 1588, e |
MILANO IN PERCORSA IN OMNIBUS COMPILATA DA GAETANO BRIGOLA ED ILLUSTRATA DA NOTIZIE STORICHE ED ARTISTICHE DA FELICE VENOSTA -
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riforma nel 1588, e fu anco a' nostri giorni rimodernata. _ | La | chiesa era anticamente fuori delle mura della città, le |
MILANO IN PERCORSA IN OMNIBUS COMPILATA DA GAETANO BRIGOLA ED ILLUSTRATA DA NOTIZIE STORICHE ED ARTISTICHE DA FELICE VENOSTA -
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fuori delle mura della città, le quali seguivano | la | linea delle due vicine vie del Monte Napoleone e Durini. |
MILANO IN PERCORSA IN OMNIBUS COMPILATA DA GAETANO BRIGOLA ED ILLUSTRATA DA NOTIZIE STORICHE ED ARTISTICHE DA FELICE VENOSTA -
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e levato il mattone aprii il mio finestrino, vi ficcai | la | testa e appiccicai l'occhio al buchino fatto ieri notte |
IL GIORNALINO DI GIANBURRASCA -
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odioso collegio. Da principio tutto era buio: ma poco dopo | la | scena si rischiarò a un tratto e vidi comparire giù dalla |
IL GIORNALINO DI GIANBURRASCA -
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a un tratto e vidi comparire giù dalla porta a sinistra | la | signora Geltrude impugnando un doppiere con le candele |
IL GIORNALINO DI GIANBURRASCA -
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del petrolio nelle balle del riso è inesplicabile... - | La | direttrice non rispose e seguitò lentamente a camminare |
IL GIORNALINO DI GIANBURRASCA -
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non rispose e seguitò lentamente a camminare verso | la | porta di destra. - Possibile che si annidi tra i collegiali |
IL GIORNALINO DI GIANBURRASCA -
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ogni modo farò di tutto per scoprirlo... - A questo punto | la | signora Geltrude si fermò, si rivoltò verso il marito e con |
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voi siete un imbecille! - Ed entrò nella camera lasciando | la | sala del defunto Pierpaolo Pierpaoli nella più completa |
IL GIORNALINO DI GIANBURRASCA -
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defunto Pierpaolo Pierpaoli nella più completa oscurità. | La | scena alla quale avevo assistito dal palchetto era stata |
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Se non altro essa mi aveva dimostrato che l'altra notte | la | direttrice parlando delle patate non si era rivolta al |
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non si era rivolta al cuoco come mi aveva fatto supporre | la | grande libertà di linguaggio adoperato, ma aveva parlato |
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di linguaggio adoperato, ma aveva parlato col direttore... | La | signora Geltrude quando diceva: imbecille! si rivolgeva |
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con ansia l'esito del nostro strattagemma per scoprire se | la | minestra di magro è fatta o no con la rigovernatura dei |
IL GIORNALINO DI GIANBURRASCA -
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per scoprire se la minestra di magro è fatta o no con | la | rigovernatura dei piatti... |
IL GIORNALINO DI GIANBURRASCA -
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Beatissimo Padre, che a rimunerare in qualche modo | la | fede ardente del sig. Duca, V. S. dovesse avere la |
Clelia: il governo dei preti: romanzo storico politico -
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modo la fede ardente del sig. Duca, V. S. dovesse avere | la | benignità di conferire o a lui, o a suo fratello Don |
Clelia: il governo dei preti: romanzo storico politico -
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fratello Don Rodrigo canonico della cattedrale di Tolosa, | la | sacra porpora la quale egli si ha già acquistato con le sue |
Clelia: il governo dei preti: romanzo storico politico -
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canonico della cattedrale di Tolosa, la sacra porpora | la | quale egli si ha già acquistato con le sue escursioni |
Clelia: il governo dei preti: romanzo storico politico -
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Quanti gliene capitano nelle mani costringe a professare | la | nostra fede con la formola ingiunta da V. S. Se ricusano, |
Clelia: il governo dei preti: romanzo storico politico -
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nelle mani costringe a professare la nostra fede con | la | formola ingiunta da V. S. Se ricusano, li fa battere ben |
Clelia: il governo dei preti: romanzo storico politico -
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faceva trottole d'ogni forma e d'ogni grandezza. Quand'era | la | stagione delle trottole, i ragazzi si affollavano nella sua |
IL RACCONTAFIABE - Seguito al "C'era una volta …" -
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- Piccola o grande? Piatta o col cocuzzolo? Secondo che | la | volevano piccola o grande, piatta o col cocuzzolo, egli |
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brontolando: - Trottolina, piatta piatta, Gira gira e fa | la | matta! Oppure: - Trottolone fatto a pera, Gira gira fino a |
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fino a sera! E continuava a brontolare così, fino a che | la | trottola non era bell'e finita. Quel brontolìo era lo |
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il verso: - Trottolina, piatta piatta, Gira gira e fa | la | matta! Trottolone fatto a pera, Gira gira fino a sera! - |
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di ferro ben limato e lisciato, e il giorno appresso | la | portò al palazzo reale: si attendeva un grosso regalo. La |
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la portò al palazzo reale: si attendeva un grosso regalo. | La | Trottolina gli era riuscita una bellezza. Prima di andare a |
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non che parlare, pareva cantasse. Dicendo al Reuccio: | La | Trottolina parlerà, il povero tornitore intendeva dire |
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Il Reuccio però non l'aveva capita così. E visto che | la | trottola non parlava, si mise a strillare, a pestare i |
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parlava, si mise a strillare, a pestare i piedi: - Voglio | la | Trottolina che parla! Voglio la Trottolina che parla! |
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a pestare i piedi: - Voglio la Trottolina che parla! Voglio | la | Trottolina che parla! Accorsero il Re e la Regina. Il |
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parla! Voglio la Trottolina che parla! Accorsero il Re e | la | Regina. Il tornitore spiegando la cosa, tremava come una |
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parla! Accorsero il Re e la Regina. Il tornitore spiegando | la | cosa, tremava come una foglia. Intanto il Reuccio |
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Reuccio continuava a strillare, a pestare i piedi: - Voglio | la | Trottolina che parla! Disse il Re al tornitore: - Tu hai |
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che parla, e bisogna che parli. Se domani non gli porti | la | Trottolina parlante, guai a te! Il tornitore andò via più |
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non chiuse occhio, piangendo e lamentandosi: Poverino a me! | La | mattina venne un servo del palazzo reale: - Sua Maestà |
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venne un servo del palazzo reale: - Sua Maestà vuole | la | Trottolina che parla. A un tratto il tornitore ebbe |
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ebbe un'idea; e tutto allegro andò dal Re: - Maestà, | la | Trottolina l'ho fatta io; ma la lingua gliel'ha fatta il |
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andò dal Re: - Maestà, la Trottolina l'ho fatta io; ma | la | lingua gliel'ha fatta il fabbro ferraio; se la Trottolina |
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fatta io; ma la lingua gliel'ha fatta il fabbro ferraio; se | la | Trottolina non parla, è colpa sua. Il Re si capacitò. - |
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E il fabbro ferraio venne: - Maestà, che comanda? - | La | Trottolina del Reuccio dovrebbe parlare; il tornitore l'ha |
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parlare; il tornitore l'ha fatta e tu gli hai messo | la | lingua di ferro; gliel'hai messa male. Se domani non mi |
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di ferro; gliel'hai messa male. Se domani non mi riporti | la | Trottolina parlante, guai a te! Quel furbo rispose: - É |
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a te! Quel furbo rispose: - É vero, Maestà; io le ho messo | la | lingua, ma la bocca gliel'ha fatta lui; se la Trottolina |
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rispose: - É vero, Maestà; io le ho messo la lingua, ma | la | bocca gliel'ha fatta lui; se la Trottolina non parla, è |
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le ho messo la lingua, ma la bocca gliel'ha fatta lui; se | la | Trottolina non parla, è colpa di chi non ha saputo farle |
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non parla, è colpa di chi non ha saputo farle bene | la | bocca. - Ah! Ve la mandate dall'uno all'altro? ... O domani |
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è colpa di chi non ha saputo farle bene la bocca. - Ah! Ve | la | mandate dall'uno all'altro? ... O domani riporterete qui la |
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la mandate dall'uno all'altro? ... O domani riporterete qui | la | Trottolina parlante, o guai a voi. Andarono via tutti e due |
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aveva per le mani una bambolinuccia che parlava. - Date qua | la | Trottolina. V'incollò la bambola sopra, avvolse attorno al |
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che parlava. - Date qua la Trottolina. V'incollò | la | bambola sopra, avvolse attorno al picciuolo il laccetto, e |
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avvolse attorno al picciuolo il laccetto, e fece girare | la | trottola per prova. La trottola girava e la bambola |
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picciuolo il laccetto, e fece girare la trottola per prova. | La | trottola girava e la bambola parlava: - Buon giorno, |
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e fece girare la trottola per prova. La trottola girava e | la | bambola parlava: - Buon giorno, Reuccio! Buona sera, |
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voglio nulla. Il Reuccio passava le giornate facendo girare | la | trottola. E la trottola: - Buon giorno, Reuccio! Buona |
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Reuccio passava le giornate facendo girare la trottola. E | la | trottola: - Buon giorno, Reuccio! Buona sera, Reuccio! Alla |
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- Sposerò Trottolina. Il Re montò sulle furie; prese | la | trottola e la sbatacchiò sul pavimento. La bambola schizzò |
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Trottolina. Il Re montò sulle furie; prese la trottola e | la | sbatacchiò sul pavimento. La bambola schizzò da una parte e |
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furie; prese la trottola e la sbatacchiò sul pavimento. | La | bambola schizzò da una parte e la Trottolina, spaccata in |
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sbatacchiò sul pavimento. La bambola schizzò da una parte e | la | Trottolina, spaccata in due pezzi, dall'altra. - Ecco come |
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e i medici non sapevano dire che male fosse. Il Re e | la | Regina erano disperati: si vedevano morire lentamente il |
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Ha avuto qualche grave dispiacere il Reuccio? - No. Il Re e | la | Regina non potevano mica immaginare che il Reuccio morisse |
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ne farà un'altra? E corsero da lui. - Voi, tornitore, Fate | la | trottola; voi, fabbro ferraio, appiccicatele il picciuolo |
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e lisciato, e poi tornate da me. Il Reuccio così riebbe | la | Trottolina parlante e si mise a farla girare. La trottola |
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riebbe la Trottolina parlante e si mise a farla girare. | La | trottola girava, e la bambola parlava: - Buon giorno, |
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parlante e si mise a farla girare. La trottola girava, e | la | bambola parlava: - Buon giorno, Reuccio! Buona sera, |
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quasi fossero vivi. Ma Trottolina parlava soltanto quando | la | trottola girava, Che potevano fare il Re e la Regina? Visto |
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quando la trottola girava, Che potevano fare il Re e | la | Regina? Visto questo prodigio di Trottolina che cresceva, e |
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il Reuccio non tornasse ad ammalarsi, acconsentirono che | la | sposasse. Tanto era un matrimonio per chiasso. Pei primi |
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chiasso. Pei primi giorni passò. Il Reuccio faceva girare | la | trottola, e Trottolina parlava. La trottola girava per dei |
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Il Reuccio faceva girare la trottola, e Trottolina parlava. | La | trottola girava per dei quarti d'ora, senza fermarsi; |
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era una bambola di legno e niente altro. Gli venne a noia. | La | buttò in un angolo della camera e non la cercò più. La |
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Gli venne a noia. La buttò in un angolo della camera e non | la | cercò più. La notte, sentiva un lamento: - Ah, Reuccio, |
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La buttò in un angolo della camera e non la cercò più. | La | notte, sentiva un lamento: - Ah, Reuccio, Reuccio, come |
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poteva più dormire. Ordinò che gliela levassero di camera e | la | portassero in cantina. Non valse. Tutte le notti, dalla |
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una bella ragazza di diciotto anni; e ora, per far girare | la | trottola ci voleva molta forza. Non si trattava più d'una |
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I genitori del Reuccio erano morti; il Re era lui. Mancava | la | Regina; e i Ministri gli dissero: - Maestà, il matrimonio |
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vera. Il Re si lasciò persuadere e risolvette di sposare | la | Reginotta di Spagna. Il giorno delle nozze, la Reginotta di |
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di sposare la Reginotta di Spagna. Il giorno delle nozze, | la | Reginotta di Spagna si sentì male tutt'a un tratto e in |
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tutt'a un tratto e in poco d'ora morì. Il Re se n'accorò. | La | notte, il solito lamentìo: - Ah, Reuccio, Reuccio, come |
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e a Trottolina e vi appiccò il fuoco. Una vampata; ma | la | trottola in fiamme cominciò a girare a girare, mettendo |
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attaccava il fuoco. In un attimo il palazzo fu in fiamme. | La | trottola girava e Trottolina parlava: - Buon giorno, |
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Buona notte, Maestà! Ma non girava più; non aveva più | la | trottola sotto i piedi. Ora che Trottolina non era di |
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sotto i piedi. Ora che Trottolina non era di legno, il Re | la | sposò per davvero. E furono marito e moglie; A loro il |
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giovani, esortandoli a fare anche il maggior sacrificio per | la | patria. E Milano risorge. Le sue mura? I nostri petti. |
I sogni dell'anarchico -
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mura? I nostri petti. Abbiamo costruito una novella città; | la | vogliamo chiamare Alessandria, in onore del nostro duce |
I sogni dell'anarchico -
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non ha bisogno di mura; e se mura devono essere, | la | circonderemo di paglia. I nostri petti saranno anche a lei |
I sogni dell'anarchico -
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di paglia. I nostri petti saranno anche a lei mura. | La | Chiesa e l'Italia combattono la battaglia decisiva, per la |
I sogni dell'anarchico -
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saranno anche a lei mura. La Chiesa e l'Italia combattono | la | battaglia decisiva, per la libertà, per la vita. Se |
I sogni dell'anarchico -
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La Chiesa e l'Italia combattono la battaglia decisiva, per | la | libertà, per la vita. Se Alessandro non vince non potrà più |
I sogni dell'anarchico -
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combattono la battaglia decisiva, per la libertà, per | la | vita. Se Alessandro non vince non potrà più ritornare a |
I sogni dell'anarchico -
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apostati, infami e vili creature imperiali, profaneranno | la | maggior basilica; sulla tomba del Pescatore mani sacrileghe |
I sogni dell'anarchico -
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sulla tomba del Pescatore mani sacrileghe offriranno | la | gran vittima, e l'Italia sarà per sempre schiava |
I sogni dell'anarchico -
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sarà per sempre schiava dell'invasore. Alla lotta, per | la | tede e per l'Italia. Egli comprende, che quest'i due |
I sogni dell'anarchico -
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venir separati; che l'Italia ha bisogno della fede per | la | sua vera grandezza; che solo la religione del Cristo la può |
I sogni dell'anarchico -
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ha bisogno della fede per la sua vera grandezza; che solo | la | religione del Cristo la può rendere grande; che la sola |
I sogni dell'anarchico -
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per la sua vera grandezza; che solo la religione del Cristo | la | può rendere grande; che la sola fede riempie i cuori di |
I sogni dell'anarchico -
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che solo la religione del Cristo la può rendere grande; che | la | sola fede riempie i cuori di nobili palpiti; che non vi può |
I sogni dell'anarchico -
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vero, sentito, intenso amore alla Chiesa. Egli sente che | la | religione è la scintilla che accende i cuori di amore |
I sogni dell'anarchico -
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intenso amore alla Chiesa. Egli sente che la religione è | la | scintilla che accende i cuori di amore all'Italia. |
I sogni dell'anarchico -
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Alessandro! Pietro vince in Alessandro! Il mercenario, | la | maledetta creatura dell'imperatore teutone, non profanerà |
I sogni dell'anarchico -
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Costruiamo il carroccio! Lo condurremo con noi, e noi, | la | compagnia della morte, lo difenderemo coi nostri petti'! |
I sogni dell'anarchico -
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bellissima e giovanissima donna sola. "Peccato, pensai, non | la | rivedrò mai più in vita mia. Fra poco un oscuro treno |
Se la luna mi porta fortuna -
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il caldo cielo d’Italia, e mai più rivedrò i begli occhi e | la | fronte serena di questa donna che avrei tanto amata, se |
Se la luna mi porta fortuna -
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Raggiunsi il mio posto nel vagone-letto, feci preparare | la | cuccetta e mi addormentai. Il giorno dopo, mentre mi recavo |
Se la luna mi porta fortuna -
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vagone-ristorante, con altri viaggiatori, vidi con sorpresa | la | bellissima sconosciuta che leggeva in una cabina sola. Poi |
Se la luna mi porta fortuna -
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bellissima sconosciuta che leggeva in una cabina sola. Poi | la | intravidi un momento alla stazione dove io cambiavo treno, |
Se la luna mi porta fortuna -
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un momento alla stazione dove io cambiavo treno, ma tra | la | folla, la persi subito di vista; né del resto avrei potuto |
Se la luna mi porta fortuna -
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alla stazione dove io cambiavo treno, ma tra la folla, | la | persi subito di vista; né del resto avrei potuto seguirla. |
Se la luna mi porta fortuna -
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durante il controllo dei bagagli, chi mi trovo vicino? | La | bella sconosciuta. Purtroppo un asino di doganiere mi fece |
Se la luna mi porta fortuna -
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nel vagone-ristorante, chi vidi a un tavolo in fondo? | La | bellissima sconosciuta. Ma lei non si accorse nemmeno di |
Se la luna mi porta fortuna -
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Nel suo scompartimento non c’era posto. Perciò, abbandonai | la | partita, immaginando che sarebbe scesa a una qualunque |
Se la luna mi porta fortuna -
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viaggiatrice, quando, sceso per comprare dei giornali, | la | vidi affacciata a un finestrino del mio stesso treno. In |
Se la luna mi porta fortuna -
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affacciata a un finestrino del mio stesso treno. In breve, | la | rividi, potete immaginare con che gioia, a Roma, che era la |
Se la luna mi porta fortuna -
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la rividi, potete immaginare con che gioia, a Roma, che era | la | mia meta finale. "Qui – dissi – non mi sfugge". Prese un |
Se la luna mi porta fortuna -
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– non mi sfugge". Prese un taxi, io ne presi un altro e | la | seguii. E immaginate la mia sorpresa, quando la vidi |
Se la luna mi porta fortuna -
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un taxi, io ne presi un altro e la seguii. E immaginate | la | mia sorpresa, quando la vidi scendere al portone di casa |
Se la luna mi porta fortuna -
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un altro e la seguii. E immaginate la mia sorpresa, quando | la | vidi scendere al portone di casa mia. Feci le scale dietro |
Se la luna mi porta fortuna -
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Feci le scale dietro di lei, con crescente meraviglia. Era | la | porta del mio appartamento. In breve: si trattava della |
Se la luna mi porta fortuna -
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vedevano in lui un demolitore di dogmi. È incredibile | la | loro miopia: dall' opera di Darwin, che coincide con la sua |
La ricerca delle radici -
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la loro miopia: dall' opera di Darwin, che coincide con | la | sua stessa vita, spira una religiosità profonda e seria, la |
La ricerca delle radici -
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la sua stessa vita, spira una religiosità profonda e seria, | la | gioia sobria dell' uomo che dal groviglio estrae l' ordine, |
La ricerca delle radici -
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l' ordine, che si rallegra del misterioso parallelismo fra | la | propria ragione e l' universo, e che nell' universo vede un |
La ricerca delle radici -
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queste pagine, di polemica aspra e quasi divertita contro | la | tesi assurda che gli animali e le piante siano stati creati |
La ricerca delle radici -
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belli affinché siano ammirati dall' uomo, Darwin raggiunge | la | composta bellezza del ragionamento strenuo e serrato. |
La ricerca delle radici -
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creazione, riafferma col suo stesso coraggio intellettuale | la | dignità dell' uomo. Ma perché ciò che è bello per noi è |
La ricerca delle radici -
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è | la | bella storia di Ranocchino porgi il ditino, e sentirete qui |
C'ERA UNA VOLTA ... :FIABE -
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piccino quanto un ranocchio. - Io son contento - rispose. E | la | mattina quel povero diavolo se lo prese in collo, e |
C'ERA UNA VOLTA ... :FIABE -
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diavolo se lo prese in collo, e cominciò a girare per | la | città. - Chi mi compra Ranocchino! Chi mi compra |
C'ERA UNA VOLTA ... :FIABE -
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un cosino a quella maniera! S'affacciò alla finestra | la | figlia del Re. - Che cosa vendete, quell'uomo? - Vendo |
C'ERA UNA VOLTA ... :FIABE -
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quell'uomo? - Vendo questo bimbo, chi lo vuol comprare. | La | Reginotta lo guardò, fece una smorfia e gli sbatacchiò le |
C'ERA UNA VOLTA ... :FIABE -
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ammazzarti! Ah, Ranocchino mio! E non ti vedrò più per | la | casa, non ti vedrò! Ah, coricino mio! E chi fu la Strega |
C'ERA UNA VOLTA ... :FIABE -
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più per la casa, non ti vedrò! Ah, coricino mio! E chi fu | la | Strega che te lo cantò in culla, chi fu? Ah, Ranocchino |
C'ERA UNA VOLTA ... :FIABE -
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diavolo si voltò e vide una vecchia seduta a traverso | la | bocca della grotta, con un bastoncello in mano. - Che cosa |
C'ERA UNA VOLTA ... :FIABE -
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Beppe; ma noi gli diciamo Ranocchino. - E Ranocchino sia! | La | vecchia toccava appena il bimbo col bastoncello, che quegli |
C'ERA UNA VOLTA ... :FIABE -
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padre rimase spaventato. - Fatti coraggio! - gli disse | la | vecchia - Fruga in quel canto; c'è del pane e del |
C'ERA UNA VOLTA ... :FIABE -
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aspettami sotto le finestre del palazzo reale: sarà | la | tua fortuna. Quando i figliuoli lo videro tornare senza il |
C'ERA UNA VOLTA ... :FIABE -
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sotto le finestre del palazzo reale. Aspetta, aspetta, | la | vecchia non compariva. La figlia del Re era a una finestra, |
C'ERA UNA VOLTA ... :FIABE -
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palazzo reale. Aspetta, aspetta, la vecchia non compariva. | La | figlia del Re era a una finestra, che si pettinava. Lo |
C'ERA UNA VOLTA ... :FIABE -
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ve l'han comprato? Ma prima che quello rispondesse, ecco | la | vecchia con una coda di gente dietro. La gente fece |
C'ERA UNA VOLTA ... :FIABE -
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rispondesse, ecco la vecchia con una coda di gente dietro. | La | gente fece crocchio e la vecchia, nel mezzo, diceva: - |
C'ERA UNA VOLTA ... :FIABE -
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con una coda di gente dietro. La gente fece crocchio e | la | vecchia, nel mezzo, diceva: - Ranocchino, porgi il ditino! |
C'ERA UNA VOLTA ... :FIABE -
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- Ranocchino, porgi il ditino! E Ranocchino stendeva | la | zampina e porgeva il ditino alla vecchia. Gli altri avevano |
C'ERA UNA VOLTA ... :FIABE -
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Una meraviglia non mai vista. E tutti pagavano un soldo. | La | Reginotta fece chiamar la vecchia sotto la finestra; voleva |
C'ERA UNA VOLTA ... :FIABE -
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vista. E tutti pagavano un soldo. La Reginotta fece chiamar | la | vecchia sotto la finestra; voleva veder anche lei. - |
C'ERA UNA VOLTA ... :FIABE -
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un soldo. La Reginotta fece chiamar la vecchia sotto | la | finestra; voleva veder anche lei. - Ranocchino, porgi il |
C'ERA UNA VOLTA ... :FIABE -
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doppio. Ranocchino, porgi il ditino! E Ranocchino stendeva | la | zampina e porgeva il ditino alla vecchia. Gli altri avevano |
C'ERA UNA VOLTA ... :FIABE -
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- Vedi? - disse il Re alla Reginotta. - Occorre anche | la | vecchia. La Reginotta non s'era provata. - Ranocchino, |
C'ERA UNA VOLTA ... :FIABE -
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- disse il Re alla Reginotta. - Occorre anche la vecchia. | La | Reginotta non s'era provata. - Ranocchino, porgi il ditino! |
C'ERA UNA VOLTA ... :FIABE -
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e le porse il ditino. Allora bisognò comprarlo: se no, | la | Reginotta non si chetava. Posero Ranocchino in un piatto |
C'ERA UNA VOLTA ... :FIABE -
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piatto della bilancia e un pezzettino d'oro nell'altro, ma | la | bilancia non lo levava. Possibile che quel Ranocchino |
C'ERA UNA VOLTA ... :FIABE -
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quel Ranocchino pesasse tanto? Colmarono d'oro il piatto ma | la | bilancia non lo levava. La Reginotta e la Regina si tolsero |
C'ERA UNA VOLTA ... :FIABE -
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Colmarono d'oro il piatto ma la bilancia non lo levava. | La | Reginotta e la Regina si tolsero gli orecchini, gli anelli, |
C'ERA UNA VOLTA ... :FIABE -
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il piatto ma la bilancia non lo levava. La Reginotta e | la | Regina si tolsero gli orecchini, gli anelli, i braccialetti |
C'ERA UNA VOLTA ... :FIABE -
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i braccialetti e li buttarono lì. Nulla! Il Re si tolse | la | cintura, ch'era d'oro massiccio, e la buttò lì. Nulla! - |
C'ERA UNA VOLTA ... :FIABE -
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Nulla! Il Re si tolse la cintura, ch'era d'oro massiccio, e | la | buttò lì. Nulla! - Anche la corona! Vorrei ora vedere!... |
C'ERA UNA VOLTA ... :FIABE -
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ch'era d'oro massiccio, e la buttò lì. Nulla! - Anche | la | corona! Vorrei ora vedere!... Allora la bilancia levò |
C'ERA UNA VOLTA ... :FIABE -
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lì. Nulla! - Anche la corona! Vorrei ora vedere!... Allora | la | bilancia levò esatta; non mancava un pelo. La vecchia si |
C'ERA UNA VOLTA ... :FIABE -
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Allora la bilancia levò esatta; non mancava un pelo. | La | vecchia si rovesciò quel mucchio d'oro nel grembiule e andò |
C'ERA UNA VOLTA ... :FIABE -
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le tasche. - Però bada! Spendi tutto a tuo piacere; ma | la | corona reale, se tu la vendi o la perdi, guai a te! La |
C'ERA UNA VOLTA ... :FIABE -
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bada! Spendi tutto a tuo piacere; ma la corona reale, se tu | la | vendi o la perdi, guai a te! La Reginotta si spassava, |
C'ERA UNA VOLTA ... :FIABE -
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tutto a tuo piacere; ma la corona reale, se tu la vendi o | la | perdi, guai a te! La Reginotta si spassava, tutto il |
C'ERA UNA VOLTA ... :FIABE -
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ma la corona reale, se tu la vendi o la perdi, guai a te! | La | Reginotta si spassava, tutto il giorno, con Ranocchino. - |
C'ERA UNA VOLTA ... :FIABE -
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mangiare nel piatto di lei. - Una cosa sconcia! - diceva | la | Regina. Ma quella era figlia unica, e le perdonavano tutti |
C'ERA UNA VOLTA ... :FIABE -
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e le perdonavano tutti i capricci. Arrivò il tempo che | la | Reginotta dovea andare a marito. L'avea chiesta il Reuccio |
C'ERA UNA VOLTA ... :FIABE -
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marito. L'avea chiesta il Reuccio del Portogallo, e il Re e | la | Regina n'eran contentissimi. Lei disse di no: Voleva |
C'ERA UNA VOLTA ... :FIABE -
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dalla finestra che glielo strappò di mano e sparì. | La | Reginotta piangeva giorno e notte. Povera figliuola, faceva |
C'ERA UNA VOLTA ... :FIABE -
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giorno e notte. Povera figliuola, faceva pena! E tutta | la | Corte stava in lutto. Intanto in casa di Ranocchino pareva |
C'ERA UNA VOLTA ... :FIABE -
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non ci fu più il becco d'un quattrino. - Babbo, vendiamo | la | corona reale. - La corona reale non si tocca! - Si dee |
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becco d'un quattrino. - Babbo, vendiamo la corona reale. - | La | corona reale non si tocca! - Si dee crepar di fame? |
C'ERA UNA VOLTA ... :FIABE -
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reale non si tocca! - Si dee crepar di fame? Vendiamola! - | La | corona reale non si tocca. Quel povero diavolo tornò nella |
C'ERA UNA VOLTA ... :FIABE -
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i quattrini son finiti e quei figliuoli vorrebbero vendere | la | corona reale; ma io non l'ho permesso. - Fruga in quel |
C'ERA UNA VOLTA ... :FIABE -
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aspettami sotto le finestre del palazzo reale: sarà | la | tua fortuna. Tornò a casa, e trovò una tragedia! Cinque |
C'ERA UNA VOLTA ... :FIABE -
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forte e picchiò alla finestra. "Ragazzi, Fatemi vedere | la | corona reale." "Il babbo la tiene sotto chiave." "E dove |
C'ERA UNA VOLTA ... :FIABE -
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"Ragazzi, Fatemi vedere la corona reale." "Il babbo | la | tiene sotto chiave." "E dove l'ha riposta?" "In questa |
C'ERA UNA VOLTA ... :FIABE -
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diavolo si sentì rizzare i capelli. I figliuoli morti e | la | corona sparita! Il giorno dopo, quando vide la vecchia, le |
C'ERA UNA VOLTA ... :FIABE -
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morti e la corona sparita! Il giorno dopo, quando vide | la | vecchia, le raccontò ogni cosa. - Lascia fare a me! - |
C'ERA UNA VOLTA ... :FIABE -
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raccontò ogni cosa. - Lascia fare a me! - rispose quella. | La | Reginotta stava malissimo. I medici non sapevano più quali |
C'ERA UNA VOLTA ... :FIABE -
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- Maestà, - dissero, all'ultimo - qui ci vuol Ranocchino, o | la | Reginotta è spacciata. Il Re si disperava: - Dove prenderlo |
C'ERA UNA VOLTA ... :FIABE -
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L'aquila lo aveva già digerito da un pezzo. Si presentò | la | vecchia: - Maestà, Ranocchino ve lo farei trovare io; ma ci |
C'ERA UNA VOLTA ... :FIABE -
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terzo, verso il tramonto, giunsero in una pianura. Lì c'era | la | torre incantata, senza porte e senza finestre, alta un |
C'ERA UNA VOLTA ... :FIABE -
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senza finestre, alta un miglio. - Ranocchino è qui! - disse | la | vecchia. - Quegli uccellacci che aliano attorno alla cima, |
C'ERA UNA VOLTA ... :FIABE -
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attorno al cuoio. - Ora rivolteremo questo cuoio - disse | la | vecchia. - Io vi ci cucirò dentro. Scenderanno gli |
C'ERA UNA VOLTA ... :FIABE -
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dentro. Scenderanno gli uccellacci e vi porteranno lassù. | La | notte, spaccherete il cuoio col coltello di diamante; e la |
C'ERA UNA VOLTA ... :FIABE -
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La notte, spaccherete il cuoio col coltello di diamante; e | la | mattina quando l'aquila e gli uccellacci saranno andati via |
C'ERA UNA VOLTA ... :FIABE -
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quando l'aquila e gli uccellacci saranno andati via per | la | caccia, attaccherete la corda alla cima, prenderete |
C'ERA UNA VOLTA ... :FIABE -
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uccellacci saranno andati via per la caccia, attaccherete | la | corda alla cima, prenderete Ranocchino e la corona reale, |
C'ERA UNA VOLTA ... :FIABE -
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attaccherete la corda alla cima, prenderete Ranocchino e | la | corona reale, metterete il coltello fra i denti e vi |
C'ERA UNA VOLTA ... :FIABE -
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fra i denti e vi lascerete andar giù. Il Re esitava. - E se | la | corda si spezzasse? - Tenendo il coltello fra i denti non |
C'ERA UNA VOLTA ... :FIABE -
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che lo afferrano cogli arti gli e se lo portano lassù. | La | notte, spaccò il cuoio col coltello di diamante e andò a |
C'ERA UNA VOLTA ... :FIABE -
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e gli uccellacci di preda andassero a caccia, attaccò | la | corda alla cima della torre, prese Ranocchino e la corona |
C'ERA UNA VOLTA ... :FIABE -
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attaccò la corda alla cima della torre, prese Ranocchino e | la | corona reale, e si lasciò andar giù. E il coltello? L'aveva |
C'ERA UNA VOLTA ... :FIABE -
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andar giù. E il coltello? L'aveva dimenticato. Allora | la | corda cominciò a nicchiare: - Ahi, ahi! Mi spezzo! Dammi da |
C'ERA UNA VOLTA ... :FIABE -
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schizzar il sangue. Intanto scivolava giù. Ma poco dopo | la | corda da capo: - Ahi, ahi! Mi spezzo! Dammi da bere. Il Re |
C'ERA UNA VOLTA ... :FIABE -
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capo: - Ahi, ahi! Mi spezzo! Dammi da bere. Il Re si morse | la | vena dell'altro braccio e ne fece schizzar il sangue. |
C'ERA UNA VOLTA ... :FIABE -
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e ne fece schizzar il sangue. Intanto scivolava giù. Ma | la | corda da capo: - Ahi, ahi! Mi spezzo! Dammi da bere. Il Re, |
C'ERA UNA VOLTA ... :FIABE -
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- rispose. Infatti si spezzò; ma lui, per sua fortuna, se | la | cavò con qualche ammaccatura. Per le vene ferite delle |
C'ERA UNA VOLTA ... :FIABE -
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con qualche ammaccatura. Per le vene ferite delle braccia | la | vecchia cercò un'erba, e gliele medicò con essa, e gli |
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essa, e gli sanarono a un tratto. Appena visto Ranocchino, | la | Reginotta cominciò a riaversi. - Ranocchino, porgi il |
C'ERA UNA VOLTA ... :FIABE -
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Il Re, per finirla, voleva far subito le nozze. Ma | la | vecchia gli disse: - Bisogna aspettare ancora un mese. |
C'ERA UNA VOLTA ... :FIABE -
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Quando fu il giorno, l'olio bolliva nella caldaia. Venne | la | vecchia e dietro a lei quel povero diavolo con un carro, su |
C'ERA UNA VOLTA ... :FIABE -
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distesi i cadaveri dei sei figliuoli. - Reginotta, - disse | la | vecchia - volete sposare Ranocchino? Bisogna prenderlo per |
C'ERA UNA VOLTA ... :FIABE -
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prenderlo per un piede e tuffarlo tre volte in quell'olio. | La | Reginotta esitava. - Tuffami, tuffami! - le disse |
C'ERA UNA VOLTA ... :FIABE -
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- le disse Ranocchino. Allora lei lo tuffò. Uno, due! Ma | la | terza volta le scappa di mano e casca in fondo alla |
C'ERA UNA VOLTA ... :FIABE -
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volta le scappa di mano e casca in fondo alla caldaia. | La | Reginotta si svenne. Il Re voleva far ammazzare la vecchia; |
C'ERA UNA VOLTA ... :FIABE -
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caldaia. La Reginotta si svenne. Il Re voleva far ammazzare | la | vecchia; ma questa, afferrati in fretta in fretta quei |
C'ERA UNA VOLTA ... :FIABE -
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Ma Ranocchino venne soltanto a galla e non saltò. | La | Reginotta, appena lo scorse, tentò d'afferrarlo; la vecchia |
C'ERA UNA VOLTA ... :FIABE -
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saltò. La Reginotta, appena lo scorse, tentò d'afferrarlo; | la | vecchia la trattenne. - Voleva scottarsi? Doveva fare come |
C'ERA UNA VOLTA ... :FIABE -
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Reginotta, appena lo scorse, tentò d'afferrarlo; la vecchia | la | trattenne. - Voleva scottarsi? Doveva fare come al solito. |
C'ERA UNA VOLTA ... :FIABE -
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..., e chi uscì fuori? Un bel giovane che pareva un Sole. | La | Reginotta lo riconobbe pel bimbo che quel povero diavolo |
C'ERA UNA VOLTA ... :FIABE -
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nozze con magnifiche feste, e Ranocchino, a suo tempo, ebbe | la | corona reale. Chi la vuol cruda, chi la vuol cotta; Chi non |
C'ERA UNA VOLTA ... :FIABE -
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feste, e Ranocchino, a suo tempo, ebbe la corona reale. Chi | la | vuol cruda, chi la vuol cotta; Chi non gli piace, me la |
C'ERA UNA VOLTA ... :FIABE -
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a suo tempo, ebbe la corona reale. Chi la vuol cruda, chi | la | vuol cotta; Chi non gli piace, me la riporti. |
C'ERA UNA VOLTA ... :FIABE -
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Chi la vuol cruda, chi la vuol cotta; Chi non gli piace, me | la | riporti. |
C'ERA UNA VOLTA ... :FIABE -
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aveva perduto | la | voce. Stava ritto in mezzo alla sala, con la testa bassa, |
STORIE ALLEGRE -
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aveva perduto la voce. Stava ritto in mezzo alla sala, con | la | testa bassa, col mento conficcato nello stomaco, e di tanto |
STORIE ALLEGRE -
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come dire: "Quando saremo fuori di qui, faremo i conti e me | la | pagherete! ... ". "Dunque, si può sapere che cos'è |
STORIE ALLEGRE -
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da cavalleria . "No: io!", gridò Gigino, il rappresentante | la | fanteria . "Nossignori, tocca a me", strillò Arnolfo, il |
STORIE ALLEGRE -
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piccolo trombettiere, non sapendo lì per lì trovar subito | la | parola per dar principio al suo racconto, cominciò a fare |
STORIE ALLEGRE -
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per dar principio al suo racconto, cominciò a fare con | la | bocca mille versi e a gesticolare con le mani: alla fine |
STORIE ALLEGRE -
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versi e a gesticolare con le mani: alla fine poi, trovata | la | parola, prese a dire come seguitando un racconto: "Sicché |
STORIE ALLEGRE -
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domandò il babbo. "O che non lo sai? S'andava a far | la | guerra ... " "La guerra contro chi?" "La guerra contro |
STORIE ALLEGRE -
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una grossa quercia, che rimane a metà del bosco." "E perché | la | chiamate Cartagine?" "Bella forza! Perché noi siamo i |
STORIE ALLEGRE -
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a camminare avanti, ma siccome Leoncino è un prepotente per | la | ragione che ha la sciabola dorata e la striscia bianca al |
STORIE ALLEGRE -
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ma siccome Leoncino è un prepotente per la ragione che ha | la | sciabola dorata e la striscia bianca al berretto, allora mi |
STORIE ALLEGRE -
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è un prepotente per la ragione che ha la sciabola dorata e | la | striscia bianca al berretto, allora mi saltò addosso col |
STORIE ALLEGRE -
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babbo? Scusa, babbino, te che te ne intendi, quando si fa | la | guerra, chi è che va avanti, il generale o quello che sona |
STORIE ALLEGRE -
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guerra, chi è che va avanti, il generale o quello che sona | la | tromba? Io dico che quello che sona la tromba gli è sempre |
STORIE ALLEGRE -
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o quello che sona la tromba? Io dico che quello che sona | la | tromba gli è sempre il primo di tutti ... ne convieni? ... |
STORIE ALLEGRE -
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gli è sempre il primo di tutti ... ne convieni? ... Se no | la | guerra sarebbe una bella ingiustizia." "Via! via! via!", |
STORIE ALLEGRE -
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del gatto del nostro ortolano, quando gli si faceva vedere | la | frusta? Tale e quale." "E la cagione di questo spavento?" |
STORIE ALLEGRE -
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quando gli si faceva vedere la frusta? Tale e quale." "E | la | cagione di questo spavento?" "Figurati! Aveva visto fra |
STORIE ALLEGRE -
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un altro pepe, e nel terzo fram- menti di vetri. Il pepe e | la | sabbia li get- tava in faccia a quelli che trovava a di- |
Le Fate d'Oro -
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viso, quando si sentì chiamare: - Fiorino! Fiorino! - Alzò | la | testa, e, nella corolla di una campanula, vide una piccola |
Le Fate d'Oro -
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nella corolla di una campanula, vide una piccola Fata con | la | chioma d'oro e una corona di perle di ru- giada sui capelli |
Le Fate d'Oro -
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un popolo di pic- cole Fate, meno belle di lei, che era | la | Regina di tutte. - Sono, Fiorina, la Fata dei fiori - disse |
Le Fate d'Oro -
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belle di lei, che era la Regina di tutte. - Sono, Fiorina, | la | Fata dei fiori - disse la Regina. - Tu sei un buon bambino |
Le Fate d'Oro -
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Regina di tutte. - Sono, Fiorina, la Fata dei fiori - disse | la | Regina. - Tu sei un buon bambino e dovresti farmi un |
Le Fate d'Oro -
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Dissi- dio si metterà insieme con te in cammino per portare | la | discordia in una famiglia che abita ai piedi del Monte San |
Le Fate d'Oro -
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San Bernardo, sulla riva di un gran lago. Giunto colà, tu | la | lascerai e ti arrampicherai sui fianchi del monte, e a |
Le Fate d'Oro -
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pianta, tornerai da me, e io ti farò felice. - Era calata | la | notte e a un tratto si accesero d'intorno alla Regina mille |
Le Fate d'Oro -
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- Ora ritorna da Dissidio, e voi, miei paggi, illuminategli | la | via! - disse la Regina. Le lucciole si mossero a stormi di- |
Le Fate d'Oro -
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Dissidio, e voi, miei paggi, illuminategli la via! - disse | la | Regina. Le lucciole si mossero a stormi di- nanzi a |
Le Fate d'Oro -
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seguito Fiorino, si avventò alle gam- be della vecchia e | la | morse; poi andò ad accucciarsi ai piedi del bimbo. Quando |
Le Fate d'Oro -
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ad accucciarsi ai piedi del bimbo. Quando egli si coricò, | la | volpe gli si mise accanto sulla paglia, e ogni volta che la |
Le Fate d'Oro -
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la volpe gli si mise accanto sulla paglia, e ogni volta che | la | vecchia si alzava pian piano per picchiarlo, la volpe le si |
Le Fate d'Oro -
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volta che la vecchia si alzava pian piano per picchiarlo, | la | volpe le si avventava ai magri polpacci e glieli faceva |
Le Fate d'Oro -
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ai magri polpacci e glieli faceva sanguinare. , A giorno | la | vecchia urlò a Fiorino: - Alzati, poltrone, che dobbiamo |
Le Fate d'Oro -
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che dobbiamo met- terci in cammino! - Fiorino si alzò e | la | volpe gli scodin- zolò accanto, come per dirgli: - Sii |
Le Fate d'Oro -
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mense pianure e per boschi sconfinati, e ovunque passavano, | la | gente veniva a con- tesa, si accapigliava, si uccideva con |
Le Fate d'Oro -
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che era venuto il momento di sepa- rarsi da Dissidio, e | la | notte, mentre ella dormiva, si alzò pian piano e, seguìto |
Le Fate d'Oro -
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do- mandava dove fossero le piante di edel- weiss, e | la | gente gli accennava la cima nevosa del monte. Fiorino |
Le Fate d'Oro -
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fossero le piante di edel- weiss, e la gente gli accennava | la | cima nevosa del monte. Fiorino saliva, saliva sempre, senza |
Le Fate d'Oro -
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come il punto ove incominciava a crescere l'edelweiss, | la | tormenta si mise a soffiare impetuosa. La neve turbinava da |
Le Fate d'Oro -
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l'edelweiss, la tormenta si mise a soffiare impetuosa. | La | neve turbinava da ogni lato. Fiorino si sentì i piedi |
Le Fate d'Oro -
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di riposo. Egli si coricò, e ben presto si addormentò sotto | la | coltre bianca, che la neve aveva steso su di lui, e con la |
Le Fate d'Oro -
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e ben presto si addormentò sotto la coltre bianca, che | la | neve aveva steso su di lui, e con la fida volpe accanto. |
Le Fate d'Oro -
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la coltre bianca, che la neve aveva steso su di lui, e con | la | fida volpe accanto. Egli dormì a lungo, e la prima cosa che |
Le Fate d'Oro -
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di lui, e con la fida volpe accanto. Egli dormì a lungo, e | la | prima cosa che sentì, nel destarsi, fu una lingua calda, |
Le Fate d'Oro -
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sentì, nel destarsi, fu una lingua calda, che gli leccava | la | faccia e le mani. Nel- l'aprir gli occhi vide un giovane |
Le Fate d'Oro -
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bere un cordiale, lo legò sulla groppa del cane, e mentre | la | neve imperversava ancora, lo condusse alla sua capanna, e |
Le Fate d'Oro -
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aspettava i doni del Bambino Gesù, perchè quel giorno era | la | vigilia di Ceppo. Quei buoni bimbi appena videro Fio- rino |
Le Fate d'Oro -
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paura della volpe che lo seguiva; e quando il babbo e | la | mamma distribuirono loro doni, consistenti in soldatini di |
Le Fate d'Oro -
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Fiorino, il quale non poteva parlare perchè non ca- piva | la | lingua del paese. - Edelweiss! - ripetè una bella fan- |
Le Fate d'Oro -
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- ripetè una bella fan- ciulla bionda. E socchiusa | la | porta della capanna, uscì riportando una pianticella dai |
Le Fate d'Oro -
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pianse vedendo quel fiore, che gli era costato quasi | la | vita; e appena ebbe ripreso vigore, e la tormenta fu ces- |
Le Fate d'Oro -
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era costato quasi la vita; e appena ebbe ripreso vigore, e | la | tormenta fu ces- sata sulle vette nevose, egli fece una |
Le Fate d'Oro -
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si rimise in cammino dopo aver ringraziato affettuosamente | la | buona fami- glia di montanari che lo aveva ricoverato. |
Le Fate d'Oro -
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ricoverato. Questa volta il viaggio fu più agevole, poiché | la | volpe lo precedeva sempre, in- segnandogli la via. Nei |
Le Fate d'Oro -
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poiché la volpe lo precedeva sempre, in- segnandogli | la | via. Nei boschi tornava la primavera, al- lorché egli |
Le Fate d'Oro -
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sempre, in- segnandogli la via. Nei boschi tornava | la | primavera, al- lorché egli giunse dalla fata Fiorina. - |
Le Fate d'Oro -
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Fiorina. - Fiorina, ecco l'edelweiss! - gridò egli vedendo | la | piccola Fata ritta sulla co- rolla di una campanula. - |
Le Fate d'Oro -
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quando il bimbo mostrò i fiori vellutati e bianchi come | la | neve. - Raccontaci il tuo viaggio, - gli disse Fiorina. Il |
Le Fate d'Oro -
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Povero Fiorino! Povero Fiorino! - Meriti un premio, - disse | la | pic- cola Fata - e lo avrai. Mentre tu espo- nevi la vita |
Le Fate d'Oro -
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disse la pic- cola Fata - e lo avrai. Mentre tu espo- nevi | la | vita per me, io ti preparavo una splendida dimora. Vieni a |
Le Fate d'Oro -
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che formavano intorno a lei un fascio di vi- vida luce. | La | fata Fiorina si fermò a poca di- stanza di un gruppo |
Le Fate d'Oro -
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a poca di- stanza di un gruppo d'alberi, ove prima sorgeva | la | capanna di Dissidio. La capanna non c'era più e invece di |
Le Fate d'Oro -
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gruppo d'alberi, ove prima sorgeva la capanna di Dissidio. | La | capanna non c'era più e invece di quella si ergeva sul |
Le Fate d'Oro -
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luogo uno splendido palazzo. - Vivrai a me vicino, - disse | la | Fata. - I fiori allieteranno in ogni stagione la tua dimora |
Le Fate d'Oro -
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- disse la Fata. - I fiori allieteranno in ogni stagione | la | tua dimora e tu non avrai altro che a dire: edelweiss! |
Le Fate d'Oro -
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che a dire: edelweiss! perché io accorra vici- no a te. - | La | Fata disparve in una nube scintil- lante, tutta formata di |
Le Fate d'Oro -
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nelle profondità del bosco, Fiorino aveva già pronunziato | la | magica parola, e la bella Fata tornava a lui volando. - Che |
Le Fate d'Oro -
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bosco, Fiorino aveva già pronunziato la magica parola, e | la | bella Fata tornava a lui volando. - Che vuoi? - gli |
Le Fate d'Oro -
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- Che vuoi? - gli domandò. - Desidererei che tu stabilissi | la | tua dimora nel mio palazzo, Fatina bella. - Allora |
Le Fate d'Oro -
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nel mio palazzo, Fatina bella. - Allora sposiamoci, - disse | la | Fata. E così fecero. Le nozze furono celebrate con gran |
Le Fate d'Oro -
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le lucciole illuminarono tutti i recessi del bosco, e | la | rugiada sparse tesori di perle sull'erba verde dei prati. |
Le Fate d'Oro -
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da tanto tempo da Dissidio, re- gnarono da allora in poi | la | Concordia e l'Amore. |
Le Fate d'Oro -
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E il vedovo aveva una figlia della sua prima moglie e | la | vedova aveva una figlia del suo primo marito. La figlia del |
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moglie e la vedova aveva una figlia del suo primo marito. | La | figlia del vedovo si chiamava Serena, la figlia della |
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suo primo marito. La figlia del vedovo si chiamava Serena, | la | figlia della vedova si chiamava Gordiana. la matrigna |
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Serena, la figlia della vedova si chiamava Gordiana. | la | matrigna odiava Serena ch'era bella e buona e concedeva |
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buona e concedeva ogni cosa a Gordiana, brutta e perversa. | La | famiglia abitava un castello Principesco, a tre miglia dal |
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un castello Principesco, a tre miglia dal villaggio, e | la | strada attraversava un crocevia, tra i faggi millenari di |
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tondo e facevano beffe terribili ai viaggiatori notturni. | La | matrigna che sapeva questo, una domenica sera, dopo cena, |
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vammelo a cercare. - Mamma, perdonate... è notte. - C'è | la | luna più chiara del sole! - Mamma, ho paura! Andrò |
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Andrò domattina all'alba... - Ti ripeto d'andare! - replicò | la | matrigna. - Mamma, lasciate venire Gordiana con me... - |
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senza il libro della matrigna. Fece violenza al tremito che | la | scuoteva, e s'avanzò con passo tranquillo. Appena la |
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che la scuoteva, e s'avanzò con passo tranquillo. Appena | la | videro, gli gnomi verdi si separarono da quelli rossi e |
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ala ai lati della strada, come per darle il passo. E quando | la | bimba si trovò fra loro la chiusero in cerchio, danzando. E |
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per darle il passo. E quando la bimba si trovò fra loro | la | chiusero in cerchio, danzando. E uno gnomo le porse un |
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- gridarono tutti con voce lieta e crepitante. Ripresero | la | danza vertiginosa, tenendosi per mano, poi spezzarono il |
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giunse al villaggio e fece alzare il sacrestano perché | la | chiesa era chiusa. Ed ecco che ad ogni parola una perla le |
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mano. Serena ebbe il libro e ritornò al castello paterno. | La | matrigna la guardò stupita. Serena splendeva di una |
LA DANZA DEGLI GNOMI E ALTRE FIABE -
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ebbe il libro e ritornò al castello paterno. La matrigna | la | guardò stupita. Serena splendeva di una bellezza mai |
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ad ogni parola una perla le cadeva dall'orecchio sinistro. | La | matrigna si rodeva d'invidia. - E il mio libro di |
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d'invidia. - E il mio libro di preghiere? - Eccolo, mamma. | La | logora rilegatura di cuoio e di rame s'era convertita in |
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e di rame s'era convertita in oro tempestato di brillanti. | La | matrigna trasecolava. Poi decise di tentare la stessa sorte |
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brillanti. La matrigna trasecolava. Poi decise di tentare | la | stessa sorte per la figlia Gordiana. La domenica dopo, alla |
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trasecolava. Poi decise di tentare la stessa sorte per | la | figlia Gordiana. La domenica dopo, alla stessa ora, disse |
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decise di tentare la stessa sorte per la figlia Gordiana. | La | domenica dopo, alla stessa ora, disse alla figlia di |
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voi! Gordiana, non avvezza ad ubbidire, smaniò furibonda e | la | madre fu costretta a cacciarla con le busse, per deciderla |
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tondo si divisero in due schiere ai lati della strada, poi | la | chiusero in cerchio; e uno si avanzò porgendole il fungo e |
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chiusero in cerchio; e uno si avanzò porgendole il fungo e | la | felce e invitandola garbatamente a danzare. - Io danzo con |
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e con baroni: non danzo con brutti rospi come voi. E gettò | la | felce e il fungo e tentò di aprire la catena dei piccoli |
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come voi. E gettò la felce e il fungo e tentò di aprire | la | catena dei piccoli ballerini con pugni e con calci. - Che |
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- gridarono tutti con voce irosa e crepitante. Ripresero | la | danza prendendosi per mano, poi spezzarono la catena e |
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Ripresero la danza prendendosi per mano, poi spezzarono | la | catena e disparvero. Gordiana scrollò le spalle, giunse |
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alla chiesa, prese il libro e ritornò al castello. Quando | la | madre la vide dié un urlo: - Gordiana, figlia mia! Chi t'ha |
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prese il libro e ritornò al castello. Quando la madre | la | vide dié un urlo: - Gordiana, figlia mia! Chi t'ha conciata |
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parola, uno scorpione dalla coda forcuta le scendeva lungo | la | persona. Trasse il libro di tasca e lo diede alla madre; ma |
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un grido d'orrore. - Che schifezza! É tutto lordo di bava! | La | madre era disperata di quella figlia zoppa e gobba, più |
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figlia zoppa e gobba, più brutta e più perversa di prima. E | la | condusse nelle sue stanze, affidandola alle cure di medici |
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inutilmente per risanarla. Si era intanto sparsa pel mondo | la | fama della bellezza sfolgorante e della bontà di Serena, e |
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le parti giungevano richieste di principi e di baroni; ma | la | matrigna perversa si opponeva ad ogni partito. Il Re di |
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di Serena che fece all'istante richiesta della sua mano. | La | matrigna soffocava dalla bile; ma si mostrò ossequiosa al |
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fortuna. E già macchinava in mente di sostituire a Serena | la | figlia Gordiana. Furono fissate le nozze per la settimana |
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a Serena la figlia Gordiana. Furono fissate le nozze per | la | settimana seguente. Il giorno dopo il Re mandò alla |
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di valore inestimabile. Giunse il corteo reale per prendere | la | fidanzata. La matrigna coprì dei gioielli la figlia |
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Giunse il corteo reale per prendere la fidanzata. | La | matrigna coprì dei gioielli la figlia Gordiana e rinchiuse |
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per prendere la fidanzata. La matrigna coprì dei gioielli | la | figlia Gordiana e rinchiuse Serena in un cofano di cedro. |
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dalla carrozza dorata e aprì lo sportello per farvi salire | la | fidanzata. Gordiana aveva il volto coperto d'un velo fitto |
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dolci parole dello sposo. - Signora mia suocera, perché | la | sposa non mi risponde? - É timida, Maestà. - Eppure l'altro |
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Maestà. - Eppure l'altro giorno fu così garbata con me... - | La | solennità di questo giorno la rende muta... Il Re guardava |
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fu così garbata con me... - La solennità di questo giorno | la | rende muta... Il Re guardava con affetto la sposa. - |
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questo giorno la rende muta... Il Re guardava con affetto | la | sposa. - Serena, scopritevi il volto, ch'io vi veda un solo |
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un solo istante! - Non è possibile, Maestà - interruppe | la | matrigna - il fresco della carrozza la sciuperebbe! Dopo le |
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Maestà - interruppe la matrigna - il fresco della carrozza | la | sciuperebbe! Dopo le nozze si scoprirà. il Re cominciava ad |
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il Re cominciava ad inquietarsi. Proseguirono verso | la | chiesa e già la madre si rallegrava di veder giungere a |
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ad inquietarsi. Proseguirono verso la chiesa e già | la | madre si rallegrava di veder giungere a compimento la sua |
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e già la madre si rallegrava di veder giungere a compimento | la | sua frode perversa. Ma passando vicino ad un ruscello, |
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- Dove? - Nel cofano di cedro! Il Re forzò il cofano con | la | punta della spada e sollevò il coperchio. Serena balzò in |
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il coperchio. Serena balzò in piedi, pallida e bella. Il re | la | sollevò fra le braccia, la pose sul suo cavallo e ritornò |
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in piedi, pallida e bella. Il re la sollevò fra le braccia, | la | pose sul suo cavallo e ritornò dove il corteo l'aspettava. |
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l'operazione. | La | terza testa che si è strappata si muta in una grossissima |
LE ULTIME FIABE -
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è per voi, ex Maestà ... Torna a ripetere l'operazione, e | la | quarta testa che ha buttata in terra, si muta in una enorme |
LE ULTIME FIABE -
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enorme zucca.) questa, Eccellenza, è per voi ! ...(Offre | la | zucca al Ministro.) |
LE ULTIME FIABE -
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mulino videro una vecchia giumenta quasi cieca, che girava | la | macina. Nonsò guardò attentamente la bestia e disse: - |
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cieca, che girava la macina. Nonsò guardò attentamente | la | bestia e disse: - Signore, quello è il destriero che mi |
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Nonsò supplicante, cedette alle sue preghiere e comperò | la | giumenta. Il mugnaio, consegnando la bestia a Nonsò, gli |
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preghiere e comperò la giumenta. Il mugnaio, consegnando | la | bestia a Nonsò, gli disse all'orecchio: - Vedete questi |
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un poco, ma poi si lasciò vincere dal Desiderio e prese | la | collana. Il Re aveva affidato a Nonsò la cura di alcuni |
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Desiderio e prese la collana. Il Re aveva affidato a Nonsò | la | cura di alcuni suoi cavalli e di notte egli illuminava la |
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la cura di alcuni suoi cavalli e di notte egli illuminava | la | sua scuderia con la collana sfavillante. Gli altri |
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suoi cavalli e di notte egli illuminava la sua scuderia con | la | collana sfavillante. Gli altri stallieri, gelosi di lui, |
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e una notte, entrando di subito nella scuderia, vide che | la | luce veniva dalla collana abbagliante, appesa ad una |
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scoperse che il monile era della Bella dalle Chiome Verdi, | la | Principessa più sdegnosa del mondo. - Bisogna che tu mi |
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più sdegnosa del mondo. - Bisogna che tu mi conduca | la | Principessa dalle Chiome Verdi - disse il Sovrano - o non |
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dalle Chiome Verdi - disse il Sovrano - o non c'è che | la | morte per te. Nonsò era disperato. Andò a rifugiarsi dalla |
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giumenta e piangeva sulla sua magra criniera. - Conosco | la | causa del tuo dolore - gli disse la bestia fedele, - è |
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criniera. - Conosco la causa del tuo dolore - gli disse | la | bestia fedele, - è venuto il giorno del pentimento per la |
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la bestia fedele, - è venuto il giorno del pentimento per | la | collana presa contro mio consiglio. Ma fa' cuore ed |
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Il Re diede avena e danaro e Nonsò si mise in viaggio con | la | sua cavalla sparuta. Arrivarono al mare. Nonsò vide un |
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fra le alghe. - Libera quel poveretto! - gli consigliò | la | cavalla. Nonsò ubbidì, e il pesce, emergendo con la testa |
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la cavalla. Nonsò ubbidì, e il pesce, emergendo con | la | testa sull'acqua, disse: - Tu mi hai salvata la vita e il |
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con la testa sull'acqua, disse: - Tu mi hai salvata | la | vita e il tuo benefizio non sarà dimenticato. Se tu |
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preso alla pania. - Libera quel poveretto! - gli consigliò | la | giumenta. Nonsò ubbidì e l'uccello disse: - Grazie, Nonsò; |
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dinanzi al castello della Principessa. - Entra - disse | la | giumenta - e non temere di nulla. Quando vedrai la Bella, |
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- disse la giumenta - e non temere di nulla. Quando vedrai | la | Bella, invitala ad accompagnarti qui. Io danzerò per lei |
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al palazzo. Aprì una dama bellissima, ch'egli prese per | la | Principessa in persona. - Principessa... - Non son io la |
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la Principessa in persona. - Principessa... - Non son io | la | Principessa. E l'accompagnò in un'altra sala dove |
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benevolmente, e dopo un giorno accondiscese a vedere | la | giumenta danzatrice. - Saltatele in groppa, Principessa, ed |
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Principessa, ed essa danzerà con voi danze meravigliose. | La | Bella, un poco esitante, ubbidì. Nonsò le balzò accanto, |
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dinanzi al palazzo del Re. - M'avete ingannata - gridava | la | Principessa, - ma non mi do per vinta, e prima d'essere la |
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la Principessa, - ma non mi do per vinta, e prima d'essere | la | sposa del Re vi farò piangere più d'una volta... Nonsò |
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d'una volta... Nonsò sorrideva soddisfatto. - Sire, eccovi | la | Bella dalle Chiome Verdi! Il Re fu abbagliato di tanta |
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di tanta bellezza e voleva sposarla all'istante. Ma | la | Principessa chiese che le si portasse prima una forcella |
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castello. E Nonsò fu incaricato dal Re della ricerca, pena | la | morte. Il giovane non osava ritornare al castello della |
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Bella dalle Chiome Verdi, dopo il rapimento, e guardava | la | sua giumenta, accorato. - Ti ricordi - disse questa - |
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accorato. - Ti ricordi - disse questa - d'aver salvata | la | vita all'uccello impaniato? Chiamalo e t'aiuterà. Nonsò |
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Nonsò chiamò e l'uccello comparve. - Tranquillati, Nonsò! | La | forcella ti sarà portata. E adunò tutti gli uccelli |
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il reattino, perdendovi quasi tutte le penne, e portò | la | forcella al desolato Nonsò. Nonsò presentò la forcella alla |
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e portò la forcella al desolato Nonsò. Nonsò presentò | la | forcella alla Principessa. - Al presente - disse il Re - |
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di ritrovare l'anello, e quegli si mise in viaggio con | la | giumenta fedele. Giunto in riva al mare chiamò il pesce e |
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l'anello, fatti cuore! E il pesce avvertì i compagni; | la | notizia si sparse in un attimo per tutto il mare e l'anello |
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venne ritrovato poco dopo, tra i rami d'un corallo. | La | Principessa dovette acconsentire alle nozze. Il giorno |
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alla cattedrale con gran pompa e cerimonia. Nonsò e | la | cavalla seguivano il corteo regale ed entrarono in chiesa |
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in chiesa con grave scandalo dei presenti. Ma quando | la | cerimonia fu terminata, la pelle della giumenta cadde in |
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scandalo dei presenti. Ma quando la cerimonia fu terminata, | la | pelle della giumenta cadde in terra e lasciò vedere una |
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Bella dalle Chiome Verdi. Essa prese Nonsò per mano: - Sono | la | figlia del re di Tartaria. Vieni con me nel regno di mio |
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re di Tartaria. Vieni con me nel regno di mio Padre e sarò | la | tua sposa. Nonsò e la Principessa presero congedo dagli |
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con me nel regno di mio Padre e sarò la tua sposa. Nonsò e | la | Principessa presero congedo dagli astanti stupefatti, né |
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quella sera egli non proferse altre parole. Prese per mano | la | figlia, e, accompagnandola fin presso la stanza delle rose |
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Prese per mano la figlia, e, accompagnandola fin presso | la | stanza delle rose prese commiato da lei col bacio del buon |
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e interrotte, le strane proteste di Rolland, tutta | la | scena cui poco dianzi aveva assistito le riempirono il |
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si assise al cembalo magnetico e scorrendo colle dita sovra | la | tastiera di avorio, parlò alla sorella d'amore. - Vegli, o |
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diedero fragranza, ma le spine sono cresciute. - Narrami | la | storia del tuo cuore - io chino l'orecchio sul cembalo per |
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per udire il melodioso canto della vergine innamorata. | La | casa di Fidelia e la casa di Speranza erano disgiunte da |
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canto della vergine innamorata. La casa di Fidelia e | la | casa di Speranza erano disgiunte da tre lunghe contrade - |
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le labbra oscillavano; i polsi tremavano convulsi per | la | pressione del fluido sospinto ... E quando Fidelia, stanca |
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quando Fidelia, stanca da quegli sforzi violenti, reclinava | la | testa sul timpano sonoro, una musica soavissima le parlava |
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- una musica di consigli, di speranze e di benedizioni - | la | musica di un'anima sorella. - Il telegrafo magnetico di |
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dell'anima, esso non poteva in verun modo trasmettere | la | menzogna. |
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arrivava a spuntare. Una bella giornata ch'era freddino, | la | Regina s'era messa davanti il palazzo reale per riscaldarsi |
C'ERA UNA VOLTA ... :FIABE -
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per riscaldarsi al sole. Passa una vecchiarella: - Fate | la | carità! Quella per la noia di cavar le mani di tasca |
C'ERA UNA VOLTA ... :FIABE -
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sole. Passa una vecchiarella: - Fate la carità! Quella per | la | noia di cavar le mani di tasca rispose: - Non ho nulla. La |
C'ERA UNA VOLTA ... :FIABE -
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la noia di cavar le mani di tasca rispose: - Non ho nulla. | La | vecchiarella andò via brontolando. - Che cosa ha |
C'ERA UNA VOLTA ... :FIABE -
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andò via brontolando. - Che cosa ha brontolato? - domandò | la | Regina. - Maestà, ha detto che un giorno avrete bisogno di |
C'ERA UNA VOLTA ... :FIABE -
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- Maestà, ha detto che un giorno avrete bisogno di lei. | La | Regina le fece correre una persona dietro, per richiamarla; |
C'ERA UNA VOLTA ... :FIABE -
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le fece correre una persona dietro, per richiamarla; ma | la | vecchiarella aveva svoltato cantonata ed era sparita. Otto |
C'ERA UNA VOLTA ... :FIABE -
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in segreto col Re: - Maestà, ho il rimedio per guarir | la | Regina. Ma prima facciamo i patti. - Oh, bravo! Facciamo i |
C'ERA UNA VOLTA ... :FIABE -
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abbandonarla lassù: non ne saprete più nuova. - Consulterò | la | Regina. - Vuol dire che non ne farete nulla. Stretto fra |
C'ERA UNA VOLTA ... :FIABE -
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le dita e disse: - Ecco il rimedio. Questa notte, appena | la | Regina sarà addormentata, Vostra Maestà glielo versi tutto |
C'ERA UNA VOLTA ... :FIABE -
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intero in un orecchio. Basterà. Infatti, dopo nove mesi, | la | Regina partorì e fece una bella bambina. A questa notizia |
C'ERA UNA VOLTA ... :FIABE -
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- Povera figliolina, che mala Sorte! Che mala Sorte! | La | Regina lo seppe: - Maestà, perché avete pianto: Povera |
C'ERA UNA VOLTA ... :FIABE -
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Povera figliolina, che mala Sorte? - Non ne Fate caso. | La | Reginotta cresceva più bella del sole: il Re e la Regina |
C'ERA UNA VOLTA ... :FIABE -
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caso. La Reginotta cresceva più bella del sole: il Re e | la | Regina n'erano matti. Quando entrò nei sette anni, il |
C'ERA UNA VOLTA ... :FIABE -
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Ma il patto era questo: bisognava osservarlo. Il giorno che | la | Reginotta compì i sette anni, il Re disse alla Regina: - Vo |
C'ERA UNA VOLTA ... :FIABE -
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giunsero a piè della montagna e cominciarono a salire. | La | Reginotta non potea arrampicarsi, e il Re se la tolse in |
C'ERA UNA VOLTA ... :FIABE -
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a salire. La Reginotta non potea arrampicarsi, e il Re se | la | tolse in collo. - Babbo, che andiamo a fare lassù? Torniamo |
C'ERA UNA VOLTA ... :FIABE -
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Re non rispondeva, e si bevea le lagrime che gli rigavano | la | faccia. - Babbo, che andiamo a fare lassù? Torniamo |
C'ERA UNA VOLTA ... :FIABE -
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Re non rispondeva, e si bevea le lagrime che gli rigavano | la | faccia. - Babbo, che siam venuti a fare quassù? Torniamo |
C'ERA UNA VOLTA ... :FIABE -
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E l'abbandonò alla sua Sorte. Vedendolo tornar solo, | la | Regina cominciò a urlare: - E la figliuola? E la figliuola? |
C'ERA UNA VOLTA ... :FIABE -
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Vedendolo tornar solo, la Regina cominciò a urlare: - E | la | figliuola? E la figliuola? - Calò giù un'aquila, l'afferrò |
C'ERA UNA VOLTA ... :FIABE -
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solo, la Regina cominciò a urlare: - E la figliuola? E | la | figliuola? - Calò giù un'aquila, l'afferrò cogli artigli e |
C'ERA UNA VOLTA ... :FIABE -
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figliuola? - Calò giù un'aquila, l'afferrò cogli artigli e | la | portò via. - Ah, figliuola mia! Non è vero! - Le sbucò |
C'ERA UNA VOLTA ... :FIABE -
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mia! Non è vero! - Faceva chiasso in riva al fiume e | la | corrente la travolse. - Non è vero! Non è vero! Allora il |
C'ERA UNA VOLTA ... :FIABE -
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Non è vero! - Faceva chiasso in riva al fiume e la corrente | la | travolse. - Non è vero! Non è vero! Allora il Re le |
C'ERA UNA VOLTA ... :FIABE -
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Allora il Re le raccontò per filo e per segno ogni cosa. E | la | Regina partì, come una pazza, per ritrovar la figliuola. |
C'ERA UNA VOLTA ... :FIABE -
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ogni cosa. E la Regina partì, come una pazza, per ritrovar | la | figliuola. Salita in cima alla montagna, cercò, chiamò tre |
C'ERA UNA VOLTA ... :FIABE -
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anni. Della bimba non s'era più saputo nuova. Un giorno | la | Regina si affaccia al terrazzino e vede giù nella via |
C'ERA UNA VOLTA ... :FIABE -
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donna, montate su. - Maestà, oggi ho fretta; verrò domani. | La | Regina rimase male. E il giorno dopo stette tutta la |
C'ERA UNA VOLTA ... :FIABE -
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La Regina rimase male. E il giorno dopo stette tutta | la | mattinata ad aspettarla al terrazzino. Come la vide |
C'ERA UNA VOLTA ... :FIABE -
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stette tutta la mattinata ad aspettarla al terrazzino. Come | la | vide passare: - Buona donna, buona donna, montate su. - |
C'ERA UNA VOLTA ... :FIABE -
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su. - Maestà, oggi ho fretta; verrò domani. Il giorno dopo, | la | Regina, per far meglio, andò ad aspettarla innanzi il |
C'ERA UNA VOLTA ... :FIABE -
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il portone. - Maestà, oggi ho fretta; verrò domani. Ma | la | Regina la prese per una mano e non la lasciò andar via; e |
C'ERA UNA VOLTA ... :FIABE -
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- Maestà, oggi ho fretta; verrò domani. Ma la Regina | la | prese per una mano e non la lasciò andar via; e per le |
C'ERA UNA VOLTA ... :FIABE -
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verrò domani. Ma la Regina la prese per una mano e non | la | lasciò andar via; e per le scale le domandò perdono di |
C'ERA UNA VOLTA ... :FIABE -
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l'elemosina. - Buona donna, buona donna, Fatemi ritrovar | la | mia figliuola! - Maestà, che ne so io? Sono una povera |
C'ERA UNA VOLTA ... :FIABE -
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femminuccia. - Buona donna, buona donna, Fatemi ritrovar | la | mia figliuola! - Maestà, male nuove. La Reginotta è alle |
C'ERA UNA VOLTA ... :FIABE -
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Fatemi ritrovar la mia figliuola! - Maestà, male nuove. | La | Reginotta è alle mani d'un Lupo Mannaro, quello stesso che |
C'ERA UNA VOLTA ... :FIABE -
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un gomitolo di refe e un pugno di grano, e venite con me. | La | Regina prese tutto quello che la vecchiarella avea |
C'ERA UNA VOLTA ... :FIABE -
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di grano, e venite con me. La Regina prese tutto quello che | la | vecchiarella avea ordinato, e partì insieme con lei. |
C'ERA UNA VOLTA ... :FIABE -
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con lei. Giunsero ad una buca, che ci si passava appena. | La | vecchiarella attaccò un capo del refe a una piantina e |
C'ERA UNA VOLTA ... :FIABE -
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quei ti sciolga. Ed entrarono. Scendi, scendi, scendi, | la | Regina già si sentiva le ginocchia tutte rotte. - |
C'ERA UNA VOLTA ... :FIABE -
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tantino! - Maestà, è impossibile. Scendi, scendi, scendi, | la | Regina non si reggeva più dalla fame. - Vecchiarella, |
C'ERA UNA VOLTA ... :FIABE -
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svenire! - Maestà, non è possibile. Scendi, scendi, scendi, | la | Regina affogava di sete. - Vecchiarella, per carità, un |
C'ERA UNA VOLTA ... :FIABE -
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E sbucarono in una pianura. Il gomitolo del refe terminò. | La | vecchiarella attaccò quell'altro capo ad una pianticina, e |
C'ERA UNA VOLTA ... :FIABE -
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quei ti sciolga. Cominciarono ad inoltrarsi. Ad ogni passo | la | Regina dovea lasciar cadere in terra un chicco di grano e |
C'ERA UNA VOLTA ... :FIABE -
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Regina dovea lasciar cadere in terra un chicco di grano e | la | vecchiarella diceva: - Grano, grano di Dio, Com'io ti |
C'ERA UNA VOLTA ... :FIABE -
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in terra il coltellino e sputate tre volte; siamo arrivati. | La | Regina piantò il coltellino e sputò tre volte; e la |
C'ERA UNA VOLTA ... :FIABE -
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La Regina piantò il coltellino e sputò tre volte; e | la | vecchiarella disse: - Coltellino, coltellino di Dio, Com'io |
C'ERA UNA VOLTA ... :FIABE -
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colle pietanze fumanti. - Reginotta, mangiate, mangiate! | La | tavola parlava. Mangiò, bevve, e poco dopo le vennero le |
C'ERA UNA VOLTA ... :FIABE -
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in aria come una bambola. - Mi vuoi per marito? Mi vuoi? | La | Reginotta rideva: - Ti voglio, ti voglio. E un altro salto |
C'ERA UNA VOLTA ... :FIABE -
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l'ebbe a male ed andò via. E per un anno non si fece vivo. | La | Reginotta s'annoiava a star lì senza vedere un viso |
C'ERA UNA VOLTA ... :FIABE -
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bella piuma più alta di lui. - Buon giorno. - Buon giorno. | La | Reginotta, nel vederlo lo stesso, rimase sorpresa. Lo prese |
C'ERA UNA VOLTA ... :FIABE -
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in aria come una bambola. - Mi vuoi per marito? Mi vuoi? | La | Reginotta rideva: - Ti voglio! Ti voglio! Ma per ora bada a |
C'ERA UNA VOLTA ... :FIABE -
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via. Ogni anno così; ed eran passati sette anni. Intanto | la | Reginotta s'era fatta una ragazza, che ci volevan quattro |
C'ERA UNA VOLTA ... :FIABE -
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per saltar dalla finestra. - Ascolta, figliuola - disse | la | Regina sotto voce. - Quel Gomitetto è il Lupo Mannaro. Ti |
C'ERA UNA VOLTA ... :FIABE -
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di sì; altrimenti sarai morta; ne farà due bocconi. | La | prossima notte a quest'ora ci rivedremo. La mattina, la |
C'ERA UNA VOLTA ... :FIABE -
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due bocconi. La prossima notte a quest'ora ci rivedremo. | La | mattina, la Reginotta udì la solita voce: - Vuoi vedermi? - |
C'ERA UNA VOLTA ... :FIABE -
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La prossima notte a quest'ora ci rivedremo. La mattina, | la | Reginotta udì la solita voce: - Vuoi vedermi? - Volentieri. |
C'ERA UNA VOLTA ... :FIABE -
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a quest'ora ci rivedremo. La mattina, la Reginotta udì | la | solita voce: - Vuoi vedermi? - Volentieri. Si spalancarono |
C'ERA UNA VOLTA ... :FIABE -
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occhiacci e certe zanne, che Dio ne scampi ogni creatura! | La | Reginotta si sentì mancare. - Mi vuoi per marito? Ti feci |
C'ERA UNA VOLTA ... :FIABE -
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me. Lei tremava come una foglia. - Mi vuoi per marito? Più | la | Reginotta sentiva quella vociaccia, e più tremava e si |
C'ERA UNA VOLTA ... :FIABE -
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e poi rispose: - Ti sia concesso! Sarai mangiata domani. | La | notte, all'ora fissata, lei s'affacciò alla finestra: - Ah, |
C'ERA UNA VOLTA ... :FIABE -
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di no; sarò mangiata domani. - Fatevi coraggio! - disse | la | vecchiarella. E picchiò forte al portone. - Chi è? Chi |
C'ERA UNA VOLTA ... :FIABE -
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Son coltellino, Son piantato nella terra dura, Per difender | la | creatura. Contro questa malìa, il Lupo Mannaro non poteva |
C'ERA UNA VOLTA ... :FIABE -
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Contro questa malìa, il Lupo Mannaro non poteva nulla. E | la | mattina, all'alba, venne fuori; e come vide il coltellino, |
C'ERA UNA VOLTA ... :FIABE -
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frugò attorno, ma non trovò nessuno. All'ultimo chiamò | la | Reginotta: - Vien qua, strappami di terra questo |
C'ERA UNA VOLTA ... :FIABE -
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strappami di terra questo coltellino: non ti mangerò più. | La | Reginotta gli credette, e strappò il coltellino. - Ed ora |
C'ERA UNA VOLTA ... :FIABE -
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un momentino incerto, e poi rispose: - Ti sia concesso. | La | notte, la Reginotta s'affacciò alla finestra: - Ah, mammina |
C'ERA UNA VOLTA ... :FIABE -
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incerto, e poi rispose: - Ti sia concesso. La notte, | la | Reginotta s'affacciò alla finestra: - Ah, mammina mia! Mi |
C'ERA UNA VOLTA ... :FIABE -
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glielo strappai. Domani sarò mangiata! - Fatevi coraggio! E | la | vecchiarella picchiò forte al portone. - Chi è? Chi |
C'ERA UNA VOLTA ... :FIABE -
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frumentino, Son seminato nella terra scura, Per difender | la | creatura. Contro questa malìa, il Lupo Mannaro non poteva |
C'ERA UNA VOLTA ... :FIABE -
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Contro questa malìa, il Lupo Mannaro non poteva nulla. E | la | mattina all'alba, venne fuori; e come vide il seminato |
C'ERA UNA VOLTA ... :FIABE -
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un boccone. Cercò, frugò intorno, ma non trovò nessuno. E | la | mattina dopo disse alla Reginotta: - Vieni qua: mietimi |
C'ERA UNA VOLTA ... :FIABE -
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- Vieni qua: mietimi questo frumento; non ti mangerò più. | La | Reginotta gli credette, e si mise all'opera. Per lei non |
C'ERA UNA VOLTA ... :FIABE -
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e poi rispose: - Ti sia concesso, per l'ultima volta. | La | notte, la Reginotta s'affacciò alla finestra: - Ah, mammina |
C'ERA UNA VOLTA ... :FIABE -
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rispose: - Ti sia concesso, per l'ultima volta. La notte, | la | Reginotta s'affacciò alla finestra: - Ah, mammina mia! Mi |
C'ERA UNA VOLTA ... :FIABE -
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glielo mietei. Domani sarò mangiata. - Fatevi coraggio! E | la | vecchiarella picchiò forte al portone. - Chi è? - urlò il |
C'ERA UNA VOLTA ... :FIABE -
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refe fino Son attaccato alla pianta matura, Per difender | la | creatura. Contro questa malìa, il Lupo Mannaro non poteva |
C'ERA UNA VOLTA ... :FIABE -
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Contro questa malìa, il Lupo Mannaro non poteva nulla. E | la | mattina all'alba venne fuori, e come vide il capo del refe |
C'ERA UNA VOLTA ... :FIABE -
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scioglimi questo refe dai due capi: non ti mangerò più. | La | Reginotta era stata indettata dalla vecchiarella. Non |
C'ERA UNA VOLTA ... :FIABE -
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fuori, cominciò a mordersi rabbiosamente le mani. E vista | la | vecchiarella, diventò bianco come un panno lavato. - Ah! La |
C'ERA UNA VOLTA ... :FIABE -
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la vecchiarella, diventò bianco come un panno lavato. - Ah! | La | nemica mia! Son morto! Son morto! La Regina e la Reginotta |
C'ERA UNA VOLTA ... :FIABE -
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un panno lavato. - Ah! La nemica mia! Son morto! Son morto! | La | Regina e la Reginotta si voltarono e, invece della |
C'ERA UNA VOLTA ... :FIABE -
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- Ah! La nemica mia! Son morto! Son morto! La Regina e | la | Reginotta si voltarono e, invece della vecchiarella, videro |
C'ERA UNA VOLTA ... :FIABE -
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vecchiarella, videro una bellissima signora, che pareva | la | stella del mattino. Era la Regina delle Fate. Figuriamoci |
C'ERA UNA VOLTA ... :FIABE -
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bellissima signora, che pareva la stella del mattino. Era | la | Regina delle Fate. Figuriamoci che allegrezza! La Regina |
C'ERA UNA VOLTA ... :FIABE -
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Era la Regina delle Fate. Figuriamoci che allegrezza! | La | Regina delle Fate prendeva intanto dei sassi, e li metteva |
C'ERA UNA VOLTA ... :FIABE -
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intanto dei sassi, e li metteva l'uno sull'altro davanti | la | buca. - Sassi, sassi di Dio, Io vi muro e vo' smurarvi io! |
C'ERA UNA VOLTA ... :FIABE -
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- Sassi, sassi di Dio, Io vi muro e vo' smurarvi io! Murata | la | buca, la Regina delle Fate sparì. E quella brutta |
C'ERA UNA VOLTA ... :FIABE -
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sassi di Dio, Io vi muro e vo' smurarvi io! Murata la buca, | la | Regina delle Fate sparì. E quella brutta bestiaccia crepò |
C'ERA UNA VOLTA ... :FIABE -
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sparì. E quella brutta bestiaccia crepò di fame lì dentro. | La | Regina e la Reginotta tornarono sane e salve al palazzo; e |
C'ERA UNA VOLTA ... :FIABE -
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brutta bestiaccia crepò di fame lì dentro. La Regina e | la | Reginotta tornarono sane e salve al palazzo; e un anno dopo |
C'ERA UNA VOLTA ... :FIABE -
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Reginotta tornarono sane e salve al palazzo; e un anno dopo | la | Reginotta sposò il Re di Portogallo. |
C'ERA UNA VOLTA ... :FIABE -
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di un popolo — Lo spirito femminile — L'uomo e | la | donna — Loro dif- ferenza — L'educazione femminile — La |
Vita intima -
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e la donna — Loro dif- ferenza — L'educazione femminile — | La | missione della donna — La cultura della donna — La donna e |
Vita intima -
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— L'educazione femminile — La missione della donna — | La | cultura della donna — La donna e la poesia della casa — I |
Vita intima -
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— La missione della donna — La cultura della donna — | La | donna e la poesia della casa — I diritti dei genitori per |
Vita intima -
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missione della donna — La cultura della donna — La donna e | la | poesia della casa — I diritti dei genitori per l'educazione |
Vita intima -
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tra figliuoli e genitori — I doveri della madre moderna — | La | riforma femminile e la madre moderna — L'uguaglianza morale |
Vita intima -
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— I doveri della madre moderna — La riforma femminile e | la | madre moderna — L'uguaglianza morale nel secolo XIX — Il |
Vita intima -
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del popolo e della famiglia del povero — L'ideale moderno. | La | grande riforma educatrice del sesso femminile è uno dei |
Vita intima -
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l'esperienza e il buon senso, portarono a concludere, che | la | donna istruita e saggiamente educata, ha una grande, |
Vita intima -
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contrarie , che lo consumerebbero interamente, togliendogli | la | facoltà di illuminare. In questo secolo la donna fu |
Vita intima -
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togliendogli la facoltà di illuminare. In questo secolo | la | donna fu definita: « una creatura uguale all'uomo per |
Vita intima -
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Si vollero unire le due grandi forze del creato: l'uomo e | la | donna. Si sentì la necessità di completare quello per mezzo |
Vita intima -
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le due grandi forze del creato: l'uomo e la donna. Si sentì | la | necessità di completare quello per mezzo di questa. La |
Vita intima -
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la necessità di completare quello per mezzo di questa. | La | coscienza pubblica convenne che la donna, la quale, come |
Vita intima -
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per mezzo di questa. La coscienza pubblica convenne che | la | donna, la quale, come dimostra la storia, ha sempre mirato |
Vita intima -
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di questa. La coscienza pubblica convenne che la donna, | la | quale, come dimostra la storia, ha sempre mirato a la |
Vita intima -
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pubblica convenne che la donna, la quale, come dimostra | la | storia, ha sempre mirato a la libertà, ha diritto di |
Vita intima -
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la quale, come dimostra la storia, ha sempre mirato a | la | libertà, ha diritto di esigerla, per quanto la natura |
Vita intima -
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mirato a la libertà, ha diritto di esigerla, per quanto | la | natura voglia che essa vi cammini per una via diversa di |
Vita intima -
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e seriamente educata, hanno in gran parte culla e sviluppo | la | famiglia la religione, che sono necessità del sentimento. |
Vita intima -
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educata, hanno in gran parte culla e sviluppo la famiglia | la | religione, che sono necessità del sentimento. Da ciò il |
Vita intima -
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Da ciò il bisogno di seriamente istruire e educare | la | donna. E la società che cresce e progredisce per opera |
Vita intima -
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ciò il bisogno di seriamente istruire e educare la donna. E | la | società che cresce e progredisce per opera specialmente |
Vita intima -
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il ricordo del tempo in cui, filosofi e poeti chiamavano | la | donna ora angelo e ora demone; in cui la società tutta |
Vita intima -
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e poeti chiamavano la donna ora angelo e ora demone; in cui | la | società tutta quanta, l'aveva in conto o di cortigiana o di |
Vita intima -
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offesa e insulto d'ogni momento, adesso è successo per | la | donna un sentimento di stima, di rispetto, di affetto vero |
Vita intima -
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il tempo in cui, in concilio, si lanciava seriamente | la | domanda, se la donna avesse un'anima. Per chi sente e |
Vita intima -
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in cui, in concilio, si lanciava seriamente la domanda, se | la | donna avesse un'anima. Per chi sente e pensa, adesso, la |
Vita intima -
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se la donna avesse un'anima. Per chi sente e pensa, adesso, | la | donna é un essere uguale a l'uomo per quanto da lui |
Vita intima -
|
ma piuttosto dalla differenza che esiste fra essi; e che | la | natura , la quale destina l' uomo a vivere con la donna, ha |
Vita intima -
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dalla differenza che esiste fra essi; e che la natura , | la | quale destina l' uomo a vivere con la donna, ha dato a |
Vita intima -
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e che la natura , la quale destina l' uomo a vivere con | la | donna, ha dato a l'uno e a l'altra, sentimenti attitudini e |
Vita intima -
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diritti e doveri. L'uomo d'oggi vuole nella donna | la | compagna; cioè una creatura, che come lui possieda i doni |
Vita intima -
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in lui e nella sua compagna con qualche differenza?... | La | legge della differenza non è forse il fondamento della |
Vita intima -
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non è forse il fondamento della creazione?.. Che importa se | la | ragione è — generalmente — nell'uomo guidata da calcolo e |
Vita intima -
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e dalla passione ? L'uomo giudica per riflessione, | la | donna per istinto. L' uomo vede il vero; la donna lo sente. |
Vita intima -
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riflessione, la donna per istinto. L' uomo vede il vero; | la | donna lo sente. L'uomo è assennato per logica, la donna per |
Vita intima -
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il vero; la donna lo sente. L'uomo è assennato per logica, | la | donna per ispirazione. Ciò che per l'uomo è giustizia, per |
Vita intima -
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donna per ispirazione. Ciò che per l'uomo è giustizia, per | la | donna è quasi sempre carità ; la filo- sofia della donna è |
Vita intima -
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l'uomo è giustizia, per la donna è quasi sempre carità ; | la | filo- sofia della donna è filosofia del sentimento, il |
Vita intima -
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l'amore della patria e dell'umanità: l'uomo ha il potere, | la | donna ha i diritti. E tutto ciò è giusto perchè è |
Vita intima -
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Questo ora l'uomo sente e ca- pisce e vuole nella donna non | la | schiava, non l'idolo, non la serva, ma la compagna. La |
Vita intima -
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pisce e vuole nella donna non la schiava, non l'idolo, non | la | serva, ma la compagna. La compagna capace di comprenderlo, |
Vita intima -
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nella donna non la schiava, non l'idolo, non la serva, ma | la | compagna. La compagna capace di comprenderlo, di esercitare |
Vita intima -
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non la schiava, non l'idolo, non la serva, ma la compagna. | La | compagna capace di comprenderlo, di esercitare una benefica |
Vita intima -
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di comprenderlo, di esercitare una benefica influenza su | la | sua intelligenza e su la sua energia: capace di sostenerlo |
Vita intima -
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una benefica influenza su la sua intelligenza e su | la | sua energia: capace di sostenerlo del suo coraggio, fatto |
Vita intima -
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consigli, incoraggiamenti, riposo. E vuole nella donna sua | la | reggitrice, la regina della famiglia. Ma una reggitrice, |
Vita intima -
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riposo. E vuole nella donna sua la reggitrice, | la | regina della famiglia. Ma una reggitrice, una regina tutta |
Vita intima -
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una regina tutta moderna che non ha nulla a che vedere con | la | moglie e la madre dei tempi andati. Poi che l'ideale della |
Vita intima -
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tutta moderna che non ha nulla a che vedere con la moglie e | la | madre dei tempi andati. Poi che l'ideale della famiglia |
Vita intima -
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prepotenti dalla persuasione della loro superiorità. Allora | la | madre di famiglia, doveva sedere al focolare, filando |
Vita intima -
|
estranea a tutto quanto non fosse l'azienda domestica. Ma | la | donna moderna non può nè deve essere una semplice |
Vita intima -
|
Vivendo in mezzo ai continui prodotti della scienza, | la | sua ignoranza ora sarebbe colpevole e fatale. Ed ella ha la |
Vita intima -
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la sua ignoranza ora sarebbe colpevole e fatale. Ed ella ha | la | sua giusta parte di coltura, una coltura, che con giusta |
Vita intima -
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di chi sostiene, che lo studio ed il sapere possano deviare | la | donna dalle occupazioni, dai piaceri della famiglia. La |
Vita intima -
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la donna dalle occupazioni, dai piaceri della famiglia. | La | donna dell'Inghilterra, dove, circa cinquant'anni fa, si |
Vita intima -
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molto saggiamente educata e buona massaia ad un tempo. | La | donna americana, nei grandiosi collegi di New- York, del |
Vita intima -
|
illuminato della famiglia e dei doveri dai quali dipende | la | felicità domestica, nello stesso tempo che impara a |
Vita intima -
|
Nei collegi universitarii di Oxford e di Cambridge, | la | donna si abilita nelle arti e nelle scienze, e non per |
Vita intima -
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che possano urtare contro l'onestà e il buon costume. Così | la | donna è quivi come in America, tenuta in alta stima; ed è |
Vita intima -
|
negli affari, nel commercio, nell' industria. E' splendida | la | nuova idealità della donna, chiamata a liberamente |
Vita intima -
|
esplicare il suo spirito in ogni attività consentanea a | la | sua natura. Chi negherebbe che più la donna coltiva il suo |
Vita intima -
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consentanea a la sua natura. Chi negherebbe che più | la | donna coltiva il suo spirito, più diminuisce la sua |
Vita intima -
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che più la donna coltiva il suo spirito, più diminuisce | la | sua ignoranza, e meglio prende sul serio la vita nel suo |
Vita intima -
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più diminuisce la sua ignoranza, e meglio prende sul serio | la | vita nel suo scopo e nei suoi doveri e più si fa virtuosa? |
Vita intima -
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nel suo scopo e nei suoi doveri e più si fa virtuosa? ... | La | donna saggiamente istruita e educata, sente in tutta la sua |
Vita intima -
|
... La donna saggiamente istruita e educata, sente in tutta | la | sua soavità la poesia della famiglia. Dolce e sana poesia, |
Vita intima -
|
istruita e educata, sente in tutta la sua soavità | la | poesia della famiglia. Dolce e sana poesia, che non è certo |
Vita intima -
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ideali, nel vago, sconfinato azzurro delle illusioni. E' | la | poesia che si accoglie nelle piccole umili cose, poesia |
Vita intima -
|
nelle piccole umili cose, poesia ascosa e gentile, di cui | la | donna è la vera ispiratrice; è la poesia della casa e della |
Vita intima -
|
umili cose, poesia ascosa e gentile, di cui la donna è | la | vera ispiratrice; è la poesia della casa e della famiglia. |
Vita intima -
|
ascosa e gentile, di cui la donna è la vera ispiratrice; è | la | poesia della casa e della famiglia. *** La famiglia di oggi |
Vita intima -
|
ispiratrice; è la poesia della casa e della famiglia. *** | La | famiglia di oggi non è certo quella del passato e neppure |
Vita intima -
|
quella del principio del nostro secolo. Come tutte le cose, | la | famiglia ha subito una grande evoluzione. Tutto si è |
Vita intima -
|
grande evoluzione. Tutto si è modificato nella famiglia; | la | potenza paterna, i diritti della madre, il diritto |
Vita intima -
|
specie di tutela, che, in generale cessa quando il figlio o | la | figlia abbiano raggiunto l'età maggiore. E questo potere |
Vita intima -
|
educare i figli come meglio gli piace. Ma, senza intaccare | la | libertà del padre di famiglia, nel nostro secolo si è |
Vita intima -
|
padre di famiglia, nel nostro secolo si è detto: « Va bene | la | libertà del padre, ma non è tutto. Vi sono anche i diritti |
Vita intima -
|
Vi sono anche i diritti e gli interessi dei figli : e poi | la | società è interessata grandemente a l'educazione delle |
Vita intima -
|
». In vista dei diritti dei figli e dell'interesse sociale, | la | legge ha dunque portata una restrizione a la libertà del |
Vita intima -
|
sociale, la legge ha dunque portata una restrizione a | la | libertà del padre di famiglia. Basta accennare a questi |
Vita intima -
|
operai, il diritto di ricorso accordato al fanciullo contro | la | tale e la tale altra decisione dei genitori, ecc. Vi sono |
Vita intima -
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diritto di ricorso accordato al fanciullo contro la tale e | la | tale altra decisione dei genitori, ecc. Vi sono leggi che |
Vita intima -
|
nella scelta della professione non fosse d'accordo con | la | volontà paterna. « I parenti — dicono queste leggi — hanno |
Vita intima -
|
di ricorrere al tribunale competente ». E quando il padre e | la | madre non avessero le stesse idee riguardo all'educazione |
Vita intima -
|
il fisico e lo spirituale, è quindi necessario, oltre | la | cura igienica corporale, l'educazione morale e religiosa, |
Vita intima -
|
l'educazione morale e religiosa, l'insegnamento elementare, | la | preparazione a una professione. « Nella scelta della |
Vita intima -
|
le attitudini e i gusti dei figli. Se il padre e | la | madre non sono d'accordo in ciò che riguarda l'educazione e |
Vita intima -
|
madre non sono d'accordo in ciò che riguarda l'educazione e | la | professione dei figli, è al padre che resta l' ultima |
Vita intima -
|
cioè i sedici anni, ha il diritto di scegliere liberamente | la | religione che meglio si confaccia con le convinzioni sue. |
Vita intima -
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convinzioni sue. Vi sono anche delle leggi che dicono: « Se | la | madre è convinta che la volontà del padre sia tale da |
Vita intima -
|
anche delle leggi che dicono: « Se la madre è convinta che | la | volontà del padre sia tale da danneggiare i figli, può |
Vita intima -
|
sola l' educazione dei figli. Il principio che ha dettato | la | legge francese del 28 luglio 1889 guida a questa stessa |
Vita intima -
|
a questa stessa conclusione. In fatti ; dal momento che | la | potenza paterna può essere soppressa quando il padre mal |
Vita intima -
|
abbia le sue buone ragioni per far valere e appoggiare | la | sua domanda ? La donna ha o non ha -- si disse nel secolo |
Vita intima -
|
buone ragioni per far valere e appoggiare la sua domanda ? | La | donna ha o non ha -- si disse nel secolo XIX -- il diritto |
Vita intima -
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o non ha -- si disse nel secolo XIX -- il diritto di alzare | la | voce quando si tratta dei figli suoi ? E siccome l'attuale |
Vita intima -
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l'attuale forma della famiglia non permette di confidare a | la | madre gli stessi diritti del padre in quanto si riferisce a |
Vita intima -
|
del padre in quanto si riferisce a l'educazione dei figli, | la | più elementare giustizia esige il diritto di ricorso a |
Vita intima -
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esige il diritto di ricorso a vantaggio della madre. | La | restrizione del potere paterno nella famiglia, ha fatto che |
Vita intima -
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alle sue parole. Che se alcuno dei figli osava opporsi a | la | volontà paterna, era tenuto in conto di ribelle, si aveva |
Vita intima -
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accettavano senza discussione le idee per quanto non più a | la | cieca i comandi e le ingiunzioni. La famiglia d'allora era |
Vita intima -
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per quanto non più a la cieca i comandi e le ingiunzioni. | La | famiglia d'allora era più raccolta e perciò i vincoli d' |
Vita intima -
|
quale il padre si chiamava vicini i figli e i domestici per | la | preghiera in comune. Il sentimento religioso, sentito più o |
Vita intima -
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apertamente e riverentemente nelle forme esteriori. | La | Messa ascoltata religiosamente nei dì di festa, la |
Vita intima -
|
La Messa ascoltata religiosamente nei dì di festa, | la | confessione e la comunione a Pasqua, il digiuno e il magro |
Vita intima -
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ascoltata religiosamente nei dì di festa, la confessione e | la | comunione a Pasqua, il digiuno e il magro nei dì comandati. |
Vita intima -
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Nelle campagne, fra i contadini, il capocasa reggeva | la | famiglia la quale accoglieva spesso in un centro solo, |
Vita intima -
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campagne, fra i contadini, il capocasa reggeva la famiglia | la | quale accoglieva spesso in un centro solo, parecchie |
Vita intima -
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famiglie numerosissime tutte dipendenti da un sol capo. | La | restrizione del potere paterno è arrivata da per tutto e |
Vita intima -
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del potere paterno è arrivata da per tutto e tutti | la | trovano logica e conforme al progresso dell' incivilimento. |
Vita intima -
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dice : « L'Italia è l'antica terra del dubbio. Poco vi potè | la | Riforma, non tanto perché la frenasse l'Inquisi- zione |
Vita intima -
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terra del dubbio. Poco vi potè la Riforma, non tanto perché | la | frenasse l'Inquisi- zione romana, quanto perchè poco |
Vita intima -
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« Il senso religioso era vero e profondo generalmente « | La | parola conversione uona oggi al nostro orecchio quasi come |
Vita intima -
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XIX dalla famiglia sparì il dispotismo paterno; scomparve | la | rigida autorità del padrone per lasciar luogo a maggior |
Vita intima -
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del padrone per lasciar luogo a maggior tenerezza a | la | confidenza, a la familiarità, a la reciproca affettuosa |
Vita intima -
|
per lasciar luogo a maggior tenerezza a la confidenza, a | la | familiarità, a la reciproca affettuosa fiducia. Il |
Vita intima -
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a maggior tenerezza a la confidenza, a la familiarità, a | la | reciproca affettuosa fiducia. Il sentimento della famiglia |
Vita intima -
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rafforzò ma si ingentilì, specialmente in molte classi. A | la | terza persona, con la quale nella prima metà del secolo, i |
Vita intima -
|
specialmente in molte classi. A la terza persona, con | la | quale nella prima metà del secolo, i figli usavano trattare |
Vita intima -
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i genitori, in Italia venne a poco a poco sostituita | la | seconda; il tu he invita a confidenza , che avvicina cuore |
Vita intima -
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i figli non ebbero più nessun timore del padre e trattavano | la | madre con intimità spesso eccessiva. I genitori perdettero |
Vita intima -
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da un eccesso all'altro. E' entrata nell'animo di tutti | la | persuazione, che l'autorità non è come il potere, un fatto |
Vita intima -
|
una cosa morale, che influisce su l'anima, che suppone | la | virtù in chi l'esercita, la docilità e l'amore rispettoso |
Vita intima -
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su l'anima, che suppone la virtù in chi l'esercita, | la | docilità e l'amore rispettoso in chi la subisce. E, una |
Vita intima -
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in chi l'esercita, la docilità e l'amore rispettoso in chi | la | subisce. E, una volta di ciò persuasi, i genitori si |
Vita intima -
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volta di ciò persuasi, i genitori si lasciarono andare a | la | tenerezza non di rado soverchia, e nei figli andò |
Vita intima -
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individualità, sono forse due cose ancora troppo nuove come | la | libertà e l'uguaglianza ; sono per dir cosi, due ottimi |
Vita intima -
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ora nelle famiglie delle persone educate, è specialmente | la | madre che tenta di svegliarla e di rafforzarla in se stessa |
Vita intima -
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non è punto facile, ella sente il bisogno di guadagnarsi | la | stima dei figli. Ora, questo bisogno, questo desiderio di |
Vita intima -
|
per se solo, l'attuale cambiamento dei rapporti morali fra | la | madre e i figliuoli. Nei tempi andati, la madre come il |
Vita intima -
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morali fra la madre e i figliuoli. Nei tempi andati, | la | madre come il padre non si curavano certo dell'intima |
Vita intima -
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curavano certo dell'intima considerazione dei figli; perchè | la | considerazione e la stima suppongono il giudizio; e allora |
Vita intima -
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considerazione dei figli; perchè la considerazione e | la | stima suppongono il giudizio; e allora non si ammetteva che |
Vita intima -
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? ... Non è più razionale, più equa, più secondo natura, | la | confidenza , quasi l' uguaglianza moderna fra i genitori e |
Vita intima -
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morali nella famiglia? ... Una di queste cause, molti | la | riconoscono nella grande riforma educatrice della donna; |
Vita intima -
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donna; riforma che ha per fondamento e per conseguenza | la | giustizia e sopratutto la stima dell'uomo per la donna. La |
Vita intima -
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per fondamento e per conseguenza la giustizia e sopratutto | la | stima dell'uomo per la donna. La donna amata di amore |
Vita intima -
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la giustizia e sopratutto la stima dell'uomo per | la | donna. La donna amata di amore dignitoso e elevato, stimata |
Vita intima -
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la giustizia e sopratutto la stima dell'uomo per la donna. | La | donna amata di amore dignitoso e elevato, stimata nel suo |
Vita intima -
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giacenti inerti, indistinte, abbuiate, sente in tutta | la | sua forza la propria individualità, e l'anima sua, fatta di |
Vita intima -
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inerti, indistinte, abbuiate, sente in tutta la sua forza | la | propria individualità, e l'anima sua, fatta di sentimento, |
Vita intima -
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fatto di indulgenze, di paure vaghe e di pietà infinita, | la | sua autorità, il suo potere di padre; e diventa l'amico, il |
Vita intima -
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abituata ad agire per proprio impulso; non si piega a | la | cieca la ragione, che non fu mai offuscata da tirannia. |
Vita intima -
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ad agire per proprio impulso; non si piega a la cieca | la | ragione, che non fu mai offuscata da tirannia. Così, per |
Vita intima -
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una influenza che non sia l'autorità d'altri tempi; | la | influenza d'una superiorità riconosciuta e di una |
Vita intima -
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con una voce cara e insinuante, che sappia trovare | la | via del cuore. Ed ecco perché la madre per riuscire nella |
Vita intima -
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che sappia trovare la via del cuore. Ed ecco perché | la | madre per riuscire nella educazione dei figli, ha bisogno |
Vita intima -
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in modo da essere una continua vivente lezione di moralità. | La | madre che educa con vera intelligenza d'amore i suoi |
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staccavano, per così dire, i figli della madre, | la | quale — in generale — quando aveva loro insegnato a |
Vita intima -
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loro insegnato a brontolare vecchie preghiere e a baciarle | la | mano mattina e sera, a parlare appena se interrogati , a |
Vita intima -
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io credo, a l'istruzione e a l'educazione femminile, | la | famiglia civile di oggi; la famiglia, ove la tenerezza |
Vita intima -
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e a l'educazione femminile, la famiglia civile di oggi; | la | famiglia, ove la tenerezza avvicina e la mutua simpatia |
Vita intima -
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femminile, la famiglia civile di oggi; la famiglia, ove | la | tenerezza avvicina e la mutua simpatia intellettuale |
Vita intima -
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civile di oggi; la famiglia, ove la tenerezza avvicina e | la | mutua simpatia intellettuale interessa ed avvince; la |
Vita intima -
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e la mutua simpatia intellettuale interessa ed avvince; | la | famiglia retta e guidata dalla madre che può e vuole essere |
Vita intima -
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famiglia retta e guidata dalla madre che può e vuole essere | la | prima educatrice dei figli suoi. La madre moderna — intendo |
Vita intima -
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che può e vuole essere la prima educatrice dei figli suoi. | La | madre moderna — intendo quella che comprende il proprio |
Vita intima -
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di svegliare , e educare nel cuore e nella mente dei figli, | la | prima idea di Dio, dell'onestà, del bene, del bello, e il |
Vita intima -
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che fa che uno si senta qualcuno e voglia essere qualcuno. | La | madre intelligente sa che è guaio serio comprimere la |
Vita intima -
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La madre intelligente sa che è guaio serio comprimere | la | individualità nell'animo dei fanciulli; sa che la |
Vita intima -
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la individualità nell'animo dei fanciulli; sa che | la | depressione converte i deboli in ipocriti e i forti in |
Vita intima -
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di ben dirigere nei figli questa forza , insegnando loro | la | sana e forte dottrina, che è la compagna della libertà: la |
Vita intima -
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forza , insegnando loro la sana e forte dottrina, che è | la | compagna della libertà: la dottrina della responsabilità |
Vita intima -
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la sana e forte dottrina, che è la compagna della libertà: | la | dottrina della responsabilità personale. Chi nel secolo XIX |
Vita intima -
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personale. Chi nel secolo XIX tanto fece e fa tuttora per | la | riforma femminile, non pensò certo di strappare la donna al |
Vita intima -
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per la riforma femminile, non pensò certo di strappare | la | donna al suo centro naturale, che è quello degli affetti ; |
Vita intima -
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complesso di pene morali che però l' intima compiacenza e | la | soddisfazione generosa, acchetano e addolciscono. E più la |
Vita intima -
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la soddisfazione generosa, acchetano e addolciscono. E più | la | donna è istruita, più sa e più ha l'animo temprato al |
Vita intima -
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e meglio è compresa della sua alta, difficile missione, e | la | missione stessa le torna più delicata, più doverosa e |
Vita intima -
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santi diritti nel punto di vista della morale pubblica; che | la | sua più grande disgrazia è la digradazione morale, che la |
Vita intima -
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della morale pubblica; che la sua più grande disgrazia è | la | digradazione morale, che la miseria distrugge il rispetto |
Vita intima -
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la sua più grande disgrazia è la digradazione morale, che | la | miseria distrugge il rispetto personale, esaurisce lo |
Vita intima -
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bisogno di mezzi accessibili al ricco come al povero; che | la | verità morale è il tesoro della intelligenza; che il germe |
Vita intima -
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Tutti uguali, non solo davanti a Dio, non solo davanti a | la | legge , ma nella coscienza di ciascuno; nella coscienza |
Vita intima -
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e soave sogno di pochi, o esigenza di prepotenti; ma | la | santa uguaglianza, che sta nell'elevatezza morale; la |
Vita intima -
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ma la santa uguaglianza, che sta nell'elevatezza morale; | la | persuasione che ogni uomo può cercare in se stesso forza e |
Vita intima -
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l'altra a l'amore del dovere, a l'energia della volontà , a | la | coltura dello spirito. La persuasione che di queste virtù |
Vita intima -
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a l'energia della volontà , a la coltura dello spirito. | La | persuasione che di queste virtù si può arricchire chiunque |
Vita intima -
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sana lettura e fortificare il carattere con il lavoro e | la | pratica del bene. Solo in questa via feconda si trova la |
Vita intima -
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e la pratica del bene. Solo in questa via feconda si trova | la | pace dell'anima e il sentimento della propria dignità e |
Vita intima -
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bene insieme con quello della società; si può acquistare | la | certezza , che la più grande forza dell'universo è lo |
Vita intima -
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quello della società; si può acquistare la certezza , che | la | più grande forza dell'universo è lo spirito, non già la |
Vita intima -
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che la più grande forza dell'universo è lo spirito, non già | la | forza bruta e materiale ; che il potere dell'uomo è fatto |
Vita intima -
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e intellettuale e che è lo spirito che ha conquistato | la | materia. Tutto ciò si senti e si pensò nel secolo XIX; e |
Vita intima -
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nella mente, con questi sentimenti nel cuore, si finì, per | la | maggiore, a sentire l'uguaglianza, la fratellanza santa, |
Vita intima -
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cuore, si finì, per la maggiore, a sentire l'uguaglianza, | la | fratellanza santa, comandata da Dio, necessaria a la |
Vita intima -
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la fratellanza santa, comandata da Dio, necessaria a | la | ragione, indispensabile a la generosità. Tutti fratelli; |
Vita intima -
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comandata da Dio, necessaria a la ragione, indispensabile a | la | generosità. Tutti fratelli; quindi disposti al reciproco |
Vita intima -
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progresso riusciranno a diminuire ma non a sopprimere, come | la | mano esperta dell'agricoltore riesce a scemare le male erbe |
Vita intima -
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l'orgoglio e il dispregio da una parte, l'avvilimento, | la | persuasione d'inferiorità e spesso la ribellione, |
Vita intima -
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parte, l'avvilimento, la persuasione d'inferiorità e spesso | la | ribellione, dall'altra. Adesso, grazie, principalmente alle |
Vita intima -
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si esprime benino; ha modi abbastanza urbani, capisce. | La | distanza fra lui e chi a lui è superiore per istruzione e |
Vita intima -
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non vi sono classi che si lasciano opprimere e avvilire; | la | società è fatta di tutti, e tutti vogliono avervi e |
Vita intima -
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è fatta di tutti, e tutti vogliono avervi e sentirvi | la | propria parte. L'operaio, il contadino, tutti o quasi |
Vita intima -
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tutti o quasi tutti, adesso pensano; vogliono sapere | la | ragione di ciò che fanno, di ciò che credono, per fino |
Vita intima -
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passato. A l'inerzia d'ogni nobile desiderio, è successa | la | sete della verità; a l'accasciamento morale, è successo il |
Vita intima -
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vuole migliorare una generazione, è necessario comprendere | la | ragione dell' umano vivere , guardare al punto ove hanno |
Vita intima -
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mali e le norme del volere, e farne oggetto di applicazione | la | famiglia; prendere per mano i fanciulli e gli ignoranti, |
Vita intima -
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? ... « ... né l'acqua iraconda che scende a ruina | la | valle — dice Fogazzaro — nè la frana di macigni e di selve |
Vita intima -
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iraconda che scende a ruina la valle — dice Fogazzaro — nè | la | frana di macigni e di selve capovolte che trabocca dall' |
Vita intima -
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ancora qualche cosa. Però non maledite l'arte ch'è | la | manifestazione dei vostri gusti. I greci innamorati ci |
Eva -
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dei vostri gusti. I greci innamorati ci lasciarono | la | statua di Venere; noi lasceremo il cancan litografato sugli |
Eva -
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una civiltà, oggi è un lusso: anzi, un lusso da scioperati. | La | civiltà è il benessere; e in fondo ad esso, quand'è |
Eva -
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come oggi, non ci troverete altro, se avete il coraggio e | la | buona fede di seguire la logica, che il godimento |
Eva -
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altro, se avete il coraggio e la buona fede di seguire | la | logica, che il godimento materiale. In tutta la serietà di |
Eva -
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di seguire la logica, che il godimento materiale. In tutta | la | serietà di cui siamo invasi, e nell'antipatia per tutto ciò |
Eva -
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- mettiamo pure l'arte scioperata - non c'è infine che | la | tavola e la donna. Viviamo in un'atmosfera di Banche e di |
Eva -
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pure l'arte scioperata - non c'è infine che la tavola e | la | donna. Viviamo in un'atmosfera di Banche e di Imprese |
Eva -
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in un'atmosfera di Banche e di Imprese industriali, e | la | febbre dei piaceri è la esuberanza di tal vita. Non |
Eva -
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Banche e di Imprese industriali, e la febbre dei piaceri è | la | esuberanza di tal vita. Non accusate l'arte, che ha il solo |
Eva -
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piangere per voi i dolori dei vostri piaceri. Non predicate | la | moralità, voi che ne avete soltanto per chiudere gli occhi |
Eva -
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lasciare il cuore e l'onore là dove voi non lasciate che | la | borsa, - voi che fate scricchiolare allegramente i vostri |
Eva -
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in faccia. Controllato il testo immagine fino a pag54. | La | versione testuale è quella di liberliber |
Eva -
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e ogni giorno ri- partivano, carichi, per lontane terre. | La | gente lo inchinava come un monarca, i suoi sottoposti |
Le Fate d'Oro -
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lo inchinava come un monarca, i suoi sottoposti baciavano | la | polvere che egli calpestava, e perfino i sultani del- |
Le Fate d'Oro -
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bazar. - Hamid è generoso! - dicevano i poveri stendendogli | la | mano. E Hamid passava altero fra la folla, gettando denaro |
Le Fate d'Oro -
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i poveri stendendogli la mano. E Hamid passava altero fra | la | folla, gettando denaro ai mendicanti, senza nep- pur |
Le Fate d'Oro -
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tutte le ore che non de- dicava agli affari, solo, fumando | la | pipa e meditando sul modo di accumulare ric- chezze. Della |
Le Fate d'Oro -
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bella fanciulla di sedici anni, che egli sfuggiva, perchè | la | vista di lei gli rammentava la morte degli altri figli e |
Le Fate d'Oro -
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che egli sfuggiva, perchè la vista di lei gli rammentava | la | morte degli altri figli e della moglie. Quelle perdite |
Le Fate d'Oro -
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vide entrare una vecchia stracciata e sporca. Hamid | la | guardò e le fece cenno col dito di uscire. - Sono la |
Le Fate d'Oro -
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Hamid la guardò e le fece cenno col dito di uscire. - Sono | la | Sventura; - disse la vec- chia - ho un posticino in tutte |
Le Fate d'Oro -
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fece cenno col dito di uscire. - Sono la Sventura; - disse | la | vec- chia - ho un posticino in tutte le case e ho visitato |
Le Fate d'Oro -
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- ho un posticino in tutte le case e ho visitato spesso | la | tua. - Tu non hai mai varcato la soglia della mia dimora; |
Le Fate d'Oro -
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case e ho visitato spesso la tua. - Tu non hai mai varcato | la | soglia della mia dimora; non ti conosco. - Tua moglie non è |
Le Fate d'Oro -
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perire. - E il tuo figlio secondogenito, e il terzo, e | la | bella Irma? - Tutti dovevano morire; erano con- dannati dal |
Le Fate d'Oro -
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- Piega il capo davanti a me, Hamid; rammentati che io sono | la | Sventura. - Vattene, strega. Io adoro Allalh e il suo |
Le Fate d'Oro -
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e tu dovrai inchi- narti dinanzi a me. - Vattene! - | La | Sventura uscì, lanciando al mer- cante uno sguardo torvo. |
Le Fate d'Oro -
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uscì, lanciando al mer- cante uno sguardo torvo. Hamid | la | salutò con una sghignazzata. Una mattina, un commesso di |
Le Fate d'Oro -
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suo padrone. - Signore, - disse l'uomo tremante, abbassando | la | testa. - Signore, preparati a ricevere una funesta notizia. |
Le Fate d'Oro -
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Nulla, di quel che avviene sulla terra, può scuoterlo. Che | la | volontà di Allah sia fatta, e lode al suo profeta! - |
Le Fate d'Oro -
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aggiunse il commesso - l'uomo in cui tu avevi riposto tutta | la | tua fiducia, è fuggito stanotte sopra una nave montata |
Le Fate d'Oro -
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voro. - Quel giorno Hamid andò al bazar, come al solito, e | la | gente che lo guardava cu- riosa non scoprì sulla sua fronte |
Le Fate d'Oro -
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sugli spessi tappeti della sua camera, vide en- trare | la | solita vecchia lacera e sporca. - Che vuoi? - le domandò |
Le Fate d'Oro -
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lacera e sporca. - Che vuoi? - le domandò Hamid. - Sono | la | Sventura, non mi ricono- sci? Ho preso dimora qui, in casa |
Le Fate d'Oro -
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che dinanzi ai decreti di Allah, che adoro. Vattene! - | La | Sventura sedè in un cantuccio e si accomodò dietro le |
Le Fate d'Oro -
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tarra. Alla fioca luce di una lampada rossa- stra egli vide | la | scimitarra entrare nelle carni della vecchia, ma quando la |
Le Fate d'Oro -
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la scimitarra entrare nelle carni della vecchia, ma quando | la | cavò fuori non era macchiata di sangue. La vecchia fece una |
Le Fate d'Oro -
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ma quando la cavò fuori non era macchiata di sangue. | La | vecchia fece una risataccia. - Le tue armi sono inutili; - |
Le Fate d'Oro -
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il tuo Dio che riposi lungamente. - Dopo pochi istanti, | la | vecchia, col capo sorretto dal guanciale, livida ed este- |
Le Fate d'Oro -
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este- nuata, dormiva e pareva morta. Hamid chiuse a chiave | la | stanza, e la notte stessa ordinò ai suoi schiavi che ne |
Le Fate d'Oro -
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dormiva e pareva morta. Hamid chiuse a chiave la stanza, e | la | notte stessa ordinò ai suoi schiavi che ne murassero ogni |
Le Fate d'Oro -
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uscita. Essi ubbidirono ai suoi comandi, e in poche ore | la | stanza era murata. La mattina seguente, il solito com- |
Le Fate d'Oro -
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ai suoi comandi, e in poche ore la stanza era murata. | La | mattina seguente, il solito com- messo bussò presto alla |
Le Fate d'Oro -
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tutto è perito. - Farò costruire altri bastimenti. Che | la | volontà di Allah sia fatta! - Quel giorno Hamid andò, come |
Le Fate d'Oro -
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- Quel giorno Hamid andò, come al so- lito, al bazar, e | la | gente curiosa, guardan- dolo, si accorse che il suo volto |
Le Fate d'Oro -
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Era da poco seduto nel suo negozio, quando comparve | la | solita vecchia, strac- ciata e sporca. - Vattene! - le |
Le Fate d'Oro -
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- Vattene! - le disse Hamid. - I tuoi schiavi, murando | la | camera, mi hanno destata col rumore delle pale e delle |
Le Fate d'Oro -
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già accorto. - Vattene! Io non mi sono accorto di nulla. | La | volontà di Allah si compie, e non la tua! Concedimi |
Le Fate d'Oro -
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sono accorto di nulla. La volontà di Allah si compie, e non | la | tua! Concedimi l'ospitalità,lasciami dor- mire sotto il tuo |
Le Fate d'Oro -
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tetto! - Vattene! - ripetè Hamid. - Te ne pentirai, - disse | la | vecchia minacciandolo con una mano nell'uscire. Hamid la |
Le Fate d'Oro -
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la vecchia minacciandolo con una mano nell'uscire. Hamid | la | salutò con un sogghigno. Ogni mattina Hamid era destato dal |
Le Fate d'Oro -
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di spezie è bruciato nel porto di Genova. - Lascia che | la | volontà di Allah sia fatta! - La gente lo guardava |
Le Fate d'Oro -
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di Genova. - Lascia che la volontà di Allah sia fatta! - | La | gente lo guardava sorpresa, senza osare fargli |
Le Fate d'Oro -
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fargli condoglianze. Appena era seduto, gli si presentava | la | solita vecchia. - Sono in giro per il mondo e col- pisco |
Le Fate d'Oro -
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che ti appartiene. Hai sentito le notizie? – Ma Hamid | la | cacciava tutte le volte. Un giorno erano le sue carovane |
Le Fate d'Oro -
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sventure. Ma Hamid il superbo, continuava a portare alta | la | testa, a non degnare di uno sguardo la gente, a sogghignare |
Le Fate d'Oro -
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a portare alta la testa, a non degnare di uno sguardo | la | gente, a sogghignare alla Sven- tura. Soltanto Hamid aveva |
Le Fate d'Oro -
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palazzo. Gli schiavi dovevano darsi il turno per vegliare | la | notte; le donne di Fatima non dovevano abbandonarla un |
Le Fate d'Oro -
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donne di Fatima non dovevano abbandonarla un minuto, pena | la | vita, ed egli stesso stava più di frequente nelle stanze |
Le Fate d'Oro -
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il padrone. - Tua figlia è sparita; abbiamo tro- vato | la | camera vuota, i suoi gioielli, le sue vesti, tutto è |
Le Fate d'Oro -
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i suoi gioielli, le sue vesti, tutto è sparito con lei. - | La | fiera testa di Hamid s'incurvò a quella notizia e una |
Le Fate d'Oro -
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barba. Quel giorno non andò al bazar; quel giorno non ebbe | la | forza di moversi, e nel suo dolore neppur si rammentò della |
Le Fate d'Oro -
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che aveva fatta alle donne di Fatima. Verso sera entrò | la | Sventura e gli si mise accanto. - Perché non mi scacci? - |
Le Fate d'Oro -
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- Pietà! - diceva - pietà! non per me, ma per Fatima, per | la | figlia mia. - La Sventura lo respinse sogghignando, e sparì |
Le Fate d'Oro -
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- pietà! non per me, ma per Fatima, per la figlia mia. - | La | Sventura lo respinse sogghignando, e sparì in un attimo |
Le Fate d'Oro -
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stanza; Hamid non aveva più forza. Gli schiavi, temendo | la | sua collera, fuggirono a uno a uno; il suo palazzo rimase |
Le Fate d'Oro -
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vaganti. I primi lo saccheggiarono; il vento, il sole, | la | pioggia vi entrarono schiantando, bruciando, putrefacendo i |
Le Fate d'Oro -
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intatto, era an- cora nella camera dove l’aveva colpito | la | notizia tremenda, e il suo capo, umiliato dalla Sventura, |
Le Fate d'Oro -
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tremenda, e il suo capo, umiliato dalla Sventura, toccava | la | terra. |
Le Fate d'Oro -
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è quasi intollerabile | la | lettura dell' "Iliade", di quell' orgia di battaglie, |
La ricerca delle radici -
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di Achille. L' "Odissea" è invece a misura umana, | la | sua poesia nasce da una speranza ragionevole: la fine della |
La ricerca delle radici -
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umana, la sua poesia nasce da una speranza ragionevole: | la | fine della guerra e dell' esilio, il mondo ricostruito |
La ricerca delle radici -
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il mondo ricostruito sulla pace conquistata attraverso | la | giustizia. Siamo nel Canto ix. Ulisse è sfuggito alla |
La ricerca delle radici -
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nella caverna del Ciclope. Ha perso molti compagni, ma poi | la | sua astuzia ha avuto ragione della rozza violenza di |
La ricerca delle radici -
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di Polifemo; Ulisse lo ha ubriacato, accecato, ha eluso | la | sorveglianza del mostro grazie all' espediente dei montoni. |
La ricerca delle radici -
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andarsene in silenzio, ma preferisce portare a compimento | la | sua rivincita: è fiero del suo nome, che finora aveva |
La ricerca delle radici -
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una settimana, e mi ci vorrà una bella pazienza... Ma | la | mamma, se sarò buono, mi ha promesso di regalarmi una |
IL GIORNALINO DI GIANBURRASCA -
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che, a quanto ho sentito, deve arrivare domani. È questa | la | sesta volta a far poco che mi promettono un velocipede, e, |
IL GIORNALINO DI GIANBURRASCA -
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cosa che mi ha impedito di averlo. Speriamo che questa sia | la | buona! La bambina che si aspetta è una nipotina |
IL GIORNALINO DI GIANBURRASCA -
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mi ha impedito di averlo. Speriamo che questa sia la buona! | La | bambina che si aspetta è una nipotina dell'avvocato |
IL GIORNALINO DI GIANBURRASCA -
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che è una sua sorella maritata a Bologna, di venire qui con | la | figlia per conoscere la sua futura cognata che sarebbe la |
IL GIORNALINO DI GIANBURRASCA -
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a Bologna, di venire qui con la figlia per conoscere | la | sua futura cognata che sarebbe la mia sorella Virginia. |
IL GIORNALINO DI GIANBURRASCA -
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la figlia per conoscere la sua futura cognata che sarebbe | la | mia sorella Virginia. Ormai pare che per lo sposalizio |
IL GIORNALINO DI GIANBURRASCA -
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pare che per lo sposalizio tutto sia concluso, e tanto | la | mamma che l'Ada, iersera, dopo una gran predica fatta dal |
IL GIORNALINO DI GIANBURRASCA -
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figurine di gesso: - Chi vuol figurine, chi vuole! Su | la | tavola che portava in testa sopra un cércine, vecchi |
IL RACCONTAFIABE - Seguito al "C'era una volta …" -
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reale: - Figurinaio, venite su. Non gli era mai capitata | la | Fortuna di vendere qualcuna di quelle sue cosucce alla casa |
IL RACCONTAFIABE - Seguito al "C'era una volta …" -
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inciampa e casca quant'era lungo. Il gattino andò in pezzi. | La | Reginotta, ch'era corsa all'uscio, cominciò a strillare: - |
IL RACCONTAFIABE - Seguito al "C'era una volta …" -
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tra loro e s'incollavano da sé; e già il gattino crollava | la | testa e pareva contento di quella prodezza. Il figurinaio |
IL RACCONTAFIABE - Seguito al "C'era una volta …" -
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via; quel gattino portentoso forse sarebbe stato | la | sua Fortuna. Ma col Re non si scherzava; bisognava venderlo |
IL RACCONTAFIABE - Seguito al "C'era una volta …" -
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moneta d'oro. Il figurinaio s'attendeva di più, e intascò | la | moneta di malumore. - Non sei contento? Eccotene un'altra. |
IL RACCONTAFIABE - Seguito al "C'era una volta …" -
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diede al figurinaio altre due monete d'oro. - Dio t'aiuti! | La | Reginotta portò il gattino in camera, e si divertiva tutto |
IL RACCONTAFIABE - Seguito al "C'era una volta …" -
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camera, e si divertiva tutto il giorno a fargli scrollare | la | testa. - Gattino, mi vuoi bene? E il gattino rispondeva di |
IL RACCONTAFIABE - Seguito al "C'era una volta …" -
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vuoi bene? E il gattino rispondeva di sì. - Gattino, vuoi | la | gattina? E il gattino rispondeva di sì. - Gattino, ci |
IL RACCONTAFIABE - Seguito al "C'era una volta …" -
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E il gattino rispondeva di sì. Accadde che in quel tempo | la | Reginotta fu richiesta da un Reuccio. Il Re se ne rallegrò; |
IL RACCONTAFIABE - Seguito al "C'era una volta …" -
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mezzanotte, si sentì un grido lamentoso: - Meo! Meo! Meo - | La | Reginotta si svegliò: - Che. hai, gattino? - Meo! Meo! Meo! |
IL RACCONTAFIABE - Seguito al "C'era una volta …" -
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un bastone per farlo in pezzi: - Te lo do io il meo, meo! | La | Reginotta gli trattenne il braccio. - Chiamiamo il |
IL RACCONTAFIABE - Seguito al "C'era una volta …" -
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non fu potuto trovare; era andato in un'altra città. | La | notte seguente, a mezzanotte appunto, il gattino |
IL RACCONTAFIABE - Seguito al "C'era una volta …" -
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corse in camera della Reginotta, afferrò il gattino, aperse | la | finestra e lo buttò nella via. La Reginotta si mise a |
IL RACCONTAFIABE - Seguito al "C'era una volta …" -
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il gattino, aperse la finestra e lo buttò nella via. | La | Reginotta si mise a piangere: - Povero gattino mio! Di lì a |
IL RACCONTAFIABE - Seguito al "C'era una volta …" -
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E un zampino picchiava ai vetri e grattava con le ugne. | La | Reginotta aperse e trovò il gattino di gesso sul davanzale; |
IL RACCONTAFIABE - Seguito al "C'era una volta …" -
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aperse e trovò il gattino di gesso sul davanzale; crollava | la | testa e pareva dicesse: Grazie! grazie! - Sta' zitto, |
IL RACCONTAFIABE - Seguito al "C'era una volta …" -
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vuoi bene? E il gattino rispondeva di sì. - Gattino, vuoi | la | gattina? E il gattino rispondeva di sì. - Gattino, ci |
IL RACCONTAFIABE - Seguito al "C'era una volta …" -
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notte non gridò più. - Dunque vuol sposarmi lui! - disse | la | Reginotta. - Qui ci deve essere un incanto. Gattini di |
IL RACCONTAFIABE - Seguito al "C'era una volta …" -
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andare. Mi vuole il gattino, e il gattino mi avrà. Il Re | la | credette impazzita. La Reginotta, senza scomporsi, gli |
IL RACCONTAFIABE - Seguito al "C'era una volta …" -
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gattino, e il gattino mi avrà. Il Re la credette impazzita. | La | Reginotta, senza scomporsi, gli spiegò la cosa: - Maestà, |
IL RACCONTAFIABE - Seguito al "C'era una volta …" -
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impazzita. La Reginotta, senza scomporsi, gli spiegò | la | cosa: - Maestà, qui c'è un incanto. Chiamarono un Mago. - É |
IL RACCONTAFIABE - Seguito al "C'era una volta …" -
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Quel gattino è un Reuccio. Se l'incanto non vien disfatto, | la | Reginotta è perduta. Figuriamoci la costernazione del Re e |
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non vien disfatto, la Reginotta è perduta. Figuriamoci | la | costernazione del Re e di tutta la corte! - Come disfarlo?! |
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è perduta. Figuriamoci la costernazione del Re e di tutta | la | corte! - Come disfarlo?! - Bisogna recuperare le tre monete |
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in tal giorno nel tal posto con le monete in tasca; pena | la | vita. Quel giorno, nel posto indicato, si vide più di un |
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in faccia sospettose, tenendo le mani in tasca. Venne | la | Reginotta col gattino in braccio e cominciò a passeggiare |
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Nessuno di quella gente possedeva dunque le monete cercate. | La | Reginotta disse: - Maestà, vo' andare attorno pel mondo. Mi |
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monete. Se non faccio così, sono perduta. Il Re acconsentì. | La | Reginotta si fece cucire un vestito da uomo, si tagliò i |
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alloggio. - Chi siete? - Un figurinaio. Le apersero e | la | fecero entrare. Erano due vecchi, marito e moglie. - Non |
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una moneta d'oro. - Ah! Tu sei un ladro! Il vecchio afferrò | la | ronca e voleva ammazzarla. - Non sono un ladro! Per quella |
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Per quella moneta ve ne do dieci! Sentite. E raccontò | la | sua storia. I due vecchi ebbero pietà di lei. Infatti |
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Meo! Meo! Pareva che gongolasse di allegrezza. Si sparse | la | voce che c'era un figurina!o, il quale dava dieci monete |
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un figurina!o, il quale dava dieci monete d'oro contro una. | La | gente le andava incontro con le monete in mano per fare |
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buon guadagno. Ma il gattino stava zitto. Cammina, cammina, | la | Reginotta arrivò un giorno davanti un'osteria. Parecchi |
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Meo! Meol - Buona gente, voi avete una moneta d'oro. Se me | la | date, ve ne do dieci e d'oro anch'esse. - Fa' vedere, La |
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me la date, ve ne do dieci e d'oro anch'esse. - Fa' vedere, | La | Reginotta cavò fuori le monete. Quei mascalzoni le si |
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sfuggita di mano al suo possessore e nessuno l'aveva vista. | La | Reginotta la raccolse, la involtò insieme con l'altra, e |
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al suo possessore e nessuno l'aveva vista. La Reginotta | la | raccolse, la involtò insieme con l'altra, e riprese il |
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e nessuno l'aveva vista. La Reginotta la raccolse, | la | involtò insieme con l'altra, e riprese il viaggio. Cammina, |
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fece coraggio e picchiò: - Buona gente, aprite; ho smarrita | la | strada. Non rispondeva nessuno. - Buona gente, aprite; ho |
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Non rispondeva nessuno. - Buona gente, aprite; ho smarrita | la | strada. Comparvero due visacci barbuti: - Mal per te! Chi |
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- Noi lo prendiamo per nulla. E volevano strapparglielo. | La | povera Reginotta era capitata in un covo di ladri. Sentendo |
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fuori una dozzina, minacciosi, con i pugnali in mano. | La | Reginotta si vide perduta: - Non mi fate male; ve lo do! - |
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non c'era da rispondere. Per non separarsi dal gattino, | la | Reginotta disse: - Farò da servo. La sera i ladri andavano |
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separarsi dal gattino, la Reginotta disse: - Farò da servo. | La | sera i ladri andavano via e lasciavano la Reginotta chiusa |
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- Farò da servo. La sera i ladri andavano via e lasciavano | la | Reginotta chiusa col catenaccio dentro la grotta. - Ah, |
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via e lasciavano la Reginotta chiusa col catenaccio dentro | la | grotta. - Ah, gattino mio! Che mala sorte c'è toccata! - Il |
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perché ci hai preparato un buon desinare! Ma non era | la | moneta che la Reginotta cercava. Infatti il gattino stava |
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ci hai preparato un buon desinare! Ma non era la moneta che | la | Reginotta cercava. Infatti il gattino stava zitto. - Ah, |
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capo dei ladri se n'accorse: - Chi sei? Tu sei una donna! | La | povera Reginotta si sentì morire; e piangendo, disse: - |
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Reginotta si sentì morire; e piangendo, disse: - Sono | la | figlia del Re. - Allora ti prendo per moglie. Sono Re |
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Sono Re anch'io; Re dei ladri! Ci sposeremo domani. Giusto | la | notte che viene andiamo a rubare in casa del Re. Ruberemo |
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notte che viene andiamo a rubare in casa del Re. Ruberemo | la | corona e il manto reale. La sera i ladri andarono via e |
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rubare in casa del Re. Ruberemo la corona e il manto reale. | La | sera i ladri andarono via e lasciarono la Reginotta chiusa |
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e il manto reale. La sera i ladri andarono via e lasciarono | la | Reginotta chiusa col catenaccio dentro la grotta. - Ah, |
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via e lasciarono la Reginotta chiusa col catenaccio dentro | la | grotta. - Ah, gattino mio! Che mala sorte c'è toccata! E i |
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carichi di preda; argento, oro, pietre preziose, e | la | corona e il manto reale. - A te questo! A te quello! A te |
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ecco il gattino: - Meo! Meo! Meo! I ladri si spaventarono. | La | Reginotta non gli aveva mai detto che il gattino di gesso |
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i ladri giacevano morti per terra, fra pozze di sangue. | La | Reginotta rimaneva in un canto, atterrita. Non osava |
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vedeva che il Reuccio aveva tuttavia gli orecchi, i baffi e | la | coda di gatto; provava paura. E la paura si accrebbe quando |
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gli orecchi, i baffi e la coda di gatto; provava paura. E | la | paura si accrebbe quando invece di sentirlo parlare, lo udì |
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- Meo! Meo! Dunque rimaneva sempre gatto, quantunque con | la | figura d'uomo? Dallo sbalordimento, la Reginotta gli disse: |
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quantunque con la figura d'uomo? Dallo sbalordimento, | la | Reginotta gli disse: - Ah, gattino mio, che disgrazia! |
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l'incanto cessasse. Gli cascarono gli orecchi, i baffi e | la | coda, e il Reuccio parlò: - Grazie, Reginotta. Quanto ho |
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Questi ladri sono i suoi figli; ora viene a cercarli. | La | concio io! - Andiamo via; sarà meglio. - Se non è morta |
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colei, non possiamo uscire di qui. Infatti non trovavano | la | porta. Gira di qua, gira di là per quella sfilata di |
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un cadavere con gli artigli, e lo portò via. - Era forse | la | Strega! - disse il Reuccio. - Se torna, la concio io! Poco |
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via. - Era forse la Strega! - disse il Reuccio. - Se torna, | la | concio io! Poco dopo, ecco una cagna, magra e pelosa, che |
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Sei tu, Stregona! E il Reuccio le assestò un colpo, ma non | la | colse. La cagna sparì. - Era lei! Se torna, la concio io! |
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E il Reuccio le assestò un colpo, ma non la colse. | La | cagna sparì. - Era lei! Se torna, la concio io! Poco dopo, |
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ma non la colse. La cagna sparì. - Era lei! Se torna, | la | concio io! Poco dopo, ecco un sorcio con una coda lunga e |
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ve ne fate? - Prendilo pure. Il sorcio afferrò coi denti | la | punta del vestito di uno di quei cadaveri e cominciò a |
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e cominciò a trascinarlo. Il Reuccio lo agguanta per | la | coda con una mano, e cava la spada con l'altra. Assesta il |
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Il Reuccio lo agguanta per la coda con una mano, e cava | la | spada con l'altra. Assesta il colpo, ma coglie la coda che |
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e cava la spada con l'altra. Assesta il colpo, ma coglie | la | coda che gli rimane in pugno, divincolandosi. Sorcio e |
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un bel fuoco; nel meglio della vampata, vi buttarono | la | coda. Di fuori, si sentivano gli urli della Strega: - Ahi! |
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gli urli della Strega: - Ahi! Non mi fate bruciare! Vi apro | la | porta! Ahi! Ahi! La coda guizzava, si dibatteva fra le |
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- Ahi! Non mi fate bruciare! Vi apro la porta! Ahi! Ahi! | La | coda guizzava, si dibatteva fra le fiamme. Il Reuccio, per |
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fra le fiamme. Il Reuccio, per paura che scappasse, | la | tenne ferma con la punta della spada, finché non si udì più |
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Il Reuccio, per paura che scappasse, la tenne ferma con | la | punta della spada, finché non si udì più nessun grido o |
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nessun grido o lamento della Strega. Il fuoco si spense, e | la | porta si aperse. L'incanto era disfatto. Reuccio e |
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delle loro nozze fu baldoria in tutto il regno. Stretta | la | via, larga la foglia; Ne dica un'altra, chi n'ha la voglia. |
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nozze fu baldoria in tutto il regno. Stretta la via, larga | la | foglia; Ne dica un'altra, chi n'ha la voglia. |
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Stretta la via, larga la foglia; Ne dica un'altra, chi n'ha | la | voglia. |
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anni. È tutt'occhi. Passando, in corridoio, nonostante | la | poca luce, avevo colto la somiglianza con la madre e la |
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in corridoio, nonostante la poca luce, avevo colto | la | somiglianza con la madre e la sorella. La ragazza maggiore |
Vietato ai minori -
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nonostante la poca luce, avevo colto la somiglianza con | la | madre e la sorella. La ragazza maggiore e più fatticcia. |
Vietato ai minori -
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la poca luce, avevo colto la somiglianza con la madre e | la | sorella. La ragazza maggiore e più fatticcia. Entrambi |
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luce, avevo colto la somiglianza con la madre e la sorella. | La | ragazza maggiore e più fatticcia. Entrambi hanno occhi |
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un incarnato bruno a macchie che non sono di peluria. È | la | pelle prematuramente sciupata all'aperto, sole freddo |
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sciupata all'aperto, sole freddo pioggia, riconosco | la | testina cotta del ragazzo pastore. Deve rispondere di |
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dialetto aspro che non si riesce a interpretare. Ha morso | la | sorella. Dice che aveva fame. Qualcuno ride. La madre sta a |
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Ha morso la sorella. Dice che aveva fame. Qualcuno ride. | La | madre sta a guardarlo corrugata da lontano, a un tratto |
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nel giacchettone, all'avvertimento della ragazza che | la | sovrasta di tutto il capo ricciuto. La storia è d'un |
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della ragazza che la sovrasta di tutto il capo ricciuto. | La | storia è d'un litigio tra fratelli come ne avvengono ogni |
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giorno nelle famiglie. Questi due sono i primi di otto che | la | madre tira su andando a opera nelle terre altrui. La |
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che la madre tira su andando a opera nelle terre altrui. | La | femmina (così essa dirà sempre nominandola) bada alla casa |
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pronunzia) va a pascolare. I ragazzi escono dal paese | la | mattina dietro un branchetto di pecore, già mordendo il |
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senza perché in casa non ce n'era. Tornò indietro e ancora | la | sorella non sfornava. Litigarono. Voleva pane, voleva |
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attorno, l'assillò, strepitò, disse "male parole". Ora è | la | ragazza davanti ai giudici e ammette, con certo impeto di |
Vietato ai minori -
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di contadina forzuta, d'essere corsa dietro al fratello con | la | scopa, di averlo buttato per terra. "Eh, non mi vince." Si |
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L'imputato anche lui abbozza una smorfia nervosa, fissando | la | sua antagonista sulla pedana. La madre scuote i cernecchi, |
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smorfia nervosa, fissando la sua antagonista sulla pedana. | La | madre scuote i cernecchi, giunge le mani, poi ne alza una |
Vietato ai minori -
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Catelli Giuseppe risulta buon figlio. Già si guadagna | la | vita pascolando le pecore di qualche vicino e riporta a |
Vietato ai minori -
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riporta a casa fino all'ultimo soldo. Le informazioni, che | la | donnetta travagliata ascolta leggere con stupore, dicono |
Vietato ai minori -
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tutti _ che il padre, pregiudicato, fu un violento. | La | donna tende l'orecchio, raggrinza la pelle alle tempie in |
Vietato ai minori -
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fu un violento. La donna tende l'orecchio, raggrinza | la | pelle alle tempie in un doloroso riandare al passato, a una |
Vietato ai minori -
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il segno del morso e docilmente solleva da una parte | la | massa dei ricci pretendendosi. I giudici si sporgono, |
Vietato ai minori -
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guardano senza espressione. Sulla panca l'imputato stira | la | bocca come se ridesse. E poi, tornando indietro, tranquilla |
Vietato ai minori -
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po' infatuata, nel passare vicino al tavolo degli avvocati, | la | ragazza rialza il lucore crinoso dei capelli e mostra |
Vietato ai minori -
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un giovane contadino, volendola baciare incontrerà sotto | la | ricca elettrica capigliatura quello sfregio. " Ecco, " dice |
Vietato ai minori -
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ricca elettrica capigliatura quello sfregio. " Ecco, " dice | la | madre allargando le braccia, "vado a sfaticare e dopo a |
Vietato ai minori -
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"vado a sfaticare e dopo a casa trovo questo." Nessuno | la | zittisce. Mi viene in mente uno scolaro che ebbi i primi |
Vietato ai minori -
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dalla valle il prete, un pretino pieno di zelo, e raccontò | la | parabola della pecore la smarrita, molto affannandosi in |
Vietato ai minori -
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pretino pieno di zelo, e raccontò la parabola della pecore | la | smarrita, molto affannandosi in spiegazioni e |
Vietato ai minori -
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domande. Dunque tu lasci il gregge, vai dietro a quell'una, | la | chiami, la invochi, la cerchi pungendoti ai rovi, calando |
Vietato ai minori -
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tu lasci il gregge, vai dietro a quell'una, la chiami, | la | invochi, la cerchi pungendoti ai rovi, calando nelle forre, |
Vietato ai minori -
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il gregge, vai dietro a quell'una, la chiami, la invochi, | la | cerchi pungendoti ai rovi, calando nelle forre, perdendo |
Vietato ai minori -
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brani di pelle, sanguinando contro le rocce... E poi | la | trovi e l'abbracci stretta e ... Ma che faresti dunque tu? |
Vietato ai minori -
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dentini di latte un poco digrignanti, il pastorello disse: | La | mozzicherò alla recchia. E poi seppi che effettivamente, |
Vietato ai minori -
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gli dava così da fare, una volta ritrovata lui per rabbia | la | morsicava a un orecchio. Guardo Catelli Giuseppe sulla |
Vietato ai minori -
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sa, dice che s'avventò e ritrovandosi in bocca qualche cosa | la | sputò per terra. "Ah, non l'ha mangiata," esclama il |
Vietato ai minori -
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ilarità. Infine lo perdonano. Prima della madre ha capito | la | sorella e non appena i giudici si muovono corre a baciarlo. |
Vietato ai minori -
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Faccio in tempo a vedere, impazientita per l'indugio, | la | ragazza manesca spingerlo dandogli addosso secchi rapidi |
Vietato ai minori -
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| La | mia conoscenza con i Mac Lewis datava da tre settimane, ma |
L'ALTARE DEL PASSATO -
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bellissimo e sanguigno è un istintivo, che non osserva | la | vita, la vive: io non vivo la vita, l'osservo: forse per |
L'ALTARE DEL PASSATO -
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e sanguigno è un istintivo, che non osserva la vita, | la | vive: io non vivo la vita, l'osservo: forse per questo io e |
L'ALTARE DEL PASSATO -
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un istintivo, che non osserva la vita, la vive: io non vivo | la | vita, l'osservo: forse per questo io e Guido ci vogliamo un |
L'ALTARE DEL PASSATO -
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britannizzato sino alla punta dei capelli. È | la | persona più generosa e ospitale ch'io abbia incontrata. |
L'ALTARE DEL PASSATO -
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mesi nel suo bungalow di Sicula, quando mi sono spezzata | la | gamba. Ha anche una moglie e una bimbetta ... - Com'è la |
L'ALTARE DEL PASSATO -
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la gamba. Ha anche una moglie e una bimbetta ... - Com'è | la | moglie? - Come vuoi che sia? Sembra una signora delle |
L'ALTARE DEL PASSATO -
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e che sono avvezzi a trionfare di tutto. Il suo amore per | la | fanciulla non era una passione da paladino o da eroe; non |
Teresa -
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anche se fosse vecchia, perché in lei amava soprattutto | la | bontà affettuosa del cuore, la dolcezza sorridente, la |
Teresa -
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in lei amava soprattutto la bontà affettuosa del cuore, | la | dolcezza sorridente, la semplicità. Essendo una fanciulla, |
Teresa -
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la bontà affettuosa del cuore, la dolcezza sorridente, | la | semplicità. Essendo una fanciulla, e non brutta, la |
Teresa -
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la semplicità. Essendo una fanciulla, e non brutta, | la | simpatia non poteva prendere altro nome che quello d'amore. |
Teresa -
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altro nome che quello d'amore. Mancava però a quest'amore | la | gran leva, la vicinanza, l'intimità, la comunione dei |
Teresa -
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quello d'amore. Mancava però a quest'amore la gran leva, | la | vicinanza, l'intimità, la comunione dei sensi, per la quale |
Teresa -
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però a quest'amore la gran leva, la vicinanza, l'intimità, | la | comunione dei sensi, per la quale l'uomo raggiunge il |
Teresa -
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leva, la vicinanza, l'intimità, la comunione dei sensi, per | la | quale l'uomo raggiunge il massimo grado dell'esaltazione |
Teresa -
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balcone li tentavano continuamente. Piú tardi Orlandi, per | la | sua bella presenza, per la sua disinvoltura, fu scelto, a |
Teresa -
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Piú tardi Orlandi, per la sua bella presenza, per | la | sua disinvoltura, fu scelto, a preferenza dall'avvocato, |
Teresa -
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leggiucchiava i giornali, udiva lo scandalo recente, | la | notizia appena arrivata; fiutava il mazzolino di fiori che |
Teresa -
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notizia appena arrivata; fiutava il mazzolino di fiori che | la | padrona teneva sul banco, sussurrandole qualche |
Teresa -
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le emozioni della pubblicità. E poi amava, piú che tutto, | la | vita libera. Le serate all' Aquila divennero celebri. |
Teresa -
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giovane di Parma, buono e cattivo, esercitando sopra tutti | la | sua influenza dominatrice, la sua foga persuasiva di |
Teresa -
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esercitando sopra tutti la sua influenza dominatrice, | la | sua foga persuasiva di tribuno improvvisato. Sorgendo, per |
Teresa -
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improvvisato. Sorgendo, per l'alta statura, sovra le altre, | la | sua testa dall'espressione virile, dalla fronte spaziosa, |
Teresa -
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spiraglio nuovo; un leggero pungolo d'ambizione accrebbe | la | fermezza dei suoi pensieri. Scrisse alla fanciulla: "Ho |
Teresa -
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alla fanciulla: "Ho abbandonato lo studio di Sandri e | la | carriera legale. Ho un progetto grandioso; te lo |
Teresa -
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tutto va bene ed io ti adoro come sempre". Il progetto era | la | fondazione di un giornale politico-letterario; indipendente |
Teresa -
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non soggetto a scuole od a chiesuole. Si doveva proclamare | la | verità sempre, a qualunque costo; aiutare i deboli e gli |
Teresa -
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che avrebbe potuto fare del bene senza vincolare | la | propria libertà, né annoiarsi soverchiamente. Nelle liete |
Teresa -
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Nelle liete prospettive dell'avvenire, non mancava | la | sorpresa che avrebbe manifestato il signor Caccia, quando |
Teresa -
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il signor Caccia, quando Orlandi chiedendogli per | la | seconda volta la mano di Teresina, gli getterebbe in volto, |
Teresa -
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Caccia, quando Orlandi chiedendogli per la seconda volta | la | mano di Teresina, gli getterebbe in volto, come una sfida, |
Teresa -
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di un giornale. Ma, per l'onore di Egidio, bisogna dire che | la | gioia piú delicata, piú intimamente cara, era quella di |
Teresa -
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di Teresina. Come tutti gli esseri forti e buoni egli amava | la | debolezza e si faceva un dovere di proteggerla. La vita che |
Teresa -
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amava la debolezza e si faceva un dovere di proteggerla. | La | vita che conduceva la fanciulla gli sembrava così |
Teresa -
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e si faceva un dovere di proteggerla. La vita che conduceva | la | fanciulla gli sembrava così miserabile, che doveva essere |
Teresa -
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ventura il poterla cambiare. Questa persuasione spiega | la | frase compassionevole che egli pronunciava spesso: "Povera |
Teresa -
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spesso: "Povera Teresina!" Nell'amore del giovane | la | passione assorbente entrava poco; egli non aveva bisogno di |
Teresa -
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non aveva bisogno di quella fanciulla per essere felice, ma | la | trovava un complemento alla sua felicità. Non la desiderava |
Teresa -
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felice, ma la trovava un complemento alla sua felicità. Non | la | desiderava ardentemente, subito, colla avidità di un |
Teresa -
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subito, colla avidità di un assetato; egli non aveva sete, | la | teneva in serbo piuttosto. Era giusto. Comprendeva l'enorme |
Teresa -
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come tutto per il primo è piacere, è conquista, e per | la | seconda non è il piú delle volte che tormento. Che farci? |
Teresa -
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continuamente". Teresina andava al funerale della Calliope. | La | mattoide era morta improvvisamente e misteriosamente come |
Teresa -
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come era vissuta. Nella mattina dell'Epifania | la | trovarono distesa sul letto, vestita, col suo fazzoletto |
Teresa -
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letto, vestita, col suo fazzoletto giallo intorno al capo e | la | fisionomia calma. Era agghiacciata. Il dottor Tavecchia |
Teresa -
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dottor Tavecchia dichiarò che una sincope aveva determinata | la | morte, ma già la povera donna soffriva mal di cuore. Al |
Teresa -
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dichiarò che una sincope aveva determinata la morte, ma già | la | povera donna soffriva mal di cuore. Al trasporto era |
Teresa -
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tutto il paese, anche coloro che non avevano mai vista | la | Calliope e la conoscevano soltanto di nome. Siccome non |
Teresa -
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paese, anche coloro che non avevano mai vista la Calliope e | la | conoscevano soltanto di nome. Siccome non c'erano parenti |
Teresa -
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soltanto di nome. Siccome non c'erano parenti per regolare | la | cerimonia, nasceva un po' di confusione. Tutti entravano ed |
Teresa -
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a piacer loro. - Vieni anche tu, mamma - disse Teresina. | La | signora Soave non usciva mai di casa; il solo pensiero di |
Teresa -
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di doversi levare dalle spalle lo sciallino cenere, | la | spaventava; e poi soffriva mille incomodi; la folla le |
Teresa -
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cenere, la spaventava; e poi soffriva mille incomodi; | la | folla le faceva venire il mal di capo, le emozioni |
Teresa -
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temeva anche le vertigini. Teresina attraversò | la | strada colla sua fida amica, la pretora. - Andiamo a vedere |
Teresa -
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Teresina attraversò la strada colla sua fida amica, | la | pretora. - Andiamo a vedere la camera? - Ma si può? - Vedi |
Teresa -
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strada colla sua fida amica, la pretora. - Andiamo a vedere | la | camera? - Ma si può? - Vedi bene che entrano anche gli |
Teresa -
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gli altri. Si parlottava a bassa voce. Quanti anni aveva | la | morta? Cinquanta, sessanta, quarantacinque. Aveva fatto |
Teresa -
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in Francia a un indirizzo che il notaio solo conosceva. | La | vecchia storia tornò a galla. Il dottor Tavecchia ripeté |
Teresa -
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storia tornò a galla. Il dottor Tavecchia ripeté che | la | Calliope, a vent'anni, era bella come una dea. Si bisbigliò |
Teresa -
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della morta, vuoto, coperto da un lenzuolo, prospettava | la | finestra; la testiera, appoggiata al muro, era sormontata |
Teresa -
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vuoto, coperto da un lenzuolo, prospettava la finestra; | la | testiera, appoggiata al muro, era sormontata da un quadro |
Teresa -
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- Avrei creduto questa casa piú piccola. Che stanze ampie! | La | pretora sollevava il capo a guardare il soffitto; Teresina |
Teresa -
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via. Chi sa in quali mani sarebbero caduti! - Ecco, - disse | la | pretora - tutto è finito. Dio solo sa se la povera donna |
Teresa -
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- Ecco, - disse la pretora - tutto è finito. Dio solo sa se | la | povera donna era piú savia o piú matta di noi. Teresina |
Teresa -
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capì di non poter resistere alla tentazione. Le pareva che | la | morta, dal fondo della cassa dove stavano coprendola di |
Teresa -
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gemesse chiedendo i suoi fiorellini appassiti. Staccò | la | cornicina e, non vista, la fece scivolare sotto il |
Teresa -
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fiorellini appassiti. Staccò la cornicina e, non vista, | la | fece scivolare sotto il coperchio del cofano. - Piangi |
Teresa -
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con una commozione in tutte le fibre, esaltata per | la | storia della Calliope, chiedendosi sommessamente se anche |
Teresa -
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i bambini della pretora, insieme alle gemelle Caccia, | la | madre Portalupi coll'ultima figlia non ancora maritata, la |
Teresa -
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la madre Portalupi coll'ultima figlia non ancora maritata, | la | vecchia Tisbe che non moriva mai, come se avesse fatto un |
Teresa -
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della chiesa, floscio, portando attorno di malavoglia | la | pancia che incominciava a pesargli. - Ho freddo - mormorò |
Teresa -
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freddo - mormorò Teresina. - È una giornataccia - rispose | la | pretora sprofondando le mani nel manicotto. - Vuoi andare |
Teresa -
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nevicare. - Ho paura di sì. Non dissero altro per tutta | la | strada prese entrambe dal freddo e dalla tristezza, coi |
Teresa -
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alla fossa scavata di fresco, dove calarono lentamente | la | bare. - I morti non soffrono piú - disse Teresina volgendo |
Teresa -
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I morti non soffrono piú - disse Teresina volgendo altrove | la | testa. - No. È una consolazione. - Non soffrono piú, ma |
Teresa -
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Non soffrono piú, ma forse sentono ancora ... - È assurdo. | La | pretora disse questa parola distrattamente pensando a' suoi |
Teresa -
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Successe un lungo silenzio. Le due amiche rifacevano | la | strada. A un tratto Teresina sospirò così dolorosamente |
Teresa -
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Teresina sospirò così dolorosamente sotto il suo velo, che | la | pretora comprese subito dove andava quel sospiro. - È un |
Teresa -
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e le scarpe lucide ornate di grosse fibbie d'argento. | La | pretora urtò col gomito Teresina, sussurrando: - È |
Teresa -
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urtò col gomito Teresina, sussurrando: - È Monsignore. | La | fanciulla gli volse uno sguardo indifferente. Di lì a poco |
Teresa -
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volse uno sguardo indifferente. Di lì a poco incontrarono | la | signora Luzzi, con un cappellino bizzarro, fatto di stoffa |
Teresa -
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bizzarro, fatto di stoffa d'oro. - Guarda! - esclamò | la | pretora. Ma la fanciulla questa volta non girò nemmeno il |
Teresa -
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fatto di stoffa d'oro. - Guarda! - esclamò la pretora. Ma | la | fanciulla questa volta non girò nemmeno il capo. Allora |
Teresa -
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di prima. - Tuo padre non s'è mai accorto che continui | la | corrispondenza? - Se lo sapesse, povera me. - La mamma |
Teresa -
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continui la corrispondenza? - Se lo sapesse, povera me. - | La | mamma però? ... - Oh! la mamma ... le dico tutto. - Fai |
Teresa -
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- Se lo sapesse, povera me. - La mamma però? ... - Oh! | la | mamma ... le dico tutto. - Fai bene - sentenziò la pretora |
Teresa -
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- Oh! la mamma ... le dico tutto. - Fai bene - sentenziò | la | pretora - e sai perché la mamma ti compatisce? Perché è |
Teresa -
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tutto. - Fai bene - sentenziò la pretora - e sai perché | la | mamma ti compatisce? Perché è donna. Non c'è che le donne |
Teresa -
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brutta giornata! - A casa ci riscalderemo. Teresina scosse | la | testa, quasi fosse persuasa di non potersi riscaldare mai |
Teresa -
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Egli aveva una lettera per Teresina. - Allegra - esclamò | la | pretora. - Ora non avrai piú freddo. Le due amiche si |
Teresa -
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l'una correva a vedere i suoi bambini, l'altra a leggere | la | lettera. "Non ti ho scritto prima, ma credi senza colpa. |
Teresa -
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sere vado a teatro. Alla Scala c'è uno spettacolo stupendo; | la | Wrozlinger è la piú bella prima donna che io abbia mai |
Teresa -
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Alla Scala c'è uno spettacolo stupendo; la Wrozlinger è | la | piú bella prima donna che io abbia mai vista; anche il |
Teresa -
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Teresina voltasse e rivoltasse il foglio da tutte le parti, | la | parola d'amore che essa cercava, Egidio non l'aveva |
Teresa -
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l'aveva scritta. Egidio si divertiva, Egidio era felice ... | La | sua tristezza crebbe del doppio, sentì tutto l'orrore |
Teresa -
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che lo vedevano, che parlavano con lui, che gustavano | la | gioia de' suoi sguardi e de' suoi sorrisi, che gli |
Teresa -
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suoi sorrisi, che gli portavano via il tempo, i pensieri, | la | vita. Che valeva il suo ardente amore? che valevano quattro |
Teresa -
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continuo? Eccola sola a piangere, sola a soffrire. Guardò | la | neve che continuava a scendere lentamente e le parve che |
Teresa -
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che continuava a scendere lentamente e le parve che tutta | la | cingesse di un mantello di ghiaccio. Rabbrividì, un vago |
Teresa -
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po' imbarazzato): Mi pare ... Non lo rammento bene. | LA | REGINA DORMIGLIA: Sì, sì, quello che non ci volle vendere |
LE ULTIME FIABE -
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quello che non ci volle vendere l'orto che formava tutta | la | sua felicità ... |
LE ULTIME FIABE -
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stesso; poi, più ardita, si accosta al Mago e lo prende per | la | barba. Il fratello la imita): Come è folta! ... Potrebbe |
LE ULTIME FIABE -
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si accosta al Mago e lo prende per la barba. Il fratello | la | imita): Come è folta! ... Potrebbe servirci da manto! |
LE ULTIME FIABE -
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da Farneta era durata due mesi interi. Il professor Luigi e | la | signora Maria erano già partiti quand'ella tornò in |
LE NOVELLE DELLA NONNA. Fiabe fantastiche -
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uve comprate da Carlo Buoni, avevano già bollito prima che | la | signora Durini permettesse alla buona vecchia di scender da |
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permettesse alla buona vecchia di scender da Camaldoli. | La | Regina aveva saputo rendersi così utile alla signora, |
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partito da tante cose, le aveva messo così bene in ordine | la | biancheria, da farle desiderare di tenersela sempre vicina. |
LE NOVELLE DELLA NONNA. Fiabe fantastiche -
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da farle desiderare di tenersela sempre vicina. Ed anche | la | Regina s'era trovata contenta dell'accoglienza avuta, e |
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averlo veduto così affezionato all'Annina e così serio per | la | sua età. Il giovane, prima che ella partisse, l'aveva |
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partisse, l'aveva pregata di un favore: egli desiderava che | la | conclusione del matrimonio fosse affrettata e che le nozze |
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a Firenze in una casetta, che le avrebbe preparata. | La | Regina tornò dunque a Farneta con una missione abbastanza |
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"nonna cara", che ella non aveva saputo negargli | la | promessa di fare un tentativo con Maso. La Regina era |
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saputo negargli la promessa di fare un tentativo con Maso. | La | Regina era tornata una domenica mattina d'ottobre, e potete |
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il vetturino che aveva accompagnata Regina aveva posato | la | cesta in cucina, essi guardavano ora la Regina, ora quella |
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Regina aveva posato la cesta in cucina, essi guardavano ora | la | Regina, ora quella cesta misteriosa, che celava tante |
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ora quella cesta misteriosa, che celava tante sorprese. | La | Regina, un po' stanca, un po' infreddolita, s'era posta nel |
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un po' infreddolita, s'era posta nel canto del fuoco, e | la | Carola, intanto che le rivolgeva tante domande sull'Annina, |
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le preparava il caffè per riscaldarla. Allorché | la | buona vecchia si fu alquanto riavuta, leggendo in viso ai |
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riavuta, leggendo in viso ai bimbi l'impazienza, aprì | la | famosa cesta, e a chi dette cioccolatini inviati dalla |
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dell'ispettore, a chi balocchi, a chi oggetti di vestiario. | La | signora non aveva dimenticato nessuno, e Gigino aveva avuto |
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aveva ricevuto da Carlo e dal futuro suocero, informarono | la | vecchia delle faccende della famiglia. Il vino, fatto da |
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venderlo a un prezzo molto elevato. Questa notizia consolò | la | buona vecchia, e nel dopopranzo di quel lieto giorno, |
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e nel dopopranzo di quel lieto giorno, seduta sotto | la | cappa del camino, narrò ai figli e ai nipotini una bella |
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nome Bardo. Si diceva che avesse fatto morir di crepacuore | la | moglie, e invece di pensare ai due figli, che la poveretta |
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crepacuore la moglie, e invece di pensare ai due figli, che | la | poveretta gli aveva lasciati, li mandava a chieder |
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le recavano funghi e lamponi che coglievano nei boschi. | La | sera, quando Nando e la Lisa tornavano alla capanna isolata |
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lamponi che coglievano nei boschi. La sera, quando Nando e | la | Lisa tornavano alla capanna isolata del babbo, questi |
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avevano trovato da mangiare. Così venne a conoscere che | la | Fortunata li proteggeva, e una mattina, prima che i |
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mai bocca. Essi girarono tutto il giorno, e, venuta | la | sera, capitarono sull'aia della Fortunata mentr'ella |
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mandava a dormir le galline. - Piccini, buona sera, - disse | la | buona donna vedendoli. - Vi ho serbato una bella fetta di |
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madia. I bimbi entrarono in cucina e ritornarono fuori con | la | pattona in mano, senza però accostarsela alla bocca. - Che |
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accostarsela alla bocca. - Che avete oggi? non vi tormenta | la | fame, bimbi? buon segno! chi non mangia ha ben mangiato. - |
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segno! chi non mangia ha ben mangiato. - Fortunata, - disse | la | Lisa, che era la maggiore, senza alzar gli occhi, - ci |
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ha ben mangiato. - Fortunata, - disse la Lisa, che era | la | maggiore, senza alzar gli occhi, - ci potreste dar da |
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gli occhi, - ci potreste dar da dormire stanotte? Mentre | la | piccina rivolgeva questa domanda alla loro benefattrice, |
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domanda alla loro benefattrice, sentiva un tremito in tutta | la | persona, una smania, quasi un rimorso; e Nando, intanto, la |
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la persona, una smania, quasi un rimorso; e Nando, intanto, | la | tirava per la sottana per indurla a stare zitta. La |
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smania, quasi un rimorso; e Nando, intanto, la tirava per | la | sottana per indurla a stare zitta. La risposta della |
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la tirava per la sottana per indurla a stare zitta. | La | risposta della Fortunata non si fece aspettare. - |
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malanno di Bardo vi ha cacciati di casa? I bimbi chinarono | la | testa; non volevano dire una bugia e neppure volevano |
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disubbidire al babbo, che aveva imposto loro di tacere. | La | Fortunata interpretò il loro silenzio come una conferma |
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Non ha altro che due bimbi e li caccia come cani! Intanto | la | Lisa si offriva di aiutare la massaia nelle faccende, e |
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li caccia come cani! Intanto la Lisa si offriva di aiutare | la | massaia nelle faccende, e Nando la pregava di comandargli |
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si offriva di aiutare la massaia nelle faccende, e Nando | la | pregava di comandargli qualche cosa. - Vedo che vi volete |
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cosa. - Vedo che vi volete guadagnare l'alloggio, - disse | la | Fortunata. - Ebbene, Nando, tira su l'acqua dal pozzo ed |
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I bimbi andarono volenterosi ad accudire alle faccende, e | la | massaia preparò da cena. Intanto diceva fra sé: - Almeno |
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non si sa come campi e non vuole intender di lavorare. E | la | buona donna, invece di far quella sera la minestra |
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di lavorare. E la buona donna, invece di far quella sera | la | minestra soltanto, staccò alcuni rocchi di salsicce, sbatté |
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una dozzina d'uova, e quando i bimbi tornarono, trovarono | la | zuppa calda e una bella frittata con le salsicce. La |
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la zuppa calda e una bella frittata con le salsicce. | La | Fortunata li fece sedere a tavola insieme con i figli, e |
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Nando e Lisa non poterono prender sonno. - Senti, - diceva | la | bambina al fratello, - perché mai il babbo ci ha mandati |
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l'altro. - Io ho paura. - Di che hai paura? - chiedeva | la | Lisa turbata sempre più, sentendo che anche il fratello |
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rumore che udivano, facevano uno scossone; ma alla lunga | la | stanchezza li vinse e si addormentarono. Verso la |
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lunga la stanchezza li vinse e si addormentarono. Verso | la | mezzanotte, Bardo, insieme con due figuri suoi amici, si |
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li ho visti a cena, e poi ero qui accanto, nascosto, quando | la | massaia ha messo il chiavistello all'uscio. - Il capoccia e |
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tiro, - aggiunse Bardo. - In casa ci sono i quattrini che | la | Fortunata ha riscossi ieri dall'eredità dello zio prete, e |
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di nuovo. - Ora mi faccio sentire! - esclamò. E accostando | la | bocca al buco della chiave, si mise a chiamare: - Nando! |
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paglia alla porta, batté l'acciarino e appiccò il fuoco. | La | paglia si accese, le fascine crepitarono e ad un tratto si |
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crepitarono e ad un tratto si alzò un gran chiarore; ma | la | casa rimaneva chiusa, silenziosa, come se dentro non vi |
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imposte delle finestre, che ardevano pure, e circondavano | la | casa da ogni lato. I due compagni di Bardo fuggivano |
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poteva impossessarsi dei quattrini ai quali aveva già fatto | la | bocca, e che dovevano servirgli a fuggire da quel luogo, |
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spalancare una imposta al primo ed ultimo piano, e vide | la | Fortunata affacciarsi chiedendo aiuto. Bardo, in quel |
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furono udite da alcuni coloni vicini. Essi, nonostante che | la | casa fosse avvolta dalle fiamme, appoggiarono scale alla |
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avvolta dalle fiamme, appoggiarono scale alla finestra e | la | discesero insieme ai suoi bimbi. Allorché ella fu in salvo, |
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fu in salvo, si rammentò che giù in cucina c'erano Nando e | la | Lisa, e tanto pregò, tanto supplicò i suoi salvatori, che |
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supplicò i suoi salvatori, che questi, abbattuta facilmente | la | porta, penetrarono nella cucina. I due piccini parevano |
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quanto cercassero di rianimarli non vi riuscirono. Intanto | la | casa era caduta con gran fracasso e la povera Fortunata, |
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riuscirono. Intanto la casa era caduta con gran fracasso e | la | povera Fortunata, piangente in mezzo ai suoi piccini, |
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corse all'infuriata, senza accorgersi che tornava verso | la | casa cui aveva appiccato il fuoco. Ma allorché fu a poca |
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atroce. Ma Bardo rimase piantato in terra. Durante | la | notte egli mandava una fiamma viva e continui lamenti, e |
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il giorno una luce assai più mite e copiose lacrime. | La | Fortunata e il marito non ebbero coraggio di riedificare la |
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La Fortunata e il marito non ebbero coraggio di riedificare | la | casa. Dopo avere tolte le macerie e ricuperati i denari che |
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una cappella, detta del Perdono, alla quale affluiva | la | gente da ogni parte del Casentino per pregare riposo a |
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s'inginocchiò dinanzi al cero ardente, e, piantata in terra | la | croce, si mise a pregare e vi rimase tutta la notte. La |
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in terra la croce, si mise a pregare e vi rimase tutta | la | notte. La folla, allorché fu sopraggiunta la sera, si |
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la croce, si mise a pregare e vi rimase tutta la notte. | La | folla, allorché fu sopraggiunta la sera, si allontanò da |
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rimase tutta la notte. La folla, allorché fu sopraggiunta | la | sera, si allontanò da quel luogo; peraltro, alcune persone, |
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nella casa incendiata. Però, prima che l'alba imbiancasse | la | campagna, gli angioletti erano rivolati in Cielo, lasciando |
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campagna, gli angioletti erano rivolati in Cielo, lasciando | la | donna, la quale, senza alzarsi mai, continuava a pregare. |
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gli angioletti erano rivolati in Cielo, lasciando la donna, | la | quale, senza alzarsi mai, continuava a pregare. La gente, |
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donna, la quale, senza alzarsi mai, continuava a pregare. | La | gente, commossa, le portava cibo e acqua per ristorarsi; ma |
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sollievo che costei si concedesse, consisteva nell'aprir | la | bocca ogni tanto durante la notte e all'alba per ricevere |
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consisteva nell'aprir la bocca ogni tanto durante | la | notte e all'alba per ricevere la carezza del vento fresco. |
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bocca ogni tanto durante la notte e all'alba per ricevere | la | carezza del vento fresco. A forza di pregare, la sua voce |
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ricevere la carezza del vento fresco. A forza di pregare, | la | sua voce si era fatta rauca, e dopo tre giorni non le |
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non le usciva dalla gola altro che un suono inarticolato. | La | folla non si moveva più dalla cappella del Perdono, per |
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non si moveva più dalla cappella del Perdono, per vedere | la | donna e accertarsi che non mangiava né dormiva mai, e per |
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accertarsi che non mangiava né dormiva mai, e per attendere | la | discesa degli angioli dal Cielo. La quarta notte, i due |
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mai, e per attendere la discesa degli angioli dal Cielo. | La | quarta notte, i due angioletti, invece di collocarsi |
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della Verna, collocandolo dinanzi all'altare. Intanto | la | donna s'era alzata e, caricandosi sulle spalle la pesante |
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Intanto la donna s'era alzata e, caricandosi sulle spalle | la | pesante croce, si avviava su per l'aspro monte, inciampando |
LE NOVELLE DELLA NONNA. Fiabe fantastiche -
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gli angioli, il cero umano e quella donna caduta sotto | la | croce, immaginarono che stesse per compiersi un miracolo e |
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per compiersi un miracolo e mossero in processione verso | la | chiesina. Ma gli angioli erano già volati via e il cero |
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dritto, senza alcun sostegno, dinanzi all'altare. Allora | la | donna fu sollevata di sotto la croce, ed ella fece cenno |
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dinanzi all'altare. Allora la donna fu sollevata di sotto | la | croce, ed ella fece cenno che desiderava di esser portata |
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desiderava di esser portata dinanzi all'altare insieme con | la | croce. I frati si misero a pregare, ed ella, non potendo |
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peccato. Il Santo sorrise di beatitudine e allora | la | donna, che pareva morta, si riebbe e, alzatasi, si avvicinò |
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si avvicinò al cero e lo abbracciò. In quel momento si aprì | la | vôlta della chiesina e scesero da quella i due angioli, i |
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le loro manine, unsero di un balsamo celeste tutto il cero. | La | fiammella si spense e Bardo riprese effigie umana. Quindi |
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Quindi gli angioli, cantando, sollevarono sotto le ascelle | la | povera donna e insieme con essa volarono al Cielo. Nel |
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e insieme con essa volarono al Cielo. Nel medesimo tempo | la | vôlta della chiesina si richiudeva, e san Francesco faceva |
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si richiudeva, e san Francesco faceva udire di nuovo | la | sua dolce voce: - Bardo, tu sei perdonato. Le preghiere dei |
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convertiti in angioli di Dio, e le suppliche di tua moglie, | la | quale, per salvarti, aveva rinunziato alla gloria del |
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fra gli uomini e cerca, col buon esempio, di cancellare | la | memoria del tuo peccato. Bardo si alzò e uscì dal convento. |
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era conosciuto, andò per primo alla casa della Fortunata. | La | buona donna, nel vederlo, si mise a gridare dalla paura; il |
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- Colpitemi, uccidetemi pure, io non temo né i patimenti né | la | morte. Vi ho fatto un gran danno e voglio cercare di |
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e d'erbe. Il capoccia avrebbe voluto mandarlo via con | la | forza, ma la Fortunata, impietosita da quel pentimento, lo |
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Il capoccia avrebbe voluto mandarlo via con la forza, ma | la | Fortunata, impietosita da quel pentimento, lo lasciava |
LE NOVELLE DELLA NONNA. Fiabe fantastiche -
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dato qualcosa di meglio da mangiare e un ricovero per | la | notte. Bardo, però, ricusava il cibo come ricusava |
LE NOVELLE DELLA NONNA. Fiabe fantastiche -
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l'alloggio, e passava le nottate sulla nuda terra, sotto | la | vôlta del cielo. Per anni e anni egli servì così la |
LE NOVELLE DELLA NONNA. Fiabe fantastiche -
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sotto la vôlta del cielo. Per anni e anni egli servì così | la | famiglia della Fortunata. Dopo un certo tempo, anche il |
LE NOVELLE DELLA NONNA. Fiabe fantastiche -
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vegliava di continuo sulla casa sua e sui suoi. Un giorno, | la | figlia minore della Fortunata e del capoccia era andata a |
LE NOVELLE DELLA NONNA. Fiabe fantastiche -
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le pecore sul monte. Bardo, che non aveva nulla da fare, | la | seguì. Dopo aver lungamente camminato per trovare una |
LE NOVELLE DELLA NONNA. Fiabe fantastiche -
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trovare una piaggia erbosa, perché l'autunno era inoltrato, | la | ragazzina si fermò sopra un ripiano, a fianco di una selva |
LE NOVELLE DELLA NONNA. Fiabe fantastiche -
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e intrecciava un canestro di vimini, senza perder d'occhio | la | ragazzina, la quale, stanca per la lunga corsa, reclinò il |
LE NOVELLE DELLA NONNA. Fiabe fantastiche -
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un canestro di vimini, senza perder d'occhio la ragazzina, | la | quale, stanca per la lunga corsa, reclinò il capo sul petto |
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senza perder d'occhio la ragazzina, la quale, stanca per | la | lunga corsa, reclinò il capo sul petto e si addormentò |
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della pastorella, gli ficcò i denti nella carne, mentre | la | lupa si avvicinava alla ragazzina dormente. Le pecore |
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suo nascondiglio e, afferrato un sasso, lo lanciò contro | la | lupa famelica senza colpirla. Quindi, vedendo che essa |
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colpirla. Quindi, vedendo che essa stava per azzannare | la | mano della ragazzina, fece un lancio e si mise fra la |
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la mano della ragazzina, fece un lancio e si mise fra | la | dormente e la belva. Questa, infuriata, gli saltò addosso |
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della ragazzina, fece un lancio e si mise fra la dormente e | la | belva. Questa, infuriata, gli saltò addosso sbranandogli le |
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non curante del dolore, urlava: - Salvati! Salvati! | La | ragazzina si destò e, sentendo l'avvertimento, diedesi a |
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come uno scoiattolo. Bardo, che era rimasto alle prese con | la | lupa, mentre il cane lottava col lupo, cessò di difendersi |
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lottava col lupo, cessò di difendersi appena vide in salvo | la | figlia della Fortunata e fu orribilmente sbranato. Le due |
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Le due belve, allorché furono sazie, tornarono nel bosco, e | la | ragazzina, vedendo passato il pericolo, scese dall'albero, |
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a casa tremante e spaventata, narrando il tragico fatto. | La | Fortunata, che aveva perdonato da un pezzo a Bardo, non |
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so davvero; so che in casa della Fortunata nessuno malediva | la | sua memoria, anzi, parlavano di lui con riconoscenza, e la |
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la sua memoria, anzi, parlavano di lui con riconoscenza, e | la | buona donna non sapeva darsi pace che egli fosse morto per |
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non sapeva darsi pace che egli fosse morto per salvare | la | figlia di lei. Ogni giorno la buona famiglia di contadini |
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egli fosse morto per salvare la figlia di lei. Ogni giorno | la | buona famiglia di contadini recitava preci per il riposo |
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recitava preci per il riposo dell'anima di Bardo, e | la | ragazzina specialmente gli serbava un grato ricordo di lui. |
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specialmente gli serbava un grato ricordo di lui. - Ora | la | novella è finita, - disse la Regina, - e presto non potrò |
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un grato ricordo di lui. - Ora la novella è finita, - disse | la | Regina, - e presto non potrò più raccontarvene. - Perché, |
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- Perché tutte quelle che sapevo le ho già dette, meno una, | la | più bella, che vi narrerò domenica prossima. Io non sarei |
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i bimbi. - Il solo divertimento non basta, - replicò | la | Regina. - Fin d'ora dovete assuefarvi a cercare nelle cose |
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più il lato utile che quello divertente; dovete pensare che | la | missione dell'uomo è molto seria, e bisogna prepararvisi |
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è molto seria, e bisogna prepararvisi fino da piccoli con | la | riflessione. Chi cerca nella vita solo il divertimento, va |
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che, durante le veglie dell'inverno, avrebbero ascoltato | la | lettura di buoni libri, fatta da Cecco alla famiglia |
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Le mie prigioni di Silvio Pellico, - disse Vezzosa, | la | quale ricordava con tenerezza l'episodio che si riferiva a |
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ci avete fatto nei momenti di scoraggiamento e di dolore. | La | vecchia non rispondeva, e grossi lacrimoni le scendevano |
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in quegli ultimi tempi, piangeva. Ogni piccola commozione | la | turbava, e pareva che attendesse trepidante la nascita del |
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commozione la turbava, e pareva che attendesse trepidante | la | nascita del bambino, della cui venuta non si parlava nemmen |
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dell'Annina occupava tutti quelli di casa. - Maso, - disse | la | Regina riportando il pensiero a Camaldoli, - aspetta che |
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turbandosi, - forse che quel che dovete dirmi è cosa che | la | famiglia non possa sentire, è cosa che faccia vergogna? - |
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figliuoli. I fratelli andarono a fumare sull'aia, e quando | la | vecchia e il capoccia furono soli, questi disse: - Ora, |
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questi disse: - Ora, mamma, parlate? - Parlate! - ripeté | la | Regina. - Ti assicuro che ricomincerei fin da principio |
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tutti i giovani e degli uomini d'oggigiorno: l'impazienza e | la | fretta. Vi ricordate che, prima di sposare la Carola, andai |
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e la fretta. Vi ricordate che, prima di sposare | la | Carola, andai a veglia da lei tre anni, e quando il mio |
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le spalle al muro per farmela sposare presto e dare intanto | la | via a una delle sue quattro figliuole, io gli rispondevo |
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che a tardare me ne son trovato bene, e quando ho sposato | la | Carola, sapevo che virtù e che difetti aveva, e per questo |
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questo siamo andati sempre d'accordo. - Tu hai ragione, ma | la | Carola potevi vederla quando volevi, perché le nostre case |
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volevi, perché le nostre case erano a poca distanza e | la | sera andavi sempre da lei; ma Carlo sta a Firenze, l'Annina |
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che non può aspettare un anno, come se un anno fosse | la | vita di un uomo. Ma se voi credete che l'Annina sia seria |
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- Spero che Iddio mi risparmi questo dolore, - disse | la | vecchia sorridendo, - e finché sarò in vita aiuterò la |
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la vecchia sorridendo, - e finché sarò in vita aiuterò | la | giovane coppia con i miei consigli, e, dopo morta, con le |
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Maso che non voleva sentir parlar di malinconie. - Quando | la | finirete di parlar di cose tristi? Regina non rispose, ma |
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non rispose, ma sorrise affettuosamente al figliuolo per | la | concessione fattale. |
LE NOVELLE DELLA NONNA. Fiabe fantastiche -
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da un flauto, nessun avvocato come Iperide sveste oggi | la | propria accusata davanti alle Assise: il nostro |
Oro Incenso e Mirra -
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darebbe tempo ai carabinieri d'intervenire, mentre | la | stessa accusata non sentirebbe forse più la forza di tale |
Oro Incenso e Mirra -
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mentre la stessa accusata non sentirebbe forse più | la | forza di tale argomento. - Siete ben sicura che l'aneddoto |
Oro Incenso e Mirra -
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tutti coloro, che ignorano il greco; vedete bene che dedica | la | prefazione alla principessa di Teano, la più bella signora |
Oro Incenso e Mirra -
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bene che dedica la prefazione alla principessa di Teano, | la | più bella signora d'Italia. Certo una traduzione dovrebbe |
Oro Incenso e Mirra -
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un moto di dispetto ed ammirando involontariamente | la | superba bellezza della duchessa - pretende di tradurre |
Oro Incenso e Mirra -
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un poeta se Dio avesse consentito alle donne di esprimere | la | poesia invece d'ispirarla. Avete ragione Renan solo poteva |
Oro Incenso e Mirra -
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ragione Renan solo poteva tradurre Platone. Vi ricordate | la | sua preghiera sull'Acropoli di Atene? Avete ancora letto |
Oro Incenso e Mirra -
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letto l'ultimo capitolo del suo Ecclesiaste? È uscito ieri. | La | lingua francese può rendere la greca? A giudicare da Cousin |
Oro Incenso e Mirra -
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Ecclesiaste? È uscito ieri. La lingua francese può rendere | la | greca? A giudicare da Cousin m'hanno detto di no: a leggere |
Oro Incenso e Mirra -
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il pensiero deriva quasi sempre dalla frase, Renan ha | la | frase del proprio pensiero. La loro lingua è diversa: |
Oro Incenso e Mirra -
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sempre dalla frase, Renan ha la frase del proprio pensiero. | La | loro lingua è diversa: quella di Gauthier a girandole di |
Oro Incenso e Mirra -
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incensieri, in tutti i suoi disegni predomina il rabesco, | la | confusione prodiga ed inesauribile dell'ornato, la |
Oro Incenso e Mirra -
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rabesco, la confusione prodiga ed inesauribile dell'ornato, | la | ricchezza che impazza nella ricchezza, la melodia che si |
Oro Incenso e Mirra -
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dell'ornato, la ricchezza che impazza nella ricchezza, | la | melodia che si perde nel labirinto delle variazioni. - Vi è |
Oro Incenso e Mirra -
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due, talvolta nelle qualità più spesso nei difetti, mentre | la | sua arte discende da Balzac, che confessa, e dai romanzieri |
Oro Incenso e Mirra -
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Balzac, che confessa, e dai romanzieri inglesi, che nega. | La | sua originalità di artista e di pensatore sta nei soggetti |
Oro Incenso e Mirra -
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in vanità di astruserie, che annebbieranno loro sovente | la | verità dei quadri. Il fino diventerà impalpabile, |
Oro Incenso e Mirra -
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l'indicibile sarà detto, ma l'incompreso sarà aumentato. | La | duchessa ebbe un sorriso. - E Renan? Parlatemi di Renan, di |
Oro Incenso e Mirra -
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sono informi, tutte le sintesi incompiute: nelle prime | la | forma recalcitra, nelle seconde la materia sfugge. Egli non |
Oro Incenso e Mirra -
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incompiute: nelle prime la forma recalcitra, nelle seconde | la | materia sfugge. Egli non ha inventato nulla, ma sa quasi |
Oro Incenso e Mirra -
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Egli non ha inventato nulla, ma sa quasi tutto, ha percorso | la | storia e la geografia del mondo: l'Oriente gli ha ceduto |
Oro Incenso e Mirra -
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inventato nulla, ma sa quasi tutto, ha percorso la storia e | la | geografia del mondo: l'Oriente gli ha ceduto coi propri |
Oro Incenso e Mirra -
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coi propri colori le sorgenti della poesia e della pittura, | la | Grecia gli ha dato la bellezza, Roma antica il senno |
Oro Incenso e Mirra -
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della poesia e della pittura, la Grecia gli ha dato | la | bellezza, Roma antica il senno dell'equità, la Germania |
Oro Incenso e Mirra -
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gli ha dato la bellezza, Roma antica il senno dell'equità, | la | Germania moderna la critica per tutte le dottrine. Scettico |
Oro Incenso e Mirra -
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Roma antica il senno dell'equità, la Germania moderna | la | critica per tutte le dottrine. Scettico vero, egli concilia |
Oro Incenso e Mirra -
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in sè stesso le contraddizioni di tutti i sistemi, come | la | vita risolve nel proprio fatto l'antagonismo di tutte le |
Oro Incenso e Mirra -
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l'antagonismo di tutte le forze. Michelet ha detto che | la | storia è una resurrezione, ma scrivendola non ha sempre |
Oro Incenso e Mirra -
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ha sempre potuto trionfare della morte; Renan ha giudicato | la | vita un romanzo, e ha scritto quello di un uomo oggi ancora |
Oro Incenso e Mirra -
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romanzo è per lo più una tragedia indebolita, nella quale | la | disperazione diventa malinconia e il singhiozzo sorriso. |
Oro Incenso e Mirra -
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sorride. Egli credente solo nella vita, non ne accetta che | la | formula più alta, impossibile a tutti i sistemi, la |
Oro Incenso e Mirra -
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che la formula più alta, impossibile a tutti i sistemi, | la | bellezza. La vita è un fatto che la scienza cerca di |
Oro Incenso e Mirra -
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più alta, impossibile a tutti i sistemi, la bellezza. | La | vita è un fatto che la scienza cerca di decomporre, la |
Oro Incenso e Mirra -
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a tutti i sistemi, la bellezza. La vita è un fatto che | la | scienza cerca di decomporre, la storia di raccontare, |
Oro Incenso e Mirra -
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La vita è un fatto che la scienza cerca di decomporre, | la | storia di raccontare, l'arte di ripetere: l'arte è ancora |
Oro Incenso e Mirra -
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storia di raccontare, l'arte di ripetere: l'arte è ancora | la | più fortunata. Forse Schelling aveva ragione affermando in |
Oro Incenso e Mirra -
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affermando in essa l'ultimo momento del pensiero, se | la | creazione fu il primo momento della vita. - Oh! - Non mi |
Oro Incenso e Mirra -
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perchè ogni individuo non può essere perfetto che adulto. | La | Grecia rappresenta la perfezione del pensiero moderno, |
Oro Incenso e Mirra -
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non può essere perfetto che adulto. La Grecia rappresenta | la | perfezione del pensiero moderno, quella del nostro secolo |
Oro Incenso e Mirra -
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Renan giunge dopo che i romantici hanno rinnovellato | la | vecchia lingua classica e prima che i nuovi naturalisti la |
Oro Incenso e Mirra -
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la vecchia lingua classica e prima che i nuovi naturalisti | la | rimettano nel crogiuolo: ecco forse perché egli scrive |
Oro Incenso e Mirra -
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non rappresenta ma dice; solamente per questo non basta | la | sapienza della lingua, giacchè Littré sapendo la storia |
Oro Incenso e Mirra -
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non basta la sapienza della lingua, giacchè Littré sapendo | la | storia intima di ogni parola gli rimane incalcolabilmente |
Oro Incenso e Mirra -
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Filologia e chimica formano le parole e i colori, | la | natura e i pittori inventano i toni. E si fermò. - Renan, |
Oro Incenso e Mirra -
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i toni. E si fermò. - Renan, Renan! - tornò a provocarlo | la | duchessa senza lasciargli nemmeno il tempo di respirare - |
Oro Incenso e Mirra -
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che sapete tanto bene il latino, vi ricordate senza dubbio | la | definizione della bellezza data da Cicerone: la bellezza si |
Oro Incenso e Mirra -
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dubbio la definizione della bellezza data da Cicerone: | la | bellezza si può esprimere talvolta, più raramente |
Oro Incenso e Mirra -
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pagina di Renan rassomigli a una pagina di Mozart, ne abbia | la | stessa malinconia latente, lo stile puro quantunque |
Oro Incenso e Mirra -
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parola e illimitata nel sentimento? Balzac ha detto che | la | prima qualità di un libro è di far pensare; per un libro di |
Oro Incenso e Mirra -
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ma per un libro d'arte ne dubito. Renan ottiene di meglio: | la | sua prosa è una musica che vi fa sognare; ecco il |
Oro Incenso e Mirra -
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il fatto di esistere ne implica il diritto e ne contiene | la | ragione. La negazione, che pretende distruggere, è al tempo |
Oro Incenso e Mirra -
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di esistere ne implica il diritto e ne contiene la ragione. | La | negazione, che pretende distruggere, è al tempo stesso |
Oro Incenso e Mirra -
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Quindi, se Cousin disse impropriamente che l'errore è | la | forma della verità nella storia, Renan più fortunato |
Oro Incenso e Mirra -
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della verità nella storia, Renan più fortunato comprese che | la | verità non può risultare se non da tutte le contraddizioni, |
Oro Incenso e Mirra -
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che solo nel contraddirsi sempre e sinceramente stava | la | speranza di avere qualche volta ragione. Volete un libro, |
Oro Incenso e Mirra -
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avere qualche volta ragione. Volete un libro, che contenga | la | verità? - C'è? - Sì. - Datemelo. - Ma non avrete né il |
Oro Incenso e Mirra -
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- C'è? - Sì. - Datemelo. - Ma non avrete né il tempo né | la | pazienza di leggerlo. Pigliate il catalogo di una |
Oro Incenso e Mirra -
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di leggerlo. Pigliate il catalogo di una biblioteca, e se | la | biblioteca ha qualche milione di libri quel catalogo |
Oro Incenso e Mirra -
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ha qualche milione di libri quel catalogo contiene | la | verità. - Non si potrebbe farne un estratto? - Si è |
Oro Incenso e Mirra -
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lunga da concederne il tempo; l'arte sola, essendo come | la | vita una creazione, può talvolta essere vera mantenendosi |
Oro Incenso e Mirra -
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può talvolta essere vera mantenendosi inconscia. Intervenga | la | coscienza, e subito una sensazione o un'idea facendosi |
Oro Incenso e Mirra -
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che le stelle vi guardino con sorrisi di bontà, che | la | terra vi richiami col sospiro dei fiori, che le nubi si |
Oro Incenso e Mirra -
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vivido, il cuore più caldo. E Dio? Forse quella non è che | la | sua presenza: domandatelo a Renan, domandatelo a voi |
Oro Incenso e Mirra -
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due creazioni si saranno valse, ma se vorrete analizzarle, | la | scienza non vi darà che dei misteri e dei cadaveri, la |
Oro Incenso e Mirra -
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la scienza non vi darà che dei misteri e dei cadaveri, | la | critica che delle contraddizioni e delle parole. Si può |
Oro Incenso e Mirra -
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delle parole. Si può forse, esprimere in altro modo ciò che | la | musica dice? Sarebbe essa ancora l'ultimo sforzo del |
Oro Incenso e Mirra -
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il verbo dei pensieri muti altrimenti? Ebbene, anche | la | bellezza è una musica ineffabile come la vita stessa. - |
Oro Incenso e Mirra -
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Ebbene, anche la bellezza è una musica ineffabile come | la | vita stessa. - Triste musica, allora! - Siete pessimista? - |
Oro Incenso e Mirra -
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musica, allora! - Siete pessimista? - Sì. Egli sorrise. | La | duchessa si alzò per offrirgli da un tavolino prezioso |
Oro Incenso e Mirra -
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sigarette, e rimase qualche istante in piedi guardandolo. | La | sua bella testa pallida aveva sempre la stessa espressione |
Oro Incenso e Mirra -
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piedi guardandolo. La sua bella testa pallida aveva sempre | la | stessa espressione di freddezza quasi crudele. - La |
Oro Incenso e Mirra -
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sempre la stessa espressione di freddezza quasi crudele. - | La | prefazione di Bonghi conclude per la vita - egli soggiunse |
Oro Incenso e Mirra -
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quasi crudele. - La prefazione di Bonghi conclude per | la | vita - egli soggiunse con accento leggero di provocazione. |
Oro Incenso e Mirra -
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con accento leggero di provocazione. Io potrei ripetervi | la | sua frase: poiché siete tanto bella, tutto non è dunque |
Oro Incenso e Mirra -
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bella, tutto non è dunque dolore quaggiù. - Allora perché | la | bellezza non basta alla felicità dell'amore e l'amore |
Oro Incenso e Mirra -
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della bellezza? Bonghi ha ragione quando afferma contro | la | falsa serenità dei nuovi pagani che il mondo antico è stato |
Oro Incenso e Mirra -
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il mondo antico è stato infelice quanto il moderno, e che | la | malinconia non è un male cristiano. Noi siamo tutti |
Oro Incenso e Mirra -
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sul dolore e sul piacere, si è preteso che siano l'uno | la | cessazione dell'altro, poi due gradi di una stessa |
Oro Incenso e Mirra -
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perché una parola fa spesso più male di una pugnalata, e | la | frattura di una gamba è meno spasmodica talvolta di una |
Oro Incenso e Mirra -
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Il dolore morale è dunque diverso dal dolore fisico? | La | fame crea l'accattonaggio, mentre la vergogna di aver fame |
Oro Incenso e Mirra -
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dal dolore fisico? La fame crea l'accattonaggio, mentre | la | vergogna di aver fame produce sovente il suicidio. Perché |
Oro Incenso e Mirra -
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gettare con le mie mani lo scandaglio in certi abissi, ma | la | questione ci interessa tutti, grandi e piccoli, uomini e |
Oro Incenso e Mirra -
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e piccoli, uomini e donne. - Non vi farò che una obbiezione | la | più volgare ed insieme la più forte: se la vita è infelice, |
Oro Incenso e Mirra -
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- Non vi farò che una obbiezione la più volgare ed insieme | la | più forte: se la vita è infelice, perché tutti l'accettano? |
Oro Incenso e Mirra -
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una obbiezione la più volgare ed insieme la più forte: se | la | vita è infelice, perché tutti l'accettano? - Perché |
Oro Incenso e Mirra -
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voi i suicidi? Coloro che accettano, sperano, ecco tutto. - | La | speranza deriva essa pure dalla vita: ma volete davvero una |
Oro Incenso e Mirra -
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ogni fenomeno è doppio, pigliate i due estremi della gamma, | la | generazione e la morte: la voluttà dell'una è più intensa |
Oro Incenso e Mirra -
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pigliate i due estremi della gamma, la generazione e | la | morte: la voluttà dell'una è più intensa del dolore |
Oro Incenso e Mirra -
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i due estremi della gamma, la generazione e la morte: | la | voluttà dell'una è più intensa del dolore dell'altra. Anzi, |
Oro Incenso e Mirra -
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che non potete rinnegare, sosteneva con ragione che | la | morte sola è senza dolore. - Siete ben sicuri che in ogni |
Oro Incenso e Mirra -
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spalliera della poltrona. Egli tornò a sorridere. Allora | la | duchessa si alzò lentamente, andò alla finestra, dinanzi |
Oro Incenso e Mirra -
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gatto d'Angora, che sonnecchiava sopra uno sgabello. | La | duchessa aveva appena avuto il tempo di sedersi che Alì le |
Oro Incenso e Mirra -
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Alì le era saltato sulle ginocchia e, percotendogliele con | la | coda, le si strofinava con le orecchie nel seno. Poi si |
Oro Incenso e Mirra -
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nel suo grembo guardando tranquillamente il canarino. | La | duchessa gli passò una mano sul capo e appressandogli |
Oro Incenso e Mirra -
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corpicino ancora vivo. Entrambi erano diventati pallidi. | La | duchessa scacciò Alì con un gesto, si alzò e tendendogli la |
Oro Incenso e Mirra -
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La duchessa scacciò Alì con un gesto, si alzò e tendendogli | la | mano ripeté con indefinibile sorriso: - Adesso ditemi |
Oro Incenso e Mirra -
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In fondo l'uscio ferrato della prigione dov'è rinchiusa | la | Reginotta. Si sente la voce flebile di lei che canta: |
LE ULTIME FIABE -
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della prigione dov'è rinchiusa la Reginotta. Si sente | la | voce flebile di lei che canta: |
LE ULTIME FIABE -
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sera giunsero dalla Fata dell'Adolescenza. Entrarono per | la | finestra aperta. La buona Fata li accolse benevolmente. |
LA DANZA DEGLI GNOMI E ALTRE FIABE -
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Fata dell'Adolescenza. Entrarono per la finestra aperta. | La | buona Fata li accolse benevolmente. Prese Piumadoro per |
LA DANZA DEGLI GNOMI E ALTRE FIABE -
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attraversarono stanze immense e corridoi senza fine, poi | la | Fata tolse da un cofano d'oro uno specchio rotondo. - |
LA DANZA DEGLI GNOMI E ALTRE FIABE -
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Fortunate, ed è quegli che ti chiama da tanto tempo con | la | sua canzone. É vittima d'una malìa opposta alla tua. |
LA DANZA DEGLI GNOMI E ALTRE FIABE -
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sarà rotto nell'istante che vi darete il primo bacio. | La | visione disparve e la buona Fata diede a Piumadoro tre |
LA DANZA DEGLI GNOMI E ALTRE FIABE -
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che vi darete il primo bacio. La visione disparve e | la | buona Fata diede a Piumadoro tre chicchi di grano. - Prima |
LA DANZA DEGLI GNOMI E ALTRE FIABE -
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ti apparirà una fata maligna che cercherà di attirarti con | la | minaccia o con la lusinga. Tu lascerai cadere ogni volta |
LA DANZA DEGLI GNOMI E ALTRE FIABE -
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maligna che cercherà di attirarti con la minaccia o con | la | lusinga. Tu lascerai cadere ogni volta uno di questi |
LA DANZA DEGLI GNOMI E ALTRE FIABE -
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ogni volta uno di questi chicchi. Piumadoro ringraziò | la | Fata, uscì dalla finestra coi suoi compagni e riprese il |
LA DANZA DEGLI GNOMI E ALTRE FIABE -
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Era il 1o agosto 1876, quando il periodico letterario | la | Vita Nuova pubblicò un saggio degli studii da me fatti |
Milano in ombra - Abissi Plebi -
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modo di studiarla nella sua piena libertà. Diciamolo tosto: | la | plebe è sospettosissima di quanti vestono abiti di panno. |
Milano in ombra - Abissi Plebi -
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peccati veniali e mortali m'erano passati innanzi in tutta | la | loro sfacciata bruttezza. È dovere però confessare che ho |
Milano in ombra - Abissi Plebi -
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spaventosi, rassegnazioni ammirande. Perle nel fango. | La | plebe è corrotta. Sicuramente: essa riflette la corruzione |
Milano in ombra - Abissi Plebi -
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nel fango. La plebe è corrotta. Sicuramente: essa riflette | la | corruzione delle classi così dette elevate, come |
Milano in ombra - Abissi Plebi -
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sentimenti bassi, se non quando si elevano alla borghesia. | La | plebe collettiva ha sempre sentimenti nobili, perché |
Milano in ombra - Abissi Plebi -
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nobili, perché partono dal cuore, perchè sono istinto. | La | plebe, si potrebbe dire mercantilmente, è corrotta per |
Milano in ombra - Abissi Plebi -
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volete pretendere dalla plebe? Avete ragione di chiamarla | la | pellagra sociale "Si, signori, vi dirà Cesare Correnti, |
Milano in ombra - Abissi Plebi -
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"Si, signori, vi dirà Cesare Correnti, avete detto bene: | la | plebe è la pellagra sociale. "Chi mangia male e |
Milano in ombra - Abissi Plebi -
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vi dirà Cesare Correnti, avete detto bene: la plebe è | la | pellagra sociale. "Chi mangia male e irregolarmente, chi |
Milano in ombra - Abissi Plebi -
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"Chi mangia male e irregolarmente, chi respira il tifo e | la | colpa nelle locande si guasta il sangue e le idee. Effetti |
Milano in ombra - Abissi Plebi -
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è un peccato non averle pubblicate prima d'ora. Del resto | la | plebe di quel tempo non è più la plebe de' giorni nostri. |
Milano in ombra - Abissi Plebi -
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prima d'ora. Del resto la plebe di quel tempo non è più | la | plebe de' giorni nostri. Gran parte è sparita dalla scena |
Milano in ombra - Abissi Plebi -
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giorni nostri. Gran parte è sparita dalla scena del mondo. | La | media della vita de' disgraziati plebei è breve: gli stenti |
Milano in ombra - Abissi Plebi -
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de' disgraziati plebei è breve: gli stenti ne affrettano | la | morte. Inoltre dal 1876 in poi la plebe milanese è |
Milano in ombra - Abissi Plebi -
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gli stenti ne affrettano la morte. Inoltre dal 1876 in poi | la | plebe milanese è diventata una tutt'altra cosa. I ladri |
Milano in ombra - Abissi Plebi -
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ed è diventato un discreto padre di famiglia. - G'hoo | la | donna, adess besogna che faga giudizi - Bravo, bravo: n'era |
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giudizi - Bravo, bravo: n'era tempo. Per vero dire anche | la | società dal canto suo ha procurato di trasformare i plebei, |
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carcerarie, agenti di pubblica sicurezza; infine per | la | pura verità si pensa poco a prevenire, ma in quella vece si |
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de' buoni sentimenti nascosti giù de' precordii tra | la | zavorra. Ma chi se ne occupa? Se ne occupano i preti e i |
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dottrinarii, Carità pretensiosa, arida, infeconda. | La | plebe s'è trasformata di tendenze e di costumi: l'odio |
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fatti nel 1876 sulla plebe di Milano possono oggi riveder | la | luce, e corretti, e compiuti, cattivarsi la curiosità e |
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oggi riveder la luce, e corretti, e compiuti, cattivarsi | la | curiosità e forse il giudizio benevolo del cortese lettore. |
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curiosità e forse il giudizio benevolo del cortese lettore. | La | sostanza è la stessa, gli accidenti sono mutati, epperò ho |
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il giudizio benevolo del cortese lettore. La sostanza è | la | stessa, gli accidenti sono mutati, epperò ho dovuto mutare |
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stessa, gli accidenti sono mutati, epperò ho dovuto mutare | la | forma del mio lavoro. Ma siccome le durezze della miseria |
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del mio lavoro. Ma siccome le durezze della miseria per | la | povera plebe sono oggi ancora quello ch'erano allora, così |
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così possiamo dire essere questi studii nuovi ... nuovi per | la | società disattenta e negligente. Altri ci ha seguiti in |
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collo stesso frutto che abbiamo ottenuto, allorquando per | la | prima volta li abbiamo messi noi. Voglia la sorte che |
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allorquando per la prima volta li abbiamo messi noi. Voglia | la | sorte che quando la Società sarà disposta ad ascoltare i |
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volta li abbiamo messi noi. Voglia la sorte che quando | la | Società sarà disposta ad ascoltare i lamenti della plebe e |
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ascoltare i lamenti della plebe e ad esaudirne i desiderii, | la | società non abbia a dover riconoscere quanto sia vera la |
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la società non abbia a dover riconoscere quanto sia vera | la | sentenza del Machiavelli, e cioè che "venendo con i tempi |
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ripetiamo il nostro grido; e se mai troppo affiocata fosse | la | nostra voce, gioviamoci di quella potentissima di Victor |
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gioviamoci di quella potentissima di Victor Hugo che per | la | Francia potrebbe essere stata profetica: "Messieurs, |
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songez-y, c'est l'anarchie qui ouvre les abimes, mais c'est | la | misère qui les creuse." |
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piena di polvere? LUIGI: Eh che non l'ho forse cercata io | la | carrozza? è colpa mia se c'era la carrozza e non il |
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non l'ho forse cercata io la carrozza? è colpa mia se c'era | la | carrozza e non il cavallo? dovevo andar sotto io a tirarla |
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carrozza e non il cavallo? dovevo andar sotto io a tirarla | la | carrozza? Non farmi girar il bocino. SIGNORA: Oh non chiedo |
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Sei tu che mi tratti come un cavallo, bimba. IL CAPO: (Oec, | la | se scalda!) SIGNORA: Del resto non è la prima volta e non |
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IL CAPO: (Oec, la se scalda!) SIGNORA: Del resto non è | la | prima volta e non sarà nemmeno l'ultima. È ormai la storia |
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non è la prima volta e non sarà nemmeno l'ultima. È ormai | la | storia di tutti i giorni, padron mio. LUIGI: Tu vuoi dire |
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ti peso, che non so trattare colle dame, che ti avveleno | la | vita... SIGNORA: L'allegria, la chiacchiera, la garbatezza, |
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colle dame, che ti avveleno la vita... SIGNORA: L'allegria, | la | chiacchiera, la garbatezza, i salamelecchi li sai trovare |
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ti avveleno la vita... SIGNORA: L'allegria, la chiacchiera, | la | garbatezza, i salamelecchi li sai trovare quando sei in |
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delle signore de' tuoi amici... LUIGI: Adesso fammi anche | la | gelosa, bimba. SIGNORA: Ma per tua moglie tutto è inutile, |
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tutto è caricatura, tutto è spesa inutile; se fossi | la | tua serva non potresti trattarmi con meno cerimonia. LUIGI: |
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con meno cerimonia. LUIGI: Guarda che son di Romagna e | la | mi fuma presto, la mi fuma. SIGNORA: Sì lei signor Luigi |
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LUIGI: Guarda che son di Romagna e la mi fuma presto, | la | mi fuma. SIGNORA: Sì lei signor Luigi Spazzoletti, lei |
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che un uomo che lavora dalla mattina alla sera, che ha | la | testa negli affari e nelle cambiali in scadenza abbia tempo |
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SIGNORA: Basterebbe, signor Spazzoletti, che non trattasse | la | su' signora come lo straccio della stoviglia sporca, che |
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signora come lo straccio della stoviglia sporca, che non | la | lasciasse in casa sei, sette, otto ore sola in compagnia |
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rattoppargli le calze, a preparargli le pappe, per entrare | la | sera torbido, brontolone, scontroso, uggioso, come se la |
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la sera torbido, brontolone, scontroso, uggioso, come se | la | sua casa fosse la gabbia dell'orso e mica la casa di sua |
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brontolone, scontroso, uggioso, come se la sua casa fosse | la | gabbia dell'orso e mica la casa di sua moglie. E quando si |
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come se la sua casa fosse la gabbia dell'orso e mica | la | casa di sua moglie. E quando si degna di condur sua moglie |
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LUIGI: Ma che ti salta in mente? che mi vai tortorellando? | la | ti gira? è ora che tu la smetta. CAPO: La xè squasi cotta! |
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mente? che mi vai tortorellando? la ti gira? è ora che tu | la | smetta. CAPO: La xè squasi cotta! LUIGI: Se ti ero |
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tortorellando? la ti gira? è ora che tu la smetta. CAPO: | La | xè squasi cotta! LUIGI: Se ti ero antipatico non dovevi |
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ci vogliono sposare o pei nostri begli occhi o... per | la | nostra bella dote... LUIGI: Mariannuccia, bada che la va a |
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per la nostra bella dote... LUIGI: Mariannuccia, bada che | la | va a finir male... Bada che son di Romagna... SIGNORA: |
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poesia, promettono mari e monti; a sentirli devono passare | la | vita ai nostri piedi a respirare il nostro respiro, a |
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in collera, si grida per tutte le sciocchezze, o perché | la | zuppa è troppo salata, o perché non è salata abbastanza, o |
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perché piove, o perché fa caldo, o perché il governo mette | la | ricchezza mobile e tutti i mali si fanno passare per la |
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la ricchezza mobile e tutti i mali si fanno passare per | la | pelle della moglie come se la moglie fosse il cuscinetto |
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i mali si fanno passare per la pelle della moglie come se | la | moglie fosse il cuscinetto degli spilli. Per rifarsi, la |
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se la moglie fosse il cuscinetto degli spilli. Per rifarsi, | la | sera si va alla birreria, a giocare al bigliardo, a far |
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al bigliardo, a far visita alla signora Tortorelli e | la | moglie a casa a sbadigliare. LUIGI: Hai finito, gioia? Tu |
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che non ha paura di trecento operai io; né voglio subire | la | prepotenza d'una... pettegola... SIGNORA: Ah... |
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Ah... pettegola...? in Romagna dite pettegola? IL CAPO: | La | va de sora via... SIGNORA: Mantiene questa parola, sor |
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Mantiene questa parola, sor Luigi Spazzoletti? LUIGI: | La | mantengo, la ripeto, la stampo, sora Marianna. SIGNORA: |
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questa parola, sor Luigi Spazzoletti? LUIGI: La mantengo, | la | ripeto, la stampo, sora Marianna. SIGNORA: Basta. Dopo |
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sor Luigi Spazzoletti? LUIGI: La mantengo, la ripeto, | la | stampo, sora Marianna. SIGNORA: Basta. Dopo appena due anni |
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che il signor cav. Spazzoletti regala a sua moglie. | La | ringrazio. Non ho più nulla a dirle. Mi ritiro qui in sala; |
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queste maledette donne sembran fatte a posta per guastare | la | pace d'un galantuomo. Oh ma la faremo finita...! non voglio |
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fatte a posta per guastare la pace d'un galantuomo. Oh ma | la | faremo finita...! non voglio morir tisico io per la lingua |
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Oh ma la faremo finita...! non voglio morir tisico io per | la | lingua della sora Marianna Spazzoletti. Divisione, |
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Divisione, divisione assoluta di casa e di pane. Un uomo ha | la | pazienza limitata per un po', due po', tre po',... ma po... |
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un cane di sigaro, corpo d'una saetta, e mi tocca fumar | la | mia rabbia. Non c'è un tabaccaio qui vicino, sor capo? |
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apre | la | lanterna. La luce che n'è evasa saltellando si posa su |
FIABE E LEGGENDE -
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apre la lanterna. | La | luce che n'è evasa saltellando si posa su quattro basse |
FIABE E LEGGENDE -
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a svegliar colle buone; tien tu il lume. - E accostatisi, | la | man del cavaliere piano piano la testa scosse che, in bende |
FIABE E LEGGENDE -
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il lume. - E accostatisi, la man del cavaliere piano piano | la | testa scosse che, in bende nere stretta, e china su un |
FIABE E LEGGENDE -
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parte, lugubramente. E un soffio esalò dalla salma. | La | carogna turbata par che riacquisti un'alma; il fetore che |
FIABE E LEGGENDE -
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par che riacquisti un'alma; il fetore che l'abita vuol | la | quiete profonda: se lo tocchi, s'ingrossa, come il verme, e |
FIABE E LEGGENDE -
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lo tocchi, s'ingrossa, come il verme, e t'innonda. - Deponi | la | lanterna e aiutami; la vesta mi convien perquisirle... - Ma |
FIABE E LEGGENDE -
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come il verme, e t'innonda. - Deponi la lanterna e aiutami; | la | vesta mi convien perquisirle... - Ma chi è dessa? - Cotesta |
FIABE E LEGGENDE -
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e vecchia, gironzava per le strade e le piazze e stendeva | la | mano alle belle ragazze. Queste per elemosina vi lasciavan |
FIABE E LEGGENDE -
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qui ". - - Questa donna ti giuro che per me non farebbe: | la | dev'essere un ninnolo di miele e di giulebbe; amo le forti, |
FIABE E LEGGENDE -
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vuoi che usciam bellamente in Canalazzo? " Mi adatterò | la | sua parrucca in testa, ne porterò la spada e il |
FIABE E LEGGENDE -
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" Mi adatterò la sua parrucca in testa, ne porterò | la | spada e il giustacuore, le piume, i ciondoli, e l'amante |
FIABE E LEGGENDE -
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" L'anima ho piena di versi rimati, e porterò con me | la | mia mandòla: parole e musica ti alletteran come una cosa |
FIABE E LEGGENDE -
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". - Infamia! - Oh Lionello, usciam da questo orrore! Ho | la | testa che bolle, e mi si spezza il cuore; certo un malor ci |
FIABE E LEGGENDE -
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di sonno e di bagordi... eccolo!... affediddio, viva | la | Berenice! è ben cotesto il mio! Grazie, povera morta; che |
FIABE E LEGGENDE -
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sul muro... alcun ci spia. - Oh fosse un sì che scrive | la | contessina mia! - Bada, l'ombra si appressa. E la lanterna |
FIABE E LEGGENDE -
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scrive la contessina mia! - Bada, l'ombra si appressa. E | la | lanterna cieca drizzò alla porta. Videro corne una forma |
FIABE E LEGGENDE -
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di cui gli occhi soltanto apparivan. Lionello ha sguainata | la | spada. - Spegni il lume, fratello - Ma la strana figura |
FIABE E LEGGENDE -
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ha sguainata la spada. - Spegni il lume, fratello - Ma | la | strana figura s'era già dileguata. Allor dall'atra stanza, |
FIABE E LEGGENDE -
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legittimare con | la | cerimonia civile il matrimonio religioso da me |
ABRAKADABRA STORIA DELL'AVVENIRE -
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il matrimonio religioso da me precedentemente contratto con | la | adulta Fidelia Berretta, figlia di Terzo Berretta, Gran |
ABRAKADABRA STORIA DELL'AVVENIRE -
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certa cantilena burlesca: "La si calmi, sor Generale, via, | la | si calmi! La sia bonino!". E tutti gli altri ragazzi a |
STORIE ALLEGRE -
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burlesca: "La si calmi, sor Generale, via, la si calmi! | La | sia bonino!". E tutti gli altri ragazzi a ripetere in coro |
STORIE ALLEGRE -
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bonino!". E tutti gli altri ragazzi a ripetere in coro con | la | medesima cantilena: "La si calmi, sor Generale, la si |
STORIE ALLEGRE -
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coro con la medesima cantilena: "La si calmi, sor Generale, | la | si calmi! La sia bonino! ... ". E lì tanto dissero e tanto |
STORIE ALLEGRE -
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cantilena: "La si calmi, sor Generale, la si calmi! | La | sia bonino! ... ". E lì tanto dissero e tanto fecero che |
STORIE ALLEGRE -
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dissero e tanto fecero che Leoncino, dimenticandosi tutta | la | bizza che aveva addosso, cominciò a ridere anche lui. Poi, |
STORIE ALLEGRE -
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voltandosi verso Arnolfo, gli domandò: "Mi dici perché te | la | prendi sempre con me?". "Io me la prendo con te? Neanche |
STORIE ALLEGRE -
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"Mi dici perché te la prendi sempre con me?". "Io me | la | prendo con te? Neanche per sogno. Eppoi, anche se me la |
STORIE ALLEGRE -
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me la prendo con te? Neanche per sogno. Eppoi, anche se me | la | prendessi con te, credilo, ci sarebbe la sua brava |
STORIE ALLEGRE -
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Eppoi, anche se me la prendessi con te, credilo, ci sarebbe | la | sua brava ragione." "Perché?" "Perché, volere o volare, |
STORIE ALLEGRE -
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"Perché, volere o volare, fosti tu che mi mangiasti | la | colazione quella mattina che feci da sentinella avanzata. E |
STORIE ALLEGRE -
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te lo dico: ma quella celia fu una gran brutta celia e me | la | rammenterò sempre fin che campo ... Meno male che oramai |
STORIE ALLEGRE -
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salto, vogliamo il salto!" gridarono tutti. Leoncino, a dir | la | verità, se ne sarebbe tirato indietro volentieri; ma dopo |
STORIE ALLEGRE -
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ma dopo essersi vantato tanto, non poteva più scansare | la | prova. Il suo amor proprio non gliel'avrebbe permesso!!! |
STORIE ALLEGRE -
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e questo premio sembra ad essi tanto maggiore, quanto | la | cosa scoperta riesce più dissimile dalle cose già note, o |
Milano in ombra - Abissi Plebi -
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destarono meraviglia ed interesse vivissimo in chi ebbe | la | fortuna di leggerle; eppure con quegli ottimi Papuas |
Milano in ombra - Abissi Plebi -
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Paris di Maxime du Camp; Les classes dangereuses de | la | population dans les grandes villes del Frégier; Les |
Milano in ombra - Abissi Plebi -
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di Denis Poulot; Intemperance et misère di J. Le Fort; | La | Société et les moeurs allemands dal Tissot; La misère di J. |
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J. Le Fort; La Société et les moeurs allemands dal Tissot; | La | misère di J. Siegfried. Riguardo ad ignoranza e ad |
Milano in ombra - Abissi Plebi -
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di J. Siegfried. Riguardo ad ignoranza e ad abbiettezza | la | feccia plebea di qualsiasi grande città può dare dei punti |
Milano in ombra - Abissi Plebi -
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dare dei punti ai Papuas, agli Akka ed agli Esquimesi. E | la | marmaglia pullula e brulica in ogni grande città, eppure |
Milano in ombra - Abissi Plebi -
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in ogni grande città, eppure gli onesti cittadini non | la | curano, perchè non la vedono quasi mai, e appena ne |
Milano in ombra - Abissi Plebi -
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eppure gli onesti cittadini non la curano, perchè non | la | vedono quasi mai, e appena ne ricordano talvolta con |
Milano in ombra - Abissi Plebi -
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che insofferente dal giogo che porta, levasi contro | la | classe avversaria, ne calpesta le istituzioni e ne crea di |
Milano in ombra - Abissi Plebi -
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ne calpesta le istituzioni e ne crea di nuove, se | la | fortuna le dà il trionfo nella terribile lotta. La |
Milano in ombra - Abissi Plebi -
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se la fortuna le dà il trionfo nella terribile lotta. | La | marmaglia vive alla luce del sole, quanto dura cotesta |
Milano in ombra - Abissi Plebi -
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in tutte le città d'Italia e specialmente in Milano, quando | la | lotta s'impegnò tra cittadini e stranieri, è dovere il |
Milano in ombra - Abissi Plebi -
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s'impegnò tra cittadini e stranieri, è dovere il dirlo, | la | marmaglia si fece massacrare a nome del principio |
Milano in ombra - Abissi Plebi -
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del quale non poteva sperare alcun vantaggio. Perocchè | la | smania di far bottino non era ragion sufficiente per |
Milano in ombra - Abissi Plebi -
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non era ragion sufficiente per ispronare i plebei a esporre | la | vita loro a gravissimo pericolo; tanto più che a cagion |
Milano in ombra - Abissi Plebi -
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d'esempio, nella Rivoluzione del 1848, mentre più ferveva | la | lotta, non si ebbero a lamentare ruberie e la plebe fece |
Milano in ombra - Abissi Plebi -
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più ferveva la lotta, non si ebbero a lamentare ruberie e | la | plebe fece meravigliare le classi più elevate colla sua |
Milano in ombra - Abissi Plebi -
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formato disegno di violare il diritto di proprietà. Forse | la | feccia era sostenuta in quegli istanti supremi da un |
Milano in ombra - Abissi Plebi -
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pensava che dalla redenzione nazionale potesse derivare | la | redenzione individuale, e che rompendola colle vecchie |
Milano in ombra - Abissi Plebi -
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per una via conducente a non deplorevole meta. Fors'anche | la | lusingava la speranza d'un po' di gratitudine da parte de' |
Milano in ombra - Abissi Plebi -
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conducente a non deplorevole meta. Fors'anche la lusingava | la | speranza d'un po' di gratitudine da parte de' suoi |
Milano in ombra - Abissi Plebi -
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Ma comunque ciò sia avvenuto ed avvenga, è certo che | la | plebe non partecipa alla politica, che durante |
Milano in ombra - Abissi Plebi -
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non partecipa alla politica, che durante gl'interregni e | la | sua esistenza pubblica dura dalla caduta d'un governo alla |
Milano in ombra - Abissi Plebi -
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soverchiamente, perchè non conoscono e perciò ne esagerano | la | tristizie e la potenza. Dissi che anche il popolo la teme, |
Milano in ombra - Abissi Plebi -
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perchè non conoscono e perciò ne esagerano la tristizie e | la | potenza. Dissi che anche il popolo la teme, perchè nulla ha |
Milano in ombra - Abissi Plebi -
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la tristizie e la potenza. Dissi che anche il popolo | la | teme, perchè nulla ha di comune con questa turba; alla |
Milano in ombra - Abissi Plebi -
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ed ebbe sempre le stesse tendenze le stesse passioni, | la | stessa natura. Tra la Suburra e la Villette e Ménilmontant |
Milano in ombra - Abissi Plebi -
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stesse tendenze le stesse passioni, la stessa natura. Tra | la | Suburra e la Villette e Ménilmontant tra White-Chapel e la |
Milano in ombra - Abissi Plebi -
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le stesse passioni, la stessa natura. Tra la Suburra e | la | Villette e Ménilmontant tra White-Chapel e la via Varese o |
Milano in ombra - Abissi Plebi -
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la Suburra e la Villette e Ménilmontant tra White-Chapel e | la | via Varese o la via Legnano, o lo stretta Calusca, o il |
Milano in ombra - Abissi Plebi -
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Villette e Ménilmontant tra White-Chapel e la via Varese o | la | via Legnano, o lo stretta Calusca, o il vicolo della Corde, |
Milano in ombra - Abissi Plebi -
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turba fu pure in ogni tempo spregiata, giacchè Sallustio ve | la | dirà cupida sempre di nuove cose e Machiavelli per natura |
Milano in ombra - Abissi Plebi -
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del male Milano ha del pari che tutte l'altre città | la | sua feccia, la quale, come ripeto, ha nulla di comune |
Milano in ombra - Abissi Plebi -
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Milano ha del pari che tutte l'altre città la sua feccia, | la | quale, come ripeto, ha nulla di comune coll'ottimo popolo |
Milano in ombra - Abissi Plebi -
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a noi tutti i loro rifiuti. Cosa questa non nuova, chè | la | plebe di Roma era pur essa composta di gente venuta dal di |
Milano in ombra - Abissi Plebi -
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dalla corruzione della Roma de' suoi tempi, ne svela | la | cagione dicendo che in Roma "omnia turpia atque scelesta |
Milano in ombra - Abissi Plebi -
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celebranturque" il che può ripetersi a buon diritto per | la | nostra Milano. In Parigi eziandio, la plebe è formata non |
Milano in ombra - Abissi Plebi -
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a buon diritto per la nostra Milano. In Parigi eziandio, | la | plebe è formata non solo dei déclassés della grande |
Milano in ombra - Abissi Plebi -
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non solo dei déclassés della grande metropoli, ma per | la | maggior parte, dei provinciali, il qual fatto era già stato |
Milano in ombra - Abissi Plebi -
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le plus intelligent; mais l'autre est le rebut de toute | la | France. Chaque ville des provinces a son égout, qui amène |
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fondo al primo tratto della via Rastrelli evvi | la | Regia Posta delle lettere. La facciata dell'edificio è di |
MILANO IN PERCORSA IN OMNIBUS COMPILATA DA GAETANO BRIGOLA ED ILLUSTRATA DA NOTIZIE STORICHE ED ARTISTICHE DA FELICE VENOSTA -
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della via Rastrelli evvi la Regia Posta delle lettere. | La | facciata dell'edificio è di buona architettura, disegnata e |
MILANO IN PERCORSA IN OMNIBUS COMPILATA DA GAETANO BRIGOLA ED ILLUSTRATA DA NOTIZIE STORICHE ED ARTISTICHE DA FELICE VENOSTA -
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delle parti, e termina con un elegante frontone. _ Bella è | la | sala della impostazione e distribuzione delle lettere, |
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nella demolita via dei Profumieri, presso Piazza Mercanti. | La | posta delle lettere era stata introdotta dai Torriani; se |
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dai Torriani; se ne pagava tenuissima tassa; ma nè pronta | la | spedizione, nè esatto il riscontro. |
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