Vocabolario dinamico dell'Italiano Moderno

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Risultati per: ella

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qualche poco di vero e conteneva assaissimo di falso.  Ella  non era andata al Cairo e non era ancora stata in Russia.
non era andata al Cairo e non era ancora stata in Russia.  Ella  non regnava menomamente in fondo di un palazzo saraceno;
non regnava menomamente in fondo di un palazzo saraceno;  ella  non s'era innamorata pazzamente di un gran Negro, che
alle Cascine di Firenze, un bel giorno di maggio del 1869,  ella  avesse fatto davvero una corsa nei paesi barocchi come
nella classica terra delle arti, della musica e dei fiori,  ella  aveva arrischiata come dicemmo una gita a Monaco, dove
trovato chi le aveva fatto mutare itinerario. E allora  ella  era stata presa da una grande curiosità di vedere questa
adunque non giungeva certo a Firenze in buon punto, se  ella  fosse stata una donna portata a conoscere i rompicolli e i
in pubblico. Si voleva sapere come potesse accadere che  ella  già rovinata dalla roulette di Montecarlo pure spendesse
da Parigi nel suo cervello da enfant enfantgatè oppure  ella  si cullava in un nuovo sogno dorato colla arditezza sovrana
un affettuoso addio alla patria come disse il Manzoni.  Ella  si trovava sola, finalmente; cosa che non le era quasi mai
Ed era stata, si può dire invece, messa alla porta da chi  ella  credeva di aver soggiogato per sempre! Chi l'avrebbe capita
per sempre! Chi l'avrebbe capita in quel punto? Eppure  ella  tripudiava di sentirsi libera, d'essere uscita da una nuova
nei ripostigli più segreti del suo cuore inesplorato,  ella  sentì con non poca sorpresa sorgere in cuore un desiderio,
la bontà cristiana di quel cuore di donna parigina,  ella  sentì dei fremiti di felicità inarrivabile. Poi fa assalita
io mi conservassi casta e tutta per lui? Nanà si conosceva.  Ella  sapeva bene che di quando la sua natura ardente, le sue
finivano sempre con una sfida all'insensibilità mascolina.  Ella  si trovava tosto assai stupida e assai stupita di avere
però un poco d'amarezza e una gran dose di fatuità.  Ella  aveva sempre - e a ragione - una grandissima stima delle
e della flessibilità prodigiosa de' suoi mezzi uccellatori;  ella  si rammentava quante volte a Parigi degli uomini seri che
quel suo nuovo desiderio e gli davano una spinta poderosa.  Ella  stessa si maravigliava, a certi punti, di trovarsi così
avesse voluto dire qualche cosa di serio. In sostanza però,  ella  doveva persuadersi che que' suoi nove adoratori credevano
supplicanti e desiosi. Voi credevate in buona fede che  ella  vi avesse fissato in quel modo, perchè la vi trovasse bello
potuto capitare nel suo manicotto, e non trovò la risposta.  Ella  non s'era nemmeno accorta di Ernesto Cantis, non l'aveva
di scambiarle la sua creatura; come se d'una bambina,  ella  non sapesse che farsene. Ma nel provarsi ad allattarla,
la testa, senza levar gli occhi dalla culla,  ella  ricadeva nei rapimenti, nell'estasi che la tenevano in
Da parecchi mesi, la sua mamma era diventata un'altra;  ella  non la riconosceva piú. Da persona pratica qual era, non
già a realizzarsi, e che la gente, scordatasi d'onde  ella  veniva, guardasse soltanto dov'era arrivata. Andrea, con un
d'una creaturina ancora mal sicura dei propri movimenti, ed  ella  sentivasi correre per tutto il corpo quei brividi di
una dolce consuetudine per Roberto, un bisogno carissimo.  Ella  trovava sempre un mazzo di fiori da serra sul tavolino da
maschera lieta Velleda gli nascondeva i suoi affanni, ma  ella  soffriva orribilmente dopo che s'era accorta della
fissava con uno sguardo così pieno di tenace desiderio; che  ella  doveva abbassagli occhi e impallidire. Come avrebbe ella
ella doveva abbassagli occhi e impallidire. Come avrebbe  ella  potuto evitare sempre la persecuzione di Franco? Roberto,
nel suo solo aiuto, nella sua unica protezione: ma poteva  ella  far scoppiare fra i due fratelli una scissura profonda? Non
per il ritorno. In mare c'era una barchetta immobile; ma  ella  non se ne dette pensiero, perché riconobbe una barca dello
se le ubbidissi. Qui deve ascoltarmi e mi ascolterà.  Ella  tremava, e sentivasi mancare le forze, ma aveva ripreso a
di lei. - È stanca? appoggi una mano sulla mia spalla.  Ella  non rispose e fece nuovi sforzi per allontanarsi ma le
nulla, nessuno ci osserva mai: mi consoli, Velleda?  Ella  non poteva più rispondere, il suo corpo aveva acquistato la
anzi ... ! Sono stato a Trapani in questi giorni, e come  ella  sa, per tutto si prepara la lotta elettorale, benché il
collegio che gli si offre sarebbe. Castelvetrano? - domandò  ella  Appunto. Non so se accetterà, ma sono quasi sicura che riu
tratta di sapere se il signor Roberto accetterà. Vorrebbe  ella  interrogarlo, per evitarmi un rifiuto, o nel caso
scavi. Qui la volevo! - esclamò Velleda. - Dica la verità:  ella  desidera che un uomo colto, un archeologo, conoscitore di
notte quieta e serena, quando Velleda si alzò da tavola.  Ella  offrí il caffè agli ospiti e a Roberto e poi per non
di comunicar pure ai suoi amici che Roberto accettava.  Ella  posò la lettera senza chiuderla sulla scrivania, per
su e giú per la camera, come un'anima dannata, diceva  ella  stessa. - Ah! ... forse, con minor fierezza di animo,
quasi importuni, turbandola profondamente ... - Come se  ella  non fosse debole abbastanza, o Signore! E non avesse anzi
abusare della propria forza, della fragilità di lei? ... Ed  ella  resisteva, lottando, mascherando con la bruschezza la
non le toccava di tracannare giorno per giorno! ...  Ella  non aveva piú lagrime ... Non osava lamentarsene neppure in
quel che sarebbe potuto avvenire e non era avvenuto e che  ella  credeva non sarebbe più avvenuto. Orgogliosa che mai un suo
la sopravvivenza di un'illusione della sua giovinezza,  ella  era rimasta turbata il giorno in cui la baronessa di
di grosse fette di pane infornato a posta, che distribuiva  ella  stessa, facendo sfilare i poveri a uno a uno, dicendo una
cattive. Le donne però vi erano state tutte sante; e forse  ella  attribuiva un po' di santità anche a se stessa, pensando ai
improvvisa morte del marito. Due, tre volte la settimana,  ella  e Cristina pranzavano in casa Roccaverdina e vi restavano
il grano crivellato nei sacchi pronti a riceverlo.  Ella  aveva fatto sembiante d'interessarsi della trebbiatrice che
da un'inattesa tristezza, cominciando ad avvedersi che  ella  era entrata nella vita di lui con la stessa importanza
nel cuore qualche cosa di più intimo, di più dolce di cui  ella  stessa non aveva chiara e precisa idea, ma di cui le era
alla sua costanza, a quella segreta dedizione con cui  ella  si era votata a lui quando egli ne aveva perduto ogni
nel cuore come una volta. Allora si era rassegnata; oggi  ella  sentiva che non avrebbe potuto rassegnarsi più. Che
trattasse di indizi da cui potevano trarsi lieti auspici.  Ella  negava: «No, no; sto bene, molto bene anzi. Che mi manca?».
di Poggiogrande, autorizzandola a voce, anzi volendo che  ella  disponesse della rendita in favore della madre e della
continuare a lavorare, come due misere donne, mentre  ella  viveva nella ricchezza. Parecchi oggetti superflui di casa
carrucole, tra il fremito armonioso delle corde vellutate,  ella  trovossi negli appartamenti superiori. Le prime sensazioni
in volta ad ora sì tarda, questo solo basterebbe perché  ella  dovesse piegarsi a' miei desiderii. - Eravamo uscite un po'
della macchina ... Fidelia articolava a stento le parole.  Ella  appoggiò il suo braccio a quello del padre, e tutti insieme
Devo farle alcune dimande e darle forse qualche seccatura.  Ella  è don Antonio Spino? - Per servirla. Prego si accomodi. -
è don Antonio Spino? - Per servirla. Prego si accomodi. -  Ella  ha scritto giorni fa una lettera a un certo Filippino
Antonio, che non sapeva ancora in quali acque navigava. -  Ella  qui dice che il cappello fu trovato "nei dintorni". Ebbene:
don Antonio, ed esponga tranquillamente tutto ciò che  ella  sa su questo fatto. Il signor maresciallo non ha nessuna
A, B, all'incartamento, poi disse: - Da tutto ciò che  ella  mi ha detto, reverendo, vedo che ella ha agito in perfetta
- Da tutto ciò che ella mi ha detto, reverendo, vedo che  ella  ha agito in perfetta buona fede: ma non sarà mia colpa se
mani alle ginocchia. - Questo cappello dei diavolo, come  ella  lo ha giustamente chiamato, apparteneva a un vecchio
ma rosso di sangue cristiano..., di sangue consacrato... -  Ella  ha detto, don Antonio, di aver lasciato in luogo del
breve descrizione. - Il cappello nuovo era sul canterano,  ella  dice? - Signor sí. E il cappello vecchio sulla sedia? Sulla
fabbricarsi questa chimera e di credervi? La fede - poichè  ella  è solo degli infelici - non sarebbe che un inganno creato
di stecchi e di paglia in mezzo a un bosco foltissimo, ma  ella  aveva un cuore tanto compassio- nevole che non pensò
i ricchi abiti che erano prepa- rati per lei. Intanto  ella  sentiva intorno al palazzo un gran viavai. I campanellini
aspettavano per scortarla fino alla sala del trono. Quando  ella  si fu seduta sotto il baldacchino d'oro, il drappello delle
ma Fragolina si fece pallida ed esitò. In quel momento  ella  ebbe una vi- sione. Le parve di esser trasportata nella
con la penna d'oro la mano della Regina per rammentarle che  ella  doveva firmare, ma Fragolina fece un gesto di ne- gazione.
chiedevano, ebbe orrore della rinunzia che volevano da lei.  Ella  prese la penna e la gettò per terra; prese la corona e la
palazzo. Grida irate del popolo le giunsero agli orecchi.  Ella  sen- tiva dietro a sé il brusìo di tante piccole gambe che
le trombettine che squil- lavano incessantemente, ma  ella  correva sempre. Giunta che fu all'imboccatura della scala,
Quando arrivò su, nel bosco dove cre- scevano le fragole,  ella  faceva sangue da tutto il corpo e il suo visino era
il corpo e il suo visino era spaventoso a vedersi. In terra  ella  trovò il fastello delle le- gna per la nonna, il panierino
che provava. «Ella muore», pensò, «e sono io che la uccido:  ella  muore di paura, di rimorso, di dolore. Sì, io l'ho vista
- mentre accuso di viltà Margherita e la disprezzo perché  ella  dice sinceramente di non potere amare una donna perduta.
io non le ho detto una sola parola di conforto. Dopo tutto  ella  era mia madre, ed ha sofferto nel mettermi al mondo. Ed io
da vicino l'orrore e il vuoto della morte. Ed ecco ella,  ella  sola s'era riserbata il compito di rivelargli col dolore
vita? Non bastava che Olì lo avesse fatto nascere, perché  ella  rappresentasse per lui la più meritevole delle creature, la
«Andiamo giù, figlio, andiamo. No, non tormentarti:  ella  è morta perché doveva morire. Tu hai fatto il tuo dovere,
ricevemmo il sacchettino entro il fazzoletto colorato,  ella  diventò livida; poi squarciò un po' il sacchettino e pianse
poi squarciò un po' il sacchettino e pianse ... » « ... Sì,  ella  s'è tagliata la gola. Sì, stamattina alle sei, mentre io
poiché io oggi non sono morta. Ah, perché siamo nati?»  ella  concluse, piangendo. Anania provò un indicibile turbamento
triste e nera, con quell'antica lucerna di ferro in mano,  ella  pareva la figura della Morte in attesa vigilante. Anania si
tediosa e allora ... ? Ma non facciamo pronostici. Se  ella  ritorna, è probabile che il suo esempio operi il miracolo.
mente. L'arrivo del nostro ospite l'ha un poco distratta;  ella  è carina e affettuosa con lui, e il signor Franco fa di
Come sono vuote e lunghe le serate senza leggere! Finché  ella  era qui, quelle serate, erano il compenso di una giornata
dura in queste parole, ma Franco capì benissimo che  ella  voleva trovarsi il meno possibile con lui, arguendolo da
stringendogli la mano. Grazie, - rispose Franco, - verrò.  Ella  aveva sperato che egli rifiutasse e si pentì dell'invito.
il marito e il soggiorno di Firenze le era divenuto odioso.  Ella  non avrebbe bisogno di stare in casa d'altri, perché ha da
avrà terminato l'educazione di Maria, ma sono certo che  ella  la destinerà a scopi di beneficenza, perché è molto
sempre e la marchesa Salvati ne riceve ogni giorno.  Ella  sta meglio. Ancora non ha saputo della tua partenza e ogni
di Roberto e giunta alla firma, posava su quella le labbra.  Ella  aveva gli occhi pieni di lagrime, ma un sorriso di
abbia mai avuto nel cuore di un uomo onesto il posto che  ella  occupa nel mio. Non le ho fatto mai questa confidenza,
posso farle questo sfogo, posso aprirle il mio cuore di cui  ella  è signora. E questo dominio che ella ha preso su di me, non
il mio cuore di cui ella è signora. E questo dominio che  ella  ha preso su di me, non sussiste da che le sono lontano, da
madre? Spinta da un sentimento di delicatezza sublime,  ella  volle farmi una confessione generale e mi narrò la sua
auduci. Quelle scene straziavano il suo cuore di bimba ed  ella  si faceva protettrice dell'oppresso, del debole e
Fiesole e i poderi acquistati, allorché del povero artista  ella  si era foggiata un ideale molto diverso dal vero,
che mancava al resto della narrazione. Poi sobriamente  ella  mi accennava all'amore per un giovane avvocato, più
capivo lo sforzo che doveva esserle costato lo scriverla.  Ella  parlava più lungamente dei suoi lavori, che continuavano a
spendere in orgie e a sciupare nel giuoco. Su tutto questo  ella  sorvolava quasi, ma io indovinai più di quello che ella mi
ella sorvolava quasi, ma io indovinai più di quello che  ella  mi diceva, come capii quanto insopportabile doveva esser
tribunali e chiedere una separazione legale. Ma ottenutala  ella  non ottenne la calma. Quel vile continuava a perseguitarla
fosse corrisposto, ma son certo da molto tempo che  ella  mi vuole un bene immenso. L'ho capito da quel linguaggio
vistosa che non le preciso. È stato uno sforzo, perché  ella  sa che noi industriali immobilizzando dei capitali ci
l'affetto di Roberto non poteva essere un mistero per me.  Ella  si alzò e portò alla bimba addormentata il bacio paterno,
volta egli le aveva chiesto I Vincitori e i Vinti Vintied  ella  avevagli risposto: Ora non scriverei più in quella maniera,
chiamare Costanza, che doveva essere in camera di Maria,  ella  scese in giardino e s'avviò al canile. In quel momento i
sotto il fogliame scuro delle folte piante d'arancio.  Ella  tremò, ma vinta la paura, sciolse presto i cani dicendo :
qualcuno nascosto, fosse subito visto a quel chiarore vivo.  Ella  era ancora al piano superiore, allorché giunsero due
cui erasi svolta poco prima la rapida scena, e per questo  ella  non poteva seguire le indagini del Varvaro. Però a un certo
della notte, le ferivano dolorosamente gli orecchi.  Ella  scese incontro al Lo Carmine e ai due tedeschi e non seppe
e nella cintura portavano il revolver. revolver.Signori, -  ella  disse ai due giovani architetti tedeschi, conducendoli
nessuno, veglino per me. Io devo correr là. Non si muovano!  Ella  aveva preso in mano il revolver e trascinava seco il Lo
chiuso a chiave il cancello, disse : Frughiamo il giardino,  Ella  aveva preso nella sinistra la lanterna abbandonata da
il Varvaro, che andava a dirle quello che era accaduto.  Ella  fece loro cenno di non fiatare per non turbare il sonno
quella notizia giungesse a Roma a Roberto. Ma come fare?  Ella  affidò Maria alla balia; che aveva ancora gli occhi rossi,
non mi sembrava punto cambiato. Erano scorsi degli anni, ma  ella  aveva conservato intatta la sua freschezza giovanile. Quel
Che cosa le era accaduto? E, innanzi tutto, come si trovava  ella  in Catania? Le cento interrogazioni che mi rivolgevo
avvicinato quando la incontrai sullo spianato della Villa?  Ella  mi aveva guardato a lungo, aveva quasi fatto le viste di
e della sua eleganza. Un giovane uffiziale la salutò.  Ella  rispose con un piccolo cenno del capo ed un sorriso. Io ne
Tant'occhi si sarebbero fissati sopra di noi due!  Ella  girò pei viali, fermossi un istante sul ponticello di legno
io aspettando che fosse lei la prima a farmi un accenno,  ella  quasi tacitamente richiedendo ch'io fossi il primo a
solite trivialità sull'amore pacifico delle tortorelle.  Ella  notò invece il fagiano dal mantello bianco brizzolato,
sua femina e di tanto in tanto la beccava. - Creda -  ella  disse - non son le tortorelle l'ideale del la donna. Ecco
La piaga non ha forse ancora fatto il margine, ed io ... -  Ella  s'inganna - mi affrettai a rispondere - non vi è nemmen
presto un'altra che oso appena sperare! - Ah! - esclamò  ella  con un tono tra la sorpresa e il disinganno. Ed abbassò il
di aver detto, colle ultime parole, una gran cosa. Se  ella  fosse stata curiosa di domandarmi qual'era quella gioia che
nella contemplazione di quella bellezza gentile. Ed  ella  intanto a che mai pensava? Sembrava assai trista. I suoi
povero fantasma in un breve cantuccio di quel mondo? O era  ella  tanto lontana da me col cuore quanto io le ero vicino?
Mi voltai allora trepidante verso di lei. Che avrebbe  ella  risposto? Ella mi guardava sorridente, quasi tranquilla,
allora trepidante verso di lei. Che avrebbe ella risposto?  Ella  mi guardava sorridente, quasi tranquilla, cogli occhi che
da non capire piú né quel che facevo, né dove mi trovavo.  Ella  prese, alla sua volta, la mia mano, e stringendola forte: -
col disprezzarmi. Son sicura che alzandosi da questo sedile  ella  mi avrà piú amore, perché mi avrà piú stima. La sua stima
rabbiosamente la punta del suo collare di merletto ...  Ella  invece stava in piedi, lí presso, col viso bianco come un
Quale scena per me! Non potrò mai dimenticarla. Finalmente  ella  si scosse, passò una mano fra i capelli e sulla fronte,
dell'amore! Né doveva amare piú mai! Tre mesi dopo  ella  lasciò Firenze e la Toscana quasi disperato della salute.
lesta e quasi affrettata. Giungemmo al cancello. - T'amo! -  ella  mi disse sottovoce come addio, e mi strinse la mano. -
nella sala da pranzo e Checchina aveva paura financo che  ella  si accorgesse dello scricchiolìo della carta. Poi, ebbe una
chiara e larga, come sonante e squillante. Due o tre volte  ella  ripetè sotto voce: Ugo di Aragona. Poi, da quello che egli
avesse sospettato qualche cosa? Non ci mancava che questa.  Ella  si fermava, abbottonandosi il vestito, presa da una
- disse l'altro, con la sua grossa malizia romanesca.  Ella  sorrise debolmente. - Dalla tintora - spiegò poi - dalla
mia, e il sor Toto era arrivato prima di me - e rise.  Ella  restava tutta confusa, senza rispondere. - Una di queste
dica a Toto, a quel fortunato birbone e me lo saluti tanto.  Ella  riprese la strada, sempre più agitata. Adesso anche il sor
persone che conosceva l'avevano incontrata e notata ed  ella  non se n'era accorta! E se quel collega di Toto, di Santo
tutto fosse finito, poichè un'altra lo sapeva, poichè  ella  aveva avuto la debolezza di pronunziare quel nome. Quando
chiedergli se il marchese d'Aragona era su e poi passare.  Ella  riunì tutte le sue forze, per far questo tentativo, ma a
una di quelle facce irriverenti che disanimano i timidi.  Ella  arrivò sino dal tappezziere Reanda, cercando di farsi
il marchese lo aveva detto, che lui amava l'ombra. Allora  ella  rifece la strada, dal palazzo Odescalchi sino al caffè,
del lotto, con una cèra collerica, ma non si muoveva.  Ella  non entrò. Per la terza volta, ritornando verso il palazzo
Per la terza volta, ritornando verso il palazzo Odescalchi,  ella  ripassò: egli ricaricava lentamente la pipa, premendo il
santuario d'amore, quando la loro felicità era al colmo ed  ella  non chiedeva più nulla né alla terra, né al cielo! E le
meglio morire! La testa le scoppiava. La bocca era riarsa.  Ella  aveva già avvertite delle interruzioni nella sua
intieramente; dal fondo un boccettina ruzzolò. - Eccola!  Ella  sorrideva tristemente, scotendo il capo. Il cuore le
erasi destata con la vigoria di una volta. Pure,  ella  stava in guardia contro sé stessa, a quel vivo ripullulare
la via, già cominciava a turbarla. - No; meglio morire! -  ella  disse ad alta voce. E suonò. Marietta a vederla
Il cuore non ragiona. E lei, sta bene? - ... Benissimo! -  ella  rispose, distrattamente. - Va via? - Vado da quella
trattenuto per la mano da Giacinta, sorrideva imbarazzato.  Ella  comprese l'intimo linguaggio di quel sorriso, e di quella
per te! ... ". - Ingrato! ... Vigliacco! ... Ma ecco,  ella  cominciava a provare una strana inquietudine, un bisogno di
l'interna soddisfazione di quell'anima fatta d'orgoglio:  ella  godeva, godeva senza fine nel vedere venire a lei tutti gli
intorno a lei, facendole corona, minori tutte di lei:  ella  era sola, maggiore, unica. In fondo al grande salone era
piacevano ed erano adottate con trasporto. Solo per questo  ella  aveva consentito che Donna Mercede de las Torres, sua
le formavano un elmo sul capo, era una spagnuola vera.  Ella  rappresentava nella commedia la parte di una schiava
di pugnale destinato al cavaliere da un padre crudele.  Ella  recitava con un trasporto, con un tale impeto che tutta la
piangendo e strappandosi i neri capelli. Fino a che  ella  scomparve d'un tratto dal palazzo Medina Cœli e fu detto
omaggi salutarono la ricca e potente duchessa Donn'Anna; ma  ella  sedeva sul suo trono, con l'anima amareggiata di fiele, col
la trasformazione degli abiti di Muzio con commozione. Pure  ella  che tanto lo aveva amato mendico avrebbe quasi desiderato
sa l'indirizzo del capo officina, e cui va a denunciarlo.  Ella  è astuta e cauta, audace e sboccata: ella resta sempre
va a denunciarlo. Ella è astuta e cauta, audace e sboccata:  ella  resta sempre nella posizione di una benefattrice, a cui
e il debito rimane uguale: donna Raffaela è furibonda,  ella  grida come una energumena, vuole strappare dal collo della
è robba mia! T'aie arrobbato lu sango mio! Come l'altra,  ella  finisce per incassare quattro o cinque volte il capitale;
incassare quattro o cinque volte il capitale; come l'altra,  ella  è necessaria alla povera gente, la quale non reagisce mai
non reagisce mai contro queste violenze; come l'altra,  ella  non arrischia mai che piccoli capitali, preferendo di far
alla passeggiata, portando al collo il laccetto d'oro che  ella  ha dovuto impegnare, alle orecchie gli orecchini di una
a Roma quando ne disprezzava palesemente l'amore, ma perché  ella  gli offriva il mezzo di appagare il suo odio. Questo
care e vagheggiate speranze. Velleda era più osservatrice.  Ella  aveva quella specie di divinazione di certi naturali
secondarci, una forza negativa: l'inerzia. Io credo che  ella  non possa rimproverarsi nulla; ma il duca, oltre la forza
possa rimproverarsi nulla; ma il duca, oltre la forza che  ella  gli riconosce, e contro la quale si smussano tutte le
labbra tremanti l'interna lotta. Presentimenti, - rispose  ella  con un triste sorriso; presentimenti sinistri. Lei sa che
momento dopo quel dubbio era distrutto dalla sicurezza che  ella  non potesse celargli nulla, assolutamente nulla, e attribuì
mancato la Trinacria con la dichiarazione del Bonaiuto ed  ella  credeva di aver ridotto al silenzio quel giornale, che si
- quanto ti vedo con piacere! Me ne accorgo, - rispose  ella  abbassando le lunghe palpebre con una mossa civettuola
a sapere molte cose sul suo passato; molte cose brutte.  Ella  sente che non è più terreno per lei e si vuoi far condurre
Maria andrebbe con loro: non è forse il preteste col quale  ella  copre il suo amore? E io? Tu rimarrai a Selinunte; ti
liberamente tutto l'odio contro di lei! Franco vide che  ella  stava per uscir di camera e la richiamò per raccomandarle
dello stabilimento in cerca di Giovanni, del suo alleato.  Ella  sapeva comporsi in volto così indifferente che non pareva
della tramvia elettrica l'avesse attratta in quel luogo.  Ella  girava e rigirava intorno ad essi sperando che dal portone
atteso e si trovò sul suo passaggio. Senza guardarlo,  ella  disse : Oggi nella grotta. Dirai ai compagni che ti
la saliva, e mentre consegnavo il soprabito alla cameriera,  ella  ripetè: ~ Oh! E credendo con ciò d'aver compiuto la sua
il capo; e vidi donna Clara sul limitare della sala, ed  ella  esclamò giocondamente; - Siete voi? Siete proprio voi? Vi
curioso anche un santo. Quando venne la sua volta  ella  chiese al distributore dei biglietti: - Uno per Genova,
piú tardi, un quarto d'ora dopo. Nella sala di aspetto  ella  era andata a sedersi in fondo, presso il caffè. Con un
Infatti quando la campana dié il segno della partenza,  ella  si riscosse, guardò sorpresa i gambi rimastile in mano e le
molta probabilità di rimaner sola. Lasciai che montasse.  Ella  si affrettava a chiudere lo sportello, quando mi presentai
mi presentai io colla valigetta alla mano. - Oh, scusi! -  ella  disse; e si trasse indietro e andò a sedersi al lato
esitando qualche istante a salire. - Faccia il suo comodo -  ella  soggiunse, vedendo che restavo incerto sul gradino. Entrai
mai in numero sufficiente. - Un vagone per due! - osservò  ella  sorridendo; - ci si può contentare. Forse arrossii a questa
preso un biglietto per Genova, tanto per avere uno scopo -  ella  rispose coll'involontaria loquacità delle persone afflitte
tornerò addietro Comincio a pentirmi della mia risoluzione.  Ella  è d'Empoli, credo? - No, di Firenze Ho preso in affitto una
Le si leggeva negli occhi. - E quanto paga di fitto? -  ella  chiese rivolgendomisi improvvisamente. - Cento franchi il
di momento in momento. Quando le rivolgevo la parola,  ella  mi guardava in viso con una cert'aria da parere volesse far
produrle un'impressione assai strana. Mentre parlavo,  ella  stava ad ascoltare come se avesse voluto udire qualche
questo momento potrebbe espormi anche a peggio. Che pensa  ella  di me? - Oh, nulla di male, stia certa! - Non dice la
che mi piacque tanto - Ma, ad un patto! - soggiunse -  Ella  mi cederà metà, un quarto del caseggiato, come meglio le
- Non è il caso. Qui la persona è talmente insignificante -  ella  riprese sorridendo sempre con grazia infinita, che questo o
gentili lavorini di soggetto greco. - Questo volevo dire -  ella  soggiunse; - ne avevo un'idea confusa. E sia Fasma! -
familiarmente del tu. - Non se ne può far di meno - sclamò  ella  ridendo di cuore: - un passo obbliga all'altro - La bimba
di sentirla parlare, di riflettere che quella notte  ella  avrebbe dormito sotto il mio stesso tetto! Honni soit qui
Voleva, come si dice, fare una ricognizione dei luoghi. -  Ella  non smetterà le sue abitudini - mi disse per le scale; - mi
non aveva un aspetto tanto diverso da qualch'altro che  ella  avrebbe voluto dimenticare. E cosí, mentre il piede
inverso. Io la guardavo stupito - Strana la vita! - esclamò  ella  ad un tratto - Due che poche ore fa erano perfettamente
due farfalle ci passarono davanti l'una inseguendo l'altra.  Ella  fermossi e, proprio stizzita, diessi a sparire
suo sviluppo, dai vent'anni ai venticinque. - Quanta poesia  ella  mi ammazza! - E c'è peggio - continuò con arguta malizia -
di sospettare qualcosa intorno a lei, io provavo verso la b  ella  creatura un sentimento di rispetto e di tenerezza quasi
proposito, anzi! - riflettevo alle dieci di sera, quando  ella  si era già ritirata nelle sue stanze, ed io appoggiato sul
un po' offeso; infine avevo trent'anni! Il giorno dopo  ella  volle dei libri. Li scelse da se stessa, l'Ernesto
il passato, forse dominare le fatalità del futuro? A volte  ella  si levava, con uno scatto, da sedere; passeggiava su e giú
farli nascere e poi lasciarli morire di sfinimento? - Crede  ella  che si accorgano di soffrire? - risposi. (La fittaiuola si
l'accento toscano. - Va'! Le bugie hanno le gambe corte. Ed  ella  ha risposto? - Lo supponga. Sono stata lungamente fuori
in conversazione e tollerar quasi tutto. Dopo due settimane  ella  veniva piú frequente nella mia stanza. Era un raggio di
rischiarato fin dentro i piú ciechi nascondigli del cuore.  Ella  si affacciava sorridente, esitando; spesso rimaneva a lungo
persona restava impresso e attaccato su qualunque oggetto  ella  toccasse. L'orma del suo piedino mi pareva vederla
metta in collera, via! - Rimasi di stucco a quest'uscita.  Ella  si accorse del mio imbarazzo, e mutando intonazione, mentre
qui -. La sua gaiezza sparí ad un tratto, e poco dopo  ella  andò via dalla mia stanza, piú che stizzita, turbata. Quai
tratto ad amarla. Avevo sbadatamente parlato a quel modo.  Ella  mi piaceva immensamente, mi inspirava un rispetto
Il cuore intanto, testardo! rispondeva sempre di no.  Ella  però dimostrò, nei giorni appresso, voler quasi compensarmi
volar via a stormo, come degli uccellini spauriti.  Ella  mi guardava in un modo! Mi sorrideva con tal'espressione!
amato davvero! Chi non l'avrebbe creduto? Un giorno  ella  venne nella mia stanza, col volume del Poe. Scrivevo una
mia volta Quel volumetto, si sa, proprio divora il lettore:  ella  me ne aveva parlato Ma in quel punto le mie sensazioni non
noiose, noiose all'eccesso! Qual terribile confronto! Ecco;  ella  guarda ancora il libro buttato lí e tenta, forse,
ero, la notte, buttato vestito sul letto; e in tale stato  ella  trovommi verso le nove della mattina, quando, aperto
- Non ebbi la forza di darle subito una risposta; sicché  ella  accostossi premurosa sulla punta dei piedi al mio letto, e,
sempre vicina! - soggiunsi dopo E ribaciai la sua mano.  Ella  mi posò lievemente le labbra prima sulla fronte, poi sugli
mormorai nuovamente: - Mi ami dunque? - Dio mio! - fece  ella  portando, con acuta espressione di dolore, le mani al suo
in sé, fremente per tutta la persona con spasimo lieve,  ella  lasciavasi in pieno abbandono delle mille sensazioni onde
e le corsi incontro e la levai di peso tra le braccia.  Ella  die' un piccolo grido e nascose il volto sulla mia spalla
monotonia di accento che mi trafisse l'anima. Evidentemente  ella  pativa a star lí. Mi decisi a partire. - Per carità, stia
compianga. Prima di buttarmi la pietra del suo disprezzo,  ella  dovrebbe conoscere tutta la storia del mio cuore e della
posso reggere questo peso... E tu? Sarai malato anche tu?  Ella  mi stava di fronte, magnifica d'eleganza e di sveltezza
la condussi allo specchio. - Guàrdati! - dissi. - Ebbene? -  ella  domandò senza comprendere. - Non sei bella? - ripetei. -
a meditare, per rapirle un'idea..... - Ci penserò, -.-  ella  rispose, mentre le lagrime le scendevano per le guance
con un singhiozzo violento che pareva romperle il petto,  ella  si lasciò cader sul divano, portando le mani fredde alle
i capelli d'oro le fluivano giù per il fianco, ed  ella  s'inchinò lievemente, si distese quant'era lunga. - E' il
sommessa: - Vieni qui..... Io mi avvicinai. - Mi vuoi? -  ella  seguitò sottovoce. - Se posso darti un po' di gioia,
- Mi ami? - domandai, chinandomi verso la giovane. - No, -  ella  rispose nettamente. - Ti voglio molto bene: l'ho detto. La
anche fisicamente, così stesa e senza moto, a occhi aperti.  Ella  non pensava già più alle sue parole: riviveva forse il
era congiunta alla mia...... - Poiché sono di marmo, -  ella  disse maliziosamente,questo non ti fa male..... Rinchiuse
la rivelazione dello spirito che, certo, quella notte  ella  aveva dovuto avere. Non poteva mancare. Don Pasqualino, l'
muoversi. - Io, io, Bianca, - ripetè lui, impazientendosi.  Ella  sospirò profondamente, senza dire nulla: ma il respiro le
peccato mortale sulla coscienza? - No… non credo almeno, -  ella  disse, esitando. Tacquero. Il marchese Cavalcanti guardava
crudele, dimmi tutto. - Voi volete che io muoia, - ripeté  ella  disperatamente e rassegnatamente. - Sei una sciocca. Vuoi
tu veda e senta lo spirito. - No, non ve ne andate! - gridò  ella  sollevandosi sul letto e attaccandosi al suo braccio, con
dall'urto nervoso. - Ho paura di vedere, ho paura, -  ella  disse, pianissimamente, appoggiando la fronte sui braccio
figlia, per sostenerne il debole corpo convulso: e mentre  ella  più si nascondeva, attaccata a suo padre, come a una tavola
il marchese, ogni tanto, incoraggiandola teneramente.  Ella  rispondeva, sospirando: un sospiro che pareva un lamento,
le diceva un'altra volta, ostinato, spietato: - Che hai?  Ella  faceva un cenno con la mano, di orrore, come se volesse
egli fece per riporre il capo sui cuscini del letto, ma  ella  ebbe un fremito di paura. - Non mi lasciar sola, per amor
col respiro corto che parea le uscisse a stento dalla gola,  ella  ardeva tutta, il suo alito breve bruciava il collo del
lo spirito, mentre tutto l'animo di lui era una preghiera.  Ella  giaceva, sempre più affannata, mentre le ardenti mani
pare vogliano portare via in ventiquattr'ore un'esistenza.  Ella  affannava, bevendo l'aria dalla bocca schiusa, simile a un
gli occhi ardenti che l'insonnia spalancava, nelle tenebre,  ella  si sentiva piena di coraggio. Questo grosso uomo che
di visione dei cervelli che la veglia notturna esalta,  ella  si vedeva partire di casa, alle quattro, sorridendo un poco
qui tutti i suoi nervi tremavano in una vibrazione, ed  ella  nascondeva la faccia nel cuscino. Sì, tutto le pareva
vedendolo tutto aggiustato, tutto pronto, tutto bello,  ella  arrivava sempre all'estremo del suo sogno, a quell'arrivo
strisciava su un pezzo di potassa per cavarne le macchie,  ella  demoliva, in sè, silenziosamente, tutti i progetti della
le sembrava, di giorno, tutta una confusione, un imbroglio;  ella  avrebbe certo smarrita la via. Quando veniva la sera, tutto
era crollato, tutto era caduto, in polvere, scomparso;  ella  non aveva osato pronunziare una parola, fare un atto,
di una disfatta ingloriosa, in una battaglia dove  ella  non aveva avuto il coraggio nè di attaccare, nè di
mancanza di volontà nel giorno, venne il venerdì mattina.  Ella  non aveva deciso niente. Alle quattro doveva andare, poichè
quello che essa desiderava. Da questo interno convincimento  ella  trasse un po' di coraggio, per dire a Susanna: - Puliscili
a fare il medico. Mentre egli si spogliava per rivestirsi,  ella  lo seguiva passo passo, come per aiutarlo. - Sei contenta,
tutto sul letto. Dal mattino Susanna l'aveva pettinata,  ella  ripassò il pettine nei capelli, per lisciarli un poco, non
l'occhio sinistro: ma a una certa distanza non si vedevano.  Ella  detestava tutta quella brutta roba che si metteva addosso:
proprio, fino fino, senza scroscio, ma continuamente.  Ella  aprì i cristalli, mise una mano fuori, come se non credesse
dell'armadio. Niente, non vi era. - Guardiamo bene - diceva  ella  ancora, ostinata. - È inutile guardare, non vi è. Lo avrà
sono tanti ladri. Pioveva sempre e i vetri si appannavano,  ella  non vedeva più chi passava per la via. - Maddalena ce lo
niente. Fino a che, a poco a poco, cessò di piovere e  ella  si avviò. Alla porta sonarono: - È la lavandaia - disse
storto. Non l'ho trovato il marchese... Seguì un silenzio,  ella  si svestiva lentamente, riponendo man mano la sua roba.
giacchetta di casa domandò: - Che ore sono, Toto? - Le sei.  Ella  voltò, per un istante, la faccia verso la parete.
salviette, perché i forestieri vi scrivano il proprio nome,  ella  aveva scritto con una calligrafia punto inglese, punto
difese contro le signore, che mi parevano troppo maligne.  Ella  passò in quel momento improvvisamente, salendo dalla via.
che il vento del Nord e la neve offrivano alla luna.  Ella  sorgeva sopra mille punte di abeti, fra due montagne
dover soggiungere per cortesia: "Lei ama molto la musica?".  Ella  non rispondeva, guardava fuori nella tempesta nel baglior
che s'inganni. Credo che sia una compagna, una signorina".  Ella  appoggiò la fronte alle invetriate, come per vedere meglio;
più rotta dall'emozione. "Sono qui senza amici" disse  ella  "senza nessuno, e posso aver tanto bisogno di un'anima
ma di tristezza amara. Io tremava che, finito il pezzo,  ella  volesse appiccar discorso con lo Zuane. Avevo ancora negli
signorina Lisetta la scongiura di non parlargli adesso".  Ella  trasalì, m'interrogò con uno sguardo attonito e diffidente.
altro". "Non parlerò" diss'ella sottovoce, rapidamente. "Ma  ella  ha promesso il suo appoggio a me, sa, prima che alla
ho udita suonare, stasera". Mi scusai, con ottime ragioni.  Ella  preferì allora non pregare altri e accompagnarsi da sé.
rispose guardando la Fedele, come se gli parlasse di lei.  Ella  cantava allora con uno straziante spasimo nella voce: Ah
esitante dubitando se dovesse rivolgersi anche a lei o no.  Ella  gli accennò col capo di venire e, trattosi un anello, lo
a permettere che egli parlasse così davanti a lei; ma  ella  lo voleva. Aveva voltato il viso alle finestre, adesso. Chi
si ostinava a star lì? Le toccai leggermente una spalla.  Ella  m'indovinò, negò del capo con la stessa muta energia di
dodici anni perché questa creatura diventasse artista.  Ella  lo aveva promesso fin da bambina, prima a Dio poi alla
il sentiero del laghetto. "Vorrei andare al lago" disse  ella  tranquillamente come se tutto fosse oramai finito in pace;
Volevo ora domandarle che intendesse fare, e non osavo.  Ella  non parlava più. Passata la villetta C., mi disse che
La guardai, le stesi la mano senza poter parlare.  Ella  mi diede la sua. "So che ci muoio" soggiunse "ma in ogni
suora". Ci parve udir parlare nell'albergo. "Domani" disse  ella  in fretta "non venga mica a salutarmi quando parto. I suoi
esistenza. Cosí, durante gli anni passati tra le monache,  ella  si era sentita invadere da un senso di isolamento e di
sordamente e fortificandolo - forse invano!  ella  rifletteva - per una lotta nella quale già capiva di dover
confronto anche della messa bassa di tutti i giorni a cui  ella  aveva assistito in convento. Quei quattro ceri accesi
col piano e le spalliere coperti di cuoio, dietro i quali  ella  udiva il sommesso borbottio del rosario e i colpi di tosse
persistevano a durare. Fortunatamente in convento  ella  aveva appreso a suonare il pianoforte e vi si era
superare nell'esecuzione. Soltanto all'uscita del convento  ella  avea voluto provvedersi di una larga scelta di cose
ha l'esempio della mamma, di una santa ... - E se ...  Ella  s'interruppe, irrigidendosi, facendo un visibile sforzo di
dire tutto. Mi sarei confidata con mammà se non sapessi che  ella  non ha altra volontà all'infuori di quella di mio padre. Ho
Faccia a modo mio ... Dio l'aiuterà ... E in questa maniera  ella  eviterà a sé e ai suoi genitori gravissimi dispiaceri ...
indurre ad accettare il consiglio del confessore. Avrebbe  ella  avuto la forza d'animo di aprire il suo cuore a una persona
Si era rivista sposa, madre, quasi schiava di un uomo che  ella  aveva rispettato senza mai poter arrivare ad amarlo; e
fosse decisa a confidarsi con lei, che cosa avrebbe potuto  ella  fare per impedire la disgrazia? Dio aveva disposto cosí: i
abbandono alla marchesina proprio come se colui al quale  ella  inviava, a quel modo, il grido del suo cuore, le avesse
non le parole, anzi quel che esse non osavano di esprimere,  ella  se n'era subito accorta. - Ora che sua madre sta meglio,
desiderare di rivedersi? È sciocco quel che io dico ... -  Ella  aveva interrotto la conversazione col pretesto che
di quel viso pallido che già stava per dirle quel che  ella  aveva indovinato, quel che l'aveva turbata profondamente
una nova coscienza di se stessa. Quante volte non aveva  ella  evocato questi ricordi nella solitudine della sua camera, e
convinto che lei dimenticherà presto le mie parole ... -  Ella  gli aveva accennato di tacere, tremante di commozione, ma
palazzo nelle rare occasioni che vi andava. Quelle lettere  ella  non le rileggeva piú; già le sapeva a memoria: lettere
loro corrispondenza e incoraggiato a non sospettare di lei.  Ella  si dichiarava sempre pronta a combattere contro ogni
salir dal cuore una forza inattesa! Davanti a quell'uomo  ella  avrebbe parlato forte, dignitosamente, da vincerlo in pochi
e le strozzava le parole in gola. - Parliamone piuttosto -  ella  balbettò - mentre siamo in tempo. Ho fatto appello alla
Parlate sul serio? - Come se fossi in punto di morte! -  ella  rispose. - Ho detto cosí non perché io dubiti della vostra
La sottomissione ai riguardi, ai pregiudizi della razza  ella  la portava nel sangue. Cosí avevano fatto l'ava, la nonna,
avvenire diversamente! Quando il pericolo era lontano  ella  si era illusa che avrebbe saputo sfidarlo e superarlo: ora
di lei, la confessione fattagli, e ne aveva riso; ora che  ella  era stata incapace di mostrare la minima resistenza alla
di salvezza riposta nella generosità di quell'uomo; ora  ella  sentiva soltanto l'orgoglio di non dover dare a nessuno la
facilmente il dolce conforto di quell'amore dal cuore!  Ella  sentiva anzi, nel momento che il barone rispondeva ai
aveva preso a memoria come soleva con le sue prediche -  ella  sentiva anzi in quel momento qualcosa di piú che la fiera
mettesse in atto; e con questo senso di prossima vendetta,  ella  toccò la coppa da sciampagna che il barone le stendeva; e
- Con me bisogna stare sempre allegri! - Invece  ella  era sempre piú cupa e piú chiusa che mai. Sacrificarsi alla
rendono vigliacchi i piú risoluti caratteri! Talvolta  ella  amava figurarsi che il barone, all'ultimo momento, si
o una bassezza! E si sdegnava riconoscendo che era vero:  ella  non sarebbe stata capace di commettere una bassezza o una
di Pietrerase, la situazione non era piú la stessa;  ella  acquistava, quel giorno, piena libertà di azione. Suo
fino all'ultimo! Appunto il giorno precedente alle nozze,  ella  parlò al barone: - Ascoltatemi attentamente: debbo dirvi
piú! Mai piú! - E per calmare la desolazione della mamma,  ella  scrisse su un foglio: - È un voto! Lasciami fare, mammà ! -
Una gran serenità le risplendeva nel volto, nella persona.  Ella  andava e veniva per le stanze, accennando benevolmente alla
l'idea di tal pericolo. Non se ne mostrò affatto scossa.  Ella  aveva un mezzo per manifestare i sentimenti del suo cuore;
fuori dell'aperto balcone, volava via, lontano, lontano!  Ella  non sapeva precisamente dove indirizzare quelle note
impeti scortesi da parte di suo marito. Una notte  ella  avea sognato che, nell'assenza del barone, la posta le
cosí affettuose e cosí tristi parole, non era piú!  Ella  però non lo rimpiangeva. Se lo sentiva accanto, invisibile,
saperlo morto fedele a lei, come la sognata lettera diceva!  Ella  avea sentito parlare tante volte di sogni veritieri. Anche
inattesamente, realizzando il suo sogno! Fin allora  ella  aveva soffocato la ripugnanza che le ispirava il contatto
opererà il miracolo! Vedete che vita mi fate fare? -  Ella  crollava la testa, negando. Il barone infatti per
andava a sedersi sul canapè di faccia al pianoforte mentre  ella  suonava, rimproverandole talvolta che avesse suonato
lavori nel fondo di Saccorotto datole in dote dal padre; ed  ella  aveva cosí potuto abbandonarsi interamente al triste
negli occhi; il barone stupito di vederla reagire,  ella  mordendosi la lingua per non rompere il giuramento di non
le corse dietro. - Via! via! Sono stato un po' vivace ... -  Ella  entrò rapidamente nella stanza vicina e gli chiuse l'uscio
neppure per lamentarsi! Perché avrebbe dovuto lamentarsi?  Ella  era lieta di morire. E affrettava la morte fingendo di
fisso negli occhi. - Perdonate, figliuola mia? -  Ella  assentí con un'altra stretta. - Dite qualche parola di
delle grandi dame, e non volendo neppur riconoscere che  ella  avesse maniere garbate e insinuanti, dicevano che Cecco era
Questi discorsi erano arrivati all'orecchio di Vezzosa, ma  ella  era così felice, che non ci aveva badato; peraltro, quando
impeto d'avarizia di Maso, dei fratelli e delle cognate,  ella  era trattata da loro con una cordialità come se avesse
vieni qua; che ne dici, Vezzosa? Vezzosa, aiutami"; ed  ella  andava da un punto all'altro della casa, svelta, senza far
riuscito a dare a Vezzosa una riparazione morale, e quando  ella  scese, disse alla mamma: - Volete raccontarci la novella? -
che per le imprese di guerra. Quando fu in età da marito,  ella  rifiutò a uno a uno tutti i signori che la chiedevano in
mobile di quercia un libro, ornato di figure di santi.  Ella  non sapeva leggere, ma dalle immagini miniate dalla mano
di una numerosa processione di monache. La mattina dopo,  ella  scese il ponte levatoio del castello per recarsi sul luogo
gambe, la povera bestia seguì Sofia fino al luogo ove  ella  aveva in mente di costruire il monastero, e giunta colà
mattina dopo, nonostante che la neve ricoprisse il terreno,  ella  uscì con la solita scorta per andare a visitare la mula; ma
vegliare sul figlio, poiché era in uno stato miserando. Poi  ella  distribuì armi, assegnò a ogni uomo il proprio posto e,
castello fossero sbarrate e non si aprissero altro che se  ella  avesse sventolato il gonfalone con san Giovanni
il gonfalone con san Giovanni Evangelista. Nel monastero  ella  fece pure preparativi di guerra, schierò dinanzi a quello e
se essi, sgomenti, non si fossero dati alla fuga. Allora  ella  prese dalle mani di Corrado da Barberino il gonfalone con
Il messo fu ricevuto da Sofia in abito da cavaliere.  Ella  accondiscese ai patti, purché i signori di Porciano
da ognuno di fellonìa. Non temendo dunque nessun attacco,  ella  si dava alle cure del suo monastero, agli esercizî
e la Badessa sola rimase a guardia del castello.  Ella  visse lungamente e la mula si mantenne sempre forte e agile
è Pasqua; ci hai poco più da tribolare, abbi pazienza!  Ella  gli rivolse uno sguardo pieno di gratitudine e non disse
non vuol lasciarsi persuadere del contrario. "Ecco Ruggero"  ella  disse, sentendo picchiare all'uscio. Invece era il
dolori, quantunque cotanto diversi. Poteva mai dirle che  ella  faceva quel triduo per impetrar pace al suo povero cuore?
spina che le si conficcava tanto più fonda, quan- to più  ella  tentava di strapparla? Poteva mai dirle le notti insonni, o
per ottenere un buon esito. Un giorno, all'improvviso,  ella  s'era ritirata dalla finestra, sor- ridendo; e poco dopo
finestra, o l'aveva veduta affacciarsi appena giunto, quasi  ella  stesse in ascolto per sentire il rumore dei passi di lui
poche cime di spighe" disse. "Hanno un odore troppo acuto"  ella  rispose. "Ne vuole qualcuna?" Stendeva la mano in atto di
"No; può cascare!" "Ho studiato ginnastica." "No!"  ella  insisteva, vedendolo salire lestamente di ramo in ramo.
..." E per chiasso lo scosse facendolo piegare. "Cattivo!"  ella  esclamò. E si ritrasse dalla finestra. Però guardava
accingersi a discendere. La risposta non venne. Solamente  ella  lo seguiva con gli occhi mentre si lasciava calare tra un
Non lo faccia più!" "Che cosa dovrò fare dunque?" "Niente"  ella  rispose. Perché rimaneva alla finestra? Quella breve
penoso. Le si accapponava la pelle anche sveglia, quasi  ella  fosse sfuggita davvero alle minacce di morte di
scena." "Sei ghiaccia! Senti? Il Padreterno si sfoga."  Ella  chiuse gli occhi, rovesciando supina la testa sul
proprio sul capo e la sollecitassero a levarsi. Ma  ella  rimaneva inerte, col cuore ansante, come sconvolto da un
lasciata libera e pa- drona di se medesima! "No! No!"  ella  balbettava ansante, spalancando gli occhi al sentirsi
- diceva Vezzosa in tono supplichevole al marito, che  ella  aveva chiamato da parte per sottrarlo alle insistenze dei
abbandonarla. Intanto battezziamola, poiché non sappiamo se  ella  sia cristiana. La bimba dormiva ancora, ma quando l'Abate
maggiore in persona le gettò l'acqua lustrale sulla testa,  ella  aprì gli occhi, e, invece di mettersi a piangere, schiuse
da Buona e la trovava sempre allegra, sana, sorridente.  Ella  si baloccava con Lupo, si gingillava con i fiori, cantava
correva loro incontro e parlava loro con affetto. Appena  ella  ebbe sette anni, l'Abate, che molto si occupava di quella
e a tale scopo le affidò alcune pecore affinché  ella  le portasse a pascere. Poi l'Abate diede incarico a fra'
nel quale Buona aveva cura di mantenere sempre il fuoco.  Ella  imparava con una facilità straordinaria, ed era così
esser coraggiosa, quasi temeraria. Un giorno di autunno  ella  aveva spinto il gregge verso l'Abetiolo, per trovare un po'
d'infanzia e che ora s'era fatto alquanto vecchio; ed  ella  camminava svelta, chiamando le pecore quando cercavano di
e le gridavano: - Figlia della Madonna, prega per noi!  Ella  era davvero sicura in quel paese deserto, e mentre filava,
pregava. Quel giorno dunque, mentre badava al gregge,  ella  vide Lupo diventare inquieto e correre di qua e di là,
cara alla Madre del Signore; - disse fra' Buono, - poiché  ella  è veramente santa, e la Madonna si servirà di lei per
- domandò l'Abate. - Padre santo, l'umile capanna ove  ella  abita è sempre olezzante di gigli e viole; il corpo di lei
di lei non è stato mai soggetto a nessuna infermità; quando  ella  canta le laudi della Vergine, gli uccelli corrono a stormi
dai boschi e le si posano sulle spalle; le piante che  ella  coltiva dànno fiori, anche quando soffia il tramontano. Ed
in quel carcere, non faceva altro che piangere e pregare;  ella  piangeva Corso, che supponeva morto in seguito alle ferite,
dal giorno che la fanciulla fu raccolta da fra' Buono, ed  ella  s'era fatta bellissima di viso e di corpo, e tale appariva
talvolta essi risanavano, così nessuno più dubitava che  ella  fosse già santa in vita. Ora avvenne che il conte di
nulla. Soltanto quando il Conte le narrò la storia truce,  ella  comprese e disse: - Liberate l'infelice madre mia! Questo
Conte; ma nonostante le ricche offerte di maritaggio,  ella  volle rimanere libera e non dismise mai l'abito bianco dei
mai l'abito bianco dei Camaldolensi. Rimasta orfana,  ella  cedé ai parenti il castello di Poppiano e i feudi annessi,
avrebbe toccati: i campi intorno alla cantoniera dove  ella  viveva col padre ed i fratellini, erano completamente
suoi fratellini che cercavano grilli. «A casa! Subito!»,  ella  disse con la sua bella voce ancora infantile. «No!»,
anch'io, insegnatemi da mia madre. Aspetta, senti questa.»  Ella  recitava qualche strofa in dialetto logudorese, poi
i parenti di mia madre erano nobili ed istruiti: tuttavia  ella  non volle sposare il vecchio proprietario. Vide invece mio
bello come una bandiera, se ne innamorò e fuggi con lui.  Ella  soleva dire, mi ricordo: "Mio padre mi ha diseredata, ma
madre il vecchio possidente ... perché io sono povero ed  ella  ha molti soldi. Ma che cosa importa? Ella è vecchia e morrà
io sono povero ed ella ha molti soldi. Ma che cosa importa?  Ella  è vecchia e morrà presto; noi siamo giovani, Olì, ed io
egli disse, appena Olì gli rinfacciò la sua menzogna, «sì,  ella  adesso è povera, ma quando la sposai era ricca. Dopo le
quando le montagne lontane si confondevano col cielo,  ella  seguiva con uno sguardo triste i fratellini seminudi, neri
il paesaggio con le loro grida di uccelli selvatici,  ella  pensava al giorno in cui avrebbe dovuto abbandonarli per
in cui avrebbe dovuto abbandonarli per partire con Anania.  Ella  aveva veduto l'anello ritrovato dal giovine, e sperava e
festa e alla notte canteremo.» «Oh, mio padre non vorrà!»,  ella  disse sospirando. «Ma è curioso quell'uomo! Si vede che non
è curioso quell'uomo! Si vede che non conosce mia moglie:  ella  è decrepita come le pietre», disse Anania, sempre
vuoi andartene così presto? Che farò io senza di te?» Ma  ella  si alzò tutta vibrante. «Forse ci rivedremo domani mattina,
e tremava, e la sua voce commoveva Olì fino alle lagrime.  Ella  rimase. Solo in autunno zio Micheli si accorse che sua
ribellò. Prese Olì per un braccio e la cacciò via di casa.  Ella  pianse, ma zio Micheli fu inesorabile. Egli l'aveva
l'aveva avvertita mille volte; e forse avrebbe perdonato se  ella  avesse peccato con un uomo libero; ma così no, non poteva
così. Ora ti racconterò perché mio marito si fece bandito.»  Ella  disse si fece con una certa fierezza, non priva di vanità.
fiabe che Anania aveva narrato ai suoi fratellini: ed ella,  ella  stessa, con la sua miseria infinita faceva parte della
«Un motto ... », egli sussurrò. «Ma che morto! ... »,  ella  disse ridendo, improvvisamente allegra. Ma quando fu a
urlava ancora più tonante, smuovendo e sbattendo le assi,  ella  ripensò ai racconti della vedova, all'uomo mascherato che
del sentimento ispiratomi di primo tratto. - Signore -  ella  mi disse dopo un pezzetto con accento cortese ma fermo; -
donna che non conosce -. E siccome lí il viale biforcava,  ella  prese dall'altra parte. Non mi diedi per vinto. Girai dal
Un profondo sentimento di ammirazione mi chiuse la bocca.  Ella  passò oltre lentamente, rilevando colla mano sinistra la
- è una ragione di piú per cominciare a conoscerci -.  Ella  fece un segno del capo come per dire: - Niente affatto! - E
il cuore fortemente. Eravamo riusciti sul corso Venezia,  ella  avanti, io dietro ad una diecina di passi. Ella ora
Venezia, ella avanti, io dietro ad una diecina di passi.  Ella  ora fermavasi ad osservare le mostre delle botteghe e si
Fui piccato dall'accorgermi che, appena sulla soglia,  ella  si era voltata un istante proprio per accertarsi se le
rapito qualcosa ai lembi della sua veste toccati mentre  ella  passava; l'aria intiera n 'era impregnata; gli atomi
assicurato, a voce o in iscritto, di averlo ottenuto. "Se  Ella  - conchiudevo - potesse immaginare gli effetti prodotti dal
indignarmi di quel che suole accadervi. Perché rivederci?  Ella  parla di tranquillità perduta, di apparizioni celesti! Oh,
celesti! Oh, è proprio troppo! Arrestiamoci qui, ed  ella  non si curi piú di una persona che non ha nulla per
alcuni minuti di ritrovo in qualunque posto le aggrada.  Ella  è per me circondata da una nube, come una dea degli antichi
la donna quella che mostra piú spirito. - Mi avvedo -  ella  disse - di aver avuto torto a dar retta alle sue insistenti
- feci io. - Non si penta di un'opera buona. - Ebbene -  ella  riprese - che vuole da me? - Poco, nulla! ... Se fosse
... Se fosse possibile ... essere riamato! - Dica tutto! -  ella  esclamò sorridendo. - E quando l'avessi riamato? - L'amore
ancora e, quasi, non vorrei mai capirlo. - Ho marito! -  ella  rispose sospirando e chinando il capo addolorata. - Che
Non ci vedremo piú - mi disse dopo con accento commosso. -  Ella  tornerà alle tranquille occupazioni della sua vita; io ...
di gente. - Abbia l'amabilità di accompagnarmi un pochino -  ella  mi disse avviandosi verso il Naviglio. - Come passano
cuore non mi ha ingannato. - Abbiamo scherzato col fuoco -  ella  disse ridendo: - non ripetiamo lo scherzo -. Per un buon
c'era evidentemente nulla di preciso e di determinato. Se  ella  non avesse avuto il marito? Se fosse stata una donna che
dal terreno inzuppato dalla pioggia. - Mi aspettava? -  ella  disse, mostrandosi sorpresa di trovarmi. - Sicuramente -
ragionare a bell'agio. - Abbiamo ben poco da dirci! -  ella  fece, chiudendo il suo ombrello per prendere il mio braccio
fu piú sentimentale, piú vaporosa dell'altra volta.  Ella  era contenta di vedermi già savio. Finché duravo cosí,
per dire: guarda un po' come si va di carriera! E intanto  ella  parlava di mille piccole cose, del tempo, della pioggia la
Certosa di Garignano e a un mio villino in quei pressi; ed  ella  rispondeva di no, specie pel villino di cui, diceva, era
a lungo? Oibò! Mi sarei presto annoiato, stancato; già  ella  mi secondava unicamente per provarmi che aveva ragione a
Perché non viene a vederle? - le avevo subito risposto. Ma  ella  aveva affrettato il passo, dicendo di no. Quella sera, come
collo sguardo. Forse, se avessi pronunciato una parola,  ella  non si sarebbe indotta a salire; ma quel linguaggio intimo,
soggiunse - la prego, andiamo fuori! La precessi col lume.  Ella  non parve pienamente rassicurata che quando fu sul
di una vendetta minacciatale spesso da quell'uomo brutale,  ella  non aveva mai dato nulla a ridire sulla sua condotta. -
che scaturiva da questa nuova fase della nostra relazione.  Ella  n'era commossa e nello stesso tempo atterrita. Ne capiva
una felicità perduta; ed io ricercavo la sua mano ed  ella  me l'abbandonava come suol farsi nei momenti di grave
cuore le impressi ripetutamente i primi baci sulla fronte.  Ella  taceva come venuta meno, agitata per tutto il corpo da un
improvvisamente fiorito sotto la bacchetta di una fata.  Ella  andava, veniva, sorrideva, mi interrogava, mi faceva delle
una felicità che le pareva fuggisse via di mano in mano che  ella  si accorgeva diventasse piú intensa. E ques to metteva
vasi di fiori. Rimpetto al tavolo dove leggevo o scrivevo,  ella  situò il suo tavolino di lacca intarsiato in madreperla,
ai giardini pubblici, non ne parlammo nemmeno una volta.  Ella  si chiuse in casa pari a quelle femmine di uccelli, che nel
In confuso capivo forse anch'io che qualcosa di ciò che  ella  prevedeva dovesse finalmente avvenire; ma m'illudevo
che la Cecilia aveva voluto nascondermi la verità? Sí,  ella  aveva pianto! E non mi era passato pel capo di dirle una
imbarcati io colla spensieratezza di un uomo appassionato,  ella  colla rassegnazione del sagrificio di una donna che ama!
sua madre; e crollava le larghe spalle con aria di sprezzo.  Ella  doveva nascondergli le sue sofferenze per non essere
Tutti i calmanti riuscivano vani; li respingeva  ella  stessa, con orrore, lagnandosi che tutti la facessero
una bella cuffia - disse l'Ida, ridendo per distrarla.  Ella  non volle la cuffia; anzi si tolse un fazzoletto ch'era
- Si metta a sedere, così; ma non si agiti, la prego.  Ella  era veramente sbigottita; tremava, colla fronte coperta di
ed essendo comparso all'improvviso davanti a Teresina,  ella  arrossì, tutta confusa, con un sentimento recondito di
acquistata, senza guardarla, una partita di libri vecchi,  ella  pose le mani sopra un libriccino gualcito. Il titolo
la loro bianchezza sudicia risaltava sul fondo nero.  Ella  non era contenta. Tornò a raccattarli e li volle abbruciare
come le parole, che non svanivano come i sorrisi, che  ella  aveva distrutte in un esemplare ma che esistevano in mille
di lui venne a mischiarsi alle rimembranze lascive,  ella  provò la maggior vergogna della sua vita. Le parve di veder
che nessuno di loro sentiva, e quei baci di cielo in cui  ella  credeva di dare l'anima. A poco a poco la pace entrava in
da lontano, con ondulazioni malinconiche e paurose. Ma  ella  resisteva anche ai frizzi acuti della brezza notturna;
mai piú tanta libertà in avvenire. - È un'imprudenza! Ma  ella  era già fuori, stizzita di vederlo esitante. La luna
Andrea non rispose nulla. - A quest'ora tutti dormono -  ella  disse poco dopo. E rizzava la testa verso quelle persiane e
ricercando la mano, amorosamente irrequieta. - Oh! Oh! -  ella  fece, arrestandosi dopo alcuni passi. Quei lampioni che
il golfo di Napoli! Che spettacolo! - Ah! ... Napoli! -  ella  rispose, distratta. S'intesero i tocchi argentini d'un
anzi, istintivamente, con un timore vago di peggior male,  ella  aveva impedito a Giovannino di parlare con la sua matrigna.
eccitamento in cui si trovavano i suoi nervi, da venti ore:  ella  non aveva avuto da quella donna un solo beneficio, mai:
non aveva avuto da quella donna un solo beneficio, mai:  ella  le doveva tutte le sue torture, tutti i suoi pianti, tutte
dei loro balconi, salutando Chiarina con aria festevole.  Ella  chinava il capo e arrossiva: tutti quelli che incontrava,
che aveva fatto fare un triduo, a sua insaputa, perché  ella  fosse felice con la volontà della matrigna mettendosi in
e quando egli parlava con quel suo tono basso, seduttore,  ella  involontariamente si fermava dal lavorare, le mani
nel cuore di Chiarina la collera fervidamente giovanile che  ella  avea contro la matrigna: ma il ricordo delle pene di suo
non si cancellava. Non voleva domandarle nulla, ecco. Se  ella  aveva mal giudicato la sua matrigna, se ella era stata
ecco. Se ella aveva mal giudicato la sua matrigna, se  ella  era stata ingiusta verso questa donna, la ragazza voleva
tela e di mussola portavano un timbro, un timbro curioso:  ella  capì subito che era dell'agenzia di pegni e spegni di sua
a guardare la sua fidanzata con tanta tenerezza, che  ella  si sentiva morire d'amore, le parlava con tanta dolcezza,
sentiva morire d'amore, le parlava con tanta dolcezza, che  ella  smetteva di lavorare, vinta: e la macchina taceva, Ora,
soli soli, tenendosi per mano, nella gioia come nel dolore:  ella  sarebbe libera libera, accanto a lui, per sempre, divisi
solo dalla morte, ma uniti anche di là, poiché  ella  credeva. Oh venisse presto questo giorno in cui ella
poiché ella credeva. Oh venisse presto questo giorno in cui  ella  sarebbe uscita dalla casa dove aveva tanto sofferto, per
della macchina. Quando Giovannino si levò per andarsene  ella  si alzò, risolutamente, seguendolo fin fuori la porta. Là
mia" disse lui, carezzandole i capelli, lievemente.  Ella  si schivò: "Dovremo, dunque, vivere con la sua elemosina?".
dover vivere in casa della matrigna, mangiando il pane che  ella  le dava per carità. che tante volte le aveva rinfacciato di
conoscere il sindaco e l'assessore del ramo. Vagamente,  ella  s'appagava per poco, ma poi intendeva che egli non cercava
gli aveva risposto incertamente. Ma poi, a poco a poco,  ella  aveva cominciato a precisare chiaramente le sue cose e
a sapersi" disse lui, quietamente, buttando la sigaretta.  Ella  non replicò. Egli aveva su di lei un potere assoluto, lo
le chiese sottovoce. "Soffro, mi fai soffrire" rispose  ella  quasi svenendo. "Non far la sciocca, lasciami fare,
sulla piazza, la vide tornare accompagnata da Giovannino.  Ella  si ritrasse indietro, colpita, ma inconscia ancora. La
delle parole vaghe, quasi per stordirla nel suo dolore.  Ella  ascoltava, ancora fremente, chetandosi a poco a poco; egli
per amor tuo, per non farti vivere di elemosina...".  Ella  singhiozzò nell'ombra. "Non piangere, Clara, non c'è da
che la tua matrigna si rimariti. Allora staremmo freschi!".  Ella  lo guardò nell'ombra. "Ma non lo farà, credo" soggiunse
". "Mi dai un bacio?". Era la prima volta che lo chiedeva.  Ella  fece un passo indietro, appoggiandosi allo sportello del
del palazzo Santobuono, che la chiamavano la sposa:  ella  sorrideva, la fanciulla, come una febbricitante che ha i
 ella  non aveva dei romanzi pel capo. Tutti quegli imbecilli che
Andrea Gerace che non le aveva mai detto nulla, quantunque  ella  capisse che quegli occhi neri che se la divoravano
dove la cara melodia di quella sera si andava perdendo. Ma  ella  si arrestava tutt'a un tratto, piena di terrore: - No! No!
gli occhi di Giacinta. - Da amico, non mi domandi altro -  ella  rispose, porgendogli una mano che Andrea strinse piú volte.
- Un leggero disturbo ... di stomaco, una cosa da nulla.  Ella  gli tastava la fronte: - Come hai ghiacce le mani! Che cosa
Giacinta. - Grazie. Lasciami stare; non farmi parlare.  Ella  gli sedette al fianco. Andrea restava immobile, senza
sfuggirle. - Scusi. Che può importarle di tutto questo? -  ella  riprese con tristezza. - Anzi, m'interessa tanto! Nel
e strettale forte la mano, andò via senza dire una parola,  ella  non si mosse; ma guardò lungamente l'uscio dietro cui egli
creata dall'amore. Cimone amava la fanciulla greca. Invero  ella  era bellissima: era l'immagine della forte e vigorosa
che nel dolce linguaggio greco significa Vergine.  Ella  godeva sedere sull'altissima roccia, fissando il fiero
tutto il mondo. Ma presto questi sogni svaniscono. Ora  ella  ama Cimone, con l'unico possente, imperante amore della
e nella sua voce armoniosa vibra la passione: - Io t'amo -  ella  dice -, partiamo. Sono mille anni che il lido imbalsamato
è vero. Parthenope non ha tomba, Parthenope non è morta.  Ella  vive, splendida, giovane e bella, da cinquemila anni. Ella
Ella vive, splendida, giovane e bella, da cinquemila anni.  Ella  corre ancora sui poggi, ella erra sulla spiaggia, ella si
e bella, da cinquemila anni. Ella corre ancora sui poggi,  ella  erra sulla spiaggia, ella si affaccia al vulcano, ella si
Ella corre ancora sui poggi, ella erra sulla spiaggia,  ella  si affaccia al vulcano, ella si smarrisce nelle vallate. È
ella erra sulla spiaggia, ella si affaccia al vulcano,  ella  si smarrisce nelle vallate. È lei che rende la nostra città
questo amore che la prendeva tutta, anima e corpo? Perché  ella  amava molto sua madre, ma non aveva mai passate le notti a
comprensione la rendeva mesta; all'alba felice dell'amore  ella  non poteva avere che pensieri rosei. Cantava pateticamente
passare impunemente, guardando le finestre della Portalupi;  ella  sorrideva. Sorrise anche una mattina, che passò il
appunto, vigilando al mattino il passaggio del procaccio,  ella  aveva ricevuta una lettera; una vera lettera d'amore questa
madre, la lentezza delle ore sul quadrante dell'orologio,  ella  si sentiva opprimere spinta da desideri, da aspirazioni
il piú dolce nome della terra. Né solamente colle stelle  ella  componeva quel nome. Nelle ore in cui, Cenerentola
giovane le fosse apparso, non poteva sorprenderla, perché  ella  lo aveva sempre con sé; si meravigliava anzi di non vederlo
Queste lettere oramai formavano un piccolo volume che  ella  non riusciva piú a nascondere in seno. Dopo lunghi
Rispondere a codeste lettere non era un piccolo pensiero.  Ella  si sapeva illetterata, ignorante d'ogni artifizio di stile,
guardato; ma non era per ciò che la fanciulla si crucciava.  Ella  pensava a quel ritratto di donna. Le tre messe le parvero
la verità. Sottoscrisse come il solito, "fedele Teresina".  Ella  era ben sicura di restargli fedele, sempre, fino alla
giorni lo studente capitava a farle un'improvvisata.  Ella  cuciva, accanto alla finestra, e lo vedeva a un tratto
passava, rasente il muro, mormorandole una dolce parola;  ella  lasciava cadere l'ago, oppressa da un turbamento delizioso.
in volto, con una sovrabbondanza di gesti e di parole,  ella  tentò di far capire come Orlandi l'amava; ma la pretora
avea sfiorato la guancia di Giulia e in quel soffio  ella  intravvide l’inutilità e il pericolo della intrapresa
sorte; non agli uomini integri e intelligenti, - rispose  ella  sdegnosamente. - Suo fratello ha dinanzi a sé un grande
in testa. Franco sorrise malignamente. Dunque, - riprese  ella  con calore, - ci vuoi tanta fatica a persuadere qualcuno
seduta sul parapetto marmoreo della fontana disseccata.  Ella  si gingillava coi nastri di velluto e sul volto contratto
su Cavour e il parlamentarismo in Italia, e da quelle  ella  raccoglieva la narrazione delle più memorabili sedute, i
inventate da un poeta e usate tanto in questi ultimi anni.  Ella  me Io spiega, traduce in opera quelle parole, ogni giorno
di benefizj? - Velleda, - disse Roberto fissandola, -  ella  lavora non solo per farmi eleggere, ma mi prepara anche
ognuno vorrebbe frugare nel suo passato e ogni persona che  ella  avvicinerebbe, atteggerei besi a inquisitore dei nostri
e me la offra in segreto; è un sogno irrealizzabile forse?  Ella  fece questa domanda abbassando la testa, soffusa di una
la eloquenza vera e con la serietà dei suoi intendimenti.  Ella  avrebbe ripreso a scrivere, per occupare le lunghe sere
degli antichi doveri. Nessuno avrebbe mai saputo che  ella  ne era l'autrice; Roberto doveva trovarle a Roma un editore
era l'autrice; Roberto doveva trovarle a Roma un editore ed  ella  ne voleva pagare la stampa con le sue economie e farla
nei loro cuori come il ricordo di una musica divina.  Ella  aveva preso il lavoro e i fiori sbocciavano sotto le sue
diceva che il nome del marito di Velleda era Crespi; ma che  ella  faceva bene a ripudiarlo e a portare quello del padre, per
sempre e sempre più si attaccherà a Velleda e sempre più  ella  insuperbirà della gloria di lui! Ah! è atroce la mia sorte;
a Maria che e inutile che si culli in quei pensieri, che  ella  si chiamerà sempre Maria Frangipani e che nessun titolo
disse a bassa voce a Velleda: Ci sarà fatale, Franco?  Ella  non rispose. I suoi presentimenti erano sinistri, ma non
non lo permette. ? Dove sono ? Presso amici. ? Anarchici? -  Ella  è anarchico? - domanda la voce. - Uno dei capi. Abbiamo
per la società odierna. Il popolo sarà un giorno maturo? ?  Ella  è ancora qui? ? domanda dopo una pausa. ?SÌ. - Dove mi
piccola parte risparmiata dalle fiamme ? è la risposta. ?  Ella  è dunque? ? chiese spaventato. ? Un cappuccino. La chiesa è
che non mentiscono agli altri e a se stesse. Tre giorni fa,  ella  era seduta presso quella finestra dirimpetto al tavolino
nei giorni piú felici, io le avevo proposto, a quest'ora  ella  non sarebbe chi sa dove, abbandonata a chi sa quale
volta che io le ripetei, insistendo, quella proposta,  ella  rispose: - Che temi? Non dobbiamo essere piú orgogliosi di
ch'ella si sdegnava quando sentiva parlare di divorzio.  Ella  pensava che la gran virtú del matrimonio insolubile
circostanze che poi si lasciano dietro grandi rimpianti.  Ella  pensava anche che il matrimonio civile è incompleto se non
Soltanto ora comprendo la immensità del suo sacrifizio.  Ella  ha voluto che io fossi libero di dividermi da lei il giorno
accorto di non poter piú vivere insieme, il giorno in cui  ella  avrebbe potuto essere un ostacolo, un impaccio, una
Ormai! - E un altro mi suggerisce: - Niente è perduto!  Ella  ti ama troppo da non essere felice di ricominciare da capo!
lungo a pronunziare) si era accostato a miss Elsa appena  ella  aveva fatto pochi passi nella piazzetta. - Ah! Non è
di fare qualche miglio per la campagna, sola sola ... -  ella  continuò rivolgendosi al giovane. E rideva. - E se suo papà
il piacere che sentiva di poter accompagnare miss Elsa.  Ella  si avviò lesta e sorridente verso la Banca notarile,
la rendeva più bella. - Il male di qui, di voialtri tutti -  ella  riprese - è questa rassegnazione mussulmana. Dite: - È
- Riconoscere i propri difetti è già un bel passo -  ella  riprese. - Ma non basta. Lei che è giovane può far molto.
delle faccende domestiche. Così le Marcucci seppero che  ella  s'era maritata da pochi anni, ed era figlia di un
per farne, col tempo, una cameriera. A Camaldoli  ella  non avrebbe portato altro che una vecchia cuoca, che aveva
sempre vedere e sorvegliare. L'Annina fu interrogata, ed  ella  rispose, sorridendo dal piacere: - Così mi guadagnerò il
per lei; e soltanto quando la signora fu in carrozza,  ella  poté riaversi dallo sbalordimento. Naturalmente, tutto il
La ragazza capì che doveva cedere, e, nonostante che  ella  si sentisse sanguinare il cuore, disse a Gosto: - Va', e
un coltello e un bastone. - Queste tre reliquie, -  ella  disse, - non sono mai uscite dalla mia famiglia. Ecco il
di nulla perché avrai tutto ciò che potrà farti felice.  Ella  lo aveva fatto entrare in una seconda sala tutta tappezzata
conosceva, ma molte ancora che non aveva mai viste. Poi  ella  andò presso un piccolo vivaio, che era in fondo al giardino
A ogni grido si vedeva guizzar sull'acqua un pesce, che  ella  metteva in una rete d'acciaio. Quando la rete fu piena,
a sposare l'Incantatrice, e il dì dopo le nozze  ella  ci ha ridotti come vedi, e come aveva già ridotti i nostri
della ragazza come farebbero le stecche di un arcolaio. Ma  ella  non si lamentava, sapendo che ogni passo la riavvicinava
ebbe indossato il ricco abito, pareva proprio un cavaliere.  Ella  ringraziò il Nano, il quale le diede ancora alcune
con un sol volo fino allo Scoglio del Diavolo. Giunta colà  ella  disse: Uccello, bell'uccello, Ritorna bastoncello; Or son
quest'isola, e voglio fargli lieta e cortese accoglienza.  Ella  mosse dunque incontro a Santina, dicendole: "Cuor mio! Amor
ritornarono uomini com'erano prima dell'incantesimo. Quando  ella  fu per partire, vide arrivare l'omìno della montagna, che
per portare sulle coste di Romagna tutta la gente che  ella  aveva salvata. Il bastone di san Francesco ubbidì subito, e
accettata senza dote. - Nessuno certo! - esclamò Maso. -  Ella  s'industria in ogni modo per rendersi utile alla famiglia;
per rendersi utile alla famiglia; - continuò la Regina, -  ella  sa fare di tutto, e sotto le sue dita abili, anche un
male, si sentiva rimescolare, cercando di intendere che mai  ella  volesse significare con la parola tutto . Pur troppo non
e di sentimenti che lo inducevano a confronti nei quali  ella  immaginava di doversi trovare inferiore a quell' altra ; a
quali sarebbe stata peggiore la certezza che il sospetto.  Ella  cercava di prevenirne ogni desiderio, fargli scorgere che
e che non le sembrava buon segno. Timidamente un giorno  ella  gli aveva detto: «La povera mamma Grazia si stanca subito;
sentirvi qui marchesa di Roccaverdina per davvero.» «No»,  ella  rispose. «Dovreste prima parlargliene voi. Merita questo
parlargliene voi. Merita questo riguardo. Non vorrei che  ella  vedesse in me una nemica. Le donne come lei sono
figlio del disgraziato Neli Casaccio ... Ho fatto male?»  Ella  si era arrestata un istante, meravigliata di vederlo
di prima. «L'ucciso, capisco, era persona di casa vostra»,  ella  continuò. «Lo chiamavano Rocco del marchese ! Gli volevate
informarci della vostra salute ... - Grazie. Che ora è? -  ella  domandò, rannicchiandosi meglio sotto le coperte. - Sono
scotta. Il conte le aveva messo una mano sulla fronte, ma  ella  gliela allontanò con un movimento vivace. - Non sarà nulla,
indeterminatezza gradevolissima cominciava a dileguarsi,  ella  risentiva sulle labbra il bruciore dei baci di Andrea: -
in camera o nel salottino. "Ti occorre qualche cosa?"  ella  domandava. "No. Voglio distrarmi da un lavoro noioso che mi
eccitamento ilare, simile a quello che le dava il caffè, se  ella  eccedeva nella dose. Si stillava il cervello. Non le pareva
tazione prodottale fin dalle cose più insignificanti,  ella  se la sentiva svaporare da tutto il corpo con quel profumo
e più facile la traspirazione voluta impedire. Perciò  ella  avea smesso, attendendo che il fenomeno, un giorno o
Chi sa che cosa s'attendeva la vecchia cattiva? Ah,  ella  avrebbe voluto interrogare a quattr'occhi il dottore, se
Mola si divertiva a sgusciarle di mano ogni volta che  ella  tentava di afferrarlo e indurlo a parlare. Non la pren-
Perché si ostinava a nascondergli i sintomi interni che  ella  andava notando e che il pove- r'uomo non poteva indovinare?
capriccio che avrebbe fatto molto piacere anche a lui. "No"  ella  aveva sempre risposto. "Qui si sta tanto bene! Se volessi
così ... Avreste forse preferito mangiar cenere o carbone?"  Ella  lo guardava con tanto d'occhi, senza poter dire una sola
quella di un'altra creatura di Dio. Parlate, parlate!" Ed  ella  parlò, abbandonatamente, chiedendo scusa, di tratto in
anche per non essere ingrata verso Dio! ..." "Sì, sì"  ella  rispondeva, asciugandosi le lagrime. Si sentiva più
bugia prese davanti ai suoi occhi tali proporzioni che  ella  ne fu sgomentata, quasi fosse sul punto di diventare una
siciliano e per l'ingegno e la cultura. Con lui,  ella  poteva parlare di letteratura e di arte senza timore di
la vite ... e mia sorella ... l'opunzia indica spinosa!  Ella  infatti, cresceva bella e sana sotto quel cielo così
esercizi dialettali, cosa che anche la divertiva quando  ella  non arrivava a sormontare la difficoltà di certi suoni di
del cottage le si era popolata di dolci fantasmi, senza che  ella  sentisse il bisogno di accertarsi se essi non erano
profonda impressione prodotta dalle rivelazioni di lui.  Ella  stava per dirgli: - Senti, babbo! ... La confessione di
- Sarà qualche regina, - diceva scherzando la signora. -  Ella  è di gentil sangue di certo, e io v'invito, Madonna, a
passare una volta dinanzi alla Grotta del Serpente, di cui  ella  ha fatto la sua dimora, per vederla. La contessa Laura era
Quando Fronzola fronzolava, Poppi e Bibbiena tremava.  ella  preparava stendardi, tesseva tele di lino e di seta,
pallido, circondato di capelli biondi, diventò rosso, ed  ella  fece due passi per fuggire. Ma Laura le stese le mani e le
Signore e a voi. - Speriamo, - rispose la signora, - che  ella  non abbia mai bisogno del mio aiuto; ma qualora le vostre
ma qualora le vostre tetre previsioni si avverassero,  ella  troverà in me un'altra madre. La castellana di Fronzola e
la malattia della Forestiera fece rapidissimi progressi.  Ella  era ridotta un'ombra; i dolci occhi azzurri solamente
e anche ridotta com'era a procurarsi il cibo nei boschi,  ella  non trascurava mai di ornare di fiori, o di rami di
di Morienna e il nome della defunta. A una sua ancella poi  ella  disse di recarsi alla Grotta e di condurre Chiara al
tutto ciò che trovava. - Osservatela, messere, quando  ella  esce furtivamente dal castello, e domandatele che vi mostri
prima di partire a madonna Laura, poiché non voglio che  ella  interceda per te. Chiara, offesa di tanta durezza, mostrò
di lei, e più di tutto la nobiltà dei sentimenti che  ella  esprimeva, commossero il conte Guido, il quale ordinò ai
di Fronzola aveva poca fiducia in Chiara e credeva che  ella  macchinasse un tranello per vendicarsi di essere stata
quei ferri, credé obbligo suo di non respingere l'aiuto che  ella  gli offriva. Tuttavia, a fine d'impedirle di nuocere agli
ai conti di Fronzola la ricchezza. Disgraziatamente, quando  ella  era già vecchia, un incendio distrusse le stanze di madonna
mia cara amica, che  ella  abbia ragione. Quantunque tutte le forme di morte
ma tutto il nostro amor proprio ferito e calpestato. Se  ella  dunque vuol sapere da me in qual modo questa pena estrema
pendere dalle sue labbra e stringersi tutta a lui… Ha  ella  notato come lo spettacolo di due amanti e anche di due
i ritratti dell’amata, i fiori, i nastri, le cose che  ella  gli aveva donate? Come rileggere senza morire le lettere
labbra, perché la donna che aveva scritto queste cose,  ella  stessa in carne ed ossa, le scriveva in quel punto ad un
ciò che avevo fatto non l’avevo fatto per lei, affinché  ella  fosse contenta di me, affinché le apparissi meno indegno di
per ottenerne ancora una sola che cosa non avrei dato?…  Ella  aveva sempre voluto che io le scrivessi ogni giorno, anche
Come incolpavo me stesso della morte d’un amore che invece  ella  stessa aveva ucciso!… Allora, ripensando alla premeditata
ancora, accoglievo ancora qualche lusinga! Pensavo che  ella  avrebbe potuto pentirsi del male che m’aveva fatto e
e le sole che contassero nella mia vita. Che cosa faceva  ella  in quei momenti? Era possibile che non ricordasse
suo perdono per me. Fra giorni ricorreva il suo natalizio:  ella  non aveva parenti, nessuno dei suoi conoscenti sapeva la
imploravo ancora da lei il ricambio dell’amor mio – ed  ella  forse l’avrebbe letta fra le braccia d’un altro. Ella
– ed ella forse l’avrebbe letta fra le braccia d’un altro.  Ella  avrebbe riso di me, m’avrebbe risposto due righe di
Il suo rammarico, il suo pentimento, la sua solitudine:  ella  diceva apertamente tutto ciò; non diceva. "Tornate!", ma
appunto perché sono inaccessibili. - L'ammirazione che  ella  destava assumeva la forma di un desiderio; c'era nei suoi
prima ancora che sia trascorsa, - nello stesso modo che  ella  avrà dimenticato persino il mio nome, o lo rammenterà come
incorniciata dall'imbottitura di seta della carrozza.  Ella  ci volse uno sguardo, un solo sguardo limpido come
un arlecchino, con tanta insistenza che tutti la notavano.  Ella  passava sorridente sotto la sua maschera - aveva un sorriso
senza maschera!..." "L'ho vista." "Ah! tu la conosci!  Ella  ti ha gettato la fiamma del suo sguardo ... a te!.. Non è
Non è vero che farebbe commettere tutte le pazzie?..."  Ella  scomparve verso la porta. Enrico era rimasto sempre cogli
e il timore che esse fossero giudicate ridicole ... Se  ella  mi trovasse ridicolo?... Non ebbi neanche un istante il
amico stimò conveniente di dire qualche cosa per conto mio;  ella  si rizzò, tutta rossa, ancora anelante, ed aggiustando i
"Ah! sì, per esempio cotesta vale tre lire." "Oh!" "Sì,  ella  vende per tre lire le sue spalle, il suo seno, le menzogne
guarda con disprezzo - tutto ciò non vale che tre lire; -  ella  ebbra, procace, in mezzo a gente che ha la testa a segno, e
al cuore con un raggio di fuoco. Non sapevo da qual parte  ella  sarebbe venuta, e al menomo rumore che udivo su per le
siete venuto a trovarmi?" Ero imbarazzato a rispondere, ed  ella  seguitò, senza attendere la mia risposta: "Siete poeta?"
non avete mai provato l'amore della donna?" Parve sorpresa  ella  stessa della sua scappata, e soggiunse, quasi per non darmi
sue membra. "Corriamo!" E corremmo come due fanciulli,  ella  posando appena i suoi piedini sul suolo, compiacendosi del
"Oh! che bella sera!" Quando fummo di nuovo in carrozza  ella  chiuse tutti i cristalli, e si rannicchiò in un angolo del
di faccia a lei. "Ho bisogno di guardarvi in faccia!..."  Ella  sorrise dolcemente, con quello stesso sorriso di piena e
soprattutto il teatro." "Allora perché non lo lasciate?"  Ella  mi guardò sorpresa, con quei suoi grand'occhi spalancati da
fatte, ma me ne farete." "Oh, no." "Come no?! Perché?"  Ella  aspettò lungamente la mia risposta, e riprese con la voce
dilatava e mi comprimeva il cuore a vicenda. Mi pareva che  ella  dovesse guardarmi dietro i vetri, e quelle finestre
rimproveri, scene drammatiche; nulla di tutto ciò.  Ella  entrò, sedette accanto al camino spento, e mi disse
e mi disse tranquillamente: "Non siete venuto!" "Voi!"  Ella  sorrise dolcemente. Aveva gli stivalini tutti coperti di
seggiola. Ruppi il cavalletto e accesi il fuoco nel camino.  Ella  sorrise; aveva la labbra violette e stese le manine
e poscia glielo stesi sotto i piedi a guisa di tappeto.  Ella  mi lasciava fare, ridendo come una bambina; guardava
mia cameruccia, illuminata dalla fiamma del mio camino!  Ella  aveva capricci improvvisi, bizzarri, dietro ai quali si
indovinare il giorno in cui non mi avrebbe più amato.  Ella  era seduta di faccia a me, dinanzi al camino, e quasi le
e di parlarmi col suo cuore, povera e modesta come me.  Ella  mi disse anche: "Vedete che vi amo davvero, se ve lo dico
che possiate trovarmi bella ..." Il fuoco s'era spento.  Ella  s'inginocchiò dinanzi al camino - ella sì elegante, sì
fuoco s'era spento. Ella s'inginocchiò dinanzi al camino -  ella  sì elegante, sì delicata, che avevo vista circondata di
che cosa potessi sacrificare al gran freddo che faceva.  Ella  si avvide del mio imbarazzo e mi disse: "Vogliamo andare a
freddo di gennaio; le strade erano tutte bianche di neve;  ella  tremava. Allorché fummo in piazza d'Azeglio, il mio primo
cadde su quelle finestre del primo piano ancora illuminate.  Ella  che si stringeva al mio braccio, lo sentì trasalire, e lo
una luce più viva invase la camera ed entrò Eva.  Ella  corse verso di me; mi afferrò improvvisamente il capo,
la baciavo, quand'io la soffocavo di carezze deliranti,  ella  metteva un piccolo grido: un grido pieno d'amore e di
non lo so ... se non ho più la testa, se ho la febbre!..."  Ella  aveva i capelli sciolti, e me ne sferzava il viso con certi
a guardare le tue finestre dalla via, e ti vedrò dormire."  Ella  sorrise in modo inesprimibile, e mi avventò un bacio come
neppure tentato di esprimere, e impotenze desolanti. ***  Ella  mi amava veramente. Quell'amore sarà stato un capriccio, ma
che le suonassi al pianoforte la musica dei suoi balli, ed  ella  mi appariva improvvisamente dinanzi nel suo leggiadro
aspettavo Eva delle ore intere nella sua camera, mentre  ella  riceveva i suoi numerosi amici, mentre la sentivo ridere e
febbrile impazienza di stringermi Eva tra le braccia. Poi  ella  compariva, sorridente, inebbriante - la luce si faceva e mi
inebbriante - la luce si faceva e mi abbagliava.  Ella  trovava cento pretesti per venire a stare con me due o tre
volte durante quelle visite, e in quei due minuti in cui  ella  mi saltava sulle ginocchia aveva tali carezze, tali baci,
senza significato, sottovoce, tremanti, estatici. - Poi  ella  mi lasciava con un bacio e scappava via. *** Una volta mi
dove cercai di mettere tutto il fiele che avevo in cuore.  Ella  non mi rimproverò la mia indiscrezione. "Hai fatto male" mi
mi prese entrambe le mani, e mi disse con serietà -  ella  che non era mai seria: "Ti amo ancora e voglio che tu mi
..." "Che m'importa se questi non mi vengono da voi!"  Ella  lesse nei miei sguardi tutta l'amarezza che non c'era nelle
una ballerina." "Oh, io mi innamorai della donna, perdio!"  Ella  sorrise tristamente. "La donna la vedesti un momento, nel
impallidii, e non osai domandarle altro. *** Il giorno dopo  ella  mi vide così cambiato che mi domandò anche lei. "Che hai?"
lei. "Che hai?" E stavolta fui io che risposi: "Nulla!"  Ella  si fece pensierosa e parlò d'altro. Passammo quella notte
ci faceva morire il bacio sulle labbra ed il riso in cuore.  Ella  mi guardava con quei suoi grand'occhi spalancati, col
mi parlò della mia arte, di me, del mio paese - giammai  ella  non mi aveva parlato della mia famiglia; era una
era istinto di gelosia? Allorché partivo, sull'alba,  ella  mi richiamò, mi attirò sui guanciali, allacciandosi
me lo domandi? Non mi ami? Non ti amo? Non siamo felici?"  Ella  appoggiava la testa sul cuscino, rivolta dalla mia parte, e
di tutte quelle angosce che mi rodevano da due giorni.  Ella  si rizzò a sedere di botto, splendida di bellezza, sotto la
cuore umano, le domandai di sciogliermi dalla mia promessa.  Ella  mi guardò sorpresa. "Perché?" "Voglio vederti." "Non mi
modo!..." "Mi vestirò qui per te." "Oh, è tutt'altro!..."  Ella  sorrise e mi disse: "Orgoglioso!" "Orgoglioso?" "Si, vuoi
cameriera l'attendeva per pettinarla; prima di lasciarmi  ella  mi disse, come risovvenendosi: "Però mi prometterai di non
come se temessi di vedermela strappare dalle braccia.  Ella  credette che fosse l'entusiasmo destatomi dal suo trionfo!
in sala. Io dovevo avere l'aria orribilmente stralunata; ma  ella  era così compresa della gioia del suo trionfo che non se ne
sua felicità. Suonarono il campanello. Eravamo nel salotto;  ella  mi prese per mano, e mi fece entrare nella sua camera.
disse tutta giuliva. "Vedete che mi rassegno anch'io ..."  Ella  mi guardò in volto con sorpresa. "Fai il broncio alla mia
"Domani dunque?" "A domani." "Buona sera" Io non risposi;  ella  non se ne accorse. Era impaziente, tutta commossa di gioia,
della mia ignoranza sul valore delle gemme. "A che pensi?"  ella  domandò con una certa inquietudine. "Penso che sono ben
era fatta bruscamente: "Chi t'ha regalato quel gioiello?"  Ella  rispose con la maggior franchezza. "Il conte Silvani.
Ma son geloso! orribilmente geloso!" Per tutta risposta  ella  mi dette un bacio. "Perché non hai rimandato quel
hai rimandato quel braccialetto?" le domandai dolcemente.  Ella  mi guardò con tanto d'occhi spalancati, come se stentasse a
non fosse stato il mio. Andavo su e giù per la stanza, ed  ella  mi teneva dietro con gli occhi, tenera, amorosa, quasi
dietro con gli occhi, tenera, amorosa, quasi timida -  ella  che era così orgogliosa! Io sentivo quello sguardo
lettera esercitava da un'ora su di me, e la presi in mano.  Ella  trasalì, ma non si mosse. "Entrando ho interrotto la tua
la tua lettura"; le dissi, e le porsi la lettera.  Ella  la prese vivamente. "Oh, nulla d'importante." "Ebbene,
amaramente, additando il foglio che ardeva. "Oh!" esclamò  ella  celandosi il viso fra le mani. "Oh!" Sentivo montarmi alla
montarmi alla testa dei caldi soffi di collera selvaggia.  Ella  rimase un istante in silenzio, col viso rosso di vergogna,
per sfogarmi di tutti i sarcasmi che mi bollivano in seno.  Ella  non mi diceva più nulla; attizzava il fuoco colle molle e
le dissi, "io non posso farvi dei regali di duemila lire!"  Ella  si rizzò come se l'avessi morsa al cuore, pallida, con
com'ero, appoggiato al caminetto, duro, pallido, fosco.  Ella  fece due o tre giri per la camera, asciugandosi
parole, come una pistolettata a bruciapelo: "Non vi credo!"  Ella  si celò il viso tra le mani, e si lasciò cadere sulla
il mio amore. Mi attendevo un'esplosione di collera. -  Ella  si alzò, pallidissima, si tenne ritta in faccia a me,
"ecco che t'ho obbedito." *** Credetti di esser felice.  Ella  mi apparteneva intieramente; non aveva che me. Mi pareva di
silenzi. Avevo pensato a tutte le parole più comuni che  ella  avrebbe potuto dirmi nelle più insignificanti congiunture.
che mi aveva tutto sacrificato - domandavo a me stesso se  ella  soffocasse, come me, le medesime dolorose impressioni,
giù linee o pennellate che il giorno dopo scancellavo.  Ella  mi guardava con sorpresa, mi stringeva le mani, mi diceva
trapelare ad Eva la menoma mia preoccupazione; e allorché  ella  si mostrava più affettuosa, più sommessa, e cercava
il camino spento. "Perdio!" dissi ad Eva aspramente;  ella  lavorava presso il lume. "Non vien certamente la voglia di
questa farmi trovare una ghiacciaia!" ripresi. Vedevo che  ella  avea il viso livido, che tremava dal freddo sotto il suo
sotto il suo scialle, e non pensai che in quella ghiacciaia  ella  avea dovuto pur starci tutto quel tempo in cui io avevo
legna", soggiunse timidamente. "Non ce n'è più in Firenze?"  Ella  chinò il capo sul lavoro e stette zitta. "Non hai danari?"
"Avevo quei pochi gioielli." "Li hai venduti?" "Sì." "Ah!"  Ella  venne a me dolcemente; mi rialzò il capo, e mi baciò in
con occhi che avevano le migliori intenzioni di adorarla.  Ella  aveva una cuffietta assai modesta; alcune ciocche di biondi
belle parole!" le dissi aspramente. "Mio Dio!" rispose  ella  timidamente, come per rabbonirmi, "non sono stata mai
che vedevo scorrerle fra le dita. "Enrico!" mi disse  ella  dolcemente come nei nostri più bei giorni d'amore, "vedi
dinanzi agli occhi tutta l'estensione del sacrificio che  ella  avea fatto alle mie folli esigenze. "E tu sapevi tutto
tutto quello che mi hai sacrificato, o mi ucciderò!"  Ella  mi guardò in modo singolare con quei suoi occhi mesti e
questo bastava. Io ero inquieto, irascibile, dispettoso.  Ella  trascurava il suo vestire, era triste, e qualche volta
fumando la pipa accanto a lei, leggendo il giornale, mentre  ella  lavorava. Ambedue senza dire una parola, sentendoci gravare
avrebbe sorpreso se il mio cuore fosse stato più all'erta.  Ella  cantava per la camera, sembrava allegra, aveva comperata
tante volte, non pensai ad altro che al modo con cui  ella  l'aveva abbandonata; e quando mi avvicinai a quei guanciali
del suo capo non pensai a quell'altro letto dove  ella  forse dormiva, se non perché non era il mio. Non pensai a
di sudore, aveva le narici rosse e mandava nugoli di fumo.  Ella  era leggermente inclinata sulla sella; acconsentiva la mano
menomo desiderio di lei. C'era come un abisso fra di noi.  Ella  era così lontana, così in alto, che non provavo né
ma se mi avesse buttato un pezzo di pane, chissà ... quando  ella  avesse svoltato l'angolo del viale!... *** Verso le sei mi
la cravatta bianca, e guardava lei con occhi innamorati.  Ella  montò in una bella carrozza, gli strinse la mano e gli
Nel vestibolo incontrai di nuovo Eva di faccia a faccia.  Ella  mi lanciò di bruciapelo uno di quei tali sguardi, come se
di avermi amato; mi disse cento cose seducenti come  ella  le sa dire, scaldandosi al fuoco, e sollevando la veste per
profumo del suo fazzoletto e coi tacchi degli stivalini,  ella  si alzò tranquillamente e mi stese la mano. - Se ne andava!
inoppugnabili! Io chiusi la porta e le presi le mani;  ella  me le strappò, e si mise a correre per le stanza, ridendo,
"No." "Come, no! Ma non capisci che ho bisogno di vederti!"  Ella  mi guardò e scoppiò a ridere. "Proprio?" mi disse. "Come
mi hai fatto ardere il sangue colle stesse febbri?..."  Ella  mi guardò nello specchio, con quel sorriso! e mi disse:
bisogna essere ragionevoli. Non scherziamo più col fuoco!"  Ella  seguitava ad accarezzarmi le mani, e vedendomi sempre
carrozza per le vie e vidi il suo capo sull'omero di lui. -  Ella  mi ravvisò, e chiuse le imposte o si tirò vivamente
Le scrissi; le scrissi umile, delirante, minaccioso.  Ella  mi rimandò le mie lettere con un sol motto: " Una follia
o diventa sciocchezza ". - Una sera la rividi in teatro;  ella  non mi gettò che un'occhiata dal suo palchetto - a me che
la seta della sua veste imprigionata sotto al mio piede;  ella  si volse vivamente e mi gettò in faccia un'occhiata di
che vi frutteranno onori e quattrini." "Oh, è un'infamia!"  Ella  si drizzò come una duchessa cui si fosse mancato di
volse attorno uno sguardo furtivo e lo fermò su di Eva.  Ella  era pallidissima, avea le labbra livide e l'occhio smarrito
bisogno di parlare di lei ... e che tu mi dicessi che  ella  ti ha parlato di me ... Ora non lo desidero più ... Ho