cielo notturno che avevi rapito una melodia di carezze. Ricordo cara: lievi come l'ali di una colomba tu le tue membra posasti sulle mie nobili membra
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sfugge. Chi ha avuto da te quest' alta lezione di decenza quotidiana (la più difficile delle virtù) può attendere senza fretta il libro delle tue
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ti teme, dolce frate marzo, terrore giocoso ma tu passi vittorioso sbatti gli usci e le impannate con le tue folli ventate. E la densa polve sveli
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palpitasse del palpito che l'animo mi scuote ... vorrei che nelle tue pupille immote splendesse amore. - Ma dimmi, perché sfuggi tu il mio sguardo fanciulla? O
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dolorosa purché io sugga dai tuoi occhi il fascino purché io senta le tue mani fremere purché io colga alla tua bocca fervida la voluttà infinita del tuo
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verde argenteo del tuo cielo. Dove tu stendi l'eccitata luce delle tue prospettive, ivi t'innalzo, dal mio segreto fremito, l'offerta di questo breve
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sento un esule di tutti i mondi; se la fanfara delle tue parole mi profumasse di girani e viole questo povero petto che sospira all'odor del cataletto
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: come è bella la sera in mezzo ai monti? O pace, o solitudine, o dolcezze! Tu appoggiavi i piedini al focolare, ed io la testa fra le tue carezze; e il
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tue pupille, e l'aurora che vola dalle tue labbra colla tua parola... Sarà l'inno del verme all'infinito, sarà il ringhio che simula il ruggito, non
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, e tu m'intendi e taci: le tue carezze sono unguento steso, nettare i baci. Con te la vita è placida fiumana Che i burroni scordò onde discese: una
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bella amica, ma con gioia pudica; e non baciarti, e tener gli occhi chiusi, sol nei profumi assorto, per le tue membra candide diffusi. Che nebbia
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poi disse a se stesso: - Anima mia bevi l'ambrosia dai polmoni ansanti; centuplica le tue fibre d'amore, ti stempra, anima mia, ti stempra in canti! è
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un usignuolo, ed il lenzuolo è porpora regal se tu lo cuci, o donna piena di gioie e di luci! O donna piena di delicatezze, le tue bellezze fan sognare
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soavi faccie di giovinette innamorate, ma le tue rughe, no, non le ho scordate! Quand'io tornava a sera,e il vecchierello parlava al suo breviario, tu
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poeta, e son gelosa! Son gelosa de' tuoi vaghi dolori delle tue belle vendemmie di fiori, sono gelosa della fantasia che ti dilunga dalla soglia mia
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all'allòr delle tue bianche chiome, del nostro pianto asperso, e profumato sul nostro cuore! Inno, inno mio, vola per l'ampio oceano! L'amor che ti conduce
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bosco de' tuoi dilemmi? E le tue muse ?...attendono forse, per ricantare, che poggi il mobiliare una cima immortal? Tuo forse è il Dio cui volano il
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di serenate! ... Dimmi, quanti morirono sotto tue lunghe occhiate? Ringraziane il pittore! La tua sembianza suscita faville ancor d'amore, la tua
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notte in breve si farà più bruna: forse al varco ti attende un traditore, e cadran tue speranze ad una ad una, come le foglie d'appassito fiore. Se
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sorelle tue darei la vita, perché son buone e son cortesi e belle, e perché infine son le tue sorelle: ma, Dio santo, non ho, non ho un'amica più
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trampoli su un filo di seta, che un ago ti fabbrichi di carta o di creta? Ch'io strozzi un canonico coll'irte tue chiome, ch'io fermi l'elettrico
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coglierne le note alle tue soglie: presto si muor la mammola se al margin suo si toglie. Guarda la folla, o giovine! É una stoltezza o un fallo là
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, obliando le tue rime balzane in tasca, come briciole di pane ... Ah le ascondi pudico, o piuttosto le dona ad un mendico, ché il pan della tua fama sale
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Fosti eretto da uomini orgogliosi in un'età di ferro! Nelle viscere tue stan marmo e cerro, bel campanile! I tuoi merli son gloria e apoteosi
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, rivedo chine le tue gote smorte sul pianoforte. Leggi ancora Marcello ogni mattino? Io vo a spasso col vescovo Turpino: è un vecchio strano e pazzo
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