Non so perché ma sento il bisogno di parlarti, a te proprio a te che da anni non dici piu nulla, che nemmeno mi guardi.
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Domanda: Questa appendice mi pare un corpo estraneo. Perché non lasciar correre le poesie liberamente fino alla fine del volume, senza questa sezione
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In fondo sono stato fortunato, perché Antonio Delfini prima di leggerlo l'ho vissuto e il suo spazio è stato anche lo spaziodella mia immaginazione
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la morte, perché riportarli in questo mondo di inquieti?
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Non so perché lo faccia. Forse perché così trova il suo cibo, come le rondini, ma perché sempre solo su due dimensioni, senza usare lo spazio?
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Allora, vorrei che ci si concentrasse su quei sassi. Non perché siano importanti di per sé, e non perché siano un simbolo di qualcosa, ma proprio
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La signora che mi spia dietro la sua tenda bianca drappeggiata e che io spio dalla finestra del salotto, perché non viene allo scoperto e mi saluta
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E un'altra cosa non vorrei: che questa dei sassi fosse conside- rata una “trovata"; perché sarebbe vero solo in parte: io sono veramente preoccupato
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bagnare la terra, aumentando il contrappeso del vaso sulle foglie. Chiudendo gli occhi sembra di essere in montagna perché il nimore delle raffiche sugli
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abbaia, abbaia violento, fatto strano perché il timbro fondo e calmo della mia voce bastaspesso da solo ad acquietarli, i cani.
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piena ancora per lei di curiosità irraggiungibili. "La femmina lo picchiettava tanto di baci da destra: da destra perché? Poi il piccione maschio
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In un momento Sono sfiorite le rose I petali caduti Perché io non potevo dimenticare le rose Le cercavamo insieme Abbiamo trovato delle rose Erano le
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in noi e poi così impossibile a scancellarsi. Ma quanto al resto? A conti fatti, chiedersi il come e il perché della partita interrotta è come
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bestemmia, ahimè, non è neppure la nostra peggiore.) Essere sempre tra i primi e sapere, ecco ciò che conta, anche se il perché della rappresentazione ci
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scioccamente della testa nei vetri - Le tende alla finestra frusciavano inquiete... Racconto queste cose, perché, se nol sapete, Noi poeti, sovente
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, non conta gli anni il mio core l'anima mia dolorosa non sa le primavere. Fanciulla perché ti soffermi? perché t'avvicini al mio core? perché o
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arde di vicendevole calore? Perché di fosca fiamma la pupilla s'accende nel languore disperato? Perché non ride amore come rideva amico nelle tenui sere
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, ma tu lo sai: è per vieppiù andare, è per nutrir più vivida la fiamma, perché un giorno risplenda nella notte, perché possiamo un giorno fiammeggiar
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qui che aspetto, e la mia vita perché non vive, perché non avviene? Che è questa luce, che è questo calore, questo ronzar confuso, questa terra, questo
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palpitasse del palpito che l'animo mi scuote ... vorrei che nelle tue pupille immote splendesse amore. - Ma dimmi, perché sfuggi tu il mio sguardo fanciulla? O
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, perch'ei sia grato a lor della sua vita, perché il muto dolore sia obliato e la promessa vana ogni presente. Ma l'augurio che ciò ch'ei mai non ebbe
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un giorno ed una gioia senza fine e l'affrettava. Ahi, quanto pur m'illuse la mortal mia vista che di fuor ci finge certo quanto ci manca sol perché
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poverelli che venivan spesso m'amavano anche loro perché il pastor m'amava, e, nei dintorni, il mio mesto lavoro agli astri si portava, perché un giorno
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, perché la sua bellezza troppo divina sentisse un po' la mota e la pruìna; questo vorrei per far men gaia e pallida costei.
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vastità del cielo, e della donna il cor. . . . . . . . . . . . . Perché, cretino e splendido mondo dei Filistei, sotto l'arcano incendio fremevi, e intorno
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Perchè sei pallido o mio bambino? Perchè il tuo lucido occhio azzurrino, su cui di un dubbio non scese il velo, infaticabile s'affisa in cielo? Non
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l'Accidia, l'Accidia anima pia, soave primogenita del ciel; e verrà spesso nella stanza mia perché le aggiusti sulla faccia il vel. Poi la Lussuria: le
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bimbo, a te vicino: un grido del becchino mi rapì le visioni. Perchè nascesti ?...dissero alla povera madre che a sè chiamato avevati dei cherubini il
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melodìe dei postumi lamenti. A bever venti e raggi, o ad inseguir nel nebuloso corso quei fantasmi nemici al giovinetto perché non piega a un monastero
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tacita anch'io; perché, quando a vespero favello con Dio mi guardi nel viso col mesto sorriso? Io m'affiso lassù, tu in basso guati; io mi faccio gentil
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piangetene con me! - Perchè vi fate, o fossili, scimmie di Geremia? è vero, adesso il tempio sembra una trattoria; ma eguali ognor non furono i preti ai tempi
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padre eterno! il giudice calmo, augusto, barbuto! Il Dio della famiglia da bambinel veduto!... Forse perché era vecchio e coperto di rai, so che davver
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, all'artificio che la rivela, perché un abisso frapponsi, o Dio, e enigma è ancor per tutti il pensier mio? Perché, se l'anima nuota nel bello, perché non
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sorelle tue darei la vita, perché son buone e son cortesi e belle, e perché infine son le tue sorelle: ma, Dio santo, non ho, non ho un'amica più
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poté rispondermi né il come, né il perché!
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lasci la nostra, perché sarebbe orribile l'anima messa in mostra!
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d'amore. Metti, se non puoi l'oro, almen l'orpello sul tuo pennello - amico dipintore, perché quel cielo rilucente e bello l'occhio abbarbagli dello
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madri italiche tutte ammonir la prole, perché di Roma il sole un lampo, un lampo fu! Quei bimbi che inneggiavano or più non siam, perdio! Siam la legione
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inespugnabile, mia bella trinciera? Che filtri, che spasimi fan d'uopo al tuo cuore, perché mi rimuneri di un raggio d'amore? Vuoi dunque ch'io lagrimi
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dirti che al lido lontano volerei per poterti fuggir. Vieni meco: io ti voglio alla spiaggia perché innanzi a quest'orridi abissi, I desir, da cui siam
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Spesso una voce incognita mi dice: - O giovinetto, perché dolente hai l'anima, e pallido l'aspetto? Di desidèri inutili, oh, non ascolta il grido
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Quando mi sei lontano il cuor mio non sa più perché sia vivo, fanciullo mio giulivo, e mi sento infelice in modo strano, quando mi sei lontano
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che inconsciamente cruccia o uccide ad ogni passo ?... Il giorno ride ed il sambuco sbuccia... Perché lasciasti gli onici, gli intenti fiori, i
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quasi spenta è la face! * * Non oso palesarti, o fanciullo, perché mi attardai tanto. Dimmi, andando a dormire, la nostra madre ha pianto? * No, ma
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questa valle; assai lontano forse il destin mi attende: ma per mutar di luoghi e di vicende, muro feudale, ricorderò che non t'ho visto invano, perché in
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questa vita!... Perché farmi tremar come un pusillo? - Dormi, guarisci, la coltre è pulita, tepida è l'aura e tutto è pace intorno... - Sai che per te
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