schiuma crespa delle onde a frangersi sui fianchi delle barche, sui moli, sugli scogli; secchi, carrette, ceste, reti nei sacchi, fiasche e, appena
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esalazioni amare?... A me, vedi, la piccola rondinella di mare, stanca, che sfiorava, con l'aluccia sua lieve, l'onde del lago, troppo, per i suoi voli, breve
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sognatori, di santi di poeti, Voi dell’arte e dei sogni siete i lucenti fuochi, Voi vivi solamente nel rimpianto dei pochi. Il tempo onde nessuna umana
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grigie nubi e le respinge in onde gravide. Passa radendo sui pioppi tremoli - sul nero piano incombe il peso della ciclopica lotta dell'etere. Ma a lei più
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Dato ho la vela al vento e in mezzo all'onde del mar selvaggio, nella notte oscura, solo, in fragile nave ho abbandonato il porto della sicurezza
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, e già le fronde onde tutta t'ammanti, per il continuo ardor si fan perdute. Ed alla notte gli astri all'orizzonte per i vapor rosseggiano più grandi
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Dalla pace del mare lontano dalle verdi trasparenze dell'onde dalle lucenti grotte profonde dal silenzio senza richiami - Itti e Senia dal regno del
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nel ritmo della danza, o fiduciosa nell'infuriar dell'onde, come quando a me che ti chiedevo rispondevi: «Per me non è mai tempo di tornare, chi va
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che d'erbe e fiori ancor s'è ricoperta - se pur il ciel di nubi ancora svarii, onde occhieggian le stelle nelle notti, e nere fra il lor vario
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- e le onde varie della mia esistenza l'agiteranno or lievi or tempestose come l'onda del mar l'alga marina che le tenaci aggrappa radici nell'abisso
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che non posa ... Ché senza posa come batte l'onda ché senza posa come vola il nembo, sì la travaglia l'anima solitaria a varcar nuove onde, e senza fine
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, e tu m'intendi e taci: le tue carezze sono unguento steso, nettare i baci. Con te la vita è placida fiumana Che i burroni scordò onde discese: una
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luna senza vel, l'onde festanti! Se sia la rete piena, chi potrà dirlo ai pescator vaganti? Ché forse alcun fra i miseri, un pensoso vecchietto
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dei nastri onde l'adorni. Fra le eleganti, che alla fantasia schiudono tanta via, metà coi dolci della faccia incanti, e metà colle vesti auree
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sull'onde oblïose il nocchier, fantasiato dalla infida bonaccia, presso poppa sdraiato, cercherebbe il tiepor del focolaro ai riflessi del faro. Che
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disprezzo, e la manìa di cercar perle al lezzo. Ti lascio - forse - alcune avite botti, il vecchio Dante onde al cielo si arripa, e, ausigliatrice di
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, poveri illusi, come in un tempio l'onde ammaliatrici dei profumi diffusi, le care istorie degli anni passati!... Ai piè dell'Alpi, oltre il mare, avventure
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dolorando l'anima rendea. * * * Marzo è nipote di Vulcano e d'Eolo sopra l'onde sbuffanti e sui metalli. Oh! ben vengano i venti a narrarci di cime e
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