l'edera serpeggiante. Son mozzate le torri, i merli son caduti, Le sale spaziose i bei freschi han perduti; I camini giganti dall'ali protettrici Son
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secoli è legge e forma e ingegno; or giganti magnanimi, or fantocci di legno; poc'anzi io stesso un angelo, presto un verme dormente, una preda del niente
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dando il braccio a sedicenni amanti, pallide di languore e di piacere, orsù, apparite, o ciclopi, o giganti, e danzatemi intorno al tavoliere! Sento
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affacci ancora ai burroni sognanti elfi, gnomi e giganti; mi insegni il blando linguaggio dei fiori e i miti dei colori. Leghi il mio spirto al carro di
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