, Mr. Olmert. E quanto alla signora Yakir?,la Sua suddita, la rossa con le Red Marlboro che le siaccorciano tout de suite tra le labbra rosse come
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col cielo latino, dolce e rosata presso il crepuscolo antico ne la linea eroica de la grande figura femminile romana sosta. Ricordi di zingare, ricordi
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Non so se tra rocce il tuo pallido Viso m’apparve, o sorriso Di lontananze ignote Fosti, la china eburnea Fronte fulgente o giovine Suora de la
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d'intorno era già arcanamente illustrato del giardino il verde Sogno nell'apparenza sovrumana De le corrusche sue statue superbe: E udìi canto udìi voce di
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volgemmo fuggendo le dune che apparve Su un mare giallo de la portentosa dovizia del fiume, Del continente nuovo la capitale marina. Limpido fresco ed
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, o giardini, sorrisi de la terra!
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in cancrena in queste zone abbandonate. «Del salón en el àngulo oscuro - silenciosa y cubierta de polvo - veìase el arpa ...» »{ Eh sì, il museo
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giocondo ed oblioso. è suo destino attender senza speme né mutamento, vegliando, il passar de l'ore lente. Dicembre 1909 (antivigilia dell'anno nuovo)
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De mémoire de rose on n'a jamais vu mourir de jardinier. STENDHAL. Sull'infanzia dei germi e delle fronde il marzo sbuffa; alle ospitali gronde, alle
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Vous ne la plaignez pas, vous, mères de familles qui poussez les verrous aux portes de vos filles, et cachez un amant sous le lit de l'époux! Vos
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invecchiar. Sarò il padre prior de' miei peccati, e una regola nuova inventerò; i miei pensosi e pallidi affigliati senza scelta di sesso annicchierò; primo
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Tandis que, la tête inclinée, nous nous perdons en tristes voeux, le souffle de la destinée frissonne à travers nos cheveux. V. Hugo. Vorrei farmi
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polvere i droghieri. Oh tre ne voglio de' miei vecchi amici dal pazzo umore! Di quelli che son lieti od infelici secondo l'ore, che non parlan di moda
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poeta, e son gelosa! Son gelosa de' tuoi vaghi dolori delle tue belle vendemmie di fiori, sono gelosa della fantasia che ti dilunga dalla soglia mia
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coraggio, la fede, e le vertigini de' miei vent'anni! Fammi ancor bello, fammi ancora buono, come nei lieti dì che il cor sbucciava dai primi versi
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sognava madonne in campo d'or. E nel devoto secolo vivere ancor credevi; qui, venerata effigie, antiche aure bevevi; qui de' tuoi vecchi monaci
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coll'usato affetto e mi sedette accanto. Poi mi narrò de' suoi lunghi malanni e delle pene della famigliuola; sentirsi affranto e avvelenato ormai dall'afa
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te bada: a cento ti passano davanti i codardi, e impavidi affrontano l'orror de' tuoi sguardi! E un dì quel brando in fuga forse ponea le armate
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pioggia; or chi mi parla, è un logoro libro d'antica foggia: - Giovinetto, che guardi e sospiri, qual speranza ti ride nel cor? Tarpa l'ali de' lunghi
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domestiche pareti, o giovinetto: sul nido tuo non aliti l'aura del mondo infetto, bevi in pace e in silenzio al tuo nappo dorato; là fuor de' tuoi
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De mémoire de rose on n'a jamais vu mourir de jardinier. TENDHAL. Sull'infanzia dei germi e delle fronde il marzo sbuffa; alle ospitali gronde, alle
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siete un'altra volta oggi partite col poeta ch'è morto! Tu l'avevi abbracciato, Arte divina, col più fecondo de' tuoi casti amplessi; tutti i tesori
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. Addio, pace de' campi pensosi, solitarie abitudini, addio; l'operaio sul verde pendìo già distende il ferrato cammin. Passerà nell'antico convento
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