in un canto mentre la giovine ostessa, rosso il guarnello e le belle gote sotto la pettinatura fumosa passava e ripassava davanti a lui. Faust era
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Vidi schifose diventar le belle, e vidi i buoni diventar cattivi; vidi col minio all'anima e alla pelle, i casti santi e gli angeli lascivi. E
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trovarla disseccata sulla cocente arena! Uno stormo però di rondinelle vispe, piccine e belle, quest'anno ancora alla gronda ospitale venne a raccoglier
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argiva per rinnegar coi vergini splendori le belle inferme dell'età lasciva, e le viltà dei nostri flosci amori! Deh, spargete la spiga e la verbena nel
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' così puri e così belle, mi creò sì superbo, e buono, e lieto, e intascò sogghignando il suo segreto!
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, belle, ridenti, tiepide, nella tranquilla stanza tornano le memorie del luglio e dell'aprile, a colorir lo stile del pallido pittor. E accosciata in
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lo venian dal placido suo tempio a scongiurare le dee della famiglia, le sue dilette glorie, cinte di pie memorie, belle di noti fior... Tacque, partì
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belle donne, o poveri fanciulli? Ma gli è dono degli angeli svanire, e l'infrangersi appunto è dei trastulli. Non credete che il suo corpo divino sia
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poeta, e son gelosa! Son gelosa de' tuoi vaghi dolori delle tue belle vendemmie di fiori, sono gelosa della fantasia che ti dilunga dalla soglia mia
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ch'hanno gli amici delle donne belle si specchiava. Gli scandagli sognai degli occhi abbietti fra le celate invan magnificenze; i contatti sognai, gli
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spiaggie, alle cime: - State, o figlie dell'anima mia: state belle di golfi e foreste, di villaggi, di scogli, e di palme; belle in mezzo alle cupe
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delle forme belle, sanno i tesori che nel cor celate!
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belle, e le sorelle, e la mamma, e la nonna, già da un anno sdrusciscono una gonna: Nina, se m'ami, non cercar denaro, son povero, lo sai, non sono
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Oh tesor negli scrigni giacenti, oh dovizie all'azzardo diffuse, e cui spesso sbadata profuse una man che ignorava il dolor! Oh metallo alle belle
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sorrisi da strappar le stelle ... noi conosciam le belle: e colle muse al fianco, accorti eroi, ci adorerem fra noi! Giugno 1853.
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per le cose belle palpebre delle stelle!
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il core e pallide le gote, il selciato di ratte orme percote nel crepuscolo opaco, mentre le belle si tolgon di testa gl'estinti fiori dell'estinta
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, al vostro ginocchio cadranno i miei versi; parlate, e le imagini verran dalle stelle per farsi più belle tra i vostri doppier
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