La nuova ala del cimitero di cui è ancora possibile prenotare i loculi. Una bella parete di mattoni a vista, e in un silenzio, in un verde, sembra un
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Non prendo sonno, accenni di pressione alta nonostante la seconda pastiglia (notturna, di sicurezza), ma nessuna adrenalina da corse, è stata una
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Ippodromo a Cesena fino a tardi: Gran Premio, diecimila persone, verso la fine un 'oppressione da svenire e prima - appena entrato - il mio disturbo
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"È la prossima.
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- Un giardino da concimare, annaffiare. Dove sapersi uguale allo sterpo, alla rosa. Nella stagione che muta. Qui la pena è un vorticare di acque. Qui
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umori e i mancamenti. Se ha smesso di pretendere risposte, ancora azzarda domande. Che ne è delle parole dette, dei pensieri pensati? che dei verdi e
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Il tempo mentre scriviamo vola, noi moriamo a noi stessi mentre intorno ci cresce la vita e la realtà si addensa, s'intreccia, diventa una radice che
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Adesso che il freddo é diventato gelo e avvinghia la città nel più crudo silenzio, adesso che la colpa di quanto sta accadendo ricade interamente su
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E adesso che, se non faccio in tempo a trovare parole capaci di avvicinare le due parti della mia lacerazione, una sconfitta molto simile al deserto
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questa trasformata dal vento e dalla luce. Se srotolo un tappeto o stendo un lenzuolo sul balcone è solo in obbedienza al ritmo di una morte passata
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Al nord sole e schiarite, temperatura in lieve aumento, piogge anche di forte intensità all'intemo. Il tempo di spegnere la radio e fare mente locale
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Agosto è questo diario dove giungono, discrete, le parole come gli uccelli d'alba silenziosi quando Toscana è l'orma del viaggio che finisce, Greve
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segnaletico. E invece, Mr. Olmert,invece qualcuno si è certamente sbagliato, ha finitoper scambiare questa zona dotata delle migliori meled'Israele per il
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Laggiù ha comprato una trota, l'ha colpita sulla testa con la mano sinistra e, siccome non moriva, l'ha addentata, quindi ne ha assaporato il sangue
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L`ho seguita. È sempre sola, ma ha un gatto e un cane.Mi piace. Non mi fa paura come mia madre.Ama gli insetti. Io amo gli insetti. Non ha schifo
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lo abbagliava di bianco, è assenza, mi dicevo, è vuoto d'assenza, ma era un bianco che innevava i pensieri, un abisso di bianco che cancellava ogni
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noi macerie e le nozze, tra la polvere e il rame, tra la tela che copre i piedi dei morti e il ruscello di seta sulla schiena della sposa. Allora
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I folletti in casa. Quando spariscono le chiavi o l'accendino, prima se ne lagna a voce alta, poi esce dalla stanza e conta fino a dieci. Quindi
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La chiesa della Trinità è un piccolo edificio a navata unica appena fuori dal paese e poco distante dal camposanto. Quando vado a visitarla in un
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uscissero dai loro contomi, facessero corpo con noi, con l'aria tra di noi. E lì potevamo sentirli di più, tanto da lasciare che si liberassero di nuovo e
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La sola voce altrettanto salda ma priva di parole ti assomiglia e credo che mi avverta, spegne la luce e chiama al posto mio, come una volta ma da
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E un'altra cosa non vorrei: che questa dei sassi fosse conside- rata una “trovata"; perché sarebbe vero solo in parte: io sono veramente preoccupato
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Il sole che nel nuovo parco cittadino si appoggia in silenzio sulle schiene dei cam e delle madri, e si rifrange sulle ciglia dei bambini
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Il compagno che trent'anni fa passava ogni domenica di casa in casa a chiedere chi volesse “l'Unità” e che ora vedo ogni mattina di ritorno
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Con gli occhi velati, le guance smunte, le labbra livide, all'alba e di notte, va a spezzare nelle aiuole dei vicini i boccioli della rosa tea
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Non sono solo e percorro un sentiero erboso: alla mia sinistra scorre l'acqua, sulla destra il retro di una di case, qualcuna elegante, qualcun
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Ricordo una vecchia città, rossa di mura e turrita, arsa su la pianura sterminata nell'Agosto torrido, con il lontano refrigerio di colline verdi e
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Salivano voci e voci e canti di fanciulli e di lussuria per i ritorti vichi dentro dell'ombra ardente, al colle al colle. A l'ombra dei lampioni
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nello scatto e nell'urlo improvviso Sopra l'anonima fucileria monotona Delle voci instancabili come i flutti Stride la troia perversa al quadrivio Poiché
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A l'antica piazza dei tornei salgono strade e strade e nell'aria pura si prevede sotto il cielo il mare. L'aria pura è appena segnata di nubi leggere
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canzoni senza ritornelli a la Monotonia. Io grido: «non saprò domani tornare per la stessa via! Sono un fanciullo bianco ed è fiorita per i miei
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tutti i giorni cercando una causa divina il mio dolce bene ed io. Ma quel giorno già vanía e la causa della nostra morte non era stata rivenuta. E calò la
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Dov' era una volta il tennis, nel piccolo rettangolo difeso dalla massicciata su cui dominano i pini selvatici, cresce ora la gramigna e raspano i
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RENATO e IOLANDA
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La scena succede nel castello di Renato, in una valle delle Alpi piemontesi. - Gran sala, stile Trecento. - Al levarsi della tela Renato e Iolanda
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(alzandosi e con lei tutti
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Tace la notte intorno a me solenne le ore vanno e sfilan le memorie siccome un nero e funebre convoglio. Del cielo nelle oscurità remote nell'ombra
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grigie nubi e le respinge in onde gravide. Passa radendo sui pioppi tremoli - sul nero piano incombe il peso della ciclopica lotta dell'etere. Ma a lei più
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viso. Solo un'ombra fuggevole, come di nube. L'ombra è unida e dolce come la sabbia di una cavità intatta, sotto il crepusculo. Non ci sono ricordi
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intemerato e l'animo pudico, benché, or lungi da me tu sia sepolto, ti parlo ancora, e ti riveggo in volto. Ecco il canuto crine, e il mite sguardo! Oh
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Un dì due chèrubi in un essere sol vestir la creta; quel dì fra gli uomini giunse a esultare e a piangere il poeta. Uno era lamia conscia dei mali
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siete un inganno, siete una larva dei secoli vieti, e certo ancor nell'anima vi stanno le carezze dei numi e dei poeti. Siete risorta da una tomba
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O notturno splendore, o vergine divina! Tu che commuovi, sorridendo, il core dell'uomo e dell'oceano, solitaria dei cieli, adoro la tua luce, amo i
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Son solo: il portico dell'osteria mi manda i cantici dell'allegria, qui, dove mesto tra stranie mura, penso alla incerta e fosca età ventura. Quei
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- Per la deserta strada, o viaggiatore, dove t'affretti ai raggi della luna? una madre lasciasti, il genitore e sposa e bimbi, per cercar fortuna? La
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Oh non passate mai, plebi frementi, femmine folleggianti in carnevale, cori festosi e musiche plaudenti, non passate dinnanzi all'ospitale! Lasciate
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Era canuto e amava il crine biondo, la gioventù d'Arte e d'Onor vestita; avea lottato come pochi al mondo, senza odiar mai la vita. Era il pugilatore
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Or vi dirò la cronaca dei mesi come narrar la intesi da un certo vecchierello così pulito e bello, così dolce e giulivo nei modi e nell'aspetto, che
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,... non si levano il cappello. Splendi agognando al dì della partenza; e ristucco di farci il zolfanello, di tanto in tanto perdi la pazienza! Sole, il
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Io son povero al par di un fraticello; ma tu sei vispo, rubicondo e bello, l'avvenire tu sei, l'ultima legge ormai dei giorni miei. Ti lascio, amico
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