Vocabolario dinamico dell'Italiano Moderno

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Risultati per: tu

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suo viaggio correa, egli avea detto alla gaia Isabella: -  Tu  sei gaia, sei giovane, e sei bella... vuoi tu adorarmi? ".
Isabella: - Tu sei gaia, sei giovane, e sei bella... vuoi  tu  adorarmi? ". Egli avea detto : - Vuoi ? - Quando vent'anni
suo viaggio correa, ella avea detto al mesto Sigismondo: -  Tu  sei mesto, sei giovane, e sei biondo... Puoi tu sposarmi?
- Tu sei mesto, sei giovane, e sei biondo... Puoi  tu  sposarmi? ". Ella avea detto : - Puoi ? - Quando trent'anni
suo viaggio correa, egli avea detto alla gaia Isabella: -  Tu  sei gaia,sei giovane,e sei bella, credi all'amore ? - Egli
suo viaggio correa, ella avea detto al mesto Sigismondo: -  Tu  sei mesto, sei giovane, e sei biondo, vedi se muore? - Ella
Qual fu stanotte, quando  tu  vegliavi, la dea che del tuo canto incoronavi? Ah dimmi,
incoronavi? Ah dimmi, dimmi che nel ciel dimora, e che  tu  te 'n dimentichi all'aurora! -
 tu  che nasci in maschera, e mascherato muori, osi insultar, se
se incognito è anch'esso il Dio, che adori? Vorresti  tu  conoscerlo ed affisarlo ignudo, come una compra femmina, o
è assai, t'acqueta, la sua maschera non lascerà giammai. E  tu  in ginocchio pregalo che ci lasci la nostra, perché sarebbe
me si sveglia all'appello possente dell'amore, vorrei che  tu  vedessi entro al mio cuore la fiamma ardente. Vorrei
pupille immote splendesse amore. - Ma dimmi, perché sfuggi  tu  il mio sguardo fanciulla? O tu non lo comprendi ancora il
- Ma dimmi, perché sfuggi tu il mio sguardo fanciulla? O  tu  non lo comprendi ancora il fuoco che possente mi divora?
lo comprendi ancora il fuoco che possente mi divora? ... e  tu  l'accendi ... Non trovo pace che se a te vicino: io ti
mi sgorgano dal ciglio invirilmente. Oh mia fanciulla, oh  tu  non hai compreso di quanto amore io t'ami. Ed un dolore
Ed un dolore nuovo, più intenso mi attanaglia il cuore che  tu  feristi. Se m'ami Elsa a che mi fai soffrire? Tu della vita
cuore che tu feristi. Se m'ami Elsa a che mi fai soffrire?  Tu  della vita mia unico raggio tu che sola m'infondi quel
Elsa a che mi fai soffrire? Tu della vita mia unico raggio  tu  che sola m'infondi quel coraggio che mi fa vivo! Lo sguardo
trascorreva lento, era un gorgo d'immobile luce. Taceva.  Tu  viva tacevi; le cose vivevano sotto i tuoi occhi (non pena
mare al mattino, chiaro. Dove sei tu, luce, è il mattino.  Tu  eri la vita e le cose. In te desti respiravamo sotto il
sia nebbia, m'innonda di baci! Se inneggio o bestemmio  tu  ascoltami e taci. Deh!... Taci ed ascoltami : mi adora e
che avesse le ale. Oh!... I mistici effluvii che hai  tu  nella gonna!... Talvolta fantastico che il Nume è la donna.
cortina da cui, stanchi e lividi, ci assal la mattina!  Tu  dici: " O amatissimo, sei Giove, e io son Frine!... "
le chiome corvine... Rispondo : " Silenzio... non parlo e  tu  taci!... Ritorna qui al tiepido... m'innonda di baci!...".
sera in mezzo ai monti? O pace, o solitudine, o dolcezze!  Tu  appoggiavi i piedini al focolare, ed io la testa fra le tue
che maschera il vero? Chi, chi di noi più puri e più beati?  Tu  prevedevi un serto alle mie chiome, io per te meditavo un
un serto alle mie chiome, io per te meditavo un paradiso;  tu  inghirlandavi d'alloro il mio nome, io d'amor sempiterno il
il mio nome, io d'amor sempiterno il tuo sorriso...  tu  prevedevi un serto alle mie chiome! O sante gioie, o
mia mesta giovinetta, rifioriranno quei tempi d'amore; e  tu  lo sai, dagli angeli protetta, tu che sei buona, e che
quei tempi d'amore; e tu lo sai, dagli angeli protetta,  tu  che sei buona, e che preghi il Signore; rifioriran, mia
 Tu  ritorni ben tardi... l'orologio ha sonato mezzanotte; la
Il tuo libro ti aspetta... * * E tu, fratello mio, non hai  tu  pur pregato, aspettandomi, Iddio? * Tentai più di tre volte
e guardava la madre, e parea dir... * * Che cosa ? * Che  tu  a noi non pensavi e che verresti tardi. * * Per lo ciel!
così mi guardi ? E quel mostro è sparito? * Sì, quando  tu  bussasti. * * Né tu ardisti affrontarlo, e non lo
? E quel mostro è sparito? * Sì, quando tu bussasti. * * Né  tu  ardisti affrontarlo, e non lo interrogasti? * Temea che,
talvolta a mezzanotte, spesso sul far del giorno!...  Tu  che a piè della madre dormi nel letticiuolo, quando
col tuo Dio, e imprecarti l'oblìo dei posteri e del sol.  Tu  che inceppasti il fulmine, prosa lanciando in cielo, sicché
in cielo, sicché alle stelle vergini hai lacerato il velo;  tu  che, buffon, le numeri, e batti la misura, mentre per
di bronzo, tu, mitrata putredine, sognante un'orbe gonzo,  tu  i vivi agghiacci, e i posteri travolgi a ignoto abisso:
- O musa! a questo pallido tuo giovane poeta, o eterna dea,  tu  mormori il nome della meta; tu di Corani e Bibbie sdegni la
giovane poeta, o eterna dea, tu mormori il nome della meta;  tu  di Corani e Bibbie sdegni la inutil scola, tu parli la
della meta; tu di Corani e Bibbie sdegni la inutil scola,  tu  parli la parola del bello e dell'amor. Ma vedi? è
m'han raccontato che di molti amanti, nei camposanti,  tu  puoi legger la lapide forbita, che uscir di vita sotto le
che sembri uno stelo. O donna piena di gioie e di luci, se  tu  conduci al cimitero, il cimitero è bello come un gioiello:
il verme è un usignuolo, ed il lenzuolo è porpora regal se  tu  lo cuci, o donna piena di gioie e di luci! O donna piena di
donna fortunata ed infelice, se v'ha nume che ascolta, e se  tu  preghi, egli non nieghi questa dolcezza alla mia musa
labbro il vol dispieghi, se v'ha nume che ascolta, e se  tu  preghi!
roba, un velo di sudore sulle labbra e sul corpo,  tu  che mangi di malavoglia: ma non ricordo cosa. Io devo
 tu  veduto, pensierosa luna, l'hai tu veduto il suo bacio
tu veduto, pensierosa luna, l'hai  tu  veduto il suo bacio all'amica?... Sorgevi appunto allor,
siamo visti,  tu  coi capelli raccolti vestita di lana come una vecchietta
amica agli ermi, ha incoronata la tua vetusta fronte, e  tu  rammenti, o campanile, un monte e una calma dimora! Come
ai misteri e a Quasimodo, bel campanile! Che l'Angelus  tu  pianga o canti l'Ave, canti e piangi d'amore: e fai pensare
e umìle. O mole strana! e alle rondini accanto l'upupa  tu  ricetti: da secoli tu accogli anche i reietti, campanil
e alle rondini accanto l'upupa tu ricetti: da secoli  tu  accogli anche i reietti, campanil santo! * * * Lascierò
e morte, l'universo e '1 nulla necessità crudele della vita  tu  mi rifiuti. Febbraio 1907
e intemerato ingegno, amico nostro... se dal Fato assolto,  tu  ci potessi, dal carcer di legno, sporgere il volto!... Se
cammino interrotto rimpiangeresti... e la precoce meta, se  tu  leggessi come noi: "Qui sotto dorme un poeta " . Settembre
di visioni, cui palpitando mormoro le torbide canzoni,  tu  sai le mie battaglie, le mie superbie sai, e presto mi
 Tu  mi rispondi una volta, due volte, guardandomi fisso con gli
infermo, angelo tutelar dì e notte chino sul mio destino!  Tu  ancor mi adduci, solitario e mesto, alla chiesetta,
che in terra fulge o soffre od ama, nell'onta o nel decoro,  tu  mi assimili, o Musa, e me ne fai e ditirambi e lai! Amo,
posso evocarli, se posso imitarli! Qual fu stanotte, quando  tu  vegliavi, la dea che del tuo canto incoronavi? Ah dimmi che
in mar veduto, ah dimmi, dimmi che nel ciel dimora. e che  tu  te 'n dimentichi all'aurora! Non vedi? son pallida, son
mi guardi nel viso col mesto sorriso? Io m'affiso lassù,  tu  in basso guati; io mi faccio gentil, tu ti fai strano... oh
Io m'affiso lassù, tu in basso guati; io mi faccio gentil,  tu  ti fai strano... oh dove, dove sono i dì volati, i dì che
e mi dicevi, seduti all'ombrìa, l'universo è giocondo, e  tu  sei mia! Io sospirava : amo, confido e credo ; il futuro lo
Sul cranio mio, tomba ove giace estinto un giovinetto,  tu  fai l'effetto di un bell'inno pensato in paradiso; e il tuo
son povero al par di un fraticello; ma  tu  sei vispo, rubicondo e bello, l'avvenire tu sei, l'ultima
fraticello; ma tu sei vispo, rubicondo e bello, l'avvenire  tu  sei, l'ultima legge ormai dei giorni miei. Ti lascio, amico
che l'altro si sposta.Così l'amore procede per sorprese  tu  mi scopri in una stanza e io ti scopro e ci baciamo
vita altrui. E restavamo fermi, e se qualcuno ci chiedeva:  Tu  cosa pensi ?, noi pensavamo che non volevamo pensare
collo sguardo chino? Io leggo il cielo attraverso l'amore!  Tu  sei la lente delle mie pupille: povero fiore, tolto alle
notturno splendore, o vergine divina!  Tu  che commuovi, sorridendo, il core dell'uomo e dell'oceano,
si bagna! Ma chi dirà, divina, di che fulgor ti vesti, se  tu  sorgi infocata alla marina? Il pelago scatenasi, e placido
al tuo lavor, la mano trascorre, e vola il cuore, ancor  tu  senti fuor dai vetri il fragor dell'oceàno!
aspetta nel mondo, serbiamolo al biondo suo lucido crin! E  tu  che ti nomini l'immenso avvenire, tu culla dei gaudii, dei
suo lucido crin! E tu che ti nomini l'immenso avvenire,  tu  culla dei gaudii, dei pianti e dell'ire, lo guarda, e
divine porte fin che la pietosa alba le coglie. «Hai visto  tu  passare le barelle, o pazzo insonne, con le stelle morte?»
insonne, con le stelle morte?» Chiarità di una lama, o  tu  che fendi l'ombra maligna: io t'offro il mio cervello
una lontana luce, su li orli, un oro dolce sfoggia.  Tu  che mi ascolti non aver pietà, non lacrimare delle mie
di integrale sperdimento. Dopo, se sei capace, passala  tu  la notte in questo stato.
 tu  fossi seduta al fianco mio quando pesa su me l'irrevocabile
affiorare d'oro, nel verde argenteo del tuo cielo. Dove  tu  stendi l'eccitata luce delle tue prospettive, ivi
fruscìo di selve, mormorìo di prode, mirifiche parole! Ma  tu  più bella d'ogni Bello, o Diva, la abbellirai cantando!
un'arpa eolia a cui l'aura mancava!... Musa, a mia madre  tu  ti festi ancella, mi apparisti nei dolci occhi dell'ava e
non è; se l'appetito langue vengo fidente a te! - - Ma  tu  cardinale dal viso paffuto, dall'occhio bestiale, tu pur
- - Ma tu cardinale dal viso paffuto, dall'occhio bestiale,  tu  pur se' vissuto? Sù dimmi, al tuo secolo fiorìa la bottega?
secolo fiorìa la bottega? Con quanti carnefici stringesti  tu  lega? Temevano gli armenti levar su voi le faccie? Dimmi,
un rachitico fratello, di cui ti stanca la elegante posa; e  tu  cali il telone, schiudi i tubi, lasci la folla vana e
son vicino e  tu  mi sei lontana, mi guardi e non mi vedi, o s'io ti parlo,
mondo intero, che la vita stessa vorrei esser per te - ma  tu  l'ignori.
soglie, il grido del bimbo - le cose che non passano mai.  Tu  non muti. Sei buia. Sei la cantina chiusa, dal battuto di
ma tremi o musa? debole, tanto inver non ti credeva ; che?  tu  pur se' figlia d'Eva, e tu lagrimi così? Oh all'inferno e
inver non ti credeva ; che? tu pur se' figlia d'Eva, e  tu  lagrimi così? Oh all'inferno e pianti e tumuli! Ritorniamo
asilo intemerato e l'animo pudico, benché, or lungi da me  tu  sia sepolto, ti parlo ancora, e ti riveggo in volto. Ecco
oscure gli occhi t'eran fatti cavi. Io ti parlavo e  tu  non rispondevi, ma pur col bianco vel t'adoperavi di
vel t'adoperavi di riparare l'ultimo calore. T'ero vicino e  tu  non mi vedevi, ma nella morte già eri raccolta ed alla
m'è il sogno e non spavento, perch'io m'attardo mentre  tu  languisci; s'io vinco certo così non perisci. Questo sogno
roseo, e la tua chioma è d'oro, ove me 'n vada ignoro. Ove  tu  vai me 'n vo! - Allor tu vieni al placido tetto ove veglia
d'oro, ove me 'n vada ignoro. Ove tu vai me 'n vo! - Allor  tu  vieni al placido tetto ove veglia Iddio su un povero
le stelle dei felici intreccian danze. Ma neghittosa se  tu  resti ancora nella tua danza eterea, oh a te, dall'alto,
alla rete, fanciulla, per essermi sì cruda e severa? Se'  tu  inespugnabile, mia bella trinciera? Che filtri, che spasimi
tempeste; gramo corpuccio viscido, tappato in sempiterno,  tu  miagoli lo scherno che il Caso all'uom creò! - Vieni, o
grida; inchioda a' tuoi paragrafi la mano infanticida!  Tu  accusi chi un cadavere fuor dal recinto pose, che tuoni a
dà il braccio a questa povera mia Musa passeggiera, e,  tu  canuto e burbero, noi mesti e giovinetti, oltrepassiamo i
sull'anima le tenebre piombare, e noi dei versi apostoli,  tu  della scienza duce, nella beata luce barcolleremo insiem! E
assenti, e non un Dio era nella sera d'amore di viola: ma  tu  nella sera d'amore di viola: ma tu chinati gli occhi di
d'amore di viola: ma tu nella sera d'amore di viola: ma  tu  chinati gli occhi di viola, tu ad un ignoto cielo notturno
sera d'amore di viola: ma tu chinati gli occhi di viola,  tu  ad un ignoto cielo notturno che avevi rapito una melodia di
di carezze. Ricordo cara: lievi come l'ali di una colomba  tu  le tue membra posasti sulle mie nobili membra. Alitarono
intero ed infinito l'indifferente tramutar del tutto. Pur  tu  permani, o morte, e tu m'attendi o sano o tristo, ferma ed
tramutar del tutto. Pur tu permani, o morte, e  tu  m'attendi o sano o tristo, ferma ed immutata, morte
questo ch'ora soffro vano tormento senza via né speme,  tu  mi sei cara mille volte, o morte, che il sonno verserai
giova? che giova, se del tutto io t'ho perduta quando mia  tu  non fosti il giorno stesso che c'incontrammo? Che se pur
che l'Italia adora, vegliardo in sante visioni assorto,  tu  puoi morir!... Degli Antecristi è l'ora! Cristo è rimorto!