sole che nel nuovo parco cittadino si appoggia in silenzio | sulle | schiene dei cam e delle madri, e si rifrange sulle ciglia |
Ritorno a Planaval -
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silenzio sulle schiene dei cam e delle madri, e si rifrange | sulle | ciglia dei bambini addormentati, sulle capigliatura rare |
Ritorno a Planaval -
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madri, e si rifrange sulle ciglia dei bambini addormentati, | sulle | capigliatura rare dei pensionati in vena di pensieri miti, |
Ritorno a Planaval -
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era prefetto. Al Luna Park il vecchio indovino insiste | sulle | sue origini povere, ma lei s'indigna. S'azzitta quando la |
Il letto vuoto -
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casa pochissima roba, un velo di sudore | sulle | labbra e sul corpo, tu che mangi di malavoglia: ma non |
Il letto vuoto -
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scosta con il piede la pantofola, il drappo della vestaglia | sulle | spalle, lui che si avvicina. La pioggia riga i vetri e le |
Salva con nome -
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la bora schiantandosi, pare, a momenti e faticosamente | sulle | facciate delle case. |
Ritorno a Planaval -
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membra aspetta ... l'itinerario del diman si nota, e | sulle | labra vien la canzonetta! |
TAVOLOZZA -
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fuoco, il tonfo di una mela; le parole rassegnate e cupe | sulle | soglie, il grido del bimbo - le cose che non passano mai. |
Il paradiso sui tetti -
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augusto petto. E allor pensai che poiché brilla il sole | sulle | paludi e sulle verdi aiuole, irradiar poteva in una festa |
Penombre -
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E allor pensai che poiché brilla il sole sulle paludi e | sulle | verdi aiuole, irradiar poteva in una festa la pura faccia |
Penombre -
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- gioie albergatrici? Come restare? Abbacchiano le noci | sulle | montagne ; già dei fanciulli le garrule voci, fra le |
Penombre -
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la buona notte; e lune e falchi e santi e chiavi d'oro già, | sulle | insegne oscure, di ripinture - parlano fra loro. Come, come |
Penombre -
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velo passavi come una figura in cielo, presago cuor! | sulle | mie guancie smorte sentir mi parve il soffio della |
Penombre -
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bagnare la terra, aumentando il contrappeso del vaso | sulle | foglie. Chiudendo gli occhi sembra di essere in montagna |
Ritorno a Planaval -
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al crine del bimbo mio d'amor; del bimbo mio che medita già | sulle | sorti umane, e sta spezzando il pane del Sapere fatal; |
Trasparenze -
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e barcollava in mezzo all'orgie doma la vetustà di Roma. Or | sulle | basi e i capitelli immani, e fra i deserti portici e le |
TAVOLOZZA -
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Lidia e Pirra altra non portan tunica che il crin disciolto | sulle | bianche spalle. Quattro chiomati Etìopi la sorreggono, e |
Trasparenze -
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e stretti alle bisogna della terra si curvarono a faticare. | Sulle | pallide facce il timore delle piccole cose umane e le tante |
POESIE -
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nuova vita vedeva salire. E scorrendo l'occhio lontano | sulle | sponde che serrano il mare sulle case tristi ammucchiate |
POESIE -
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scorrendo l'occhio lontano sulle sponde che serrano il mare | sulle | case tristi ammucchiate dalle trepide cure avare «Questo è |
POESIE -
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buoni, è malato, e, tuttor, nel contemplarlo, nell'indagar | sulle | sue guancie smorte se al suicidio mi ha dannato Iddio, |
Trasparenze -
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al vento, pur l'inerte chiglia non fende l'onda, ch'ora | sulle | creste spumanti, or negli abissi, or sur un bordo or |
POESIE -
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gesto di giovinezza imperiale traeva la veste leggera | sulle | sue spalle alle mosse e la sua finestra scintillava in |
Dai Canti Orfici -
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lievi come l'ali di una colomba tu le tue membra posasti | sulle | mie nobili membra. Alitarono felici, respirarono la loro |
Dai Canti Orfici -
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sorelle del ricordo: poi che Michelangiolo aveva ripiegato | sulle | sue ginocchia stanche di cammino colei che piega, che piega |
Dai Canti Orfici -
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aveva udito Dante spegnersi nel grido di Francesca là | sulle | rive dei fiumi che stanchi di guerra mettono foce, nel |
Dai Canti Orfici -
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dei fiumi che stanchi di guerra mettono foce, nel mentre | sulle | loro rive si ricrea la pena eterna dell'amore. E l'ancella, |
Dai Canti Orfici -
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alla tenda gualcita di trina la fanciulla posava ancora | sulle | ginocchia ambrate, piegate piegate con grazia di cinedo. |
Dai Canti Orfici -
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vulcanizzato, due chiazze due fori di palle di moschetto | sulle | sue mammelle estinte. Credetti di udire fremere le chitarre |
Dai Canti Orfici -
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grazia selvaggia, gli occhi dolci e acuti come un gorgo. | Sulle | spalle della bella selvaggia si illanguidì la grazia |
Dai Canti Orfici -
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giganti dall'ali protettrici Son colmi di macerie, stridon | sulle | cornici I più grotteschi uccelli: ma sereni, sicuri, Più |
UNA PARTITA A SCACCHI - Leggenda drammatica in un atto -
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la pigrizia. – Dalla lampada accesa Piovve un raccolto lume | sulle | pagine mute Che aspettavano il frutto di tante ore perdute, |
UNA PARTITA A SCACCHI - Leggenda drammatica in un atto -
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cigni bianche, dai palchetti la mostra è generosa. Qui, | sulle | piazze il carneval sonnecchia, e tranne il rombo di qualche |
Penombre -
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piena di falene e d' altri insetti, dopo essersi buttato | sulle | spalle uno scialle di lana, ripetendo sempre in francese, |
La Bufera ed altro -
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occhi conscii e tranquilli sotto il cappellone monacale. | Sulle | stoppie interminabili sempre più alte si alzavano le torre |
La Verna -
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distende il ferrato cammin. Passerà nell'antico convento, | sulle | fosse dei monaci estinti; se all'inferno non giacciono |
Trasparenze -
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dall'alta loggia degna guardar la plebe, e della fante nata | sulle | glebe. Sì, la fante che arriva in sul mercato col viso |
TAVOLOZZA -
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